Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.

Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.

I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.

Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.

L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.

Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.

Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).

Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro. 

Dr Antonio Giangrande  

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ANNO 2022

L’ACCOGLIENZA

QUARTA PARTE

L’ATTACCO

OTTAVO MESE

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

 

 

 

 

L’ITALIA ALLO SPECCHIO

IL DNA DEGLI ITALIANI

 

      

 

 

 L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

 

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2022, consequenziale a quello del 2021. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

 

IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

IL COGLIONAVIRUS.

 

L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.

 

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

LA SOCIETA’

 

AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.

I MORTI FAMOSI.

ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?

 

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA SARDEGNA.

SOLITE MARCHE.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ACCOGLIENZA

INDICE PRIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI EUROPEI

I Muri.

Quei razzisti come gli italiani.

Quei razzisti come i tedeschi.

Quei razzisti come gli austriaci.

Quei razzisti come i danesi.

Quei razzisti come i norvegesi.

Quei razzisti come gli svedesi.

Quei razzisti come i finlandesi.

Quei razzisti come i belgi.

Quei razzisti come i francesi.

Quei razzisti come gli spagnoli.

Quei razzisti come gli olandesi.

Quei razzisti come gli inglesi.

Quei razzisti come i cechi.

Quei razzisti come gli ungheresi.

Quei razzisti come i rumeni.

Quei razzisti come i maltesi.

Quei razzisti come i greci.

Quei razzisti come i serbi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI AFRO-ASIATICI

 

Quei razzisti come i marocchini.

Quei razzisti come i libici.

Quei razzisti come i congolesi.

Quei razzisti come gli ugandesi.

Quei razzisti come i nigeriani.

Quei razzisti come i ruandesi.

Quei razzisti come gli egiziani.

Quei razzisti come gli israeliani.

Quei razzisti come i libanesi.

Quei razzisti come i sudafricani.

Quei razzisti come i turchi.

Quei razzisti come gli arabi sauditi. 

Quei razzisti come i qatarioti.

Quei razzisti come gli iraniani.

Quei razzisti come gli iracheni.

Quei razzisti come gli afghani.

Quei razzisti come gli indiani.

Quei razzisti come i singalesi.

Quei razzisti come i birmani.

Quei razzisti come i kazaki.

Quei razzisti come i russi.

Quei razzisti come i cinesi.

Quei razzisti come i nord coreani.

Quei razzisti come i sud coreani.

Quei razzisti come i filippini.

Quei razzisti come i giapponesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI AMERICANI

 

Quei razzisti come gli statunitensi.

Kennedy: Le Morti Democratiche.

Quei razzisti come i canadesi.

Quei razzisti come i messicani.

Quei razzisti come i peruviani.

Quei razzisti come gli haitiani.

Quei razzisti come i cubani.

Quei razzisti come i cileni.

Quei razzisti come i venezuelani.

Quei razzisti come i colombiani.

Quei razzisti come i brasiliani.

Quei razzisti come gli argentini.

Quei razzisti come gli australiani.

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Fredda.

La Variante Russo-Cinese-Statunitense.

 

INDICE TERZA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LA BATTAGLIA DEGLI IMPERI.

I LADRI DI NAZIONI.

CRIMINI CONTRO L’UMANITA’.

I SIMBOLI.

LE PROFEZIE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. PRIMO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SECONDO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. TERZO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUARTO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUINTO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SESTO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SETTIMO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. OTTAVO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. NONO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DECIMO MESE.

 

INDICE QUINTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LE MOTIVAZIONI.

NAZISTA…A CHI?

IL DONBASS DELI ALTRI.

L’OCCIDENTE MOLLICCIO E DEPRAVATO.

TUTTE LE COLPE DI…

LE TRATTATIVE.

ALTRO CHE FRATELLI. I SOLITI COGLIONI RAZZISTI.

LA RUSSIFICAZIONE.

 

INDICE SESTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

ESERCITI, MERCENARI E VOLONTARI.

IL FREDDO ED IL PANTANO.

 

INDICE SETTIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LE VITTIME.

I PATRIOTI.

LE DONNE.

LE FEMMINISTE.

GLI OMOSESSUALI ED I TRANS.

LE SPIE.

 

INDICE OTTAVA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LA GUERRA DELLE MATERIE PRIME.

LA GUERRA DELLE ARMI CHIMICHE E BIOLOGICHE.

LA GUERRA ENERGETICA.

LA GUERRA DEL LUSSO.

LA GUERRA FINANZIARIA.

LA GUERRA CIBERNETICA.

LE ARMI.

 

INDICE NONA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LA DETERRENZA NUCLEARE.

DICHIARAZIONI DI STATO.

LE REAZIONI.

MINACCE ALL’ITALIA.

 

INDICE DECIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

IL COSTO.

L’ECONOMIA DI GUERRA. LA ZAPPA SUI PIEDI.

PSICOSI E SPECULAZIONI.

I CORRIDOI UMANITARI.

I PROFUGHI.

 

INDICE UNDICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

I PACIFISTI.

I GUERRAFONDAI.

RESA O CARNEFICINA? 

LO SPORT.

LA MODA.

L’ARTE.

 

INDICE DODICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

PATRIA MOLDAVIA.

PATRIA BIELORUSSIA.

PATRIA GEORGIA.

PATRIA UCRAINA.

VOLODYMYR ZELENSKY.

 

INDICE TREDICESIMA PARTE

 

La Guerra Calda.

L’ODIO.

I FIGLI DI PUTIN.

 

INDICE QUATTORDICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’INFORMAZIONE.

TALK SHOW: LA DISTRAZIONE DI MASSA. 

 

INDICE QUINDICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LA PROPAGANDA.

LA CENSURA.

LE FAKE NEWS.

 

INDICE SEDICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

CRISTIANI CONTRO CRISTIANI.

LA RUSSOFOBIA.

LA PATRIA RUSSIA.

IL NAZIONALISMO.

GLI OLIGARCHI.

LE GUERRE RUSSE.

 

INDICE DICIASSETTESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

CHI E’ PUTIN.

 

INDICE DICIOTTESIMA PARTE

 

SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)

Quelli che…le Foibe.

Lo sterminio comunista degli Ucraini.

L’Olocausto.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)

Gli Affari dei Buonisti.

Quelli che…Porti Aperti.

Quelli che…Porti Chiusi.

Il Caso dei Marò.

Che succede in Africa?

Che succede in Libia?

Che succede in Tunisia?

Cosa succede in Siria?

 

 

L’ACCOGLIENZA

QUARTA PARTE

L’ATTACCO

OTTAVO MESE

 

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

·        La Guerra Calda.

L’ATTACCO. OTTAVO MESE.

(ANSA il 24 settembre 2022) - Mosca ha annunciato oggi la sostituzione del suo massimo responsabile della logistica: il generale dell'esercito Dmitry Bulgakov è stato sollevato dalle sue funzioni di viceministro della Difesa e sostituito dal generale Mikhail Mizintsev.  

Lo ha dichiarato il Ministro della Difesa russo citato dall'agenzia di stampa statale Interfax. Mizintsev sarà "responsabile delle forniture materiali e tecniche delle forze armate", mentre la Russia è nel pieno della campagna di mobilitazione. "Bulgakov - spiega una nota - è stato trasferito a un nuovo incarico".

Generale russo rimosso, al suo posto il «macellaio di Mariupol». Putin: «Pene più severe per chi si arrende o diserta». Francesco Battistini e Redazione Esteri su Il Corriere della Sera il 24 settembre 2022.

Le notizie di sabato 24 settembre. Il G7 chiede a tutti i Paesi di rigettare i referendum di annessione alla Russia. Zelensky nomina Makeyev nuovo ambasciatore in Germania.

• La guerra in Ucraina è arrivata al 213esimo giorno.

• Da ieri per altri due giorni si voterà nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia per l’annessione alla Russia

• Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia (e perché è una dichiarazione di guerra).

Ore 20:00 - G7, pronti a nuove sanzioni contro la Russia

«Siamo pronti a imporre ulteriori sanzioni economiche alla Russia e a persone e società - dentro e fuori la Russia - che danno supporto politico o economico ai tentativi illegali della Russia di cambiare lo status del territorio ucraino». È quanto si legge in un documento dei leader dei Paesi del G7 pubblicato oggi nel quale si condannano i referendum indetti dalla Russia in alcune regioni dell’Ucraina. «Noi, i leader del Gruppo dei Sette (G7), condanniamo fermamente i falsi referendum che la Russia tenta di utilizzare per creare un pretesto fasullo per cambiare lo status del territorio sovrano ucraino, soggetto a un’aggressione russa in corso. Queste azioni chiaramente violano la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale e vanno contro il diritto tra le Nazioni», si legge nel comunicato.

Ore 20:55 - Wsj, in Italia primo test unità Occidente su Putin

«Le elezioni italiane sono il primo test della risolutezza occidentale anti Putin»: è il titolo di una corrispondenza da Roma del Wall Street Journal, che nell’occhiello avvisa: «Si prevede, per ora, che gli elettori domenica respingano le speranze del leader russo che i più alti costi dell’energia spingano il governo italiano contro le sanzioni». Il quotidiano ricorda che Vladimir Putin, dopo aver ridimensionato le forniture di gas naturale alla Ue, spera che la sofferenza economica e il malcontento pubblico costringeranno le democrazie europee a ridurre il sostegno all’Ucraina e ad allentare le sanzioni a Mosca. Ma, prosegue il Wsj, «ci si attende che le forze anti Putin si rafforzino in Italia domenica. La minaccia di Putin questa settimana di usare le armi nucleari in Ucraina, accoppiata con la sua decisione di mobilitare i riservisti, rende più difficile anche per i politici pro Mosca in Europa chiedere concessioni come il ripristino del commercio con la Russia». 

«Tuttavia — avverte il giornale — la frustrazione degli elettori e le divisioni politiche potrebbero intensificarsi nei prossimi mesi se l’Italia e l’Europa non riusciranno a calmare i prezzi dell’energia». «Le sanzioni sono emerse come l’argomento più controverso nella campagna elettorale italiana, scatenando polemiche da parte di famiglie e imprese gravate dai crescenti costi energetici», osserva il Wsj. «Eppure ci si attende che gli italiani eleggano un parlamento significativamente più duro sulla Russia di quello precedente», prosegue citando sondaggi, secondo cui «il prossimo governo, come pure l’opposizione, sarà guidato da leader filo occidentali che hanno promesso di stare a fianco di Kiev».

Ore 04:53 - Biden, sanzioni «rapide e severe» se annessioni a Russia

Joe Biden ha assicurato che gli Stati Uniti e i suoi alleati imporranno nuove sanzioni economiche «rapide e severe alla Russia» se annetterà territori in Ucraina, nel quadro dei «referendum» per cui si continua a votare nelle zone occupate fino al 27 settembre. «I referendum russi sono una farsa, un falso pretesto per tentare di annettere con la forza parti dell’Ucraina», ha ribadito il presidente americano. In precedenza, in una dichiarazione congiunta, i Paesi del G7 avevano invitato «tutti i Paesi a respingere inequivocabilmente questi referendum fittizi», «simulacri» che «non hanno né effetti né legittimità».

Ore 06:15 - Attacco russo a Zaporizhzhia, vittime

Un missile russo ha colpito un edificio residenziale a Zaporizhzhia, in Ucraina, secondo quanto riferito su Telegram dal sindaco ad interim Anatoliy Kurtiev e riportato da Ukrinform, uccidendo un numero imprecisato di persone. «A seguito di un attacco nemico a Zaporizhia, un edificio residenziale è stato danneggiato. Ci sono vittime», ha scritto il sindaco. Sul luogo del raid sono al lavoro i servizi di emergenza sanitaria. Ieri, a seguito dei bombardamenti russi su Zaporizhia, le infrastrutture civili della città sono state danneggiate e sono state segnalate altre vittime”, scrive Ukrinform.

Ore 07:45 - Borrell alla Bbc : «L’Europa deve prendere sul serio le minacce nucleari di Putin ma deve continuare a sostenere l’Ucraina»

Putin sta andando in una direzione preoccupante, l‘Ue non deve ignorare le minacce di Vladimir Putin di poter utilizzare armi nucleari nel conflitto in Ucraina, ha affermato il capo della politica estera dell’Unione. Josep Borrell parlando con la Bbc. «Certo è un momento pericoloso perché l’esercito russo è stato messo in un angolo e la reazione di Putin - che ha minacciato l’uso di armi nucleari - è pessima», ha detto. Borrell però ha invocato una «soluzione diplomatica», che «preservi la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Altrimenti, possiamo finire la guerra, ma non avremo pace e avremo un’altra guerra», ha spiegato. Per questo l’Europa deve continuare a sostenere l’Ucraina, ha concluso.

Ore 08:05 - Il governatore: «La città di Luhansk costretta a votare»

Serhiy Gaidai , governatore ucraino di Luhansk, ha affermato che nella città di Starobilsk, alla popolazione è stato vietato di andarsene e le persone sono state costrette a lasciare le case per votare nel «referendum». Nella città di Bilovodsk, un direttore dell’azienda ha detto ai dipendenti che il voto era obbligatorio e che chiunque si fosse rifiutato di partecipare sarebbe stato licenziato e il loro nome sarebbe stato dato ai servizi di sicurezza, ha detto.

Ore 08:18 - Zelenski agli ucraini nei territorio occupati: «Resistete alla coscrizione con ogni mezzo, e se non ci riuscite sabotate i russi»

«Ho una semplice richiesta a tutta la nostra gente che si trova nei territori temporaneamente occupati: fate la cosa principale: salvate la vostra vita e aiutateci a indebolire e distruggere gli occupanti». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto video serale. Con la Russia che getta le basi per annettere formalmente le aree che sta occupando, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha chiesto direttamente agli ucraini di aiutare lo sforzo bellico della nazione anche dall’interno del territorio occupato. I referendum farsa in corso in 4 regioni ucraine - Luhansk, Donetsk, Zaporizka e Kherson - consentiranno a Mosca di incorporare quei territori e quindi di arruolarne gli abitanti per il suo sforzo bellico. Zelensky ha chiesto a coloro che vivono in queste regioni di contrastare gli sforzi di mobilitazione russa «con ogni mezzo» e di provare a raggiungere le terre controllate dall’Ucraina . Se non possono, e finiscono nell’esercito russo, Zelensky ha chiesto che supportino la lotta dell’Ucraina dall’interno. «Cerca di sabotare qualsiasi attività del nemico, di ostacolare qualsiasi operazione russa, di fornirci qualsiasi informazione importante sugli occupanti: le loro basi, quartier generale, magazzini con munizioni», ha esortato il presidente ucraino .

Ore 08:34 - L'intelligence britannica: «I russi hanno usato missili balistici a corto raggio o simili per l'attacco alla diga sul fiume Donets»

Nell’attacco alla diga di Pechenihy, sul fiume Seversky Donets, nel Nordest dell’Ucraina, i russi hanno utilizzato missili balistici a corto raggio o armi simili, rivela oggi l’intelligence militare britannica.

L’attacco, sferrato tra il 21 e il 22 settembre, è stato preceduto da quello alla diga di Karachunivske, vicino a Krivyi Rih, nell’Ucraina centrale, il 2 settembre, ha affermato il ministero della Difesa di Londra. Secondo l'analisi dell'intelligence britannica, i comandanti russi vorrebbero tentare di sfondare le chiuse delle dighe per inondare i punti di passaggio dell'esercito ucraino. Le forze di Kiev stanno avanzando a valle lungo entrambi i fiumi. «Poiché i comandanti russi sono sempre più preoccupati per i loro arretramenti operativi, stanno probabilmente cercando di colpire le paratoie delle dighe, al fine di allagare i punti di passaggio militari ucraini». Ma, osservano, «è improbabile che gli attacchi abbiano causato interruzioni significative alle operazioni ucraine a causa della distanza tra le dighe danneggiate e le zone di combattimento».

Ore 09:05 - L'Ungheria disobbedisce a Bruxelles: continuerà a dare visti a russi

Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, unico occidentale a incontrare a margine dell'assemblea dell'Onu il suo omologo di Mosca Serghei Lavrov, ha dichiarato che Budapest non intende seguire l'Unione europea nella sua indicazione di limitare il rilascio di visti per lo spazio Schengen ai cittadini russi nell'ambito delle sanzioni per l'invasione russa dell'Ucraina. Come ha detto a New York parlando con la stampa russa, «non parlo di chi ha deciso di non rilasciare visti per i cittadini russi, ma noi non abbiamo preso alcuna decisione di interrompere il rilascio di visti Schengen ai cittadini russi. Perché avremmo dovuto farlo?». «Esiste una metodologia chiara per il rilascio dei visti ai turisti provenienti da un Paese con il quale non esiste un accordo di facilitazione dei visti. Si tratta di una procedura più complicata e un po' più lenta, ma anche se non si ha un accordo di facilitazione, non significa che non si rilascino visti. Naturalmente, continuiamo a rilasciarne seguendo la procedura prevista dal trattato di Schengen», ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese.

Ore 10:21 - Erdogan: non riconosciamo i referendum russi

La Turchia non ha riconosciuto i risultati di un finto referendum in Crimea nel 2014 e ha la stessa chiara posizione riguardo ai referendum farsa che la Russia sta conducendo nei territori occupati dell'Ucraina. Lo ha affermato il portavoce della presidenza turca Ibrahim Kalin, riferisce Ukrinform citando la CnnTurk.«Non riteniamo corretti i tentativi di referendum unilaterale, poiché non abbiamo riconosciuto il referendum in Crimea nel 2014 e il suo risultato, e la nostra posizione su tali referendum è chiara. Riconosciamo l'integrità territoriale del popolo e dello stato ucraini. Stiamo con l'Ucraina», ha detto Kalin.

Ore 11:15 - Altro che 300 mila nuove reclute, Mosca intenderebbe arruolarne il quadruplo: 1,2 milioni di persone

Un'inchiesta di Meduza rivela la reale portata della coscrizione annunciata da Mosca: altro che 300 mila nuove reclute, Mosca intenderebbe arruolarne il quadruplo: 1,2 milioni di persone per la sua «mobilitazione parziale». E' quanto il sito di news indipendente ha appreso da una fonte vicina a uno dei ministeri federali del Paese. In particolare, un'altra fonte vicina alla leadership di Mosca ha detto a Meduza che è previsto il reclutamento fino a 16.000 persone della capitale. Le autorità di San Pietroburgo hanno in programma di arruolare circa 3.200 persone, secondo una fonte vicina all'inviato presidenziale nel distretto federale nordoccidentale della Russia. Il governo sta reclutando combattenti «nelle aree rurali, dove non ci sono media, nessuna opposizione e più sostegno per la guerra», ha detto la fonte.

Ore 12:17 - Michel: «L'Ue dovrebbe rilasciare visti umanitari ai russi

L'Unione europea dovrebbe concedere visti umanitari ai russi mentre Mosca annuncia una mobilitazione parziale. Lo ha affermato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. «In linea di principio penso che...l'Unione Europea [dovrebbe] ospitare quanti sono in pericolo a causa delle loro opinioni politiche...Sono d'accordo sull'idea che dovremmo cooperare e coordinarci molto rapidamente perché questo, questa mobilitazione parziale, è un fatto nuovo», ha affermato Michel in un'intervista al quotidiano Politico. Il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha affermato all'inizio di questa settimana che la Commissione europea discuterà a livello tecnico le possibili azioni ai suoi confini in relazione alla situazione in Ucraina e alla mobilitazione parziale in Russia.

Ore 12:19 - Convocati per la leva ucraini con passaporto russo nelle zone occupate

Nelle zone occupate dai russi nella regione di Zaporizhzhia (Ucraina sud-orientale) e nell'oblast di Kherson (Sud) agli uomini che hanno ricevuto passaporti della Federazione sta arrivando la notifica di convocazione per la mobilitazione annunciata da Vladimir Putin. Lo ha reso noto lo Stato maggiore ucraino su Facebook. «Nelle regioni di Zaporizhzhia e Kherson, le autorità di occupazione hanno iniziato a notificare convocazioni di leva agli uomini in età da coscrizione che hanno rinunciato alla cittadinanza ucraina e hanno ricevuto passaporti della Federazione Russa», ha affermato il ministero della Difesa ucraino.

Ore 13:38 - No di Putin al ritiro da Kherson chiesto dai suoi comandanti

Putin avrebbe rifiutato la richiesta dei suoi comandanti di potersi ritirare da Kherson. la prima grande città ucraina a cadere dall’inizio dell’invasione. Lo riferisce il New York Times secondo cui con l'aggravarsi della situazione sul campo il presidente russo nelle ultime settimane sarebbe sempre più coinvolto nella strategia di guerra e spesso in disaccordo con i suoi massimi comandanti. La ritirata delle truppe russe da questa città situata a nord della Crimea sarebbe un altro umiliante riconoscimento pubblico del fallimento di Putin. Un avanzamento sul fronte Sud che consegnerebbe la seconda grande vittoria all'Ucraina in un mese, dopo le riconquiste a Nordest . La richiesta dei comandanti sarebbe indice della grande difficoltà in cui versano le truppe russe sul fronte meridionale. Se l'Ucraina riuscirà a spingere le forze russe più indietro, il tanto combattuto ponte terrestre di Putin verso la Crimea sarà a rischio.

Ore 14:08 - Mosca rimpiazza il generale responsabile della logistica

Mosca ha annunciato oggi la sostituzione del suo massimo responsabile della logistica: il generale dell'esercito Dmitry Bulgakov è stato sollevato dalle sue funzioni di viceministro della Difesa e sostituito dal generale Mikhail Mizintsev. Mizintsev sarà «responsabile delle forniture materiali e tecniche delle forze armate» ha dichiarato il ministro della Difesa russo. Dopo la «mobilitazione parziale» annunciata da Putin, circolano sui social immagini dell'armamentario scalcagnato con cui sarebbero spedite al fronte le nuove reclute.

Ore 14:19 - Kiev, identificato il torturatore russo di Kherson

Il servizio di sicurezza dell’Ucraina ha identificato il funzionario della Guardia russa che ha dato l’ordine di torturare gli ucraini nella città occupata di Kherson. Si tratta di Oleksandr «Alfa» Naumenko, colonnello della polizia e vice capo dell’amministrazione Rosgvardiya nell’oblast russo di Rostov, secondo i media ucraini. «Su suo ordine, i combattenti arrestano e torturano illegalmente i residenti locali, fanno irruzione nelle case delle persone e sequestrano le loro proprietà. È stato stabilito che Naumenko ha partecipato personalmente alla dispersione delle manifestazioni pacifiche nella città meridionale di Kherson. Ha dato l’ordine di usare granate assordanti e gas lacrimogeni contro i cittadini ucraini», secondo il servizio di sicurezza. «Inoltre, su sue istruzioni, l’esercito russo ha rapito due ucraini e li ha brutalmente torturati per diverse settimane. Hanno cercato di ottenere informazioni sulle forze armate di Kiev e sui luoghi di posizionamento dai civili catturati e li hanno persuasi a collaborare». I siti ucraini hanno pubblicato la foto di Naumenko.

Ore 14:40 - «Nyt», Putin non ha permesso alle forze russe di ritirarsi da Kherson

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha respinto la richiesta degli ufficiali impegnati nell’offensiva in Ucraina, che raccomandavano il ritiro delle forze russe dalla provincia ucraina di Kherson, nel Sud del Paese. Lo rivela oggi il «New York Times» citando fonti dell’intelligence statunitense. Secondo queste ultime, il capo del Cremlino sarebbe ora più direttamente coinvolto nella pianificazione delle operazioni militari russe in Ucraina, cosa che avrebbe provocato anche delle tensioni tra gli ufficiali sul campo. «Un ritiro da Kherson consentirebbe alle forze russe di ritirarsi in maniera ordinata dietro il fiume Dnipro, proteggendo i mezzi e salvando le vite dei soldati. Tuttavia, costituirebbe anche una nuova, umiliante ammissione pubblica del fallimento russo nella guerra in corso, consentendo all’Ucraina di vantare una seconda, grande vittoria militare in meno di un mese», scrive il quotidiano statunitense, ricordando come Kherson sia stata la prima grande città ucraina a cadere nelle mani dei russi dopo l’inizio dell’invasione, lo scorso 24 febbraio.

Ore 15:10 - Kiev: «In Lugansk referendum-farsa serve a mobilitazione»

«Durante il referendum-farsa in Lugansk vengono rilasciati passaporti russi alle persone che votano e contestualmente avvisi di mobilitazione agli uomini»: lo ha dichiarato alla tv ucraina il governatore in esilio Sergiy Gaidai, come riporta Ukrinform. «Il referendum è anche una specie di sondaggio sociale, anche se il sondaggio è condotto sotto la minaccia delle armi. Perché se qualcuno entra nel tuo appartamento e se non apri, minaccia di sfondare la porta.... Quando apri, entrano e ti danno una scatola di cartone», ha affermato. «Ti nascondi e metti un segno di spunta, ma ci sono uomini armati e se scrivi «contro» mettono il tuo nome su una specie di quaderno. Invece se metti una crocetta a favore scattano le congratulazioni. Poi viene rilasciato anche un passaporto. Se sei un uomo, il passaporto viene rilasciato insieme a un avviso di mobilitazione», ha detto Gaidai, aggiungendo che «lo pseudo-voto è più che altro finalizzato alla mobilitazione, non ci sono seggi elettorali preparati e semplicemente non ci sono osservatori. Inoltre, le città sono state chiuse all’ingresso e all’uscita». «Gli impiegati pubblici sono stati immediatamente informati: se non venite al referendum o non partecipate, sarete licenziati, e poi forse qualcosa di peggio», ha concluso.

Ore 15:14 - Media: «Macellaio di Mariupol nuovo generale russo logistica»

I media ucraini hanno commentato la nomina del nuovo responsabile della logistica dell’esercito russo sottolineando che il generale Mikhail Mizintsev è stato soprannominato “il macellaio di Mariupol” per gli attacchi devastanti contro la città ucraina e il comportamento brutale contro la popolazione civile durante l’assedio. Mizintsev nei mesi scorsi è stato colpito dalle sanzioni occidentali. Il generale che ha sostituito Dmitry Bulgakov ha guidato anche l’operazione russa in Siria.

Ore 16:02 - Russia: «Pene più dure per renitenza o rifiuto di combattere»

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato una legge che inasprisce le pene per renitenti e coloro che si rifiutano di andare a combattere. Nei giorni scorsi il leader del Cremlino ha annunciato la mobilitazione parziale nella Federazione per la guerra in Ucraina. Da allora migliaia di russi hanno abbandonato il Paese e alla frontiera con la Georgia ci sono lunghe code per uscire dalla Federazione.

Ore 17:26 - Media: «30 settembre messaggio Putin a Parlamento»

Il presidente russo, Vladimir Putin, potrebbe consegnare un messaggio all’Assemblea federale, il Parlamento russo, venerdì 30 settembre. Lo ha riferito una fonte all’agenzia ufficiale Ria Novosti.

Ore 17:51 - Zelensky: «Tecnici ucraini a Zaporizhzhia ma in ostaggio»

Alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia «occupata dai russi, resta il personale tecnico ma sono come ostaggi, perché sul posto ci sono 500 combattenti russi. Ed è stato confermato dall’Aiea». Lo sottolinea il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista dei media francesi, citata da Ukrinform.

 Ore 17:52 - New York Times: «Putin respinse la richiesta dei comandanti per il ritiro da Kherson»

Il presidente russo Vladimir Putin ha respinto le richieste dei comandanti di ritirarsi da Kherson. Lo riporta il New York Times, citando funzionari statunitensi che hanno spiegato come Putin sia stato coinvolto in maniera più diretta nella pianificazione della guerra in Ucraina. Sebbene abbia accettato alcune raccomandazioni dei comandanti russi, il maggiore coinvolgimento di Putin sulla pianificazione della guerra contro Kiev avrebbe «creato tensioni» tra gli ufficiali dell’esercito russo.

Ore 18:27 - «700 arresti in proteste anti-mobilitazione in Russia»

Oltre 700 persone sono state arrestate oggi dalle autorità russe nelle manifestazioni di protesta contro la mobilitazione dei riservisti decretata questa settimana dal presidente Vladimir Putin. Lo rende noto l’ong Odv-Info, secondo cui «già 707 persone sono state fermate in 32 città» in tutta la Russia, tra cui circa la metà a Mosca.

Ore 18:28 - Nuova riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu il 27 settembre

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà una nuova riunione sull’Ucraina il 27 settembre. Lo fanno sapere fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro.

Ore 18:43 - Appello Cina: «Impedire che il conflitto si allarghi»

«Chiediamo alle parti in guerra in Ucraina di evitare che il conflitto si allarghi». Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi parlando all’Assemblea Generale Onu. La Cina sostiene la risoluzione dei «problemi caldi in modo costruttivo seguendo il principio di non interferenza. Riguardo la guerra in Ucraina la priorità urgente sono negoziati pace e affrontare le legittime preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti», ha aggiunto.

Ore 19:03 - Il Papa ad Assisi: «La terra brucia, il modello di sviluppo va cambiato subito»

(Gian Guido Vecchi) «Non basta fare il maquillage, bisogna mettere in discussione il modello di sviluppo». Il Papa è arrivato al Teatro Lyrick di Assisi, uno spazio restaurato di archeologia industriale sulla piana che guarda i Sacro Convento e la città alta, a concludere la terza edizione di «Economy of Francesco», e la riflessione è una sorta di sintesi del suo magistero, dall’enciclica Laudato sì alla Fratelli tutti, la necessità di «trasformare un’economia che uccide in un’economia della vita», con in più un senso di urgenza, la cognizione che ormai non c’è più tempo da perdere: «La situazione è tale che non possiamo soltanto aspettare il prossimo summit internazionale: la terra brucia oggi, ed è oggi che dobbiamo cambiare, a tutti i livelli».

Ore 21:05 - Lavrov: «Von der Leyen su elezioni Italia? Dittatoriale»

«Sta a loro rispondere, ma non ricordo minacce del genere da altri leader dell’Ue». Così il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a margine dell’Assemblea Onu ha commentato le parole di Ursula Von der Leyen sulle elezioni in Italia. «L’Ue sta diventando un’entità dittatoriale», ha aggiunto.

Ore 21:06 - Lavrov: «Gli Usa sono parte del conflitto in corso»

«Gli Stati Uniti sono parte del conflitto» in Ucraina. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, nella conferenza stampa seguita al suo intervento all’Assemblea generale dell’Onu.

Ore 23:29 - Zelensky ai russi: «Putin vi manda consapevolmente a morire»

Vladimir Putin manda consapevolmente «i suoi cittadini a morire». Lo ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha lanciato un appello ai russi a scappare dalla «mobilitazione criminale». Parlando in russo nel suo consueto messaggio serale, il leader di Kiev ha affermato che «i comandanti russi non si preoccupano della vita» del loro popolo. «È meglio non accettare una convocazione che morire in una terra straniera come criminale di guerra. È meglio scappare dalla mobilitazione criminale piuttosto che rispondere davanti al tribunale per aver partecipato a una guerra aggressiva», ha aggiunto.

Ore 01:00 - Kiev chiede riunione consiglio sicurezza Onu su referendum

«Una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite»: è quanto chiede l’Ucraina in merito ai referendum per l’annessione alla Russia dei territori occupati dall’esercito di Mosca: È quanto riporta Kiev Independent. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko ha dichiarato che l’Ucraina «ha richiesto una riunione urgente» del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui «falsi referendum della Russia» nelle zone occupate degli oblast di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. «La Russia deve essere ritenuta responsabile per i suoi ulteriori tentativi di modificare i confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina in violazione della Carta delle Nazioni Unite», ha affermato Nikolenko.

Vladimir Putin come Hitler, il gesto con cui lo zar si è reso Führer. Mirko Molteni su Libero Quotidiano il 25 settembre 2022

La tv americana CNN ha riportato indiscrezioni d'intelligence secondo cui il presidente russo Vladimir Putin si sarebbe messo a impartire ordini diretti ai generali schierati sul campo in Ucraina, scavalcando gli ufficiali di Stato Maggiore. Di primo acchito, il pensiero corre al parallelo con Adolf Hitler, che nella Seconda Guerra Mondiale iniziò a dirigere personalmente l'esercito germanico ignorando il parere professionale dei generali e accelerando la disfatta del Terzo Reich con scelte sbagliate, come il rifiuto di ogni ritirata, anche quando era opportuna per attuare una difesa manovrata. 

Nel caso di Putin le voci raccolte dalla CNN sono solo voci, appunto, e non esiste al momento alcuna conferma. E' tutto scaturito dalla giornalista Katie Bo Lillis, che ha affermato, intervistata dai colleghi della tv: "Due fonti d'intelligence mi hanno informata che negli ultimi 10 giorni, dopo la controffensiva ucraina, i comandanti russi sono divisi sulle strategie da adottare, per esempio decidere dove inviare i rinforzi. Da intercettazioni delle comunicazioni i servizi segreti occidentali hanno ascoltato ufficiali russi litigare fra loro o lamentarsi con parenti e amici degli ordini da Mosca. 

La cosa più interessante è che Putin s' è messo a comunicare direttamente coi generali schierati al fronte impartendo ordini tattici. E' una strategia inusuale per gli eserciti moderni e, secondo le mie fonti, è indizio di una struttura di comando disfunzionale. I russi affrontano problemi non solo di tattica e strategia, ma anche di comando e controllo". 

Detta così, la vicenda pare rievocare quel dicembre 1941 in cui Hitler, deluso dalla mancata conquista di Mosca, tolse al generale Walther Von Brauchitsch il comando supremo dell'esercito di terra, l'Heer, e lo avocò a sé fino al 1945. Hitler figurava già capo di tutte le forze armate, la Wehrmacht, in quanto cancelliere, ma lo era a livello politico, così come Putin è capo delle forze armate russe in quanto presidente e lo è anche Sergio Mattarella per le forze armate italiane. Il comando supremo della Wehrmacht, a livello militare, spettava al generale Wilhelm Keitel, mentre capo dell'aviazione, cioè la Luftwaffe, restava Hermann Goering e della marina, la Kriegsmarine, l'ammiraglio Erich Raeder, poi rimpiazzato nel 1943 dall'asso dei sommergibili Karl Doenitz. Mettendosi al vertice delle truppe di terra, Hitler interferì con ogni decisione tattica, anche a livello di battaglioni, tentando di compensare con la pignoleria la sua limitata esperienza militare di caporale della guerra 1914-1918. Non sappiamo se davvero Putin stia interferendo con l'operato dei reparti al fronte come faceva Hitler 80 anni fa, o se siano voci diffuse dagli 007 americani per denigrarlo e far credere che i comandi russi siano nel pallone.

Finora Putin non ha esautorato nè il capo di Stato Maggiore supremo, Valery Gerasimov, in carica dal 2012, nè il comandante supremo dell'esercito, Oleg Salyukov, al suo posto dal 2014. L'ipotesi resta quindi per ora tale.

Francesco Semprini per “la Stampa” il 24 settembre 2022.

Come un velo di Maya, pian piano che la controffensiva libera territori e persone, si alza il sipario sulle atrocità dell'operazione militare speciale ordinata da Vladimir Putin. Stupri, esecuzioni, torture e violenze di ogni genere di cui abbiamo avuto modo di riferire in questi sette mesi di conflitto, e che ora sono certificate dagli osservatori delle Nazioni Unite.  

La stessa organizzazione internazionale che ha sede a New York e nella quale la Federazione Russa è membro permanente con diritto di veto del suo organo esecutivo, il Consiglio di Sicurezza. Azioni sistematiche perpetrate col fine ultimo di «liberare il popolo dal regime nazista», ma che vengono classificate dal Consiglio dei diritti umani come «crimini di guerra».

Le prove raccolte sul campo dalla Commissione d'inchiesta creata lo scorso marzo non lasciano ombra a dubbi. «Sono stati commessi crimini di guerra in Ucraina», ha denunciato il presidente della squadra d'inchiesta, il norvegese Erik Mose, in un primo resoconto verbale. Un cambio di passo inusuale perché in genere le accuse vengono formalizzate nelle aule dei tribunali. Questa volta però i tre esperti indipendenti hanno sentito il senso di urgenza della situazione, sottolineando come le atrocità commesse siano «su vasta scala e hanno evidenze chiare».

Mose, che ha guidato in passato il Tribunale internazionale per i crimini in Ruanda, ha riferito come lui e gli altri due componenti del team di indagine, la bosniaca Jasminka Dumhur e il colombiano Pablo de Greiff, sono rimasti «colpiti» dal gran numero di esecuzioni e dai frequenti «segni visibili sui cadaveri» di violenze «come le mani legate dietro la schiena, le ferite da arma da fuoco alla testa e financo le gole tagliate». Elemento questo che riporterebbe tremendamente alle mattanze dello Stato islamico.

Altrettanto brutale e tragico il quadro delle violenze sessuali, con le vittime di età compresa tra «i 4 e gli 82 anni»: in alcuni casi «sono già stati individuati i responsabili, i soldati russi». Sollevare il velo di Maya è atroce. «Abbiamo documentato un gran numero di crimini contro i bambini, alcuni sono stati stuprati, torturati e detenuti illegalmente». Alle violenze e agli abusi dei russi «talvolta erano costretti ad assistere i familiari» delle vittime.

Come se non bastasse, la Commissione ha trovato le prove dell'uso di ordigni esplosivi «da parte dei russi in zone altamente popolate», che hanno provocato stragi tra i civili. E potrebbe non essere finita qui visto che l'inchiesta è limitata solo ai crimini e agli abusi commessi nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy. In tutto 27 le città e i villaggi ispezionati, 150 i testimoni intervistati, in un lavoro che ha portato gli ispettori sui luoghi delle stragi e nei centri di detenzione.

Due i casi di abusi attribuiti ai soldati ucraini ai danni di quelli russi: «C'è una enorme di differenza tra crimini di guerra su vasta scala da un lato e due casi dall'altro di cui siamo a conoscenza», ha sottolineato de Greiff. Mose ha assicurato che l'inchiesta andrà avanti, in primis con l'analisi delle fosse a Izyum scoperte dopo la riconquista della città da parte della controffensiva di Kiev. Ieri il governatore regionale ha annunciato che sono stati esumati 436 corpi, trenta dei quali «con segni di tortura».

Il rappresentante ucraino a Ginevra, Anton Korynevych, ha definito le conclusioni preliminari «un importante pietra miliare» nel percorso per incriminare la Russia e il suo leader. Il rappresentante di Mosca non ha partecipato all'incontro, né ha commentato il rapporto della Commissione. Mose ha riferito alcuni dettagli delle atrocità: «I bambini sono anche stati uccisi e feriti in attacchi indiscriminati con armi esplosive».  

Dalle testimonianze raccolte, il capo della Commissione ha detto che «gli interlocutori hanno descritto percosse, scosse elettriche e nudità forzata, oltre ad altri tipi di violazioni in questi luoghi di detenzione». Dopo essere stati trasferiti in carcere in Russia, alcune vittime sarebbero scomparse, ha aggiunto. 

A questo si aggiunge il dramma dei desaparecidos, persone scomparse e forse deportate. Tra questi i minori portati in Crimea, ragazzini dai 13 anni in su, trasferiti più o meno coattamente alla metà di agosto, con la garanzia che sarebbero tornati per l'inizio della scuola, «ai primi di settembre». Il velo di Maya nasconde ancora atrocità da scoprire. 

Le «sorprese» di Zaluzhny, il generale che ha inventato la resistenza ucraina. Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Il Corriere della Sera il 27 Settembre 2022

Cresciuto in Unione Sovietica, ammiratore del capo di Stato maggiore russo Gerasimov, è stato scelto da Zelensky nel 2021 e ha trasformato l’esercito di Kiev 

Valeriy Zaluzhny, 49 anni, comandante delle forze armate ucraine (Ukrainian presidential press service)

Nessuno, neppure gli alleati occidentali che hanno previsto ogni mossa del Cremlino e addestrato per anni le forze di Kiev, si aspettava che l’esercito ucraino avrebbe fermato — e poi respinto — l’Armata russa. La resistenza ha tenuto e, dopo sei mesi di combattimenti intensi, è riuscita a riconquistare circa 6 mila chilometri quadrati di territorio, tagliando le linee di rifornimento nemiche. A guidare l’esercito di Kiev in questo risultato sorprendente, che ha segnato una svolta nel conflitto, è stato il generale Valeriy Zaluzhny, l’uomo che a luglio 2021 il presidente Volodymyr Zelensky ha messo a capo delle forze armate ucraine. 

In quei giorni d’estate, mentre i russi ammassavano uomini e mezzi al confine, Zelensky non credeva ai rapporti dell’intelligence che prevedevano un’invasione imminente. Zaluzhny, insieme ad altri ufficiali, cominciò invece ad attuare cambiamenti sostanziali. «Quando verrà scritta la storia di questa guerra», ha affermato il settimanale americano Time, che gli ha dedicato la copertina di questa settimana, «Zaluzhny avrà un ruolo di primo piano».

Le ultime notizie sulla guerra in Ucraina, in diretta

Nato nel 1973 in una guarnigione militare nel nord dell’Ucraina, Zaluzhny fa parte di una generazione di alti ufficiali cresciuti in Unione Sovietica, ma che negli ultimi anni hanno lavorato per trasformare l’esercito ucraino, passato da un «goffo modello sovietico» a una struttura moderna. Se la dottrina militare russa si basa infatti sulle decisioni imposte dall’alto, Zaluzhny ha scelto una maggiore flessibilità, dando fiducia ai comandanti sul campo. «Sono cresciuto con la dottrina militare russa», ha spiegato a Time, dicendosi un grande ammiratore del suo rivale, il capo di Stato maggiore russo Valery Gerasimov. «Ho letto tutto quello che ha scritto».

Eppure, quando nel 2014 è diventato il comandante delle truppe che combattevano in Donbass, il generale Zaluzhny ha cominciato ad adottare le prime modifiche strutturali, richiamandosi al modello americano che aveva approfondito durante gli studi. Il percorso, tuttavia, è stato costellato di fallimenti: prima le esercitazioni militari del 2020, quando i Javelin — i missili anti-carro rivelatisi poi fondamentali nella prima fase del conflitto — fecero fiasco davanti al presidente Zelensky; poi, all’inizio di febbraio, una simulazione dell’offensiva russa mostrò le falle nelle difese ucraine.

Quelle esercitazioni erano al centro della strategia di difesa ucraina, ma i comandanti non le prendevano seriamente. «Ho urlato per un’ora», ha raccontato a Time. «Ho provato a far capire loro che, se non fossero riuscite, ci sarebbero costate non solo la vita, ma anche il nostro Paese». È stato allora che si è strutturata la campagna agile della resistenza. I generali hanno cominciato a spostare e camuffare il materiale, a muovere truppe e armi in giro per il Paese, a trasferire aerei, carri armati, blindati e batterie antiaeree. I dettagli della strategia, però, furono mantenuti segreti, per evitare di perdere l’effetto sorpresa.

«Ci serviva che gli avversari pensassero che fossimo nelle nostre basi a fumare erba, guardare la tv e fare post su Facebook». Quando il 24 febbraio le truppe russe hanno varcato i confini, gli ucraini invece erano pronti e avevano due obiettivi strategici. «Non potevamo perdere Kiev», spiega Zaluzhny. «Al tempo stesso, in tutti gli altri vettori, dovevamo fargli buttare sangue anche a costo di perdere territorio». Hanno quindi permesso ai russi di avanzare, per poi colpire la testa delle loro colonne e le linee di rifornimento nelle retrovie.

L’Armata, però, non ha cambiato approccio. «Continuavano a mandare i propri uomini al massacro e per me era lo scenario migliore», ha spiegato il generale, che ha cominciato a credere di poter vincere. Poi, in estate, ha puntato di nuovo sull’effetto sorpresa, «accecando» il nemico: ha annunciato una controffensiva a sud, spingendo i russi a riposizionare le truppe, poi ha attaccato a nordest.

IL PUNTO MILITARE GIORNO PER GIORNO

25 settembre - Ucraina, la battaglia «nascosta» di Kherson: il fronte sud in cui si può decidere questa fase della guerra

24 settembre - Putin guarda oltre il 2023: «Vuole spingere l’Ucraina a restare senza proiettili prima che la Russia finisca i soldati»

23 settembre - Il primo effetto della mobilitazione: Putin torna a dettare l’agenda della guerra

22 settembre - Putin e la mobilitazione parziale: quando si vedranno gli effetti sul campo, in Ucraina?

22 settembre - L’ombra dell’atomica dopo i referendum: così Putin usa la minaccia estrema contro l’Occidente

21 settembre - Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia (e perché è una dichiarazione di guerra)

20 settembre - Guerra in Ucraina, gli Usa valutano l’invio dei carri armati alla resistenza

19 settembre - La Russia minaccia i satelliti di Elon Musk che tengono l’Ucraina connessa (ma sono difficili da neutralizzare)

18 settembre - Armi atomiche, è difficile (ma non impossibile) che Putin le usi: ecco perché

16 settembre - I funzionari filorussi uccisi e i nuovi aiuti militari americani: l’aggiornamento sulla guerra in Ucraina

15 settembre - Yevgeny Prigozhin al centro della guerra: lo chef di Putin arruola detenuti e (forse) gestirà le operazioni in Ucraina

14 settembre - Così l’Ucraina ha battuto i russi allo sbando, a Kharkiv (ma l’euforia può essere rischiosa)

13 settembre - Il bottino di guerra degli ucraini «quantifica» la sconfitta russa nel nordest

12 settembre - La prudenza dell’Ucraina e la minaccia della Russia: quali saranno le mosse future?

11 settembre - Psicologia, intelligence, armi e addestramento: le chiavi della svolta ucraina nel nordest

10 settembre - I sei passi della resistenza ucraina: così è cambiata la guerra

9 settembre - La guerra in Ucraina è cambiata: gli ucraini avanzano, ora i russi sono in difficoltà

8 settembre - La guerra in Ucraina entra in una nuova fase: Kherson, Kharkiv e Bakhmut i fronti della battaglia

7 settembre - Gli ucraini contrattaccano a Kharkiv: la resistenza conduce una guerra delle opportunità

6 settembre - Perché Putin sta comprando milioni di proiettili dalla Nord Corea?

5 settembre - Kherson, i filorussi rinviano il referendum per l’annessione: un segnale positivo per Kiev?

4 settembre - Controffensiva di Kiev a Kherson, prevale l’incertezza: gli ucraini avanzano o sono in difficoltà?

2 settembre - La Nato «insegue» (di nuovo) un sottomarino russo?

1 settembre - Il suggerimento degli Usa agli ucraini: concentrarsi su un solo fronte

31 agosto - Obiettivi militari, ma anche politici, per la controffensiva su Kherson

30 agosto - I «trucchi» della resistenza ucraina per ingannare i raid russi

29 agosto - Ucraina, è partita la controffensiva per Kherson? La resistenza colpisce sul fronte meridionale

28 agosto - I partigiani ucraini a caccia di traditori e la tattica di resistenza americana: cosa sta succedendo

27 agosto - Droni iraniani e missili dalla Siria: l’angolo mediorientale della guerra in Ucraina

26 agosto - Guerra in Ucraina, tre aspetti decisivi dei combattimenti: sorpresa, durata, difesa

25 agosto - Putin ordina l’aumento delle truppe: entro gennaio 137 mila uomini in più per la guerra in Ucraina

24 agosto - Le forniture di Washington e Berlino allungano l’orizzonte della guerra in Ucraina: armi sul campo fra 1 o 2 anni

23 agosto - Gli Stati Uniti forniscono alla resistenza ucraina armi in modo «coperto»?

22 agosto - Sei mesi di guerra tra Ucraina e Russia: la marcia su Kiev, il gelo delle trattative

21 agosto - L’offensiva dei droni: così gli ucraini colpiscono un nemico più potente

20 agosto - L’attacco dell’Ucraina contro la base della Flotta russa del Mar Nero, in Crimea, in pieno giorno

19 agosto - Putin, gli errori dei servizi segreti russi e il piano (fallito) di un governo fantoccio a Kiev

17 agosto - Razzi, commandos, partigiani: il triplo cerchio sulla Crimea

16 agosto - Cosa c’è dietro le nuove esplosioni in Crimea (e i problemi ai cannoni arrivati dalla Germania)

14 agosto - Duello di artiglieria a sud e a est: il passo lento russo, la risposta ucraina

11 agosto - Guerra in Ucraina, a che punto siamo: eserciti bloccati, sud conteso e forniture occidentali

10 agosto - Le esplosioni in Crimea e la gestione «all’israeliana» del conflitto da parte di Kiev

8 agosto - La «guerra dei ponti»: colpiti dagli ucraini, rimpiazzati dai russi

7 agosto - Guerra in Ucraina, dalla Lituania alla Macedonia del Nord: le piccole retrovie «coraggiose» di Kiev

6 agosto - Ucraina, gli Usa inviano blindati da soccorso per i feriti: un aiuto per il morale di Kiev

5 agosto - Gli Himars sotto il veto di Washington, Mosca lancia un satellite spia iraniano

4 agosto - Kiev e Mosca, le prossime mosse: due scenari e molte incognite

3 agosto - Zelensky: «Il Donbass è un inferno, gli Himars un sinonimo di giustizia»

2 agosto - Kiev crea la «valle dei droni» con Polonia e Stati Uniti: un laboratorio d’innovazione per la guerra moderna

1 agosto - Ucraina, la strategia della corrosione: così la resistenza colpisce il morale e la capacità di combattere dei russi

31 luglio - Kiev, i «guai» delle armi inviate e i ritardi tedeschi

30 luglio - L’Ucraina come il Vietnam: a Washington pensano di inviare «consiglieri» per gestire gli aiuti

29 luglio - Ucraina, missili su città e civili: cosa c’è dietro la strategia del terrore di Putin

28 luglio - Kherson, come sarà la controffensiva degli ucraini per riconquistare parte del sud

27 luglio - Se gli ucraini riconquistano Kherson potrebbero trattare con Mosca: hanno «3-6 settimane cruciali»

26 luglio - Guerra in Ucraina, il bilancio dei primi 5 mesi: operazioni, artiglieria, intelligence, logistica

25 luglio - Ucraina, la battaglia dei ponti e quella dei droni: la narrazione del conflitto si sposta a Kherson

24 luglio - La Russia prepara i referendum nei territori occupati, l’Ucraina è pronta alla controffensiva per liberarli

23 luglio - Per Zelensky un cessate il fuoco farebbe il gioco dei russi: potrebbero consolidare i territori

22 luglio - Ucraina, i russi stanno davvero rallentando le operazioni nel Donbass?

21 luglio - Putin, quali sono i nuovi obiettivi di Mosca in Ucraina? Gli scenari

20 luglio - Mosca teme gli Himars ucraini, Kiev è alle prese con la «Babele» degli aiuti

19 luglio - Zelensky a caccia di spie e traditori: cosa c’è dietro la rimozione di Bakanov e Venediktova

18 luglio - Ucraina, il doppio binario del conflitto: gli obiettivi sul campo e quelli politici degli alleati

17 luglio - Kiev-Mosca, la lunga battaglia dell’estate prima che l’inverno «ostacoli» le manovre

16 luglio - L’ordine di Mosca: attacchi più intensi per fermare l’artiglieria ucraina. Inizia una «nuova fase»?

15 luglio - Ucraina, la battaglia dei numeri: Kiev non fornirà più i dati sulle perdite subite

14 luglio - Il raid dietro le linee degli ucraini a Kherson per liberare 5 prigionieri

13 luglio - Gli alleati di Kiev temono il contrabbando delle armi fornite alla resistenza ucraina

12 luglio - Mosca chiede droni all’Iran, Kiev colpisce con gli Himars: la battaglia si allunga nelle retrovie

11 luglio - Putin e la mobilitazione fantasma con «volontari», soldati da province remote, detenuti

10 luglio - I russi «cercano» i cannoni nemici, nuove munizioni americane per Kiev

9 luglio - In Ucraina è caccia ai traditori: oltre 800 collaborazionisti arrestati dall’inizio della guerra

8 luglio - La resistenza Ucraina colpisce i depositi di munizioni e complica la logistica russa

7 luglio - Ucraina, l’impatto delle armi occidentali e la «pausa» dell’Armata russa

6 luglio - Shaman, il battaglione d’élite con cui gli ucraini conducono sabotaggi in territorio russo

5 luglio - L’Ucraina è in difficoltà: quali sono i problemi e di cosa ha bisogno la resistenza?

4 luglio - La Russia ha raggiunto l’obiettivo nel Donbass: come proseguirà ora la guerra in Ucraina?

3 luglio - Kiev, Melitopol, Belgorod: la guerra delle città porta la battaglia nelle case

2 luglio - Putin vuole la mobilitazione industriale della Russia: Mosca ammette di essere a corto di armi e munizioni

1 luglio - Gli ucraini danno la caccia alle spie russe: arrestato un ex agente del Kgb che ha favorito il colpo di Yavoriv

30 giugno - I russi si ritirano dall’Isola dei Serpenti: quali sono le conseguenze nella battaglia del Mar Nero?

29 giugno - Ucraini in difficoltà: mancano i visori e le comunicazioni sono precarie

28 giugno - Usa, i dubbi sulla guerra: «Difficile che gli ucraini riescano a conquistare i territori perduti»

27 giugno - Campagna di terrore sui civili ucraini: 60 missili in 72 ore. Centrati (grazie agli aiuti) depositi russi

26 giugno - Shoigu visita il Donbass mentre i raid «puniscono» i civili ucraini

25 giugno - Sabotaggi e sotterfugi: la guerra delle munizioni tra Russia e Ucraina

24 giugno - Che cosa significa la ritirata degli ucraini da Severodonetsk?

23 giugno - Così la Russia invia il grano rubato all’Ucraina nei porti siriani

22 giugno - Nel Donbass la situazione è critica ma la resistenza contrattacca a sud

21 giugno - Missili e piattaforme per l’estrazione del gas: riprende la battaglia del Mar Nero

20 giugno - Armi all’Ucraina, la prova del tempo e della «fatica» occidentale: per quanto continueranno gli aiuti?

19 giugno - La controffensiva degli ucraini per riconquistare Kherson: raid aerei, sabotaggi e attacchi partigiani

18 giugno - Eserciti impantanati e migliaia di vittime: senza vincitori si va allo scenario coreano?

17 giugno - La Russia ha tentato di infiltrarsi con una spia nella Corte internazionale dell’Aja

16 giugno - Gli ucraini perdono 1.000 uomini al giorno, i due schieramenti sono al limite delle forze

15 giugno - Vecchie armi «sovietiche», usura, manuali: tutte le difficoltà (e i dubbi) dei rifornimenti all’Ucraina

14 giugno - La battaglia aerea nei cieli dell’Ucraina: Mosca intensifica l’azione, i piloti di Kiev addestrati dagli Usa

13 giugno - Il fronte naturale del fiume Siverskiy Donets, il «Piave ucraino» usato per rallentare la marcia russa

12 giugno - Nel Donbass la guerra elettronica dei russi ha «accecato» gli ucraini

11 giugno - Ucraina, il dilemma delle munizioni: quelle sovietiche stanno finendo, ma le armi occidentali non bastano

10 giugno - Mar Nero, la battaglia navale e commerciale: mine e missili nel duello fra Mosca e Kiev

9 giugno - Donbass, l’urbanicidio dei russi: l’Armata attua la tattica della «terra bruciata»

8 giugno - Armi, mezzi e uomini: come si sta riorganizzando l’esercito ucraino?

7 giugno - La guerriglia dei partigiani ucraini: bombe, sabotaggi e proteste per respingere l’invasore russo

6 giugno - Severodonetsk, nella battaglia per il Donbass gli ucraini schierano i volontari stranieri

5 giugno - La guerra dei convogli: Mosca attacca gli aiuti occidentali, Kiev «ricuce» strade e binari

4 giugno - Severodonetsk, le truppe russe rallentano e gli ucraini contrattaccano: l’Armata è caduta in trappola?

3 giugno - Ucraina, il peso del fattore umano nell’offensiva russa in Donbass

3 giugno - Putin rimuove il generale Dvornikov, secondo gli ucraini: al suo posto il vice ministro della Difesa Zhidko?

2 giugno - Armi, trincee, logistica, intelligence: i primi 100 giorni di guerra in Ucraina

1 giugno - A Severodonetsk la Russia sfonda, ma è una guerra di lunga durata

31 maggio - Così la Russia è riuscita ad avanzare nel Donbass

31 maggio - Assalto russo a Severodonetsk dal cielo e via terra: è guidato da Zhidko, fedelissimo di Putin

30 maggio - Ucraina, come proseguirà l’avanzata russa in Donbass (e quanto reggerà)?

29 maggio - Gli aiuti all’Ucraina alla prova del campo di battaglia: le difficoltà di armi e volontari

28 maggio - Severodonetsk, gli ucraini pensano al ripiegamento: i 3 fattori che avvantaggiano i russi

27 maggio - Ucraina, dai «piccoli» Stinger ai lanciarazzi a lunga gittata: cronologia della svolta americana

26 maggio - Armi, obiettivi e propaganda: la settimana nera dell’esercito ucraino

25 maggio - La Russia sta vincendo nel Donbass?

24 maggio - L’estate di guerra: la manovra aggirante dei russi e la controffensiva in stallo degli ucraini

24 maggio - A Kiev i nuovi missili Harpoon: cosa sono e come saranno usati per rompere il blocco navale di Mosca

23 maggio - Missili, intelligence, incursioni: il ruolo dei sommergibili russi nel Mar Nero

23 maggio - Donbass, l’avanzata russa e la paura di Zelensky: «Perdiamo 100 soldati al giorno»

22 maggio - Donbass, il punto militare: la spinta russa e l’allarme lanciato da Zelensky

22 maggio - Porto di Odessa, il blocco navale russo che affama il mondo. Perché gli alleati ora vogliono forzarlo

21 maggio - Sabotaggi, assalti ai treni e collaborazionisti: la guerra dietro le linee

20 maggio - Russia, nuove epurazioni del Cremlino: sospesi il generale Kisel e il viceammiraglio Osipov

20 maggio - Ucraina, dagli Usa un altro pacchetto di aiuti da 100 milioni: fornito un intero battaglione di artiglieria

19 maggio - Il vantaggio della Russia: l’Armata avanza nel Donbass e cerca di consolidare i territori conquistati

18 maggio - Donbass, i russi accerchiano Lyman e guadagnano territorio: l’avanzata è lenta, ma prosegue

18 maggio - Cosa significa la caduta di Mariupol e la resa degli ultimi combattenti della Azov?

17 maggio - Il reticolo colorato dei voli Nato verso Rzeszow e i missili russi per intercettare i rifornimenti di armi

16 maggio - Il reclutamento mascherato di Putin per colmare i vuoti nei battaglioni in Ucraina

16 maggio - L’informazione social sulla guerra in Ucraina: gli account non ufficiali che tengono il conto di ponti saltati, mezzi distrutti e voli Nato

15 maggio - Perché ora si avvicina una fase decisiva della guerra: i russi sono indietro sui piani, ma avanzano a Est

14 maggio - Ucraina, il fronte dell’intelligence: il mistero Gerasimov, le epurazioni russe e gli errori delle spie Usa

13 maggio - Gli ucraini avanzano verso il confine a Kharkiv, la «testa di ponte» dei russi a Severodonetsk

12 maggio - L’Uber dell’artiglieria e le torrette dei tank: l’altra faccia della guerra in Ucraina

12 maggio - La battaglia di Bilohorivka: gli ucraini fanno saltare il ponte rallentando la manovra russa

11 maggio - Kiev si riprende i confini, i russi minacciano Odessa: battaglia feroce nell’Est

10 maggio - Biden firma una legge per velocizzare gli aiuti militari, ma gli ucraini sono esposti: la guerra sarà lunga

9 maggio - «I loro soldati iniziano a disobbedire»: così la guerra di logoramento pesa sulle truppe

8 maggio - L’isola dei Serpenti al centro della guerra: dai 13 marinai alla Moskva, fino ai raid ucraini con i droni

7 maggio - La campagna flessibile degli ucraini: unità mobili che si disperdono e mandano in tilt l’Armata russa

6 maggio - Zelensky promette la controffensiva, ma Putin ha tempo e artiglieria

5 maggio - La potenza russa contro gli aiuti esterni ucraini: il ruolo dell’artiglieria nella seconda fase della guerra

5 maggio - L’intelligence Usa ha aiutato l’Ucraina a eliminare i generali russi

4 maggio - L’esercitazione bielorussa e la mobilitazione generale della Russia: il 9 maggio Putin dichiarerà guerra all’Ucraina?

3 maggio - Droni, ricognitori, radar: così la Nato ascolta e localizza le unità russe in Ucraina

2 maggio - Valerij Gerasimov e il viaggio in Ucraina: l’attacco «fallito» al generale e i rischi corsi dai russi

2 maggio - Belgorod e la guerra «segreta» degli ucraini in Russia: così la resistenza mette in crisi Mosca

1 maggio - Le voci su Gerasimov «ferito» e le prossime due settimane, decisive, nella guerra

1 maggio - Nawabi, l’uomo che produce i droni-kamikaze: fuggì da Kabul invasa dall’Urss, oggi dona le sue armi agli ucraini

30 aprile - Non solo super armi: le soluzioni «creative» usate dall’Ucraina e dalla Russia sul campo di battaglia

29 aprile - La Russia avanza più lentamente del previsto: ecco le ragioni (e le due opzioni in campo)

29 aprile - Zelensky racconta le prime 24 ore della guerra in Ucraina: i russi arrivarono a un passo dal catturarlo

28 aprile - Kiev è a corto di munizioni, a Ramstein decisa la transizione verso le armi Nato

28 aprile - Quali sono le armi della Russia e perché Putin dice che nell’arsenale di Mosca ci sono mezzi «che i suoi avversari non hanno ancora»

27 aprile - Così la Cia «guida» la resistenza ucraina: dalla difesa aerea alla protezione di Zelensky, il sostegno Usa a Kiev

27 aprile - I nuovi tank e i razzi possono bastare per fermare i russi?

26 aprile - Gli attacchi alle ferrovie in Ucraina e quelli «legittimi» in territorio russo: l’escalation della guerra

25 aprile - Raid, incendi e sabotaggi in territorio russo: il «fronte fantasma», tra realtà e propaganda

25 aprile - I «droni-prototipo» degli Usa e il bando del Pentagono: le armi in arrivo a Kiev

24 aprile - La Russia può davvero vincere? Quanto durerà ancora la guerra?

23 aprile - L’Armata rossa «non avanza», ma ha preso 40 villaggi: Boris Johnson non esclude la vittoria della Russia

23 aprile - Mozart contro Wagner: così la legione straniera di Kiev sfida i miliziani di Putin

22 aprile - Armi all’Ucraina, gli alleati accelerano: Putin può ancora vincere, decisive le prossime 4 settimane

21 aprile - Perché Putin ha annullato l’assalto all’acciaieria Azovstal di Mariupol

20 aprile - Tank, aerei, addestramento: gli aiuti all’Ucraina che possono cambiare gli equilibri

19 aprile - Bombardamenti, meteo, logistica: il ruolo dell’artiglieria nell’offensiva russa

18 aprile - Cosa aspettarci dalle prossime settimane di guerra?

18 aprile - Moskva, cosa ci dicono le prime foto dell’incrociatore russo affondato dai missili ucraini

17 aprile - Perché Mariupol è così importante per i russi e perché la sua caduta può cambiare gli equilibri della guerra

17 aprile - Che fine hanno fatto i marinai del Moskva: il video della Difesa russa è vecchio?

16 aprile - Armi nucleari tattiche e «super bomba» Fab-3000, la Russia le userà davvero?

15 aprile - Cosa sappiamo sul Moskva, l’incrociatore colpito e affondato da missili ucraini

15 aprile - La Russia minaccia le forniture di armi dagli Usa, che arrivano attraverso Polonia e Slovacchia

14 aprile - I tre fattori della fase due conflitto: sorpresa, forza, armi

14 aprile - Colpita la Moskva, la nave ammiraglia della flotta russa nel Mar nero

14 aprile - La battaglia delle spie: dopo le espulsioni, a Mosca restano gli 007 illegali»

13 aprile - Gli Usa con l’invio di nuove armi all’Ucraina hanno fatto un passo avanti?

12 aprile - I russi hanno davvero usato armi chimiche a Mariupol?

11 aprile - È possibile difendere il Donbass? I vantaggi russi e quelli ucraini

10 aprile - La Transnistria, il convoglio di 12 chilometri verso sud e le prossime mosse della Russia

9 aprile - Addestramento, tattiche, esercito digitale: gli ucraini sono stati sottovalutati (non solo dai russi)

8 aprile - L’ultima trincea di Mariupol: i tunnel sovietici dell’acciaieria Azovstal

7 aprile - Quali sono e come arrivano le armi della Nato in Ucraina?

6 aprile - La resistenza della Prima Brigata di Kiev, l’unità che ha fermato i russi

5 aprile - Il doppio binario della Bielorussia: la retrovia dei russi e la sfida dei sabotaggi

4 aprile - I russi si muovono a sud e verso la Bielorussia, pronte le reclute

3 aprile - Così la Cia aiutò gli ucraini a difendere Kiev, sventando il piano per uccidere Zelensky

2 aprile - Quali sono le armi che Biden «trasferirà» all’Ucraina

2 aprile - Biden e i carri armati all’Ucraina: perché la decisione Usa è una svolta

1 aprile - Gli ucraini possono contrattaccare, ma hanno bisogno di altre armi

31 marzo - Putin cerca la vittoria «sporca» e intanto pensa ad armi e logistica

30 marzo - Il piano dei russi: circondare Mariupol e costringere gli ucraini alla resa

29 marzo - A Kiev i russi «riducono la presenza», ora si gioca la partita delle retrovie

28 marzo - Sistemi non criptati e cellulari rubati, tutti i problemi di comunicazione dei russi

27 marzo - Gli ucraini chiedono tank e aerei e ora la Nato considera una svolta nelle forniture

26 marzo - I russi entrano in una nuova fase, ma in una parola c’è il futuro del conflitto

26 marzo - Ombre, social network, pubblicità geolocalizzate: la guerra e la «pesca delle spie»

25 marzo - I russi dichiarano di aver raggiunto i primi obiettivi, mezza vittoria o mezzo insuccesso?

24 marzo - Adesso i russi al fronte chiedono soldati esperti

23 marzo - L’Armata della Russia è nel pantano: l’Ucraina si prepara a respingerla?

23 marzo - Armi difensive o offensive? La linea sottile delle forniture all’Ucraina

22 marzo - La «rivoluzionaria» guerra d’intelligence: così gli Usa guidano le mosse degli ucraini (con i satelliti)

21 marzo - L’assedio di Mariupol riassume il dilemma di Putin e Zelensky

20 marzo - I missili russi dal fronte del mare, a terra trincee e bombe sulle città

19 marzo - Putin manda messaggi politici con i missili

18 marzo - I russi colpiscono a Leopoli, la battaglia si combatte sui rifornimenti di armi

17 marzo - L’avanzata russa è in stallo, il peso di armi e training americani

16 marzo - Russi a corto di uomini e tattiche, Putin sta cercando una via d’uscita?

15 marzo - Quando finirà la guerra in Ucraina? Due scenari opposti

14 marzo - I russi minacciano i convogli di armi occidentali, ma non sono in grado di colpirli

13 marzo - Gli errori dei russi e gli obiettivi degli attacchi, anche a ovest

12 marzo - I russi puntano gli aeroporti militari e minacciano i convogli di armi occidentali

11 marzo - I russi si riorganizzano (ma un terzo generale è stato ucciso)

10 marzo - Russia e Stati Uniti si sfidano sulle armi biologiche

9 marzo - Perché Mosca non è riuscita a imporre la superiorità aerea?

8 marzo - L’avanzata russa e il generale Gerasimov ucciso: l’aggiornamento militare

7 marzo - Il bilancio (incerto) di vittime e mezzi distrutti

6 marzo - La mappa dell’invasione russa: esercito in pausa, bombe sui civili

2 marzo - Mosca bombarda gli edifici nelle città: l’aggiornamento militare

1 marzo - La mappa dell’avanzata russa in Ucraina: colpite le città, vittime civili

28 febbraio - Le bombe su Kharkiv sono un cambio di strategia, in Ucraina?

27 febbraio - Kiev, Kharkiv e Chernhiv resistono all’offensiva

26 febbraio - Perché l’avanzata della Russia ha rallentato, in Ucraina?

25 febbraio - La mappa dell’invasione russa e le truppe alle porte di Kiev

24 febbraio - Invasione dell’Ucraina, la mappa dell’attacco: così le truppe russe hanno invaso via terra, mare e cielo

Se Putin userà l'atomica, «la Nato userà armi convenzionali». I filorussi: validi i referendum in Ucraina. Francesco Battistini, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 25 settembre 2022.

Le notizie di domenica 25 settembre, in diretta. Il G7 chiede a tutti i Paesi di rigettare i referendum di annessione organizzati dalla Russia nei territori ucraini occupati

• La guerra in Ucraina è arrivata al 214esimo giorno.

• Si vota nelle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia per l’annessione alla Russia.

• Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia e perché è una dichiarazione di guerra.

• Mosca licenzia un altro generale: al suo posto il «macellaio di Mariupol».

• Cremlino: «Pene più dure per renitenza o rifiuto di combattere».

• Putin guarda oltre il 2023: «Vuole spingere l’Ucraina a restare senza proiettili prima che la Russia finisca i soldati».

Ore 04:42 - Kiev: «In Lugansk referendum-farsa serve la mobilitazione»

«Durante il referendum-farsa in Lugansk vengono rilasciati passaporti russi alle persone che votano e contestualmente avvisi di mobilitazione agli uomini»: lo ha dichiarato alla tv ucraina il governatore in esilio Sergiy Gaidai, come riporta Ukrinform. «Il referendum è anche una specie di sondaggio sociale, anche se il sondaggio è condotto sotto la minaccia delle armi. Perché se qualcuno entra nel tuo appartamento e se non apri, minaccia di sfondare la porta.... Quando apri, entrano e ti danno una scatola di cartone», ha affermato.

«Ti nascondi e metti un segno di spunta, ma ci sono uomini armati e se scrivi «contro» mettono il tuo nome su una specie di quaderno. Invece se metti una crocetta a favore scattano le congratulazioni. Poi viene rilasciato anche un passaporto. Se sei un uomo, il passaporto viene rilasciato insieme a un avviso di mobilitazione», ha detto Gaidai, aggiungendo che «lo pseudo-voto è più che altro finalizzato alla mobilitazione, non ci sono seggi elettorali preparati e semplicemente non ci sono osservatori. Inoltre, le città sono state chiuse all’ingresso e all’uscita». «Gli impiegati pubblici sono stati immediatamente informati: se non venite al referendum o non partecipate, sarete licenziati, e poi forse qualcosa di peggio», ha concluso.

Ore 04:50 - Dalla Russia già scappati in 70mila. Mosca: «Reazione isterica»

(Marco Imarisio) «Ricordati che se muori per il tuo Paese sarai per sempre con Dio». A noi italiani il severo monito del patriarca Kirill può anche ricordare quello rivolto da un monaco a Massimo Troisi in «Non ci resta che piangere». Ma ovviamente, la faccenda è purtroppo molto più seria. L’intervento della massima autorità spirituale russa non cade certo dal cielo, ma rappresenta la consueta sponda offerta dalla Chiesa ortodossa al potere politico incarnato da Vladimir Putin. «Non avere paura di perdere la vita, vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare».

Ore 04:59 - Russia: «Pene più dure per renitenza o rifiuto di combattere»

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato una legge che inasprisce le pene per renitenti e coloro che si rifiutano di andare a combattere. Nei giorni scorsi il leader del Cremlino ha annunciato la mobilitazione parziale nella Federazione per la guerra in Ucraina. Da allora migliaia di russi hanno abbandonato il Paese e alla frontiera con la Georgia ci sono lunghe code per uscire dalla Federazione.

Ore 05:18 - Putin guarda oltre il 2023: «Vuole spingere l’Ucraina a restare senza proiettili prima che la Russia finisca i soldati»

«L’obiettivo è spingere l’Ucraina a restare senza proiettili prima che la Russia finisca i soldati a disposizione». L’affermazione è dell’esperto tedesco Gustav Gressel, schietto nel tracciare lo scenario futuro del conflitto dopo la mobilitazione decretata dal Cremlino.

Mosca avrà a disposizione centinaia di migliaia di uomini e dovrà prepararli. Molti non sono ritenuti di qualità, ma i reclutatori potrebbero non avere fretta. Il programma — come sottolinea anche un report dell’istituto britannico Rusi — è di arrivare all’inverno con un contingente riorganizzato. E la quantità incide.

Ore 05:23 - Appello Cina: «Impedire che il conflitto si allarghi»

«Chiediamo alle parti in guerra in Ucraina di evitare che il conflitto si allarghi». Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi parlando all’Assemblea Generale Onu. La Cina sostiene la risoluzione dei «problemi caldi in modo costruttivo seguendo il principio di non interferenza. Riguardo la guerra in Ucraina la priorità urgente sono negoziati pace e affrontare le legittime preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti», ha aggiunto.

Ore 05:30 - Lavrov: «Von der Leyen su elezioni Italia? Dittatoriale»

«Sta a loro rispondere, ma non ricordo minacce del genere da altri leader dell’Ue». Così il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a margine dell’Assemblea Onu ha commentato le parole di Ursula Von der Leyen sulle elezioni in Italia. «L’Ue sta diventando un’entità dittatoriale», ha aggiunto.

Ore 05:38 - Kiev chiede riunione consiglio sicurezza Onu su referendum

«Una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite»: è quanto chiede l’Ucraina in merito ai referendum per l’annessione alla Russia dei territori occupati dall’esercito di Mosca: È quanto riporta Kiev Independent. Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko ha dichiarato che l’Ucraina «ha richiesto una riunione urgente» del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sui «falsi referendum della Russia» nelle zone occupate degli oblast di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. «La Russia deve essere ritenuta responsabile per i suoi ulteriori tentativi di modificare i confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina in violazione della Carta delle Nazioni Unite», ha affermato Nikolenko.

Ore 05:47 - Zelensky ai russi: «Putin vi manda consapevolmente a morire»

Vladimir Putin manda consapevolmente «i suoi cittadini a morire». Lo ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha lanciato un appello ai russi a scappare dalla «mobilitazione criminale». Parlando in russo nel suo consueto messaggio serale, il leader di Kiev ha affermato che «i comandanti russi non si preoccupano della vita» del loro popolo.

«È meglio non accettare una convocazione che morire in una terra straniera come criminale di guerra. È meglio scappare dalla mobilitazione criminale piuttosto che rispondere davanti al tribunale per aver partecipato a una guerra aggressiva», ha aggiunto.

Ore 06:25 - Kiev, nella notte 10 attacchi russi su Zaporizhzhia

Nuovi attacchi missilistici russi a Zaporizhzhia. Tre persone sono rimaste ferite e una sottostazione elettrica ha interrotto l’erogazione di energia dopo il lancio di missili secondo quanto riferito su Telegram da Oleksandr Starukh, capo dell’amministrazione militare regionale. «Attacchi missilistici nemici sono stati registrati in diversi distretti della città di Zaporizhzhia e in un villaggio vicino al centro regionale nel distretto di Zaporizhzhia. Le informazioni sulle vittime sono da chiarire. Al momento, sappiamo di tre feriti», ha detto. Starukh ha specificato che le infrastrutture sono state distrutte. In uno dei distretti è stata interrotta una sottostazione elettrica.

Ore 07:41 - L’ex consigliere di Putin: «Qui in Russia c’è malessere. Chi vuole morire per Kherson?»

(Marco Imarisio) «Cosa vuole che importi, se la mobilitazione sarà parziale o generale. Quando si improvvisa, non ci sono limiti né confini». A ogni frase, una dotta citazione. Dalla sua casa di Mosca, Gleb Pavlovskij esercita il ruolo di grillo parlante, forte di una immunità implicita che gli deriva dal suo passato di dissidente perseguitato dall’Urss, papà del web russo, consigliere personale di Putin dal 1996 al 2011. «È del tutto evidente che appena sarà chiaro che le nuove reclute sono insufficienti oppure vengono impiegate male, ci saranno altre chiamate. Ormai il tabù è stato infranto».

Ore 07:45 - Droni kamikaze russi colpiscono il centro di Odessa

Droni kamikaze russi hanno colpito Odessa: lo riferisce il Comune citato da Ukrinform. «Il nemico ha colpito tre volte un edificio amministrativo nel centro della città. Le operazioni di soccorso sono in corso, non sono state segnalate vittime», è stato spiegato. Uno dei droni è stato abbattuto dalle forze ucraine.

Ore 07:54 - Attacchi russi in tutto il Paese nelle ultime 24 ore

Nelle ultime 24 ore l’esercito russo ha lanciato 7 missili e 22 attacchi aerei sul territorio dell’Ucraina, come comunica lo Stato maggiore delle forze armata ucraine sulla sua pagina Facebook, riportato da Unian. Sarebbero 35 i feriti, secondo un primo bilancio.

Ore 10:38 - Papa: «Serve volontà per porre fine alla guerra»

Il Papa all'Angelus, recitato da Matera dove ha concluso il Congresso eucaristico della Cei, ha pregato per l'Ucraina: «Maria, Regina della Pace, conforti il popolo ucraino e ottenga ai capi delle Nazioni la forza di volontà per trovare subito iniziative efficaci che conducano alla fine della guerra».

Ore 08:43 - «Macellaio di Mariupol» nuovo capo logistica esercito russo

È il colonnello Mikhail Mizintsev, il «macellaio di Mariupol», il nuovo responsabile della logistica dell’esercito russo in Ucraina. Sostituisce il generale russo Dmitry Bulgakov, che aveva anche guidato l’operazione in Siria ma che è stato sollevato dall’incarico dopo che la logistica si è rivelata una dei punti deboli della campagna del Cremlino. Nel mirino delle sanzioni occidentali, Mizintsev è stato ribattezzato il «macellaio di Mariupol» per il brutale assedio alla città ucraina e alla popolazione civile.

Ore 09:58 - Russia, 800 manifestanti detenuti per le proteste

Sono 799 i manifestanti attualmente detenuti in Russia dopo gli arresti nel corso delle proteste contro la mobilitazione, secondo i dati aggiornati del progetto media indipendente sui diritti umani Ovd-Info. In totale sarebbero state arrestati circa 2mila dimostrati, per la maggior parte rilasciati. Secondo le testimonianze raccolte da Ovd-Info alcuni attivisti non hanno avuto la possibilità di telefonare e avevano dovuto consegnare il cellulare. I fermati sono stati tutti schedati con foto segnaletica e impronte digitali. Arrestato anche il vice sindaco Anatoly Arseev, che stava filmando una manifestazione.

Ore 12:20 - Ucciso ex deputato ucraino filorusso a Kherson occupata

L'ex deputato del Partito delle regioni filorusso Oleksiy Zhuravko è rimasto ucciso nella città meridionale di Kherson, occupata dai russi, mentre si trovava in un hotel colpito da missili. «Le informazioni disponibili indicano che un missile ha colpito un hotel nel centro di Kherson. Due persone sono morte, tra cui Oleksiy Zhuravko», ha dichiarato il portavoce, citato da Interfax. Zhuravko era un ex parlamentare ucraino, si era trasferito in Russia nel 2015, era tornato nella regione di Kherson nella primavera del 2022.

Ore 13:55 - Kiev: la coscrizione forzata dei tartari in Crimea è genocidio etnico

«La coscrizione di massa forzata dei tartari in Crimea è un vero genocidio etnico e un'enorme tragedia per l'intera nazione». Lo ha scritto su Twitter Mychajlo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Costringere i cittadini a una guerra nelle regioni occupate non è altro che il tentativo di Mosca di ripulire il territorio da una popolazione sleale», ha aggiunto Podoljak.

Ore 14:28 - Media: dal 28 gli arruolabili non potranno lasciare la Russia

Il sito indipendente Meduza, citando una fonte del Cremlino, riferisce che probabilmente dal 28 settembre agli uomini in età di mobilitazione nella Federazione Russa sarà vietato lasciare il Paese. Secondo la fonte, per attraversare il confine dovranno ottenere un permesso dal Commissariato militare, una sorta di «visto di uscita».

Ore 14:38 - Media ucraini: «Fsb blocca cittadini russi al confine con Kazakhstan»

Il servizio di sicurezza di frontiera dell'Fsb russo ha iniziato a vietare ai cittadini della Federazione di lasciare il Paese. Lo scrive su Telegram Pavlo Chikov, presidente del gruppo per i diritti umani Agorà, citato da Unian. Il messaggio afferma che i cittadini che cercano di attraversare il confine tra Russia e Kazakhstan sono limitati in base alla decisione del commissariato militare.

Ore 18:23 - Il patriarca Kirill: «Via i peccati per chi muore in Ucraina»

Il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, ha annunciato oggi nel suo sermone che ai soldati che muoiono in Ucraina saranno lavati tutti i peccati. «Siamo consapevoli che chi muore adempiendo al proprio dovere militare si sacrifica per gli altri - ha detto Kirill, secondo quanto si vede in un video pubblicato da Disclose tv su Twitter -. Questo sacrificio lava via tutti i peccati commessi». Nei giorni scorsi Kirill aveva esortato i fedeli ad arruolarsi con queste parole: «Vai coraggiosamente a compiere il tuo dovere militare. E ricorda che se muori per il tuo Paese, sarai con Dio nel suo regno».

Ore 22:05 - «Validi i referendum in Ucraina»

Con un annuncio del tutto scontato, i Comitati centrali elettorali delle repubbliche separatiste di Donetsk e di Luhansk hanno riconosciuto validi i referendum per l'annessione alla Russia. 

Secondo quanto riporta l'agenzia russa Tass, che cita Elena Kravchenko, capo della Commissione elettorale centrale della Regione di Luhansk, e l'omologo di Donetsk Alexander Kofman, in entrambe le auto-proclamate repubbliche avrebbe votato oltre il 50% degli aventi diritto, dato che rende valido il voto. 

I risultati non sono ancora noti — si continuerà a votare fino al 27 settembre — ma è assolutamente scontato che a vincere saranno i «sì» all'annessione: il voto avviene in zone occupate militarmente, e senza alcun controllo indipendente.

Ore 22:09 - La Nato risponderà «con armi convenzionali» se Putin userà l'atomica

I Paesi occidentali stanno sviluppando piani nel caso in cui la Russia utilizzi armi nucleari in Ucraina: e la risposta più probabile appare l'utilizzo di armi convenzionali, anziché nucleari. 

È quanto hanno rivelato al Financial Times cinque funzionari occidentali, che hanno parlato a condizione di anonimato a causa della delicatezza del dossier. 

Due fonti hanno riferito al quotidiano della City che è improbabile che un attacco nucleare contro l'Ucraina provochi una risposta speculare da parte dell'Occidente, ma hanno assicurato che sarebbe seguito da misure di rappresaglia utilizzando armi convenzionali per «punire la Russia». 

Tre delle cinque fonti hanno poi affermato che le autorità di alcuni Paesi della Nato hanno comunicato privatamente la loro posizione a Mosca, descrivendo la portata della reazione nel caso in cui la Russia utilizzi armi nucleari. 

Gli interlocutori del Financial Times hanno sottolineato che considerano la minaccia di ritorsioni il miglior deterrente contro tale scenario. «Abbiamo consegnato un messaggio simile in privato», ha spiegato una fonte statunitense, secondo la quale è stato descritto «nei dettagli» al Cremlino «l'impatto» che l'uso dell'arma atomica avrebbe «in termini di posizione della Russia come stato canaglia» e «la nostra risposta».

Ore 03:03 - Chi è il colonnello Alfa, l’uomo identificato che terrorizzò Kherson

(Francesco Battistini, inviato a Kiev) Ha una faccia banale, com’è spesso il male. Paffutella, ben rasata. E indossa sempre la «telnyashka» bianca e rossa: il rigatino degli Omon dell’antiterrorismo russo, quelli che rispondono al motto «noi non conosciamo la pietà e non la chiediamo». La sua ferocia, però, non aveva nulla di normale. L’hanno visto mentre buttava fuori di casa intere famiglie, con le sue mani, e ne confiscava le proprietà. L’hanno sentito quando sulla piazza di Kherson ordinava ai suoi di sparare sulla folla. E tutti sapevano ch’era meglio scappare, se comandava di lanciare granate e lacrimogeni, perché voleva dire che stava arrivando il peggio. Un giorno s’è fatto consegnare due militari ucraini, li ha tenuti per settimane nelle camere delle torture, per obbligarli a dare notizie sulle posizioni del nemico. Nessuno sapeva bene il suo nome: «Dicevano tutti che era il colonnello Alfa». Il colonnello Alfa ora ha un nome. Oleksandr Naumenko, 51 anni.

Ore 03:09 - Referendum nel Donbass, evacuati a Mosca 12 «osservatori» italiani

(Alessandra Muglia) «In Ucraina c’è la guerra perché Mosca si è sentita minacciata e accerchiata e ci sono i referendum per consentire a migliaia di persone di tornare a casa». Con queste convinzioni e chissà che altro, oltre un centinaio di stranieri si sono prestati ad andare nel Donbass per «certificare» la correttezza del referendum di annessione alla Russia. Nessun imbarazzo a fare da «osservatori», come li definisce la Tass, in un voto non riconosciuto dalla comunità internazionale, che l’ha bollato una «farsa», e quindi privo di «testimoni» Onu o di altre autorità riconosciute a livello globale. Solo l’orgoglio di partecipare a un «evento storico», come hanno dichiarato alcuni di loro davanti alle telecamere russe. Tra questi «controllori» stranieri, alcuni provenienti da Romania, Venezuela, Togo e Sudafrica, anche 13 italiani. C’è Gianfranco Vestuto, napoletano e leghista della prima ora, 62 anni, da dieci direttore del portale Russia News. Ma la sua «missione» nella regione di Donetsk si è conclusa prima del previsto: ieri mattina è stato imbarcato di fretta e furia alla volta di Mosca a bordo di un aereo militare insieme ad altri 11 connazionali e altri 18 «osservatori», ha riferito lui stesso al Corriere poco dopo le 23, appena arrivato nella capitale russa.

Ore 03:16 - IL PUNTO MILITARE - La battaglia nascosta di Kherson

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La battaglia «nascosta» di Kherson cancella vite, mezzi, infrastrutture. Infatti tanti russi non vogliono morire per la città lontana e si oppongono alla mobilitazione. Altri combattono subendo perdite nei loro ranghi e infliggendone di pesanti agli ucraini che, non a caso, restano riservati su questa parte di offensiva.

Nel settore Nord Est-Est la resistenza avanza, consolida i successi nell’area di Lyman, respinge i contrattacchi degli invasori. Diverso il quadro a sud, dove incontra una dura opposizione: lo confermano le notizie scarne e i racconti degli inviati occidentali. Un reportage del New York Times riporta le voci dei militari di Kiev, sono loro stessi a descrivere senza reticenze l’alto numero di caduti, i tank distrutti e il consueto riferimento alla «mancanza di munizioni». Una carenza, quest’ultima, per certi aspetti sorprendente visto che lo Stato maggiore ha preparato la spallata e dunque avrebbe dovuto avere scorte. Allo stesso tempo attaccare è più dispendioso, ci si espone, si rischia.

Ore 03:55 - Blinken: contatti con il Cremlino per le minacce nucleari

Gli Stati Uniti hanno avuto contatti diretti con la Russia sulla minaccia ventilata da Mosca di usare armi nucleari in Ucraina: lo ha detto il segretario di Stato Anthony Blinken in un’intervista alla Cbs. A Blinken è stato chiesto esplicitamente se gli Stati Uniti abbiano avuto contatti con il Cremlino su queste minacce: «Sì», ha risposto Blinken. «È molto importante che Mosca ci ascolti e sappia da noi che le conseguenze sarebbero terribili. E lo abbiamo detto molto chiaramente».

Anais Ginori per “la Repubblica” il 25 settembre 2022.

Aprire le porte dell'Europa ai cittadini in fuga dalla Russia, a coloro che sono in pericolo perché «non si adeguano alla folle decisione di avviare la guerra in Ucraina». Il nuovo appello viene dal presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, prendendo atto di uno scenario che in pochi giorni è radicalmente cambiato. Se fino a poco fa, il dibattito europeo verteva sulla stretta da dare sui visti ai cittadini russi, la chiamata alla "mobilitazione parziale" di Vladimir Putin e le immagini di disertori in fuga dal paese pongono un dilemma politico e morale ben diverso.

Impossibile non vedere il rapido esodo provocato dalla decisione del Cremlino. In Finlandia il numero di russi che vogliono attraversare il confine è raddoppiato in una settimana. Il prefetto della Carelia del Sud, una delle aree del paese baltico che ha il maggior numero di chilometri confinanti con la Russia, parla di situazione «stabile e pacifica».

Helsinki è intenzionata a mettere in campo «restrizioni significative» per il rilascio dei visti e per ora non ha varato un divieto di ingresso nello spazio Schengen come invece hanno già deciso Estonia, Lettonia e Lituania dove i cittadini russi e bielorussi non sono accettati. Analoga limitazione è stata introdotta dalla Repubblica Ceca e dalla Polonia. «Abbiamo deciso di sospendere l'attuale rilascio di visti ai cittadini russi, abolendo i visti turistici» ha precisato il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau. Tanto da un punto di vista di sicurezza politica quanto da un punto di vista morale, prosegue Rau, è «altamente sconsigliabile» far entrare un forte numero di russi.

L'Europa avanza in ordine sparso. Se dalla Germania è arrivato un messaggio di accoglienza, a Parigi fanno notare che non ci possono essere gesti isolati e il coordinamento a 27 rimane indispensabile. «Non possiamo dare l'impressione di dividerci, rinnegando quello che abbiamo deciso sinora» spiega una fonte diplomatica francese. La preoccupazione di Emmanuel Macron è che possa rompersi il fronte comune delle sanzioni contro Mosca, che comprende anche le restrizioni ai visti. «È una misura più simbolica di altre sanzioni ma serve a pesare sull'opinione pubblica russa» dice la fonte. 

Ma molti leader europei si rendono anche conto che dare rifugio ai disertori russi che ora bussano alle porte sarebbe un altro modo di fare pressione sul Cremlino, anche in termini di immagine, come già dimostra l'appello di Volodymyr Zelensky che ha chiesto ai russi di sottrarsi alla chiamata alle armi di Putin.

Per cercare una linea comune, gli ambasciatori dei 27 si riuniscono martedì a Bruxelles. Si tratterà di decidere se confermare la linea adottata pochi giorni fa, il 12 settembre, quando l'Ue aveva approvato un nuovo regime con un «approccio molto più restrittivo sui visti per scopi non essenziali» come ha ricordato ieri un portavoce della Commissione. In linea teorica i russi possono entrare nell'Ue in pochi, rari casi.

«Gli Stati membri possono ancora rilasciare visti ai cittadini russi, anche se con un processo più lungo e macchinoso». La Commissione lavora a soluzioni comuni a livello Ue. «Questo è essenziale per preservare uno spazio Schengen forte e soprattutto la nostra unità» commenta un portavoce. Molti paesi, tra cui Francia e Germania, spingono per una maggiore flessibilità che possa integrare un «fatto nuovo», come ha sottolineato Michel a proposito degli effetti della mobilitazione generale sulla popolazione russa. Al contrario, i paesi baltici e dell'Est - con la solita eccezione dell'Ungheria - spingono per mantenere il più possibile chiuse le frontiere.

Anna Zafesova per “la Stampa” il 25 settembre 2022.

La domanda che circola, in varie forme, nelle chat di quelli che stanno fuggendo verso il confine è «devo togliere l'adesivo della Z dal parabrezza?». Le code ai valichi di frontiera lungo tutto il perimetro della Russia - Finlandia, Georgia, Kazakhstan, Mongolia - si stanno allungando per chilometri, i biglietti aerei sono andati esauriti: la grande fuga dalla mobilitazione alla guerra in Ucraina continua, ma stavolta a scappare a migliaia non sono dissidenti e oppositori. 

È la fuga dei sostenitori di Vladimir Putin, di quelli che fino a tre giorni prima appiccicavano la Z simbolo dell'invasione in Ucraina sull'auto, e chiedevano di «asfaltare Kyiv» nei social. Come con la riforma delle pensioni nel 2018, stavolta il padrone del Cremlino ha dato una martellata proprio al suo popolo.  

A Mosca circolano voci di un divieto di espatrio per uomini e donne con obbligo militare, ed è evidente che la guerra ora riguarda tutti: da tutte le regioni russe a cominciare dalla finora intoccabile Mosca arrivano notizie di uomini reclutati direttamente per strada, nei loro letti di notte, alla scrivania in ufficio, in quella che assomiglia sempre di più non a una chiamata alle armi, ma a un rastrellamento.

La brutalità con la quale il regime ha trasformato i suoi fedelissimi in carne da cannone ha avuto un effetto choc, e al Cremlino stanno aspettando con ansia l'esito dei primi sondaggi «per uso interno». Intanto la tirata di orecchie pubblica ai militari, per l'«eccesso di zelo» nella coscrizione, è il segnale che qualcuno si è reso conto dell'impatto devastante di decine di migliaia di uomini strappati alle famiglie.  

In alcune regioni, dopo le proteste e le denunce dei media locali, i padri con prole numerosa, i malati, gli studenti e gli anziani sono stati rilasciati dalle caserme, ma difficile che la tendenza generale possa invertirsi. Le gerarchie, poco preparate e molto corrotte, continueranno a reclutare chiunque gli capiti a tiro, anche perché l'unica regola della «verticale di potere» costruita da Putin è quella di avere più paura di una strigliata dall'alto che di qualunque altra conseguenza. 

Il capo vuole i numeri, e i numeri avrà, e se dietro ai numeri ci sono persone che non vogliono e non possono combattere, e che verranno gettati sotto i colpi ucraini senza alcuna preparazione, e con dei fucili arrugginiti, non è un problema del commissario militare della Buriazia o di Samara.

Mentre mani ignote continuano a lanciare molotov contro i commissariati militari (impossibile procedere alla mobilitazione con gli archivi inceneriti), Russia Unita e comunisti ieri hanno proposto alla Duma una legge su 300 mila rubli (poco più di 5 mila euro) da pagare ai neosoldati, che vedranno tutelato anche il loro posto di lavoro e sospeso gli eventuali mutui, cancellati in caso di morte. Soldi che andrebbero ad aggiungersi a quelle spese militari che, secondo indiscrezioni raccolte da Bloomberg nel governo russo, dovrebbero costituire dal 2023 il 40% del bilancio russo. In altre parole, i russi potrebbe presto trovarsi a scegliere tra la trincea e la miseria.

Una situazione che produce conversioni inattese, come quella del leader ceceno Ramzan Kadyrov, che ha proposto di interrompere la mobilitazione popolare per mandare al fronte la metà degli effettivi dei vari enti repressivi: tra poliziotti, Guardia nazionale, Fsb e altri servizi segreti, ma anche magistratura, guardia di finanze, polizia penitenziaria, messi dei tribunali e innumerevoli altri bracci armati del regime, si potrebbero radunare almeno 2,5 milioni di uomini già addestrati all'uso delle armi. 

Una proposta che tiene conto della rabbia che i russi cominciano a provare: ieri a Omsk le neoreclute hanno aggredito gli agenti della Guardia nazionale - la polizia politica che Putin ha creato e affidato alla sua ex guardia del corpo Valery Zolotov proprio per reprimere il dissenso - che cercavano di spingerli sui pullman dell'esercito: «Perché non venite a combattere insieme a noi?», gridavano. 

Putin si trova ora di fronte a un dilemma irrisolvibile: mandare al fronte i suoi pretoriani, riempiti di soldi e privilegi per renderli leali, o rischiare di polverizzare il poco consenso popolare che gli resta mandando padri di famiglia al fronte e manganellando ragazze alle manifestazioni. È probabile che gli toccherà fare entrambe le cose, per tentare di vincere una guerra che ritiene fatale perdere.  

Del resto, nei 23 anni precedenti una guerra di conquista gli aveva sempre fatto recuperare l'amore dei russi, ma stavolta anche l'annuncio dell'annessione di nuovi territori - a Mosca si parla di un discorso di Putin alle Camere il 30 settembre, a conclusione dei «referendum» nelle zone occupate dell'Ucraina - potrebbe non sortire l'effetto magico nei russi troppo impegnati a mettersi in salvo per sognare il ritorno dell'impero sovietico.

Chi è il colonnello Alfa, l’uomo identificato dagli ucraini che terrorizzò Kherson. Francesco Battistini su Il Corriere della Sera il 25 settembre 2022.

Ha una faccia banale, com’è spesso il male. Paffutella, ben rasata. E indossa sempre la «telnyashka» bianca e rossa: il rigatino degli Omon dell’antiterrorismo russo, quelli che rispondono al motto «noi non conosciamo la pietà e non la chiediamo». La sua ferocia, però, non aveva nulla di normale. L’hanno visto mentre, e ne confiscava le proprietà. L’hanno sentito quando sulla piazza di Kherson ordinava ai suoi di. E tutti sapevano ch’era meglio scappare, se comandava di lanciare granate e lacrimogeni, perché voleva dire che stava arrivando il peggio. Un giorno s’è fatto consegnare due militari ucraini, li ha tenuti per settimane nelle camere delle torture, per obbligarli a dare notizie sulle posizioni del nemico. Nessuno sapeva bene il suo nome:

Il colonnello Alfa ora ha un nome. Oleksandr Naumenko, 51 anni. Ci sono voluti mesi a capire chi fosse, ma ora i servizi segreti dell’Sbu hanno ottenuto un mandato d’arresto internazionale per violazione dell’articolo 438 del codice penale ucraino, che punisce chi infrange le leggi di guerra.primo alto ufficiale che Kiev ha identificato con certezza e vuole portare alla sbarra. C’è un Libro dei Carnefici, censiti quasi 30 mila crimini di guerra, che il governo ucraino aggiorna d’ora in ora coi mille racconti delle vittime scampate alla morte. È qui che si stanno raccogliendo i dossier sui dissepolti nelle fosse comuni d’Izyum, gli esami sui massacrati di Bucha, le prove sui macelli di Mariupol ordinati dal nuovo comandante in capo russo, il generale Mikhail Mizintsev. Il ricercato numero uno resta un altro generale, Alexander , che a Mariupol si ritiene sia stato il responsabile principale degli attacchi al teatro e all’ospedale. Dove possono, gli ucraini provvedono a chiudere i conti senza troppe formalità: a Kherson, un missile ha mirato diretto su un hotel che ospitava Oleksiy Zhuravko, il deputato filorusso della Rada più volte additato tra i collaborazionisti delle truppe d’invasione.

La caccia ai criminali di guerra sta diventando un’urgenza, mentre ogni giorno spuntano storie nere: in una delle 18 camere delle torture di Kharkiv, . L’Ucraina non aderisce al Tribunale dell’Aia, più o meno come la Russia o gli Usa, ma accetta le indagini Onu — vedi le violenze su bimbi di 4 anni, denunciate venerdì — e che la Corte penale internazionale abbia giurisdizione su quanto accaduto dal 2014 a oggi. Dopo aver celebrato processi piuttosto sommari ai soldatini semplici, a Kiev pensano sia l’ora d’alzare il livello e di «colpire più in alto», dice il ministro dell’Interno Denys Monastyrskiy, «fra chi ha dato l’ordine di torturare». Eli Rosenbaum, un americano, famoso cacciatore di criminali di guerra, dal Ruanda alla Cambogia, compreso un vecchio kapò nazista ritrovato 70 anni dopo nel Tennessee. «Non c’è nascondiglio che funzioni per questa gente», promette questo Wiesenthal 2.0. E l’Alfa è solo la prima lettera dell’elenco.

Orban vuole un referendum sulle sanzioni a Mosca «imposte dalla Ue». Francesco Battistini, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 26 Settembre 2022.

Le notizie di lunedì 26 settembre. Blinken annuncia nuovi aiuti Usa a Kiev per 475 milioni. Intelligence britannica: «Le nuove reclute stanno arrivando al fronte». Putin a Erdogan: «Potremmo negoziare» 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 215esimo giorno.

• Le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk hanno definito «validi» i referendum in corso anche nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia per l’annessione alla Russia. I risultati non sono ancora noti. Gli Usa: «Il mondo non riconoscerà mai l’esito dei referendum».

• Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia e perché è una dichiarazione di guerra.

• Mosca licenzia un altro generale: al suo posto il «macellaio di Mariupol».

Ore 04:17 - Le repubbliche separatiste: «Validi i referendum»

Con un annuncio del tutto scontato, i Comitati centrali elettorali delle repubbliche separatiste di Donetsk e di Luhansk hanno riconosciuto validi i referendum per l'annessione alla Russia. 

Secondo quanto riporta l'agenzia russa Tass, che cita Elena Kravchenko, capo della Commissione elettorale centrale della Regione di Luhansk, e l'omologo di Donetsk Alexander Kofman, in entrambe le auto-proclamate repubbliche avrebbe votato oltre il 50% degli aventi diritto, dato che rende valido il voto. 

I risultati non sono ancora noti — si continuerà a votare fino al 27 settembre — ma è assolutamente scontato che a vincere saranno i «sì» all'annessione: il voto avviene in zone occupate militarmente, e senza alcun controllo indipendente.

Ore 04:20 - La Nato risponderà «con armi convenzionali» se Putin userà l'atomica

I Paesi occidentali stanno sviluppando piani nel caso in cui la Russia utilizzi armi nucleari in Ucraina: e la risposta più probabile appare l'utilizzo di armi convenzionali, anziché nucleari. 

È quanto hanno rivelato al Financial Times cinque funzionari occidentali, che hanno parlato a condizione di anonimato a causa della delicatezza del dossier. 

Due fonti hanno riferito al quotidiano della City che è improbabile che un attacco nucleare contro l'Ucraina provochi una risposta speculare da parte dell'Occidente, ma hanno assicurato che sarebbe seguito da misure di rappresaglia utilizzando armi convenzionali per «punire la Russia». 

Tre delle cinque fonti hanno poi affermato che le autorità di alcuni Paesi della Nato hanno comunicato privatamente la loro posizione a Mosca, descrivendo la portata della reazione nel caso in cui la Russia utilizzi armi nucleari. 

Gli interlocutori del Financial Times hanno sottolineato che considerano la minaccia di ritorsioni il miglior deterrente contro tale scenario. «Abbiamo consegnato un messaggio simile in privato», ha spiegato una fonte statunitense, secondo la quale è stato descritto «nei dettagli» al Cremlino «l'impatto» che l'uso dell'arma atomica avrebbe «in termini di posizione della Russia come stato canaglia» e «la nostra risposta».

Ore 04:21 - Chi è il colonnello Alfa, l’uomo identificato che terrorizzò Kherson

(Francesco Battistini, inviato a Kiev) Ha una faccia banale, com’è spesso il male. Paffutella, ben rasata. E indossa sempre la «telnyashka» bianca e rossa: il rigatino degli Omon dell’antiterrorismo russo, quelli che rispondono al motto «noi non conosciamo la pietà e non la chiediamo». La sua ferocia, però, non aveva nulla di normale. L’hanno visto mentre buttava fuori di casa intere famiglie, con le sue mani, e ne confiscava le proprietà. L’hanno sentito quando sulla piazza di Kherson ordinava ai suoi di sparare sulla folla. E tutti sapevano ch’era meglio scappare, se comandava di lanciare granate e lacrimogeni, perché voleva dire che stava arrivando il peggio. Un giorno s’è fatto consegnare due militari ucraini, li ha tenuti per settimane nelle camere delle torture, per obbligarli a dare notizie sulle posizioni del nemico. Nessuno sapeva bene il suo nome: «Dicevano tutti che era il colonnello Alfa». Il colonnello Alfa ora ha un nome. Oleksandr Naumenko, 51 anni.

 Ore 04:23 - Referendum nel Donbass, evacuati a Mosca 12 «osservatori» italiani

(Alessandra Muglia) «In Ucraina c’è la guerra perché Mosca si è sentita minacciata e accerchiata e ci sono i referendum per consentire a migliaia di persone di tornare a casa». Con queste convinzioni e chissà che altro, oltre un centinaio di stranieri si sono prestati ad andare nel Donbass per «certificare» la correttezza del referendum di annessione alla Russia. Nessun imbarazzo a fare da «osservatori», come li definisce la Tass, in un voto non riconosciuto dalla comunità internazionale, che l’ha bollato una «farsa», e quindi privo di «testimoni» Onu o di altre autorità riconosciute a livello globale. Solo l’orgoglio di partecipare a un «evento storico», come hanno dichiarato alcuni di loro davanti alle telecamere russe. Tra questi «controllori» stranieri, alcuni provenienti da Romania, Venezuela, Togo e Sudafrica, anche 13 italiani. C’è Gianfranco Vestuto, napoletano e leghista della prima ora, 62 anni, da dieci direttore del portale Russia News. Ma la sua «missione» nella regione di Donetsk si è conclusa prima del previsto: ieri mattina è stato imbarcato di fretta e furia alla volta di Mosca a bordo di un aereo militare insieme ad altri 11 connazionali e altri 18 «osservatori», ha riferito lui stesso al Corriere poco dopo le 23, appena arrivato nella capitale russa.

Ore 04:24 - IL PUNTO MILITARE - La battaglia nascosta di Kherson

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La battaglia «nascosta» di Kherson cancella vite, mezzi, infrastrutture. Infatti tanti russi non vogliono morire per la città lontana e si oppongono alla mobilitazione. Altri combattono subendo perdite nei loro ranghi e infliggendone di pesanti agli ucraini che, non a caso, restano riservati su questa parte di offensiva.

Nel settore Nord Est-Est la resistenza avanza, consolida i successi nell’area di Lyman, respinge i contrattacchi degli invasori. Diverso il quadro a sud, dove incontra una dura opposizione: lo confermano le notizie scarne e i racconti degli inviati occidentali. Un reportage del New York Times riporta le voci dei militari di Kiev, sono loro stessi a descrivere senza reticenze l’alto numero di caduti, i tank distrutti e il consueto riferimento alla «mancanza di munizioni». Una carenza, quest’ultima, per certi aspetti sorprendente visto che lo Stato maggiore ha preparato la spallata e dunque avrebbe dovuto avere scorte. Allo stesso tempo attaccare è più dispendioso, ci si espone, si rischia.

Ore 04:24 - Blinken: contatti con il Cremlino per le minacce nucleari

Gli Stati Uniti hanno avuto contatti diretti con la Russia sulle minaccia ventilata da Mosca di usare armi nucleari in Ucraina: lo ha detto il segretario di Stato Anthony Blinken in un’intervista alla Cbs. A Blinken è stato chiesto esplicitamente se gli Stati Uniti abbiano avuto contatti con il Cremlino su queste minacce: «Sì», ha risposto Blinken. «È molto importante che Mosca ci ascolti e sappia da noi che le conseguenze sarebbero terribili. E lo abbiamo detto molto chiaramente».

Ore 07:01 - «Dalla Nato risposte convenzionali se la Russia userà l’atomica»

I Paesi occidentali stanno sviluppando piani nel caso in cui la Russia utilizzi armi nucleari in Ucraina e la risposta più probabile appare l’utilizzo di armi convenzionali, anziché nucleari. È quanto hanno rivelato al Financial Times cinque funzionari occidentali, che hanno parlato a condizione di anonimato a causa della delicatezza del dossier. Due fonti hanno riferito al quotidiano della City che è improbabile che un attacco nucleare contro l’Ucraina provochi una risposta speculare da parte dell’Occidente ma hanno assicurato che sarebbe seguito da misure di rappresaglia utilizzando armi convenzionali per «punire la Russia». Tre delle cinque fonti hanno poi affermato che le autorità di alcuni Paesi della Nato hanno comunicato privatamente la loro posizione a Mosca, descrivendo la portata della reazione nel caso in cui la Russia utilizzi armi nucleari. Gli interlocutori del Financial Times hanno sottolineato che considerano la minaccia di ritorsioni il miglior deterrente contro tale scenario. «Abbiamo consegnato un messaggio simile in privato», ha spiegato una fonte statunitense, secondo la quale è stato descritto «nei dettagli» al Cremlino «l’impatto» che l’uso dell’arma atomica avrebbe «in termini di posizione della Russia come stato canaglia» e «la nostra risposta».

Ore 08:01 - Sparatoria nell'ufficio di leva a Irkutsk, un morto

Circola sui social il video di una sparatoria aperta in un centro di reclutamento militare a Irkusk, in Siberia. Un uomo apre il fuoco e uccide il comandante militare.

Ore 08:35 - L'intelligence britannica: «Le nuove reclute russe stanno arrivando al fronte»

«Molte delle risorse militari arruolate» attraverso la «mobilitazione parziale» in Russia «non avranno avuto alcuna esperienza militare da diversi anni. La mancanza di addestratori e la fretta con cui la Russia ha avviato la mobilitazione suggeriscono che molti dei soldati arruolati si schiereranno in prima linea con una preparazione minima» ed è «probabile che subiscano un alto tasso di abbandono», scrive la Difesa britannica nell'ultimo aggiornamento di intelligence sull'Ucraina. Secondo l'ultimo aggiornamento i primi gruppi di uomini richiamati in servizio attivo nell'ambito della mobilitazione parziale della Russia hanno iniziato ad arrivare nelle basi militari.

Ore 09:52 - Putin a Lukashenko: «L'Occidente ci deve rispettare»

«L'Occidente deve rispettare la Russia». Lo ha dichiarato il leader del Cremlino, Vladimir Putin, incontrando l'omologo bielorusso Aleksandr Lukashenko, in visita a Mosca.

Ore 10:52 - Dichiarazioni pro-Putin: i Pink Floyd cancellano due concerti in Polonia

Due concerti dei Pink Floyd che erano programmati per aprile, alla Tauron Arena di Cracovia, non si terranno più: li ha cancellati direttamente Roger Waters, stanco delle polemiche sollevate, in Polonia, dalle sue dichiarazioni possibiliste nei confronti della politica del Cremlino. Il fondatore dei Pink Floyd aveva scritto a inizio settembre una lettera aperta alla First Lady ucraina Olena Zelenska, in cui incolpa i "nazionalisti estremi" dell'Ucraina per aver "messo il vostro paese sulla strada di questa guerra disastrosa". Waters ha anche criticato l'Occidente per aver fornito armi all'Ucraina, incolpando in particolare Washington, e la Nato, accusandola di provocare la Russia. In questi giorni, il consiglio comunale di Cracovia avrebbe dovuto votare la nomina di Waters a "persona non grata"; la defezione di lui li ha preceduti. E ieri uno tra loro, Lukasz Wantuch, ha twittato "Beh, canterà a Mosca".

Ore 11:09 - Putin a Erdogan: «Potremmo negoziare con Kiev»

Il presidente russo Vladimir Putin ha ammesso durante i colloqui con l’omologo turco Recep Erdogan a Samarcanda che la Russia potrebbe tornare a negoziare con l’Ucraina. Lo ha riferito il ministro degli Esteri di Ankara Mevlut Cavusoglu, citato dall’agenzia di stampa statale russa Tass.

Ore 11:27 - Zelensky: altre due fosse comuni scoperte a Izyum

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che altre due fosse comuni sono state scoperte a Izyum, nel nord-est dell'Ucraina, dopo la liberazione dall'occupazione russa all'inizio di questo mese. «Ho ricevuto più informazioni», ha detto Zelensky alla CBS in un'intervista andata in onda ieri, rilanciata questa mattina dalla Cnn. «Hanno trovato altre due fosse comuni, grandi fosse con centinaia di persone». «Stiamo parlando di una piccola città, Izyum. Ci sono altre due fosse comuni in una piccola città. Questo è quello che sta succedendo», ha aggiunto Zelensky. Venerdì, le autorità ucraine hanno completato l'esumazione di oltre 400 corpi da un sito di sepoltura di massa scoperto nella stessa città. La maggior parte dei corpi mostrava segni di morte violenta e 30 cadaveri avevano segni di tortura, secondo un funzionario locale.

Ore 11:51 - Kiev, con annuncio mobilitazione chiusa regione russa Rostov

In contemporanea con l’annuncio della mobilitazione, la regione di Rostov, nella Federazione Russa, è chiusa sia all’ingresso che all’uscita: lo riferisce lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, citato da Ukrainska Pravda. Le persone che non si trovano nel luogo di registrazione dopo l’avviso di leva, tramite parenti vengono informate dell’obbligo di presentarsi entro tre giorni. Al personale che arriva ai punti di raccolta nella regione di Belgorod viene annunciato un elenco di ciò che deve acquistare a proprie spese, in particolare si tratta di vestiti pesanti. Il 24 settembre — secondo Kiev — è iniziato l’addestramento dei mobilitati alla base del battaglione della flotta del Mar Nero a Sebastopoli. A Svatovo, nella regione di Lugansk, le convocazioni di mobilitazione vengono consegnate a persone di età superiore ai 18 anni. I singoli cittadini vengono immediatamente inviati alle unità militari. «Negli insediamenti della regione di Zaporizhzhia, i russi vanno porta a porta, costringendo i locali a partecipare al cosiddetto “referendum”: questo consente di identificare gli uomini. Il nemico sta facendo lo stesso negli insediamenti della regione di Luhansk», ha affermato lo Stato maggiore.

Ore 12:25 - Borsa Mosca: crolla del 10%, ai minimi da inizio guerra

La Borsa di Mosca crolla penalizzata dalla prospettiva di un aumento del rischio di ulteriori sanzioni occidentali dopo l’escalation del conflitto in Ucraina. L’indice Moex lascia sul terreno oltre il 10%, scivolando al livello più basso dall’avvio dell’offensiva contro Kiev.

Ore 12:29 - Il Cremlino ammette «errori» negli sforzi di mobilitazione. Per ora nessuna chiusura dei confini

Il Cremlino, tramite il portavoce Dmitrij Peskov, ammette «errori» negli sforzi di mobilitazione in Russia e spiega di non aver «preso alcuna decisione» al momento sulla chiusura dei confini. Ieri, si erano diffuse informazioni sui media indipendenti russi che questa settimana la Russia avrebbe chiuso i confini agli uomini arruolabili per arginare la fuga innescata dalla mobilitazione.

Ore 12:44 - Mosca sull’Italia: «Speriamo in partiti più costruttivi»

«Siamo pronti a dare il benvenuto a qualsiasi forza politica in grado di mostrarsi maggiormente costruttiva nei rapporti con la Russia»: lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov in riferimento al risultato delle elezioni in Italia, secondo quanto riferisce la Tass.

Ore 13:13 - Ong: 2.353 arresti per le proteste contro la mobilitazione

Secondo il progetto mediatico indipendente sui diritti umani dedicato alla persecuzione politica in Russia, Ovd-Info, sono 2.353 i manifestanti arrestati durante le proteste contro la mobilitazione parziale dal 21 al 25 settembre. Il numero comprende sia le persone ancora detenute che quelle già rilasciate dalla polizia russa.

Ore 13:42 - Cremlino: l’adesione dei territori annessi sarà comunicata a tempo debito

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha dichiarato che la data dell’adesione ufficiale delle nuove regioni alla Russia sarà annunciata a tempo debito: «Questo sarà preceduto da una certa procedura legata ai nostri legislatori», ha detto. Aggiungendo che i media riferiranno anche se ci si deve aspettare un discorso del leader russo a seguito dei risultati dei referendum.

Ore 14:21 - Orban, popoli Ue contro sanzioni a Russia cambiano governi

Nuovo affondo del premier ungherese, Viktor Orban, contro le sanzioni dell'Ue alla Russia «imposte dalle e'lite di Bruxelles». «La Russia ha guadagnato 158 miliardi di entrate, metà delle quali, 85 miliardi, è stata pagata dai paesi dell'Ue» ha attaccato il premier, sottolineando come l'arma delle sanzioni si sia ritorta contro gli europei. «Non c'è da stupirsi che in alcuni Stati membri il popolo arrabbiato stia cambiando i governi che sostenevano le sanzioni» ha detto Orban, salutando con un «Avanti ragazzi!» il risultato delle elezioni in Italia.

Ore 14:50 - Blinken annuncia altri 475 milioni di aiuti

Gli Stati Uniti forniranno altri 475,5 milioni di dollari a Kiev. Lo ha annunciato il segretario di stato Antony Blinken, precisando che la somma è destinata all’assistenza per la sicurezza dei civili e a rafforzare la capacità delle forze dell’ordine e della giustizia penale dell’Ucraina.«Condividiamo il loro impegno ad una Ucraina democratica, indipendente e sovrana», ha twittato.

Ore 16:01 - Lagarde: «Non posso abbassare i prezzi del gas, serve una riforma»

«Non posso fermare le azioni orribili e ingiustificate di Putin, vorrei poterlo fare, ma non posso. Non posso abbassare il prezzo del gas, vorrei poterlo fare, ma non posso. Forse una buona riforma della fissazione del prezzo dell'elettricità aiuterebbe di più». Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in audizione alla commissione Economica del Parlamento europeo.

Ore 16:09 - Fsb: 261.000 uomini fuggiti dopo mobilitazione

Il Servizio di sicurezza federale (Fsb) della Federazione Russa ha riferito che 261.000 uomini hanno lasciato il Paese dopo l'annuncio della mobilitazione. Lo ha riportato oggi Novaya Gazeta Europe, citando una fonte vicina all'amministrazione presidenziale. «Secondo la nostra fonte, l'ultimo rapporto dell'Fsb del 25 settembre indica che 261.000 uomini hanno lasciato la Russia tra mercoledì e sabato sera», ha scritto il quotidiano sul suo sito.

Ore 16:10 - Orban: in Ungheria un referendum sulle sanzioni a Mosca

Il Premier ungherese Viktor Orban anticipa, all'agenzia russa Tass, la convocazione in Ungheria di un referendum sulle sanzioni Ue contro la Russia. «Le sanzioni sono state introdotte in maniera non democratica, perché sono state decise dai burocrati di Bruxelles ma a pagarne il prezzo sono gli europei. Abbiamo bisogno di conoscere l'opinione della gente. Per la prima volta in Europa, in Ungheria chiederemo l'opinione della gente sulle sanzioni. Organizzeremo una consultazione nazionale in cui gli ungheresi saranno in grado di esprimere la loro opinione, di dire se le sostengono e se sono favorevoli all'introduzione di altre misure», ha affermato Orban, precisando di essere favorevole a «colloqui di pace immediati e a un cessate il fuoco» fra Russia e Ucraina.

Ore 16:55 - Regno Unito sanziona i russi organizzatori dei referendum

Il governo britannico ha sanzionato alcuni alti funzionari russi coinvolti nell'organizzazione dei «referendum farsa» nelle regioni ucraine sotto controllo di Mosca e altri oligarchi vicini al Cremlino. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, James Cleverly, secondo cui i referendum violano la legge internazionale, «non possono essere né liberi né equi», e Londra non ne riconoscerà il risultato.

Ore 17:35 - In custodia console giapponese in Russia, sospetto spionaggio

I servizi segreti russi hanno fermato e messo sotto custodia il console giapponese a Vladivostok, sospettato di spionaggio. Lo ha fatto sapere Mosca, precisando che il diplomatico è stato dichiarato persona non grata e proteste sono state ufficialmente presentate a Tokyo.

Ore 18:13 - Putin concede la cittadinanza russa a Snowden

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che riconosce la cittadinanza russa all'ex informatico statunitense della Cia Edward Snowden. Snowden, 39 anni, ha lasciato gli Stati Uniti e aveva trovato asilo in Russia dopo aver permesso una fuga di documenti segreti nel 2013. I documenti in questione riguardavano varie operazioni di sorveglianza nazionale e internazionale realizzate dall'Agenzia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Da allora le autorità statunitensi vogliono che Snowden torni negli Stati Uniti per essere processato con l'accusa di spionaggio.

Ore 18:28 - Kiev, resti di un corpo di donna tra le macerie dopo raid nel Donetsk

I resti di un corpo di donna sono stati rinvenuti sotto le macerie di una casa distrutta da un raid russo a Krasnohorivka nella regione di Donetsk, lo scorso 22 settembre. Lo ha annunciato il dipartimento principale del servizio di emergenza statale ucraino nella regione di Donetsk su Facebook, riporta Ukrinform. «Oggi, a Krasnohorivka, i soccorritori hanno sgombrato le macerie di una casa unifamiliare distrutta dai bombardamenti del 22 settembre. I soccorritori hanno recuperato i frammenti di un corpo femminile», afferma il rapporto.

Ore 18:37 - «L'assalitore della scuola di Izhevsk soffriva di schizofrenia»

L'uomo sospettato della strage nella scuola di Izhevsk «era già iscritto in un registro psichiatrico» e «soffriva di schizofrenia»: lo ha detto il ministro dell'Istruzione russo Sergei Kravtsov aggiungendo che l'uomo era sotto cure psichiatriche. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 19:14 - Stati membri all'Ue: «Valuti se servono nuove linee su visti»

«Gli ambasciatori hanno invitato la Commissione a monitorare, valutare e, se necessario, aggiornare le linee guida sui visti pubblicate il 9 settembre, tenendo conto delle preoccupazioni degli Stati membri in materia di sicurezza. Gli Stati membri continueranno a riunirsi nell'ambito del meccanismo IPCR per lavorare sulla preparazione all'inverno, sia per sostenere l'Ucraina che per garantire i livelli di preparazione dell'Ue»: si legge in una nota della Presidenza ceca dell'Ue dopo la riunione di questa mattina nell'ambito del meccanismo di risposta politica integrata alle crisi (Ipcr). «I rappresentanti degli Stati membri hanno partecipato a un'utile e sostanziale discussione con esperti di diverse istituzioni e agenzie dell'UE, tra cui la Commissione europea, Frontex e il Seae. Gli ambasciatori hanno accolto con favore il briefing fornito dagli esperti e hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo agli attuali sviluppi e all'escalation dell'aggressione russa contro l'Ucraina. Hanno ribadito la loro comune determinazione a fornire il massimo sostegno possibile all'Ucraina per tutto il tempo necessario», spiega la presidenza ceca, che aggiunge: «la Commissione è stata invitata a continuare a lavorare su proposte pertinenti, tra cui l'assistenza macrofinanziaria e il sostegno militare continuo attraverso il Fondo europeo per la pace».

Ore 19:43 - Media: «261mila uomini arruolabili fuggiti dalla Russia»

Secondo l'Fsb, i servizi di sicurezza russi, 261 mila uomini in età di chiamata alle armi avrebbero lasciato la Russia tra mercoledì e sabato scorso, dopo l'annuncio sulla mobilitazione parziale. Lo riporta un tweet di Meduza, citando la Novaya Gazeta Europe. Un esodo che - scrive il media russo - sarebbe alla base della discussione all'interno dell'amministrazione presidenziale sulla chiusura dei confini agli uomini in età arruolabile.

Ore 19:45 - La Russia quest'anno non designerà film per gli Oscar

Quest'anno la Russia non farà alcuna nomination di film per gli Oscar. Lo ha annunciato, secondo la Tass, la Russian Movie Academy. «Il presidio della Russian Film Academy ha deciso di non indicare nessun film russo per la designazione agli Academy Awards 2022 per film internazionale», ha affermato all'agenzia russa.

Ore 19:47 - Stoltenberg: «Ora di nuova dichiarazione congiunta con l'Ue»

«È stato un piacere incontrare la presidente von der Leyen di nuovo. Abbiamo discusso dell'aggressione della Russia all'Ucraina e del rafforzamento del sostegno all'Ucraina. La cooperazione tra la Nato e l'Ue contribuisce alla sicurezza e alla stabilità, pertanto riteniamo che sia giunto il momento di concordare una nuova dichiarazione congiunta per portare avanti il nostro partenariato». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg dopo l'incontro con il capo dell'esecutivo Ue. «La cooperazione Ue-Nato contribuisce alla sicurezza e alla stabilità, pertanto riteniamo che sia giunto il momento di concordare una nuova dichiarazione congiunta per portare avanti il nostro partenariato», gli ha fatto eco von der Leyen.

Ore 19:53 - Usa: «Referendum farsa, pronti a imporre nuovi costi a Russia»

«Siamo pronti a imporre nuovi costi» alla Russia per i referendum «farsa». Lo afferma la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre rispondendo a chi le chiedeva se gli Stati Uniti fossero pronti a ulteriori sanzioni contro Mosca. Gli Stati Uniti «non riconosceranno mai» i territori annessi in Ucraina, mette in evidenza Jean-Pierre.

Ore 19:55 - 12 mld di aiuti Usa nella legge per evitare shutdown

Ci sono anche oltre 12 miliardi di dollari di aiuti all'Ucraina nella legge per evitare temporaneamente lo shutdown alla fine di questa settimana. Lo riferiscono fonti dell'amministrazione Biden.

Ore 20:19 - Usa: Italia partner Nato-G7, lavoreremo insieme sull’Ucraina

«L’Italia è un alleato della Nato, un partner del G7 e dell’Ue, e lavoreremo con il Paese sulle questioni comuni come la guerra in Ucraina». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa commentando i risultati delle elezioni in Italia.

Ore 20:26 - Rutte a Zelensky, più armi, più sanzioni e Russia più isolata

«Stiamo rafforzando il sostegno all’Ucraina. Più armi, più sanzioni, più isolamento dalla Russia. L’ho appena detto nel corso di una conversazione con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky». Lo ha reso noto il premier olandese Mark Rutte su Twitter, precisando che «a causa della mobilitazione parziale russa e dei referendum farsa, proteggere l’Europa è fondamentale per la nostra sicurezza».

Ore 22:08 - Kiev, attacco missilistico su aeroporto Kryvyi Rih

Le forze armate russe hanno lanciato un attacco missilistico sull'aeroporto di Kryvyi Rih. Lo ha reso noto Valentin Reznichenko, capo dell'amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, nel suo canale Telegram. Lo riporta Unian. «Un attacco nemico a Kryvyi Rih. I russi hanno lanciato un missile X-59 contro l'aeroporto. L'infrastruttura è stata distrutta. Un ulteriore uso dell'aeroporto è impossibile», ha spiegato.

Ore 22:56 - Zelensky, situazione grave in Donbass: è obiettivo di Mosca

«La situazione è particolarmente grave nella regione di Donetsk. Stiamo facendo di tutto per frenare l'attività nemica. È qui che si trova il nostro obiettivo numero uno in questo momento, poiché il Donbass è ancora l'obiettivo numero uno per gli occupanti». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo discorso serale su Telegram.

Ore 02:18 - Onu, Guterres alla Russia: «Il ricatto nucleare deve finire»

«L'era del ricatto nucleare deve finire». Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, lancia un nuovo appello per l'abolizione globale delle armi nucleari, mentre crescono le preoccupazioni in merito alla minaccia della Russia di usarle durante la guerra in Ucraina. «Decenni dopo la caduta del muro di Berlino, possiamo sentire ancora una volta il tintinnìo delle sciabole nucleari», ha detto Guterres durante una sessione speciale dell'Assemblea generale dell'Onu sul disarmo nucleare. «Voglio essere chiaro: l'era del ricatto nucleare deve finire», ha aggiunto. «L'idea che qualsiasi Paese possa combattere e vincere una guerra nucleare è squilibrata. Qualsiasi uso di un'arma nucleare inciterebbe un armageddon umanitario», ha evidenziato. «Senza l'eliminazione delle armi nucleari, non ci può essere pace».

Ore 04:13 - Kiev, corridoi terrestri importanti per grano importanti anche per motivi di sicurezza

«Data l’imprevedibilità della Federazione Russa e il suo comportamento nel Mar Nero, i “corridoi di solidarietà” creati sulle rotte terrestri tra l’Ucraina e l’Ue rimangono estremamente importanti non solo per interessi commerciali, ma anche per motivi di sicurezza». Lo ha detto — come riporta Ukrinform — il ministro delle Politiche agrarie e dell’alimentazione ucraino, Mykola Solskyi, in una conferenza stampa a Bruxelles. «Anche dopo la fine della guerra, dopo la nostra vittoria, la Russia rimarrà ancora il nostro vicino — ha aggiunto — e, in base a ciò che vediamo, un vicino imprevedibile. In tali condizioni, avere percorsi alternativi attraverso Paesi democratici amici è una questione di sicurezza, non solo di affari».

Ore 04:31 - Bombardata Mykolaiv, colpiti edifici civili

La città di Mykolaiv è stata «pesantemente» bombardata durante la notte. Lo ha riferito su Telegram il sindaco Oleksandr Senkevych, precisando che gli attacchi sono stati due e hanno interessato diverse zone della città. «Sono stati danneggiati — scrive — edifici civili, in particolare strutture residenziali e negozi, oltre alla rete di approvvigionamento idrico».

Ore 05:13 - Missili su Zaporizhzhia, danni alle infrastrutture

Il nemico ha attaccato Zaporizhzhia. I razzi erano mirati alle infrastrutture, che sono state colpite. Informazioni su eventuali vittime e sui danni sono in corso di chiarimento». Lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh. L’allarme per attacco aereo è scattato verso le 5 ora locale (le 4 in Italia) e subito dopo — come riportato sui social — in città si sono sentite numerose esplosioni.

(ANSA-AFP il 26 settembre 2022) - Un uomo russo ha sparato al comandante militare locale ferendolo gravemente in un centro di reclutamento in una città siberiana dopo avergli detto che si sarebbe rifiutato di combattere nella guerra in Ucraina. "Il commissario militare Alexander Yeliseyev è in terapia intensiva, in condizioni molto gravi. L'uomo che ha sparato è stato arrestato. Sarà punito obbligatoriamente", ha dichiarato il governatore della regione di Irkutsk, Igor Kobzev, aggiungendo che la sparatoria è avvenuta nel centro di reclutamento militare della città di Ust-Ilimsk.

(ANSA il 26 settembre 2022) - Sparatoria in una scuola della città russa di Izhevsk, capitale della Repubblica dell'Udmurtia: sei persone, tra le quali anche bambini, sono state uccise e 20 feriti. Lo riportano i media russi. L'aggressore, scrive la Tass, si sarebbe suicidato secondo quanto riferisce il governatore locale.

(ANSA il 26 settembre 2022) - Proteste e scontri con la polizia nella regione russa del Daghestan dove i manifestanti sono scesi in piazza contro la mobilitazione paziale annunciata mercoledì da Vladimir Putin. Lo riferisce la Bbc. Decine di video pubblicati sui social mostrano manifestanti che affrontano la polizia e altri funzionari della sicurezza nella capitale regionale Makhachkala. L'osservatore russo indipendente dei diritti umani Ovd-Info ha riferito che gli agenti hanno fatto ricorso all'uso di pistole stordenti e manganelli sulla folla. Oltre 100 persone sono state arrestate.

«I russi non sono motivati a combattere in Ucraina: reclutano anche i detenuti e i senza tetto». Kseniya Kirillova giornalista investigativa ed analista della Jamestown Foundation di Washington è meno pessimista rispetto ad altri esperti, dopo il discorso del capo del Cremlino di due giorni fa. Gennaro Grimolizzi il 23 Settembre 2022 su Il Dubbio.

«Non credo che Putin arriverà ad usare armi nucleari». Kseniya Kirillova giornalista investigativa ed analista della Jamestown Foundation di Washington è meno pessimista rispetto ad altri esperti, dopo il discorso del capo del Cremlino di due giorni fa. La minaccia nucleare potrebbe essere considerata ancora come tale. Kirillova ha lasciato la Russia da alcuni anni e adesso vive negli Stati Uniti.

Le truppe russe stanno subendo la controffensiva ucraina. I risultati positivi sul campo si stanno avendo anche grazie agli aiuti militari dell’Occidente?

Certo. Si aggiunga, inoltre, che i russi non sono motivati a combattere. Anche gli analisti militari fedeli al Cremlino hanno fatto notare che la Russia non ha la forza per un’offensiva di massa. Al momento, Mosca sta reclutando attivamente non solo i detenuti, ma anche i senzatetto. In alcune regioni si stanno formando distaccamenti di mercenari. Secondo gli analisti occidentali, queste modalità non saranno in grado di soddisfare le esigenze dell’esercito in combattimento. Tuttavia, anche gli esperti filo-Cremlino avvertono che l’annuncio di una mobilitazione generale porterà a un forte aumento del sentimento contro la guerra nella società e gli economisti russi affermano senza mezzi termini che ‘ nessuno è pronto per la mobilitazione’.

I problemi, dunque, aumentano pure in Russia?

Il cosiddetto “posizionamento dell’economia del Paese in guerra”, voluto dai falchi, è messo in discussione, vista la corruzione impossibile da estirpare, nel settore della difesa. All’inizio di settembre, il Comitato Investigativo ha arrestato Nail Gubaev, ex direttore degli investimenti di una importante società e componente del consiglio di amministrazione di JSC ELVIS- NeoTech, sospettato di aver commesso una frode su ampia scala. Gubaev è accusato di appropriazione indebita sia di denaro pubblico che di fondi appartenenti alla stessa società JSC ELVIS.

La “Nuova Russia” riflette un modello del diciannovesimo secolo. È davvero realizzabile?

Dipende da cosa intendiamo per “realizzabile”. Il processo di degrado del livello decisionale e l’immersione della società e delle élite in un sistema arcaico di percezione del mondo è abbastanza realizzabile. Nella mente di Putin sono gli Usa, il ‘”principale nemico”, ad avere un obiettivo: distruggere in ogni modo possibile la Russia. Di conseguenza, questo falso postulato diventa una profezia che si auto-avvera. Se il nemico è implacabile, è impossibile mettersi d’accordo con lui, il che significa che deve essere sconfitto. Questo punto di vista è trasmesso dalla propaganda, che ha portato a una distorsione della percezione. Negli ultimi otto anni i russi hanno vissuto in un mondo illusorio, creato dalla propaganda che annovera storie sui “fascisti ucraini” e sul “genocidio dei russofoni”.

In Russia è vietato parlare di guerra. La repressione della libertà di opinione rafforzerà l’opposizione?

Sfortunatamente la repressione può, a un certo punto, sopprimere efficacemente il dissenso. Le persone hanno paura di opporsi alla guerra e alcune si rassegnano alla nuova realtà. Non si vede ancora una vera e propria protesta contro la guerra in Russia. La buona notizia è che anche la percentuale di persone che sostengono attivamente la guerra è piuttosto piccola. La maggior parte dei russi pro guerra lo fa per conformismo e per le paure che ho richiamato prima. I russi stanno cercando di convincersi della correttezza e della necessità di ulteriori restrizioni, divieti e privazioni.

Dagli Stati Uniti è arrivata la notizia di finanziamenti russi ad alcuni partiti ed esponenti politici di diversi Paesi. È un metodo praticato dalla Russia di Putin?

Ho potuto verificare che i russi sono impegnati a corrompere i politici occidentali. Se non riescono a portare al potere le forze a loro fedeli, organizzano ‘ misure attive’ per destabilizzare i loro paesi. Un esempio lampante è il tentato colpo di Stato in Montenegro nel 2016.

Putin sarà processato un giorno? Quando ci sarà quel giorno, avverrà pure la fine del putinismo?

Non è realistico fare previsioni, temo però che il sistema creato da Putin possa sopravvivergli. Anche dopo aver perso la guerra, la Russia potrebbe avere un margine per esistere isolata sul modello iraniano. Il modello prima o poi cadrà, ma è un tema da affrontare a lungo termine.

Ucraina Russia, le notizie del 27 settembre di Francesco Battistini, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 27 Settembre 2022.

Le notizie di martedì 27 settembre, in diretta. Sotto indagine il forte calo di pressione segnalato ieri sulle due linee: un incidente è ritenuto «altamente improbabile» 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 216esimo giorno. Migliaia di uomini in età da combattimento continuano a fuggire dal Paese per sfuggire al reclutamento

• Le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk hanno definito «validi» i referendum in corso anche nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia per l’annessione alla Russia. I risultati non sono ancora noti. Gli Usa: «Il mondo non riconoscerà mai l’esito dei referendum».

• Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia e perché è una dichiarazione di guerra.

• Vladimir Putin concede la cittadinanza russa a Edward Snowden.

• Viktor Orbán vuole un referendum sulle sanzioni contro Mosca.

Ore 05:13 - Missili su Zaporizhzhia, danni alle infrastrutture

Il nemico ha attaccato Zaporizhzhia. I razzi erano mirati alle infrastrutture, che sono state colpite. Informazioni su eventuali vittime e sui danni sono in corso di chiarimento». Lo scrive su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh. L’allarme per attacco aereo è scattato verso le 5 ora locale (le 4 in Italia) e subito dopo — come riportato sui social — in città si sono sentite numerose esplosioni.

Ore 05:13 - Cremlino: nessuna decisione su chiusura confini russi

Il Cremlino ha affermato ieri che non è stata presa alcuna decisione sulla chiusura dei confini russi mentre migliaia di persone fanno la fila per lasciare il Paese dall’annuncio della mobilitazione parziale. Le decisione sulla eventuale chiusura dei confini della Russia deve ancora essere presa, ha detto il Cremlino. La mobilitazione parziale del presidente russo Vladimir Putin ha visto centinaia di tentativi di fuga dalla Russia, e sta spingendo verso un divieto per gli uomini in età militare di attraversare il confine.

Ore 05:39 - IL PUNTO MILITARE - La battaglia nascosta di Kherson

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La battaglia «nascosta» di Kherson cancella vite, mezzi, infrastrutture. Infatti tanti russi non vogliono morire per la città lontana e si oppongono alla mobilitazione. Altri combattono subendo perdite nei loro ranghi e infliggendone di pesanti agli ucraini che, non a caso, restano riservati su questa parte di offensiva.

Nel settore Nord Est-Est la resistenza avanza, consolida i successi nell’area di Lyman, respinge i contrattacchi degli invasori. Diverso il quadro a sud, dove incontra una dura opposizione: lo confermano le notizie scarne e i racconti degli inviati occidentali. Un reportage del New York Times riporta le voci dei militari di Kiev, sono loro stessi a descrivere senza reticenze l’alto numero di caduti, i tank distrutti e il consueto riferimento alla «mancanza di munizioni». Una carenza, quest’ultima, per certi aspetti sorprendente visto che lo Stato maggiore ha preparato la spallata e dunque avrebbe dovuto avere scorte. Allo stesso tempo attaccare è più dispendioso, ci si espone, si rischia.

Ore 05:39 - Cremlino: nessuna decisione su chiusura confini russi

Un uomo ha aperto il fuoco ieri in un centro di reclutamento dell’esercito russo, ferendo gravemente un ufficiale che lavorava lì, mentre il Cremlino ha ammesso «errori» nel mobilitare centinaia di migliaia di riservisti per combattere in Ucraina. Dall’annuncio di una mobilitazione parziale la scorsa settimana, sono stati denunciati molti casi di persone anziane, malati o studenti richiamati, mentre le autorità avevano assicurato che erano esenti. La sparatoria è avvenuta in una stazione di polizia militare a Oust-Ilimsk, una remota cittadina nella regione siberiana di Irkutsk. Il governo russo è accusato di cercare di mobilitarsi in via prioritaria nelle aree povere e isolate. Il comitato investigativo russo ha affermato che il sospetto, un residente di 25 anni, è stato arrestato. La vittima è ricoverata in gravissime condizioni. «I medici stanno combattendo per la sua vita», ha affermato il governatore della regione di Irkutsk Igor Kobzev..

Ore 06:06 - Nord Stream, perdita gas: per il ministro dell’economia tedesco «i gasdotti sono stati attaccati»

Il «forte calo di pressione» annunciato ieri dall’operatore di Nord Stream, una «emergenza immediatamente segnalata alle autorità di Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia e Russia, mentre è in corso un’indagine», sarebbe stato causato da un attacco ai gasdotti 1 e 2. A sostenerlo è il ministro dell’economia tedesco, secondo il quale «un incidente è altamente improbabile»: per Berlino entrambe le linee «sono state attaccate».

Il Nord Stream è un gasdotto che, attraverso il Mar Baltico, trasporta direttamente il gas proveniente dalla Russia in Europa occidentale, passando per la Germania.

Ore 06:31 - Esercito Kiev distrugge chiatta militare russa a Kherson

L’esercito ucraino ha distrutto una chiatta militare russa e 3 sistemi missilistici Pantsir. Le forze armate ucraine hanno distrutto una chiatta vicino a Kherson mentre le truppe russe tentavano di stabilire un ponte tra le rive del fiume Dnipro. Lo ha riferito il comando operativo meridionale dell’Ucraina come riportato dal Kiev Indipendent.

Ore 06:36 - Forze armate Kiev, tensione in centrale Zaporizhzhya

«La situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhya è tesa. I dipendenti non vogliono collaborare con i russi e cercano di lasciare i territori temporaneamente occupati dalle forze armate di Mosca. La parte occupata della regione di Kherson è completamente chiusa in ingresso e in uscita». Lo scrive su Facebook lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell’Ucraina nel consueto messaggio delle 6 sulla situazione militare.

Ore 08:00 - Intelligence britannica: l’annuncio dell’annessione sarà probabilmente venerdì

Il presidente russo Vladimir Putin si rivolgerà a entrambe le Camere del parlamento russo venerdì 30 settembre e potrebbe utilizzare il suo discorso per annunciare formalmente l’annessione dei territori occupati dell’Ucraina alla Russia: lo riferisce il ministero della Difesa britannico, riportando informazioni della sua intelligence militare, nel suo bollettino quotidiano sul conflitto. «Esiste una possibilità realistica che Putin utilizzi il suo discorso per annunciare formalmente l’adesione delle regioni occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa. I referendum attualmente in corso all’interno di questi territori dovrebbero concludersi il 27 settembre».

Ore 08:41 - Medvedev: «La Russia ha il diritto di usare armi nucleari»

«La Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari, se necessario, in base alla dottrina nucleare»: lo afferma, citato dalla Tass, il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, ed ex presidente della Federazione, Dmitry Medvedev. La Russia - ha aggiunto - «farà tutto il possibile per impedire ai vicini ostili, come l’Ucraina, di acquistare armi nucleari».

Ore 09:52 - Il Kazakistan «offrirà rifugio» ai russi che scappano dalla leva

Il presidente del Kazakistan, Kassym-Jomart Tokayev, ha assicurato oggi che il suo Paese proteggerà i russi che fuggono dalla Federazione per sfuggire alla mobilitazione militare parziale in corso per inviare rinforzi alle truppe impegnate nella guerra in Ucraina. «Negli ultimi giorni molte persone sono venute da noi dalla Russia. La maggior parte è costretta ad andarsene a causa di una situazione disperata», ha detto Tokayev, secondo le agenzie di stampa russe. «Dobbiamo prenderci cura di loro, garantire la loro sicurezza», ha aggiunto il presidente, alleato di Mosca, che ha però preso le distanze dal Cremlino sull’offensiva militare russa in Ucraina.

Ore 10:58 - «Bendato e bloccato»: l’interrogatorio del console giapponese a Vladivostok

«Bendato e bloccato fisicamente». Così il console giapponese a Vladivostok Motoki Tatsunori è stato «sottoposto a un interrogatorio coercitivo» dalle autorità russe dopo essere stato arrestato dall’Fsb con l’accusa di spionaggio. Lo denuncia il ministro degli Esteri di Tokyo Yoshimasa Hayashi; le autorità giapponesi hanno chiesto «scuse» a quelle russe per il fermo, motivato da accuse di «spionaggio», del console giapponese a Vladivostok. Tatsunori dovrebbe rientrare a Tokyo entro domani.

Ore 11:05 - Tbilisi: «Raddoppiati a 10 mila al giorno gli ingressi in Georgia dalla Russia»

Gli arrivi di cittadini russi in Georgia sono raddoppiati a 10.000 al giorno dopo l’annuncio della mobilitazione da parte del presidente russo Vladimir Putin. Lo afferma il governo di Tbilisi.

Ore 11:21 - Mosca: «Indagini urgenti» sui danni ai gasdotti NordStream

Il Cremlino definisce la diminuzione della pressione sulle linee del gasdotto Nord Stream «una situazione senza precedenti che richiede un’indagine urgente». Lo afferma il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo quanto riferisce la Tass. Da questa notte, Nord Stream denuncia danni «senza precedenti» a tre linee offshore dei sistemi di gasdotti NordStream. Fuori servizio a causa della guerra in Ucraina, i gasdotti Nord Stream che collegano la Russia alla Germania sono stati entrambi improvvisamente colpiti da molto rare perdite, inspiegabili, nel Mar Baltico, secondo l’annuncio dato dalle autorità danesi e svedesi. Le autorità tedesche devono ancora commentare. Ma secondo una fonte vicina al governo, citata dal quotidiano berlinese Tagesspiegel, «tutto va contro l’ipotesi di una coincidenza». «Non possiamo immaginare uno scenario che non sia un attacco mirato». Il Cremlino ora promette che indagherà.

 Ore 12:08 - Ue: «Le sanzioni funzionano. Pil russo giù dell’11%»

«Le nostre sanzioni economiche alla Russia stanno funzionando: la Russia sta soffrendo la sua più grave recessione dagli anni Novanta e si attende un crollo del suo Pil pari all’11%» che rappresenta la contrazione «più forte dalla caduta dell’Unione Sovietica». Lo ha dichiarato Luc Pierre Devigne, vice direttore generale del Seae (Servizio europeo per l’azione esterna) nell’audizione alle commissioni congiunte per gli Affari esteri e la Difesa del Parlamento europeo.

Ore 12:24 - Ue: «Possibile sanzionare europei che sostengono i referendum russi in Ucraina»

La Commissione Europea considera «certamente un’opzione» imporre sanzioni individuali ai cittadini europei che si trovano nelle regioni ucraine dove sono in corso i referendum «come osservatori». Lo sostiene un portavoce dell’esecutivo Ue, sottolineando come «non ci siano solo europei». «Ogni sostegno a questi referendum sarà considerato come illegale e ovviamente tutto dipenderà dal livello di partecipazione accordato. Certo, la responsabilità di capire se vanno adottate misure, caso per caso, è degli Stati membri».

Ore 13:30 - Truss parla con Mbs, `grazie per mediazione rilascio prigionieri Gb´

La premier britannica Liz Truss ha ringraziato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, detto Mbs, per «il suo ruolo personale» nel rilascio dei cinque britannici catturati da filorussi in Ucraina, nell’ambito dell’ampio scambio di prigionieri avvenuto la scorsa settimana. Downing Street rende noto che nella conversazione telefonica, i due hanno discusso anche la «partnershi strategica» su difesa e sicurezza energetica, mentre Truss ha ribadito il «continuo incoraggiamento ai progressi dell’Arabia Saudita verso le riforme interne».

Ore 13:32 - Putin, priorità Mosca salvare persone in territori referendum

«Oggi, nel contesto di un’operazione militare speciale e dei referendum nel Donbass, salvare persone in tutti i territori, cioè in tutti i territori in cui si tiene questo referendum, è al centro dell’attenzione della nostra intera società, dell’intero Paese». Lo ha detto il presidente russo, Vladimir Putin, secondo quanto riportano le agenzie di stampa russe.

Ore 14:18 - Mosca: «Non chiederemo estradizione per russi in fuga da leva»

Il ministero della Difesa della Federazione russa non intende chiedere l’estradizione al Kazakistan, alla Georgia o ad altri Paesi dei cittadini russi che hanno attraversato la frontiera dopo l’annuncio della mobilitazione parziale. Lo afferma una nota del ministero citata da Interfax.

Ore 14:29 - In fuga dalla Russia, coda di oltre 16 km al confine con Georgia

L’annuncio della mobilitazione parziale da parte del presidente russo Vladimir Putin legato alla guerra in Ucraina ha portato molti russi a fuggire dall’arruolamento. In base alle «immagini del satellite Maxar una coda di russi lunga oltre 16 km si è formata lungo il confine con la Georgia.

Ore 14:37 - Esercitazione russa nelle isole Curili

Unità motorizzate di fucilieri delle forze armate russe stanno tenendo un’esercitazione sulle isole Curili, contese con il Giappone, e Sakhalin. Lo riferisce un comunicato del Distretto Militare Orientale russo. Le esercitazioni militari russe sulle isole Curili sono frequenti - le ultime risalgono allo scorso 3 settembre - ma in questa occasione assumono una valenza particolare per via della crisi diplomatica in corso con Tokyo in seguito all’arresto per spionaggio del console nipponico a Vladivostok. «Soldati delle unità di fucilieri motorizzate del corpo d’armata del Distretto Militare Orientale sulle isole Sakhalin e Curili stanno tenendo esercitazioni con fuoco vivo, esercitazioni tattiche e mediche e addestramenti in altre branche militari su base quotidiana», si legge nel comunicato.

Ore 14:39 - La legge finanziaria ucraina prevede la guerra per tutto il 2023

La bozza di legge finanziaria in Ucraina è stata predisposta sulla base della previsione che le ostilità nel Paese continueranno per tutto il 2023. Lo ha detto in un’intervista a Ukrinform il presidente della commissione Bilancio del Parlamento di Kiev, Yuriy Aristov. «In queste difficili condizioni per l’Ucraina, la Verkhovna Rada prevede di accelerare il processo per approvare il bilancio statale per il 2023 non prima del primo dicembre, come previsto dalla legge, ma entro la fine o addirittura la metà di ottobre. A tal fine, i rappresentanti del popolo hanno convenuto di non presentare troppi emendamenti, limitandosi solo alle proposte più urgenti per il Paese. La commissione Bilancio del Parlamento si augura che sia così, e che si eviti il ;;tradizionale invio dei desiderata dei deputati», ha spiegato Aristov.

Ore 14:42 - Gazprom: «Con la corsa del gas in 6 mesi gli utili di 2 anni»

Gazprom archivia un semestre di risultati «molto forti», grazie agli «alti prezzi sul mercato europeo del gas», con i prezzi medi delle esportazioni nei Paesi non appartenenti all’area Csi (Comunità degli Stati indipendenti) che sono cresciuti di oltre 3,5 volte sul 2021. L’utile del gruppo russo Gazprom, che ha iniziato a ridurre le forniture all’Europa solo verso la fine del semestre, è salito a 2,514 trilioni di rubli, pari a oltre 44 miliardi di euro, «che non è solo 2,6 volte di più del risultato nel primo semestre del 2021, ma anche più dei profitti totali del gruppo Gazprom nei due anni precedenti», ha detto Famil Sadygov, vice presidente del consiglio di gestione. Da qui la decisione di pagare per la prima volta nella sua storia un acconto sul dividendo di 2,416 trilioni di rubli, pari a 42,7 miliardi di euro, che andranno in gran parte al governo russo, azionista di controllo di Gazprom.

Ore 14:45 - Cardinale Parolin: «Minaccia uso armi atomiche è ripugnante»

Un mondo «vicino all’abisso di una guerra nucleare». A ribadirlo è il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, intervenuto ieri alle Nazioni Unite in un incontro ad alto livello per la Giornata internazionale per l’eliminazione totale delle armi nucleari. La minaccia dell’uso di questo tipo di armi nel conflitto in Ucraina, che ha riportato, ha detto, la guerra in Europa ad una dimensione mai vista da generazioni è «ripugnante». Lo riporta il sito della Santa Sede Vatican News.

Ore 14:47 - Il patriarca russo Kirill chiede una «mobilitazione spirituale»

Il patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha sottolineato l’importanza d in una «mobilitazione spirituale», che - a suo dire - porterà alla fine alla riconciliazione tra Russia e Ucraina. Lo riporta l’agenzia russa Interfax. «La nostra mobilitazione spirituale, alla quale ora chiamo tutti, aiuterà anche a mobilitare tutte le forze della nostra Patria e allo stesso tempo faciliterà sicuramente alla fine la piena riconciliazione di Russia e Ucraina, che condividono uno spazio comune della Chiesa ortodossa russa», ha affermato il patriarca in un sermone dopo la liturgia nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. «Molti si stanno ribellando contro la Russia, e molti hanno piegato la testa nel desiderio di distruggere la Russia, la sua identità, la sua indipendenza e la sua libertà - ha aggiunto -. Oggi dobbiamo rafforzare soprattutto noi stessi nella nostra fede, riempire le nostre chiese, pregare per la autorità e per i militari, per i nostri parenti e cari e pregate anche per la Chiesa ortodossa, che in queste difficili condizioni preserva l’unità spirituale della Santa Russia’. La settimana scorsa il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato la mobilitazione parziale dei riservisti per la guerra in Ucraina.

Ore 14:49 - Meta blocca rete propaganda russa di 1.600 account Facebook

Una rete tentacolare di disinformazione con origine in Russia ha cercato di utilizzare centinaia di account falsi sui social network e dozzine di siti web di notizie false per diffondere il punto di vista del Cremlino sull’invasione dell’Ucraina. Lo rivela Meta, società proprietaria di Facebook e Istagram, riferendo di avere identificato e disattivato l’operazione prima che riuscisse a guadagnarsi un pubblico vasto. Secondo quanto riferito da Meta, sono oltre 1.600 gli account fake che erano usati per diffondere la propaganda russa fra gli utenti in Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Ucraina. L’operazione, riferisce ancora Meta, coinvolgeva oltre 60 siti web creati per imitare siti reali, compresi quelli di testate come il Guardian e Der Spiegel, solo che anziché le notizie riportate da quelle testate i siti fake contenevano link alla propaganda russa e ad articoli di disinformazione sull’Ucraina. Secondo Facebook, si tratta del più grande e più complesso sforzo di propaganda russa rilevato da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio.

Ore 15:07 - Kiev, su Nord Stream attacco russo e aggressione contro Ue

«La fuga di gas dal Nord Stream un non è altro che un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’Ue. La Russia vuole destabilizzare la situazione economica in Europa e provocare il panico pre-inverno». Lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Putin. «La migliore risposta e investimento per la sicurezza» è fornire «carri armati all’Ucraina. Soprattutto quelli tedeschi...»

Ore 15:27 - Riconquistato un altro insediamento in regione Kharkiv

Le forze armate ucraine hanno riconquistato l’insediamento di Kupiansk-Vuzlovy, nella regione di Kharkiv, sulla sponda Ovest del fiume Oskil. Lo riferisce, secondo il Kyiv Independent, il governatore dell’Oblast, Oleg Syniegubov. Resta sotto il controllo russo ancora il 6% della regione di Kharkiv, aggiunge Syniegubov. 

Ore 15:43 - Il mar Baltico «ribolle»

La Danimarca e la Svezia hanno convocato delle unità di crisi in seguito ai danni subiti dal gasdotto Nord Stream sotto il Mar Baltico. A quanto riferisce il quotidiano svedese Aftonbladet, la struttura coinvolge diversi ministeri, come ha dichiarato la titolare del dicastero agli Esteri Anne Linde, la quale è in stretto contatto con il suo omologo danese, Jeppe Kofod. 

L’esercito danese ha diffuso un breve il filmato della fuga di gas sul Nord Stream. La larghezza del cerchio è di diverse centinaia di metri: «Il mar Baltico ribolle»

Ore 15:52 - Gas: media svedesi, due esplosioni nell’area Nord Stream

La rete sismica nazionale svedese ha rilevatodue chiare esplosioni nell’area interessata dalla fuga di gas che ha interessato Nord Stream. Lo riferisce la tv svedese Svt. Una delle esplosioni, viene riferito, ha avuto una magnitudo di 2,3 gradi ed è stata registrata in ben 30 stazioni di misurazione nel sud della Svezia.

Ore 15:54 - Il video del mare che «ribolle»

Ore 16:00 - Mosca, oltre 96% per annessione a Russia in referendum

La Russia ha iniziato a diffondere i primi risultati dei referendum organizzati dalle autorità filorusse nelle regioni ucraine occupate di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia sull'annessione alla Russia. Lo riportano le agenzie di stampa russe. Secondo quanto riferito dalla Tass, a Kherson il 97,47% ha votato per unirsi alla Russia (con il 12% delle schede conteggiate), nella regione di Zaporizhzhia il 96,94% ha votato per unirsi a Mosca (con il 22% delle schede conteggiate), nella regione di Donetsk il 97,74% ha votato per unirsi alla Russia (con oltre il 12% dei conteggi effettuati) e nel Luhansk il 97,77% ha votato a favore dell'annessione (con il 12,06% delle schede conteggiate).

Ore 16:32 - «Nord Stream 1 e 2 sono stati sabotati intenzionalmente»

«Nord Stream 1 e 2 sono stati sabotati intenzionalmente. Lunedì (2:00 e 19:00) oltre 30 stazioni di misurazione sismologiche nella Svezia meridionale hanno registrato due detonazioni sottomarine nell'area delle fughe di gas, una delle quali è stata registrata come un terremoto di 2,3 * della scala Richter», dice Hugo Kaaman, Ricercatore e analista indipendente, alla tv svedese SVT.

Ore 16:41 - Osservatrice italiana: «Referendum anomalo, ma nessuno minacciato»

«Venti persone sono morte durante l'organizzazione del referendum. Con noi c'erano sempre un paio di soldati per la nostra sicurezza», dichiara Villani, che parla quindi di quello che ha visto, puntualizzando che il suo compito, e quello dei suoi «colleghi», non è stato quello di «certificare» il voto. «Sono venuta a titolo personale per vedere con i miei occhi quello che sta succedendo», dice la giornalista, che alla domanda se non ritenesse di legittimare, con la sua sola presenza, un referendum per l'annessione di territori presi con la forza, replica: «Siamo osservatori ufficiosi, non certifichiamo nulla. I russi ci hanno solo fatto riempire un questionario e c'erano persone da tutto il mondo, dallo Zimbabwe alla Cina, dal Brasile all'Egitto». Villani, che in Italia ha più volte svolto il ruolo di presidente di seggio, parla poi del processo elettorale, che definisce «anomalo», pur rimarcando la «notevole organizzazione». Innanzitutto, «si vota per casa per casa. I funzionari si presentano con le urne trasparenti a tracolla ai domicili delle persone che sanno essere russe e fanno votare con la penna invece che con la matita indelebile. Dopo fanno anche firmare un registro agli elettori».

Ore 16:44 - Fonti Nato, stiamo esaminando cause fuga gas Nord Stream

«La Nato sta monitorando attentamente la situazione nel Mar Baltico. Gli alleati stanno esaminando le circostanze delle fughe di gas e scambiando informazioni, anche con Finlandia e Svezia». Lo fa sapere un funzionario dell'Alleanza Atlantica sentito dall'ANSA in riferimento alle perdite di gas dal gasdotto Nord Stream.

Ore 17:34 - Stoltenberg, referendum non cambiano nulla, Nato con Kiev

«Ho appena parlato con il presidente Zelensky e ho chiarito che gli alleati della Nato sono incrollabili nel nostro sostegno alla sovranità e al diritto di autodifesa dell'Ucraina: i referendum fasulli indetti dalla Russia non hanno alcuna legittimità e sono una palese violazione del diritto internazionale, queste terre sono dell'Ucraina». Lo ha scritto su Twitter il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Ore 18:12 - Kiev: 5 anni di carcere a chi ha collaborato a referendum

Tutti i cittadini ucraini che abbiano collaborato all'organizzazione dei referendum di annessione alla Russia svoltisi nelle regioni ucraine occupate dalle forze di Mosca sono passibili di pene fino a cinque anni di carcere: lo ha dichiarato il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, intervistato dal quotidiano svizzero Blick. "Abbiamo un elenco di persone che sono state coinvolte ad un qualche livello", ha spiegato Podolyak, precisando che gli ucraini che sono stati costretti a votare non subiranno alcuna sanzione.

Ore 18:17 - Bloomberg: Italia può superare inverno senza gas russo

L'Italia ha scorte sufficienti di gas per superare l'inverno anche nel caso in cui venisse a mancare completamente il gas russo. Lo riferisce Bloomberg spiegando che questo è stato possibile grazie alle forniture provenienti dal Nord Africa. L'aumento delle consegne di gas attese dall'Algeria e dall'Egitto riuscirebbe a coprire le restanti forniture che l'Italia riceve ancora dalla Russia. L'Italia in una prima fase prevedeva di ottenere l'indipendenza dal gas russo entro la primavera del 2025, ma dovrà espandere la propria capacità di rigassificazione affinché possa stare tranquilla anche i prossimi inverni, spiegano le fonti all'agenzia statunitense.

Ore 18:41 - Onu, Usa preparano risoluzione di condanna referendum in Ucraina

L’ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield presenterà oggi pomeriggio, durante l’incontro del Consiglio di sicurezza sull’Ucraina, una risoluzione che condanni la Russia per i referendum in corso in quattro regioni ucraine e dichiarerà che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non sosterrà l’uso della forza per ridisegnare i confini del Paese. A rivelarlo è la CNN. La risoluzione - che sarà presentata congiuntamente da Stati Uniti e Albania - sarà in gran parte simbolica poiché la Russia quasi certamente porrà il veto. Dietro le quinte i diplomatici statunitensi si stanno impegnando che tutte le nazioni presenti nella sessione del Consiglio di oggi, compresi i diplomatici cinesi e indiani, votino a favore.

Ore 18:42 - Stoltenberg: grande preoccupazione per fatti Nord Stream

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha convocato oggi una riunione straordinaria della Conferenza dei direttori nazionali degli armamenti (Cnad) presso la sede della Nato. L’incontro si è concentrato sulle implicazioni della guerra della Russia contro l’Ucraina, comprese le capacità degli alleati e le scorte di munizioni. Il segretario generale ha esortato gli Alleati a continuare a rifornire le scorte il più rapidamente possibile. «Il potenziamento delle scorte della Nato garantirà che possiamo continuare a sostenere l’Ucraina», ha affermato, «dobbiamo continuare a lavorare insieme come alleati della Nato e con l’industria per ricostituire le nostre scorte di munizioni e fornire all’Ucraina il supporto di cui ha bisogno, finché l’Ucraina ne avrà bisogno».

Stoltenberg ha anche sottolineato che gli Usa seguono «con grande preoccupazione le fughe di gas nei gasdotti Nord Stream: siamo in contatto con Danimarca e Svezia, è importante avere tutti i fatti sul tavolo ed è per questo che dedicheremo la nostra attenzione a questi eventi nelle prossime ore e giorni, in collaborazione con tutti gli alleati».

Ore 18:47 - Mosca, in regione Luhansk il 97,93% elettori per annessione

Usa e Israele: referendum farsa, non cambiano nulla

Nell’autoproclamata repubblica di Luhansk il 97,93% degli elettori ha votato per l’annessione alla Russia. Lo riporta Ria Novosti. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha detto che l’Occidente «non riconoscerà mai» i referendum organizzati dalle autorità filorusse nelle regioni ucraine occupate da Mosca per sancirne l’annessione. Anche il ministero degli esteri a Gerusalemme ha chiarito che Israele «riconosce la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina» e «non accetterà» i risultati del referendum nei distretti orientali dell’Ucraina.

«I referendum farsa tenuti dalla Russia non hanno legittimità e sono una palese violazione del diritto internazionale. Queste terre sono l’Ucraina», scrive in un tweet il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Ore 19:06 - La segretaria del Comitato olimpico russo ha lasciato il Paese

Anastasia Davydova, segretaria generale del Comitato olimpico russo (Roc) e cinque volte medaglia d’oro alle Olimpiadi nel nuoto sincronizzato, ha lasciato il Paese e non sarebbe più intenzionata a rientrare in patria, secondo quanto riferiscono i media russi.

La partenza della 39enne ex regina del sincro è successiva alla mobilitazione parziale delle riserve militari da inviare sul fronte ucraino e all’annuncio del ministero dello Sport russo che ha sospeso tutti i raduni di allenamento all’estero. Il Comitato olimpico russo comunica che Davydova non si è dimessa da segretario generale. A confermare la fuga è anche Tatiana Danchenko, mentore di Anastasia e capo allenatore della squadra russa di nuoto sincronizzato.

Ore 19:19 - La Casa Bianca apre sui russi che chiedono asilo

Gli Usa danno il benvenuto a qualsiasi persona cerchi asilo provenendo dalla Russia: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre nel briefing con i reporter.

Ore 23:25 - Filorussi: vittoria referendum in tutte e quattro le regioni

Anche a Donetsk, la quarta regione in cui si sono tenuti «referendum» organizzati dagli occupanti russi sull’annessione alla Federazione, il sì ha vinto in maniera plebiscitaria. Il risultato scontato è stato annunciato dalle autorità separatiste e prorusse della regione dell’Est dell’Ucraina, con un risultato del 99,23% di sì all’annessione. Tutte e quattro le regioni ucraine occupate in cui sono stati organizzati questi referendum hanno quindi votato per l’annessione: oltre a quella di Donetsk, sono le regioni meridionali di Zaporizhzhia e Kherson e l’altra orientale di Lugansk. Contro i referendum si sono schierati l’Ucraina e tutti i suoi alleati occidentali che li considerano illegittimi.

«Kiev non può negoziare con Mosca dopo i referendum di annessione», ha commentato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando in video alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu.

Ore 02:31 - Repubblica di Donetsk: «Presto la firma per l’annessione alla Russia»

«Dopo il referendum il prossimo passo sarà la firma di un accordo di adesione con la Russia». Lo ha detto - riferisce la Tass - il capo della Repubblica popolare di Donetsk (Dpr), Denis Pushilin, commentando l’esito del voto referendario nelle zone occupate dai russi in Ucraina. «Inizierò presto a preparare le mie prossime mosse. Firmeremo molto presto un accordo con la Russia. Quindi sto per partire», ha detto ai giornalisti nella sede della Commissione elettorale centrale della Dpr.

Ore 02:32 - Usa preparano nuovo invio di armi all’Ucraina

Gli Stati Uniti stanno preparando un nuovo pacchetto di armi da 1,1 miliardi di dollari per l’Ucraina in previsione dell’annuncio da parte della Russia dell’annessione di territori ucraini. Lo riferiscono fonti dell’amministrazione all’agenzia Reuters. Nel nuovo invio ci saranno i sistemi anti-missile Himars già inviati alle forze di Kiev in passato, munizioni, vari tipi di sistemi anti droni radar, precisano le fonti. L’amministrazione sta anche preparando nuove sanzioni contro Mosca in risposta ai referendum.

Ore 02:34 - Zelensky: la Russia vuol fare deragliare l’accordo sul grano

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky in un video postato su facebook ha detto che la Russia la «sta preparando il terreno per cercare di far deragliare l’accordo sul grano». Lo riporta Unian.

Ore 02:36 - Charles Michel: referendum fasullo, non lo riconosciamo

«Referendum fasullo. Risultati fasulli. Non riconosciamo nessuno dei due». Lo scrive su twitter il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, in merito al referendum sull’annessione alla Russia che si è svolto nei territori occupati da Mosca in Ucraina.

Ore 02:53 - Kiev: documentati 582 crimini di guerra nella regione di Kharkiv

La polizia ucraina sostiene di essere riuscita a documentare 582 crimini di guerra nella regione di Kharkiv liberata dall’occupazione russa. Lo riferisce Ukrinform citando la portavoce del ministero dell’Interno Alyona Matveeva. Matveeva ha anche spiegato che, secondo i risultati dell’esumazione dei corpi dalle fosse comuni vicino a Izyum, sono state trovate 212 donne morte, più di 190 uomini, 5 bambini e 22 militari delle forze armate.

Ore 02:57 - IL PUNTO MILITARE - Il generale Zaluzhny e il ruolo della resistenza ucraina

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Nessuno, neppure gli alleati occidentali che hanno previsto ogni mossa del Cremlino e addestrato per anni le forze di Kiev, si aspettava che l’esercito ucraino avrebbe fermato — e poi respinto — l’Armata russa. La resistenza ha tenuto e, dopo sei mesi di combattimenti intensi, è riuscita a riconquistare circa 6 mila chilometri quadrati di territorio, tagliando le linee di rifornimento nemiche. A guidare l’esercito di Kiev in questo risultato sorprendente, che ha segnato una svolta nel conflitto, è stato il generale Valeriy Zaluzhny, l’uomo che a luglio 2021 il presidente Volodymyr Zelensky ha messo a capo delle forze armate ucraine.

In quei giorni d’estate, mentre i russi ammassavano uomini e mezzi al confine, Zelensky non credeva ai rapporti dell’intelligence che prevedevano un’invasione imminente. Zaluzhny, insieme ad altri ufficiali, cominciò invece ad attuare cambiamenti sostanziali. «Quando verrà scritta la storia di questa guerra», ha affermato il settimanale americano Time, che gli ha dedicato la copertina di questa settimana, «Zaluzhny avrà un ruolo di primo piano».

Ore 03:00 - Perdite nei gasdotti Nordstream, il sospetto degli attentati russi

(Paolo Valentino, corrispondente da Berlino) Allarme sotto il Mar Baltico.Potrebbero essere frutto di un attacco terroristico mirato il forte calo di pressione e le perdite di gas, registrati lunedì nei tubi sottomarini di Nord Stream 1 e 2, le condotte che trasportano in Europa il metano proveniente dalla Russia passando per la Germania. I due gasdotti non sono attualmente in uso, il primo per decisione del governo di Mosca come reazione alle sanzioni occidentali, il secondo bloccato da quello tedesco come risposta all’invasione dell’Ucraina. Le autorità danesi e svedesi stanno accertando le dimensioni delle falle e indagando sulle cause, ma entrambe hanno definito l’ipotesi di un incidente «altamente improbabile». «È presto per trarre ogni conclusione, ma siamo davanti a una situazione straordinaria, le fughe di gas sono in tre punti ed è difficile immaginare che sia accidentale», ha detto la premier danese Mette Fredricksen. In Germania, il quotidiano berlinese Tagesspiegel ha citato fonti del governo, secondo cui i tubi sarebbero stati «attaccati».

Ore 03:43 - Polonia: se Mosca userà armi nucleari, la risposta sarà devastante

Il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, ha dichiarato che la risposta della Nato a qualsiasi uso di armi nucleari da parte della Russia in Ucraina sarà «devastante». In un’intervista al talk show della Nbc `Meet the Press´ il ministro, in visita a Washington, ha avvertito che se Putin dovesse usare la bomba atomica la Nato reagirà «in maniera convenzionale, quindi non usando un’arma nucleare, «ma la risposta sarà devastante». «Questo è il messaggio che l’Alleanza sta inviando alla Russia in questo momento», ha aggiunto il ministro di Varsavia.

Ore 04:52 - Gas, Blinken: Stati Uniti pronti ad aiutare gli alleati europei

Gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare gli alleati europei per la sicurezza energetica. Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno esaminando le notizie secondo cui le perdite del gasdotto Nordstream sarebbero «il risultato di un attacco o di un qualche tipo di sabotaggio».«Se la notizia è confermata, è chiaro che non è nell’interesse di nessuno», ha detto Blinken. «Mi sembra di capire che le perdite non avranno un impatto significativo sulla resistenza energetica dell’Europa», ha detto Blinken - «ciò che è fondamentale è che stiamo lavorando giorno per giorno, sia a breve che a lungo termine, per affrontare la sicurezza energetica dell’Europa e di tutto il mondo». Il Segretario di Stato Usa ha, inoltre, sottolineato gli sforzi degli Stati Uniti per aumentare le spedizioni di gas naturale liquefatto dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

Ucraina Russia, le notizie di mercoledì 28 settembre. Francesco Battistini, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 28 Settembre 2022

Le notizie di mercoledì 28 settembre. L’Ue propone il «price cap» al petrolio. Allarme in Europa per le perdite di gas da Nord Stream: «È un attentato russo». Mosca nega e accusa Washington. Usa: «Gli americani lascino subito la Russia»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 217esimo giorno. Migliaia di uomini in età da combattimento continuano a fuggire dal Paese per sfuggire al reclutamento.

• Tutti e quattro i referendum nelle regioni annesse hanno visto vincere il sì in maniera plebiscitaria, un risultato scontato. Venerdì Mosca potrebbe annunciare l’adesione delle 4 province.

• Cos’è la mobilitazione parziale ordinata da Putin in Russia e perché è una dichiarazione di guerra.

• Il segretario generale della Nato: la retorica di Putin è preoccupante. «I referendum nell’est sono illegittimi». La segreteria generale del Comitato olimpico di Mosca ha lasciato la Russia.

• Nord Stream, l’ipotesi di un attacco ai gasdotti: «Danni senza precedenti». Il prezzo del gas chiude a +7%.

• Le «sorprese» di Zaluzhny, il generale che ha inventato la resistenza ucraina.

Ore 05:02 - Filorussi: vittoria referendum in tutte e quattro le regioni

Anche a Donetsk, la quarta regione in cui si sono tenuti «referendum» organizzati dagli occupanti russi sull’annessione alla Federazione, il sì ha vinto in maniera plebiscitaria. Il risultato scontato è stato annunciato dalle autorità separatiste e prorusse della regione dell’Est dell’Ucraina, con un risultato del 99,23% di sì all’annessione. Tutte e quattro le regioni ucraine occupate in cui sono stati organizzati questi referendum hanno quindi votato per l’annessione: oltre a quella di Donetsk, sono le regioni meridionali di Zaporizhzhia e Kherson e l’altra orientale di Lugansk. Contro i referendum si sono schierati l’Ucraina e tutti i suoi alleati occidentali che li considerano illegittimi.

«Kiev non può negoziare con Mosca dopo i referendum di annessione», ha commentato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, parlando in video alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu.

Ore 05:03 - Repubblica di Donetsk: «Presto la firma per l’annessione alla Russia»

«Dopo il referendum il prossimo passo sarà la firma di un accordo di adesione con la Russia». Lo ha detto - riferisce la Tass - il capo della Repubblica popolare di Donetsk (Dpr), Denis Pushilin, commentando l’esito del voto referendario nelle zone occupate dai russi in Ucraina. «Inizierò presto a preparare le mie prossime mosse. Firmeremo molto presto un accordo con la Russia. Quindi sto per partire», ha detto ai giornalisti nella sede della Commissione elettorale centrale della Dpr.

Ore 05:06 - Usa preparano nuovo invio di armi all’Ucraina

Gli Stati Uniti stanno preparando un nuovo pacchetto di armi da 1,1 miliardi di dollari per l’Ucraina in previsione dell’annuncio da parte della Russia dell’annessione di territori ucraini. Lo riferiscono fonti dell’amministrazione all’agenzia Reuters. Nel nuovo invio ci saranno i sistemi anti-missile Himars già inviati alle forze di Kiev in passato, munizioni, vari tipi di sistemi anti droni radar, precisano le fonti. L’amministrazione sta anche preparando nuove sanzioni contro Mosca in risposta ai referendum.

Ore 05:07 - Zelensky: la Russia vuol fare deragliare l’accordo sul grano

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky in un video postato su facebook ha detto che la Russia la «sta preparando il terreno per cercare di far deragliare l’accordo sul grano». Lo riporta Unian.

Ore 05:08 - Charles Michel: referendum fasullo, non lo riconosciamo

«Referendum fasullo. Risultati fasulli. Non riconosciamo nessuno dei due». Lo scrive su twitter il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, in merito al referendum sull’annessione alla Russia che si è svolto nei territori occupati da Mosca in Ucraina.

Ore 05:08 - Kiev: documentati 582 crimini di guerra nella regione di Kharkiv

La polizia ucraina sostiene di essere riuscita a documentare 582 crimini di guerra nella regione di Kharkiv liberata dall’occupazione russa. Lo riferisce Ukrinform citando la portavoce del ministero dell’Interno Alyona Matveeva. Matveeva ha anche spiegato che, secondo i risultati dell’esumazione dei corpi dalle fosse comuni vicino a Izyum, sono state trovate 212 donne morte, più di 190 uomini, 5 bambini e 22 militari delle forze armate.

 Ore 05:09 - IL PUNTO MILITARE - Il generale Zaluzhny e il ruolo della resistenza ucraina

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Nessuno, neppure gli alleati occidentali che hanno previsto ogni mossa del Cremlino e addestrato per anni le forze di Kiev, si aspettava che l’esercito ucraino avrebbe fermato — e poi respinto — l’Armata russa. La resistenza ha tenuto e, dopo sei mesi di combattimenti intensi, è riuscita a riconquistare circa 6 mila chilometri quadrati di territorio, tagliando le linee di rifornimento nemiche. A guidare l’esercito di Kiev in questo risultato sorprendente, che ha segnato una svolta nel conflitto, è stato il generale Valeriy Zaluzhny, l’uomo che a luglio 2021 il presidente Volodymyr Zelensky ha messo a capo delle forze armate ucraine.

In quei giorni d’estate, mentre i russi ammassavano uomini e mezzi al confine, Zelensky non credeva ai rapporti dell’intelligence che prevedevano un’invasione imminente. Zaluzhny, insieme ad altri ufficiali, cominciò invece ad attuare cambiamenti sostanziali. «Quando verrà scritta la storia di questa guerra», ha affermato il settimanale americano Time, che gli ha dedicato la copertina di questa settimana, «Zaluzhny avrà un ruolo di primo piano».

Ore 05:10 - Perdite nei gasdotti Nordstream, il sospetto degli attentati russi

(Paolo Valentino, corrispondente da Berlino) Allarme sotto il Mar Baltico.Potrebbero essere frutto di un attacco terroristico mirato il forte calo di pressione e le perdite di gas, registrati lunedì nei tubi sottomarini di Nord Stream 1 e 2, le condotte che trasportano in Europa il metano proveniente dalla Russia passando per la Germania. I due gasdotti non sono attualmente in uso, il primo per decisione del governo di Mosca come reazione alle sanzioni occidentali, il secondo bloccato da quello tedesco come risposta all’invasione dell’Ucraina. Le autorità danesi e svedesi stanno accertando le dimensioni delle falle e indagando sulle cause, ma entrambe hanno definito l’ipotesi di un incidente «altamente improbabile». «È presto per trarre ogni conclusione, ma siamo davanti a una situazione straordinaria, le fughe di gas sono in tre punti ed è difficile immaginare che sia accidentale», ha detto la premier danese Mette Fredricksen. In Germania, il quotidiano berlinese Tagesspiegel ha citato fonti del governo, secondo cui i tubi sarebbero stati «attaccati».

Ore 05:14 - Polonia: se Mosca userà armi nucleari, la risposta sarà devastante

Il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, ha dichiarato che la risposta della Nato a qualsiasi uso di armi nucleari da parte della Russia in Ucraina sarà «devastante». In un’intervista al talk show della Nbc `Meet the Press´ il ministro, in visita a Washington, ha avvertito che se Putin dovesse usare la bomba atomica la Nato reagirà «in maniera convenzionale, quindi non usando un’arma nucleare, «ma la risposta sarà devastante». «Questo è il messaggio che l’Alleanza sta inviando alla Russia in questo momento», ha aggiunto il ministro di Varsavia.

Ore 05:15 - Gas, Blinken: Stati Uniti pronti ad aiutare gli alleati europei

Gli Stati Uniti sono pronti ad aiutare gli alleati europei per la sicurezza energetica. Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno esaminando le notizie secondo cui le perdite del gasdotto Nordstream sarebbero «il risultato di un attacco o di un qualche tipo di sabotaggio».«Se la notizia è confermata, è chiaro che non è nell’interesse di nessuno», ha detto Blinken. «Mi sembra di capire che le perdite non avranno un impatto significativo sulla resistenza energetica dell’Europa», ha detto Blinken - «ciò che è fondamentale è che stiamo lavorando giorno per giorno, sia a breve che a lungo termine, per affrontare la sicurezza energetica dell’Europa e di tutto il mondo». Il Segretario di Stato Usa ha, inoltre, sottolineato gli sforzi degli Stati Uniti per aumentare le spedizioni di gas naturale liquefatto dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

Ore 07:26 - Kiev: arrivati sul fronte i primi russi mobilitati

Lo Stato Maggiore delle Forze armate ucraine, nel consueto report giornaliero, dichiara che «nelle forze di occupazione russe è iniziata l’accoglienza del personale chiamato alla mobilitazione parziale» e che «persone condannate per reati penali sono arrivate a rinforzare le unità che stanno già combattendo in Ucraina». Intanto, in un discorso con alcuni ufficiali militari, Putin avrebbe detto di aver avvisato i governatori regionali che pure i contadini verranno arruolati per essere spediti al fronte.

Ore 07:40 - Russia, posti di blocco ai confini per fermare la fuga dalla mobilitazione

Le autorità di Mosca stanno istituendo posti di blocco lungo alcuni confini del Paese, per bloccare la fuga di tuti gli uomini coinvolti nella mobilitazione parziale che tentano di lasciare la Russia. Andrei Sergeev, ministro degli Affari interni della regione dell’Ossezia del Nord-Alania, ha scritto sul suo canale Telegram che «l’afflusso di veicoli leggeri in movimento verso la Georgia è in forte aumento» e che «una sede dell’ufficio di registrazione e arruolamento militare sarà schierato al posto di blocco nel prossimo futuro».

Ore 08:08 - La regione di Zaporizhzhia chiede l’annessione alla Russia

«Il 28 settembre le autorità della regione di Zaporizhzhia si rivolgeranno a Putin con la richiesta di accettare la regione nella Federazione russa», scrive la Tass, citando il dirigente delle autorità filorusse regionali Vladimir Rogov. Nelle prossime ore, dunque, la regione ucraina di Zaporizhzhia, occupata dalle truppe russe, chiederà a Vladimir Putin di essere «ammessa» alla Russia. Zaporizhzhia è una delle quattro regioni, assieme a quelle di Kherson, Lugansk e Donetsk, dove si è svolot negli scorsi giorni un referendum per l’annessione, conclusosi ieri e rigettato come «farsa» da Kiev e dalla maggioranza della comunità internazionale.

Ore 09:13 - Borrell: atti di «sabotaggio» ai gasdotti

Azioni di sabotaggio come probabile causa dei danni subiti dai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Ne è convinta l’Unione europea, che minaccia «forti» contromisure. Ad annunciarlo in una nota è l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri Josep Borrell, che spiega come l’Unione sia «profondamente preoccupata per i danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 che hanno provocato perdite nelle acque internazionali del Mar Baltico».

Ore 09:40 - Kiev chiede più armi dopo i referendum

L’Ucraina chiede all’Occidente di aumentare «significativamente» gli aiuti militari dopo l’annuncio dei risultati dei quattro referendum per l’annessione delle regioni del Sud alla Russia. «L’Ucraina chiede all’Ue, alla Nato e al Gruppo dei Sette di aumentare immediatamente e in modo significativo la pressione sulla Russia, anche attraverso l’imposizione di dure sanzioni, e di incrementare in modo significativo gli aiuti militari all’Ucraina», ha dichiarato il ministero degli Esteri ucraino in un comunicato.

Ore 10:44 - Kiev, 3 missili russi contro città nella regione di Zaporizhzhia

Stamattina la Russia ha lanciato tre missili al centro della città di Gulyaipole nella regione di Zaporizhzhia. Lo afferma il presidente della regione Oleksandr Starukh su Telegram affermando che «Il nemico ha colpito il centro città con tre missili S-300. Un edificio che aveva lo status di monumento storico è stato distrutto. La strada è stata danneggiata. Si aspettano informazioni sulle vittime». È quanto riporta Ukrainska Pravda.

Ore 10:51 - Danimarca: «Almeno una settimana per indagare su Nord stream»

«C’è molto gas in uscita, l’esplosione è molto grande, e quindi ci vorrà del tempo, una settimana o due prima che le perdite possano essere indagate scendendo in profondità». Lo afferma il ministro della Difesa danese Morten Bodskov, parlando alla televisione danese TV 2, dopo il suo incontro con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. «Non è un incidente, è stato pianificato, e stiamo parlando di esplosioni molto grandi», ha affermato aggiungendo che «la Russia ha una presenza militare significativa nella regione del Mar Baltico e ci aspettiamo che continui a lanciare sciabolate».

Ore 11:21 - Cina: «Referendum? Rispettare sovranità territorio»

La posizione della Cina «sulla questione dell’Ucraina è stata sempre chiara: abbiamo sempre sostenuto che l’integrità sovrana e territoriale di tutti i Paesi dovrebbe essere rispettata», così come «gli scopi e i principi della Carta dell’Onu». Così il portavoce del ministro degli Esteri Wang Wenbin sul via libera all’adesione alla Federazione russa emersa dai referendum tenuti nelle regioni dell’Ucraina occupate dalle truppe di Mosca, aggiungendo che anche «le legittime preoccupazioni sulla sicurezza di tutti i Paesi dovrebbero essere prese sul serio e dovrebbero essere sostenuti gli sforzi per una soluzione pacifica della crisi».

Ore 11:27 - Rosato: «Giusta risposta dura Ue a farsa referendum»

«Alla farsa dei referendum di annessione alla Russia fa bene l’Europa a rispondere con durezza. Rifiuteremo sempre la finta democrazia gestita con i fucili che per le case costringono al voto». Così sui social il Presidente di Iv Ettore Rosato.

Ore 11:56 - Cremlino: «Stupido incolpare Russia per Nord Stream»

«È stupido e assurdo» incolpare la Russia per le fughe di gas da Nord Stream. Lo afferma il Cremlino dopo le accuse alla Russia di aver sabotato il gasdotto.

Ore 12:05 - Referendum in Donbass, cosa chiedeva la Russia e cosa cambia ora

(Francesco Battistini, inviato a Kiev) Referendum, secondo Mosca. «Farsa», secondo il mondo. Dopo sette mesi d’invasione militare e ora che il 95% dei votanti ha detto sì all’annessione — in territori dove si votava con il fucile puntato e gran parte degli abitanti se ne sono andati —, la Russia allarga i suoi confini. Esattamente come fece nel 2014, dopo la proclamazione dei risultati in Crimea. Solo che allora non c’era una guerra in corso e si festeggiava con fuochi d’artificio e feste in piazza: la comunità internazionale si limitò alle sanzioni. Stavolta, la partita dell’Anschluss di Putin è tutta da giocare.

Ore 12:10 - Cremlino: «Usa stanno diventando sempre più parte in conflitto»

«La parte americana sta entrando sempre più in questo conflitto de facto, si sta avvicinando sempre più a diventare una parte di questo conflitto, il che è estremamente pericoloso». Lo ha sottolineato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo quanto riporta Tass. Il portavoce del Cremlino ha sottolineato che la parte russa ha un atteggiamento negativo nei confronti della dichiarazione di Blinken sulla possibilità di utilizzare le armi fornite all’Ucraina dagli Stati Uniti contro i territori in cui si sono svolti i referendum per l’adesione alla Federazione Russa.

Ore 12:14 - Peskov: «Stupide le accuse a Russia di attacco a Nord Stream»

Sono accuse «stupide» quelle rivolte contro la Russia per l’attacco contro il gasdotto di Nord Stream. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso della sua quotidiana conferenza stampa. Sottolineando la necessità di indagare su quanto accaduto, Peskov ha detto che non è chiaro quanto tempo sarà necessario per riparare i danni. «Le ipotesi che la Federazione russa sia coinvolta nell’incidente sono semplicemente stupide», ha proseguito Peskov affermando comunque che queste accuse erano «abbastanza prevedibili e anche prevedibilmente stupide». Anche perché, ha detto Peskov, i danni causati «rappresentano un problema per noi». Inoltre «prima di formulare qualsiasi accusa bisognerebbe aspettare l’esito delle indagini su questi danni e capire se sono stati causati da esplosioni oppure no», ha proseguito.

Ore 12:41 - Usa: gli americani lascino immediatamente la Russia

I cittadini americani sono invitati a «lasciare la Russia immediatamente», usando «le limitate opzioni» di trasporto commerciale ancora disponibili. Lo si legge nel sito dell’ambasciata Usa a Mosca, citata dalla Tass.

Ore 13:15 - Cremlino: niente passaporto per chi è richiamato alla leva

La Russia non rilascerà più passaporti alle persone richiamate alla leva in base alla mobilitazione voluta da Putin. Lo ha reso noto il portale informativo del governo, in un momento in cui decine di migliaia di persone sono già fuggite all’estero. «Se un cittadino è già stato chiamato per il servizio militare o ha ricevuto una convocazione, gli verrà negato il passaporto internazionale», si legge sul portale.

Ore 13:20 - Erdogan chiama Zelensky: «Urgente cessate il fuoco»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto oggi un colloquio telefonico con il collega ucraino Volodymyr Zelensky nel quale ha ribadito il sostegno della Turchia e l’impegno per un cessate il fuoco. In base a quanto riportano i media locali, durante la telefonata i due hanno inoltre discusso gli ultimi sviluppi dell’attacco russo in Ucraina.

Ore 11:58 - Lavrov: «Si stanno definendo nuovo ordine mondiale e ruolo russo»

La Russia sta attraversando una fase cruciale della sua storia, che definirà il nuovo ordine mondiale e il suo posto in esso: lo ha dichiarato il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov, citato dall’agenzia Tass. «Oggi il nostro Paese sta attraversando una fase cruciale della sua storia. Non sarebbe esagerato dire si definirà il futuro dell’ordine mondiale e il posto della Russia in esso», ha detto Lavrov in occasione della presentazione di un francobollo der i 220 anni dell’istituzione del Ministero degli esteri russo. Mosca sta prendendo «decisioni per difendere gli interessi nazionali, l’onore, la dignità e il patrimonio storico della Russia», ha aggiunto Lavrov.

Ore 13:34 - Mosca: «Biden dica se Usa responsabili incidenti Nord Stream»

Il presidente americano Joe Biden deve chiarire se vi siano gli Usa dietro gli incidenti avvenuti al Nord Stream. Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata dalla Tass. Sul suo canale Telegram, Zakharova posta il video di una conferenza stampa tenuta da Biden prima dell’invasione in Ucraina. «Se la Russia invadera’ l’Ucraina — afferma il presidente Usa nel video — non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi metteremo fine». Alla domanda di una giornalista come gli Stati Uniti potranno farlo, Biden risponde: «Le assicuro che saremo in grado di farlo». «Joe Biden — scrive Zakharova — è obbligato a rispondere alla domanda se gli Stati Uniti hanno realizzato la loro minaccia il 25 e 26 settembre 2022».

Ore 13:54 - Zuppi: «Dobbiamo aspettare l’atomica per ripudiare la guerra?»

«Ripudiare la guerra è qualcosa di più di non usarla, nel ripudiare c’è la scelta che non è quello lo strumento, chi ha scritto l’articolo 11 della Costituzione ha visto le stesse immagini che vediamo oggi in Ucraina. Dobbiamo aspettare un’altra bomba atomica per capire che la guerra è una follia? Quelli che hanno fatto la guerra lo sapevano, perché hanno visto la bomba atomica e hanno detto se c’è una terza guerra mondiale sarà l’ultima, poi uno se lo dimentica e pensa che andrà tutto bene». Lo ha detto il presidente della Cei Matteo Maria Zuppi a margine di un convengo a Genova.

Ore 14:17 - Ue: «Inaccettabile ogni deliberata interruzione delle forniture di gas»

«Ogni deliberata interruzione delle forniture energetiche europee è inaccettabile e troverà una risposta robusta e unita». Lo ha detto il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis in conferenza stampa. Gli incidenti avvenuto ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 «non sono una coincidenza». «Tutte le informazioni disponibili indicano che si è trattato di atti deliberati. La Commissione è in contatto con gli stati membri e sosteniamo le indagini per far piena chiarezza» e valutare come «aumentare la resilienza delle nostre forniture energetiche».

Ore 14:56 - Kiev: «Solo 0,5% ha votato in referendum farsa a Zaporizhzhia»

«Voglio ringraziarvi per la vostra posizione indomabile. Anche sotto l’oppressione del nemico, non avete partecipato a questa farsa e a questo finto referendum . Solo lo 0,5%» dei residenti «ha partecipato a questa farsa» nella regione di Zaporizhzhia. Lo ha detto in un videomessaggio su Telegram il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov. Le autoproclamate autorità filorusse avevano annunciato un’affluenza nella regione dell’85,4% degli aventi diritto, pari a 541.093 votanti.

Ore 15:13 - Le Pen invoca ritiro sanzioni su energia

La leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, intervistata questa mattina da radio RTL, invoca il ritiro delle sanzoni contro la Russia sull’energia, che ritiene «controproducenti» per la Francia e gli altri Paesi europei. «Siamo contrari alle sanzioni sull’energia, per un motivo molto semplice e molto chiaro: le sanzioni sull’energia hanno portato ricchezze supplementari alla Russia ed un impoverimento programmato dei nostri Paesi europei. Quindi sono uno sciocchezza», ha dichiarato Le Pen, aggiungendo che queste sanzioni «sono controproducenti. Quando una sanzione è controproducente, bisogna ritirarla». Ma questo, ha tenuto a precisare, «non riguarda l’insieme delle altre sanzioni che sono state decise sugli oligarchi o altro».

Ore 15:16 - Erdogan: «Mediazione a Zaporizhzhia, male referendum»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan punta a una mediazione tra Russia e Ucraina che risolva la delicata situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, anche se il recente referendum nelle zone sotto occupazione russa ostacola lo sforzo diplomatico di Ankara. Durante un colloquio telefonico con il collega ucraino Volodimir Zelensky Erdogan ha sottolineato il successo del corridoio del grano e del recente scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina auspicando che Kiev e Mosca affrontino con lo stesso approccio anche la ricerca di una soluzione per la centrale nucleare, in bilico da settimane. Erdogan, rende noto l’ufficio della presidenza turca, ha anche espresso la propria preoccupazione per i referendum nelle zone occupate dai russi, che secondo il presidente turco rendono più difficoltosa una mediazione della Turchia e l’impegno per un cessate il fuoco.

Ore 15:23 - Cremlino: «Offensiva nel Donetsk proseguirà dopo i referendum»

«Quello che posso dire con assoluta precisione» è che «non tutti i territori della Repubblica popolare di Donetsk sono stati ancora liberati. Stiamo parlando del territorio che si trova entro i confini del 2014». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Ria Novosti, affermando che l’offensiva nel Donetsk proseguirà anche dopo la possibile annessione di nuovi territori alla Russia a seguito dei risultati dei referendum tenuti in quattro regioni ucraine, non riconosciuti dalla comunità internazionale. Invece, ha aggiunto Peskov, «il territorio della Repubblica popolare di Lugansk è già stato liberato».

Ore 15:39 - Russia limita accessi a regione a confine con Georgia

Le autorità della regione russa dell’Ossezia del Nord, al confine con la Georgia, hanno ordinato la limitazione dei viaggi in auto nella repubblica, dopo che decine di migliaia di russi sono fuggiti in Georgia per sfuggire alla mobilitazione parziale decisa dal presidente Putin. Il leader della regione, Sergei Menyalo, ha scritto su Telegram di aver ordinato l’«allerta» e ordinato di «limitare l’ingresso delle auto nell’Ossezia del Nord».

Ore 15:41 - La Russia usa i droni-kamikaze: sono l’arma del momento e Kiev li teme

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sono l’arma del «momento»: i droni-kamikaze iraniani. I russi li usano e ne sottolineano i successi, gli ucraini li temono e annunciano, quasi ogni giorno, la distruzione di diversi esemplari. Un classico mix di notizie belliche e propaganda in quello che qualcuno definisce il «Game of Drones». Teheran ha fornito alla Russia almeno due tipi di velivoli: gli Shahed 136 (missione d’attacco) e i Mojaher 6 (ricognizione). I primi sono costruiti con tecnologia non sofisticata, hanno un basso costo, portano carica esplosiva sino a 30 chilogrammi, non essendo dotati di proprie telecamere devono essere supportati da altri mezzi. Non sono veloci, dunque sono esposti al tiro della contraerea. Inoltre i loro apparati di guida possono essere «disturbati» con contromisure elettroniche. Se impiegati in gran numero saturano però le difese, sono lanciabili da camion (quindi piattaforme mobili ed «economiche» rispetto ai missili cruise), sono insidiosi per le artiglierie più preziose degli ucraini.

Ore 15:47 - Ue, sì a pacchetto aiuti Italia a imprese da 700 milioni

La Commissione europea ha approvato lo schema italiano da 700 milioni per sostenere imprese che sono state colpite dagli effetti della guerra russa contro l’Ucraina.

Ore 15:59 - Russia chiede riunione Consiglio Onu sul Nord Stream

La Russia intende chiedere una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sui danni subiti dal Nord Stream e Nord Stream 2. Lo riferisce l’agenzia Ria Novosti citando il ministero degli Esteri.

Ore 16:03 - Media Berlino: Nord Stream forse inutilizzabile per sempre

I servizi di sicurezza in Germania ritengono che i tre tubi dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, danneggiati probabilmente da un attacco, potrebbero anche risultare inutilizzabili per sempre. È quello che scrive il tedesco Tagesspiegel. Secondo fonti di governo citate dal giornale, se non verranno riparati subito, l’acqua salata potrà corrodere il materiale di cui sono fatti.

Ore 16:07 - Von der Leyen: «Nuove sanzioni, Mosca paghi per escalation»

«La Russia deve pagare per questa ulteriore escalation» alla guerra. Lo dice la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen presentando l’ottavo pacchetto di sanzioni proposto da Bruxelles e ribadendo che l’Ue «non accetterà mai» l’esito dei «falsi» referendum nel Donbass. Per von der Leyen le nuove sanzioni a Mosca sulle importazioni verso l’Ue «priverà la Russia di altri 7 miliardi di euro di entrate» mentre «l’estensione della lista di prodotti che non potranno più essere esportati verso la Russia», come parte di questo ottavo pacchetto di sanzioni, «toglierà al Cremlino tecnologie chiave, come articoli di aviazione, componenti elettroniche e sostanze chimiche specifiche».

Ore 16:07 - Ue propone «price cap» al petrolio nel pacchetto sanzioni

La Commissione Europea ha incluso il «price cap» al petrolio nella sua proposta agli Stati membri per il nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia.

Ore 16:26 - Nelle sanzioni stop Ue a europei in cda aziende Stato russe. Nella «black list» anche persone non russe che aggirano sanzioni

Nel nuovo pacchetto di sanzioni ci sarà anche il «divieto per i cittadini europei di sedere nei board di aziende di proprietà statale» in Russia. Inoltre, nel pacchetto di sanzioni l’Ue propone l’inclusione nella «lista nera» — che comprende già oltre 1.300 individui o entità sanzionati — persone «non necessariamente russe» che aggirano le sanzioni.

Ore 16:32 - Russia: lunedì plenaria Duma su annessione regioni ucraine

L’agenda del Parlamento russo verrà ridefinita in modo da tenere lunedì una sessione plenaria straordinaria sull’annessione delle regioni ucraine di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, dove le autorità filorusse hanno tenuto referendum per unirsi a Mosca, non riconosciuti dalla comunità internazionale. Lo ha detto il presidente della Duma, Viaceslav Volodin, citato da Interfax.

Ore 16:45 - Papa: «Errore dire guerra Russia-Ucraina, è guerra mondiale. Mi sono adoperato per lo scambio di prigionieri»

«È in corso una guerra e credo sia un errore pensare che sia un film di cowboy dove ci sono buoni e cattivi. Ed è un errore anche pensare che questa è una guerra tra Russia e Ucraina e basta. No: questa è una guerra mondiale». Lo ha detto il Papa nel viaggio in Kazakistan, parlando con i Gesuiti. La conversazione è del 15 settembre ed è stata raccolta dal direttore de La Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro. La rivista scrive anche che il pontefice si è adoperato per lo scambio di prigionieri, riportando le parole di Francesco ai Gesuiti in Kazakistan: «È venuto anche un capo militare che si occupa dello scambio dei prigionieri, sempre con l’assessore religioso del presidente Zelensky. Questa volta mi hanno portato una lista di oltre 300 prigionieri. Mi hanno chiesto di fare qualcosa per operare uno scambio. Io ho subito chiamato l’ambasciatore russo per vedere se si poteva fare qualcosa, se si potesse velocizzare uno scambio di prigionieri».

Ore 16:48 - Casa Bianca: «Ridicolo evocare gli Usa per Nord Stream»

«Ridicolo» insinuare che gli Usa potrebbero essere i responsabili degli incidenti al Nord Stream: lo ha detto un alto dirigente della Casa Bianca, rispondendo così a Mosca.

Ore 16:58 - Capo Duma: i russi che vanno in Georgia sono dei traditori

I russi che hanno lasciato in questi giorni il Paese per recarsi in Georgia «hanno tradito» la Russia e, se torneranno, «saranno puniti dalla legge». Lo ha detto Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma, la camera bassa del Parlamento russo, sottolineando che a questi cittadini le autorità georgiane fanno firmare un documento in cui riconoscono l’occupazione russa di una parte della stessa Georgia, cioè l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia. «Forse quelli che hanno firmato questo documento — ha affermato Volodin, citato dalla Tass — è un bene che se ne siano andati. Non c’è bisogno di tenerli stretti. Hanno già tradito».

Ore 17:10 - Mosca: 10 feriti in raid Kiev su regione confine Belgorod

Un nuovo raid ucraino ha colpito la regione frontaliera russa di Belgorod, provocando il ferimento di oltre 10 persone. Lo ha reso noto il governatore locale, citato dalla Tass.

Ore 17:54 - Gentiloni: le sanzioni stanno divorando l’economia russa

«Le sanzioni stanno costantemente divorando l’economia russa, che è destinata a ridursi notevolmente sia quest’anno che il prossimo. Il servizio federale del lavoro russo ha dichiarato che 3 mila marchi hanno sospeso gli affari e 500 società straniere sono state liquidate», portando alla perdita «di 125 mila posti di lavoro». Lo ha dichiarato il commissario europeo dell’Economia, Paolo Gentiloni, nel suo intervento al Forum di Francoforte sulle relazioni Ue-Usa, organizzato dall’Atlantic Council. Aggiungendo: «Le importazioni della Russia dall’Ue sono diminuite di circa il 50% nel periodo marzo-giugno, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’accesso bloccato agli aggiornamenti dei software occidentali, ai pezzi di ricambio essenziali e ai semiconduttori sta avendo un effetto devastante sull’industria».

Ore 18:14 - Perdite Nord Stream, venerdì riunione Cds Onu

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà per una sessione di emergenza sulle perdite di gas a Nord Stream 1 e 2 venerdì, su richiesta della Russia. Lo riferiscono all’Adnkronos fonti diplomatiche al Palazzo di Vetro. Mosca ha negato ogni responsabilità nell’accaduto, che molti leader europei definiscono «un atto di sabotaggio» dietro al quale ci sarebbero i russi.

Ore 18:45 - Reporter «Bild» respinto a Mosca, è dovuto tornare a Berlino

Secondo quanto riporta la testata tedesca Bild, lunedì è stato negato l’ingresso in Russia al suo giornalista Peter Tiede, nonostante fosse provvisto di un valido visto giornalistico. Tiede sarebbe stato trattenuto 14 ore all’aeroporto di Mosca e poi obbligato a tornare in Germania, via Istanbul. La motivazione fornita alla dogana sarebbe che secondo il servizio interno russo Fsb il reporter rappresenta un «pericolo per la capacità di autodifesa della Russia». Tiede non potrà più entrare in Russia fino al marzo 2025. Secondo l’ambasciata tedesca si tratterebbe del primo caso di questo tipo. Dall’inizio della guerra Tiede ha raccontato spesso come la Russia stia vivendo la guerra in Ucraina. Ora, come scrive lui stesso, dopo un periodo di pausa «volevo tornare di nuovo (in Russia), per denunciare come il Paese stia scivolando sempre di più verso una dittatura fascista totale».

Ore 18:47 - Danimarca, già dispersa oltre metà del gas da Nord Stream

La Danimarca ha reso noto che oltre la metà del gas contenuto nei tubi del Nord Stream si è disperso nell’atmosfera dopo il sospetto sabotaggio di lunedì. «La maggior parte del gas è già uscito dai gasdotti», ha detto il capo dell’agenzia danese per l’energia, Kristoffer Bottzauw, in una conferenza stampa. «Ci aspettiamo che il resto fuoriesca entro domenica», ha aggiunto.

Ore 18:58 - Usa, nuova tranche di aiuti militari a Kiev da 1,1 miliardi

Il dipartimento della Difesa statunitense ha annunciato oggi una nuova tranche di aiuti militari all’Ucraina da 1,1 miliardi di dollari. Questo nuovo aiuto, destinato a rafforzare la difesa ucraina, nel medio e lungo termine, comprende 18 sistemi di artiglieria di precisione Himars, 150 veicoli blindati Humvee, radar e sistemi di difesa anti-droni, come ha precisato il Pentagono, in una nota.

Ore 19:19 - Mosca: «Inchiesta terrorismo internazionale su Nord Stream»

La Procura generale della Federazione Russa ha avviato un’inchiesta per terrorismo internazionale dopo i danni ai gasdotti Nord Stream. Lo riportano le agenzie russe Ria Novosti e Interfax.

Ore 19:27 - Nord Stream, a chi conviene il misterioso sabotaggio del gasdotto?

(Federico Rampini) Come decifrare il mistero sulle esplosioni sottomarine che hanno danneggiato i gasdotti russi Nord Stream 1 e 2, aprendo falle nelle condutture e provocando perdite di metano? Svedesi e danesi, che hanno messo in allerta le proprie marine militari, hanno subito parlato di sabotaggio . Con fondate ragioni. Anzitutto le falle nel tratto sottomarino sono avvenute pressoché simultaneamente in tre punti; hanno provocato fughe di gas da strutture che sono tubi di acciaio a tenuta stagna protetti da una robusta «camicia» di cemento. I sismografi hanno registrato scosse equivalenti a terremoti oppure a esplosioni. Poiché non c’è stato alcun terremoto in quell’area, resta la spiegazione dell’esplosione.

Ore 19:50 - Kiev: osservatori esteri referendum saranno su lista ricercati

«I cittadini di altri Paesi che hanno accettato di svolgere il ruolo di “osservatori” negli pseudo-referendum russi saranno considerati come complici della violazione dell’integrità dell’Ucraina. Con tutte le conseguenze: compresa l’istituzione di una lista internazionale di ricercati e sanzioni. Ne valeva la pena?». Lo scrive su Twitter Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky.

Ore 20:33 - Casa Bianca annuncia 1,1 mld aiuti militari per Ucraina

Un altro pacchetto di aiuti militari Usa a Kiev da 1,1 miliardo di dollari, tra armi ed equipaggiamenti: lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Karin Jean-Pierre.

Ore 21:13 - Ucraina, Marianna Triasko: medico dell’esercito muore in guerra: viveva a Treviso da 14 anni

Si chiamava Marianna Triasko, 37 anni , la donna ucraina deceduta tre giorni fa nella guerra contro i russi. Marianna risiedeva in Veneto da 14 anni. La notizia della sua morte è stata diffusa dal Tgr Rai del Veneto. La donna, originaria di Ivano-Frankivsk, risiedeva a Villorba (Treviso), era sposata con un italiano e aveva due figli di 10 e 14 anni. Li aveva menzionati in un breve video che è stato girato in Ucraina, nella 102a Brigata delle forze di difesa territoriale della regione di Ivano-Frankivsk. Quando è iniziato il conflitto, è tornata in Ucraina. Marianna infatti non se l’è sentita di non prestare aiuto ai suoi connazionali, così ha abbracciato il marito e i due figlioletti ed è tornata in Patria dove ha trovato la morte in combattimento.

"Nord Stream irrecuperabile". Russia-Usa, guerra di accuse. Il gasdotto potrebbe non riaprire. Mosca: "Biden dimostri la sua innocenza". La replica: "Ridicolo". Gaia Cesare il 29 Settembre 2022 su Il Giornale.

C'è il danno climatico: secondo Greenpeace, il potenziale impatto della dispersione di metano da Nord Stream 1 e 2, dopo le esplosioni di lunedì e le conseguenti fughe di gas nel Mar Baltico, è pari alle emissioni annuali di 20 milioni di automobili nell'Unione europea. C'è il danno alle infrastrutture e al mercato energetico: i due gasdotti potrebbero non riaprire mai più a causa dell'acqua salata che ne sta corrodendo le tubazioni, secondo i servizi di sicurezza tedeschi citati da Tagesspiegel. Anche per questo la Germania si prepara a tenere aperte due centrali nucleari che intendeva mettere «in riserva» e la Nato discute della protezione delle infrastrutture critiche dei Paesi alleati. Ma c'è soprattutto il danno strategico e le sue conseguenze politiche. L'ipotesi di reato della polizia svedese, dopo i danni a Nord Stream 1 e 2 e la dispersione di metano, è «sabotaggio aggravato». E che sui gasdotti sia stato provocato un danno deliberato nessuno sembra avere più dubbi, anche se entrambe le strutture erano inattive al momento dell'attacco.

L'Unione europea ha definito ieri «inaccettabile ogni deliberata interruzione delle forniture energetiche europee» e ha promesso «una risposta robusta e unita», oltre che un'indagine, che gli Stati Uniti garantiscono di «sostenere». Chi ha compiuto l'azione? E con quale obiettivo ha colpito i gasdotti costruiti per portare il metano dalla Russia alla Germania? Ucraina e Polonia non hanno dubbi che ci sia lo zampino di Mosca. Il ministro della Difesa danese, Morten Bodskov, spiega che ci vorrà una settimana o due prima che le perdite possano essere indagate, scendendo in profondità, a causa del gas in uscita. Ma secondo ambienti Nato, citati dalla Bild, dietro al sabotaggio ci sarebbe il Gru, il servizio segreto militare russo, e in particolare l'unità di sabotaggio della 561ma brigata marina, di stanza nell'enclave russa di Kaliningrad, e addestrata per attacchi a grandi profondità oltre che dotata di droni subacquei e due mini-sommergibili.

Il caso, nel frattempo, è già diventato il principale terreno di scontro fra Stati Uniti e Russia, con quest'ultima pronta a rispedire al mittente sospetti e soffiate degli 007 occidentali, che portano dritti all'indirizzo di Mosca. «Stupido e assurdo accusare la Russia di essere all'origine delle massicce fughe di gas avvenute nel Mar Baltico» taglia corto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Poi arriva la notizia dell'avvio di un'inchiesta per terrorismo internazionale da parte della Procura generale della Federazione. E a rincarare la dose, ribaltando i forti sospetti che si addensano sul Cremlino, è la nota portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che tira per la giacchetta il presidente americano: «Deve chiarire se vi siano gli Usa dietro gli incidenti». «Il 7 febbraio 2022 - scrive sui social media Zakharova - Joe Biden ha detto che il Nord Stream sarebbe finito se la Russia avesse invaso l'Ucraina». Il riferimento è a un video del capo della Casa Bianca che di Nord Stream, prima dell'attacco all'Ucraina diceva: «Se la Russia invade, non ci sarà più un Nord Stream 2. Porremo fine al gasdotto». Sono parole che Mosca considera un'autoaccusa. Ed è su questo passaggio che la portavoce della diplomazia russa alza il tiro, mentre il suo Paese chiede e ottiene per venerdì una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu: «Biden è obbligato a dirci se hanno dato seguito alla loro minaccia», ha aggiunto Zakharova.

La Casa Bianca risponde e parla di insinuazioni «ridicole». Intanto il rischio, dopo il sospetto sabotaggio, è che i gasdotti non riaprano più «a causa di danni senza precedenti». Se non venissero riparati subito, troppa acqua salata nelle tubazioni potrebbe corroderli in maniera irreversibile. E c'è un altro timore in Europa: che azioni simili si ripetano ai danni di infrastrutture cruciali. Per questo, anche dopo l'avvistamento di droni nel Mare del Nord, il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Store, annuncia che schiererà l'esercito a protezione dei suoi impianti per la produzione di gas e petrolio: «I militari saranno ben visibili».

Il prezzo del gas, ieri, è schizzato a 210 euro, per chiudere ad Amsterdam a 207 euro per kilowattora, +11,3%.

Indizi sul Cremlino, ombre su Londra e States. La strategia dell'escalation giova a Mosca. Nella Nato solo Usa e Uk hanno i mezzi. Fausto Biloslavo il 29 Settembre 2022 su Il Giornale.

Sabotaggio, escalation e duro colpo alla sicurezza delle strategiche infrastrutture energetiche sono le uniche certezze delle esplosioni sottomarine nel Mar Baltico, che hanno fatto saltare i gasdotti Nord Stream.

«Anche solo la parola bomba fa impennare il prezzo del gas. Ma ancora più grave è il messaggio all'Europa: le infrastrutture energetiche sono vulnerabili e per difenderle bisogna fare un grosso sforzo di sicurezza militare» spiega Michelangelo Celozzi, esperto di energia del Trans Med engineering network. Un altro dato certo è che solo delle potenze con un'adeguata Marina militare addestrata per operazioni sottomarine sono in grado di mettere a segno sabotaggi del genere. Il cerchio si restringe all'indiziato numero uno, la Russia e ai paesi Nato, anche se gli unici ad avere un pelo sullo stomaco per operazioni così azzardate sono gli inglesi e soprattutto gli americani, indiziati numero due accusati da Mosca.

Nell'enclave di Kaliningrad, vicino alla città di Primorsk, direttamente sulla costa baltica, è schierata la 561ima brigata di Marina russa. Alcune squadre di incursori, come i nostri Consubin, sono addestrati per attacchi in profondità e dotati di droni subacquei e mini sommergibili. In un contesto del genere opererebbero con la supervisione del Gru, il servizio segreto militare. Dall'altra parte della barricata, però, la Kearsarge, squadra anfibia americana con il 22imo corpo di spedizione dei Marines per un totale di 4mila uomini, compresi corpi speciali, era già stata dispiegata nel mar Baltico in agosto.

«È una classica operazione da guerra ibrida dove si usa qualsiasi mezzo per mettere in difficoltà l'avversario - osserva Luigi Mario Binelli Mantelli, ex capo di stato maggiore della Marina e della Difesa - Le accuse si rimpallano e alla fine non si scopre mai nulla di definitivo sulle responsabilità». Nel frattempo, però, si provoca il caos, almeno dal punto di vista psicologico, ed effetti collaterali sul fronte energetico della guerra in Ucraina. In realtà è quasi impossibile non lasciare traccia con un sabotaggio così clamoroso anche se sottomarino.

Alcuni indizi sono significativi: nelle settimane precedenti era stato lanciato l'allarme su sorvoli di droni non identificati nell'area, in particolare attorno alle piattaforme. Le cariche esplosive possono essere state piazzate anche giorni prima, ma la tempistica del sabotaggio ha coinciso con l'inaugurazione del gasdotto dalla Norvegia alla Polonia, che Mosca vede come fumo negli occhi. E in ottobre si riunirà il vertice europeo con 15 paesi membri che chiedono il tetto al prezzo del gas. Zar Putin lo ha sempre considerato inaccettabile minacciando di chiudere i rubinetti per rappresaglia.

Cui prodest, a chi giova questa ulteriore escalation? Ai russi, esperti di operazioni sotto falsa bandiera, che possono accusare gli americani citando frasi minacciose della Casa Bianca e soprattutto mandare un messaggio sull'insicurezza delle infrastrutture energetiche europee. L'esercito norvegese è stato subito mobilitato, come la flotta tedesca e tutti i paesi Ue stanno decidendo di aumentare la vigilanza. Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi difesa, non esclude alcuna pista, ma crede poco «ai russi che fanno saltare da soli un gasdotto in cui hanno investito 10 miliardi di dollari».

I tubi sottomarini, però, erano già fermi a causa del braccio di ferro con Berlino e Bruxelles sull'Ucraina. «Il danno si può riparare - fa notare Celozzi - I russi non esportavano e la Germania non riceveva nulla. Ma ci sono altri due gasdotti per l'Europa che funzionano. Uno passa addirittura per il Donbass e sbuca a Tarvisio». I russi sono specialisti, fin dai tempi dell'Urss, nelle intrusioni sottomarine verso i paesi del Nord Europa. «Putin vuole alzare il tiro per provocare sempre più ansia e preoccupazione in Occidente» è convinto chi ha lavorato con l'intelligence. Mosca ribalta le accuse e chiede pure una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu citando la frase minacciosa pronunciata dal presidente Joe Biden alla vigilia della guerra: «Se la Russia invaderà l'Ucraina non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi metteremo fine». L'ambasciata russa a Roma ha rilanciato un tweet dell'ex ministro della Difesa polacco, oggi eurodeputato, Radek Sikorski, che sul sabotaggio scrive: «Grazie Usa». E conclude: «Qualcuno ha fatto un'operazione di manutenzione speciale». Poi ha aggiustato il tiro sostenendo che puntava il dito contro i russi, ma rimane qualche dubbio.

L'unico dato certo è che il prezzo del gas torma a salire a 207 euro. E come sintetizza amaramente Gaiani «il vero agnello sacrificale è l'Europa e le nostre forniture energetiche vitali, come dall'inizio del conflitto».

Scoppia la guerra e parte per l’Ucraina, Maryana muore al fronte: “Era italiana, lascia due figli”. Redazione su Il Riformista il 28 Settembre 2022 

Maryana Triasko era nata in Ucraina ma viveva da tempo in provincia di Treviso. Quando è partita l’invasione, l'”operazione speciale” del Presidente russo Vladimir Putin in Ucraina non ce l’ha fatta a restare lontana, a guardare da lontano il suo Paese sotto attacco. Ed è tornata. È morta in battaglia, tre giorni fa, aveva 37 anni e due figli. È morta a causa delle gravi conseguenze di alcuni corpi di mortaio che l’hanno ferita.

La notizia della morte è stata diffusa dal Tgr Rai del Veneto. Maryana Triasko era nata a Trostyanets, nella regione di Ivano Frankivsk. Era una dottoressa. Maryana viveva in Veneto da 14 anni, a Villorba per la precisione. E in Italia erano arrivate anche le sue due sorelle mentre il fratello vive in Germania. Aveva sposato un italiano con il quale aveva avuto due figli, di 10 e 14 anni. Come confermato dall’ex sindaco Marco Serena all’Ansa era cittadina italiana.

La donna, secondo quanto riferito da Pravda IF, stava costruendo una casa a Trostyanka, sognava di tornare nel suo Paese con la sua famiglia. Quando è esplosa la guerra non ce l’ha fatta a rimanere lontana. Ha baciato i figli, salutato il marito ed è partita. Era medico militare, arruolata con la 102esima Brigata delle forze di difesa territoriale della regione di Ivano Frankivisk.

Triasko in guerra era nota con l’identificativo di “Kvitka”. “Ricordo il nostro primo incontro. Così allegro, sorridente, sincero e gentile. Con un sorriso, ha raccontato come vivono i nostri difensori in trincea, come si nascondono durante la pioggia, cosa mangiano, bevono, dove conservano il cibo, dove si nascondono durante i bombardamenti. Parlava molto e sorrideva tutto il tempo, come se non avesse paura. I suoi fratelli erano orgogliosi di lei. Era sempre preoccupata per il loro benessere, forniva aiuto in tempo, sapeva come incoraggiare“, ha scritto di lei Oksana Slivchuk.

La 37enne è morta a causa delle gravi ferite causate da colpi di mortaio. Ha combattuto per la sua vita per due giorni ma i medici non sono riusciti a salvarle la vita. Il suo corpo sarà consegnato a Zaporizhzhia e sepolto nel villaggio dov’era cresciuta.

Ucraina Russia, le notizie sulla guerra del 29 settembre. di Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 29 Settembre 2022.

Le notizie di giovedì 29 settembre. Colloquio telefonico Putin-Erdogan: la Turchia pronta a mediare. Mosca domani annette le regioni ucraine. La Finlandia chiude i confini ai russi

• La guerra in Ucraina è arrivata al 218esimo giorno.

• Tutti e 4 i referendum nelle regioni ucraine hanno visto vincere il sì, una farsa per il mondo. Domani Mosca annetterà le regioni al suo territorio.

• I soldati russi intercettati: «Ci ordinano di uccidere tutti. Putin è pazzo».

• Battaglia in Europa sul tetto al prezzo del gas. Nuove sanzioni alla Russia, l’Ungheria minaccia il veto.

• Nord Stream, a chi conviene il misterioso sabotaggio del gasdotto?

Ore 04.35 - Referendum in Donbass, cosa chiedeva la Russia e cosa cambia ora

(Francesco Battistini, inviato a Kiev) Referendum, secondo Mosca. «Farsa», secondo il mondo. Dopo sette mesi d’invasione militare e ora che il 95% dei votanti ha detto sì all’annessione — in territori dove si votava con il fucile puntato e gran parte degli abitanti se ne sono andati —, la Russia allarga i suoi confini. Esattamente come fece nel 2014, dopo la proclamazione dei risultati in Crimea. Solo che allora non c’era una guerra in corso e si festeggiava con fuochi d’artificio e feste in piazza: la comunità internazionale si limitò alle sanzioni. Stavolta, la partita dell’Anschluss di Putin è tutta da giocare.

Ore 04.41 - Von der Leyen: «Nuove sanzioni, Mosca paghi per escalation»

«La Russia deve pagare per questa ulteriore escalation» alla guerra. Lo dice la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen presentando l’ottavo pacchetto di sanzioni proposto da Bruxelles e ribadendo che l’Ue «non accetterà mai» l’esito dei «falsi» referendum nel Donbass. Per von der Leyen le nuove sanzioni a Mosca sulle importazioni verso l’Ue «priverà la Russia di altri 7 miliardi di euro di entrate» mentre «l’estensione della lista di prodotti che non potranno più essere esportati verso la Russia», come parte di questo ottavo pacchetto di sanzioni, «toglierà al Cremlino tecnologie chiave, come articoli di aviazione, componenti elettroniche e sostanze chimiche specifiche».

Ore 04.45 - Nord Stream, a chi conviene il misterioso sabotaggio del gasdotto?

(Federico Rampini) Come decifrare il mistero sulle esplosioni sottomarine che hanno danneggiato i gasdotti russi Nord Stream 1 e 2, aprendo falle nelle condutture e provocando perdite di metano? Svedesi e danesi, che hanno messo in allerta le proprie marine militari, hanno subito parlato di sabotaggio. Con fondate ragioni. Anzitutto le falle nel tratto sottomarino sono avvenute pressoché simultaneamente in tre punti; hanno provocato fughe di gas da strutture che sono tubi di acciaio a tenuta stagna protetti da una robusta «camicia» di cemento. I sismografi hanno registrato scosse equivalenti a terremoti oppure a esplosioni. Poiché non c’è stato alcun terremoto in quell’area, resta la spiegazione dell’esplosione.

Ore 04.52 - Russia: «Lunedì plenaria Duma su annessione delle regioni ucraine»

L’agenda del Parlamento russo verrà ridefinita in modo da tenere lunedì una sessione plenaria straordinaria sull’annessione delle regioni ucraine di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia, dove le autorità filorusse hanno tenuto referendum per unirsi a Mosca, non riconosciuti dalla comunità internazionale. Lo ha detto il presidente della Duma, Viaceslav Volodin, citato da Interfax.

Ore 05:00 - Erdogan: «Referendum un guaio, volevo che non si tenessero»

«Avrei voluto che non si tenessero, sono un guaio», così ha commentato il presidente turco Recep Tayip Erdogan intervistato dalla Cnn Turk in merito ai referendum di annessione alla Russia. «Vorrei discutere di questi problemi in dettaglio con Putin, domani (oggi per chi legge, ndr)», ha poi aggiunto.

Ore 05:12 - Marianna Triasko medico dell’esercito muore in guerra: viveva a Treviso da 14 anni

(Roberto Russo) Si chiamava Marianna Triasko, 37 anni , la donna ucraina deceduta tre giorni fa nella guerra contro i russi. Marianna risiedeva in Veneto da 14 anni. La notizia della sua morte è stata diffusa dal Tgr Rai del Veneto. La donna, originaria di Ivano-Frankivsk, risiedeva a Villorba (Treviso), era sposata con un italiano e aveva due figli di 10 e 14 anni. Li aveva menzionati in un breve video che è stato girato in Ucraina, nella Brigata 102 delle forze di difesa territoriale della regione di Ivano-Frankivsk. Quando è iniziato il conflitto, è tornata in Ucraina. Marianna infatti non se l’è sentita di non prestare aiuto ai suoi connazionali, così ha abbracciato il marito e i due figlioletti ed è tornata in Patria dove ha trovato la morte in combattimento. 

Ore 05:20 - La Russia usa i droni-kamikaze: sono l’arma del momento e Kiev li teme

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sono l’arma del «momento»: i droni-kamikaze iraniani. I russi li usano e ne sottolineano i successi, gli ucraini li temono e annunciano, quasi ogni giorno, la distruzione di diversi esemplari. Un classico mix di notizie belliche e propaganda in quello che qualcuno definisce il «Game of Drones».

Ore 05:28 - Casa Bianca, referendum Russia violazione diritto internazionale

I referendum «farsa» della Russia in Ucraina sono una «flagrante violazione del diritto internazionale: non riconosceremo mai i territori annessi. L’Ucraina ha il diritto di continuare a difendersi». Lo afferma la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre.

Ore 05:40 - Casa Bianca annuncia 1,1 mld aiuti militari per Ucraina

Un altro pacchetto di aiuti militari Usa a Kiev da 1,1 miliardi di dollari, tra armi ed equipaggiamenti: lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca Karin Jean-Pierre.

Ore 05:49 - Su Nyt intercettazioni soldati russi: «Putin è pazzo»

Le conversazioni intercettate di soldati russi impegnati nella guerra in Ucraina sono stati pubblicate dal New York Times. «Ci hanno dato l’ordine di uccidere tutti quelli che vediamo» e «Putin è pazzo. Vuole prendere Kiev, ma non possiamo farlo» sono tra le frasi, presumibilmente pronunciate dai soldati nelle conversazioni con i loro parenti in Russia, diffuse dal quotidiano statunitense. «La nostra offensiva si è fermata. Stiamo perdendo questa guerra», «Abbiamo perso mezzo reggimento» e «Quando tornerò a casa lascerò il dannato esercito» sono tra gli altri scampoli di colloqui pubblicati, dai quali emergono frustrazione e pessimismo sull’andamento del conflitto.

Ore 09:00 - Kiev: «Bombardamenti a Dnipro, morto un bambino»

Un nuovo bombardamento russo ha colpito un quartiere residenziale a Dnipro, uccidendo tre persone, tra cui un bambino. Il bilancio provvisorio è di altri 5 feriti. Lo riferisce il capo di Dnipropetrovsk Ova Valentyn Reznichenko su Telegram, secondo quanto riporta Ukrinform. «I russi hanno colpito la notte Dnepr con razzi. Hanno preso di mira aree residenziali. Finora sappiamo di tre morti, tra cui un bambino. Altri cinque sono rimasti feriti, inclusa una ragazza di 12 anni», afferma. I soccorritori «hanno portato la bambina fuori dalla casa distrutta, dove stava appena dormendo quando un razzo russo ha colpito l’abitazione. Diverse case sono andate completamente distrutte. I soccorritori continuano a scavare sotto le macerie, cercando altre persone. É possibile che vi siano anche altri bambini».

Ore 10:20 - Intelligence Gb: «Russi in fuga più numerosi di quelli al fronte»

«Nei sette giorni trascorsi da quando il presidente Putin ha annunciato la mobilitazione parziale c’è stato un considerevole esodo di russi che cercavano di sfuggire alla chiamata. Sebbene i numeri esatti non siano chiari, probabilmente supera la dimensione della forza di invasione totale che la Russia ha messo in campo nel febbraio 2022». Lo scrive l’intelligence britannica, nell’ultimo rapporto diffuso dal ministero della Difesa di Londra. «I più facoltosi e istruiti sono i più numerosi tra coloro che tentano di lasciare la Russia», si legge ancora nel rapporto, dove si osserva che «se sommato al numero dei riservisti mobilitati, è probabile che l’impatto economico interno della ridotta disponibilità di manodopera e dell’accelerazione della «fuga di cervelli» diventi sempre più significativo».

Ore 10:30 - Kiev: «Forte esplosione in zona residenziale Melitopol»

Forte esplosione nella zona residenziale di Melitopol, ha riferito il sindaco in esilio Ivan Fedorov, citato da Unian. La pubblicazione Ria Melitopol dice che l’obiettivo dell’ordigno era una collaboratrice ucraina dei russi, «il direttore del dipartimento dell’istruzione Olena Shapurova. La traditrice sarebbe viva». L’agenzia di stampa statale russa Tass ha confermato l’esplosione di un ordigno artigianale imbottito di proiettili nei pressi di una scuola. La deflagrazione ha provocato un ferito: «L’ordigno era attaccato a un albero ed è esploso mentre passava un veicolo. Il veicolo è stato danneggiato e il suo conducente ha riportato lievi ferite».

Ore 10:32 - Anche la Romania invita i suoi cittadini a lasciare la Russia

Il ministero degli Esteri della Romania, in una nota ufficiale, ha invitato i propri cittadini che si trovano per diversi motivi in Russia ad abbandonare immediatamente il paese nel contesto della mobilitazione generale proposta da Putin. Il ministero raccomanda al tempo stesso di «evitare luoghi affollati nei quali sono in atto manifestazioni e di non lasciarsi coinvolgere negli sviluppi di eventuali azioni di protesta o altre manifestazioni che possano degenerare in violenza urbana». Inoltre, nel comunicato il ministero sottolinea che non riconoscerà i risultati dei referendum di annessione dei territori ucraini. Un analogo appello a lasciare la Russia è stato lanciato da Stati Uniti, Polonia e Bulgaria.

Ore 10:38 - Turchia: «Non riconosciamo referendum in territori ucraini»

«Non riconosciamo il risultato di questi referendum». Lo ha affermato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, durante una conferenza trasmessa dalla Tv di Stato Trt, parlando del via libera all’adesione alla Federazione russa emersa dai referendum tenuti nelle regioni dell’Ucraina occupate dalle truppe di Mosca. «Non abbiamo mai riconosciuto l’annessione della Crimea e abbiamo chiarito che non riconosceremo il risultato di questi referendum», ha affermato il capo della diplomazia di Ankara.

Ore 10:39 - Erdogan: «Guerra nucleare sarebbe catastrofe»

«Il costo di dichiarare una guerra nucleare sarebbe catastrofico». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, durante un’intervista a Cnn Turk, parlando del conflitto tra Mosca e Kiev. «Non si dovrebbe pensare a questo, risolvere il problema attraverso la diplomazia sarebbe il passo più appropriato», ha aggiunto il leader turco.

Ore 10:55 - Colloquio telefonico tra Draghi e Zelensky

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto oggi una nuova conversazione telefonica con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il colloquio riguardava gli ultimi sviluppi della situazione sul terreno e sui referendum illegali indetti dalla Federazione Russa nelle zone occupate del Donbass, di Kherson e di Zaporizhzhia. Il Presidente Draghi ha assicurato che l’Italia non riconoscerà l’esito dei referendum e ha confermato il continuo sostegno da parte del Governo italiano alle Autorità e alla popolazione ucraina in tutti gli ambiti.

Ore 11:16 - Finlandia verso chiusura confini ai russi da stanotte

In Finlandia il governo adotterà oggi una risoluzione che limiterà in modo significativo il diritto dei cittadini russi di entrare nel Paese come turisti e di utilizzare la Finlandia come Paese di transito quando si recano in altre parti dell’area Schengen. Lo ha annunciato il governo di Helsinki a seguito di una riunione tenuta ieri sera, in cui ha discusso dell’attuale situazione della politica estera e di sicurezza e delle misure necessarie per affrontarla. Secondo il giornale locale Helsingin Sanomat, che cita informazioni proprie, il governo dovrebbe decidere oggi delle misure che taglieranno in modo significativo il numero dei russi che possono entrare in Finlandia e le restrizioni somiglieranno a quelle del periodo Covid-19 ma verranno applicate solo ai cittadini russi, quindi in pratica il confine sarà chiuso ai russi solo se turisti perché ci saranno diverse ragioni speciali per cui i cittadini russi potranno continuare ad accedere alla Finlandia. Sempre secondo la testata, e le nuove regole dovrebbero entrare in vigore nella notte fra giovedì e venerdì. Una riunione del governo è in programma per le 13 locali (le 12 in Italia) e una conferenza stampa è in programma per le 12.15 italiane.

Ore 11:40 - Ufficio di arruolamento russo al confine con il Kazakistan

Al confine russo-kazako, nella regione meridionale russa di Astrachan, sarà presto allestito un checkpoint per il controllo e l’arruolamento di quanti cercano di lasciare la Russia via terra. Lo hanno annunciato le autorità regionali. L’ufficio di arruolamento sarà allestito al posto di blocco al checkpoint di Karauzek, nel territorio della regione di Astrakhan, dove si è creato «un ingorgo lungo molti chilometri a causa del gran numero di uomini in età militare in attesa di partire», scrive l’agenzia russa Tass. Le fila di auto sono di quanti cercano di sfuggire alla mobilitazione decisa dal Cremlino.

Ore 11:48 - Kiev: «Bielorussia prepara alloggi per 20 mila riservisti russi»

In Bielorussia si stanno preparando posti per l’alloggio di 20 mila soldati mobilitati dalla Federazione Russa. Lo rende noto l’intelligence del Ministero della Difesa ucraino (Gur), come riporta l’Ukrainska Pravda. Secondo il Gur vengono usati magazzini, hangar e altri locali di aziende agricole abbandonate e fattorie. Istruzioni sono state impartite dalle autorità ai consigli locali dal Comitato Centrale della Repubblica di Bielorussia. A causa della mancanza di equipaggiamento per il trasporto del personale militare è previsto l’utilizzo di camion e automobili civili. L’intelligence ucraina riferisce anche che le autorità bielorusse hanno inoltre incaricato le forze dell’ordine di assistere i rappresentanti della Federazione Russa nella mobilitazione dei cittadini russi recentemente entrati nel territorio del Paese.

Ore 12:09 - Mosca domani annette le regioni ucraine

La cerimonia di firma dei trattati sull’annessione di nuovi territori alla Russia si terrà domani alle 15 ora locale al Cremlino e vi prenderà parte il capo di stato Vladimir Putin. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, come riporta Ria Novosti.

Ore 12:18 - Cina: «Pronti a maggiore comunicazione militare con Mosca»

La Cina è pronta ad «aumentare la comunicazione strategica militare» con la Russia, continuando «la cooperazione concreta in vari campi» in modo «da arricchire le relazioni bilaterali e da dare un contributo stabile e positivo alla pace regionale e mondiale». È quanto ha detto il portavoce del ministero della Difesa Tan Kefei in risposta a una domanda sull’aumento di consultazioni e scambi nella cooperazione militare dopo l’incontro tra i presidenti Xi Jinping e Vladimir Putin, tenuto a metà settembre in Uzbekistan.

Ore 12:26 - Cremlino: atto terroristico su Nord Stream da un Paese straniero

Gli incidenti ai gasdotti Nord Stream sembrano «un atto terroristico, probabilmente di un paese straniero». Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato da Interfax. Peskov ha anche commentato le notizie di stampa che parlavano della presenza di truppe russe nell’area degli incidenti: «Sono notizie distorte, sono state viste molte più truppe della Nato nell’area».

Ore 12:36 - L’Ungheria minaccia il veto sulle nuove sanzioni Ue

«Se il nuovo pacchetto di sanzioni» contro Mosca proposto dall’Ue «include misure restrittive sull’energia, l’Ungheria non lo sosterrà». Così il ministro della presidenza del Consiglio dei Ministri ungherese, Gergely Gulyas, in conferenza stampa.

Ore 12:59 - Ue: non accetteremo mai nessuna annessione

«Non accettiamo i referendum farsa e non accetteremo mai nessuna annessione dei territori ucraini occupati. Abbiamo già annunciato il nuovo pacchetto di sanzioni a causa di questi referendum». Lo ha dichiarato la portavoce della Commissione europea, Dana Spinant.

Ore 13:24 - Nord Stream, quarta falla: cosa succede

(Valentina Iorio) La Guardia costiera svedese ha scoperto una quarta perdita di gas dai gasdotti danneggiati del Nord Stream, che trasporta il gas russo dalla Siberia all’Europa continentale, ha spiegato una portavoce al quotidiano Svenska Dagbladet. «Due delle quattro perdite si trovano nella zona economica esclusiva della Svezia», ha detto al giornale la portavoce della Guardia costiera svedese Jenny Larsson. Le altre si trovano nella zona economica esclusiva danese. L’Unione europea sospetta che ci sia un sabotaggio all’origine delle fughe di gas dei gasdotti sottomarini russi Nord Stream 1 e 2 e ha assicurato che risponderà in modo «forte e compatto» a qualsiasi interruzione intenzionale dell’infrastruttura energetica europea. Il Nord Stream 1 è chiuso da agosto, ufficialmente per manutenzioni, mentre il Nord Stream 2 non è ancora entrato in funzione, ma entrambi contengono gas sotto pressione.

Ore 13:05 - Peskov: «Non sappiamo se Nord Stream sarà mai riavviato»

Il Cremlino afferma di non sapere se il Nord Stream potrà mai essere riavviato dopo i danni subiti. «È una questione tecnica, non siamo in grado di rispondere», ha spiegato il portavoce Dmitry Peskov ai giornalisti.

Ore 13:30 - Zeit, 007 tedeschi passano dati sensibili a forze Kiev

La Germania fornisce a Kiev anche informazioni sensibili raccolte dai servizi segreti tedeschi sulle postazioni dell’armata russa. Dati e «geo-dati», analisi, immagini satellitari e intercettazioni mobili «che possono influire sulla pianificazioni militare» dell’esercito ucraino sul terreno di battaglia. Si tratta di informazioni elaborate dagli 007 del Bnd (Bundesnachrichtendienst, l’intelligence «esterna» della Germania), che si muove sotto il controllo diretto del cancelliere. La rivelazione di questo scambio tra servizi segreti tedeschi e forze armate ucraine è frutto di un’inchiesta dei reporter della Zeit e della trasmissione «Kontraste» del primo canale pubblico Ard, pubblicata oggi dal settimanale amburghese.

Ore 13:37 - Sanzioni alla Russia, entrano lavatrici e carta igienica

Dal trucco ai sigari, dalle lavatrici alla carta igienica: l’elenco delle merci interessate dalle sanzioni dell’Unione Europea contro la Russia si allunga di molto. I prodotti destinati a divieti di esportazione o importazione sono elencati in un progetto di legge sulle sanzioni di cui ha preso visione il Guardian. L’esecutivo dell’Ue ha proposto di limitare il prezzo del petrolio russo e di imporre ulteriori restrizioni al commercio hi-tech, come parte del suo ottavo round di sanzioni. La Commissione vuole fermare la vendita di elettrodomestici europei, comprese lavastoviglie e lavatrici, perché i funzionari ritengono che l’esercito russo stia razziando tali prodotti per i loro chip, perché hanno esaurito i semiconduttori. L’Ue vuole anche inasprire i limiti alle importazioni di beni che generano reddito per la Russia, che vanno da legno, pasta di cellulosa e carta, sigarette e cosmetici. Borse e valigie, telefoni e automobili, carta e carta da giornale, abbigliamento femminile, prodotti per il trucco e la rasatura sono presenti in una lunga lista di articoli soggetti a restrizioni commerciali che comprende anche molti beni industriali, strumenti e sostanze chimiche. L’Ue discuterà i piani domani, con l’obiettivo di raggiungere un rapido accordo. Le misure devono essere concordate all’unanimità per entrare in vigore.

Ore 13:41 - Finlandia conferma: da mezzanotte stop a ingresso per russi

Il governo finlandese ha confermato la chiusura della frontiera orientale a partire da mezzanotte. Da allora i cittadini russi potranno entrare in Finlandia solo per alcuni motivi particolari, e dimostrati, come visite ai parenti, per lavoro o per ricevere cure mediche. Il ministro degli interni finlandese Krista Mikkonen ha affermato che «tutte le richieste di ingresso verranno considerate individualmente» aggiungendo che chi vuole «può far richiesta d’asilo oppure cercare di attraversare il confine illegalmente. Ma siamo preparati», ha detto il ministro all’emittente pubblica Yle.

Ore 14:07 - Fonte Ue: price cap totale non attuabile immediatamente

«Noi non escludiamo nulla ma un price cap generalizzato a tutto il gas importato in Ue richiede un meccanismo che è difficile da approntare nel tempo breve». Lo ha dichiarato una fonte Ue spiegando perché la Commissione sostiene solo il tetto al prezzo del gas russo e non quello generalizzato, come richiesto da quindici Stati Ue. «Quello che chiedono è un’operazione radicale che presenta molti rischi di cui nella richiesta non si tiene conto», ha spiegato il funzionario. «Questi rischi si possono riassumere nella certezza dell’aumento della domanda, a causa appunto di un prezzo più basso, e ciò porterebbe a difficoltà di approvvigionamento», ha spiegato. Ciò che propone la Commissione è porre un limite al prezzo del gas che arriva via gasdotto dalla Russia perché si è dimostrata un fornitore inaffidabile. Con i fornitori affidabili, in primis Norvegia e Stati Uniti, la Commissione vorrebbe invece avviare un dialogo per ridurre i prezzi.

Ore 14:09 - Fonte Ue: possibile sanzionare italiani coinvolti nei referendum

Gli italiani che sono andati nei territori occupati dell’Ucraina come osservatori in linea di principio possono essere sanzionati ma è una decisione che spetta all’Italia. Lo riferisce a LaPresse un alto funzionario Ue. «I cittadini europei possono essere colpiti dalle sanzioni ed è già accaduto — spiega —. Ieri l’Alto rappresentante Josep Borrell ha detto che saranno sanzionati solo i russi coinvolti nell’organizzazione dei referendum farsa» ma «gli Stati membri possono decidere di aggiungere individui alla lista di sanzionati», ha spiegato la fonte. In occasione della finta consultazione organizzata dalla Russia si sono recati nel Donbass un centinaio di stranieri filorussi, tra questi risultano una decina di italiani.

Ore 14:25 - Scholz: «Siamo preparati a sostituire tutto il gas russo»

«La Russia continua la sua guerra contro l’Ucraina, e per di più utilizza anche le proprie forniture di energie come un’arma. Dopo la distruzione dei gasdotti nel Mar Baltico sappiamo che presto cesserà del tutto l’approvvigionamento di gas alla Germania». Lo ha dichiarato Olaf Scholz ad una conferenza stampa a Berlino. «Ma noi ci siamo preparati, siamo pronti», ha aggiunto il cancelliere. «Importiamo gas da altri Paesi, utilizziamo le capacità di tanti porti all’est e al nord, i nostri stoccaggi sono al 90%», ha spiegato ancora Scholz, che ha spiegato che «le centrali di carbone continuano a funzionare», mentre due delle ultime tre centrali nucleari «continuano a lavorare fino ad aprile 2023».

Ore 15:10 - Zelensky: «Con Draghi discusso decisa reazione ai referendum»

«Durante il dialogo con il primo ministro italiano, Mario Draghi, si è discusso anche della necessità di una decisa reazione allo svolgimento degli pseudo-referendum da parte della Russia nei territori occupati». Lo scrive il presidente ucraino Voldymyr Zelensky su Telegram, aggiungendo di averlo «informato sulla situazione al fronte» e di aver scambiato opinioni «sulla possibilità dell’Italia di continuare ad assistere la difesa» ucraina.

Ore 15:13 - Zelensky convoca Consiglio sicurezza in risposta annessione territori

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha convocato per domani una riunione urgente del Consiglio di sicurezza e difesa di Kiev, in concomitanza con la cerimonia di firma dei trattati sull’annessione alla Russia dei territori di quattro regioni ucraine. Lo ha annunciato l’ufficio stampa presidenziale, citato dall’Ukrainska Pravda.

Ore 15:34 - L’Estonia interromperà uso del gas russo entro fine anno

Il governo estone ha deciso di imporre dal 1 gennaio sanzioni obbligatorie sulle importazioni di gas russo dando attuazione al suo progetto di mettere fine agli acquisti di gas dalla Russia. «Il governo ha espresso la sua volontà politica di interrompere l’uso del gas russo in primavera — ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu secondo quanto riporta Interfax — ma ora è stato previsto come misura giuridicamente vincolante. L’Estonia sta introducendo una sanzione nazionale giuridicamente vincolante sul gas russo dal 1 gennaio o prima della fine di quest’anno».

Ore 15:54 - Kiev: Mosca ha già mobilitato oltre 100 mila coscritti

«In Russia continua attivamente la coscrizione da parte dei responsabili del servizio militare. Attualmente sono già state convocate più di 100 mila delle 300 mila persone annunciate. Riteniamo che la cifra di 300 mila non è quella definitiva. È molto probabile che il numero dei mobilitati sarà notevolmente superiore». Lo ha detto il vice capo della direzione dello Stato maggiore ucraino, Alexei Gromov, citato dall’Ukrainska Pravda, affermando inoltre che la mobilitazione sarebbe iniziata prima dell’annuncio del 21 settembre, secondo quanto rivelato da alcuni prigionieri di guerra.

Ore 16:00 - Gas: Berlino rinuncia anche a supplemento in bolletta. Con il nuovo scudo da 200 miliardi la «Gasumlage» è annullata

Il governo tedesco ha oggi annunciato uno scudo per frenare i prezzi del gas, tramite un investimento da 200 miliardi di euro. Questo significa anche che scomparirà la prevista «Gasumlage», il supplemento gas in bolletta che doveva aiutare le aziende energetiche in difficoltà. La misura doveva entrare in vigore il 1 ottobre, ma sarà annullata perché «non serve più», come ha detto oggi il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck. Il governo vuole ora aiutare direttamente le aziende. Nel caso del maggiore importatore di gas tedesco, Uniper, è del resto già in corso la nazionalizzazione. Già due giorni fa il cancelliere tedesco Olaf Scholz aveva detto che il sovrapprezzo in bolletta doveva impedire problemi «ad alcuni fornitori che sono particolarmente dipendenti dal gas russo», ma che con una situazione cambiata radicalmente da quando la Russia ha interrotto la fornitura di gas c’è ora «un impatto sui prezzi, quindi dobbiamo dare una nuova risposta a questo cambiamento». Il nuovo scudo da 200 miliardi è la risposta di Berlino.

Ore 16:03 - Gas: il prezzo crolla a 186 euro (-10%) dopo il piano Germania

Il prezzo del gas europeo scivola sui minimi di seduta (-10% a 186,5 euro) dopo l’annuncio di un piano da 200 miliardi di euro da parte della Germania per far fronte al caro gas mentre i danni al Nord Stream lasciano poche speranze di una ripresa dei flussi russi in inverno.

Ore 16:41 - Esercito Kiev: la prima linea del fronte è di 850 km

«Le forze armate dell’Ucraina stanno contrastando gli invasori russi lungo 3.390 km di territorio, mentre la prima linea del fronte è di 850 km». Lo ha affermato il generale di brigata Oleksiy Gromov, vicecapo del dipartimento operativo principale dello Stato maggiore delle forze armate ucraine, secondo quanto riferisce Ukrinform.

Ore 16:54 - I soldati russi intercettati: «Ci ordinano di uccidere tutti»

(Francesco Battistini) Ciao, mamma. Ciao, amore. Ciao, amico mio. Molte sono voci di ragazzini, o poco più. E le telefonate dal fronte cominciano tutte con un malinconico saluto, che diventa subito uno sfogo. Registrazioni del mese di marzo, i primi giorni dell’invasione dell’Ucraina. «Ora siamo a Bucha», ed è già detto tutto (Yevgeniy). «La nostra offensiva è in stallo. Stiamo perdendo questa guerra» (Sergey). «Metà del nostro reggimento è andato» (Andrey). «Ci hanno ordinato d’uccidere qualunque cosa vediamo» (Sergey). «Quando torno a casa, mollo tutto. Fanculo l’esercito» (Vlad). «Putin è un idiota. Vuole prendere Kiev. Ma non c’è maniera di riuscirci» (Aleksandr). Mamma, guarda come non mi diverto. Affatto. Anzi: «Mamma, questa guerra è la peggiore scelta fatta dal nostro governo. Quando finirà tutto questo, Putin? Dannazione».

Ore 17:04 - Trump: giù tensione su Nord Stream e negoziare ora

Donald Trump invita sul suo social Truth a non far salire la tensione dopo gli incidenti sul Nord Stream e sollecita un «accordo negoziato ora» sul conflitto ucraino, convinto che «entrambe le parti ne hanno bisogno e lo vogliono». «Il mondo intero è in gioco. Sarò io a guidare il gruppo?», si chiede, ventilando nuovamente in modo indiretto l’ipotesi della sua ricandidatura alla Casa Bianca, alla vigilia di Midterm.

Ore 17:06 - Putin: «L’Occidente crea tensioni negli ex territori dell’Urss, vogliono rivoluzioni e bagni di sangue»

Il conflitto in Ucraina è uno dei risultati della «dissoluzione dell’Unione Sovietica». Lo ha detto Vladimir Putin, citato dalla Tass. Secondo il presidente russo, l’Occidente cerca di aumentare le tensioni nei territori dell’ex Unione Sovietica, provocando rischi nell’intera regione dell’Asia-Pacifico. I Paesi occidentali, ha aggiunto Putin, sono pronti a «mettere in pericolo ogni Paese, trasformandolo in un epicentro di crisi, provocando rivoluzioni colorate e bagni di sangue».

Ore 17:26 - Putin: «L’egemonia occidentale si sta sgretolando»

«L’egemonia unipolare» occidentale «si sta inesorabilmente sgretolando» ma «l’Occidente rifiuta di accettarlo», ha detto Putin. Aggiungendo che i Paesi occidentali cercano di fermare questo processo «conducendo una politica del diktat in tutte i settori» e quindi «creando sempre nuovi problemi e sempre nuove crisi». Putin, citato dalla Tass, ha espresso queste frasi a una riunione dei capi dei servizi d’intelligence dei Paesi della Comunità degli Stati indipendenti (Csi), che riunisce 9 delle 15 ex repubbliche sovietiche.

Ore 17:30 - Referendum per l’annessione, che cosa succederà da domani in Donetsk, Lugansk, a Zaporizhzhia e a Kherson

(Lorenzo Cremonesi) Cosa comporta l’annessione russa delle quattro regioni ucraine parzialmente occupate negli ultimi oltre sette mesi di guerra? L’annessione formale di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson nelle intenzioni del Cremlino mira a rendere irreversibili le conquiste territoriali derivate dall’aggressione militare lanciata per volere di Vladimir Putin il 24 febbraio scorso. Di queste regioni, soltanto una parte di Donetsk e Lugansk erano già state occupate nel 2014 e vi erano nate due amministrazioni vassalle di Mosca. Le altre adesso vengono gradualmente liberate dagli ucraini e proprio per questo la finzione del referendum (sostanzialmente rifiutato da larga parte della comunità internazionale) serve in effetti a cercare di arginare le sconfitte militari russe.

Ore 17:38 - Ambasciata a Mosca: italiani valutino se lasciare la Russia

«Considerata la più recente evoluzione del contesto internazionale e la crescente difficoltà nei collegamenti aerei e su strada in uscita dalla Russia, si raccomanda ai connazionali presenti in Russia di valutare se la permanenza sia necessaria e, in caso contrario, di lasciare il Paese». Lo si legge in un comunicato pubblicato sul sito dell’ambasciata italiana a Mosca.

Ore 17:44 - Zelensky premia Draghi: a Kiev quando non sarò più premier

Nella telefonata di oggi, Zelensky ha annunciato al premier Mario Draghi il conferimento della Prima Classe dell’Ordine del Principe «Yaroslav il Saggio», una delle massime onoreficenze ucraine. Lo riferisce Palazzo Chigi. «Sono onorato e commosso di questa onoreficenza — ha detto Draghi a Zelensky durante la telefonata —. Sarò felice di poterla ricevere dalle tue mani a Kiev, quando sarò libero dai miei impegni istituzionali».

Ore 18:19 - Onu: le annessioni non hanno posto nel mondo moderno

«Qualsiasi decisione di procedere con l’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia non ha valore legale e merita di essere condannata». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres dopo l’annuncio della cerimonia a Mosca di domani aggiungendo che «le annessioni non hanno posto nel mondo moderno». «Questo si oppone a tutto ciò che la comunità internazionale intende rappresentare, si fa beffe dei principi delle Nazioni Unite, è un’escalation pericolosa e non deve essere accettato. Se la Russia procede, metterà ulteriormente a rischio le prospettive per la pace».

Ore 18:20 - Von der Leyen: «Il nostro compito è rafforzare la democrazia in Europa. Agiremo contro le violazioni dei valori Ue»

«È il compito di ogni generazione combattere per la democrazia ed è il nostro compito aiutare l’Ucraina e proteggere la democrazia dall’interferenza della Russia e rafforzare ogni democrazia in Europa». Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in visita ad Atene. Aggiungendo: «Il nostro motto è “unità nella diversità” ma deve ancora essere raggiunto. Nel nostro continente ci sono ancora il razzismo e l’antisemitismo, le minoranze non sempre sono rispettate e si verificano violazioni ai diritti delle persone lgbt. Non solo. Abbiamo visto criticità nello Stato di diritto, mancanze sull’indipendenza della magistratura e preoccupazioni sulla corruzione». E ancora: «Tutto ciò è contro i nostri valori, i trattati dell’Ue e contro la democrazia. La Commissione, in quanto guardiana dei trattati, è chiamata ad agire».

Ore 18:28 - Bombe a grappolo su una fermata del bus a Mykolaiv, 2 morti

Un raid russo con bombe a grappolo ha colpito una fermata dell’autobus a Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina, provocando almeno due morti e 12 feriti. Lo ha riferito su Telegram la presidente del Consiglio regionale di Mykolaiv, Hanna Zamazeyeva.

Ore 19:22 - Podolyak: fenomeno da baraccone del Cremlino, annessioni illegali

Il consigliere del presidente ucraino Zelensky, Podolyak, ha denunciato quello che ha definito un «fenomeno da baraccone del Cremlino» ovvero «l’annunciata “cerimonia di ingresso” che non ha alcun significato legale. Riferendosi all’esito dei referendum, su Twitter Podolyak ha parlato di «entità inesistenti che non possono entrare in un Paese che si sta disintegrando. Non perdete tempo con l’agenda virtuale della Russia. La vita reale sarà più interessante: controffensiva, disoccupazione, tribunale».

Ore 19:32 - Colloquio telefonico Putin-Erdogan: Turchia pronta a mediare

Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto questa sera un colloquio telefonico con il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan. Durante la telefonata Erdogan ha ribadito la disponibilità di Ankara a mediare nel conflitto ucraino, sottolineando che i referendum non fanno altro che aumentare la tensione e non aiutano il dialogo. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.

Ore 19:33 - Putin: la mobilitazione rimane parziale, rimediare a errori

La mobilitazione militare in Russia rimane «parziale» e riguarda solo i riservisti che hanno già esperienza militare. Pertanto, se ci sono stati casi di «mobilitazione illegale» le persone che sono state chiamate alle armi per errore devono essere immediatamente lasciate tornare alla vita civile. Lo ha affermato il presidente Vladimir Putin durante una riunione del Consiglio di Sicurezza nazionale. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti.

Ore 19:34 - Gli ucraini hanno ripreso Kupiansk

Le forze ucraine hanno ripreso il controllo dell'intera città nord-orientale di Kupiansk, cacciando le truppe russe dalle loro posizioni sulla sponda orientale del fiume Oskil. Lo hanno riferito oggi i giornalisti dell'Afp. Buona parte di questo nodo ferroviario era stata sottratta ai russi all'inizio di settembre grazie alla controffensiva ucraina nella regione di Kharkiv. Ma le truppe di Mosca hanno continuato a resistere al di là del fiume, prendendo parte a combattimenti con l'artiglieria mentre i civili fuggivano dai combattimenti cercando di passare dalla parte ucraina.

Ore 19:45 - Usa, tutte le opzioni sul tavolo sui referendum farsa

«Tutte le opzioni sono sul tavolo rispetto ai referendum farsa della Russia in Ucraina». Lo ha detto il vice portavoce del dipartimento di Stato americano Vedant Patel. «Continueremo ad usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per far pagare a Mosca il costo dell'eventuale annessione», ha aggiunto.

Ore 21:45 - Biden: «Non riconosceremo mai, mai e mai i referendum russi»

« Voglio essere molto chiaro su questo tema: gli Stati Uniti non riconosceranno mai, mai e mai le rivendicazioni della Russia sui territori sovrani dell’Ucraina. Il cosiddetto referendum è stato un falso, un vero falso». Lo ha detto il presidente Usa Joe Biden nel summit a Washington con i leader delle isole del Pacifico.

Ore 21:58 - Erdogan a Putin, mi aspetto sforzi per far calare tensione

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto all’omologo russo Vladimir Putin che si aspetta passi da parte di Mosca per far calare le tensioni in relazione all’annessione alla Federazione Russa di regioni dell’Ucraina occupate dalle forze di Mosca. Lo rende noto Anadolu. Durante una conversazione telefonica, Erdogan ha invitato Putin a dare una nuova possibilità a negoziati con Kiev, facendo sapere che la Turchia è pronta ad assumere un ruolo di facilitazione a riguardo.

Ore 22:02 - Zelensky: «Quasi 60mila soldati russi morti in guerra»

Sono quasi sessantamila i soldati russi che hanno perso la vita nella guerra in Ucraina. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram. «Sono già 58.500 i soldati russi che sono morti in Ucraina. Vengono per uccidere noi e muoiono», ha detto Zelensky rivolgendosi ai russi. «Non vi vengono detti questi numeri. Vi viene mentito sul presunto bilancio delle vittime di circa seimila. Questa è la verità. Sono morti tutti perché una persona voleva questa guerra»

Ore 01:15 - Odessa e Mykolaiv attaccate da droni kamikaze russi

Droni kamikaze russi hanno attaccato Odessa e Mykolaiv. La notizia è riferita via Telegram dal vice capo dell’ufficio presidenziale di Kiev, Kyrylo Tymoshenko, secondo il quale una infrastruttura è stata colpita nell’oblast di Mykolaiv. Tymoshenko ha riferito che tre droni sono stati abbattuti dalla difesa aerea ucraina sul mare nelle immediate vicinanze di Odessa. «Ci sono ancora droni nemici nel cielo. Il combattimento è in corso», ha osservato.

Ore 01:34 - Usa, oligarca Oleg Deripaska incriminato per aver violato le sanzioni

L’oligarca russo Oleg Deripaska, patron del gigante dell’alluminio Rusal, è stato incriminato per aver violato sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti. Lo riferiscono fonti informate alla Cnn. L’accusa per Deripaska è di aver violato l’International Emergency Economic Powers Act. L’oligarca, riferiscono le fonti, al momento non è in custodia della polizia. Il re dell’alluminio era stato sanzionato anche dall’Unione europea.

Ore 01:37 - Onu, la missione russa condanna le parole di Guterres sui referendum

La missione permanente della Russia alle Nazioni Unite ha condannato le parole del Segretario Generale dell’organizzazione António Guterres sui referendum nelle autoproclamate repubbliche di Donestk e Luhank e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia definendole un’interpretazione «univoca» della Carta delle Nazioni Unite. Lo riporta Ria Novosti. Il segretario generale dell’Onu aveva che i referendum «non possono essere accettati» e l’annessione di regioni alla Russia «non è conforme al diritto internazionale».

Ore 01:40 - IL PUNTO MILITARE - Le armi Usa e il piano per la «lunga guerra»

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il nuovo pacchetto di aiuti Usa all’Ucraina trasmette un messaggio che va oltre i numeri: la Casa Bianca pensa sempre più al lungo termine e si organizza di conseguenza. Washington ha autorizzato materiale per 1,1 miliardi di dollari. Il denaro serve a garantire altri 18 lanciarazzi Himars, un gran numero di veicoli per la logistica e per il traino di cannoni, fuoristrada blindati, munizionamento, apparati anti-droni. Ma il punto interessante è la precisazione delle fonti ufficiali: buona parte di questo materiale deve essere prodotta, passeranno mesi o anni prima che possa arrivare nelle mani di Kiev. Il Pentagono vuole continuare a sostenere l’amico ma non può pescare ad oltranza dai suoi depositi (come chiede Zelensky), c’è una soglia da rispettare che coinvolge la sicurezza nazionale: non devi sguarnire le tue scorte. Discorso che si estende all’intera Alleanza atlantica, chiamata a mettere a disposizione ciò che poteva dare. L’urgenza di arginare l’invasore è stato affiancata progressivamente dal timore di non avere abbastanza per la propria difesa.

Ore 01:44 - Gas: ecco perché la mossa della Germania danneggia anche l’Italia

(Daniele Manca) La mossa tedesca rischia di avere due effetti indesiderati dannosi per l’Europa e per ogni Paese membro. Quello che nelle intenzioni del governo di Berlino è una dura risposta a Putin rischia di indebolire il fronte europeo. La Germania ha annunciato un piano da 200 miliardi per difendere le aziende e le famiglie tedesche dal caro gas e spingere il prezzo della fonte di energia verso il basso. Cosa che è accaduto nell’immediato ieri quando il prezzo pochi minuti dopo l’annuncio del cancelliere è sceso a quota 186 euro con un calo del 10 per cento. Una scelta che può ritorcersi contro tutta l’Europa.

Il cancelliere Olaf Scholz, in una conferenza stampa convocata all’improvviso è stato chiaro sulla manovra intrapresa da Berlino. La Russia – ha detto – continua la sua guerra contro l’Ucraina e utilizza il fatto di essere fornitore di energia all’Occidente come un’arma. Dopo la distruzione dei gasdotti nel Mar Baltico – ha continuato – sappiamo che presto cesserà del tutto l’approvvigionamento di gas alla Germania. Da qui la scelta del governo tedesco di varare un piano da 200 miliardi per correre in aiuto di aziende e famiglie. Il meccanismo ideato da Berlino prevede di continuare ad acquistare il gas sul mercato e con i 200 miliardi attenuare i costi che devono pagare i tedeschi.

L’ex leader ucraino: «Su Putin vi avevo avvertito. Non è mai lui quello che comincia a negoziare». Francesco Battistini su Il Corriere della Sera il 29 Settembre 2022.

Yushenko, che fu avvelenato 18 anni fa al tempo della Rivoluzione Arancione, oggi produce miele per i soldati al fronte: «Putin si è tolto la maschera»

BEBEZRADYCHI (Ucraina)

«Voi europei lo state capendo solo adesso, chi è Putin: io ve lo ripetevo da anni».

È stato lui a sabotare il gasdotto nel Baltico?

«La Russia siede al Consiglio di sicurezza dell’Onu, ma con quel che combina dovremmo parlare di Consiglio d’insicurezza. Devo dirvelo con sincerità, però: questo episodio dimostra quanto state pagando la “schröderizzazione” della vostra politica energetica».

Nel senso di Schröder, l’ex cancelliere tedesco?

«Lui, la Merkel, la Germania. Che hanno messo in secondo piano gl’interessi comuni europei, hanno creato una dipendenza energetica per coltivare un rapporto privilegiato con la Russia. Lo stesso hanno fatto in altro modo i Sarkozy, i Berlusconi. Io lo dicevo: si rischia molto, a trattare con la Russia in questo modo. E ora si vede: per più di vent’anni, Putin ha creato un sistema di corruzione internazionale».

È vero, lui lo diceva. Perché la carezza di Putin fu tra i primi, letteralmente, a provarla sulla sua pelle. Correva l’anno 2004: candidato alla presidenza ucraina, leader della Rivoluzione arancione («Mosca dice che allora portammo i nazisti al potere? E quali? Zelensky, il premier, il leader dell’opposizione sono tutti ebrei!…»), venne avvelenato con una minestra alla diossina. Ben prima di Navalny e di tutti gli oppositori di Putin: «So chi è stato. E che il veleno proveniva da una fabbrica russa. Quando incontravo Putin, ogni volta mi prometteva che avrebbe collaborato alle indagini. Dopo 18 anni, sto ancora aspettando… Io sono un cosacco, duro a morire. Ma per avere giustizia serve solo una congiunzione astrale, o un cambio di regime». Ritiratosi in un bosco fuori Kiev, a 68 anni Yushchenko è un ex presidente fuori dalla politica. Ha ancora il viso butterato dal veleno, cura una casa museo di tradizioni ucraine e sostiene Zelensky. La sua personale resistenza, dice, la fa col miele: «Allevo le api. Ho ideato barrette di miele da mandare al fronte: energia pura per i nostri soldati! Solo che hanno bombardato la fabbrica che me le confezionava…». 

Lei è stato anche il primo leader a subire da Mosca il ricatto sul gas. Che farebbe oggi?

«È molto difficile correggere gli errori delle deboli politiche energetiche occidentali adottate negli ultimi 15 anni. La Russia ora controlla il 40% del mercato. L’importante per gli europei è avere una linea ferma e lasciarsi alle spalle la politica di tedeschi o francesi». 

Putin usa l’arma del gas in modo spregiudicato.

«Ha creato un suo mercato e, nonostante la guerra, guadagna quel che guadagnava un anno fa. L’Europa invece non s’è fatta un mercato alternativo e ha davanti un anno molto duro. Ci sono le risorse d’arabi, Usa, sudamericani, ma il fattore tempo è determinante. E gioca a favore di Putin». 

Lei è sempre stato europeista convinto. Oggi sembra più amaro…

«Non è stato bello, vedere leader europei diventare impiegati al soldo del Cremlino. Noi parlavamo d’ideali, nella rivoluzione di Maidan c’erano più bandiere europee che in Europa… Ricordo quando andai al vertice Nato di Bucarest, nel 2008. Si doveva discutere dell’adesione nostra e della Georgia. Avevamo il sostegno del 41% della popolazione, quando la Spagna era stata ammessa col 17%. Ma la Mer-kel disse no. Poche settimane dopo, Putin cominciò a dire che l’Ucraina era uno Stato fasullo. E dopo tre mesi che accadde? La Russia invase la Georgia. Io dissi: indovinate chi sarà il prossimo… Nessuno rispose. In compenso, a guerra in corso, partì il gasdotto Nord Stream per collegare Russia ed Europa. E qualche anno dopo, quand’era già iniziata l’invasione della Crimea e del Donbass, mentre europei e americani non facevano nulla, ecco pure il Nord Stream 2». 

Lei lo conosce bene: è sempre lo stesso Putin?

«Una volta è venuto anche qui, in questa casa. L’ho sempre trovato d’una gentilezza formale, non ricordo un suo gesto sgarbato. Mi chiamava confidenzialmente Viktorovic. Però mi colpiva una cosa: se c’era da negoziare su qualcosa, toccava sempre a me prendere l’iniziativa, lui non lo faceva mai. Io spiegavo la posizione ucraina per mezz’ora, lui armeggiava solo con foglietti che estraeva dal taschino. Credo sia molto cambiato, in questi vent’anni. Specie dopo il 2014. Ha visto che la putinizzazione dell’Europa era compiuta e s’è mostrato per quel che oggi vedete tutti». 

Userà la Bomba?

«Come il 90% degli ucraini, anch’io credevo non ci avrebbe mai invaso. Ora ho capito che è stupido. E tutto è possibile». 

Che succede con il referendum?

«Non ha effetti giuridici. Oggi lui va alla Duma a rivenderselo come un risultato, per uso interno. Ma sa bene che, nella guerra, è solo una piccola pausa. Il regalino di compleanno che s’è fatto per i 70 anni».

Palco e maxischermi, la Piazza Rossa festeggia l’annessione di Putin: “La Nato vuole il massacro”. Rosalba Castelletti su La Repubblica il 29 settembre 2022. 

Sul Ponte Bolshoj Moskvoretskij, sospeso sulla Moscova e sulla spianata che porta a San Basilio e alla Piazza Rossa, è già stata allestita una processione di maxischermi coi colori del tricolore russo e le scritte “Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia, Kherson: Russia!”. A ridosso delle mura del Cremlino i montatori indossano le imbracature per le ultime puntellature al palco dove, stando a Rbk, oggi dovrebbe affacciarsi lo stesso presidente russo Vladimir Putin per celebrare l’annessione dei quattro territori ucraini. Per il mega concerto che si terrà stasera restano solo da allineare i metal detector. La coreografia ricorda quella di otto anni fa per festeggiare la conquista della penisola di Crimea. Anche lo slogan è quasi lo stesso: nel 2014 era My vmeste, “Siamo insieme”, adesso Vmeste Navsegda, “Insieme per sempre”. Ma quel “per sempre” è molto più di una promessa. È una minaccia. La Costituzione riformata nel 2020 vieta la cessione dei territori formalmente annessi alla Russia. Gli emendamenti approvati allora sembravano dovessero impedire a un futuro leader russo di cedere la Crimea, ma dopo la cerimonia di oggi vieteranno anche la cessione dei territori ucraini “liberati” — qui dicono così — a partire dal 24 febbraio.   

Sulle tv Rossija1 e Rossija24 è già scattato il conto alla rovescia che segna le ore e i minuti che mancano alle 15 di oggi — le 14 in Italia — quando, nella Sala di San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino, insieme ai quattro leader filorussi, Putin firmerà i trattati per l’adesione alla Russia delle regioni dove martedì si sono chiusi i referendum considerati una “farsa” da Kiev e dalla comunità internazionale. «Niente di più o di meno che accaparramento di terre», ha detto ieri il segretario di Stato Usa Antony Blinken. «Putin terrà un discorso voluminoso», ha annunciato il portavoce Dmitrij Peskov. Secondo il copione del 2014, i trattati verranno poi ratificati dalle due Camere del Parlamento russo — lunedì dalla Duma e martedì dal Consiglio della Federazione — e infine siglati dal leader del Cremlino. Ma i festeggiamenti in Piazza Rossa si terranno già oggi. L’affluenza è stata garantita a colpi di ricatti. «Partecipare equivale a superare un test in una materia difficile», ha promesso un’insegnante agli studenti dell’Università Sociale Statale Russa, invitandoli ad andare a «sostenere il Paese». Mentre le aziende governative sono state chiamate a garantire la presenza di circa la metà dei dipendenti. «Mostrate la vostra posizione civica e partecipate sostenendo il popolo fraterno e il personale militare», si legge in una circolare di Mosinzhproekt.   

«Festeggiare? Non è il tempo dei festeggiamenti. Siamo tutti terrorizzati», confessa Ljudmilla, impiegata di banca, 49 anni. «Sono rimasta lontana dalla politica per anni, ma ora veniamo tutti trascinati dentro. Mio figlio ha 27 anni. Stiamo cercando un modo perché non debba combattere in Ucraina». Anche Marina, 60 anni, ex dipendente di un’agenzia fiscale, oggi pensionata, ha un figlio di 28 anni che potrebbe essere coinvolto dalla “mobilitazione parziale”. «Il concerto sarà una farsa come lo sono stati i referendum. La popolazione è rimasta in silenzio finché a combattere al fronte c’erano i militari a contratto. Ma quando arriveranno le prime bare dei “mobilitati” tutto cambierà. Il problema è che non sappiamo che cosa fare. Manifestare non cambia le cose. Ci vorrebbe un leader dell’opposizione, ma non c’è. La nostra realtà è questa». Soltanto il 64enne Aleksandr festeggia. Ex militare, nativo della Crimea annessa, una figlia a Kherson, assicura che «lì» sono tutti a favore dell’annessione. «Putin è stato fin troppo leale. Avrebbe dovuto far saltare in aria gli snodi ferroviari per interrompere le forniture di armi».   

La firma di oggi segna già un’escalation senza ritorno che prolungherà a oltranza la cosiddetta “operazione militare speciale” contro Kiev e affonderà ogni possibilità di negoziato, nonostante gli appelli, come l’offerta di mediazione di ieri del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Tanto che l’ambasciata italiana invita i connazionali in Russia a valutare se lasciare il Paese. Putin si è già detto pronto a difendere i nuovi territori usando tutti i mezzi disponibili, comprese le armi nucleari. E ieri, incontrando i funzionari dei servizi di sicurezza della Comunità degli Stati Indipendenti, che riunisce le ex Repubbliche Sovietiche, è tornato ad attaccare l’Occidente. «I nostri avversari geopolitici sono pronti a mettere sotto attacco qualsiasi Paese, farne l’epicentro della crisi, provocare una “rivoluzione colorata” e scatenare un massacro sanguinoso. Basta guardare che cosa succede tra Russia e Ucraina. Tutto questo, ovviamente, è il risultato del crollo dell’Urss», ha detto ribadendo che si sta formando un «ordine mondiale più giusto», mentre «l’egemonia unipolare sta crollando». In tv il countdown al giorno “X” del nuovo ordine è già agli sgoccioli. 

La fuga della classe media. “Questa è la vera crepa del regime-zombie russo”. Giampolo Visetti su La Repubblica il 29 settembre 2022.

UPPER LARS (CONFINE TRA GEORGIA E RUSSIA) – Gli strateghi della repressione putiniana hanno sottovalutato le armi non convenzionali più potenti. La meglio gioventù russa, dopo il via al reclutamento di massa, può così usarle per fuggire dalla guerra del Cremlino contro l’Ucraina. Decine di migliaia di ragazzi in queste ore raggiungono la frontiera di Upper Lars, tra le montagne del Caucaso che separano la Russia dalla Georgia, usando biga elettrica, skateboard, blablacar, monopattino, autostop, bicicletta e prima di tutto i piedi. “Aerei e treni sono pieni e controllati dalla polizia – dice Yuri, 31 anni, ingegnere meccanico partito da San Pietroburgo – la colonna di auto in Ossezia è ferma da tre giorni. Per salvarmi, prima che chiudano il confine, ho scelto la mia biga: la batteria basta per 70 chilometri, fino a Stepantsminda”.

Il rastrellamento degli arruolabili, da inviare negli occupati territori ucraini dopo i referendum-farsa, segna per la Russia un passaggio senza precedenti: l’esodo di massa di maschi giovani, laureati, con importanti prospettive di carriera e risparmi per molti mesi, vicini alla visione occidentale della realtà, pronti a lavorare a distanza in un luogo qualsiasi del mondo, in fuga con cuffie sulle orecchie, telefonino in mano e computer nello zaino. Una settimana fa le autorità avevano definito l’inizio di questa migrazione anti-reclutamento “reazione isterica e emotiva”, destinata ad esaurirsi “in poche ore”.

Oltre 300 mila ragazzi russi, formati per assicurare un futuro alla nazione, sono invece già riusciti a rifugiarsi all’estero. Altre decine di migliaia premono oggi contro le frontiere di Georgia, Kazakhstan, Mongolia, o sono saliti sugli ultimi voli verso i Paesi che non impongono un visto. La Finlandia ha deciso invece di chiudere i confini. Shock e imbarazzo sono tali che Vladimir Putin è costretto a correre ai ripari. Secondo il centro studi indipendente Levada, non riconosciuto dalle autorità, dopo la mobilitazione parziale il consenso interno per Putin è calato del 6%: i russi che condividono le sue scelte sono ora il 60%, sette punti meno di agosto. Le forze armate non sono così ora dirette solo verso il Donbass, ma nel Caucaso, epicentro di un dissanguamento umano che minaccia di minare la stabilità del suo potere. Lungo i 40 chilometri tra Vladikavkaz e il confine di Upper Lars, i posti di blocco russi sono cinque. Nell’ultimo operano i reparti speciali dell’Fsb.

“Sequestrano il passaporto – dice Roman, manager moscovita di una piattaforma dell’e-commerce – ti schedano e controllano al computer se sei destinatario della cartolina da riservista. Se non sei nell’elenco passi, altrimenti è finita”. Per i primi 300 mila reclutati la finestra per fuggire s’è chiusa ieri: non più concessi i visti speciali per l’espatriato. “Al mio vicino di fila – dice Dimitri, 20 anni, studente di giurisprudenza a Krasnodar – hanno messo in mano gli scarponi da soldato e gli hanno consegnato il biglietto del bus per il centro di reclutamento aperto a un passo dalla frontiera. Si è messo a piangere, ha implorato, ha offerto soldi. Inutile: l’ho visto sparire in una stanza dietro l’ufficio di polizia”. I respingimenti sono già migliaia. “Il Cremlino – dice Ljuba, 36 anni, docente di storia fuggita da Jakutsk, nel Nordest siberiano – vuole stroncare la grande fuga dei giovani russi. In marcia non sono più solo i riservisti, ma decine di migliaia di persone normali che non vogliono restare ostaggi di un regime-zombie, che in ogni istante può bussare alla tua porta per spedirti a morire nell’aggressione contro chi non ci ha mai minacciato”.

Non è ancora un organizzato fronte di dissenso in esilio: ormai è però chiaro che lo shock-reclutamento del 21 settembre supera perfino quello dell’invasione del 24 febbraio e che il sostegno popolare del Cremlino rischia di uscirne demolito. “Avevano promesso – dice Vanya, 34 anni, capo di un ufficio fiscale scappato da Khabarovsk, nell’Estremo Oriente siberiano – che l’operazione speciale contro Kiev sarebbe finita in pochi giorni. Adesso reclutano con la forza, per mesi e forse anni. Tre colleghi sono già stati uccisi in Ucraina: io ho moglie e due figli piccoli, non posso permettermi di morire”. Per questo ha scelto tre giorni di viaggio fino in Georgia, piuttosto che tre ore per entrare in Kazakhstan. “Come la Bielorussia – dice – Astana ha accordi speciali con la Russia. Se vieni rimpatriato, finisci in cella per dieci anni”.

Questo costante terrore della guerra, di un potere ostile, dell’arresto e della privazione di ogni libertà, lungo il confine georgiano minaccia di costare la vita a migliaia di ragazzi. “A chi sa di essere negli elenchi dei reclutati – dice Igor, ucraino di Crimea con passaporto russo, fuggito da Kerch – non resta che aggirare i posti di blocco valicando le montagne. I miei amici partono a piedi stanotte, io aspetto a Gudauri”. Superare il Caucaso da clandestini, con guide ossete e cecene, costa ormai oltre mille euro. Non si rischia solo l’arresto. I passi sicuri sono oltre quota 4 mila: con l’arrivo di autunno e inverno, neve e gelo promettono una strage. “Chi può – dice Aleksander, 26 anni, videomaker che ha lasciato Rostov sul Don - vende l’auto in Ossezia e con i soldi si paga la fuga in montagna. Quel che resta serve per il treno da Tbilisi a Istanbul, o a Erevan”. Decine di migliaia le auto abbandonate da chi scappa: le autorità assicurano che saranno donate alle famiglie dei soldati al fronte. Per frenare l’esodo il Cremlino ora vieta di entrare in Ossezia del Nord alle auto registrate nel resto del Paese.

L’esercito di chi fugge già prima di indossare la mimetica affronta così marce a piedi di quattro giorni: non è pronto per la guerra, ma per lo smart working, certo di riuscire a rifarsi una vita lontano dalla patria. Fino a quando? “Nessuno lo sa – dice Anton, 36 anni, avvocato di Mosca – è una catastrofe. Con Putin al potere resta la guerra, o la fuga all’estero. Vecchi, poveri e abitanti dei villaggi rurali non hanno alternative. Gli altri stanno scappando, o progettano di farlo. E’ questa clamorosa diserzione popolare a incidere la prima crepa nell’onnipotenza del regime”. La prima conquista di chi arriva in Georgia? Wi-fi, Internet e social non censurati, le chat con gli amici in attesa sul mare a Batumi. Braccata da una settimana, la meglio gioventù russa ricomincia così a vivere. Migliaia di ragazzi siedono esausti sul prato sotto il monastero della Trinità di Gergeti: impugnano smartphone e pc perché vogliono sapere, dopo molto tempo, cosa sta succedendo.

La fuga disperata dei russi per non morire in trincea. Federica Bianchi su La Repubblica il 23 settembre 2022. Dopo l’annuncio della coscrizione parziale, migliaia di cittadini cercano di scappare. E sono disposti a pagare qualunque cifra pur di non essere arruolati. Mente si moltiplicano le proteste

La Chiesa ortodossa russa come gli islamisti dell'Isis. Il patriarca Kirill, sostenitore feroce della politica imperialista del presidente russo Vladimir Putin, chiede in Chiesa ai giovani e meno giovani uomini russi di immolarsi per la Patria, «la via diretta per stare con Dio».

Ma decine di migliaia di russi preferiscono restare sull'umile suolo terreno e hanno preso a fuggire a frotte dalla madrepatria.

Dopo l'annuncio della coscrizione obbligatoria di almeno 300mila uomini per sostituire i 70mila soldati russi caduti durante la guerra contro l'Ucraina, migliaia di uomini tra i 18 e i 65 anni hanno fatto i bagagli. Si sono riversati negli aeroporti, su qualunque volo di sola andata li allontanasse dalla prospettiva di una morte probabile. Di voli verso Istanbul in Turchia e Yerevan in Armenia, Paesi che non richiedono un visto e che non applicano le sanzioni europee che impediscono ai russi di volare negli stati dell'Unione, non ce ne sono più in vendita questa settimana. E anche quelli per Tiblisi, capitale della Georgia, oramai sono introvabili nonostante i prezzi folli: hanno superato i 5mila euro, cinque volte il salario medio. In alcuni casi sono stati sfiorati perfino i 9mila come per un biglietto della compagnia aerea Emirates da Mosca a Belgrado, in Serbia.

La destinazione più gettonata è ancora la Turchia, che nel 2022 ha rappresentato il 25 per cento di tutti i voli russi. I posti sulla low cost Pegasus da Mosca a Ankara, capitale della Turchia, sono esauriti fino alla fine di settembre nonostante il prezzo abbia raggiunto i 2.000 euro.

Chi non ha avuto la prontezza o i mezzi di precipitarsi in aeroporto è ancora in fila ai check-point con la Finlandia, unico confine europeo aperto ai russi, per cercare di sfuggire alla chiamata alle armi. Ieri si registravano file chilometriche di auto in attesa di uscire.

Ma non è facile lasciare il Paese in aereo, in bus, in treno o in auto perché, resosi conto dell'esodo, Putin ha impedito a tutti gli uomini maggiorenni, di qualunque regione del Paese, di lasciare la Russia. E i suoi funzionari militari sono già in giro a bussare porta per porta per caricare sui bus tutti coloro che hanno almeno fatto il militare per poi sottoporli a un addestramento di due settimane prima dell'invio in Ucraina.

La resistenza della popolazione è tanta. E infatti la Germania ieri ha fatto sapere di volere ospitare tutti qui russi che sono in fuga dalla guerra di Putin. In pochi sono disposti ad essere usati come carne da cannone. Eppure, soprattutto nei villaggi più remoti, non hanno scelta. Così sui social media si moltiplicano i video di padri che salutano le figlie tra le lacrime o di donne disperate che annunciano di avere perso non solo il futuro ma anche il presente a causa di questa guerra.

Russia, file chilometriche al confine con la Georgia: i coscritti tentano di fuggire dal Paese

Nelle strade di decine di città si sono moltiplicate le proteste, con ragazzi che chiedono a Putin di andare lui stesso a combattere la sua guerra in trincea. Ma i manifestanti sono portati velocemente via dalla polizia e rischiano 15 anni di carcere.

Secondo molti analisti la coscrizione è parziale solo in teoria e lascia la porta aperta alla chiamata di tutti gli uomini abili del Paese: «Non esistono parametri di questa "parzialità" né geografici né di altro genere», ha detto al Financial Times l'analista politica Ekaterina Schulmann: «Con l'eccezione dei lavoratori del complesso militare e industriale, chiunque può essere inviato al fronte». 

La Casa Bianca: «Militari Usa in Europa pronti a ogni evenienza». Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 30 settembre 2022.

Le notizie di venerdì 30 settembre, in diretta. Putin: «I territori ucraini annessi sono nostri per sempre». Zelensky: «Non daremo mai la nostra terra agli occupanti». Consiglio Energia Ue: «Niente price cap sul gas»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 219esimo giorno.

• Putin alla cerimonia di annessione dei terrori ucraini: «Nostri per sempre, ora pronti per negoziare. Zelensky: «Non daremo mai la nostra terra».

• Una nube di metano si trova su Norvegia e Svezia, generata dal gas fuoriuscito da Nord Stream. Dovrebbe arrivare oggi in Italia. «Nessun pericolo».

• Missili su un convoglio umanitario a Zaporizhzhia: 25 vittime e 62 feriti.

• La Finlandia ha chiuso i confini con la Russia, mentre l’Ambasciata italiana a Mosca ha invitato i nostri connazionali a valutare «se la permanenza sia necessaria e, in caso contrario, di lasciare il Paese».

Ore 05:02 - Referendum per l’annessione, che cosa succederà da oggi in Donetsk, Lugansk, a Zaporizhzhia e a Kherson

(Lorenzo Cremonesi) Cosa comporta l’annessione russa delle quattro regioni ucraine parzialmente occupate negli ultimi oltre sette mesi di guerra? L’annessione formale di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson nelle intenzioni del Cremlino mira a rendere irreversibili le conquiste territoriali derivate dall’aggressione militare lanciata per volere di Vladimir Putin il 24 febbraio scorso. Di queste regioni, soltanto una parte di Donetsk e Lugansk erano già state occupate nel 2014 e vi erano nate due amministrazioni vassalle di Mosca. Le altre adesso vengono gradualmente liberate dagli ucraini e proprio per questo la finzione del referendum (sostanzialmente rifiutato da larga parte della comunità internazionale) serve in effetti a cercare di arginare le sconfitte militari russe. 

Ore 05:07 - Zelensky: «Quasi 60mila soldati russi morti in guerra»

Sono quasi sessantamila i soldati russi che hanno perso la vita nella guerra in Ucraina. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo canale Telegram. «Sono già 58.500 i soldati russi che sono morti in Ucraina. Vengono per uccidere noi e muoiono», ha detto Zelensky rivolgendosi ai russi. «Non vi vengono detti questi numeri. Vi viene mentito sul presunto bilancio delle vittime di circa seimila. Questa è la verità. Sono morti tutti perché una persona voleva questa guerra»

Ore 05:14 - Onu, la missione russa condanna le parole di Guterres sui referendum

La missione permanente della Russia alle Nazioni Unite ha condannato le parole del Segretario Generale dell’organizzazione António Guterres sui referendum nelle autoproclamate repubbliche di Donestk e Luhank e nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia definendole un’interpretazione «univoca» della Carta delle Nazioni Unite. Lo riporta Ria Novosti. Il segretario generale dell’Onu aveva che i referendum «non possono essere accettati» e l’annessione di regioni alla Russia «non è conforme al diritto internazionale».

Ore 05:12 - Odessa e Mykolaiv attaccate da droni kamikaze russi

Droni kamikaze russi hanno attaccato Odessa e Mykolaiv. La notizia è riferita via Telegram dal vice capo dell’ufficio presidenziale di Kiev, Kyrylo Tymoshenko, secondo il quale una infrastruttura è stata colpita nell’oblast di Mykolaiv. Tymoshenko ha riferito che tre droni sono stati abbattuti dalla difesa aerea ucraina sul mare nelle immediate vicinanze di Odessa. «Ci sono ancora droni nemici nel cielo. Il combattimento è in corso», ha osservato.

Ore 05:13 - Usa, oligarca Oleg Deripaska incriminato per aver violato le sanzioni

L’oligarca russo Oleg Deripaska, patron del gigante dell’alluminio Rusal, è stato incriminato per aver violato sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti. Lo riferiscono fonti informate alla Cnn. L’accusa per Deripaska è di aver violato l’International Emergency Economic Powers Act. L’oligarca, riferiscono le fonti, al momento non è in custodia della polizia. Il re dell’alluminio era stato sanzionato anche dall’Unione europea.

Ore 05:17 - IL PUNTO MILITARE - Le armi Usa e il piano per la «lunga guerra»

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il nuovo pacchetto di aiuti Usa all’Ucraina trasmette un messaggio che va oltre i numeri: la Casa Bianca pensa sempre più al lungo termine e si organizza di conseguenza. Washington ha autorizzato materiale per 1,1 miliardi di dollari. Il denaro serve a garantire altri 18 lanciarazzi Himars, un gran numero di veicoli per la logistica e per il traino di cannoni, fuoristrada blindati, munizionamento, apparati anti-droni. Ma il punto interessante è la precisazione delle fonti ufficiali: buona parte di questo materiale deve essere prodotta, passeranno mesi o anni prima che possa arrivare nelle mani di Kiev. Il Pentagono vuole continuare a sostenere l’amico ma non può pescare ad oltranza dai suoi depositi (come chiede Zelensky), c’è una soglia da rispettare che coinvolge la sicurezza nazionale: non devi sguarnire le tue scorte. Discorso che si estende all’intera Alleanza atlantica, chiamata a mettere a disposizione ciò che poteva dare. L’urgenza di arginare l’invasore è stata affiancata progressivamente dal timore di non avere abbastanza per la propria difesa.

Ore 05:18 - Gas: ecco perché la mossa della Germania danneggia anche l’Italia

(Daniele Manca) La mossa tedesca rischia di avere due effetti indesiderati dannosi per l’Europa e per ogni Paese membro. Quello che nelle intenzioni del governo di Berlino è una dura risposta a Putin rischia di indebolire il fronte europeo. La Germania ha annunciato un piano da 200 miliardi per difendere le aziende e le famiglie tedesche dal caro gas e spingere il prezzo della fonte di energia verso il basso. Cosa che è accaduto nell’immediato ieri quando il prezzo pochi minuti dopo l’annuncio del cancelliere è sceso a quota 186 euro con un calo del 10 per cento. Una scelta che può ritorcersi contro tutta l’Europa.

Il cancelliere Olaf Scholz, in una conferenza stampa convocata all’improvviso è stato chiaro sulla manovra intrapresa da Berlino. La Russia – ha detto – continua la sua guerra contro l’Ucraina e utilizza il fatto di essere fornitore di energia all’Occidente come un’arma. Dopo la distruzione dei gasdotti nel Mar Baltico – ha continuato – sappiamo che presto cesserà del tutto l’approvvigionamento di gas alla Germania. Da qui la scelta del governo tedesco di varare un piano da 200 miliardi per correre in aiuto di aziende e famiglie. Il meccanismo ideato da Berlino prevede di continuare ad acquistare il gas sul mercato e con i 200 miliardi attenuare i costi che devono pagare i tedeschi.

Ore 08:06 - «Missili su convoglio umanitario a Zaporizhzhia, 23 vittime»

Questa mattina le truppe russe hanno colpito con dei razzi un convoglio umanitario civile in uscita da Zaporizhzhia, ci sono 23 vittime: ha riferito su Telegram il capo regionale militare Oleksandr Starukh, citato da Unian.

Ore 08:47 - Yushchenko: «Su Putin vi avevo avvertito. Non è mai lui quello che comincia a negoziare»

(Francesco Battistini) «Voi europei lo state capendo solo adesso, chi è Putin: io ve lo ripetevo da anni». A parlare è Viktor Yushchenko, l’ex leader ucraino che fu avvelenato 18 anni fa al tempo della Rivoluzione Arancione (oggi produce miele per i soldati al fronte).

È stato Putin a sabotare il gasdotto nel Baltico?

«La Russia siede al Consiglio di sicurezza dell’Onu, ma con quel che combina dovremmo parlare di Consiglio d’insicurezza. Devo dirvelo con sincerità, però: questo episodio dimostra quanto state pagando la “schröderizzazione” della vostra politica energetica».

Nel senso di Schröder, l’ex cancelliere tedesco?

«Lui, la Merkel, la Germania. Che hanno messo in secondo piano gli interessi comuni europei, hanno creato una dipendenza energetica per coltivare un rapporto privilegiato con la Russia. Lo stesso hanno fatto in altro modo i Sarkozy, i Berlusconi. Io lo dicevo: si rischia molto, a trattare con la Russia in questo modo. E ora si vede: per più di vent’anni, Putin ha creato un sistema di corruzione internazionale».

Ore 09:31 - 007 Gb: riservisti costretti a portarsi il proprio kit di soccorso

«L’offerta medica per le truppe da combattimento russe in Ucraina sta probabilmente peggiorando. Ad alcuni riservisti russi recentemente mobilitati è stato ordinato di procurarsi i propri rifornimenti di pronto soccorso per il combattimento, con il consiglio di utilizzare anche prodotti sanitari femminili, considerati una soluzione conveniente». Lo scrive l’intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito nel suo report sulla guerra in Ucraina. «La formazione medica e la consapevolezza del pronto soccorso sono probabilmente scarse — si legge ancora nel report —. Alcune truppe russe hanno avuto accesso a lacci emostatici in stile occidentale, ma li hanno riposti nel loro equipaggiamento utilizzando fascette, invece del velcro a disposizione, probabilmente perché l’equipaggiamento è scarso e rischia di essere rubato. Questo, quasi certamente rischia di ostacolare o rendere impossibile l’applicazione tempestiva di lacci emostatici in caso di gravi emorragie sul campo di battaglia».

Ore 09:42 - Filorussi: funzionario ucciso a Kherson da forze ucraine

«Un funzionario dell'amministrazione dell'occupazione russa nella regione meridionale ucraina di Kherson è stato ucciso in un attacco delle forze ucraine giovedì sera», hanno dichiarato le autorità locali. Alexei Katerinitshev, il primo vice capo dell'amministrazione della regione di Kherson responsabile della sicurezza, è stato ucciso «in un attacco preciso» dalle forze ucraine con due missili lanciati da un sistema Himars sulla sua casa.

Ore 10:07 - Russia: materiale sul coinvolgimento Occidente in sabotaggio gasdotto

La Russia ha materiale che indica il coinvolgimento dell'Occidente nel sabotaggio degli oleodotti Nord Stream. Lo ha dichiarato il capo del servizio di intelligence estero di Mosca, citato dalla Tass.

Ore 10:09 - Lukashenko: se Europa vuole pace in Ucraina in pochi giorni

«Se gli europei lo vogliono sinceramente, la pace» in Ucraina «può essere raggiunta in pochi giorni». Lo ha affermato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, accettando le credenziali di diversi ambasciatori. Lo riporta la Belta.

Ore 10:18 - Onu, oggi voto del Consiglio sicurezza contro i referendum

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite voterà oggi una risoluzione di condanna ai referendum di annessione di diverse regioni ucraine da parte della Russia, come riferito dalla presidenza francese del Consiglio. Lo riporta France Info, aggiungendo che la risoluzione non ha praticamente possibilità di essere approvata a causa del potere di veto della Russia, ma dovrebbe poi essere presentata all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Ore 10:43 - Orban: «Bruxelles ha mentito agli europei sulle sanzioni»

«A Bruxelles hanno mentito al popolo europeo» quando hanno affermato che le sanzioni non sarebbero state estese all'energia e che ciò avrebbe portato a una rapida fine della guerra in Ucraina. Così il premier ungherese, Viktor Orban, in un'intervista a Kossuth Radio. I cittadini europei, ha spiegato, stanno pagando un «sovrapprezzo delle sanzioni» per l'energia, il che rende il futuro instabile. «La domanda - ha aggiunto - è se peggioreremo ulteriormente la situazione, visto che a Bruxelles si vogliono introdurre sempre più sanzioni».

Ore 10:48 - Putin riconosce l'indipendenza di Zaporizhzhia e Kherson

La Russia ha riconosciuto l'indipendenza delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson, secondo i decreti firmati dal presidente russo Vladimir Putin e pubblicati oggi sulla gazzetta ufficiale della Federazione russa, come riporta Tass. I decreti entrano in vigore dal giorno della loro firma.

Ore 10:56 - Sale a 25 il bilancio delle vittime del raid russo a Zaporizhzhia

È salito a 25 morti e 62 feriti ricoverati in ospedale il bilancio dell'attacco missilistico russo di stamani contro un convoglio umanitario di civili in uscita da Zaporizhzhia. Lo riferisce la Procura generale ucraina su Telegram.

Ore 10:58 - Berlino: «Price cap sul gas è sanzione. Non siamo pronti»

«Si è parlato tanto di un price cap sul gas russo: è una sanzione. Per questo sono aperto, se i Paesi dell'Europa sudorientale non temono carenze. Ho detto qui all'inizio della crisi che la Germania non è ancora pronta, abbiamo bisogno di un po' di tempo. Soprattutto dobbiamo parlare con i Paesi amici, la Norvegia, gli Stati Uniti, l'Algeria, perché i prezzi saranno abbassati, e su questo ci sarà oggi sicuramente» un confronto. Lo ha detto il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck, arrivando a Bruxelles al Consiglio dei ministri Ue dell'energia.

Ore 11:04 - Il Regno Unito «non riconoscerà mai» le annessioni alla Russia

Il Regno Unito «non accetterà mai» l'annessione da parte di Mosca delle quattro regioni ucraine in seguito ai referendum tenuti nei giorni scorsi. Lo ha detto la premier britannica Liz Truss accusando il presidente russo Vladimir Putin di usare la «forza bruta» per «modificare i confini internazionali».

Ore 11:33 - Media, grande nuvola di gas metano su Norvegia e Svezia da Nord Stream

Dopo le esplosioni nei gasdotti Nord Stream si è formata una nuvola di metano su Norvegia e Svezia. Lo riferisce la tv norvegese Nrk, aggiungendo che il 96% del gas nei due gasdotti era il potente gas serra metano. Il climatologo senior dell'Istituto norvegese per la ricerca sull'aria, Stephen Matthew Platt, ha calcolato sulla base delle misurazioni dell'osservatorio Birkenes ad Agder che le perdite hanno causato il rilascio di circa 40 mila tonnellate di metano, emissioni che corrispondono al doppio di quelle annuali dell'industria petrolifera e del gas in Norvegia. «Sono livelli record, non abbiamo mai visto niente di simile prima in Norvegia e Svezia», ha riferito Platt, sottolineando tuttavia che l'elevata concentrazione di metano non rappresenta un grave pericolo per le persone.

Ore 11:49 - Cremlino: irresponsabile chi parla di escalation nucleare

«Coloro che parlano di un'escalation nucleare» in Ucraina «agiscono in modo irresponsabile». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass, affermando che Mosca è quindi «contraria a parlare della questione».

Ore 11:57 - L'Olanda revoca la licenza per export a gasdotto TurkStream

South Stream Transport B.V., l'operatore russo del gasdotto offshore TurkStream, ha annunciato che i Paesi Bassi hanno revocato lo scorso 18 settembre la licenza per le esportazioni a seguito delle sanzioni Ue a Mosca. In una nota citata dalla Tass, la società ha precisato di aver già richiesto una nuova licenza e che nel frattempo l'infrastruttura continua a operare regolarmente. Il TurkStream, attraverso il Mar Nero, trasporta il gas russo in Turchia e successivamente in Europa.

Ore 12:03 - Norvegia: pronti a chiudere il confine con la Russia

Il governo norvegese ha reso noto che sta rafforzando i controlli al confine con la Russia. «Se necessario, chiuderemo rapidamente il confine e i cambiamenti possono arrivare con breve preavviso», ha affermato la ministra della Giustizia e dell'Emergenza Emilie Enger Mehl. «La mobilitazione in Russia e un possibile divieto di viaggio per i cittadini russi aumentano il rischio di attraversamento illegale della frontiera sul confine norvegese-russo al di fuori del valico di frontiera di Storskog», afferma il governo di Oslo in una nota. Da oggi un elicottero della polizia con sensori opererà nel distretto di Finnmark.

Ore 12:22 - Forze Kiev avanzano verso Lyman nel Donetsk

Le forze militari di Kiev sono avanzate in modo decisivo verso Lyman, snodo cruciale nella regione di Donetsk che proprio oggi il Presidente russo Putin annetterà alla Federazione russa, insieme a quelle di Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia. I militari ucraini hanno catturato diverse località a est della cittadina in cui si trova uno snodo ferroviario importante, come hanno ammesso i filorussi. «Intorno alla mezzanotte le forze ucraine sono riuscite a circondare Lyman», si legge sul blog militare filorusso Rybar. Anche il leader filorusso della regione, Denis Pushilin, che è a Mosca per la cerimonia della firma degli accordi di annessione, ha ammesso che Lyman è «semicircondata».

Ore 12:43 - Cremlino: i confini di Kherson e Zaporizhzhia sono da chiarire

La Russia «deve chiarire» i confini delle regioni ucraine di Kherson e Zaporizhzhia, che verranno annesse oggi con la firma a Mosca dei relativi trattati, insieme a quelle di Donetsk e Zaporizhzhia. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.

Ore 13:00 - Navalny: «Mobilitazione criminale e molto stupida»

La guerra in Ucraina è «ingiusta e criminale» e la mobilitazione è «ugualmente criminale» e «anche molto stupida». Lo ha dichiarato l'oppositore numero uno di Putin, Alexey Navalny, durante un processo intervenendo in collegamento video dal carcere in cui è detenuto per motivi politici. «Persone innocenti moriranno in trincea», ha affermato Navalny. Lo riporta la testata Mediazona.

Ore 13:13 - Reynders: la Spagna ha congelato 41 mln di oligarchi russi

Dall'inizio dell'invasione in Ucraina, la Spagna ha congelato sinora circa 41 milioni di euro in conti riconducibili a oligarchi russi: lo ha spiegato Didier Reynders, commissario europeo alla Giustizia, nel corso di una visita a Madrid. Reynders ha aggiunto che, in totale, nell'Unione Europea sono stati congelati 14,6 miliardi di euro appartenenti a russi.

Ore 13:15 - Alle 14 la cerimonia di annessione dei territori ucraini alla Russia

La cerimonia di annessione dei territori ucraini alla Russia dopo i referendum farsa si svolgerà alle 14. Le prime autorità stanno già arrivando nella Piazza Rossa, luogo dell'evento, la quale è chiusa da ieri sera. Presente il presidente Putin. Non ci sarà il patriarca Kirill, positivo al Covid.

Ore 13:24 - Putin manda in guerra il pugile «gigante» Nikolaj Valuev

(Lorenzo Nicolao) Pur di avere la meglio nel conflitto, il presidente russo Vladimir Putin non è disposto a rinunciare a nulla, o meglio, in questo caso, a nessuno. Per intimorire i nemici ucraini nella sua iniziativa di mobilitazione militare e arruolamento esteso ai cittadini, obbligatorio e forzato anche per i riservisti, il leader del Cremlino fa affidamento sull’ex campione del mondo dei pesi massimi Nikolaj Valuev, uno dei pugili che hanno fatto la storia della boxe nei primi anni Duemila, in particolare per la sua stazza fisica. Con i suoi 213 centimetri di altezza e 161 chili di peso non è un caso che durante la sua carriera agonistica venisse chiamato il «gigante russo».

Ore 13:44 - La Norvegia decuplica gli incassi del gas: è il Paese Nato con più benefici da Putin

(Federico Fubini) In questa terribile crisi europea il destino ha riservato per la Norvegia una posizione formalmente corretta e ineccepibile dal punto di vista dei contratti. Eppure, sul piano politico e in fondo anche etico, ambigua e scomodissima. Non esiste Paese dell’Alleanza atlantica che stia beneficiando di più dell’invasione sferrata da Vladimir Putin contro l’Ucraina e della guerra economica scatenata ai danni dell’Unione europea. Ogni abuso di Putin, ogni ricatto sull’energia, ogni azione pensata al Cremlino per generare insicurezza e far salire i prezzi del gas o del petrolio: tutto ciò che arriva da Mosca ormai da oltre un anno genera dividendi crescenti per la Norvegia, il maggiore produttore di idrocarburi d’Europa occidentale.

Ore 13:53 - Oslo: fuoriuscite 80 mila tonnellate di gas, nube fino in Gb

Secondo una simulazione pubblicata oggi dall'istituto di ricerca norvegese Nilu, il metano rilasciato dalla falle del Nord Stream si è spostato con il vento su diverse regioni svedesi e norvegesi, raggiungendo persino il Regno Unito. In base alle stesse stime, quasi 80 mila tonnellate di metano sono già fuoriuscite dai tubi danneggiati.

Ore 14:07 - Filorussi: primi coscritti arrivati nel Donetsk

Il primo gruppo di coscritti russi richiamati con la mobilitazione è arrivato nella regione ucraina di Donetsk. Lo ha annunciato su Telegram la milizia separatista locale. «Ora stanno affrontando un intenso addestramento al combattimento», aggiunge la milizia.

Ore 14:20 - Putin: «Le regioni annesse nostre per sempre. Ora negoziati»

«L'annessione dei territori è per la volontà di milioni di persone». Lo dice il presidente russo Vladimir Putin durante la cerimonia di annessione dei territori ucraini nella sala di San Giorgio del Cremlino. «Il popolo ha fatto la sua scelta, una scelta netta — ha aggiunto —. Le popolazioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia diventano nostri cittadini per sempre». E poi un minuto di silenzio per gli «eroi» morti in Ucraina. Sull'operazione speciale precisa: «Esordiamo il regime di Kiev a deporre le armi, fermare immediatamente le ostilità e rispettare la volontà popolare: noi siamo pronti a un tavolo di discussione. Ma le regioni annesse fanno parte della Federazione russa, non si torna indietro». Avvertendo l'Occidente: «Difenderemo la nostra terra con tutti i mezzi a nostra disposizione». Per Putin la Russia si è ripresa e «ha riconquistato il suo posto nel mondo» dopo «i tragici anni '90», quando nel Paese «la gente moriva di fame». E adesso «l'Occidente sta cercando una nuova occasione per indebolire e distruggere la Russia, sono ossessionati dall'esistenza di un Paese così grande».

Ore 14:50 - Putin: «Gli Usa unici ad aver usato l'atomica, è un precedente»

Nel suo discorso al Cremlino Putin ha citato anche le armi nucleari, al centro di diverse «dichiarazioni allarmanti» in questi ultimi giorni. «Gli Stati Uniti sono stati il solo Paese al mondo ad aver usato le armi nucleari due volte — ha detto — ed hanno creato un precedente». Per quanto riguarda le esplosioni al gasdotto Nord Stream il presidente russo ha accusato gli «anglosassoni» di sabotaggio.

Ore 15:00 - Putin firma i trattati di annessione delle regioni ucraine

Putin ha firmato al Cremlino i trattati di annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, alla presenza dei leader separatisti di questi territori, che hanno siglato a loro volta i documenti.

Ore 15:03 - Ue, rivedere o revocare i visti già emessi ai russi

La Commissione Ue chiede agli Stati membri di «rivedere» o «revocare» i visti già emessi ai cittadini russi a causa delle mutate condizioni di sicurezza dopo l'ennesima escalation decisa dal Cremlino. Ylva Johansson, commissaria agli affari interni, ha esortato gli Stati membri di rivedere i visti di lungo termine, ovvero superiori ai 90 giorni, già emessi. «È una competenza nazionale ma sarebbe una cosa buona e seguiremo da vicino la situazione», ha detto.

Ore 15:04 - Leader Ue: Kiev ha diritto di liberare i territori annessi

«L'Ucraina sta esercitando il suo legittimo diritto di difendersi dall'aggressione russa per riacquistare il pieno controllo del suo territorio e ha il diritto di liberare i territori occupati all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Le minacce nucleari del Cremlino, la mobilitazione militare e la strategia di cercare di presentare falsamente il territorio ucraino come quello russo, sostenendo che la guerra potrebbe ora svolgersi sul territorio russo, non scuoteranno la nostra determinazione». Così i leader dei 27 Paesi Ue riuniti nel Consiglio Europeo.

Ore 15:21 - Simson: «Avanti su corridoi del gas, niente price cap»

«Abbiamo ricevuto oggi dai Paesi membri 27 proposte molto complesse» e su alcuni punti «c'è un consenso più ampio, tra questi quello di usare bene il nostro potere negoziale. Andremo avanti con questo, e cercheremo di negoziare bene corridoi del gas, non di un prezzo fisso, che ci permetterà di portare giù i prezzi per i nostri consumatori». Lo ha detto la commissaria europea per l'Energia, Kadri Simson, al termine del Consiglio straordinario Energia. «Sulla base delle indicazioni» offerte dai ministri europei dell'Energia, la Commissione europea «svilupperà le idee» per abbassare i prezzi dell'energia «prima del Consiglio europeo della prossima settimana», in programma a Praga il 6 e 7 ottobre.

Ore 15:30 - Stoltenberg a Norvegia: più sorveglianza Nato sui gasdotti

«Ho parlato con il Primo Ministro Jonas Gahr Store sull'ulteriore sostegno all'Ucraina. L'ho ringraziato per gli importanti contributi della Norvegia. Abbiamo anche parlato del sabotaggio del gasdotto Nord Stream, di una maggiore vigilanza della Nato e di una più stretta cooperazione per la protezione delle infrastrutture critiche». Lo ha scritto su Twitter il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg.

Ore 15:35 - Zelensky: «Non daremo mai la nostra terra agli occupanti»

«Abbiamo la situazione sotto controllo. Tutto sarà Ucraina». Lo ha dichiarato su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dicendo che «questa è la nostra terra, il nostro popolo. Non daremo mai ciò che è nostro agli occupanti».

Ore 15:38 - Nube di metano in giornata sull'Italia, nessun pericolo

Dovrebbe arrivare in giornata sull'Italia la coda della nube di metano che si è formata a seguito della fuga di gas dai gasdotti Nord Stream 1 e 2, stimata nell'ultimo aggiornamento in 80mila tonnellate. Non c'è nessun pericolo né di inquinamento né per la salute dei cittadini, dato che la nube si è molto diluita in atmosfera ed essendo il metano un gas climalterante (che incide sul riscaldamento globale), non inquinante. Lo spiega Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr, sui dati del rapporto dell'Istituto Norvegese per la ricerca sull'aria (Nilu), in base ai quali la nube si è divisa in 2 parti.

Ore 16:42 - Biden, sosterremo Kiev in sforzi recupero territori

Il presidente Usa, Joe Biden, ha assicurato che gli Stati Uniti sosterranno i tentativi di Kiev di riconquistare il controllo dei territori annessi oggi dalla Russia.

Ore 16:49 - Michel, ora occorre una nuova Unione europea dell’energia

«Ora va sviluppata una nuova Unione europea dell’energia con una vera strategia comune perché non ci sono alternative se vogliamo garantire la sicurezza degli approvvigionamenti a prezzi accessibili e la transizione climatica». Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un videomessaggio in reazione agli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina e della crisi energetica. «La Russia sta sparando missili contro l’Ucraina, ma anche un missile energetico contro l’Europa, diretto al cuore del nostro sistema economico e sociale», ha aggiunto Michel.

Ore 16:52 - Energia: dai ministri Ue accordo su riduzione domanda energia

I ministri dell’Energia dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo politico su una proposta di regolamento del Consiglio per affrontare i prezzi elevati di gas ed elettricità. Il regolamento introduce misure comuni per ridurre la domanda di energia elettrica e per raccogliere e ridistribuire le eccedenze di ricavi del settore energetico ai clienti finali. Il Consiglio ha trovato un’intesa su un obiettivo di riduzione globale volontario del 10% del consumo lordo di elettricità e un obiettivo di riduzione obbligatoria del 5% del consumo di elettricità nelle ore di punta. Gli Stati membri individueranno il 10 % delle loro ore di punta tra il 1° dicembre 2022 e il 31 marzo 2023, durante le quali ridurranno la domanda. Gli Stati membri saranno liberi di scegliere le misure appropriate per ridurre il consumo per entrambi gli obiettivi in questo periodo. 

Il Consiglio ha deciso di limitare i ricavi di mercato a 180 euro/MWh per i produttori di elettricità, compresi gli intermediari, che utilizzano le cosiddette tecnologie inframarginali per produrre elettricità, come le energie rinnovabili, il nucleare e la lignite. Tali operatori hanno realizzato guadagni finanziari inaspettatamente ingenti negli ultimi mesi, senza che i loro costi operativi aumentino. Ciò è dovuto al ruolo del carbone e del gas come fonti marginali di determinazione dei prezzi che attualmente gonfiano il prezzo finale dell’elettricità. Il livello del cap è studiato per preservare la redditività degli operatori ed evitare di ostacolare gli investimenti nelle energie rinnovabili.

Ore 17:26 - Ucraina nella Nato? Mosca: «Vada pure in quella discarica»

«Ognuno oggi sceglie la propria strada. Questi maledetti macellai che uccidono donne e bambini vadano pure nella discarica della Nato». È il commento della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, alla richiesta formale di Kiev di entrare nell’Alleanza atlantica. «Per noi il futuro sarà difficile?», continua il post, «Sì perché cadere in basso è sempre più facile che guadagnare altezza. Avanti, insieme, nel nome della luce e con Dio!».

Ore 18:18 - Nato: «Supportiamo Kiev, ma sull’ingresso serve l’unanimità»

«L’ingresso di un Paese nella Nato deve essere decisa dagli alleati all’unanimità. Al momento siamo concentrati nel dare sostegno pratico a Kiev per difendersi dall’invasione decisa di Mosca». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Ore 18:35 - Nord Stream, Stoltenberg: «Sabotaggio serio, Nato nel Baltico»

«Con il cancelliere Scholz abbiamo parlato del sabotaggio nel Nord Stream 1 e 2. Si tratta di un tema molto serio, enormi esplosioni hanno colpito due gasdotti» e «la Nato è presente con capacità navali e aeree nel mar Baltico e questo manda un messaggio sulla preparazione dei Paesi Nato di difendersi reciprocamente». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in una conferenza stampa. «Queste capacità stanno anche raccogliendo informazioni e dati che possono essere d’aiuto sia per le indagini che per monitorare le infrastrutture critiche», ha aggiunto Stoltenberg garantendo sostegno all’intelligence dei Paesi coinvolti.

Ore 18:48 - Blinken, finora nessuna azione russa per uso bomba atomica

Usa non hanno visto finora nessuna azione russa che suggerisca l’intenzione di Mosca di usare l’arma nucleare: lo ha detto il segretario di stato Usa Antony Blinken.

Ore 19:15 - Farnesina, l’Italia condanna l’annessione illegale russa

«L’Italia condanna con la massima fermezza l’annessione illegale e inaccettabile da parte della Russia delle quattro regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson, Zaporizhzhia e ribadisce il suo pieno sostegno alla sovranità, integrità territoriale e indipendenza dell’Ucraina». È il tweet della Farnesina.

Ore 19:30 - Medvedev, Zekensky chiede a Nato iniziare III guerra mondiale

«Zelensky vuole entrare rapidamente a far parte della Nato. Grande idea. Sta solo chiedendo all’Alleanza di accelerare l’inizio di una terza guerra mondiale». Lo ha scritto su telegram Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.

Ore 19:53 - Bombardamento Zaporizhzhia, il bilancio è salito a 30 morti e 88 feriti

La polizia nazionale ucraina afferma che il bilancio dei bombardamenti russi di Zaporizhzhia è salito a 30 morti e 88 feriti.

Ore 20:26 - Capo staff di Zelensky: «Grazie Meloni per la posizione chiara»

Andriy Yermak, capo dello staff del presidente ucraino Zelensky su Twitter: «Grazie a Giorgia Meloni per la sua posizione chiara e la dura condanna delle politiche neo-imperialiste russe».

Ore 21:28 - Russia: «Veto a risoluzione “ostile” dell’Onu su annessioni»

Mosca metterà il suo veto alla risoluzione «ostile» al consiglio di sicurezza dell’Onu: lo ha preannunciato l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite mentre è in corso una riunione sulla risoluzione Usa-Albania contro l’annessione russa di territori ucraini.

Ore 20:54 - Biden: «Non ci faremo intimidire dalle minacce di Putin»

«Gli Usa non si faranno intimidire da Putin o dalle sue minacce o dalle farsa che ha organizzato stamattina». Lo ha detto Joe Biden alla Casa Bianca ribadendo che gli Usa e i loro alleati «non riconosceranno mai i territori come Russia». «Siamo preparati a difendere ogni centimetro della Nato», ha detto ancora.

Ore 20:58 - Biden: «Nord Stream è stato sabotato, da Putin bugie»

«Le fughe di gas dal Nord Stream sono state causate da un attacco deliberato. Quello che dice Putin sono solo bugie». Lo ha detto Joe Biden alla Casa Bianca assicurando che gli Usa e i loro alleati «scopriranno quello che è successo» al gasdotto.

Ore 21:11 - Iniziata la riunione del Consiglio di sicurezza Onu

Ore 21:31 - Usa: «Nuovo invio di armi all’Ucraina la prossima settimana»

Gli Stati Uniti annunceranno un nuovo invio di armi all’Ucraina la prossima settimana. Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa alla Casa Bianca.

Ore 21:47 - La Casa Bianca: «Militari Usa in Europa pronti a ogni evenienza»

Il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa: «I militari americani in Europa sono pronti ad ogni evenienza».

Ore 23:27 - Gazprom, fuoriusciti 800 mln metri cubi di gas da Nord Stream

Al momento dell'esplosione, Nord Stream 1 e Nord Stream 2 contenevano circa 800 milioni di metri cubi di gas nelle tre linee off shore. Lo ha detto il portavoce di Gazprom Sergei Kupriyanov in un collegamento video durante una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Lo riporta Ria Novosti. «Secondo le stime disponibili, c'erano circa 800 milioni di metri cubi di gas nelle tre linee di gasdotti al momento dell'incidente. È il consumo della Danimarca per tre mesi», ha affermato. Kupriyanov ha sottolineato che Gazprom è alla ricerca di possibili soluzioni per riprendere il funzionamento del sistema Nord Stream, ma è difficile stabilire i tempi del ripristino.

Ore 02:32 - Ridotto il costo del trasferimento di denaro, movimenti più «facili»

Su iniziativa della Commissione Europea, il 27 settembre 2022, a Bruxelles è stata firmata una Joint Statement of Service Providers on the Transfer of Funds to Ucraine. L’obiettivo principale di questo documento è ampliare le opportunità per rendere accessibili e trasparenti i trasferimenti di fondi a sostegno degli ucraini e dell’Ucraina. I firmatari della Dichiarazione Congiunta sono diventati i responsabili delle organizzazioni di pagamento dei sistemi di pagamento internazionali e dei loro partecipanti, che svolgono, in particolare, attività sul territorio dell’UE e dell’Ucrain. Si sono impegnati a fornire servizi di trasferimento di denaro competitivi sia alla diaspora ucraina che ai migranti forzati dall’Ucraina che hanno lasciato le loro case in fuga dalla guerra all’estero, nonché a chiunque voglia sostenere gli ucraini e trasferire denaro in Ucraina.

Ore 02:34 - Biden: «Su Nord Stream atto deliberato di sabotaggio»

«Voglio dire questo: è stato un atto di sabotaggio deliberato». Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden commentando le falle che si sono aperte nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, annunciando che gli Stati Uniti stanno lavorando per determinare cosa è successo. «Manderemo i subacquei a scoprire esattamente cosa è successo», ha aggiunto. Biden ha accusato la Russia di «pompare disinformazione e bugie». Biden ha invitato le persone a non ascoltare Putin, sottolineando che le affermazioni del leader russo «non sono vere».

Ore 02:44 - Ucraina: Kiev, possiamo liberare Lyman in pochi giorni Ucraina

«L’esercito ucraino può liberare la città di Lyman nella regione di Donetsk dagli invasori russi in pochi giorni». Lo ha detto Oleksiy Arestovych consigliere del presidente ucraino Volodymr Zelensky. Lo riporta Unian. Secondo il dirigente ucraino ci sarebbero «fra i due mila e i cinquemila» soldati russi «completamente circondati».

Ore 03:31 - Zelensky, a Zaporizhzhia un attacco fatto da disumani

«Il nemico ha iniziato questa giornata con un omicidio deliberato e assolutamente calcolato di ucraini a Zaporizhzhia. Un attacco missilistico a un convoglio di civili. A partire da questo momento 30 morti e quasi un centinaio tra feriti». Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto video serale aggiungendo che l’esercito russo sapeva dove avrebbero colpito i loro missili. «È stato fatto dagli disumani», ha aggiunto Zelensky.

Il ruolo di Sergej Kirienko, “regista” dell’annessione dei territori occupati. Andrea Muratore il 30 settembre 2022 su Inside Over.

Vladimir Putin ha ufficialmente proclamato l’annessione alla Russia delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, in Donbass, e dei territori occupati di Kherson e Zaporizhzhia a seguito dei referendum a senso unico tenutisi sotto l’occhio vigile delle truppe russe tra il 23 e il 27 settembre. Anche dopo la controffensiva ucraina e le schermaglie politiche con l’Occidente, Mosca ha accelerato nel formalizzare l’annessione.

Ma dal 24 febbraio, giorno dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, c’è chi lavora attivamente e con costanza per plasmare a immagine e somiglianza di Mosca le regioni che sono entrate sotto il controllo delle forze armate russe: Sergej Kirienko. 60anni, con alle spalle un lungo curriculum che per pochi mesi, nel complicatissimo 1998, lo ha portato a diventare il più giovane premier della storia russa da marzo a agosto, salvo poi essere travolto dal default del Paese, Kirienko si è da tempo ricostruito un ruolo nello Stato profondo russo.

L’ex tecnocrate liberale e economista ha ottenuto in questi mesi una notevole centralità politica partendo da un ruolo strategicamente valorizzatosi mano a mano che Vladimir Putin ha accentrato sul Cremlino il processo decisionale. Dopo undici anni alla guida del colosso del nucleare, Rosatom (2005-2016), sei anni fa è stato nominato da Putin primo vice-capo di gabinetto del presidente, ma ha assunto con la guerra in Ucraina maggiore influenza del titolare della carica, Anton Vajno.

Kirienko dall’inizio del conflitto ha avuto il compito di supervisionare e consigliare le autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk nell’omologazione graduale delle leggi e deglii ordinamenti ai dettami dell’amministrazione presidenziale. Da sempre figura moderata, Kirienko si sta scrollando di dosso un’immagine a lungo coltivata di un tecnocrate d’apparato senza ambizioni politiche. Il rapporto diretto con Putin gli ha dato il potere di essere nominato, di fatto, suo proconsole in Ucraina.

Senza dubbio, la guerra lo ha aiutato a diventare il frontman più visibile e di alto rango del “partito della guerra“. E in primavera è stata formalizzata la sua scelta come commissario dei territori occupati. Meduza.io ha svelato i retroscena della sua nomina: “è stata il risultato di un incontro personale tra Kirienko e Putin, durante il quale Kirienko ha presentato la sua visione per “l’operazione militare speciale” (lo pseudonimo del Cremlino per la sua invasione su vasta scala dell’Ucraina) – e ha lanciato idee su come le autorità russe dovrebbero gestire i territori appena occupati”. Per Kirienko “i loro residenti dovranno vedere che la Russia non è venuta temporaneamente e resterà”. Da qui la corsa alla russificazione accelerata, con l’introduzione del rublo e la spinta referendaria, immaginante da Kirienko.

La legge sulla cittadinanza, altra emanazione della sua influenza, ha teso a consolidare la russificazione. Il legame con le forze di sicurezza dato dal controllo sull’amministrazione civile ha fatto il resto. Nel frattempo, sul fronte interno, Kirienko sta anche lavorando a stretto contatto con gli interessi degli uomini forti (siloviki) della burocrazia statale per consolidare l’annessione.

L’amministrazione presidenziale vuole costruire una rete di potere nei ministeri, dipartimenti, società statali e grandi imprese statali russe integrando rapidamente i cittadini delle neoannesse terre ucraine per fondere lo Stato con le sue nuove propaggini. Lavoratore instancabile e fedelissimo, Kirienko, un tempo vicino ai moderati della cerchia di Elvira Nabiullina, governatrice della Banca centrale, per necessità o per ambizione ha speso ogni sua fiche puntando sul “partito della guerra” ed è la figura in maggiore ascesa nel sistema di potere russo. Ma la scelta di legare ogni sua fortuna al successo della manovra spericolata in Est Europa appare decisamente complessa da sostenere se nel medio periodo non ci saranno vere svolte politiche.

Lorenzo Vita per “il Giornale” il 30 settembre 2022.  

Le falle del gasdotto Nord Stream incendiano le già bollenti acque del Mar Baltico, con il rimpallo di accuse tra Occidente e Mosca. Le indagini proseguono, ma quello che ormai sembra certo è che non si possa parlare di incidenti: l'ipotesi più accreditata è quella del sabotaggio. Un attacco che, come spiega Göran Swistek, esperto di sicurezza marittima del German Institute for International and Security Affairs, può essere stato non solo complesso ma anche altamente tecnologico.

«Poiché i sismografi hanno rilevato delle vibrazioni, è probabile che siano avvenute delle esplosioni - spiega Swistek a Il Giornale - e possiamo supporre che sia stata utilizzata una discreta quantità di esplosivi». Per l'esperto tedesco, è impossibile compiere questo tipo di operazioni senza un mezzo adeguato. Ma sull'ipotesi che sia stato utilizzato un sottomarino «tradizionale» capace di dispiegare cariche esplosive e condurre lavori (anche di sabotaggio) in profondità, Swistek è scettico.

«Non molti Paesi hanno questo tipo di capacità e un sottomarino non passerebbe inosservato. La Russia, inoltre, non ha ufficialmente sottomarini nel Mar Baltico, a parte uno formalmente utilizzato per scopi di ricerca - spiega l'analista - ma i movimenti dei mezzi militari sono generalmente ben noti». L'ipotesi di Swistek è che dietro questo attacco possa esserci l'utilizzo non di un classico sottomarino, ma di un mezzo a pilotaggio remoto, un drone subacqueo possibilmente lanciato da una nave-madre.

 «Senza puntare il dito, abbiamo osservato che la Russia ha lavorato molto negli ultimi anni per sfruttare il dominio sottomarino, che comprendeva anche lo sviluppo di diversi droni in grado di svolgere lavori in profondità e trasportare ordigni», dice l'esperto. Secondo gli analisti del governo la deflagrazione è paragonabile all'uso di 500 kg di Tnt.

Ma com' è stato possibile bucare le reti di intelligence in un periodo come questo e in un'area al confine tra Nato e Russia? Per Swistek, questo confermerebbe l'ipotesi di un drone. Tuttavia, sottolinea, «nessuna delle infrastrutture nel Mar Baltico, ma anche nel Mare del Nord, nel Nord Atlantico e nel cosiddetto High North è costantemente sorvegliata dai militari. Questa è un'enorme vulnerabilità. Il modo migliore per proteggerle, almeno quelle ad alta priorità, potrebbe essere una combinazione di forze europee sotto l'ombrello dell'Unione europea o con un altro tipo di coordinamento».

Una prospettiva che coinvolge anche il Mediterraneo, tanto più in una fase di sganciamento dell'Europa dalla dipendenza energetica con la Russia, ma che ora interessa soprattutto il Baltico. In questi ultimi anni, Nato, Russia e Cina, si stanno interessando a tutta la parte settentrionale dell'Europa fino all'Artico, non solo per il gas, ma anche per le future rotte polari. E in questa fase della guerra in Ucraina, il mare dove sorgono due basi fondamentali della flotta russa può diventare il fronte di una futura escalation. «Ulteriori attività ibride o destabilizzanti sono quindi molto probabili nel prossimo futuro» conclude Swistek.

(ANSA il 30 settembre 2022) - Dopo la fuga di gas dai gasdotti Nord Stream 1 e 2, il livello di metano su Svezia e Norvegia è a livelli record, riferiscono i media svedesi e norvegesi, che parlano di 'grande nuvola'. Il 96% del gas nel Nord Stream 1 e 2 era metano. Secondo i calcoli di Stephen Matthew Platt, scienziato del clima presso l'istituto norvegese di ricerca sull'aria Nilu, si tratta di circa 40.000 tonnellate di metano rilasciate dal sospetto sabotaggio: "Le emissioni corrispondono al doppio delle emissioni annuali di metano dell'industria petrolifera e del gas in Norvegia. Sono livelli record, mai visto niente di simile prima in Norvegia e Svezia".

L'ultima indicazione degli esperti è che il gas si sta muovendo verso nord e potrebbe arrivare sopra le isole Svalbard in un paio di giorni. Platt sottolinea tuttavia che l'elevata concentrazione di metano non rappresenta un grave pericolo per le persone: "Non è pericoloso per l'uomo. Non è un gas infiammabile in queste quantità. È l'effetto climatico di cui invece stiamo parlando", chiarisce.

Nord Stream, le ipotesi sul sabotaggio: tritolo, robot e navi. Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Il Corriere della Sera il 2 Ottobre 2022.

I due gasdotti Russia-Germania sono stati messi fuori uso da esplosioni a sud dell'isola di Bornholm, in Danimarca, in acque internazionali. Le deflagrazioni sono avvenute a 17 ore di distanza; quattro le falle. Chi potrebbe essere stato? E perché? 

È il grande intrigo del Baltico: il sabotaggio alle due linee del gasdotto Russia-Germania avvenuto alla fine di settembre. 

Sono ormai passati diversi giorni e l’unica certezza sono gli interrogativi. 

Il mare conserva per ora i suoi segreti, lasciando spazio alle speculazioni senza che si possa dare una risposta precisa. Serve del tempo. Del resto i colpi come questo sono perfetti per essere «negati» da chi li ha compiuti.

Le esplosioni

Le pipeline — una sola operativa, ma entrambe piene di gas — sono state messe fuori uso da deflagrazioni a sud dell’isola danese di Bornholm, in acque internazionali. Prima è toccato a Nord Stream 2, quindi a Nord Stream 1, con un intervallo di circa 17 ore. 

Quattro le falle con una susseguente perdita di pressione ad una profondità di 70-90 metri. Eventi registrati dai sismografi svedesi e dagli apparati di difesa dei paesi della regione, già in allarme per le tensioni legate al conflitto in Ucraina. 

I ricognitori hanno diffuso le immagini della fuoriuscita, un cerchio bianco sulla superficie a documentare quanto stava avvenendo. 

Cariche potenti

Il disastro ha provocato sorpresa, sconcerto, polemiche. È partita corale la richiesta di un’indagine e nel frattempo sono iniziate le teorie. Danesi, svedesi e tedeschi concordano su un dettaglio: sono state impiegate cariche molto potenti, secondo ambienti dell’intelligence circa 500 chilogrammi d’esplosivo. Non volevano errori, la botta doveva essere possente. 

Il quotidiano The Guardian ha aggiunto il parere di alcuni funzionari: forse le «trappole» sono state introdotte ricorrendo ai droni per la manutenzione. Le fonti ritengono che questi aspetti siano la conferma di un’azione condotta da professionisti, sabotatori appartenenti a uno Stato, personale addestrato ad agire e con le risorse tecnologiche adeguate. 

Le ipotesi

H.I. Sutton, uno tra gli esperti più bravi, ha prospettato scenari che riprendono le indiscrezioni recenti. Vediamo: gli ordigni sono stati piazzati con largo anticipo da droni subacquei; li hanno inseriti durante la fase di costruzione; c’è stato il ricorso ai «gadget» di ispezione, noti come PIGS, che hanno minato i tubi dall’interno; l’intervento classico, quello condotto da una nave dotata di apparati per le attività sul fondo. Naturalmente è stato anche considerata l’incursione di un sommergibile (e forze scelte) o di un battello speciale. I droni hanno bisogno di un mezzo di supporto, si può impiegare un vascello militare oppure uno «civile» che cela a bordo ciò che serve. Non mancano nelle flotte di molti Paesi, camuffate da unità di «ricerca scientifica», da «rimorchiatori d’altura» equipaggiati per eseguire interventi in profondità. Non di rado conducono «crociere» lontano dalle rispettive basi. Fa parte della sfida globale. 

Le accuse

Il campo Nato continua a sospettare la Russia, anche se gli addebiti sono mossi non in modo omogeneo e si aspetta di avere informazioni maggiori una volta che saranno recuperati eventuali reperti. Mentre un intrecciarsi di informazioni sulle presenze della Marina russa, sui rischi di infiltrazioni, sui timori di una lotta dura con le infrastrutture strategiche diventate bersagli. 

La Russia — sostiene un’analista — potrebbe aver deciso il sabotaggio per lanciare un messaggio di deterrenza, per evitare di pagare risarcimenti per le mancate forniture, per alzare il livello di tensione. 

Ma questo «elenco» non esclude altri colpevoli. Sono stati citati polacchi, ucraini e americani. Mosca replica chiamando in causa gli Usa e i suoi alleati. Sono stati gli «anglosassoni», ha affermato Vladimir Putin nei panni del neo-zar contro tutti. E qualche ora prima il responsabile dei suoi servizi segreti aveva parlato di atto di terrorismo da attribuire al nemico occidentale, una certezza legata a materiale raccolto dall’intelligence. Evidenze che però non ha esibito. 

Più prudente Nikolai Patrushev, il segretario del Consiglio per la sicurezza e uomo chiave della gerarchia moscovita: «Non abbiamo dati sul coinvolgimento dell’Ovest, sappiamo però che lo hanno fatto in passato. Con il tempo proveremo anche questo».

L'ambiente

I governi della regione devono poi preoccuparsi di possibili effetti collaterali. L’agenzia finlandese per l’ambiente ha segnalato che la prima fuoriuscita di gas è avvenuta in una zona dove vi sarebbe discarica di armi chimiche. 

Al momento non sono stati segnalati pericoli. Il gestore di Nord Stream 2 ha invece annunciato che è finita la fuga di gas grazie alla pressione dell’acqua.

Zelensky ai russi: «Lasciate Putin o sarete uccisi uno a uno». Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'1 Ottobre 2022.

Le notizie di sabato 1 ottobre. Kadyrov: «Mosca valuti l'uso dell'arma nucleare tattica». Gazprom chiude l'afflusso di gas verso l'Italia. Nord Stream, esplosioni «causate da 500 chili di tritolo»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 220esimo giorno.

• Kiev hanno conquistato la città strategica di Lyman nel Donetsk.

• Il leader ceceno Kadyrov: «Mosca valuti l'uso dell'arma nucleare tattica».

• La nuvola di gas che si è formata dopo le perdite del Nord Stream si trova sui cieli della Scandinavia e si sta dirigendo verso l’Italia. Quali sono i rischi.

• Biden accusa Putin: «Nord Stream è stato sabotato». La Russia nega. Intanto si è fermata la fuoriuscita di gas da Nord Stream 2.

Ore 20:58 - Biden: «Nord Stream è stato sabotato, da Putin bugie»

«Le fughe di gas dal Nord Stream sono state causate da un attacco deliberato. Quello che dice Putin sono solo bugie». Lo ha detto Joe Biden alla Casa Bianca assicurando che gli Usa e i loro alleati «scopriranno quello che è successo» al gasdotto.

Ore 21:31 - Usa: «Nuovo invio di armi all’Ucraina la prossima settimana»

Gli Stati Uniti annunceranno un nuovo invio di armi all’Ucraina la prossima settimana. Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa alla Casa Bianca.

 Ore 21:47 - La Casa Bianca: «Militari Usa in Europa pronti a ogni evenienza»

Il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa: «I militari americani in Europa sono pronti ad ogni evenienza».

Ore 02:31 - Ridotto il costo del trasferimento di denaro, movimenti più «facili»

Su iniziativa della Commissione Europea, il 27 settembre 2022, a Bruxelles è stata firmata una Joint Statement of Service Providers on the Transfer of Funds to Ucraine. L’obiettivo principale di questo documento è ampliare le opportunità per rendere accessibili e trasparenti i trasferimenti di fondi a sostegno degli ucraini e dell’Ucraina. I firmatari della Dichiarazione Congiunta sono diventati i responsabili delle organizzazioni di pagamento dei sistemi di pagamento internazionali e dei loro partecipanti, che svolgono, in particolare, attività sul territorio dell’UE e dell’Ucraina. Si sono impegnati a fornire servizi di trasferimento di denaro competitivi sia alla diaspora ucraina che ai migranti forzati dall’Ucraina che hanno lasciato le loro case in fuga dalla guerra all’estero, nonché a chiunque voglia sostenere gli ucraini e trasferire denaro in Ucraina.

Ore 02:34 - Biden: «Su Nord Stream atto deliberato di sabotaggio»

«Voglio dire questo: è stato un atto di sabotaggio deliberato». Lo ha affermato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden commentando le falle che si sono aperte nei gasdotti Nord Stream 1 e 2, annunciando che gli Stati Uniti stanno lavorando per determinare cosa è successo. «Manderemo i subacquei a scoprire esattamente cosa è successo», ha aggiunto. Biden ha accusato la Russia di «pompare disinformazione e bugie». Biden ha invitato le persone a non ascoltare Putin, sottolineando che le affermazioni del leader russo «non sono vere».

Ore 02:45 - Ucraina: Kiev, possiamo liberare Lyman in pochi giorni Ucraina

«L’esercito ucraino può liberare la città di Lyman nella regione di Donetsk dagli invasori russi in pochi giorni». Lo ha detto Oleksiy Arestovych consigliere del presidente ucraino Volodymr Zelensky. Lo riporta Unian. Secondo il dirigente ucraino ci sarebbero «fra i due mila e i cinquemila» soldati russi «completamente circondati».

Ore 03:32 - Zelensky, a Zaporizhzhia un attacco fatto da disumani

«Il nemico ha iniziato questa giornata con un omicidio deliberato e assolutamente calcolato di ucraini a Zaporizhzhia. Un attacco missilistico a un convoglio di civili. A partire da questo momento 30 morti e quasi un centinaio tra feriti». Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto video serale aggiungendo che l’esercito russo sapeva dove avrebbero colpito i loro missili. «È stato fatto dagli disumani», ha aggiunto Zelensky.

Ore 04:14 - Unesco, danni a 193 siti culturali, protesta in Messico contro delegato russo

Non appena un delegato della Russia ha preso la parola, decine di rappresentanti di altri paesi hanno abbandonato la sala dove si svolgeva una conferenza internazionale della cultura, la sessione finale della Conferenza mondiale convocata dall’Unesco a Città del Messico, per protestare contro la guerra in Ucraina. A nome di 48 Paesi, il ministro della Cultura lituano Simonas Kairys ha attaccato «l’aggressione ingiustificabile e illegale» di Mosca contro Kiev, e ha ricordato come la stessa organizzazione abbia verificato danni ad almeno 193 siti culturali ucraini tra cui musei, biblioteche, centri culturali ed edifici storici. Mentre i suoi ‘colleghi’ lasciavano la sala dell’auditorium, il delegato russo Sergey Obryvalin ha respinto le critiche definendole «inaccettabili».

Ore 05:55 - La Banca Mondiale concede altri 530 milioni di aiuti

La Banca Mondiale concederà 530 milioni di dollari di aiuti all’Ucraina per consentirle di «affrontare le necessità urgenti generate dall’invasione russa». Questo sostegno, sotto forma di un nuovo prestito della Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS), è sostenuto dal Regno Unito per 500 milioni di dollari e dalla Danimarca per 30 milioni di dollari. Secondo le stime della BM, «i costi a lungo termine della ricostruzione saranno enormi e supereranno di gran lunga i 100 miliardi di dollari nei prossimi tre anni». Con questa nuova tranche, la BM ha concesso all’Ucraina un totale di 13 miliardi di dollari dall’inizio del conflitto, di cui 11 miliardi già erogati.

Ore 06:01 - Lituania fornirà 37 droni kamikaze di costruzione polacca

Il ministero della Difesa della Lituania ha firmato un accordo con la società polacca WB Group per l’acquisto di 37 droni kamikaze e un lanciatore per l’Ucraina. Secondo quanto riferiscono i media ucraini, gli armamenti raggiungeranno Kiev in ottobre o novembre.

Ore 08:07 - Kiev, 50 attacchi russi in 24 ore nella regione di Donetsk

Oltre 50 attacchi sono stati lanciati dall’esercito russo nelle ultime 24 ore, soprattutto nella regione di Donetsk: «Le truppe della Federazione russa si stanno concentrando sull’occupazione completa della regione di Donetsk e il mantenimento dei territori temporaneamente catturati dell’Ucraina, oltre che all’interruzione delle azioni delle forze di difesa in alcune aree». È quanto ha affermato su Fb lo Stato maggiore dell’esercito ucraino su Fb, citato da Unian. «I russi stanno anche bombardando le posizioni delle truppe ucraine lungo la linea di contatto, conducendo ricognizioni aeree», «il nemico sta attaccando le infrastrutture civili e le abitazioni della popolazione civile, violando le norme del Diritto Internazionale Umanitario, le leggi e i costumi di guerra», afferma l’esercito di Kiev.

Ore 08:07 - Zelensky invita Meloni ad andare a Kiev

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato a Kiev il prossimo presidente del consiglio italiano. A dare la notizia è stato Andriy Yermak, capo dell’Ufficio del Presidente, che ha avuto un colloquio con il senatore Adolfo Urso, presidente del Copasir, aggiungendo che «sarebbe molto significativo se questa fosse una delle prime visite all’estero della signora Meloni come Primo Ministro».

Ore 08:42 - Ucraina: arrestato direttore generale centrale nucleare Zaporizhzhya

Ieri intorno alle 16:00 «il nostro dipendente, il direttore generale della centrale nucleare di Zaporizhzhya Ihor Murashov, è stato arrestato dalla pattuglia russa mentre si recava dallo stabilimento alla città di Energodar». Lo dichiara il presidente dell’agenzia nucleare ucraina, Energoatom, Petro Kotin. «Il veicolo del direttore generale della centrale nucleare è stato fermato, è stato portato fuori dall’auto e con gli occhi bendati è stato condotto in una località sconosciuta. Per il momento non ci sono informazioni sul suo destino - prosegue Kotin - Il direttore generale della ZNPP Ihor Murashov è una persona autorizzata e ha la responsabilità principale ed esclusiva per la sicurezza nucleare e dalle radiazioni della centrale nucleare di Zaporizhzhya. La sua detenzione da parte dei russisti mette a repentaglio la sicurezza operativa dell’Ucraina e della più grande centrale nucleare d’Europa».

Ore 09:39 - Lo Spiegel: «Esplosioni Nord Stream causate da 500 kg di tritolo»

Fonti di intelligence citate dalla rivista tedesca Spiegel ritengono che gli oleodotti Nord Stream 1 e 2, nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, siano stati colpiti in quattro punti da esplosioni con 500 chili di tritolo, l’equivalente della potenza esplosiva di una bomba di aereo. Gli investigatori tedeschi hanno effettuato letture sismiche per calcolare la potenza delle esplosioni. E hanno detto ai media che subacquei o robot telecomandati potrebbero essere in grado di visitare i siti delle perdite già questo fine settimana.

Ore 09:42 - Il Guardian: «Robot manutenzione hanno messo le bombe su Nord Stream»

«A piazzare le bombe che hanno provocato quattro falle nel gasdotto Nord Stream 1 e 2, a circa 80 metri di profondità nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca, potrebbero essere stati i robot di manutenzione che operano all’interno della struttura del gasdotto durante lavori di riparazione»: è l’opinione degli esperti riferita dal Guardian. «Se questa teoria si rivela corretta, la natura sofisticata dell’attacco e la potenza dell’esplosione aggiungerebbero peso ai sospetti che gli attacchi siano stati effettuati da un potere statale, con il dito puntato contro la Russia».

Ore 11:05 - Von der Leyen inaugura gasdotto Grecia-Bulgaria

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha inaugurato a Sofia l'interconnettore di gas tra Grecia e Bulgaria. «Il progetto è sul tavolo da oltre dieci anni. È stato lanciato nel 2009, in un momento in cui in realtà, quando la Bulgaria è stata duramente colpita dalla decisione di Gazprom di fermare i flussi di gas attraverso l'Ucraina. Ci è voluta molta determinazione per raggiungere l'obiettivo, e oggi voglio ringraziare i successivi governi bulgaro e greco per averlo realizzato», ha affermato nella cerimonia di inaugurazione. «La nostra Unione - ha precisato - ha sostenuto il progetto sin dal primo giorno, sia finanziariamente che politicamente. Con un contributo complessivo di 250 milioni di euro. In data odierna, una nuova era per la Bulgaria e per l'Europa sudorientale inizia. La Bulgaria riceveva l'80% del gas dalla Russia. Questo prima che Putin decidesse di lanciare una guerra energetica contro l'Europa. Questo gasdotto è un punto di svolta per la Bulgaria e per la sicurezza energetica dell'Europa e significa libertà dalla dipendenza dal gas russo».

Ore 11:19 - Zelensky ringrazia Biden per il nuovo stanziamento di aiuti

Il Presidente ucraino Volodymir Zelensky ha ringraziato Joe Biden per aver firmato in legge lo stanziamento di altri 12,35 miliardi di dollari di aiuti all'Ucraina il giorno dopo il voto del Congresso del pacchetto di assistenza. «Apprezziamo questo potente atto di solidarietà agli ucraini. E il sostegno bicamerale e bipartisan al nostro Paese. La legge prevede il finanziamento di programmi della difesa, e un sostegno importante e diretto al bilancio dell'Ucraina. Questo aiuto è più importante che mai. Dobbiamo continuare insieme a opporci all'aggressione della Federazione russa», ha scritto Zelensky.

Ore 12:01 - L'Aiea chiede chiarimenti sul direttore della centrale Zaporizhzhia rapito

L'Aiea (Agenzia internazionale per l'energia atomica) «chiede chiarimenti» sul direttore generale della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, occupata dalla Russia, che la società statale responsabile dell'impianto ha dichiarato essere stato «rapito» da una pattuglia russa. Ihor Murashov è stato arrestato mentre si recava dalla più grande centrale nucleare d'Europa alla città di Energodar intorno alle 17 di ieri. Petro Kotin, il capo della compagnia di energia atomica ucraina, ha affermato che la sua detenzione «mette a repentaglio la sicurezza operativa dell'Ucraina e della più grande centrale nucleare d'Europa».

Ore 12:15 - Il Papa riceve la consigliera del presidente Zelensky

Papa Francesco ha ricevuto stamattina in udienza in Vaticano la signora Alona Verbytska, consigliera plenipotenziaria del presidente della Repubblica di Ucraina Volodymyr Zelensky. Lo riferisce il Bollettino della Sala stampa della Santa Sede. Bergoglio, parlando con i Gesuiti nel recente viaggio in Kazakistan, ha ricordato il suo desiderio di recarsi a Kiev: «Avevo in mente di poter andare. Mi sembra che la volontà di Dio sia di non andare in questo preciso momento; vediamo poi in seguito, però».

Ore 12:49 - Danimarca convoca ambasciatore russo per annessione regioni ucraine

Dopo la Svezia anche la Danimarca: il ministero degli Esteri danese ha convocato l'ambasciatore russo in seguito all'annessione illegale da parte della Russia di quattro regioni ucraine. L'ambasciatore Vladimir Barbin incontrerà il direttore della politica estera del ministro degli Esteri danese, Anders Tang Fribourg. Non è stato annunciato quando si terrà l'incontro.

Ore 12:58 - Consolato russo a New York vandalizzato con vernice rossa

Vernice rossa sulla facciata del consolato russo a New York: il gesto di apparente protesta è avvenuto ieri, poco prima che il presidente Vladimir Putin annunciasse l'annessione dei territori ucraini e prima che si diffondesse la notizia della strage di civili a Zaporizhzhia. Lo scrive il Guardian. Un portavoce della polizia newyorchese ha detto che un'indagine è in corso ma che finora non ci sono sospetti né arresti.

Ore 13:41 - La controffensiva ucraina continua, nel Donbass

(Marta Serafini, inviata a Medyka, confine Polonia-Ucraina)

«Lyman è ucraina». Si stringe l’assedio intorno alla cittadina della regione di Donetsk, considerata uno snodo cruciale per il controllo della zona e conquistata dai russi lo scorso luglio.

In un filmato riproposto in rete dal capo dello staff del presidente Zelensky si vedono due soldati nella periferia orientale della città mentre issano la bandiera di Kiev. 

E mentre si aspettano conferme — l’Isw parlava stamattina di una possibile riconquista in tre/quattro giorni — il portavoce dell’esercito ucraino nell’Est, Sergey Chervatiï, citato dall’agenzia Interfax-Ucraina, ha ribadito come «Le forze russe siano circondate a Lyman, e si parla di circa 5.000-5.500 uomini». 

Secondo Sergey Gaïdai, il governatore della vicina regione di Lugansk, i soldati russi hanno tre opzioni: «fuggire, morire tutti insieme o arrendersi». 

La città è fondamentale per i destini della guerra. Il villaggio di Stavky, a nord, è caduto, e a Zarichne, a est, ci sono combattimenti strada per strada. L’unica via per il rifornimento delle forze russe e filorusse che occupano la cittadina, quella per Torske, è sotto il fuoco nemico. Sotto attacco è anche Jampil, a sud est. 

Ora, per le forze di Kiev, all’indomani dell’annessione proclamata unilateralmente da Putin si apre la strada per la riconquista di terreno nella regione di Luhansk.

Ore 13:44 - Il rapper russo suicida per non andare in guerra

(Monica Ricci Sargentini) «Non sono pronto a uccidere. Per nessun ideale». È questa la motivazione che ha spinto Ivan Petunin, noto col nome d'arte di Walkie, a togliersi la vita. 

Il musicista russo, 27 anni, ieri ha pubblicato un video su Telegram in cui annunciava la sua decisione: «Se stai guardando questo video non sono più vivo, non posso prendere il peccato dell'omicidio sulla mia anima e non voglio», ha detto. 

Il corpo del giovane è stato trovato vicino a un edificio di più piani in via Kongressnaya, a Krasnodar, città in cui viveva.

Ore 13:47 - L'Ucraina: «I russi hanno sparato contro civili in fuga, 20 morti»

Le forze russe hanno attaccato un convoglio che stava evacuando civili nel nordest dell'Ucraina, nel distretto di Kupiansk: il bilancio è di 20 morti. 

A riferire la notizia — che risalirebbe ai giorni scorsi — è il governatore della regione di Kharkiv, Syniehubov. 

L'attacco su persone che provavano a fuggire dall'area per evitare di essere bombardate è una «crudeltà che non può essere giustificata», ha dichiarato Syniehubov.

Ore 13:50 - La discarica di armi chimiche nell'area delle falle del Nord Stream

Secondo l'Agenzia finlandese per l'ambiente (Syke), il bacino danese di Bornholm — dove lunedì è stata rilevata la prima perdita dal gasdotto Nord Stream — è la più importante discarica di armi chimiche nel Mar Baltico. 

In una nota la Syke afferma che «è probabile che l'effetto delle perdite di gas sulle armi chimiche sia minimo, poiché sono sepolte a diversi chilometri ma gli effetti sono ancora incerti». 

L'agenzia ha dichiarato che continuerà a indagare sulla questione insieme all'Istituto del Trattato di proibizione delle armi chimiche presso l'Università di Helsinki.

Ore 13:55 - Eni: «Oggi le forniture di gas russo all'Italia saranno zero»

Le forniture di gas russo all'Italia attraverso il Tarvisio saranno oggi «a zero». 

A darne notizia sono state sia Eni, sia Gazprom. 

«Gazprom ha comunicato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti per oggi, considerato che non è possibile fornire gas attraverso l'Austria», ha detto Eni. 

Il piano portato avanti da Eni di potenziamento e diversificazione delle forniture di gas verso l'Italia permetterà di sostituire progressivamente gli oltre 20 miliardi di metri cubi all'anno di volumi di gas importati da Mosca fino allo scorso anno dal gruppo. 

Per quanto riguarda il gas via gasdotto, forniture addizionali stanno già arrivando dall'Algeria, dal Nord Europa e dall'Egitto. 

Dalla prossima primavera, inoltre, inizierà ad arrivare in modo importante tutto il gas naturale liquefatto addizionale da Paesi come Egitto, Qatar, Congo, Angola e Nigeria.

Ore 14:10 - La controffensiva ucraina ha riportato la situazione al 29 febbraio

La controffensiva delle forze ucraine di settembre ha ridotto il territorio controllato dei russi a una porzione inferiore di quella che risultava occupata dopo la spinta iniziale dei militari russi nei primi cinque giorni dell'invasione. 

A renderlo noto è stata la Cnn, citando i dati dell'Institute for the Study of War elaborati dai suoi analisti. 

All'inizio dell'invasione le forze russe erano riuscite a controllare un quinto del territorio ucraino, vale a dire 119mila chilometri quadri. 

Sette mesi dopo, in coincidenza con l'annessione di quattro regioni alla Federazione russa da parte di Vladimir Putin, le forze di Mosca controllano tremila chilometri quadrati in meno.

Ore 14:14 - «Dieci bambini tra i civili uccisi a Kharkiv»

Ci sarebbero almeno 10 bambini tra i 20 civili ucraini uccisi nell'attacco al convoglio di auto su cui viaggiavano nella regione orientale di Kharkiv. 

A riferirlo è stato il capo dei servizi di sicurezza (Sbu) di Kiev, Vasily Malyuk, citato dall'Ukrainska Pravda. 

I veicoli colpiti, «a fine settembre», sono stati sette. Si trovavano in una «zona grigia» tra l'area occupata e quella controllata dagli ucraini, nell'Est dell'Ucraina. 

I russi hanno accusato Kiev di aver colpito un convoglio di profughi, uccidendone 30, nella stessa regione.

Ore 15:33 - Esercito Kiev: le truppe ucraine entrano a Lyman

Le truppe ucraine «entrano» a Lyman, città chiave in mano ai russi nella regione orientale di Donetsk. Lo afferma l’esercito di Kiev. La città fa parte dei territori che Putin ha annesso alla Russia. Secondo le forze di Kiev circa 5 mila soldati russi sarebbero circondati. I combattimenti continuano.

Ore 16:02 - Mosca: «Le nostre truppe si sono ritirate da Lyman»

«A causa della minaccia di essere circondate, le truppe alleate si sono ritirate da Krasny Lyman verso posizioni più vantaggiose». Lo ha dichiarato il ministero della Difesa russo, citato da Interfax. «L’esercito ucraino sta subendo perdite considerevoli a Krasny Lyman ma continua ad avanzare», ha aggiunto Mosca.

Ore 16:19 - Borrell: fine guerra quasi impossibile dopo annessioni russe

L’annessione da parte di Mosca di quattro nuovi territori ucraini occupati rende «quasi impossibile porre fine alla guerra in Ucraina». Lo ha affermato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell al canale televisivo spagnolo RTVE. Aggiungendo: «La Russia sta perdendo» la guerra, «l’ha persa in termini morali e politici», ma «l’Ucraina non ha ancora vinto».

Ore 16:31 - Kadyrov: «Mosca consideri l’uso di armi nucleari tattiche»

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov, ha esortato la Russia a prendere in considerazione l’utilizzo di un’arma nucleare a bassa intensità in Ucraina (o arma nucleare tattica), dopo la notizia del ritiro delle truppe russe da Lyman. In un messaggio su Telegram in cui criticava i comandanti russi per aver abbandonato la città strategica, Kadyrov, citato dalla Reuters, ha scritto: «Secondo me, dovrebbero essere prese misure più drastiche, fino alla dichiarazione della legge marziale nel zone di confine e l’uso di armi nucleari a basso rendimento». Inoltre, Kadyrov ha puntato il dito contro il comandante del Distretto Militare Occidentale, Alexander Lapin, per il ritiro da Lyman, criticando anche i vertici dell'esercito di Mosca, scelti in base a logiche «nepotiste». «Il nepotismo nell'esercito non porterà bene — ha scritto Kadyrov su Telegram —. Nell'esercito è necessario nominare persone di carattere forte, coraggiose, dotate di principi, che si preoccupano dei loro combattenti, che si strappano i denti per un loro soldato, che sanno che un subordinato non può essere lasciato senza aiuto e sostegno. Non c'è posto per il nepotismo nell'esercito, soprattutto in tempi difficili».

Ore 17:08 - «A Kharkiv uccisi 13 bambini e una donna incinta»

Si aggrava il bilancio dell’attacco russo contro un convoglio di auto di civili ucraini in fuga dalla regione orientale di Kharkiv. Le vittime sono salite a 24, tra cui una donna incinta e 13 bambini. Lo ha riferito il governatore Oleg Synegubov. «Tali sono le terribili conseguenze del bombardamento di un convoglio di sette auto da parte degli occupanti tra i villaggi di Kurylivka e Pishchane, nel distretto di Kupyansk. I russi hanno sparato contro i civili quasi a distanza ravvicinata», ha affermato il governatore, precisando che «il bombardamento è avvenuto il 25 settembre intorno alle 9».

Ore 17:20 - Esplosioni nella base aerea Belbek in Crimea

Una nuvola di fumo generata da diverse esplosioni, provenienti con molta probabilità dalla base aerea di Belbek in Crimea sono state riprese dalle persone in spiaggia, che hanno udito chiaramente le esplosioni.

Ore 17:36 - Gestore Nord Stream 2: finita la fuga di gas

Il portavoce della società di gestione del gasdotto Nord Stream 2 ha riferito che è finita la fuga di gas dalla condotta, iniziata dopo le esplosioni sospette dei giorni scorsi nel mar Baltico.

Ore 17:44 - Esplosione in Crimea, Mosca: è lo schianto di aereo militare

Il governatore di Sebastopoli, Mikhail Razvozhaev, ha dichiarato che le esplosioni nella base di Belbek aerea in Crimea sono state causate da un aereo militare russo si è schiantato al suolo in fase di atterraggio. Secondo Razvozhaev, il velivolo è uscito fuori pista e ha preso fuoco. Alcuni canali Telegram ucraini hanno diffuso filmati che mostrano una grande colonna di fumo sollevarsi dall'area dell'aeroporto e hanno riferito, senza fornire prove, che l'aereo caduto era pieno di munizioni.

Ore 18:19 - Kiev: più di 400 bambini morti dall'inizio della guerra

L'ufficio del Procuratore generale ucraino ha denunciato che almeno 399 bambini sono morti e circa 783 sono rimasti feriti negli attacchi russi in Ucraina dall'inizio della guerra. A questi si devono aggiungere le 13 piccole vittime dell'attacco a un convoglio a Kharkiv e che ha causato in tutto 24 morti (vedo notizia delle 17.08). La maggior parte dei minorenni colpiti, contando sia morti che feriti, è stata registrata nella regione di Donetsk (402); Kharkiv (232); la capitale Kiev (116); Chernihiv (68) e Lugansk (61), secondo il bilancio raccolto da Ukrinform.

Ore 19:40 - Austin: non credo che Putin abbia deciso di usare l'atomica

Il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin dubita che Putin abbia deciso di utilizzare l'atomica in Ucraina. «In questa fase, non vedo nulla che mi porti a concludere che il presidente russo abbia preso una decisione simile», ha detto Austin in un'intervista alla Cnn che verrà trasmessa integralmente domani.

Ore 21:27 - A Belgrado protesta contro annessione russa

Una manifestazione di protesta contro l'annessione russa delle quattro regioni ucraine sotto controllo di Mosca si è svolta in serata nel centro di Belgrado. Nei giorni scorsi tale movimento aveva inscenato una analoga protesta contro la mobilitazione militare parziale disposta da Putin. Questi raduni sono animati in larga parte dai tanti cittadini russi trasferitisi a Belgrado per poter proseguire senza problemi la propria attività lavorativa o per evitare il reclutamento per andare al fronte.

Ore 22:04 - Zelensky: dopo Lyman pianteremo altre bandiere nel Donbass

«La bandiera ucraina è a Lyman. In questa settimana abbiamo piantato più bandiere ucraine nel Donbass. Tra una settimana ce ne saranno ancora di più». Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky nel suo video-messaggio serale, nel giorno in cui i russi si sono ritirati dalla città strategica del sud-est. A Lyman «i combattimenti sono ancora in corso, ma lì non c'è traccia di pseudo-referendum», ha aggiunto Zelensky, riferendosi al voto indetto da Mosca nelle zone occupate per annetterle alla Russia. Uno voto, ha aggiunto, «condannato anche oggi da ancora più voci nel mondo».

Ore 22:17 - Zelensky ai russi: «Lasciate Putin o sarete uccisi uno a uno»

Zelensky ha lanciato un monito ai russi nel suo video-intervento serale. «Finché non risolvete tutti il problema con colui che ha iniziato tutto, che ha iniziato questa guerra insensata per la Russia contro l'Ucraina, sarete uccisi uno per uno, facendo da capri espiatori, per non ammettere che questa guerra è un errore storico per la Russia», ha detto, dopo gli ultimi successi della controffensiva ucraina nel Donbass. «Lì hanno già iniziato a addentarsi: cercano i colpevoli, accusando alcuni generali di fallimenti. Questa è la prima campana che dovrebbe essere ascoltata a tutti i livelli del governo russo», ha aggiunto.

Ore 00:32 - La Russia chiude il trasporto stradale a «Paesi ostili»

Un altro passo in avanti sull’isolamento della Russia. Il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, ha firmato un decreto che impedisce ai «Paesi ostili» di usare il territorio della Federazione per il trasporto stradale. Sono previste deroghe per alcune categorie di merci, tra cui i medicinali e alcuni tipi di alimentari, capi di vestiario e prodotti tecnologici.

Kiev: offensiva verso Kherson. La Nato: «Conseguenze serie se Putin usa armi nucleari». Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 02 ottobre 2022.

Le notizie di domenica 2 ottobre. Il monito ai soldati di Mosca nel video-intervento serale. La Russia chiude il trasporto stradale ai «Paesi ostili»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 221esimo giorno.

• Le truppe di Kiev hanno riconquistato la città di Lyman nel Donetsk. Si tratta di una vittoria clamorosa, per l’importanza strategica della città, ma anche simbolica, poiché avviene il giorno dopo l’annuncio dell’annessione di 4 regioni — tra cui proprio quella di Donetsk — da parte di Putin.

• Il leader ceceno Kadyrov dopo la disfatta a Lyman ha violentemente criticato i comandi militari russi, e ha aizzato Putin: «Mosca valuti l'uso dell'arma nucleare tattica».

• Paolo Valentino ha intervistato il miliardario russo Melnichenko, industriale russo sotto sanzioni: sulle annessioni spiega che «l’Occidente non ha ancora capito cosa significhi realmente questo passaggio: sarà impossibile da cambiare. Il caos in Russia può portare catastrofi», ed è «ingenuo e pericoloso» pensare che «tutti i problemi, in primis quelli di sicurezza, saranno risolti non appena ci sarà un cambio di regime».

• Il gestore di Nord Stream 2 ha annunciato che non c'è più fuoriuscita di gas: qui Giudo Olimpio e Andrea Marinelli fanno il punto su quello che si sa del sabotaggio.

• Stop alle forniture di gas russo in Italia: ieri flussi azzerati.

Ore 04.38 - Gestore Nord Stream 2: finita la fuga di gas

Il portavoce della società di gestione del gasdotto Nord Stream 2 ha riferito che è finita la fuga di gas dalla condotta, iniziata dopo le esplosioni sospette dei giorni scorsi nel mar Baltico.

Ore 04.45 - Eni: «Oggi le forniture di gas russo all'Italia saranno zero»

Le forniture di gas russo all'Italia attraverso il Tarvisio saranno oggi «a zero».

A darne notizia sono state sia Eni, sia Gazprom. «Gazprom ha comunicato che non è in grado di confermare i volumi di gas richiesti per oggi, considerato che non è possibile fornire gas attraverso l'Austria», ha detto Eni. 

Il piano portato avanti da Eni di potenziamento e diversificazione delle forniture di gas verso l'Italia permetterà di sostituire progressivamente gli oltre 20 miliardi di metri cubi all'anno di volumi di gas importati da Mosca fino allo scorso anno dal gruppo. Per quanto riguarda il gas via gasdotto, forniture addizionali stanno già arrivando dall'Algeria, dal Nord Europa e dall'Egitto. 

Dalla prossima primavera, inoltre, inizierà ad arrivare in modo importante tutto il gas naturale liquefatto addizionale da Paesi come Egitto, Qatar, Congo, Angola e Nigeria.

Ore 04.53 - Esercito Kiev: le truppe ucraine entrano a Lyman

(Marta Serafini) Le truppe ucraine «entrano» a Lyman, città chiave in mano ai russi nella regione orientale di Donetsk. Lo afferma l’esercito di Kiev. La città fa parte dei territori che Putin ha annesso alla Russia. Secondo le forze di Kiev circa 5 mila soldati russi sarebbero circondati. I combattimenti continuano.

 Ore 05:00 - Kadyrov: «Putin usi la bomba atomica tattica»

Lo schiaffo di Kiev è stato violento. Perché, il giorno dopo l’annuncio dell’«annessione» da parte di Mosca di quattro regioni ucraine, Kiev non solo non si fa intimorire, ma conquista la città chiave di Lyman, nella regione di Donetsk — proprio una delle quattro che Putin ora considera pienamente russe.

Ed è di fronte a questo sviluppo sul campo — inatteso, almeno per la sua rapidità — che Ramzan Kadyrov, leader ceceno, ha preso la parola.

E, in un violento post su Telegram, ha invitato Putin a valutare «misure drastiche» — «fino alla dichiarazione della legge marziale nelle zone di confine e l’uso di armi nucleari a basso potenziale».

Ore 05:12 - Zelensky ai russi: «Lasciate Putin o sarete uccisi uno a uno»

Il presidente ucrainoVolodymyr Zelensky ha lanciato un monito ai russi nel suo video-intervento serale. «Finché non risolvete tutti il problema con colui che ha iniziato tutto, che ha iniziato questa guerra insensata per la Russia contro l'Ucraina, sarete uccisi uno per uno, facendo da capri espiatori, per non ammettere che questa guerra è un errore storico per la Russia», ha detto, dopo gli ultimi successi della controffensiva ucraina nel Donbass.

«Lì hanno già iniziato a addentarsi: cercano i colpevoli, accusando alcuni generali di fallimenti. Questa è la prima campana che dovrebbe essere ascoltata a tutti i livelli del governo russo», ha aggiunto.

Ore 05.23 - «Non voglio andare in guerra»: Walkie, il rapper russo, si toglie la vita

(Marco Imarisio) Nel 2016 aveva registrato la canzone «Stelle» insieme al rapper ucraino Artem Lojk. «Guarda come brillano le stelle sulle spalle… Chi ha detto che è facile essere giovani? I servizi ascoltano il tuo telefono oppure no? Sei sicuro di essere da solo ora che sei entrato in Telegram? Magari ti contano come se fossi uno del bestiame? Perché tu esprimi opinioni, diffondi l’estremismo, e quando smetti di parlare, ti mettono dentro per un delitto del pensiero».

Adesso Lojk scrive canzoni che inneggiano «alla forza e all’onore di nostri soldati che combattono al fronte». Il suo amico, o ex amico russo è morto perché al fronte non ci voleva andare. Così almeno sostengono i suoi amici, e i dissidenti contrari all’Operazione militare speciale, che hanno trovato nel suo ultimo messaggio video i segni di una resa all’insostenibilità della mobilitazione.

Ore 05:35 - La Russia chiude il trasporto stradale a «Paesi ostili»

Un altro passo in avanti sull’isolamento da parte della Russia. Il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, ha firmato un decreto che impedisce ai «Paesi ostili» di usare il territorio della Federazione per il trasporto stradale. Sono previste deroghe per alcune categorie di merci, tra cui i medicinali e alcuni tipi di alimentari, capi di vestiario e prodotti tecnologici.

Ore 07:24 - «Non voglio andare in guerra»: Walkie, il rapper russo, si toglie la vita

(Marco Imarisio, inviato a Mosca) Nel 2016 aveva registrato la canzone «Stelle» insieme al rapper ucraino Artem Lojk. «Guarda come brillano le stelle sulle spalle… Chi ha detto che è facile essere giovani? I servizi ascoltano il tuo telefono oppure no? Sei sicuro di essere da solo ora che sei entrato in Telegram? Magari ti contano come se fossi uno del bestiame? Perché tu esprimi opinioni, diffondi l’estremismo, e quando smetti di parlare, ti mettono dentro per un delitto del pensiero». 

Adesso Lojk scrive canzoni che inneggiano «alla forza e all’onore di nostri soldati che combattono al fronte». 

Il suo amico, o ex amico russo è morto perché al fronte non ci voleva andare. Così almeno sostengono i suoi amici, e i dissidenti contrari all’Operazione militare speciale, che hanno trovato nel suo ultimo messaggio video i segni di una resa all’insostenibilità della mobilitazione. 

Walkie T, al secolo Ivan Petunin, aveva 27 anni.

Si è ucciso gettandosi all’undicesimo piano del suo appartamento sulla Via dei Congressi di Krasnodar, il capoluogo regionale nel sud della Russia dove era considerato un idolo.

Ore 07:41 - Perché la riconquista di Lyman è così importante

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kramatorsk) La bandiera gialla e azzurra da ieri è tornata a sventolare su Lyman. Non si ferma la spinta dell’avanzata ucraina mirata a riconquistare l’intero Donbass e ricacciare indietro le truppe russe addirittura oltre le posizioni da cui iniziarono l’invasione lo scorso 24 febbraio. 

Si tratta di una clamorosa sconfitta militare, politica e morale per Vladimir Putin e il suo entourage: subito dopo il referendum farsa (considerato illegale e condannato da larga parte della comunità internazionale) e la dichiarazione in pompa magna di due giorni fa a Mosca dell’annessione delle regioni occupate, le forze armate di Kiev dimostrano con i fatti che la realtà militare sul campo è radicalmente diversa da quella sbandierata dai russi. 

Non c’è annessione sulla carta o dichiarazione unilaterale che tenga: semplicemente, gli ucraini combattono meglio e con maggiore determinazione dei russi, le armi fornite loro dagli alleati occidentali, Stati Uniti in testa, garantiscono una superiorità che i soldati russi non sono in grado di contrastare. Lo conferma del resto anche lo scarno, ma realistico comunicato degli alti comandi di Mosca, che ieri, soltanto a poche ore dell’annuncio da Kiev circa i successi delle sue truppe e appena dopo le foto diffuse sui social delle bandiere ucraine sui tetti della cittadina di Lyman, ha ammesso che i suoi soldati stavano «ritirandosi per evitare di rimanere circondati e rischiare la cattura». E aggiungeva: «Nonostante le perdite subite, i nostri nemici, superiori per armamenti e numeri di forze, hanno continuato ad avanzare». 

Così la riconquista ucraina di Lyman, alle porte del Donbass centro-settentrionale, assume un significato fondamentale proprio per il momento in cui avviene e sembra preannunciare nuove sconfitte da parte russa.

Ore 07:56 - Melnichenko: «Putin era rimasto senza scelta. E non tornerà indietro»

(Paolo Valentino, inviato a Dubai) Quando senti parlare Andrey Melnichenko e pensi al suo patrimonio da 19 miliardi di euro (Forbes, 2021) viene in mente la pipa di Magritte. «Io non sono un oligarca», non si è stancato di ripetere il plurimiliardario russo nelle due ore che ho trascorso con lui nella hall dell’albergo di Dubai, che dallo scorso marzo è diventato la sua casa. [...] 

Vladimir Putin è ancora in pieno controllo della situazione?

«La Russia è un Paese enorme. Putin ha il sostegno della maggioranza della popolazione e del più grande partito politico. Quindi sì, da un lato è in controllo: se prende una decisione questa viene eseguita. Ma dall’altro lato, non c’è vera competizione politica e l’esecutivo non deve rispondere alla società. Questo significa che il metro di valutazione per il successo di un amministratore sono la qualità dell’esecuzione delle istruzioni che vengono dall’alto e la dimostrazione di lealtà incondizionata a ogni iniziativa associata al nome del presidente. Ma l’attuale classe amministrativa non è particolarmente capace e nel tempo sono emersi vari centri che si sono arrogati il diritto di agire in nome del Presidente. Putin è un essere umano e non ha il controllo su questo caos, semplicemente non è possibile. Il risultato è che, durante periodi di instabilità, c’è il pericolo che questo tipo di gestione possa produrre eventi catastrofici». 

Dopo le recenti sconfitte subite dall’esercito russo in Ucraina, Putin ha ordinato una mobilitazione parziale e indetto i referendum per l’annessione di quattro regioni del Donbass. Perché secondo lei lo ha fatto? E questo non influenzerà la sua popolarità, come già mostrano le prime manifestazioni di protesta?

«Il Presidente lo ha fatto perché non aveva scelta. La sola alternativa era riconoscere la propria debolezza e l’impossibilità di raggiungere gli obiettivi dell’Operazione Speciale. Nel sistema attuale equivarrebbe a un suicidio politico. La mobilitazione aggiusterà l’equilibrio delle capacità militari. 

Quanto all’annessione delle nuove regioni, è una cosa molto seria. A mio avviso l’Occidente non ha ancora capito cosa significhi realmente. Una volta acquisita, sarà impossibile da cambiare. Né da Putin né dai suoi successori, per i prossimi 30 o 40 anni. 

In Occidente c’è l’idea che in Russia tutto è deciso da Putin e che tutti i problemi, in primis quelli di sicurezza, saranno risolti non appena ci sarà un cambio di regime. È un’idea ingenua e pericolosa. E ancora più pericolosa è l’idea che l’isolamento e la pressione economica sulla Russia possano rendere il mondo un posto più sicuro». 

Cosa porterà questa crisi?

«Il conflitto russo-ucraino è un piccolo elemento di qualcosa di molto più grande, che sta appena emergendo. Questa crisi ci porterà sicuramente un mondo nuovo».

Ore 08:09 - Atomica «tattica», perché usarla sarebbe comunque una catastrofe

(Sergio Romano) Dopo lo scambio di battute con Vladimir Putin sul ricorso al nucleare nell’ultima crisi, il tema è diventato nuovamente attuale. Per molto tempo era sembrato impossibile che un uomo politico autorevole e responsabile prendesse in considerazione l’uso dell’arma atomica. Quasi tutti sembravano sapere che avrebbe provocato una rappresaglia non meno disastrosa e una sequenza di eventi incontrollabili. Oggi la situazione sembra essere cambiata per almeno due motivi. 

Il primo motivo è lo stesso Putin: troppo ambizioso, egotista e spregiudicato per credere nelle regole dell’alternanza; ed è personalmente convinto che qualsiasi cedimento renderebbe le sue pretese e la sua persona meno credibili. 

Il secondo fattore è la parte del discorso in cui Putin ha parlato di armi nucleari tattiche. Sono armi che non si propongono l’intera distruzione di una città o di un Paese. Vengono costruite per colpire un obiettivo specifico: una diga, un aeroporto, un nodo ferroviario, una particolare zona con importanza strategica o una nave carica di armi e viveri di prima necessità per un corpo combattente. Non vengono usate per infliggere al nemico un colpo definitivo e mortale. Vengono usate per azzopparlo, per intimidirlo, per privarlo di ciò che in quel momento gli è maggiormente necessario. 

Il Paese che decida di farne uso spera soprattutto di costringere la potenza nemica a cercare una intesa o chiedere un armistizio. Ma questa potrebbe anche essere la fase iniziale di un processo destinato a concludersi soltanto quando chi dispone di un’arma nucleare strategica finirà probabilmente per usarla. Una vera distinzione fra armi tattiche e strategiche, quindi, non esiste. Siamo ormai in un mondo in cui qualsiasi guerra, se combattuta fra Paesi che dispongono di cognizione ed esperienze atomiche, potrebbe diventare totalmente nucleare.

Ore 08:40 - Ma la Russia è in grado di combattere una guerra atomica?

La Russia è in grado di lanciare armi atomiche tattiche? Sicuramente sì: e, secondo Ramzan Kadyrov, Putin dovrebbe farlo, al più presto. 

Ma Mosca è in grado di combattere una guerra su un campo di battaglia dove ha lanciato armi nucleari? Qui la risposta si fa più complicata. E, secondo il think tank statunitense Institute for the Study of War (Isw) — uno dei più autorevoli e documentati sul conflitto in corso — sarebbe negativa. 

Al momento, «il caotico agglomerato di soldati a contratto, riservisti mobilitati in fretta e furia, soldati di leva e mercenari, che al momento compone le forze di terra di Mosca», spiega un analista di ISW all’agenzia Reuters, «non sarebbe in grado di combattere in un contesto nucleare». 

In sostanza: le aree distrutte sarebbero «insuperabili» per le truppe russe.

Ore 09:38 - Zaporizhzhia di nuovo bombardata

La città di Zaporizhzhia e alcune aree circostanti sono state colpite nella notte da nuovi bombardamenti russi. Lo ha dichiarato via Telegram il governatore dell'oblast Oleksandr Starukh

Ore 09:57 - Il direttore dell'Aiea Grossi in visita a Kiev e Mosca

L'argentino Raphael Grossi, direttore generale dell'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'energia atomica) , sarà in visita a Kiev e a Mosca la prossima settimana. «La visita fa parte degli sforzi in corso per istituire una zona di sicurezza nucleare intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia il prima possibile», si legge in una nota dell'Agenzia

Ore 11:19 - Il sottomarino russo Belgorod si starebbe muovendo

Il sommergibile a propulsione nucleare russo K-329 Belgorod si starebbe muovendo nei mari artici: e c’è il sospetto che la sua missione sia testare il missile-siluro Poseidon, capace di portare testate nucleari a diecimila km di distanza. 

A riferirlo sarebbe una informativa della Nato, citata da «Repubblica»: l’Alleanza sarebbe in allerta e monitorerebbe ogni possibile lancio di siluri dal sommergibile. 

Come spiegato qui da Guido Olimpio e Paolo Valentino, il Belgorod, lungo 184 metri e largo 15, può navigare in immersione a circa sessanta chilometri orari e con un’autonomia virtualmente illimitata. Si ritiene che possa rimanere 120 giorni senza tornare in superficie. 

Nei giorni scorsi è stato citato nelle analisi sul possibile sabotaggio di Nord Stream, ma non ci sono prove a riguardo. 

Il sospetto della Nato, trasmesso ai comandi alleati, è che il sottomarino stia per sperimentare nell’area del Mare di Kara proprio il Poseidon, un siluro lungo 24 metri capace di portare una testata atomica probabilmente da due megaton, ideato per esplodere nella vicinanza della costa provocando uno «tsunami radioattivo».

Ore 11:35 - L’ambasciatore russo Razov convocato domani alla Farnesina

L’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov è stato convocato domani, lunedì, al Ministero degli Esteri.

Ore 12:06 - Papa: Putin fermi spirale di violenza e morte, Zelensky sia aperto a proposte di pace

(Gian Guido Vecchi) «L’andamento della guerra in Ucraina è diventato talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione. Per questo oggi vorrei dedicarvi l’intera riflessione prima dell’Angelus». Francesco si affaccia alla finestra del Palazzo apostolico e parla a sorpresa prima della preghiera mariana. Un appello nel quale ogni parola esprime l’urgenza di fermarsi, subito, prima che il mondo rischi una catastrofe nucleare.

È la prima volta che il Papa si rivolge direttamente ai leader di Russia e Ucraina: «Il mio appello si rivolge innanzitutto al presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte. D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al presidente dell’Ucraina a essere aperto a serie proposte di pace. A tutti i protagonisti della vita internazionale e ai responsabili politici delle nazioni chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo».

Ore 12:43 - Zelensky: Lyman completamente liberata da forze russe

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha annunciato che Lyman, città strategica nell’Est del Paese e situata in una delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia, è stata «completamente liberata» dalle truppe di Mosca. «Dalle 12:30 (le 11:30 in Italia) Lyman è completamente liberata. Grazie al nostro esercito!», ha detto Zelensky in un video pubblicato sui social.

Ore 14:19 - Kiev: 24 scambi prigionieri con Russia, liberati 808 ucraini

« Fino ad oggi sono stati effettuati 24 scambi di prigionieri e 808 ucraini sono stati liberati dalla prigionia», ha dichiarato il viceministro della Difesa ucraino Hanna Maliar, come riporta Ukrinform. Maliar ha ricordato che all’inizio dell’invasione da parte dei russi, il Consiglio dei Ministri ha deciso di istituire il Comando di coordinamento per il trattamento dei prigionieri di guerra, che opera sulla base della Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa e riunisce più di dieci istituzioni e organizzazioni statali. In questo contesto, ha sottolineato che l’Ucraina rispetta tutte le norme delle Convenzioni di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra.

Ore 14:29 - Danimarca, falla da gasdotto Nord Stream 1 si è fermata

La falla di gas dal gasdotto Nord Stream 1 nel Mar Baltico sembra essersi fermato oggi. Lo afferma l’Agenzia danese per l’energia, informata dalla società Nord Stream Ag, secondo cui sembra essere stata raggiunta una pressione stabile sui due gasdotti Nord Stream 1. «Ciò indica che ora è stato completato anche il soffiaggio del gas delle ultime due perdite» scrive l’Agenzia danese. L’annuncio arriva dopo che l’agenzia ha dichiarato sabato che il gas non perde più dal gasdotto Nord Stream 2. Lo riportano i media danesi.

Ore 15:13 - Macron a Zelensky: Parigi condanna annessioni, lavoriamo a nuove sanzioni

Il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto oggi un colloquio telefonico con l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, nel quale ha ribadito la ferma condanna di Parigi all’annessione illegale da parte della Russia di 4 regioni ucraine. Lo si è appreso da fonti dell’Eliseo. Macron ha «confermato la determinazione della Francia ad aiutare l’Ucraina a ritrovare la piena sovranità ed integrità territoriale e a lavorare con i suoi partner europei in vista di nuove sanzioni», ha continuato la presidenza.

Macron e Zelensky hanno parlato della situazione a Zaporizhzhia, che resta «molto preoccupante» e il presidente francese ha in particolare «condannato l’arresto da parte delle forze russe del direttore della centrale». I due presidenti hanno sottolineato «l’urgenza, a brevissimo termine, di consentire la rotazione del personale ucraino che assicura il funzionamento e la sicurezza degli impianti» ha aggiunto l’Eliseo.

Ore 15:37 - Cingolani: «Razov convocato su sabotaggi Nord stream»

«L’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, è stato convocato alla Farnesina per chiarire la situazione dei sabotaggi del North Stream 1 e 2. Si farà anche un punto sulla guerra, e ben venga ogni tentativo diplomatico e costruttivo per arrivare alla fine del conflitto». Lo ha detto il ministro della Transizione Roberto Cingolani durante la trasmissione Mezz’Ora in più su Raitre.

Ore 16:03 - Kiev: dieci Paesi Nato sostengono nostro ingresso

La presidenza ucraina rende noto che dieci Paesi dell’Alleanza atlantica sono favorevoli all’adesione di Kiev nella Nato. Il Consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha spiegato che a sostenere l’adesione sono «principalmente quei Paesi che ricordano la stretta velenosa dell’impero russo». «Siamo grati a questi Paesi che il senso di leadership e di responsabilità. Oggi si fa la storia», ha aggiunto.

Ore 16:17 - Mosca: «Un modo per ripristinare Nord Stream sarà trovato»

I modi per ripristinare l’operatività dei gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 saranno trovati, ha dichiarato il vice primo ministro russo Alexander Novak alla televisione Rossiya-1. «Incidenti del genere non si sono mai verificati prima. Senza dubbio, ci sono alcuni modi tecnici per ripristinare le infrastrutture, ma questo richiede tempo e i mezzi necessari. Sono sicuro che si troveranno i modi appropriati», ha detto. E ha aggiunto: «Ma a questo punto, noi procediamo con la consapevolezza che la prima cosa da fare è indagare su chi ha fatto questo».

Ore 16:59 - Stoltenberg: conseguenze serie se Putin usa arma nucleare

Ogni attacco deliberato a infrastrutture critiche della Nato avrà una risposta ferma e unita: lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg alla Nbc, «Qualsiasi uso di armi nucleari avrà conseguenze serie per la Russia», definendo la retorica di Putin sul nucleare «pericolosa» e «sconsiderata».

Ore 17:52 - Stoltenberg: «Kiev nella Nato? Serve l’unanimità degli alleati»

«La priorità principale adesso fra gli alleati è quella di sostenere l’Ucraina. Hanno bisogno di più supporto, sostegno continuo», ha aggiunto Stoltenberg parlando con Nbc. «La Nato ha una politica della porta aperta e ogni nazione, compresa naturalmente l’Ucraina, ha il diritto di scegliere il proprio percorso», ma «al tempo stesso qualunque decisione sull’adesione va presa all’unanimità, tutti e 30 gli alleati devono essere d’accordo».

Ore 18:08 - Berlino convoca l’ambasciatore russo dopo le annessioni

L’ambasciatore russo in Germania Sergey Nechayev è stato convocato presso il Ministero degli Esteri tedesco in seguito all’annessione alla Federazione di quattro regioni ucraine. Lo riferisce l’agenzia di stampa tedesca Dpa.

 Ore 18:21 - Austin: progressi delle truppe ucraine nella regione di Kherson

Le forze di Kiev «hanno agito molto, molto bene nella zona di Kharkiv», mentre in quella di Kherson «stanno andando un po’ più lentamente ma stanno facendo progressi»: lo ha detto il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, in una intervista alla Cnn.

Ore 20:42 - Mosca: regioni annesse con i confini del giorno dei trattati

Le quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia entreranno a far parte della Federazione russa entro i confini controllati dalle forze di Mosca nel giorno della firma dei trattati di annessione, venerdì scorso. È quanto affermano i trattati firmati dal presidente Vladimir Putin e sottoposti alla Duma per la ratifica, secondo Ria Novosti. In precedenza, il Cremlino non aveva chiarito quali frontiere avrebbe considerato per Kherson e Zaporizhzhia, mentre per le regioni del Donbass aveva fatto riferimento a quelle del 2014. L’annessione a Mosca non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale.

 Ore 21:08 - A Kiev in arrivo armi da Norvegia, Danimarca e Germania

La Norvegia si unisce alla Danimarca e alla Germania nel comprare armi d’artiglieria da spedire in Ucraina. Il valore totale è di 92 milioni di euro, secondo quanto riportato dal canale norvegese TV2. Il ministro della Difesa norvegese Bjorn Arild Gram ha affermato che c’è «un forte bisogno» di dare supporto alla difesa ucraina contro la Russia e che è necessario acquistare più armi dall’industria bellica. «Ora stiamo unendo le forze per un acquisto unico», ha detto.

Ore 21:43 - Michel ai capi di governo Ue: «Restare uniti»

Al centro del vertice informale dei capi di Stato e di Governo dell’Ue a Praga del 6 e 7 ottobre ci saranno «i tre temi più pressanti, e interconnessi»: «la guerra della Russia in Ucraina, l’energia e la situazione economica». Lo spiega il presidente del Consiglio europeo nella lettera di invito ai 27. Sul tavolo «come proteggere al meglio le infrastrutture strategiche», il caro-energia e come garantire le forniture. «Più che mai — afferma Michel —, la chiave sarà la nostra capacità di restare uniti e coordinare la nostra risposta politica, in uno spirito di solidarietà e in difesa dei nostri interessi comuni».

Ore 21:48 - Petraeus: «Gli Usa potrebbero distruggere le truppe russe se Putin usasse le armi nucleari»

L’ex direttore della Cia David Petraeus ha affermato che gli Stati Uniti e i loro alleati sarebbero in grado di distruggere le truppe e l’equipaggiamento della Russia in Ucraina — oltre a far affondare la flotta russa del Mar Nero — se il presidente russo Vladimir Putin decidesse di usare armi nucleari in Ucraina, come riporta il Guardian. Petreaus ha affermato di non aver parlato con il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan sulla probabile risposta degli Stati Uniti all’escalation nucleare dalla Russia, che secondo i funzionari dell’amministrazione è stata ripetutamente comunicata a Mosca. A Abc News ha detto: «Risponderemmo a un’aggressione nucleare guidando un team Nato che eliminerebbe ogni forza convenzionale russa sul campo di battaglia in Ucraina e anche in Crimea».

Ore 22:33 - Zelensky: «Sono sicuro che riusciremo a entrare nella Nato»

«Nove Paesi della Nato hanno sostenuto le aspirazioni dell’Ucraina di diventare un membro a pieno titolo dell’Alleanza. Ci stiamo muovendo in questa direzione. Sono sicuro che realizzeremo questo nostro progetto». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale alla nazione, citato da Ukrinform.

Ore 22:53 - Fonti ucraine: offensiva di Kiev verso Kherson

Fondi ucraine ha annunciato che le truppe ucraine hanno occupato alcuni villaggi nella regione di Kherson. Secondo tali voci una parte del fronte russo avrebbe ceduto e le armate di Kiev avrebbero cominciato a riconquistare parte dei territori ceduti dopo il 24 febbraio. L’avanzata avviene in particolare lungo il corso del fiume Dnipro. Sui social hanno iniziato a comparire immagini di soldati ucraini che prendono possesso di insediamenti della zona. Si tratta di un’offensiva verso sud, diversa da quella verso oriente che nelle scorse ore ha portato alla caduta del nodo di Lyman.

Ore 23:08 - Anche Zelensky conferma l’avanzata nella regione di Kherson

Anche il presidente ucraino Zelensky ha confermato l’ibnizio dell’offensiva nella regione di Kherson: «Abbiamo già liberato gli abitati di Arkhanhelske e Myrolyubivka . Il presidente ha annunciato gli sviluppi della situazione sul campo in un messaggio radiofonico notturno.

Ore 23:12 - «Truppe di Kiev avanzate di 75 km»

Il sito di monitoraggio militare «Osint defender» ha scritto che le truppe di Kiev sono già avanzate di circa 75 chilometri lungo la sponda del Dnieper, avvicinandosi alla città di Berislav. L’avanzata rischia di intrappolare i soldati di Mosca in una sacca: le uniche vie di fuga sono rappresentate da due ponti poco a est di Kherson che però sarebbero stati danneggiati da bombardamenti.

Ore 00:02 - Petraeus (ex capo Cia): «Se uso nucleare? Elimineremo forze russe»

Gli Stati Uniti, insieme agli alleati della Nato, «eliminerebbero» le forze russe in Ucraina se il presidente russo Vladimir Putin decidesse di usare armi nucleari in Ucraina. Ad affermarlo intervenendo ad Abc è il generale in pensione ed ex capo della Cia, David Petraeus. Per Petraeus le potenze occidentali devono prendere sul serio le minacce alle armi nucleari della Russia. «Solo per darvi un’ipotesi» nel caso «penso che risponderemmo eliminando ogni forza convenzionale russa che possiamo vedere e identificare sul campo di battaglia in Ucraina e anche in Crimea e ogni nave nel Mar Nero», ha spiegato Petraeus. Un attacco nucleare «non potrebbe rimanere senza risposta. Ma non deve essere per forza una risposta maggiore: non è nucleare per il nucleare. Non si vuole, di nuovo, entrare in un’escalation nucleare ma devi dimostrare che questo non può essere accettato in alcun modo».

Ucraina Russia, le notizie sulla guerra del 3 ottobre. Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 3 ottobre 2022.

Le notizie di lunedì 3 ottobre, in diretta. Prosegue con successo la controffensiva delle truppe di Zelensky per riconquistare Kherson

• La guerra in Ucraina è arrivata al 222esimo giorno.

• La città di Lyman nel Donetsk è pienamente controllata da Kiev. Si tratta di una città strategica che fa parte dei territori annessi da Putin alla Russia.

• Il leader ceceno Kadyrov: «Mosca valuti l'uso dell'arma nucleare tattica».

• Stoltenberg (Nato): «Conseguenze serie se Putin usa armi nucleari».

• Ci sono fratture interne al Cremlino? I tre assi dell’intelligence occidentale.

• Paolo Valentino ha intervistato il miliardario russo Melnichenko, industriale russo sotto sanzioni: sulle annessioni spiega che «l’Occidente non ha ancora capito cosa significhi realmente questo passaggio: sarà impossibile da cambiare. Il caos in Russia può portare catastrofi», ed è «ingenuo e pericoloso» pensare che «tutti i problemi, in primis quelli di sicurezza, saranno risolti non appena ci sarà un cambio di regime».

• La Russia chiude il trasporto stradale ai «Paesi ostili».

Ore 22:33 - Zelensky: «Sono sicuro che riusciremo a entrare nella Nato»

«Nove Paesi della Nato hanno sostenuto le aspirazioni dell’Ucraina di diventare un membro a pieno titolo dell’Alleanza. Ci stiamo muovendo in questa direzione. Sono sicuro che realizzeremo questo nostro progetto». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto videomessaggio serale alla nazione, citato da Ukrinform.

Ore 22:53 - Fonti ucraine: offensiva di Kiev verso Kherson

Fondi ucraine ha annunciato che le truppe ucraine hanno occupato alcuni villaggi nella regione di Kherson. Secondo tali voci una parte del fronte russo avrebbe ceduto e le armate di Kiev avrebbero cominciato a riconquistare parte dei territori ceduti dopo il 24 febbraio. L’avanzata avviene in particolare lungo il corso del fiume Dnipro. Sui social hanno iniziato a comparire immagini di soldati ucraini che prendono possesso di insediamenti della zona. Si tratta di un’offensiva verso sud, diversa da quella verso oriente che nelle scorse ore ha portato alla caduta del nodo di Lyman.

Ore 23:08 - Anche Zelensky conferma l’avanzata nella regione di Kherson

Anche il presidente ucraino Zelensky ha confermato l’ibnizio dell’offensiva nella regione di Kherson: «Abbiamo già liberato gli abitati di Arkhanhelske e Myrolyubivka . Il presidente ha annunciato gli sviluppi della situazione sul campo in un messaggio radiofonico notturno.

Ore 23:12 - «Truppe di Kiev avanzate di 75 km»

Il sito di monitoraggio militare «Osint defender» ha scritto che le truppe di Kiev sono già avanzate di circa 75 chilometri lungo la sponda del Dnieper, avvicinandosi alla città di Berislav. L’avanzata rischia di intrappolare i soldati di Mosca in una sacca: le uniche vie di fuga sono rappresentate da due ponti poco a est di Kherson che però sarebbero stati danneggiati da bombardamenti.

Ore 00:02 - Petraeus (ex capo Cia): «Se uso nucleare? Elimineremo forze russe»

Gli Stati Uniti, insieme agli alleati della Nato, «eliminerebbero» le forze russe in Ucraina se il presidente russo Vladimir Putin decidesse di usare armi nucleari in Ucraina. Ad affermarlo intervenendo ad Abc è il generale in pensione ed ex capo della Cia, David Petraeus. Per Petraeus le potenze occidentali devono prendere sul serio le minacce alle armi nucleari della Russia. «Solo per darvi un’ipotesi» nel caso «penso che risponderemmo eliminando ogni forza convenzionale russa che possiamo vedere e identificare sul campo di battaglia in Ucraina e anche in Crimea e ogni nave nel Mar Nero», ha spiegato Petraeus. Un attacco nucleare «non potrebbe rimanere senza risposta. Ma non deve essere per forza una risposta maggiore: non è nucleare per il nucleare. Non si vuole, di nuovo, entrare in un’escalation nucleare ma devi dimostrare che questo non può essere accettato in alcun modo».

Ore 05:40 - Rubio: «Putin potrebbe colpire depositi di armi in Europa»

Il senatore americano Marco Rubio teme che la Russia possa colpire un centro di fornitura di armi in Polonia. In un’intervista alla Cnn, il repubblicano ha detto che se il presidente russo Vladimir Putin fosse convinto di poter perdere la guerra a causa delle forniture di armi occidentali all’Ucraina potrebbe colpire i centri logistici «dove stanno arrivando tali rifornimenti», inclusa la Polonia.

Ore 06:16 - Austin (Pentagono): possibile Putin usi atomica ma nessun segno su decisione

«Per essere chiari, chi decide è uno. Non ci sono controlli su Putin. Come ha preso la decisione irresponsabile di invadere l’Ucraina, potrebbe prenderne un’altra. In questo momento però non vedo nulla che mi faccia credere che abbia già preso una decisione del genere»: lo ha detto il capo del Pentagono, Lloyd Austin, in una intervista alla Cnn commentando le minacce nucleari del presidente russo. Austin ha condannato le «annessioni illegali di territorio ucraino» e ha definito le minacce di Putin di usare «ogni mezzo disponibile» una «dichiarazione irresponsabile. Questo tintinnio della sciabola nucleare non è il tipo di cosa che ci aspetteremmo di sentire dai leader di grandi paesi con capacità atomiche».

Ore 07:15 - La carica dei nazionalisti in Russia per la guerra

Chiamatela pure l’invasione degli ultranazionalisti. Sono ovunque. 

Nei talk show della propaganda più schierata, ospiti graditi al pubblico della Russia profonda. Nei parchi della capitale, dove la domenica mattina qualche loro emulo arringa la folla di mamme con i passeggini. E soprattutto, nella mente di Vladimir Putin, come ha dimostrato il suo ultimo discorso, una dichiarazione di odio definitiva verso l’Occidente collettivo che è al tempo stesso anche un compendio delle tesi di questo gruppo dalla limitata rappresentanza politica ma di enorme peso e influenza non solo nell’opinione pubblica. 

Come ha scritto Andrei Kolesnikov, docente del Carnegie Endowment for International Peace , le parole del presidente russo sono state «un campionario di luoghi comuni cospirazionisti» che trent’anni fa si sarebbero potuti leggere solo nelle pubblicazioni clandestine di questi movimenti nazionalisti-patriottici. 

La tirata sul colonialismo americano e quella sul satanismo dell’Occidente sono prese di peso dai manifesti di partiti come la Russia Conservatrice di Sergei Baburin, di organizzazioni come il Movimento Russo Imperiale di Stanislav Vorobyov, per altro inserito nella lista dei gruppi terroristici degli Usa, e di altre minuscole formazioni.

Ore 07:40 - Cosa sono le bombe nucleari tattiche? Potenza, gittata, effetti e scenari

Vladimir Putin avverte che «non è un bluff». 

La Russia potrebbe usare le armi tattiche nucleari «per proteggere la sicurezza nazionale». 

Il Pentagono e il comando Nato di Bruxelles stanno esaminando le possibili contromisure . Anche se l’opinione prevalente è che il bombardamento atomico dell’Ucraina sia tuttora un’ipotesi poco probabile. 

1. Quali ordigni potrebbe usare Putin? L’Armata russa dispone di circa duemila bombe tattiche nucleari con un raggio di azione limitato, intorno a uno-due chilometri, ma con un impatto devastante. Le armi possono essere montate su missili Iskander,con una gittata fino a 500 chilometri, oppure trasportate dai jet.

Ore 08:00 - Kharkiv, il viaggio in treno per salvare 200 pazienti psichiatrici dai russi: «Erano ridotti pelle e ossa»

«Quando mi hanno chiamato dall’ospedale e mi hanno detto che Irina non ce l’aveva fatta, confesso che è stata dura non piangere». Non è certo la prima volta che Emilie Fourrey, coordinatrice del treno di Msf in Ucraina dedicato all’evacuazione dei feriti si trova di fronte a situazioni drammatiche. Ma l’ultimo viaggio non lo dimenticherà tanto facilmente. 

Duecento pazienti con patologie neurologiche e psichiatriche, compresi Parkinson e Alzheimer, messi in salvo dopo essere stati trasportati – e bombardati – dal confine con la Russia a Strelecha, fino a Kharkiv e poi, finalmente, grazie al treno di Msf, trasportati a Kiev. Tra loro anche Irina, sull’80ina. «Soffriva di Parkinson e aveva contratto tubercolosi e polmonite. Durante il viaggio si è aggravata e ieri mi hanno chiamato per dire che era deceduta nonostante le cure». 

Anziani, spesso ricoverati nei reparti psichiatrici perché rimasti senza nessuno. Una solitudine che la guerra non ha fatto altro che aggravare. Leggi qui il reportage completo della nostra inviata a Kiev Marta Serafini.

Ore 08:01 - La Nato sull’Ucraina: «Se Putin usa armi atomiche, la Russia pagherà»

«Conseguenze serie per la Russia» se Vladimir Putin «ricorrerà in qualsiasi modo alle armi nucleari». 

Il Segretario della Nato, Jens Stoltenberg, in un’intervista trasmessa ieri dalla tv americana «Nbc», fa sapere di aver avvisato direttamente il Cremlino. «Il presidente Putin usa una retorica sul nucleare pericolosa e imprudente. È vero la stiamo sentendo da diverso tempo, ma ciò non toglie che resti estremamente pericolosa. Per questo gli abbiamo comunicato quanto sarebbero gravi le conseguenze per la Russia: cambierebbe la natura del conflitto». 

Stoltenberg, però, non ha chiarito se la guerra «cambierebbe» al punto da indurre l’Alleanza atlantica a intervenire direttamente in Ucraina: «Questo è un conflitto iniziato dal presidente Putin. La Nato non ne fa parte. Quello che facciamo è fornire sostegno all’Ucraina, una nazione indipendente e sovrana in Europa che ha il diritto di difendersi da un’aggressione». 

E ancora: «Una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere mai combattuta, questo è il messaggio che gli alleati della Nato mandano alla Russia». Leggi qui l’articolo completo a firma di Giuseppe Sarcina e Gian Guido Vecchi.

 Ore 08:32 - Kiev, bombe russe su Zaporizhzhia nella notte, vittime

Le forze russe hanno lanciato la notte scorsa un attacco missilistico contro la città di Zaporizhzhia, nell’Ucraina meridionale: alcune infrastrutture sono state distrutte e ci sono vittime. Lo hanno reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare dell’omonima regione, Oleksandr Starukh, e il portavoce del Consiglio comunale della città, Anatolii Kurtieve. Lo riporta la Ukrainska Pravda. «Il nemico ha lanciato un attacco missilistico sul centro dell’Oblast (la città di Zaporizhzhia, ndr). Si stanno raccogliendo informazioni sui danni e sulle vittime», ha scritto Starukh. Da parte sua, Kurtiev ha aggiunto che alcune infrastrutture della città sono state distrutte e ci sono vittime.

Ore 09:27 - Russia, reclutatore sospeso: in migliaia mobilitati per errore

Il capo del reclutamento militare in una regione russa dell’Estremo Oriente è stato sospeso dalle sue funzioni dopo che migliaia di persone sono state erroneamente chiamate a combattere in Ucraina. “Il commissario militare di Khabarovsk krai, Yuri Laiko, è sospeso dalle sue funzioni. Ciò non avrà alcuna influenza sull’obiettivo fissato per noi dal presidente”, ha affermato il governatore Mikhail Degtiariov in un video su Telegram, senza esplicitare il motivo esatto di questa sospensione. “In dieci giorni diverse migliaia di nostri connazionali hanno ricevuto la convocazione e si sono recati ai commissariati di polizia militare. Ne abbiamo mandati a casa circa la metà perché non soddisfacevano i criteri di selezione per arruolarsi nell’esercito”, ha detto il governatore. “La mobilitazione parziale riguarda solo le categorie designate dal ministero della Difesa e dal Presidente. Qualsiasi abuso deve essere punito”, ha aggiunto.

Ore 10:17 - Mosca, pubblicati trattati per ammissione 4 nuove regioni a Russia

Sul portale delle informazioni legali del Cremlino sono stati sono stati pubblicati i trattati sull’annessione delle regioni ucraine di Kherson e Zaporizhzhia e delle autoproclamate Repubbliche di Donetsk e Luhansk. Lo riporta la Tass. I documenti sono stati firmati da Vladimir Putin e dai leader regionali al Cremlino il 30 settembre.

Ore 11:40 - Kadyrov manda tre figli minorenni al fronte

Il Presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov ha annunciato di aver inviato al fronte in Ucraina i suoi tre figli maschi minorenni. Akhmat, 14 anni, Eli, 15, e Adam, 16, «sono pronti a mostrare le loro capacità nel territorio dell’operazione militare speciale», ha scritto. «Non sto scherzando. È arrivato il momento che dimostrino quanto valgono in battaglia. Sostengo la loro ambizione», ha aggiunto dopo l’annuncio, il mese scorso, della mobilitazione parziale da parte del Presidente Putin.

Ore 11:42 - Cremlino, emotiva richiesta di Kadyrov di usare l’atomica

Il Cremlino liquida come «emotiva» la richiesta del leader ceceno Kadyrov di usare armi nucleari a bassa potenza. Lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.

Ore 12:38 - Sequi a Razov: «Ferma condanna referendum farsa e invasione russa»

L’Italia ha espresso alla Russia «la più ferma condanna per i referendum farsa nelle quattro regioni» ucraine. E il messaggio consegnato dal segretario generale della Farnesina Ettore Sequi all’ambasciatore russo a Roma, Sergei Razov. Si tratta di «consultazioni che la Russia ha condotto in maniera illegale in violazione di ogni norma del diritto internazionale». Sequi ha spiegato di aver convocato l’ambasciatore nel quadro di «un’azione coordinata con altri partner Ue» per mandare a Mosca «un segnale comune, fermo è inequivocabile». «Ho ricordato all’ambasciatore come vi siano un aggressore e un aggredito in Ucraina e che Kiev in linea con il diritto internazionale sta esercitando il suo legittimo diritto a difendersi da un’aggressione». E poi: «L’Ucraina ha il diritto di liberare i suoi territori occupati».

Ore 13:28 - Kiev, forze guadagnano terreno in aree liberate

Le Forze Armate ucraine continuano a combattere nella regione di Kherson e guadagnano terreno all’interno delle aree liberate: nel frattempo, alcuni insediamenti situati lungo la linea del fronte vengono colpiti dal fuoco nemico. Lo ha reso noto la responsabile del centro stampa di coordinamento congiunto delle Forze di Difesa del Sud dell’Ucraina, Natalia Humeniuk, secondo quanto riporta Ukrinform. «Continuiamo a condurre battaglie e a prendere piede nelle aree già liberate e in quelle che stanno ancora mantenendo la difesa. Inoltre, continuiamo a lavorare con i residenti locali lungo la linea di contatto, lungo la linea del fronte, negli insediamenti che sono sotto il fuoco nemico. Circa 45 insediamenti sono stati bombardati ieri, e questo significa che l’intensificazione del fuoco potrebbe danneggiare in modo significativo la popolazione locale», ha detto Humeniuk, aggiungendo che sono in fase di organizzazione le operazioni di evacuazione dei civili. Secondo Humeniuk, nelle aree occupate i russi visitano le famiglie in cerca di uomini di età compresa tra i 18 e i 35 anni per arruolarli e rifornire così le loro unità militari.

Ore 14:49 - Repubblica Ceca invita connazionali a lasciare la Russia

Il ministero degli Esteri della Repubblica Ceca ha invitato i connazionali a lasciare il territorio della Russia e ad astenersi dal recarsi nella Federazione russa. Lo ha affermato il dipartimento diplomatico in una dichiarazione pubblicata sul suo sito web.

Ore 15:21 - Svezia, fuga di gas da Nord Stream 2 non si è fermata

La Guardia Costiera svedese ha dichiarato che una perdita dal gasdotto Nord Stream 2 non si è fermata ma è invece cresciuta di dimensioni, secondo le autorità svedesi. Dopo un sorvolo sui punti di fuoriuscita effettuato stamattina la perdita dal Nord Stream 1 non era più visibile e quindi si poteva dire che si era fermata. Tuttavia, «quella più piccola proveniente da Nord Stream 2 è invece leggermente più grande di ieri» e misura circa 30 metri di diametro, ha dichiarato la guardia costiera, come riporta Cnn. L’annuncio della guardia costiera è arrivato dopo che Gazprom ha dichiarato che tutte le perdite erano state fermate.

Ore 15:43 - Ambasciata russa, Razov respinge le dichiarazioni italiane

Nel corso del colloquio di stamattina alla Farnesina, l’ambasciatore russo Sergey Razov «ha respinto categoricamente le dichiarazioni della parte italiana e ha esposto le sue posizioni in merito alle questioni che sono state toccate nello spirito di quanto disposto dal discorso del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin nella Sala di San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino il 30 settembre». Lo fa sapere l’ambasciata russa a Roma in una nota.

Ore 16:56 - Batacchi (Rid): «Ucraini avanzano, non sottovalutare minaccia nucleare russa»

«La controffensiva di Kharkiv è stata per i russi un colpo molto duro, questo ha innescato un effetto non circoscritto a Kharkiv; gli ucraini sono riusciti ad avanzare, hanno preso Lyman, Yampil e altro. A Kherson invece i russi, avendo trasferito rinforzi, avevano stabilizzato la situazione, ma da ieri gli ucraini hanno lanciato attacchi e sono avanzati di 30 km circa dirigendosi verso Sud. A livello strategico i russi hanno la coperta sempre più corta in questo conflitto, gli ucraini sono stati in grado di ripianare le perdite e ripotenziarsi per effetto della mobilitazione generale in Ucraina e del supporto degli aiuti e delle forniture occidentali». Lo afferma all’Adnkronos Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa (Rid), facendo il punto della situazione sul conflitto in Ucraina.

Ore 17:35 - Aiea, rilasciato direttore della centrale di Zaporizhzhia

Il direttore della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, Ihor Murashov, detenuto la scorsa settimana dalle forze russe, è stato rilasciato. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, spiegando che Murashov «è tornato al sicuro dalla sua famiglia».

Ore 17:37 - Estonia invierà materiale per bonifica aree minate

L’Estonia invierà all’Ucraina attrezzature per lo smaltimento di ordigni esplosivi per un valore complessivo superiore ai 330 mila euro. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu. Il materiale verrà impiegato in particolar modo per i lavori di bonifica delle aree minate e la rimozione di ordigni inesplosi.

Ore 18:19 - Quinto decreto armi, domani audizione di Guerini al Copasir

Domani è in programma al Copasir l’audizione del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che potrebbe illustrare - a quanto si apprende - i contenuti del quinto decreto interministeriale per l’invio di materiali d’armamento all’Ucraina. Sulla necessità di proseguire il sostegno alla resistenza militare di Kiev c’è una continuità di posizione tra il Governo Draghi e quello di centrodestra che a breve si insedierà.

L’elenco classificato delle armi contenute nel provvedimento firmato dai ministri di Difesa, Esteri ed Economia, sarà quindi, come negli altri quattro casi precedenti, reso noto nella seduta del Comitato, i cui componenti sono tenuti al segreto sui contenuti delle audizioni.

Ore 18:27 - Domani sera nuova riunione ambasciatori Ue su sanzioni

Va avanti il confronto tra gli ambasciatori dell’Ue sull’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia. Nella riunione che si è tenuta oggi sono stati registrati alcuni progressi. I rappresentanti permanenti sono stati convocati di nuovo per domani sera. L’auspicio della presidenza ceca è di arrivare all’approvazione del pacchetto prima del vertice di Praga.

Ore 18:53 - Zelensky: «Raid russo su ospedale a Kupiansk, ucciso medico»

L’esercito russo ha bombardato una struttura medica a Kupiansk, nella regione orientale ucraina di Kharkiv, uccidendo un medico e ferendo un’infermiera. Lo ha affermato su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Il nemico continua a terrorizzare senza pietà la popolazione civile», ha scritto Zelensky.

Ore 18:56 - Elon Musk suggerisce condizioni pace Ucraina-Russia

Elon Musk suggerisce su Twitter le condizioni per la pace Ucraina-Russia: «rifare le elezioni nelle regioni annesse sotto la supervisione Onu», con la Russia «che lascia se questa è la volontà del popolo»; «la Crimea formalmente parte della Russia, come è stato dal 1738 (fino all’errore di Krusciov)»; «forniture d’acqua assicurate alle Crimea»; «l’Ucraina resta neutrale». Condizioni che a molti osservatori sembrano ragionevoli per aprire un tavolo di negoziati.

Ore 20:14 - Mosca ammette: «Le forze ucraine superano nostra linea difesa a Kherson»

Le forze ucraine hanno superato la linea di difesa russa a Kherson, una delle quattro regioni annesse unilateralmente da Mosca nei giorni scorsi. Lo ha ammesso il portavoce del ministero della Difesa russo, riferendo in una nota che le forze ucraine hanno «superato le nostre difese» grazie a «divisioni di carri armati» vicino alla città di Zolota Balka, facendo registrare la più grande avanzata dell’Ucraina nel sud da quando Mosca ha invaso il paese a febbraio.

Ore 23:47 - Gli Usa invieranno sistemi anti-missile avanzati

Gli Stati Uniti invieranno presto «quattro nuovi sistemi anti-missile avanzati». Lo riferiscono due fonti informate all'Associated Press. I sistemi faranno parte di un nuovo pacchetto da 625 milioni di dollari che sarà annunciato la prossima settimana.

La mossa del sanguinario alleato di Putin. Kadyrov manda tre figli adolescenti sul fronte ucraino, il video del leader ceceno: “Giunto il momento di brillare in battaglia”. Fabio Calcagni su Il Riformista il 3 Ottobre 2022. 

Cresciuti sostanzialmente a ‘pane e guerra’, i tre figli adolescenti del leader ceceno Ramzan Kadyrov saranno inviati in Ucraina per partecipare al conflitto sul fronte russo. Ad annunciarlo è stato lo stesso sanguinario presidente-combattente, pubblicando su Telegram un video in cui i tre ragazzini armati fino ai denti si allenano a sparare.

I tre figli, Adam (14 anni), Eli (15 anni) ed Akhmat (16 anni), “andranno sulla linea del fronte e saranno schierati nella sezione più difficile della linea di contatto”, ha scritto Kadyrov, fido alleato del presidente russo Vladimir Putin, sottolineando che i tre vengono addestrati “praticamente da quando sono piccolissimi”.

Con indosso tute mimetiche, occhiali scuri, prima ripresi su dei carri armati e poi in campo aperto con in mano pistole, lanciarazzi e mitragliatrici, per i tre adolescenti “è giunto il momento di brillare in una vera battaglia, non posso che salutare la loro determinazione. Presto andranno in prima linea e si ritroveranno nelle zone più difficili della linea di contatto”, spiega il padre, che secondo il suo sito web ufficiale avrebbe 14 figli.

 intervista a Tikhon Dzyadko

Kadyrov che in questi giorni è stato al centro delle polemiche. Nel week end il leader ceceno aveva criticato pubblicamente il generale russo Alexandre Lapin, il militare incaricato dal Cremlino e dal ministero della Difesa delle operazioni attorno alla città di Lyman, caduta nelle mani ucraine. Per Kadyrov il generale non avrebbe dato “le comunicazioni” e le “munizioni necessarie” ai soldati impegnati nella difesa della città poi riconquistata delle truppe fedeli a Kiev a al presidente Volodymyr Zelensky.

Ma Kadyrov è stato anche ‘smentito’ dal Cremlino riguardo l’invito ad utilizzare in Ucraina armi nucleari a bassa potenza, dichiarazioni che secondo Mosca sono state fatte sull’onda delle “emozioni”.

“In tempi difficili, le emozioni dovrebbero comunque essere escluse da qualsiasi valutazione della situazione. Preferiamo fare valutazioni misurate e oggettive”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, per spegnere il ‘fuoco’ acceso dall’alleato Kadyrov .

Fabio Calcagni. Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.

Rosalba Castelletti per repubblica.it il 3 ottobre 2022. 

Abbas Galljamov ha scritto i discorsi del presidente russo per anni, quando Vladimir Putin era appena arrivato al Cremlino e durante la sua parentesi da premier. Sull'orazione di venerdì sull'annessione di quattro regioni ucraine è spietato. "Propaganda al 99 per cento", dice al telefono con Repubblica da Tel Aviv dove vive in esilio. Oggi consulente politico indipendente, definisce Putin "inadeguato", "in guerra con la realtà" e "senza strategia". Così "debole" da poter ricorrere all'arma nucleare come extrema ratio col rischio però di provocare un golpe. 

Che cosa pensa delle invettive di Putin contro Usa e Occidente?

"Il 99 per cento di quello che ha detto era solo propaganda. Emozione. Quasi nulla che avesse conseguenze reali. L'unica cosa degna di nota è stata la sua dichiarazione di essere pronto ad andare al tavolo delle trattative, ma allo stesso tempo di non voler discutere del futuro dei territori annessi. Tutto il resto era pura ideologia. E in questa ideologia non c'era nulla di inedito. Quasi tutto quello che ha detto venerdì lo avevamo già sentito prima. La retorica anti-colonialista è stata però molto prepotente. In passato ne aveva usato soltanto frammenti. Stavolta sembrava di ascoltare non tanto il presidente della Russia, ma il leader di un Paese africano del Terzo Mondo del secolo scorso che aveva appena ottenuto l'indipendenza".

Il discorso com'è stato recepito dal pubblico russo?

"Non ha causato che delusione. Sia l'élite che la popolazione hanno capito che Putin non ha più nulla di nuovo da dire. Il che significa anche che le cose continueranno ad andare allo stesso modo. Putin non ha mostrato di avere nessun asso nella manica per invertire la tendenza. E la tendenza è negativa. Gli ucraini stanno vincendo sul campo, l'economia russa sta morendo e il malcontento popolare sta crescendo. Avrebbe dovuto presentare un nuovo approccio. E invece niente".

Putin ha cercato di proiettare un'immagine di forza nel suo momento di massima debolezza. È slegato dalla realtà?

"Proprio così. Putin non è in guerra con l'Ucraina, né con la Nato. È in guerra con la realtà. Dice di voler negoziare e allo stesso tempo di non voler discutere il nodo principale. Puoi mettere condizioni se stai vincendo, ma non ora che gli ucraini avanzano. Hanno conquistato Lyman. È solo questione di tempo prima che rioccupino tutti i territori annessi. Come puoi aspettarti di negoziare e non essere pronto a discutere lo status di questi territori mentre li stai perdendo militarmente? È il comportamento di una persona inadeguata". 

Annettendo nuovi territori e rifiutandosi di negoziare su di essi, Putin non si è lasciato molte vie d'uscita. Quali opzioni gli restano?

"Putin non ha nessuna strategia. Non è lui il leader. Non è lui a guidare, viene guidato. È in balia degli eventi e delle persone. Non ha più il controllo. Ognuno agisce autonomamente perseguendo i propri obiettivi. È quello che succede quando sei debole e stai perdendo. Putin non voleva annettere nuovi territori in questo momento. Due settimane fa il Cremlino aveva detto che la questione dei referendum e dell'annessione era sospesa, che prima bisognava vincere sul piano militare e poi si poteva passare alla fase politica. Dopo pochi giorni le Camere pubbliche delle regioni ucraine separatiste hanno detto di voler entrare immediatamente a far parte della Russia. Questo perché i leader separatisti hanno agito in maniera autonoma.

Dopo il ritiro delle truppe russe da Kharkiv hanno capito di non poter più contare sul Cremlino e di doversi salvare da soli. Hanno forzato la mano e Putin non si è potuto tirare indietro. Non poteva dire di "no" a quello che dice essere il suo stesso popolo che soffre sotto il regime nazista ucraino. Ma in realtà non voleva l'annessione adesso. Aveva bisogno di mani libere per negoziare. Ecco perché, all'indomani dell'annuncio dei referendum, ha rilasciato i prigionieri di Azov. Voleva rendere questa pillola amara un po' più dolce. Mostrare a Kiev un segno di buona volontà. Putin vuole negoziare. Con ieri lo ha detto già tre volte nelle ultime settimane". 

Lei ha sostenuto che la forza è l'unica fonte di legittimazione per Putin. Ha perso entrambe?

"Decisamente. Sta perdendo forza e legittimazione. Gli umori di protesta crescono. I consensi calano. È una tendenza che probabilmente non riuscirà a fermare. L'unica questione è quanto velocemente si svilupperà". 

Il sistema politico su cui Puin si è retto per 20 anni non è più solido?

"Ci sono profonde crepe. I leader separatisti, ad esempio, hanno forzato i referendum di concerto con Andrej Turchak, segretario del Consiglio generale del partito Russia Unita, agendo contro Sergej Kirienko incaricato di controllare i territori annessi. Dipenderà tutto da che cosa succederà sul campo di battaglia. Se continueranno le sconfitte, il sistema diventerà sempre più debole e Putin perderà il controllo del Paese finché il regime non crollerà. Ma se riuscirà a stabilizzare il fronte, o ad avanzare, il regime in una certa misura si consoliderà. Non tornerà mai più a essere forte come era prima del conflitto, ma guadagnerà stabilità. Dipende tutto dall'esercito ucraino".

Putin ha detto di essere pronto a difendere i nuovi territori "con ogni mezzo possibile". Quant'è realistica la minaccia nucleare?

"Finora, ogni volta che si è sentito minacciato politicamente, Putin ha scelto l'escalation. Se perdesse l'offensiva in Ucraina, perderebbe anche il potere. E per lui vorrebbe dire il carcere. Se non gli restasse altra via d'uscita, non è escluso perciò che Putin possa decidere di sferrare un attacco nucleare contro l'Ucraina. Certo, non lo vuole. Si tratterebbe dell'extrema ratio. Ma la domanda è se l'esercito gli obbedirà. Perché, se mai Putin decidesse di sferrare un attacco nucleare, vorrebbe dire che è stato totalmente sconfitto sul piano delle armi convenzionali e che ha perso ogni legittimazione agli occhi degli ufficiali dell'esercito. Che a questo punto potrebbero rifiutarsi di eseguire i suoi comandi. E il rifiuto sarebbe un golpe".

(ANSA il 3 ottobre 2022) - Circa 60.430 soldati russi sono stati uccisi in Ucraina dall'inizio dell'invasione, inclusi 320 nella giornata di ieri, secondo l'esercito di Kiev. Nel suo aggiornamento sulle perdite subite finora da Mosca, l'esercito ucraino indica che si registrano anche 265 caccia, 228 elicotteri e 1.026 droni abbattuti. Lo riporta Ukrinform. Inoltre le forze di Kiev affermano di aver distrutto 2.380 carri armati russi, 1.405 sistemi di artiglieria, 4.991 veicoli blindati per il trasporto delle truppe oltre a 15 navi e 246 missili da crociera.

Sfondate le linee russe vicino a Kherson. Mosca ammette la ritirata. Francesco Battistini, Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini, Paola Caruso, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 4 Ottobre 2022.

Le notizie di martedì 4 ottobre. Zelensky firma un decreto che rende impossibili i negoziati con Mosca. Già mobilitati 200 mila russi per la guerra. Pentagono: «Kiev vicina a conseguire gli obiettivi sul campo» 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 223esimo giorno.

•Gli ucraini avanzano nel Kherson: sono a 70 km dal capoluogo.

• Mosca si ritira: «I ceceni fucilano chi fugge».

• Il leader ceceno Kadyrov manda tre figli minorenni al fronte.

• Stoltenberg (Nato): «Conseguenze serie se Putin usa armi nucleari».

• Ci sono fratture interne al Cremlino? I tre assi dell’intelligence occidentale.

• La Guardia Costiera svedese ha dichiarato che una perdita dal gasdotto Nord Stream 2 non si è fermata ma è cresciuta di dimensioni.

Ore 04:21 - Nvidia, produttore di chip americano, chiude tutte le attività in Russia

Nvidia Corp., il più importante produttore di chip statunitense, sta chiudendo tutte le attività in Russia, dopo che l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca è entrata ormai nel suo ottavo mese. Nvidia aveva già sospeso le sue spedizioni in Russia, ma ha mantenuto una presenza nel Paese «per supportare i dipendenti e le loro famiglie», ha affermato la società in un comunicato rilasciato ieri e citato da Bloomberg in cui si specifica che ora Nvidia sta «cessando tutte le attività» in Russia.

Ore 06:15 - Gli ucraini sfondano le linee russe vicino Kherson

Le truppe ucraine hanno sfondato le posizioni russe sul fiume Dnepr a nord-est di Kherson. L’avanzata è stata segnalata dall’esercito russo e da funzionari insediati dalla Russia nella regione. Il presidente ucraino Zelensky, nel consueto video serale, ha affermato che «ci sono nuovi insediamenti liberati in diverse regioni, ma continuano feroci combattimenti in molte aree», ma non ha fornito dettagli. Sabato le sue forze ucraine hanno riconquistato l’importante città hub di Lyman a est, situata vicino al confine regionale di Luhansk we usata dai russi come centro logistico.

Ore 06:27 - La Duma ratificherà in settimana le nuove annessioni alla Russia

«La procedura legale per formalizzare lo status costituzionale dei nuovi “sudditi” della Federazione Russa richiederà diversi giorni e dovrebbe essere completata questa settimana». Lo ha detto a RIA Novosti il deputato della Duma di Stato della regione della Crimea Konstantin Bakharev. La Duma di Stato lunedì in sessione plenaria ha ratificato all’unanimità i trattati e adottato leggi costituzionali federali sull’ingresso delle regioni DPR, LPR , Kherson e Zaporozhye in Russia e la formazione di nuovi soggetti.

Ore 06:38 - Pentagono: Kiev vicina a conseguire gli obiettivi sul campo

L’Ucraina ha rafforzato significativamente la propria posizione militare in vista dei prossimi mesi invernali, e appare prossima a conseguire i suoi principali obiettivi sul campo. Lo ha dichiarato Celeste Wallander, assistente del segretario della Difesa Usa per gli affari di sicurezza internazionali, commentando gli ultimi successi conseguiti dall’Esercito ucraino contro le forze russe nelle regioni di Kharkiv e Kherson. Wallander ha sottolineato in particolare l’avanzata delle forze ucraine a Kherson lungo la sponda occidentale del fiume Dnepr, che minaccia di troncare le linee logistiche di migliaia di militari russi. Fonti anonime del dipartimento della Difesa Usa avvertono però che dalle informazioni d’intelligence a disposizione degli Stati Uniti non emerge ancora un significativo rafforzamento delle linee russe in nessuno dei principali fronti del conflitto: un’assenza che lascia aperto l’interrogativo sui piani militari di Mosca, dopo le pesanti sconfitte subite nelle ultime settimane.

Ore 08:11 - Il capo della Cia: difficile dire se Putin bleffa su armi nucleari

«È difficile dire» se Putin «stia bluffando» quando minaccia il ricorso alle armi nucleari nella guerra in Ucraina. Lo ha ammesso il direttore della Cia, William Burns, in un’intervista alla Cbs. Aggiungendo: «Dobbiamo prendere molto sul serio questo tipo di minaccia, visto tutto ciò che è in gioco. La retorica che lui e altri leader russi hanno usato è sconsiderata e profondamente irresponsabile. Oggi non vediamo alcuna prova concreta nella comunità di intelligence degli Stati Uniti che si stia avvicinando all’uso effettivo».

Ore 08:40 - Elon Musk e il piano di pace: «Crimea alla Russia»

(Massimo Gaggi) Elon Musk era un eroe per gli ucraini: sette mesi fa, nei primi giorni dell’invasione, vanificò il tentativo dei russi di distruggere i sistemi di comunicazione per isolare Kiev e il resto del Paese, sostituendole con la rete dei suoi satelliti Starlink. Da ieri l’eroe è diventato un traditore, un nemico: nel giorno in cui il parlamento russo ha ratificato l’illegale annessione di quattro province ucraine dopo un referendum-farsa, il fondatore di Tesla ha postato su Twitter un suo personalissimo piano di pace che prevede, tra l’altro, la definitiva appartenenza della Crimea alla Russia (la sua cessione all’Ucraina viene definita un errore commesso da Kruschev nell’era sovietica), mentre per il Donbas il referendum andrà ripetuto sotto il controllo dell’Onu: se i filorussi verranno sconfitti nelle urne, Mosca dovrà ritirarsi. L’Ucraina dovrà, comunque, divenire un Paese neutrale rinunciando all’adesione alla Nato, appena chiesta dal presidente Zelensky.

 Ore 08:50 - Nordcorea riconosce l’annessione dei territori ucraini alla Russia

Mentre il mondo condanna i referendum farsa di Putin e le annessioni di quattro regioni ucraine alla Russia, la Corea del Nord va controcorrente: ha riconosciuto la validità dei referendum organizzati in Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia, e di conseguenza anche l’annessione di queste regioni alla Federazione russa. Lo riferisce l’agenzia di stampa Tass, citando il ministero degli Esteri nordcoreano. «Rispettiamo la volontà dei residenti che desideravano ricongiungersi con la Russia e sosteniamo la posizione del governo russo sul rendere queste regioni parte del suo Paese», ha spiegato il ministero di Pyongyang.

Ore 09:06 - Ambasciatore Zazo: «Al momento le forze di Kiev stanno prevalendo»

Le forze ucraine stanno prevalendo su quelle russe in questo momento. Lo ha detto l’ambasciatore italiano a Kiev, Pier Francesco Zazo, a 24 mattino su Radio24. «Pochi giorni fa si è completata la liberazione della regione di Kherson ed è proseguita l’avanzata del Donbass con la liberazione dello snodo strategico di Lyman. La notizia delle ultime ore è l’avanzata sul fronte meridionale, sul fronte di Kherson, dove la resistenza russa è più dura. I russi non possono perdere Kherson», ha detto Zazo.

Ore 09:16 - I filorussi ammettono l’avanzata di Kiev nel Kherson

Le autorità filorusse ammettono l’’avanzata delle forze ucraine nel sud, nella regione di Kherson, ma anche nel Donbass e nel Lugansk, secondo quanto scrive la Bbc. Il leader filorusso dell’oblast di Kherson, regione annessa alla Russia, Vladimir Saldo, avrebbe ammesso che l’esercito di Kiev ha sfondato vicino a Dudchany, una cittadina sul fiume Dnipro (Dniepr per i russi), a una trentina di chilometri a est della precedente linea del fronte. Secondo il leader dell’oblast, due battaglioni ucraini stanno cercando di raggiungere la centrale idroelettrica di Kakhovka, nella cittadina portuale di Nova Kakhovka, 70 km a est della città capoluogo di Kherson.

Un portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha ammesso che carri armati ucraini in numero preponderante sono «penetrati» a sud del villaggio di Zolota Balka, che segnava la linea del fronte sul Dnipro, aggiungendo che nei combattimenti sono stati uccisi 130 soldati ucraini. A est invece, nel Donbass, dopo aver ripreso nel Donetsk la città strategica di Lyman e i suoi dintorni, le forze di Kiev sono entrate per diversi chilometri nella regione di Lugansk. Per i filorussi si ritiene che si stiano muovendo in direzione di Kremenna e di Svatove.

Ore 09:47 - 007 Gb: «La Russia ha problemi anche con l’addestramento delle reclute»

L’intelligence britannica, nel suo bollettino quotidiano, afferma che la Russia ha problemi significativi nell’accogliere, addestrare ed equipaggiare il personale arruolato e mobilitato. Secondo il Ministero della Difesa britannico, citato da Ukrainska pravda, il ciclo di mobilitazione dei coscritti inizierà il 1 novembre 2022, un mese dopo il solito. L’inizio in ritardo è indicativo, per l’intelligence Gb, della crescente pressione sulla capacità della Russia di addestrare ed equipaggiare un gran numero di nuovi coscritti. «I problemi con la formazione, l’equipaggiamento e il dispiegamento del personale mobilitato e richiamato sono significativi. Le carenze nei sistemi amministrativi e logistici russi continueranno a minare questi sforzi», afferma la Gran Bretagna.

Ore 09:50 - Anche il Senato russo ratifica l'annessione delle regioni ucraine

Dopo la Duma, anche il Senato russo ha approvato all'unanimità l'annessione delle quatto regioni occupate ucraine alla Federazione russa. Lo ha riferito la Tass.

Ore 10:09 - Kiev: siamo quasi vicino al confine nord-occidentale del Lugansk

Le forze armate ucraine si sono quasi avvicinate al confine nord-occidentale della regione di Lugansk. Lo afferma Sergei Gaidai , capo dell'amministrazione militare regionale di Luhansk, come riporta Ukrainska Pravda.

Ore 10:41 - Media, Putin sposta al fronte treno della divisione nucleare

In Russia, è stato avvistato in movimento verso il fronte ucraino un enorme treno merci che è associato alla divisione armata nucleare segreta del Ministero della Difesa russo. Lo riporta la stampa britannica ma la notizia è apparsa già nel weekend su Telegram, sul canale filorusso Rybar. Il treno è collegato alla dodicesima direzione del ministero della Difesa, specializzata nello stoccaggio, la manutenzione e la fornitura di armi nucleari. Secondo la stampa britannica, il treno si è mosso attraverso la Russia in direzione della linea del fronte ucraino e potrebbe indicare che Putin sta preparando un test nucleare per mandare «un segnale all'Occidente».

Ore 10:53 - Lavrov: «Non ci interessa se l'Occidente non riconosce le nuove regioni»

Mosca non si preoccupa se i Paesi occidentali riconoscono o meno le quattro nuove regioni russe: lo ha dichiarato martedì il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ai giornalisti, secondo quanto riporta Tass. Aggiungendo: «Naturalmente, il mondo intero deve affrontare questa nuova realtà, era inevitabile».

Ore 10:55 - Putin cambia due generali per coprire fallimenti a Kharkiv

Secondo l'American Institute for the Study of War (ISW), Putin sta cercando di coprire la colpa per i recenti fallimenti dell'esercito russo nella regione di Kharkiv facendo veloci cambi di generali nell'area. Nel distretto militare occidentale, il tenente generale Roman Berdnikov ha sostituito Oleksandr Zhuravlev a capo del distretto. È il secondo comandante delle forze russe occidentali sostituito in due settimane.

Ore 11:22 - Zelensky firma un decreto: nessun negoziato con Putin

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto sull'attuazione della decisione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell'Ucraina sull'impossibilità di tenere colloqui Putin. «Tenendo conto dei risultati della riunione presso la sede del comandante in capo e dopo aver ascoltato i membri del Consiglio di sicurezza e di difesa nazionale dell'Ucraina, il Consiglio di sicurezza e di difesa nazionale dell'Ucraina ha deciso che non è possibile avviare negoziati con il presidente russo Vladimir Putin», si legge nel decreto pubblicato sul sito web di Zelensky.

Ore 11:28 - Kiev distribuisce pillole di iodio nella capitale

Il Consiglio comunale di Kiev riferisce che sta fornendo ai centri di evacuazione pillole a base di ioduro di potassio in preparazione per un possibile attacco nucleare alla capitale. Le pillole di iodio possono aiutare a bloccare l'assorbimento delle radiazioni nocive da parte della tiroide se assunte appena prima o immediatamente dopo l'esposizione alle radiazioni. Le pillole verranno distribuite ai residenti nelle aree contaminate da eventuali radiazioni nucleari, ha fatto sapere il Consiglio comunale in una nota.

Ore 11:30 - Commissario Ue contro Musk per proposta su Crimea russa

Il commissario Ue all'Ambiente, Virginijus Sinkevicius, ha contestato la proposta di Elon Musk per il piano di pace per l'Ucraina (lasciando la Crimea alla Russia). Il lituano, che è sposato a un'ucraina, ha avvertito che Kiev non può rinunciare alla penisola annessa dai russi nel 2014. «Signor Elon Musk, questa non è scienza dei missili: la Russia ha invaso l'Ucraina. Non c'è un'Ucraina senza Crimea così come non c'è una Tesla senza batterie».

Ore 11:36 - Times: Putin si prepara a test nucleare al confine ucraino

Putin starebbe preparando le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell'Ucraina. È quanto si legge sul britannico Times che cita un'informativa inviata dalla Nato a tutti i Paesi alleati. Si tratta di un rapporto dell'intelligence in cui si avverte di possibili azioni di Mosca fra cui quella di testare il drone sottomarino Poseidon equipaggiato con una testata atomica. Secondo altre fonti, un treno militare russo della divisione nucleare sarebbe partito in direzione dell'Ucraina: l'unità è responsabile delle munizioni nucleari, del loro stoccaggio e della manutenzione stando all'analista Konrad Muzyka.

Ore 11:50 - Deputato alla tv russa: «Dobbiamo fermarci e riorganizzarci»

«Siamo obbligati a fermarci e a riorganizzarci per creare nuove attrezzature e per addestrare le nuove reclute. E questo richiederà del tempo». Lo ha detto Dmitry Sablin, vicepresidente del Comitato di difesa, parlando al primo canale della tv russa in merito alla guerra in Ucraina. Aggiungendo: «Sono convinto che anche nel territorio dell'Ucraina le persone saranno dalla nostra parte».

Ore 12:12 - Shoigu: più di 200 mila persone sono state mobilitate

Più di 200 mila persone sono entrate nelle forze armate nell'ambito della mobilitazione decisa dal presidente Putin. Lo ha affermato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Lo riporta Ria Novosti. Secondo Shoigu, «i funzionari competenti sono stati incaricati di fornire ai mobilitati i necessari vestiti e di nominarli in posizioni militari». «L'addestramento del personale delle unità formate viene effettuato in 80 campi di addestramento e in sei centri di addestramento», ha aggiunto Shoigu.

Ore 12:18 - Mosca: pace impossibile senza soddisfare nostre richieste

«Raggiungere la pace in Ucraina è impossibile senza soddisfare le richieste della Russia». Lo dice il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov citato dalla Tass.

Ore 12:25 - Kiev: già 2 mila richieste di resa da militari russi

La direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino afferma che nelle ultime settimane 2 mila militari russi hanno chiesto di arrendersi: ha affermato in tv il rappresentante dell'intelligence militare Andrey Yusov, come riporta Ukrainska Pravda. Yusov ha dichiarato che è stata osservata «un'ondata di appelli a poter arrendersi» dopo l'offensiva delle forze armate ucraine nella regione di Kharkiv e dopo l'annuncio della mobilitazione parziale nella Federazione Russa. «A chiedere di arrendersi non sono solo i soldati che si trovano sul territorio dell'Ucraina da occupanti, ma anche quelli che sono appena stati mobilitati e si trovano ancora sul territorio della Federazione Russa. Le richieste arrivano anche dai loro parenti, o da persone che temono di poter essere mobilitate. In poche settimane abbiamo già ricevuto più di 2 mila richieste di resa», ha detto Yusov.

Ore 12:48 - Peskov: non partecipiamo a retorica nucleare occidentale

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che la Russia non vuole «prendere parte» alla «retorica nucleare» dei «media e dei politici occidentali». «Nei media occidentali, i politici occidentali, i capi di Stato ora hanno molti esercizi di retorica nucleare. Non vogliamo prendere parte a questo», ha detto Peskov, citato dalla Tass, commentando l'articolo del Times (vedi notizia delle 11:36).

Ore 13:43 - Meloni: situazione in Ucraina molto complessa, serve prudenza

«Sicuramente è una situazione molto complessa, per questo serve molta prudenza». Lo ha detto, entrando a Montecitorio, il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, in merito a quanto riportato dal quotidiano britannico «The Times», secondo cui il presidente russo, Vladimir Putin, sarebbe pronto ad un test nucleare ai confini dell'Ucraina.

Ore 13:45 - Kiev: i russi bombardano villaggi lungo il fronte a Kherson

L'esercito russo ha bombardato i villaggi lungo la linea del fronte nella regione meridionale di Kherson, secondo la polizia ci sono vittime tra i civili. Lo riporta Ukrinform. «Il nemico ha usato l'artiglieria pesante per bombardare Khreshchenivka, Osokorivka e Novovorontsovka. Sono stati danneggiati edifici residenziali e linee elettriche», ha detto la polizia.

Ore 13:59 - Russia: espulso il direttore della centrale di Zaporizhzhia

Igor Murashov, direttore generale della centrale nucleare di Zaporizhzhia arrestato e poi rilasciato nei giorni scorsi dalle truppe russe, è stato espulso dopo aver confessato di avere legami con i servizi segreti ucraini (Sbu). Lo riporta il canale televisivo «Russia 24».

 Ore 14:45 - Putin e il test nucleare: che cosa potrebbe fare? Tre scenari

(Greta Privitera) Nella homepage del The Times, tra le notizie della premier Liz Truss e la foto di un pinguino gigante, c’è un titolo che fa venire i brividi. Ancora nessuna conferma, ma si legge: «Putin ordina un’esercitazione nucleare ai confini con l’Ucraina». Sul quotidiano di Londra scrivono che il presidente russo sarebbe pronto a dimostrare la sua volontà di usare armi di distruzione di massa con un test nucleare. «Il Cremlino starebbe manifestando la possibilità di una significativa escalation mentre il suo esercito perde terreno sul campo di battaglia», dicono. Altre fonti raccontano di un treno militare russo della divisione nucleare che sarebbe partito in direzione Ucraina. Può essere che si tratti di notizie non del tutto vere. Che Putin stia bluffando. Può essere che dopo il discorso pronunciato durante la cerimonia di annessione dei territori occupati in cui ha detto che avrebbe utilizzato «tutti i mezzi disponibili per mantenere la Russia al sicuro», e le continue controffensive ucraine, lo zar stia solo provando ad alzare i toni per spaventare i nemici. Ma qualche domanda viene da porsela. (...) In un articolo del Financial Times, gli esperti spiegano i tre possibili modi in cui la Russia potrebbe usare queste armi: per dimostrazione, per attaccare un obiettivo militare ucraino o a un’infrastruttura chiave, o (ipotesi peggiore) per raggiungere un territorio Nato.

Ore 15:15 - Il Giappone espelle il console russo a Sapporo

Il Giappone ha dato sei giorni di tempo al console russo nella città settentrionale di Sapporo per lasciare il Paese, in risposta all'espulsione da parte di Mosca di un diplomatico giapponese con l'accusa di spionaggio.

 Ore 15:23 - Russia, 4 anni e mezzo a americano per violenza su agente

Un cittadino americano, Robert Gilman, è stato condannato in Russia a quattro anni e sei mesi di colonia penale per violenza contro un agente delle forze dell'ordine. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti, precisando che Gilman, in stato di ubriachezza, aveva «creato scompiglio» a bordo di un treno e poi aveva colpito più volte un poliziotto che era intervenuto.

Ore 15:34 - Mosca multa Miss Crimea: ha intonato canzone ucraina

Miss Crimea 2022, Olga Valeyeva, dovrà pagare 40 mila rubli (681 dollari) per aver cantato la canzone patriottica ucraina Chervona Kalyna in un video pubblicato su Instagram. Un'amica di Valeyeva apparsa nel video è stata condannata da un tribunale russo a 10 giorni di carcere. Secondo il quotidiano russo Life, a Miss Crimea è stata inflitta una condanna più leggera perché ha figli piccoli. Entrambe le donne sono state accusate di «screditare» l'esercito russo e diffondere propaganda per un'organizzazione estremista. Un video pubblicato ieri dal ministero dell'Interno della Crimea mostra le donne che si scusano per aver cantato la canzone. Lo riporta il media indipendente Meduza. La canzone Chervona Kalyna è stata a lungo un simbolo dell'indipendenza ucraina. Da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, diversi artisti, tra cui i Pink Floyd, hanno pubblicato registrazioni della canzone. I media statali russi hanno scritto che la canzone è «considerata un inno delle formazioni nazionaliste ucraine, compresi i gruppi banditi in Russia».

Ore 15:55 - Kiev, bandiera ucraina sventola in villaggio del Kherson

La bandiera ucraina è stata issata dalle forze di Kiev nel villaggio di Davydiv Brid, nella regione di Kherson. Lo ha riferito su Facebook il deputato Roman Lozynskyi, che presta servizio nelle forze di difesa di Kiev. Davydiv Brid è stata «violentata dall'occupazione russa. Diventerà una delle perle dei nostri viaggi attraverso il sud dell'Ucraina dopo la vittoria. Incontriamoci sul fiume Inhulec!», ha scritto. L'avanzata della controffensiva ucraina nel sud sta proseguendo con la riconquista di diverse località.

Ore 16:15 - L’avanzata ucraina lungo due direttrici

La situazione nella regione di Kherson si sta facendo di ora in ora più complicata per i russi. Le truppe ucxraina avanzano lungo due direttrici, una lungo il fiume Dnipro, l’altra da nord. Entrambe convergono verso i centri di Beryslav e Nova Khakova. Le truppe russe a questo punto rischiano di ritrovarsi chiuse in una sacca a meno di riuscire ad attraversare il fiume verso est. Operazione difficile poiché tutti i ponti risultano molto danneggiati. Secondo Military Lab gli ucraini hanno conquistato nel giuro di poche ore 970 chilometri quadrati di territorio.

Ore 16:29 - Mosca vuole sospendere il gas alla Moldavia

Mosca minaccia di interrompere le forniture di gas alla Moldavia a partire dal 20 ottobre. Lo ha reso noto l’agenzia Tass citando fonti di Gazprom. Mosca lamenta difficoltà nel pagamento delle forniture e si riserva il diritto di cancellare il contratto con la Moldavia.

Ore 16:37 - Missili Himars su ponte di Kherson

Il ponte Antonovsky nella città di Kherson è stato colpito da razzi Himars sparati dall’artiglieria ucraina. Lo ha annunciato l’agenzia russa Novosti. Alti missili hanno centrato alcune installazioni per la difesa aerea. Il ponte Antonovsky è attualmente l’unica via per fare arrivare rifornimenti alla città di Kherson.

Ore 16:56 - Prezzo del gas scende a 160 euro. Ai minimi da luglio

Il prezzo del gas cala ancora e si muove sotto la soglia dei 160 euro a megawattora al Ttf, sui minimi da luglio scorso. il contratto future con scadenza a novembre cala del 6,06% a 159,61 euro. Il livello delle riserve di gas nei depositi sotterranei europei è vicino all’87% e gli impianti in Germania sono pieni per oltre il 91%. Il gas proveniente dalla Russia rappresenta ora solo il 9% circa del totale, rispetto al 40% si prima della guerra in Ucraina e la Norvegia è diventata il principale fornitore dell’Ue.

Ore 18:00 - Anche i russi ammettono la ritirata

Il ministero della Difesa russo ha mostrato, durante il suo briefing quotidiano, una mappa militare da cui emerge l’importante ritirata delle forze di Mosca da alcuni territori settentrionali della regione di Kherson, nel sud dell’Ucraina. La mappa mostra che le truppe russe hanno lasciato un gran numero di località tra cui Dudchany, sulla riva ovest del fiume Dnepr, dove l’esercito ucraino è impegnato nella controffensiva. Secondo alcuni osservatori le forze ucraine sono penetrate nelle difese russe per almeno 30 chilometri.

Ore 18:05 - Biden telefona a Zelensky

Il presidente americano Joe Biden ha chiamato il leader ucraino Voldynmyr Zelensky. Lo riferiscono fonti della Casa Bianca all’agenzia France Presse. La telefonata è iniziata alle 11.35 ora locale (le 17.35 in Italia) ed è ancora in corso.

Ore 18:27 - 700.000 russi sono fuggiti dal Paese

Secondo Forbes, che cita fonti dell’amministrazione russa, dopo la mobilitazione 700 mila persone hanno lasciato la Russia, di cui 200 mila sono andate in Kazakhstan. È impossibile, precisa Forbes, sapere quanti sono usciti per motivi non legati alla mobilitazione.

Ore 18:59 - Zelensky a Meloni: «Grazie per invio armi»

Durante il colloquio telefonico tra il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, quest’ultimo - spiegano fonti di Fdi - ha espresso il suo ringraziamento per il sostegno dell’Italia anche in merito al nuovo decreto sull’invio delle armi appena esaminato dal Copasir e ha formulato l’auspicio che Meloni possa recarsi quanto prima a Kiev.

Ore 01:49 - Scoperta una camera di tortura a Pisky-Radkivski

 La polizia ucraina ha affermato di aver scoperto una «camera di tortura» nella città di Pisky-Radkivski, precedentemente occupata dai russi, nella regione orientale di Kharkiv. Tra gli oggetti trovati, secondo la polizia, c’era un contenitore pieno di denti d’oro estratti. «Dopo la liberazione del villaggio di Pisky-Radkivski, i residenti locali hanno riferito alla polizia che nel seminterrato di una delle case erano tenuti prigionieri residenti locali, soldati dell’antiterrorismo e prigionieri di guerra delle forze armate ucraine», ha dichiarato Serhiy Bolvinov, capo investigatore della polizia nazionale nella regione di Kharkiv. Bolvinov ha aggiunto che i residenti locali hanno sentito urla costanti provenire dall’edificio.

Ore 02:52 - Armata russa in ritirata, Putin minaccia un test atomico

(Marta Serafini, inviata a Kharkiv) Un test nucleare ai confini dell’Ucraina? Un’arma nucleare nel Mar Nero? Un test per il siluro nucleare Poseidon? Interrogativi che già da soli riescono a scatenare il terrore. È il Times a metterli nero su bianco nello stesso giorno in cui diventa realtà lo sfondamento delle forze ucraine sulla regione di Kherson, porta della Crimea e tra le zone annesse dal referendum di Mosca: il presidente russo Vladimir Putin intende dimostrare la sua determinazione ad usare armi di distruzione di massa effettuando un test nucleare al confine con l’Ucraina. E — aggiunge ancora il quotidiano di Londra — il rischio sarebbe già stato segnalato dalla Nato ai suoi Paesi membri in un report di intelligence militare.

Ore 03:07 - Missili russi su Kharkiv nella notte

Le forze russe hanno lanciato questa notte un attacco missilistico contro la città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, colpendo alcune infrastrutture e obiettivi industriali nei quartieri di Kholodnohirskyi e Novobavarskyi: lo ha reso noto il sindaco, Ihor Terekhov, secondo quanto riporta il Kiev Independent. Non ci sono per il momento informazioni su eventuali feriti o vittime.

Ore 03:08 - Attacco russo nella regione di Kiev con droni kamikaze, un ferito

Le forze russe hanno attaccato questa notte la regione di Kiev con droni kamikaze che hanno colpito la città di Bila Tserkva, a 85 chilometri a sud della capitale: lo ha reso noto il governatore della regione, Oleksiy Kuleba, secondo quanto riporta il Kiev Independent. Secondo il governatore, una persona è rimasta ferita e un’infrastruttura ha preso fuoco in seguito all’attacco. Sono in corso le operazioni di soccorso, mentre Kuleba ha esortato i residenti a rimanere nei rifugi.

Ore 03:11 - «L’avanzata ucraina non si può fermare, i russi sono come pugili intontiti»

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Sloviansk) Si avvicina a grandi passi il collasso dell’esercito convenzionale russo in Ucraina. E ciò spiega, almeno in parte, le motivazioni che spingono Vladimir Putin ad agitare lo spauracchio dell’arma nucleare a pochi giorni dalla sua dichiarazione di «annessione» delle zone occupate dopo il 24 febbraio e adesso seriamente minacciate dalla massiccia controffensiva ucraina. Circa 30.000 soldati russi rischiano di rimanere circondati nell’enclave di Kherson. Le loro unità si stanno ritirando precipitosamente dai settori settentrionali della regione che occupavano da metà marzo, quando ancora si illudevano di poter raggiungere Odessa lungo il Mar Nero e quindi marciare vittoriose su Kiev per unirsi ai corpi di spedizione in discesa dal nord, eliminare con la forza il governo Zelensky e infine riportare l’Ucraina nella condizione di Stato vassallo di Mosca. I corpi scelti ucraini continuano ad avanzare lungo il Dnipro. Sono ormai a oltre 40 chilometri dalle linee di partenza, hanno già superato il villaggio di Dudchany; ieri sera hanno percorso altri 5 chilometri per dribblare un ponte fatto saltare dai nemici in fuga e potrebbero presto chiudere la sacca di Kherson verso l’estuario del Dnipro sino al Mar Nero. Le avanzate potrebbero nelle prossime ore garantire ai lanciamissili Himars di colpire la grande base aerea di Chaplynka, che dai primi di aprile permetteva ai caccia russi si coprire l’intero fronte meridionale, privando il nemico dell’indispensabile controllo dell’aria. A quel punto possono mirare alla Crimea via terra.

Ore 03:12 - Ecco perché gli Usa bocciarono le bombe nucleari tattiche 

(Federico Rampini) Vladimir Putin potrebbe usare armi nucleari tattiche sul fronte ucraino? Quali sono i pro e i contro, secondo le analisi degli esperti americani? Fu proprio il Pentagono il primo a «credere» all’utilità delle armi nucleari tattiche in un conflitto: piccole, con una frazione di potenza rispetto alla bomba atomica di Hiroshima, quindi davvero minuscole rispetto agli ordigni nucleari di nuova generazione che possono distruggere intere città. Però pur sempre capaci di emanare radiazioni, con impatto micidiale sulla salute, a breve e a lungo termine. Tattiche , perché utilizzabili sul campo di battaglia contro le truppe nemiche. Gli americani le concepirono prevalentemente nell’ottica di un conflitto europeo, in cui la superiorità dell’Unione sovietica negli armamenti convenzionali avrebbe consentito all’Armata Rossa di dilagare in Europa, e gli Usa avrebbero dovuto battere in ritirata.

Ore 03:21 - L’escalation nucleare e i tre possibili scenari

(Greta Privitera) Nella homepage del The Times , tra le notizie della premier Liz Truss e la foto di un pinguino gigante, c’è un titolo che fa venire i brividi. Ancora nessuna conferma, ma si legge: «Putin ordina un’esercitazione nucleare ai confini con l’Ucraina».

Sul quotidiano di Londra scrivono che il presidente russo sarebbe «pronto a dimostrare la sua volontà di usare armi di distruzione di massa con un test nucleare». «Il Cremlino starebbe manifestando la possibilità di una significativa escalation mentre il suo esercito perde terreno sul campo di battaglia», dicono.

Altre fonti raccontano di un treno militare russo della divisione nucleare che sarebbe partito in direzione Ucraina .

Non ci sono, al momento, conferme definitive; e può darsi che Putin stia bluffando. Che cioè — dopo il discorso pronunciato durante la cerimonia di annessione dei territori occupati in cui ha detto che avrebbe utilizzato «tutti i mezzi disponibili per mantenere la Russia al sicuro», e le continue controffensive ucraine — lo zar stia solo provando ad alzare i toni per spaventare i nemici. Ma quali sono gli scenari possibili?

Ore 03:24 - IL PUNTO MILITARE - Il dilemma Usa: come sostenere ora Kiev

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La cavalcata ucraina pone dei dilemmi a Washington. Come sostenere la fase favorevole e, al tempo stesso, evitare di accentuare il contrasto con Mosca tra scenari apocalittici, minacce vere e bluff. Kiev — racconta la Cnn — insiste per avere le munizioni Atacms che le permetterebbero di colpire bersagli a 300 chilometri di distanza, un allungamento sensibile rispetto agli 80 attuali (massimo raggio per i razzi in dotazione agli Himars). Per convincere il Pentagono gli ucraini hanno formulato una proposta: siamo pronti a condividere con voi le liste dei bersagli, questo per dare rassicurazioni sul fatto che le armi non verrebbero usate contro il territorio russo. La Casa Bianca finora ha posto il veto proprio perché teme di scatenare reazioni belliche massicce da parte del Cremlino. La resistenza rilancia l’appello affermando che con gli Atacms può incidere in modo più profondo sulle retrovie nemiche e cita anche le installazioni dalle quali partono i droni-kamikaze forniti dall’Iran, mezzo apparso sempre con maggiore frequenza. In realtà quest’ultimo dettaglio somiglia più ad un pretesto che ad una necessità. Al momento la posizione statunitense non sembra mutata e dunque il presidente ucraino Zelensky — salvo sorprese legate a sviluppi sul terreno — non avrà le munizioni speciali. Invece riceverà altri quattro lanciatori Himars e 200 blindati Mrap, 16 cannoni da 155 mm (con 85 mila proiettili, di cui 500 di precisine), altrettanti pezzi da 105 mm, migliaia di granate per mortaio e 200 mila cartucce. Non è una compensazione, bensì un mantenimento dell’arsenale mentre la resistenza avanza e consuma. Evidente le necessità di riempire le scorte.

Ucraina, la guerra dei russi: i più poveri reclutati per primi, il viaggio con i ravioli in bus...Il 21 settembre Putin annuncia la mobilitazione parziale. In Buriazia le cartoline sono recapitate già dalla mattina del 22. Le prime reclute arrivano nella capitale Ulan-Ude dopo un viaggio in bus di 7 ore: a bordo hanno ricevuto porzioni di dieci buuz. Maria Serena Natale / CorriereTv su Il Corriere della Sera il 4 Ottobre 2022.

Il 21 settembre il presidente russo Vladimir Putin annuncia la mobilitazione parziale per 300 mila cittadini sotto i 65 anni, solo riservisti ovvero persone che abbiano già prestato servizio e con esperienza militare. Fonti indipendenti stimano però che i convocati supereranno presto il milione e che saranno tanti gli inesperti di ogni età senza i requisiti richiesti. In Buriazia le cartoline sono recapitate già dalla mattina del 22 settembre. Le prime reclute arrivano da ovest a Ulan-Ude, capitale della Repubblica autonoma, dopo un viaggio di 7 ore su bus scolastici gialli e camioncini bianchi. A bordo hanno ricevuto porzioni di dieci buuz, ravioli al vapore tradizionali. Erano preparati, raccontano sotto anonimato alla stampa locale, sapevano che i primi sarebbero stati loro. La Buriazia è la seconda regione per numero di caduti in Ucraina, preceduta dal Dagestan. Da Kiev il presidente Volodymyr Zelensky invita a disertare. In Russia sabotaggi e attacchi ai centri di reclutamento si moltiplicano, come proteste e retate di arresti, anche nelle regioni più povere e remote, dove scendono in strada le donne per dire no a quella che ormai chiamano guerra.

Mosca, un bus arrugginito per portare le reclute del Donbass. Marco Imarisio, inviato a Mosca su Il Corriere della Sera il 5 Ottobre 2022.

Viaggio in un centro di reclutamento nella capitale russa fra chi riesce a sottrarsi grazie agli studi e chi è rassegnato a partire 

«Donbass». I due uomini sono scesi dal bus per sgranchirsi le gambe. Hanno carnagione olivastra, sono vestiti con abiti lisi e sporchi, indossano maglioni sformati che hanno conosciuto tempi migliori. Sanno poche parole di russo, tra loro parlano in un’altra lingua. Sui fogli che tengono in mano c’è l’intestazione del distretto federale dell’Estremo Oriente, che con ogni probabilità indica il loro luogo di origine. Uno di loro, il più giovane, fa segno che stanno per andare lontano. «Donbass» ripete ancora, con uno sguardo pieno di rassegnazione.

Piove, sta piovendo da giorni. Il viale è spazzato da un vento gelido. Ogni cosa dentro e intorno al Centro di reclutamento sul Butyrskij Val, una grande arteria che conduce verso le tangenziali, fa pensare a una pianta sciupata che sta appassendo. L’ingresso è nel cortile interno di un edificio dalla facciata malconcia. Ragazzi con uno zaino in mano, qualche loro genitore in ansia, che viene tenuto fuori, oltre la sbarra del parcheggio. Dall’altra parte ci sono i binari della ferrovia. «Vietato entrare» recita il cartello appeso alla porta metallica che conduce al seminterrato. Le scale sono male illuminate. Da qui in poi, passa solo chi ha ricevuto la povestka, la lettera di convocazione.

Ad attendere i nuovi coscritti per portarli al corso di addestramento in una caserma fuori Mosca, questo il massimo che è dato sapere, c’è un reperto storico che risale alla fine dell’Unione Sovietica. Il bus un tempo bianco accostato al marciapiede ha le fiancate rese grigie dallo sporco e dalla polvere. La carrozzeria mostra lunghe strisce di ruggine, così come i cerchioni delle ruote. Per oscurare i finestrini posteriori sono stati stesi dall’interno dei sacchi di nylon nero. La pedana dalla quale si entra e si esce è coperta con uno straccio ormai ridotto a brandelli. È un modello 3205 della Pavlovskij Avtozavod, prodotto nella regione di Nizhnij Novgorod, che la gente comune chiama con il diminutivo di Pazik. Entrò in produzione proprio nel fatidico 1989. Questo dimostra almeno venti-venticinque anni, se non di più. Gli unici suoi due passeggeri ci hanno caricato sopra tutti i loro beni. Una trapunta a fiori, un fornelletto, un sacco pieno di vestiti. Nient’altro. L’autista di Avtodor, una società di trasporti per autostrade, è impaziente. Dice che la destinazione gli viene comunicata sempre al momento della partenza da un funzionario che viaggia con lui.

Le due reclute orientali chiedono sigarette ai passanti e guardano gli altri che escono dal Centro. I più giovani hanno espressioni felici mentre informano i genitori su come è andata. Sono venuti a portare il certificato che attesta l’iscrizione all’università. «Non ci hanno detto niente, ma ci hanno lasciato andare, che mi sembra già un bel risultato» scherza un ragazzone alto e biondo, inglese fluente e addosso un giaccone Nike che da solo costerà il triplo degli indumenti delle due reclute orientali. Un gigante con i capelli brizzolati e parecchi anni in più, ha un sorriso ancora più largo. Nella mano destra tiene ancora stretta la sua povestka. «Hanno preso i miei dati personali e mi hanno detto di non allontanarmi dalla città. Ma hanno anche aggiunto che siccome non ho alcuna esperienza militare, mi chiameranno solo se necessario».

Non esistono numeri ufficiali. Il canale Telegram «Vi possiamo spiegare» sostiene che a Mosca questa fase della mobilitazione riguarda 32.000 persone, l’un per cento della popolazione. Per ogni cittadino arruolato, l’amministrazione comunale ha promesso una ricompensa di 50.000 rubli al mese (l’equivalente di 850 euro). A chi sarà ferito in modo non grave andranno cinquecentomila rubli una tantum, 9.000 euro. L’invalidità permanente vale il doppio. In caso di morte, la famiglia del defunto riceverà 3 milioni di rubli, 54.000 euro. Ad Aleksandr, nome di fantasia, hanno detto di tornare qui entro le 18 con un bagaglio leggero. «Cristo santo. Certo che 15 anni fa ho firmato da riservista. Si diceva che la pensione dei genitori sarebbe aumentata di cinquemila rubli al mese, che all’epoca non era male. Papà è morto di cancro nel 2017. E io non tocco un’arma da un secolo». Gli hanno detto che partirà per l’Ucraina solo se accetterà di firmare un contratto. «Spero tanto di poter davvero scegliere».

Aleksandr se ne va con passo e pensieri pesanti sotto la pioggia battente, attaccato al telefono, come fanno tutti. Alcuni confidano nelle «eccezioni urgenti» che vengono pubblicate a getto continuo sul sito del ministero della Difesa. Per le due reclute in attesa è giunto il momento. Il funzionario si è seduto davanti, nella zona in chiaro, stringendo una cartelletta rossa tra le braccia. L’autista gira tre volte la chiave nel cruscotto, il motore tossisce. Lui impreca a voce alta. Dal finestrino aperto, chiede aiuto ai pochi presenti. Spingiamo.

Andrea Cuomo per “il Giornale” il 4 ottobre 2022.

La mobilitazione più pazza del mondo. Giorno dopo giorno la chiamata alle armi decisa da Mosca per rimpolpare l'esercito impegnato a combattere (e a farsi uccidere) nella cosiddetta «operazione speciale» in Ucraina mostra i suoi limiti: errori, fughe, diserzioni, proteste. Perfino il presidente Vladimir Putin ha riconosciuto che ci sono stati molti sbagli. Un'ammissione «insolitamente rapida» che secondo l'intelligence britannica - che analizza l'andamento della guerra in un report quotidiano sempre assai informato e acuto - evidenzia la portata delle «disfunzioni» della leva.

Insomma, se perfino lo Zar non riesce a negare i pasticci, vuol dire che la cosa è più grave di quanto appaia. I funzionari locali, si legge nel documento rilasciato ieri dal ministero della Difesa di Londra, probabilmente non hanno chiara l'esatta portata e la motivazione legale della campagna: essi hanno quasi certamente arruolato persone non idonee e faranno fatica a formare le nuove reclute.

Ovunque in Russia e nei territori filorussi recentemente annessi con un atto unilaterale e non riconosciuto dalla comunità internazionale le autorità sembrano procedere a casaccio, mobilitando chi capita. «Gli uomini - racconta Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol, città sotto occupazione russa - hanno appena iniziato a essere presi per le strade. Abbiamo avuto un gran numero di casi durante il fine settimana in cui i russi si avvicinano semplicemente a uomini di età diverse, con diversa forma fisica e chiedono loro di andare all'ufficio del comandante per essere registrati». 

Naturalmente poca o nessuna selezione significa mandare al fronte personale addestrato in maniera frettolosa e spesso non idoneo fisicamente e moralmente. Clamoroso il caso della regione di Khabarovsk, nell'estremo oriente russo, dove «circa metà» delle persone richiamate alle armi per la mobilitazione sono state rimandate a casa perché convocate per errore. «In dieci giorni, diverse migliaia di nostri ragazzi hanno ricevuto i documenti di convocazione e si sono presentati agli uffici di leva.

Ne abbiamo rimandato circa la metà a casa, poiché non rispondevano ai requisiti per il servizio», racconta irritato il governatore regionale Mikhail Degtyarev, parlando di «eccesso di zelo». Il guazzabuglio è costato il posto al commissario militare regionale, Yury Sergeevich Layko, sollevato dall'incarico. Stessa cosa nella regione della Jacuzia, nella Siberia Orientale, dove, come fa sapere il capo della Camera civica regionale Nikolay Bugayev, circa 300 persone sono tornate a casa dopo essere state convocate «per sbaglio» nell'ambito della mobilitazione putiniana.

Chi se ne frega palesemente degli equivoci è il leader ceceno Ramzan Kadyrov. Ieri su Telegram il braccio armato di Vladimir Putin nella bellicosa repubblica caucasica, ha tenuto a far sapere che i suoi tre figli sono pronti a combattere in Ucraina, malgrado siano tutti e tre minorenni. «La minore età - spiega il leader ceceno - non dovrebbe interferire con l'addestramento dei difensori della nostra madrepatria. Akhmat, Eli e Adam hanno rispettivamente 16, 15 e 14 anni. Ma il loro addestramento militare è iniziato molto tempo fa, quasi in tenera età. E non sto scherzando. È arrivato il momento di mettersi in mostra in una vera battaglia e io non posso che accogliere con favore il loro desiderio. Presto andranno in prima linea e si troveranno nei tratti più difficili della linea di contatto». Contenti loro.

Più saggia appare la scelta della giornalista russa Maria Ovisannikova. Condannata agli arresti domiciliari con l'accusa di avere diffuso false notizie contro le forze armate, secondo quanto riferito dal marito avrebbe lasciato la federazione lo scorso 1° ottobre portando con sé la figlia di 11 anni e Mosca ha inserito il suo nome nella lista dei ricercati. La Ovisannikova era diventata famosa quando lo scorso marzo era apparsa alle spalle di una conduttrice del telegiornale mostrando il cartello «Stop alla guerra, non credete alla propaganda». Multata, non si era scoraggiata e ad agosto era tornata a mostrare un cartello pacifista vicino al Cremlino finendo agli arresti domiciliari fino al 9 ottobre. Ma lei ha preferito la libertà. 

Mosca per errore rivela la disfatta. E spunta il complotto contro Shojgu. Fabio Tonacci su La Repubblica il 4 Ottobre 2022.  

Mostrate le mappe del ritiro a Kherson. Kadyrov e Prighozhin vogliono sostituire il ministro della Difesa con un falco

Mappa canta. Tutto ciò che il generale russo Igor Konashenkov ha evitato di dire nel briefing giornaliero presso il ministero della Difesa è apparso impietosamente alle sue spalle: nella mappa aggiornata sulla posizione delle truppe nella regione di Kherson, si vede chiaramente lo sfondamento degli ucraini da Nord, lungo il fiume Dnepr. Nel giorno della ratifica da parte del Senato russo delle quattro annessioni, Konashenkov non ha menzionato perdite a Kherson.

Russia, Kadyrov e Prigozhin: la strana coppia che complotta per rovesciare Shojgu. Rosalba Castelletti su La Repubblica il 5 Ottobre 2022.

L'attacco in simultanea contro l'esercito dopo "il ritiro su posizioni più vantaggiose da Lyman" non sarebbe stato casuale. Il leader ceceno e il capo dei mercenari Wagner vorrebbero come ministro della Difesa Djumin, ex guardia del corpo di Putin

"Ben detto, Ramzan". L'inusuale endorsement pubblico del capo dei mercenari Wagner Evgenij Prigozhin nei confronti del leader ceceno Ramzan Kadyrov e i loro durissimi attacchi contro l'esercito in simultanea per la perdita di Lyman in Ucraina non sarebbero stati affatto casuali. I due starebbero tramando per rovesciare il ministro della Difesa Serghej Shojgu e per rimpiazzarlo con Aleksej Djumin, attuale governatore di Tula ed ex "guardia del corpo" di Vladimir Putin.

Guerra in Ucraina. Se l'atomica non è più un vero tabù. Era solo una storia da guardare in televisione. Tutto comincia con un missile che punta contro il cielo e poi l'orizzonte rurale di qualcosa che assomiglia al Kansas. Vittorio Macioce il 5 ottobre 2022 su Il Giornale.

Era solo una storia da guardare in televisione. Tutto comincia con un missile che punta contro il cielo e poi l'orizzonte rurale di qualcosa che assomiglia al Kansas. C'è un soldato diretto verso una base militare. Non crede a quello che sta accadendo. «Ma sono impazziti, lo hanno fatto sule serio? Hanno premuto i bottoni». Da lì in poi è una corsa verso il nulla. Si vede un fungo atomico, poi un altro, bagliori, caos, gente che si riversa nelle strade che cerca di scappare, traffico, urla e poi la calma, un silenzio siderale avvolge ogni cosa. La vita quotidiana è sparita. È da lì che i pochi sopravvissuti ricominciano. È il 20 novembre del 1983 e questa è la prima puntata di The day after. L'idea è che l'apocalisse è a un tiro di dadi, ma per fortuna è solo uno sceneggiato. Sono gli ultimi anni della guerra fredda, con Ronald Reagan alla Casa Bianca e il volto da burocrate di Jurij Andropov al Cremlino. Tutti quelli che sono cresciuti in quegli anni sapevano che la guerra nucleare era un'ipotesi reale. Stava lì sulla tua testa, una cappa grigia imponderabile con cui convivere. L'atomica però, allo stesso tempo, era un tabù, una cosa folle. La possibilità esisteva, ma veniva frenata dalla logica della deterrenza. Se si usava quell'arma avrebbero perso tutti. L'atomica c'era, ma non ci credevi, anche se proprio in quel 1983 siamo arrivati a tanto così dal salto nel buio. Ci ha salvati il colonnello il tenente colonnello Stanislav Petrov che per fortuna non diede retta a ciò che vedeva sugli schermi. Quei missili che dall'America viaggiavano verso la Russia erano solo un'illusione ottica, una simulazione del computer. Petrov non diede l'allarme e la guerra nucleare non scoppiò. Adesso invece c'è qualcosa di strano. Sono mesi che si parla della possibilità, neppure tanto remota, di usare armi nucleari tattiche. Putin la mette in campo come una minaccia, a portata di mano. I rapporti della Cia fanno tremare. Il Times racconta che la Russia sta per fare un test nucleare ai confini dell'Ucraina. La preoccupazione c'è, ma non scatta la grande paura. La risposta degli umani assomiglia a un'alzata di spalle, una sorta di rassegnazione a tutto quello che può accadere. Non capisci se non ci credono o sono troppo presi a preoccuparsi di altro. Si va avanti come si in fondo non si stesse ballando sulla fine del mondo. È come se l'eventualità fosse già stata digerita dalle nostre teste. L'atomica non è più un tabù.

Missile si schianta al suolo, la risposta di Usa-Corea del sud a Kim Jong-un crea il panico: situazione esplosiva. Il Tempo il 05 ottobre 2022

La risposta di Stati Uniti e Corea del sud a Kim Jong-un rischia di fare un disastro. Un missile balistico sudcoreano malfunzionante è esploso e si è schiantato al suolo durante un’esercitazione organizzata con gli americani in reazione al lancio il giorno prima da parte della Corea del Nord di un missile balistico che aveva sorvolato il Giappone e in grado di colpire il territorio Usa di Guam. L’esplosione ha lanciato il panico fra i residenti della città costiera di Gangneung, preoccupati che si trattasse di un attacco nordcoreano nelle ore trascorse prima che esercito e governo fornissero delle spiegazioni sull’esplosione. In tutto sudcoreani e americani hanno lanciato sei razzi nel Mar del Giappone. 

Il missile, un Hyumoo-2 a corto raggio, si è schiantato all’interno di una base aerea alla periferia di Gangneung, considerata cruciale per le strategie di attacchi preventivi e di risposta nei confronti di Pyongyang. Lo stato maggiore sudcoreano ha riferito che non ci sono state vittime e che lo schianto non ha coinvolto strutture civili.

Le forze armate statunitensi e sudcoreane stanno conducendo esercitazioni congiunte per dimostrare la loro capacità di scoraggiare un attacco nordcoreano contro la Corea del Sud. Durante le esercitazioni di martedì hanno condotto bombardamenti con jet d’attacco F-15 utilizzando munizioni di precisione e hanno lanciato 2 missili ciascuno, dunque 4 in tutti, che fanno parte del sistema missilistico tattico dell’esercito. Lo stato maggiore sudcoreano ha riferito che la portaerei statunitense USS Ronald Reagan tornerà presto nelle acque a est della Corea del Sud dimostrare la "ferma volontà" degli alleati di contrastare le continue provocazioni e minacce del Nord. Nonostante l'errore,  il portavoce del Consigliere per la sicurezza nazionale John Kirby ha spiegato alla Cnn che le esercitazioni Usa-Corea del Sud "hanno dimostrato che abbiamo la preparazione militare per rispondere alle provocazioni della Corea del Nord, se esse arrivano".

Jet italiani intercettano quattro caccia russi nello spazio aereo tra Svezia e Polonia. Il Corriere della Sera il 5 Ottobre 2022. Il Corriere della Sera e il sito Corriere.it oggi e domani escono senza le firme dei giornalisti per un’agitazione sindacale.

Le notizie di mercoledì 5 ottobre, in diretta. Il leader ceceno Kadyrov promosso a colonnello generale dell’Armata. Nuovo decreto di Putin: la centrale di Zaporizhzhia è di proprietà russa. Kiev: «Scoperta una camera di tortura a Pisky-Radkivski» 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 224esimo giorno.

• Putin starebbe preparando le sue forze armate per compiere un test nucleare ai confini dell'Ucraina. Lo scrive il Times. Il Cremlino: «Non prendiamo parte alla retorica nucleare dei media e dei politici occidentali».

• Zelensky firma il decreto sull'impossibilità di negoziare con Putin.

• L'esercito di Kiev avanza nella zona di Kherson. Sui media russi le prime crepe sulla resa.

• Forbes: tra 700 mila e 1 milione di persone hanno lasciato la Russia dopo la mobilitazione.

•Elon Musk e il piano di pace per l’Ucraina (che fa infuriare Kiev): «Crimea alla Russia, ripetere i referendum in Donbass».

• Gas, l’Italia rischia un inverno senza energia? Domanda, stoccaggi, forniture: cosa sapere.

Ore 05:15 - Kiev: «Scoperta una camera di tortura a Pisky-Radkivski» 

La polizia ucraina ha affermato di aver scoperto una «camera di tortura» nella città di Pisky-Radkivski, precedentemente occupata dai russi, nella regione orientale di Kharkiv. Tra gli oggetti trovati, secondo la polizia, c’era un contenitore pieno di denti d’oro estratti. «Dopo la liberazione del villaggio di Pisky-Radkivski, i residenti locali hanno riferito alla polizia che nel seminterrato di una delle case erano tenuti prigionieri residenti locali, soldati dell’antiterrorismo e prigionieri di guerra delle forze armate ucraine», ha dichiarato Serhiy Bolvinov, capo investigatore della polizia nazionale nella regione di Kharkiv. Bolvinov ha aggiunto che i residenti locali hanno sentito urla costanti provenire dall’edificio.

Ore 05:19 - Armata russa in ritirata, Putin minaccia un test atomico

(Marta Serafini, inviata a Kharkiv) Un test nucleare ai confini dell’Ucraina? Un’arma nucleare nel Mar Nero? Un test per il siluro nucleare Poseidon? Interrogativi che già da soli riescono a scatenare il terrore. È il Times a metterli nero su bianco nello stesso giorno in cui diventa realtà lo sfondamento delle forze ucraine sulla regione di Kherson, porta della Crimea e tra le zone annesse dal referendum di Mosca: il presidente russo Vladimir Putin intende dimostrare la sua determinazione ad usare armi di distruzione di massa effettuando un test nucleare al confine con l’Ucraina. E — aggiunge ancora il quotidiano di Londra — il rischio sarebbe già stato segnalato dalla Nato ai suoi Paesi membri in un report di intelligence militare.

Ore 05:22 - Attacco russo nella regione di Kiev con droni kamikaze, un ferito

Le forze russe hanno attaccato questa notte la regione di Kiev con droni kamikaze che hanno colpito la città di Bila Tserkva, a 85 chilometri a sud della capitale: lo ha reso noto il governatore della regione, Oleksiy Kuleba, secondo quanto riporta il Kiev Independent. Secondo il governatore, una persona è rimasta ferita e un’infrastruttura ha preso fuoco in seguito all’attacco. Sono in corso le operazioni di soccorso, mentre Kuleba ha esortato i residenti a rimanere nei rifugi.

Ore 05:22 - Missili russi su Kharkiv nella notte

Le forze russe hanno lanciato questa notte un attacco missilistico contro la città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, colpendo alcune infrastrutture e obiettivi industriali nei quartieri di Kholodnohirskyi e Novobavarskyi: lo ha reso noto il sindaco, Ihor Terekhov, secondo quanto riporta il Kiev Independent. Non ci sono per il momento informazioni su eventuali feriti o vittime.

Ore 05:24 - «L’avanzata ucraina non si può fermare, i russi sono come pugili intontiti»

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Sloviansk) Si avvicina a grandi passi il collasso dell’esercito convenzionale russo in Ucraina. E ciò spiega, almeno in parte, le motivazioni che spingono Vladimir Putin ad agitare lo spauracchio dell’arma nucleare a pochi giorni dalla sua dichiarazione di «annessione» delle zone occupate dopo il 24 febbraio e adesso seriamente minacciate dalla massiccia controffensiva ucraina. Circa 30.000 soldati russi rischiano di rimanere circondati nell’enclave di Kherson. Le loro unità si stanno ritirando precipitosamente dai settori settentrionali della regione che occupavano da metà marzo, quando ancora si illudevano di poter raggiungere Odessa lungo il Mar Nero e quindi marciare vittoriose su Kiev per unirsi ai corpi di spedizione in discesa dal nord, eliminare con la forza il governo Zelensky e infine riportare l’Ucraina nella condizione di Stato vassallo di Mosca. I corpi scelti ucraini continuano ad avanzare lungo il Dnipro. Sono ormai a oltre 40 chilometri dalle linee di partenza, hanno già superato il villaggio di Dudchany; ieri sera hanno percorso altri 5 chilometri per dribblare un ponte fatto saltare dai nemici in fuga e potrebbero presto chiudere la sacca di Kherson verso l’estuario del Dnipro sino al Mar Nero. Le avanzate potrebbero nelle prossime ore garantire ai lanciamissili Himars di colpire la grande base aerea di Chaplynka, che dai primi di aprile permetteva ai caccia russi si coprire l’intero fronte meridionale, privando il nemico dell’indispensabile controllo dell’aria. A quel punto possono mirare alla Crimea via terra.

Ore 05:25 - Ecco perché gli Usa bocciarono le bombe nucleari tattiche

(Federico Rampini) Vladimir Putin potrebbe usare armi nucleari tattiche sul fronte ucraino? Quali sono i pro e i contro, secondo le analisi degli esperti americani? Fu proprio il Pentagono il primo a «credere» all’utilità delle armi nucleari tattiche in un conflitto: piccole, con una frazione di potenza rispetto alla bomba atomica di Hiroshima, quindi davvero minuscole rispetto agli ordigni nucleari di nuova generazione che possono distruggere intere città. Però pur sempre capaci di emanare radiazioni, con impatto micidiale sulla salute, a breve e a lungo termine. Tattiche , perché utilizzabili sul campo di battaglia contro le truppe nemiche. Gli americani le concepirono prevalentemente nell’ottica di un conflitto europeo, in cui la superiorità dell’Unione sovietica negli armamenti convenzionali avrebbe consentito all’Armata Rossa di dilagare in Europa, e gli Usa avrebbero dovuto battere in ritirata.

Ore 05:26 - L’escalation nucleare e i tre possibili scenari

(Greta Privitera) Nella homepage del The Times , tra le notizie della premier Liz Truss e la foto di un pinguino gigante, c’è un titolo che fa venire i brividi. Ancora nessuna conferma, ma si legge: «Putin ordina un’esercitazione nucleare ai confini con l’Ucraina».

Sul quotidiano di Londra scrivono che il presidente russo sarebbe «pronto a dimostrare la sua volontà di usare armi di distruzione di massa con un test nucleare». «Il Cremlino starebbe manifestando la possibilità di una significativa escalation mentre il suo esercito perde terreno sul campo di battaglia», dicono.

Altre fonti raccontano di un treno militare russo della divisione nucleare che sarebbe partito in direzione Ucraina .

Non ci sono, al momento, conferme definitive; e può darsi che Putin stia bluffando. Che cioè — dopo il discorso pronunciato durante la cerimonia di annessione dei territori occupati in cui ha detto che avrebbe utilizzato «tutti i mezzi disponibili per mantenere la Russia al sicuro», e le continue controffensive ucraine — lo zar stia solo provando ad alzare i toni per spaventare i nemici. Ma quali sono gli scenari possibili?

Ore 05:26 - IL PUNTO MILITARE - Il dilemma Usa: come sostenere ora Kiev

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La cavalcata ucraina pone dei dilemmi a Washington. Come sostenere la fase favorevole e, al tempo stesso, evitare di accentuare il contrasto con Mosca tra scenari apocalittici, minacce vere e bluff. Kiev — racconta la Cnn — insiste per avere le munizioni Atacms che le permetterebbero di colpire bersagli a 300 chilometri di distanza, un allungamento sensibile rispetto agli 80 attuali (massimo raggio per i razzi in dotazione agli Himars). Per convincere il Pentagono gli ucraini hanno formulato una proposta: siamo pronti a condividere con voi le liste dei bersagli, questo per dare rassicurazioni sul fatto che le armi non verrebbero usate contro il territorio russo. La Casa Bianca finora ha posto il veto proprio perché teme di scatenare reazioni belliche massicce da parte del Cremlino. La resistenza rilancia l’appello affermando che con gli Atacms può incidere in modo più profondo sulle retrovie nemiche e cita anche le installazioni dalle quali partono i droni-kamikaze forniti dall’Iran, mezzo apparso sempre con maggiore frequenza. In realtà quest’ultimo dettaglio somiglia più ad un pretesto che ad una necessità. Al momento la posizione statunitense non sembra mutata e dunque il presidente ucraino Zelensky — salvo sorprese legate a sviluppi sul terreno — non avrà le munizioni speciali. Invece riceverà altri quattro lanciatori Himars e 200 blindati Mrap, 16 cannoni da 155 mm (con 85 mila proiettili, di cui 500 di precisine), altrettanti pezzi da 105 mm, migliaia di granate per mortaio e 200 mila cartucce. Non è una compensazione, bensì un mantenimento dell’arsenale mentre la resistenza avanza e consuma. Evidente le necessità di riempire le scorte.

Ore 08:04 - Gb, continui progressi truppe Kiev a Est e a Sud

Le truppe ucraine «continuano a fare progressi nelle operazioni offensive lungo il fronte nord-orientale e meridionale. Nel Nord-Est, nell’oblast di Kharkiv, Kiev ha ora consolidato una vasta area di territorio a est del fiume Oskil». Lo ha detto l’intelligence britannica suo aggiornamento quotidiano sulla guerra. 

Le truppe ucraine sono avanzate fino a 20 chilometri oltre il fiume nella zona difensiva della Russia verso il nodo di rifornimento della città di Svatove. È molto probabile che Kiev possa ora colpire la strada strategica Svatove-Kremina con la maggior parte dei suoi sistemi di artiglieria, mettendo ulteriormente a dura prova la capacità della Russia di rifornire le sue unità a Est.

Ore 08:09 - Il generale Kellogg: «In caso di attacco nucleare la Nato risponderà?»

«A questo punto dobbiamo prepararci, perché è reale la possibilità che Putin faccia ricorso alle armi nucleari. Vedo, però, molta incertezza nell’Amministrazione Biden e tra i partner europei della Nato». Così il generale Keith Kellogg, 78 anni, in un’intervista a Giuseppe Sarcina pubblicata sul Corriere di oggi. Kellogg ha comandato divisioni di paracadutisti in Vietnam, poi nel primo e nel secondo conflitto contro Saddam Hussein, in Iraq. È stato consigliere per la sicurezza nazionale del vice presidente Mike Pence e poi consigliere a interim di Donald Trump, alla Casa Bianca. Oggi è il co-presidente del «Center for American security», un centro studi di orientamento conservatore a Washington.

Ore 08:11 - Il nostro viaggio in un centro di reclutamento di Mosca

(Marco Imarisio) «Donbass». I due uomini sono scesi dal bus per sgranchirsi le gambe. Hanno carnagione olivastra, sono vestiti con abiti lisi e sporchi, indossano maglioni sformati che hanno conosciuto tempi migliori. Sanno poche parole di russo, tra loro parlano in un’altra lingua. Sui fogli che tengono in mano c’è l’intestazione del distretto federale dell’Estremo Oriente, che con ogni probabilità indica il loro luogo di origine. Uno di loro, il più giovane, fa segno che stanno per andare lontano. «Donbass» ripete ancora, con uno sguardo pieno di rassegnazione.

Piove, sta piovendo da giorni. Il viale è spazzato da un vento gelido. Ogni cosa dentro e intorno al Centro di reclutamento sul Butyrskij Val, una grande arteria che conduce verso le tangenziali, fa pensare a una pianta sciupata che sta appassendo. L’ingresso è nel cortile interno di un edificio dalla facciata malconcia. Ragazzi con uno zaino in mano, qualche loro genitore in ansia, che viene tenuto fuori, oltre la sbarra del parcheggio. Dall’altra parte ci sono i binari della ferrovia. «Vietato entrare» recita il cartello appeso alla porta metallica che conduce al seminterrato. Le scale sono male illuminate. Da qui in poi, passa solo chi ha ricevuto la povestka, la lettera di convocazione.

Ad attendere i nuovi coscritti per portarli al corso di addestramento in una caserma fuori Mosca, questo il massimo che è dato sapere, c’è un reperto storico che risale alla fine dell’Unione Sovietica. Il bus un tempo bianco accostato al marciapiede ha le fiancate rese grigie dallo sporco e dalla polvere. La carrozzeria mostra lunghe strisce di ruggine, così come i cerchioni delle ruote. Per oscurare i finestrini posteriori sono stati stesi dall’interno dei sacchi di nylon nero. La pedana dalla quale si entra e si esce è coperta con uno straccio ormai ridotto a brandelli. È un modello 3205 della Pavlovskij Avtozavod, prodotto nella regione di Nizhnij Novgorod, che la gente comune chiama con il diminutivo di Pazik. Entrò in produzione proprio nel fatidico 1989. Questo dimostra almeno venti-venticinque anni, se non di più. Gli unici suoi due passeggeri ci hanno caricato sopra tutti i loro beni. Una trapunta a fiori, un fornelletto, un sacco pieno di vestiti. Nient’altro. L’autista di Avtodor, una società di trasporti per autostrade, è impaziente. Dice che la destinazione gli viene comunicata sempre al momento della partenza da un funzionario che viaggia con lui.

Ore 08:27 - Zelensky: «Vedete? I russi distruggono tutto»

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha pubblicato sui social una serie di immagini della città di Lyman liberata dall’esercito ucraino, con il messaggio: «La nostra Lyman dopo l’occupazione. Qui tutto è stato distrutto. È quello che fanno ovunque nei territori che conquistano. Questo può essere fermato in un solo modo: liberare l’Ucraina, la vita, l’umanità, la legge e la verità il prima possibile».

Ore 08:58 - Collaborazione Usa-Russia (ma solo nello Spazio)

Mentre le tensioni tra Mosca e Washington sono notevolmente aumentate anche nel settore spaziale, dopo l’annuncio di sanzioni americane contro l’industria aerospaziale russa, la cooperazione tra i due Paesi non si interrompe del tutto: oggi gli Stati Uniti trasporteranno una cosmonauta russa alla Stazione Spaziale Internazionale a bordo di un razzo SpaceX. Anna Kikina, unica cosmonauta russa attualmente in servizio attivo, fa parte dell’Equipaggio-5, composto anche da due americani e un giapponese. Questa è la quinta missione regolare alla Stazione Spaziale (ISS) effettuata da SpaceX per conto della Nasa. Il decollo è previsto per mezzogiorno dal Kennedy Space Center in Florida, dove il tempo dovrebbe essere mite. Due settimane fa, un collega americano era decollato a bordo di un razzo russo Soyuz verso la ISS.

Ore 09:06 - Putin firma le leggi sull’annessione. E i confini?

Vladimir Putin ha firmato le quattro leggi che ratificano la l’annessione alla Federazione Russa delle regioni ucraine occupate di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Lo riporta la Tass. Il testo di legge recita: «I confini dei nuovi soggetti della Federazione, come risulta dai trattati, saranno determinati dai confini che esistevano il giorno della loro formazione e accettazione nella Federazione Russa». Fino all’elezione dei capi delle nuove regioni saranno guidate da funzionari temporanei ad interim nominati da Putin. Le forze russe non controllano pienamente nessuna delle quattro aree, anzi stanno perdendo terreno. Ciò significa che, sulla carta, per Mosca ogni riconquista ucraina (per esempio) nella zona di Kherson o in Donbass equivale a una sottrazione di territorio russo. La beffa del «land grab» al contrario?

Ore 09:35 - Von der Leyen: Ue pronta a discutere un tetto per il prezzo del gas

«L’Unione europea è pronta a discutere un tetto per il prezzo del gas per produrre elettricità». Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen intervenendo al Parlamento europeo riunito in plenaria per discutere gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina: «Putin ha usato l’energia come arma, causando difficoltà economiche e sociali. Le misure che abbiamo messo in atto ci forniscono un primo cuscinetto di protezione. Ora faremo un passo avanti per affrontare l’aumento dei costi energetici», ha detto Von der Leyen. Il Ttf (Title Transfer Facility, punto di scambio virtuale per il gas naturale con base in Olanda), «il nostro principale parametro di riferimento dei prezzi, non è più rappresentativo del nostro mercato, che oggi include più Gnl». Il price cap al gas per generare l’elettricità è «una soluzione temporanea fino allo sviluppo di un nuovo indice dei prezzi della Ue che garantisca un migliore funzionamento del mercato. La Commissione ha avviato i lavori su questo».

La presidente della Commissione ha fatto il punto sulla questione consumi: «Abbiamo ridotto il nostro consumo di gas di circa il 10%. Le forniture di gas russe da gasdotto sono diminuite dal 40% al 7,5% di oggi. Abbiamo compensato questa riduzione con l’aumento delle importazioni di Gnl (gas naturale liquefatto, ndr) e gasdotti, principalmente dai nostri fornitori affidabili come gli Stati Uniti e la Norvegia. Lo stoccaggio di gas nella Ue è ora al 90%. Questo è il 15% in più rispetto allo stesso giorno dell’anno scorso», ha sottolineato.

Ore 10:05 - Borrell: «La guerra entra in una fase nuova e pericolosa»

«La guerra è entrata in una nuova fase, ma una fase pericolosa, perché è una guerra tradizionale contro una potenza nucleare: è uno scenario preoccupante e dobbiamo mostrare che continueremo a sostenere l’Ucraina. La Russia continua ad avere superiorità di fuoco e di effettivi». Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell. «Ora avremo una politica estera chiara verso l’Ucraina, mentre prima era sussidiaria alla nostra politica verso la Russia perché dipendenti dall’energia russa».

Ore 10:31 - Ue, Via libera all’ottavo pacchetto sanzioni: c’è anche il price cap al petrolio

Accordo tra i 27 sul nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, incluso il price cap al petrolio. Il via libera, a quanto si apprende, è arrivato in mattinata nel corso del Coreper, la riunione dei Rappresentanti dei Paesi membri. La formalizzazione dell’approvazione dell’ottavo pacchetto arriverà per procedura scritta.

Ore 10:58 - Kiev: le annessioni non valgono la carta su cui sono scritte

L’ufficio del presidente ucraino ha affermato che «le cosiddette leggi sull’accettazione delle regioni ucraine che la Russia di Putin vuole annettere non valgono neppure la carta su cui sono state firmate. L’Ucraina riprenderà tutti i suoi territori». Lo ha scritto sui social il Capo dell’Ufficio presidenziale Andriy Yermak, come riporta Unian. Mosca «può continuare a vivere in un mondo immaginario. Torniamo alla realtà, ci riprendiamo tutto ciò che è nostro», ha affermato Yermak.

Ore 11:07 - Issata la bandiera ucraina in altri villaggi del Kherson

L’esercito di Kiev ha riferito oggi di aver riconquistato altri villaggi nella regione meridionale di Kherson nell’ambito del massiccio sforzo di controffensiva. Il comando operativo sud ha annunciato che la bandiera ucraina è stata issata nei villaggi di Liubymivka, Khreschenivka, Zolota Balka, Biliaivka, Ukrainka, Velyka e Mala Oleksandrivka.

Ore 11:22 - Kiev: iniziata la librazione della regione di Lugansk

«La liberazione della regione di Lugansk è iniziata, diversi insediamenti sono già stati liberati dagli invasori russi»: lo ha annunciato il capo dell’amministrazione militare regionale Sergey Gaidai in un videomessaggio, come riporta Unian. Gaidai non ha specificato il nome degli insediamenti liberati.

Ore 11:27 - Morto un combattente irlandese vicino al confine russo

Un cittadino irlandese di 23 anni, Rory Mason, è stato ucciso in combattimento in Ucraina vicino al confine con la Russia. Ne ha dato notizia la sua famiglia. Mason si era unito alla legione internazionale creata dall’esercito di Kiev per inquadrare i combattenti in arrivo da altri Paesi del mondo. I parenti di Mason erano stati avvertiti dal ministero degli Esteri irlandese.

Ore 11:43 - Mosca: la centrale di Zaporizhzhia opererà sotto le autorità russe

Mosca ritiene che la centrale nucleare di Zaporizhzhia debba operare sotto la supervisione delle agenzie russe competenti. Lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri russo Sergei Vershinin. L’obiettivo principale è quello di garantire «la sicurezza nucleare» e «il normale funzionamento della centrale nucleare, che oggi si trova in territorio russo e di conseguenza deve operare sotto la supervisione delle nostre agenzie competenti», ha dichiarato Vershinin in una conferenza stampa oggi a Mosca, citato da Interfax.

Ore 12:10 - Missili su Zaporizhzhia, ucciso un vice sindaco ucraino

Oggi due persone sono rimaste uccise durante un attacco missilistico russo nella città di Gulyaipole, nella regione di Zaporizhzhia. Una delle vittime era il vice sindaco della comunità locale Oleksandr Anatoliyovych Savytskyi. Lo ha riferito Oleksandr Starukh, capo dell’amministrazione militare regionale, sottolineando: «Queste persone non sono scappate, sono rimaste al lavoro fino all’ultimo e hanno protetto e sostenuto questa città di eroi».

Ore 12:15 - Cremlino: riprenderemo i territori lasciati temporaneamente

Il Cremlino, citato dalla Tass, afferma che riprenderà i territori delle nuove regioni annesse temporaneamente abbandonate dalle truppe russe.

Ore 12:24 - Peskov: «Gli Usa direttamente coinvolti nel conflitto»

Le dichiarazioni del Pentagono sul possibile uso dei missili Himars da parte di Kiev contro obiettivi in Crimea confermano che «gli Stati Uniti sono direttamente coinvolti nel conflitto, creando una situazione molto pericolosa». Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass.

Ore 13:01 - Michel: «Creare subito una vera Unione dell’energia»

La crisi innescata dalla guerra in Ucraina «rende urgente stabilire un’autentica Unione dell’energia», «sarà un pilastro essenziale della sovranità dell’Ue». Lo scrive il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un intervento pubblicato sull’edizione online del Financial Times. «Un’autentica unione energetica comporterà la revisione di molte delle nostre convinzioni di vecchia data e l’azione più collettiva, come europei. La crisi energetica ha messo in luce le crepe in un’Unione composta da 27 “riserve private” energetiche. Nessun Paese da solo può far fronte a una crisi di questa portata».

Ore 13:07 - Ue a lavoro sul tetto del gas di due tipi

La Commissione europea sta lavorando su due tipi di tetto al prezzo del gas: una è «un price cap sul gas utilizzato per generare elettricità» e l’altro riguarda «un cap sull’energia scambiata in Europa fin tanto che stiamo lavorando a una riforma dell’indice Ttf». Lo ha detto il portavoce della Commissione Eric Mamer nel corso del briefing quotidiano, precisando che nel suo intervento questa mattina al Parlamento europeo la presidente Ursula von der Leyen «non ha menzionato un price cap al gas importato dalla Russia».

Ore 13:14 - Truss: «L’Ucraina può vincere, deve vincere e vincerà»

Una vittoria dell’Ucraina nella guerra con la Russia: è l’obiettivo del sostegno britannico a Kiev, nella parole della neo premier Tory, Liz Truss. Alla conferenza di partito di Birmingham, Truss ha rivendicato l’impegno ad aumentare le spese per la difesa al 3% del Pil entro il 2030 ed evocato ulteriori sforzi «con gli alleati» per aiutare «il coraggioso popolo ucraino» a fronteggiare «la brutale guerra di Putin». «La lotta dell’Ucraina è una lotta per la libertà e la democrazia» che riguarda «anche la nostra sicurezza», ha tuonato Truss, per concludere fra gli applausi: «l’Ucraina può vincere, deve vincere e vincerà».

Ore 13:47 - Spiegel, le falle a Nord Stream provocate da uno Stato

Le falle provocate nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 sarebbero effetto di un «sabotaggio mirato» attuato probabilmente da «attori statali». È quello che scrive il magazine tedesco Spiegel, in un’anticipazione, citando un documento dell’Anticrimine federale, Bka.

Ore 14:31 - Kiev: parte dei russi lascia Snigurivka, snodo cruciale a sud

Non c’è ancora una conferma, ma parte delle truppe russe avrebbero lasciato la città di Snigurivka, importante snodo ferroviario nella regione di Mykolaiv: «gli ufficiali hanno lasciato il posto, ma le truppe sono ancora lì», ha detto il capo dell’amministrazione militare regionale Vitaly Kim, commentando la presunta liberazione dell’insediamento nella regione. «Stiamo aspettando questa notizia da giorni, ma non abbiamo ancora conferme», ha spiegato Kim in un briefing, citato da Unian. Snigurivka cadde in mano ai russi a marzo.

Ore 14:43 - Mosca, incontro viceministro Esteri-ambasciatore italiano Starace

L’ambasciatore italiano in Russia Giorgio Starace ha incontrato oggi il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov. Lo rende noto il ministero degli Esteri di Mosca citato dalle agenzie russe. «Sono state discusse l’attuale situazione dei rapporti della Russia con l’Occidente collettivo e le modalità per superare le tensioni internazionali», riporta il ministero in una nota.

Ore 14:49 - Putin: «La situazione in Donbass sarà stabilizzata»

«La situazione in Donbass sarà stabilizzata. La Russia potrà far sviluppare questi territori tranquillamente». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass.

Ore 14:54 - Putin: referendum annessione perfettamente trasparenti

«I risultati dei referendum» a favore dell’annessione a Mosca delle quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia «non verranno messi in discussione» perché le consultazioni «sono state perfettamente trasparenti, convincenti e oggettive». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass.

 Ore 15:36 - Deputato russo: «Basta mentire sulla situazione al fronte»

«Dobbiamo smetterla di mentire sulla situazione al fronte». Lo ha detto il presidente della Commissione Difesa della Duma, Andrey Kartapolov, ripreso dal Moscow Times. «Ora il nemico è sulla nostra terra. Tutti i villaggi di confine della regione di Belgorod sono praticamente distrutti. Lo apprendiamo da chiunque, dai governatori e dai corrispondenti militari. Ma i rapporti del ministero della Difesa non cambiano. La gente lo sa. La nostra gente non è stupida e vede che non vogliono dirle nemmeno una parte della verità: ciò può portare a una perdita di credibilità», ha affermato Kartapolov al programma Solovyov Live.

Ore 16:02 - Giornalista russa «no war» latitante: «Sono innocente»

La giornalista russa Marina Ovsyannikova, diventata famosa nel marzo scorso per avere mostrato un cartello in diretta alla televisione russa contro la guerra in Ucraina, ha diffuso un video su Telegram in cui si dichiara innocente da tutte le accuse mosse dal governo russo, pochi giorni dopo essersi allontanata dagli arresti domiciliari dove doveva rimanere in attesa di una sentenza per un altro procedimento. «Mi considero completamente innocente — afferma la giornalista — e poiché il nostro Stato rifiuta di rispettare le sue stesse leggi, a partire dal 30 settembre rifiuto di osservare la misura preventiva sotto forma di arresti domiciliari e di rilasciare me stessa». La Ovsyannikova non rende noto dove si trova.

Ore 16:09 - Ucraina ottiene status di «Paese membro potenziale» dell’Ocse

Via libera all’attribuzione all’Ucraina dello status di «Paese membro potenziale» dell’Ocse, l’organismo per la cooperazione e lo sviluppo economico internazionale con sede a Parigi. La luce verde allo «status di Paese membro potenziale» è arrivata dal consiglio dell’Ocse, dopo la richiesta rivolta dal primo ministro, Denys Shmyhal, di «avviare il processo di adesione dell’Ucraina all’Ocse». Prima di aprire le trattative su un possibile ingresso nell’organismo, il Consiglio dell’Ocse «mi ha chiesto di avviare un dialogo iniziale di adesione con l’Ucraina», afferma in una nota il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann, aggiungendo che «al termine di questo dialogo iniziale di adesione, il consiglio dell’Ocse preparerà l’apertura di trattative di adesione e la preparazione di un progetto di road map» per l’ingresso di Kiev nella famiglia Ocse.

Ore 16:13 - Mosca espelle l’incaricata d’affari della Lituania

La Russia ha dichiarato «persona non grata» l’incaricata d’affari lituana, Virginia Umbrasene, dopo l’espulsione del suo omologo russo in Lituania: lo riferisce la Tass.

Ore 16:24 - In Russia Boom di vendite di antidepressivi

La vendita di antidepressivi è cresciuta del 120% in Russia da quando è stata annunciata la «mobilitazione parziale», il 21 settembre. Lo scrive l’agenzia stampa di stato russa Tass, citando i dati della societa di ricerche nel mercato farmaceutico Dsm. Secondo Viktoria Presnyakova, capo dell’Alleanza delle associazioni farmaceutiche, la richiesta di antidepressivi, sonniferi e tranquillanti è cresciuta significativamente da febbraio, ovvero dall’inizio dell’invasione. Presnyakova attribuisce il fenomeno alla «situazione geopolitica ed economica» e sottolinea che molti russi hanno cominciato ad assumere questi farmaci per la prima volta. In Russia non c’è bisogno di ricetta medica per diversi farmaci per i quali è invece richiesta nei Paesi dell’Ue.

Ore 16:43 - Kadyrov: «Putin mi ha promosso a colonnello generale»

Il capo della Repubblica cecena, Ramzan Kadyrov, ha detto di essere stato promosso al grado di colonnello generale dell’esercito russo. «Il presidente della Russia — ha scritto su Telegram — mi ha conferito il grado di colonnello generale. Il decreto è stato emesso con il numero 709. Vladimir Vladimirovich (Putin) me lo ha comunicato personalmente e si è congratulato con me».

Ore 16:47 - Frontex, 53mila russi entrati in Ue in una settimana

«Sono 53mila i cittadini russi entrati in Ue nell’ultima settimana, in calo del 20% rispetto alla settimana precedente». Lo riferisce l’agenzia europea Frontex, sottolineando che «la maggior parte dei cittadini russi sta entrando in Ue attraverso i varchi di frontiera della Finlandia». «Gli arrivi dovrebbero diminuire», prevede l’agenzia, per il giro di vite Ue sulla politica dei visti. Dall’inizio della guerra in Ucraina, oltre 1,356 milioni di cittadini russi sono entrati in Ue dai suoi confini terrestri. Ne sono usciti più di 1,314 milioni.

Ore 16:48 - Decreto di Putin, la centrale di Zaporizhzhia è proprietà russa

Il presidente russo Vladimir Putin ha emanato un decreto che inserisce formalmente la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia nella lista degli asset federali della Russia. Lo riporta la Tass. Mosca aveva già annesso la regione dove si trova l’impianto con i referendum.

Ore 18:04 - Mosca, stop petrolio ai Paesi che impongono il price cap

La Russia smetterà di fornire petrolio ai Paesi che stanno imponendo il price cap. Lo ha annunciato il vice premier russo Aleksandr Novak, secondo quanto riferisce la Tass, nel giorno in cui l’Ue ha annunciato il via libera all’ottavo pacchetto di sanzioni contro Mosca per la guerra in Ucraina che comprende il price cap al greggio russo.

Ore 18:07 - Von der Leyen: «Bene ok sanzioni, non accetteremo mai annessioni»

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen commenta positivamente l’accordo raggiunto sull’ottavo pacchetto sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina e ribadisce, via social, che l’Ue non accetterà «mai i referendum farsa di Vladimir Putin, né alcun tipo di annessione» del territorio ucraino alla Russia. «Siamo determinati a far sì che il Cremlino continui a pagare» per le sue azioni, conclude.

Ore 18:48 - Borrell: «A breve la missione di addestramento Ue»

«Al prossimo Consiglio Affari Esteri del 17 ottobre, spero che potremo lanciare formalmente la nostra missione di addestramento per le forze armate ucraine. Allo stesso tempo, restiamo pronti a perseguire una soluzione diplomatica, qualora le circostanze tornino a consentirlo in modo significativo». Così l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell in un post sul suo blog.

Ore 19:25 - Intelligence americana: il governo ucraino dietro all’omicidio di Daria Dugina

L’intelligence americana ritiene che dietro l’omicidio di Darya Dugina, figlia del filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin uccisa ad agosto in un attentato, ci sia il governo di Kiev. Lo rivelano fonti informate al New York Times precisando che gli Usa «non hanno preso parte all’attacco, né fornendo informazioni né altre forme di assistenza». I funzionari riferiscono anche che i servizi Usa non erano a conoscenza dell’operazione e si sarebbero opposti se fossero stati consultati.

Ore 19:36 - Aiea: «Personale ucraino della centrale di Zaporizhzhia pronto a riattivare un reattore»

Il personale ucraino della centrale nucleare di Zaporizhzhia, passata proprio oggi sotto il controllo di Mosca con il decreto firmato da Putin, sono pronti a far ripartire uno dei sei reattori, a ora spenti, ha reso noto l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. I dirigenti della centrale occupata dai militari russi hanno informato i tecnici dell’Aiea che si trovano sul posto. Il reattore sarà riacceso, a bassa potenza solo per produrre calore e vapore per alimentare la centrale, è il numero 5. I preparativi, ha precisato l’Aiea, dureranno «un poco di tempo».

Ore 21:21 - Caccia italiani intercettano 4 caccia russi tra Svezia e Polonia

«#Scramble, nuovo decollo immediato per gli #Eurofighter italiani impegnati in attività di Air Policing in Polonia per intercettare 4 caccia russi che avevano interessato gli spazi aerei polacco e svedese prima di essere costretti a rientrare nello spazio aereo di Kaliningrad». Così su Twitter l'account dell'Aeronautica Militare.

#Scramble, nuovo decollo immediato per gli #Eurofighter italiani impegnati in attività di Air Policing in Polonia per intercettare 4 caccia russi che avevano interessato gli spazi aerei polacco e svedese prima di essere costretti a rientrare nello spazio aereo di Kaliningrad pic.twitter.com/xY6b3YA4YI

(ANSA il 5 ottobre 2022) - Le falle provocate nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 sarebbero effetto di un "sabotaggio mirato" attuato probabilmente da "attori statali". È quello che scrive il magazine tedesco Spiegel, in un'anticipazione, citando un documento dell'Anticrimine federale, Bka.

Da tgcom24.mediaset.it/ del 7 febbraio 2022

Se la Russia "attraversa il confine ucraino, non ci sarà più un gasdotto Nord Stream 2". E' quanto afferma Joe Biden nella conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo l'incontro nello Studio Ovale. "Prometto che il gasdotto chiuderà. Se Mosca invade l'Ucraina, la Nato e noi siamo pronti a intervenire", ribadisce il presidente americano. "Adotteremo tutte le misure necessarie, saremo uniti insieme ai nostri alleati e partner", dichiara Scholz. 

Un intervento militare russo in Ucraina porterà a "conseguenze rapide e severe" e Mosca "pagherà un prezzo altissimo", dichiara ancora il numero uno della Casa Bianca. 

Biden: "Lavoriamo su come compensare se l'Ue perde il gas russo" - Intanto gli Stati Uniti stanno lavorando su come compensare una parte importante del gas che l'Europa perderebbe in caso di uno stop al gasdotto Nord Stream 2. "Pensiamo che potremmo mettere insieme una parte importante di quanto andrebbe perduto", dichiara Biden. 

"Tutti dimenticano che la Russia deve essere in grado di vendere quel gas e quel petrolio. La Russia si regge su questo, è una parte importante del loro budget, di fatto è l'unica cosa che ha davvero in termini di esportazioni. E se viene tagliata, saranno duramente colpiti anche loro".

Scholz: "L'escalation russa minaccia l'Europa" - "Non possiamo restare in silenzio" sulla crisi ucraina, il rafforzamento militare russo al confine è "una minaccia alla sicurezza europea", evidenzia Olaf Scholz. E aggiungo: "Abbiamo preparato una risposta in caso di invasione".

Federico Rampini per corriere.it il 5 ottobre 2022. 

Come decifrare il mistero sulle esplosioni sottomarine che hanno danneggiato i gasdotti russi Nord Stream 1 e 2, aprendo falle nelle condutture e provocando perdite di metano? Svedesi e danesi, che hanno messo in allerta le proprie marine militari, hanno subito parlato di sabotaggio. Con fondate ragioni.

Anzitutto le falle nel tratto sottomarino sono avvenute pressoché simultaneamente in tre punti; hanno provocato fughe di gas da strutture che sono tubi di acciaio a tenuta stagna protetti da una robusta «camicia» di cemento. I sismografi hanno registrato scosse equivalenti a terremoti oppure a esplosioni. Poiché non c’è stato alcun terremoto in quell’area, resta la spiegazione dell’esplosione.

In mancanza di prove, i governi occidentali mantengono una certa cautela, anche se molti esperti occidentali sospettano che ci sia dietro la mano della Russia. Da Mosca la risposta è stata: «Ridicolo». 

La cosa più facile, nell’assenza di prove, è affidarsi alla logica deduttiva del «cui prodest», frase latina che significa «a chi giova». Chi avrebbe interesse a fare questo atto di sabotaggio? A chi giova danneggiare una infrastruttura così imponente e costosa, che per anni fu un’arteria vitale dell’energia da Est a Ovest? Un’infrastruttura, va aggiunto, attualmente inutilizzata.

Nord Stream 2, il più nuovo dei due, non ha mai cominciato a pompare gas perché è rimasto bloccato dalle sanzioni occidentali contro la Russia. Nord Stream 1 invece è stato uno strumento delle contro-sanzioni inflitte da Putin agli europei. 

Gazprom ha chiuso i rubinetti di Nord Stream 1 tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, prima adducendo la scusa del mancato arrivo di turbine in manutenzione in Canada, poi con un esplicito intento di castigare i clienti europei. 

Il «cui prodest» si complica, perché gli effetti di questo sabotaggio sono nulli nell’immediato: ha danneggiato un gasdotto incompleto (Nord Stream 2) e un altro che ha cessato di rifornire l’Europa. Anche se il gas c’è nelle condutture di entrambi, visto che la pressione del gas è indispensabile per mantenere quei tubi in buono stato. Comunque sul mercato di Amsterdam c’è stato un rialzo dei prezzi, ancorché limitato. Effetto psicologico, giustificato: il sabotaggio scatena ogni sorta di congetture su chi c’è dietro, e quali potrebbero essere le prossime mosse.

La logica del «cui prodest» ha generato molte assoluzioni di Putin, nei talkshow italiani dove abbondano i simpatizzanti dell’autocrate russo (alcuni espliciti, molti inconfessati). Che interesse avrebbe la Russia a sabotare se stessa, ovvero un’infrastruttura che le è costata miliardi di euro e che fino a ieri l’ha arricchita? Di conseguenza, i sospetti vanno indirizzati nel senso opposto: verso Occidente.

Il problema è che se a organizzare un attentato in territorio occidentale (la zona delle fughe di gas è in un tratto di mare tra le coste svedesi tedesche e danesi) fossero stati degli occidentali, prima o poi lo verremo a sapere. 

È la natura delle democrazie: anche i nostri servizi segreti sono dei colabrodi, prima o poi qualcuno ha interesse a passare informazioni scabrose a un giornalista o a un magistrato o a una ong. 

È sempre successo, abbiamo una lunga scia di scandali a ricordarcelo. Nelle ultime guerre americane, dall’Irak all’Afghanistan, c’è sempre stato un Assange o uno Snowden (oggi cittadino russo grazie a Putin) a rivelare ogni sorta di schifezze. E gli scandali hanno conseguenze, nelle democrazie. Viceversa, Putin può avvelenare un suo avversario sul suolo inglese, negare tutto, e rimanere al potere molti anni dopo aver commesso un assassinio.

Quale vantaggio avrebbe la Russia a sabotare Nord Stream? Al momento ci sono tre ipotesi. La prima descrive l’attentato come l’ennesimo gesto teso a generareinsicurezza sui mercati dell’energia, a far salire i prezzi, per danneggiare gli europei e aumentare la pressione politica a cui Mosca li sottopone con le sue sanzioni. 

La reazione della Borsa di Amsterdam, che determina le bollette della luce di tanti utenti europei, andrebbe in quella direzione. Una seconda ipotesi è l’avvertimento. L’attentato di ieri ha colpito una infrastruttura russa, certo, ma chi lo ha fatto ieri, domani potrebbe colpire altrove.

La capacità tecnica di orchestrare tre esplosioni sottomarine in una zona che dovrebbe essere sorvegliatissima dalla Nato, fra le coste di due paesi membri (Germania e Danimarca) e di un futuro membro (Svezia), è un segnale di quanto siamo esposti e insicuri. 

Chi ha fatto esplodere tre cariche a grande profondità lungo il gasdotto Nord Stream, in futuro potrebbe prendere di mira una infrastruttura più vitale: centrali elettriche o nucleari su territori Nato, per esempio. 

Un terza ipotesi è quella di rendere irreversibile la torsione geostrategica della Russia verso Oriente. Mettere fuori uso Nord Stream significa colpire le speranze che un giorno si possano normalizzare i rapporti fra Mosca e l’Europa: chiunque sia a nutrire quella speranza. Se è stato Putin (e sottolineo il se: sto giocando con le illazioni) a volere quegli attentati, può essere un modo per indicare ai suoi che il futuro della Russia sarà per sempre centrato sui rapporti con la Cina (e l’India). Indietro non si torna. L’Occidente sarà nemico per sempre.

Questo può essere un messaggio contro eventuali «colombe», o aspiranti golpisti, in una fase in cui Putin affronta resistenze popolari contro la mobilitazione di massa e la sua guerra che rischia di diventare davvero impopolare. L’insieme di queste congetture punta verso uno scenario inquietante che alcuni esperti definiscono così: la Russia diventerà come l’Iran. Il paragone è con il ruolo del regime degli ayatollah nel sostenere varie offensive terroristiche – dichiarate o meno – contro i suoi vicini e contro gli interessi occidentali.

Messa al bando dall’Occidente, sempre più isolata da noi, ma non priva di sostenitori in altre parti del mondo, la Russia di Putin potrebbe avviarsi a diventare un rogue State o Stato-canaglia, che fa dell’illegalità la sua cifra identitaria. In questo scenario ha un posto di rilievo la guerra ibrida: una guerra non dichiarata e asimmetrica contro l’Occidente, portata avanti con metodi a metà strada fra la guerra classica e il terrorismo. Già negli anni passati la Russia aveva intensificato i suoi cyber-attacchi.

Gli attentati contro le nostre infrastrutture potrebbero rientrare in un nuovo capitolo di questa guerra ibrida. Che ha una caratteristica tipica: la deniability o «smentibilità», il fatto di poter gettare il sasso e nascondere la mano. Le fughe di gas metano al largo delle coste danesi tedesche svedesi, hanno le caratteristiche del «terrorismo ecologico» perché diffondono metano che contribuisce al cambiamento climatico.

Rispetto alle vittime dell’invasione in Ucraina è poca cosa, ma per le opinioni pubbliche ambientaliste in Germania Danimarca e Svezia si tratta comunque di un nuovo motivo di allarme. La pista russa nelle esplosioni che hanno danneggiato Nord Stream può rivelarsi infondata. Ma la possibilità che la Russia si trasformi in un grande Iran, non va scartata dai nostri scenari futuri.

(ANSA il 6 ottobre 2022.) "Non importa quali armi possiate trovare, avete già perso": lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso di ieri sera, sottolineando che non c'è nessuna arma che possa aiutare la Russia a vincere la guerra. "Gli ucraini sanno per cosa stanno combattendo. 

Ora sempre più cittadini russi si rendono conto che devono morire solo perché una persona non vuole fermare la guerra", ha proseguito. E poi: "Anche se voi (gli occupanti) trovate ancora qualche altra arma da qualche parte nel mondo, come questi Shahed iraniani (i droni Shahed-136 che le forze russe hanno usato ultimamente, ndr) che usate per bombardare le nostre città... non vi aiuterà comunque. Avete già perso".

(ANSA il 5 ottobre 2022) E' la Russia, e non gli Stati Uniti e altri Paesi alleati, il principale 'fornitore' di armi pesanti all'Ucraina grazie alle centinaia di carri armati, obici e veicoli blindati caduti nelle mani di Kiev nel corso delle sue offensive contro le forze di Mosca: è il parere di alcuni analisti di intelligence intervistati dal Wall Street Journal. 

Secondo questi analisti, la rapida avanzata dell'Ucraina nella regione di Kharkiv (nord-est) il mese scorso ha permesso all'Ucraina di appropriarsi di un'enorme quantità di armi pesanti russe. A queste si aggiungono le armi prese durante la ritirata della Russia dalla capitale e da altre parti dell'Ucraina settentrionale lo scorso aprile.

In termini numerici, secondo gli analisti, Mosca ha quindi superato di gran lunga gli Usa e gli altri alleati nella fornitura di armi, anche se quelle inviate dall'Occidente sono "più avanzate e precise" di quelle russe, commenta il Wsj. Secondo queste stime finora l'Ucraina ha catturato almeno 460 carri armati russi, 92 obici, 448 veicoli da combattimento di fanteria, 195 veicoli da combattimento blindati e 44 sistemi missilistici a lancio multiplo. 

Erdogan: «Oggi colloquio con Putin». Il Corriere della Sera il 6 Ottobre 2022. (Il Corriere della Sera e il sito Corriere.it oggi e domani escono senza le firme dei giornalisti per un’agitazione sindacale)

Le notizie di giovedì 6 ottobre, in diretta. Il vice capo della regione annessa di Kherson ha criticato pubblicamente ministri e generali russi per le sconfitte sul campo. Continua l’avanzata ucraina nella regione di Kherson, a Sud, e nell’Est del Paese

• La guerra in Ucraina è arrivata al 225esimo giorno.

• Secondo l’intelligence americana ci sarebbe il governo ucraino dietro all’omicidio di Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin, l’ideologo ispiratore delle politiche ultranazionaliste di Vladimir Putin.

• L'esercito di Kiev avanza nella zona di Kherson. Qui il video reportage dalla linea del fronte.

Ore 04:12 - Bombe russe su Khariv. Scoppia un incendio, nessuna vittima

Le forze russe hanno colpito nella notte un’infrastruttura nel distretto Osnovyanskyi di Kharkiv (nord-est): lo ha reso noto il sindaco della città, Ihor Terekhov, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Sul luogo è scoppiato un incendio, ha aggiunto Terekhov sottolineando che al momento non si hanno notizie di feriti o vittime.

Ore 05:38 - Al via il vertice della Comunità Politica Europea

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che sta attualmente supervisionando una controffensiva contro le forze di Mosca, si collegherà tramite collegamento video da Kiev. Il suo primo ministro lo sostituirà ai colloqui. «L’Europa sta affrontando la sua più grande crisi dalla seconda guerra mondiale. E l’abbiamo affrontata insieme con unità e determinazione», il primo ministro britannico Liz Truss dirà ai colleghi leader. «Dobbiamo continuare a essere fermi, per garantire che l’Ucraina vinca questa guerra, ma anche per affrontare le sfide strategiche che ha esposto». Nonostante la retorica, si prevedono pochi risultati concreti dal vertice. La Francia ha affermato che spera di definire un potenziale spazio per la cooperazione tra i leader sulla protezione delle infrastrutture europee critiche come gasdotti, sicurezza informatica e forniture energetiche. I funzionari dell’UE si aspettano di accettare di tenere un raduno di follow-up della comunità tra sei mesi in un paese al di fuori del blocco, con la Gran Bretagna e la Moldova che si offrono entrambe di ospitare.

Ore 05:49 - Kiev, trovati corpi due civili torturati, ammanettati insieme

I corpi di due uomini, di età tra i 30 e i 35 anni sono stati trovati dalla polizia ucraina nel villaggio di Novoplatonivka, nella regione orientale di Kharkiv, liberato nei giorni scorsi dalle forze di Kiev: le loro mani erano legate insieme con le manette, avevano ferite da arma da fuoco alla testa, erano vestiti in abiti civili. I cadaveri sono stati scoperti in una cava di sabbia a quattro metri di profondità. Lo riferisce Unian. I media ucraini hanno pubblicato le immagini del luogo del ritrovamento. Secondo la polizia, nel villaggio erano di stanza 250-350 uomini delle forze speciali russe. La loro rotazione avveniva periodicamente. «I dipendenti delle squadre investigative e operative hanno raccolto prove», ha detto la polizia.

Ore 06:30 - Missili russi su Zaporizhzhia, colpite infrastrutture e edifici residenziali

L’esercito russo ha lanciato questa mattina un attacco missilistico contro la città di Zaporizhzhia (sud) colpendo infrastrutture ed edifici residenziali: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh, secondo quanto riporta Ukrinform. «L’occupante ha attaccato il centro regionale con dei missili. Gli obiettivi del nemico erano infrastrutture», ha scritto Starukh su Telegram, aggiungendo che sono state udite diverse esplosioni e che «edifici residenziali sono stati distrutti in città. In seguito agli attacchi nemici - ha sottolineato - sono scoppiati incendi... Il numero esatto delle vittime non è ancora noto».

Ore 08:01 - Droni kamikaze russi su regioni Odessa e Mykolaiv

Le unità di difesa aerea ucraine hanno abbattuto sei droni kamikaze russi (su un totale di 12) che avevano attaccato nella notte le regioni di Odessa e Mykolaiv: lo ha reso noto il Comando operativo meridionale di Kiev, secondo quanto riporta Ukrinform. «Durante l’attacco notturno di droni kamikaze nelle regioni di Odessa e Mykolaiv, secondo i dati preliminari, sei droni sono stati abbattuti dalle forze di difesa aerea», ha riferito il Comando sottolineando che «il nemico ha intensificato la ricognizione aerea».

Ore 08:04 - Kiev: l’avanzata d’autunno contro le forze russe prosegue

L’Ucraina ha rivendicato oggi il proseguimento della sua avanzata nell’”offensiva d’autunno” nel sud e nell’est del paese a scapito delle forze russe. Oleksyi Reznikov, il ministro della Difesa di Kiev, in un tweet ha scritto: «Mentre il ‘parlamento russo’ è intossicato dai futili tentativi di annessione, i nostri soldati continuano ad avanzare. Questa è la migliore risposta a ognuno e a tutti i “referenda”, decreti, trattati e patetici discorsi». Secondo quanto ha dichiarato il presidente Volodymyr Zelenski, nella scorsa settimana le forze ucraine hanno prodotto una rapida avanzata ripendendo decine di villaggi nella regione occupata dai russi.

Ore 09:09 - Kiev: due morti in attacco russo a Zaporizhzhia

Un attacco missilistico sulla città di Zaporizhzhia ha provocato stamattina presto almeno due morti, ma i soccorritori sono ancora al lavoro per cercare di salvare le persone, almeno 5, che si trovano sotto le macerie degli edifici distrutti dalle bombe. È quanto riferisce Oleksandr Starukh, capo dell’amministrazione militare della regione. «Molte persone sono state soccorse. Tra loro c’è anche una bambina di tre anni», ha detto Starukh citato dall’agenzia Unian. Secondo le informazioni ucraine, i missili che hanno colpito la città stamattina sono 16.

Ore 09:21 - Zelensky: «Deportati 1,6 milioni di ucraini dai territori occupati»

La Russia ha deportato più di 1,6 milioni cittadini ucraini dai territori occupati dall’inizio della guerra. La denuncia è del presidente Volodymyr Zelensky, che ne ha parlato durante il suo discorso trasmesso in video alla riunione dell’Organizzazione degli Stati americani. «Non abbiamo dubbi che vinceremo questa guerra e saremo in grado di proteggere l’indipendenza dell’Ucraina. Le vittorie quotidiane al fronte e dozzine di città e villaggi liberati dell’Ucraina lo dimostrano», ha affermato. Ma, si è chiesto, quanti ucraini saranno uccisi prima che la Russia ammetta la sua sconfitta? «Più di un milione e seicentomila ucraini sono già stati deportati in Russia, e molti di loro sono passati attraverso i terribili campi di filtrazione degli occupanti, dove sono stati derisi e intimiditi». «Stiamo facendo di tutto per porre fine alla lunga lista di vittime ucraine che la Russia sta creando. Ma abbiamo ancora bisogno del vostro sostegno per accelerare l’arrivo della pace per il nostro popolo», ha affermato il presidente.

Ore 09:26 - Da Mosca a MInsk 1,5 miliardi di dollari per far fronte alle sanzioni

Una settimana dopo l’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il collega bielorusso Aleksandr Lukashenko, il governo di Mosca ha annunciato un prestito alla Bielorussia per la «sostituzione delle importazioni», ovvero misure per far fronte alle sanzioni occidentali. Una chiara volontà di sostegno per l’unico Paese che è al fianco della Russia nella guerra contro l’Ucraina. «La decisione è presa» si legge sui media russi. L’accordo è stato firmato o sarà firmato a breve. Il volume è di 1,5 miliardi di dollari, riporta RIA Novosti che cita il vice primo ministro Alexei Overchuk

Ore 09:58 - Intelligence Gb: «Kiev avanza ma non fende ancora difesa russa»

Continua la controffensiva e l’avanzata delle forze ucraine nel sud del Paese secondo quanto segnala l’ultimo aggiornamento dell’intelligence britannica riguardo agli sviluppi sul terreno, con le forze di Kiev che spingono il fronte di altri 20 chilometri sul lato sud del Paese ma che non fendono ancora le posizioni di difesa russe. Lo riferisce il Guardian. Stando al rapporto quindi «le forze russe in genere hanno interrotto i contatti e si sono ritirate», ma devono adesso un «dilemma»: se ritirare le truppe dall’altra parte del fiume Dnipro per difendere il resto della regione di Kherson, o rimanere e difendere l’area.

Ore 10:03 - Nuove esplosioni a Zaporizhzhia

Tre forti esplosioni sono state da poco udite a Zaporizhzhia mentre si vedono alzarsi colonne di fumo dal centro della città. Lo riferisce il Guardian. Intanto il governatore della città Oleksandr Starukh ha esortato i residenti della capitale della regione a rimanere nei rifugi, postando su Telegram per annunciare «un altro attacco missilistico nemico».

Ore 11:25 - Mosca: «Price cap sul petrolio? Non è un tetto alla benzina»

«Hanno capito tutti che con il tetto al prezzo del petrolio non ci sarà il tetto al prezzo della benzina?». Lo scrive l’ambasciata russa a Roma sui suoi profili social dopo il varo da parte dell’Ue dell’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia che prevede anche il price cap al greggio russo.

Ore 11:26 - Il Consiglio Europeo adotta le nuove sanzioni contro Mosca

Il Consiglio Europeo ha adottato l’ottavo pacchetto sanzioni contro la Russia in risposta «all’annessione illegale delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson». Lo riporta il Consiglio in una nota. «Il pacchetto concordato comprende una serie di misure volte a rafforzare la pressione sul governo e sull’economia russa, a indebolire le capacità militari della Russia e introduce le basi per l’introduzione di un tetto massimo di prezzo per il trasporto marittimo di petrolio russo destinato a Paesi terzi e di ulteriori restrizioni sul trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi verso Paesi terzi».

Ore 11:28 - Borrell: «Con le sanzioni rispondiamo all’ultima escalation»

«Questo nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia è la prova della nostra determinazione a fermare la macchina da guerra di Putin e a rispondere alla sua ultima escalation con falsi referendum e annessioni illegali di territori ucraini». Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, commentando l’ottavo pacchetto di sanzioni contro Mosca. «Stiamo colpendo ulteriormente l’economia di guerra russa, limitando le capacità di importazione ed esportazione della Russia e siamo sulla buona strada per liberarci dalla dipendenza energetica russa. Stiamo anche colpendo i responsabili dell’annessione illegale dei territori ucraini», ha aggiunto Borrell. «L’Ue sarà al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario», ha ricordato l’Alto rappresentante.

Ore 11:42 - Mosca: «Forniture Himars a Kiev mostrano odio Usa per Russia»

«Nuove forniture di missili Himars a Kiev evidenziano l’odio di Washington per Mosca», lo ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in conferenza stampa.

Ore 11:56 - Orban: «Le sanzioni Ue hanno fallito e vanno ripensate»

«La politica sanzionatoria fallimentare di Bruxelles deve essere ripensata, perché le sanzioni non sono state all’altezza delle aspettative. La guerra non è finita, i prezzi in Europa sono alle stelle, ma la Russia sta facendo un buon profitto». Così il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, secondo quanto riporta il suo portavoce Zoltan Kovacs, dopo aver incontrato a Praga l’ex presidente cecoslovacco Václav Klaus.

 Ore 12:05 - Morte della figlia di Dugin: per le spie americane dietro l’omicidio c’era Kiev

I servizi segreti americani sospettano siano stati gli ucraini ad assassinare Darya Dugina, il 20 agosto scorso a Mosca. In ogni caso l’amministrazione Biden non era stata preavvertita. Se lo avesse saputo, avrebbe cercato di convincere il governo di Kiev a rinunciare all’azione. Il New York Times ricostruisce una delle vicende più oscure degli ultimi mesi, anche se mancano ancora delle informazioni per completare il quadro. Il quotidiano scrive che subito dopo l’attacco «settori del governo Usa manifestarono la propria irritazione per l’avventurismo di operazioni coperte». Non è chiaro se si siano mossi i consiglieri di Joe Biden o se sia stata la Cia a protestare. Quel blitz rischiava di alimentare l’escalation in una fase delicata della guerra. E inoltre avrebbe potuto fornire a Vladimir Putin il pretesto per ordinare l’eliminazione di personaggi al vertice in Ucraina, a cominciare dallo stesso presidente Volodymyr Zelensky.

 Ore 12:07 - Camera dell’orrore russo nel Kharkiv «Denti d’oro» rubati a un dottore?

«Una maschera antigas messa sulla testa di una vittima che è stata coperta con uno straccio che bruciava e sepolta viva». Poco lontano, «una scatola di capsule dentali d’oro». L’ultima galleria degli orrori russi arriva da Pisky-Radkivski, villaggio nella regione di Kharkiv sulla riva destra del fiume Oskil. La notizia è stata diffusa due giorni fa dai canali Telegram e Twitter filo ucraini. Una nuova «camera delle torture» è stata scoperta dalla polizia ucraina nella località da poco tornata sotto il controllo di Kiev dopo la ritirata delle truppe di Mosca. «Una mini Auschwitz. Quante altre se ne troveranno nell’Ucraina occupata?», ha denunciato ieri il ministero della Difesa ucraino, pubblicando le due immagini, scattate dal capo del dipartimento investigativo dei servizi di sicurezza nell’oblast, Serhiy Bolvinov: un’inquietante riproposizione delle pratiche naziste nei confronti dei prigionieri nei campi di concentramento.

Ore 12:09 - Kiev: «Liberati oltre 400 chilometri quadrati nel Kherson»

Dall’inizio di ottobre, le forze armate ucraine hanno liberato più di 400 chilometri quadrati della regione di Kherson. Lo afferma Natalia Gumenyuk, capo del Centro stampa di coordinamento congiunto delle forze di difesa dell’Ucraina meridionale, durante un briefing, come riporta Ukrainska Pravda. In generale comunque, secondo Gumenyuk, la situazione nella direzione sud rimane difficile e si sta sviluppando in modo estremamente dinamico.

Ore 12:25 - Pe: «L’Ue prepari risposta in caso di attacco nucleare russo»

L’Eurocamera chiede all’Ue di preparare una risposta in caso di attacco nucleare russo. Questo il contenuto della relazione sull’escalation russa in Ucraina approvata dal Parlamento europeo con 504 voti a favore, 26 contrari e 36 astensioni in cui si chiede inoltre un forte aumento dell’assistenza militare all’Ucraina, la condanna dei referendum farsa e delle minacce nucleari di Putin e l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per i crimini contro l’Ucraina.

Ore 12:27 - Mosca: Copenhagen si rifiuta coinvolgere Russia in Nord Stream

«La non volontà della Danimarca di coinvolgere la Russia nelle indagini sul sabotaggio a Nord Stream può significare che Copenhagen conosce le persone coinvolte». Lo afferma la portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova, secondo quanto riporta Tass. L’indagine sugli incidenti ai gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 non può avvenire senza la partecipazione russa «perché non permettere al proprietario di indagare significa nascondere qualcosa», ha aggiunto Zakharova . «La partecipazione della Russia a un’indagine di questo tipo, credo, sembra incontestabile per qualsiasi persona un po’ istruita. Né gli avvocati, né gli ingegneri, né i finanzieri, né i semplici personaggi pubblici possono immaginare come un’indagine del genere possa svolgersi senza la parte che possiede tutto. Ma a quanto pare è possibile, perché alcuni membri del Consiglio di Sicurezza (dell’Onu) stanno dicendo che non solo non inviteranno la Russia, ma non permetteranno nemmeno alla Russia di partecipare alle loro indagini o inchieste», ha detto.

Ore 12:29 - Mosca: l’Occidente ha dettato il decreto a Zelensky sul rifiuto dei colloqui con Putin

Il decreto del leader ucraino Volodymir Zelensky che esclude i colloqui con il presidente russo Vladimir Putin, così come i precedenti passi di Kiev, è stato dettato dall’Occidente. Lo ha dichiarato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, come riporta Tass. La portavoce ha ricordato il rifiuto di Kiev di applicare gli accordi di Minsk e la sua decisione di interrompere i colloqui di pace con Mosca in primavera. «Era chiaro allora che ciò era stato fatto per volere dei Paesi occidentali che non vogliono la fine delle ostilità», ha detto.

 Ore 12:37 - Mosca: «Taglio Opec+ serve a stabilizzare mercato del greggio»

La decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio è finalizzata «solo a stabilizzare il mercato petrolifero»: lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ripreso dalla Tass. «Qui - ha detto il portavoce di Putin - non si parla di solidarietà con un Paese in particolare».

Ore 12:53 - Peskov: price cap petrolio? Effetto distruttivo su mercati

Il Cremlino prevede che l’eventuale introduzione di un tetto al prezzo del petrolio «avrà un effetto distruttivo sui mercati, sconvolgendo quasi tutti i paesi». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, secondo quanto riporta Tass.

Ore 13:01 - Peskov: non è vero che 700 mila russi sono fuggiti

Il Cremlino ha smentito le notizie secondo cui 700 mila russi sarebbero fuggiti dal Paese da quando Mosca ha annunciato una mobilitazione. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto di non avere cifre esatte sul numero di persone che hanno lasciato la Russia dopo l’annuncio del presidente Vladimir Putin del 21 settembre.

Ore 13:07 - Putin: «Le sanzioni cresceranno, prepariamoci»

«La pressione delle sanzioni sulla Russia non farà che aumentare e, a questo proposito, dobbiamo disporre di piani d’azione flessibili ed efficaci, calcolati sia a breve che a medio termine e implementarli in modo coerente». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin. Lo riporta l’agenzia Ria Novisti.

Ore 13:25 - Mosca: «Vogliamo evitare la guerra nucleare»

La Russia è «totalmente impegnata» a evitare che venga combattuta una guerra nucleare. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova nel corso di una conferenza stampa, sottolineando che la posizione di Mosca in merito non è cambiata.

Ore 14:33 - Putin domani compie 70 anni

Il Presidente russo Vladimir Putin compie domani 70 anni. Sarà forse il compleanno più amaro della sua carriera politica, con le forze militari russe che indietreggiano nei territori del sud est dell’Ucraina che ha appena annesso alla Russia. Difficile che il Presidente, impegnato nell’«operazione militare speciale» in Ucraina, trascorra la giornata, come fece nel 2019, con il non più favorito ministro della Difesa Sergei Shoigu a pescare e cercare funghi, in Siberia.

Ore 14:35 - Zaporizhzhia, il bilancio dell’attacco russo sale a 3 morti

È salito a tre morti il bilancio dell’attacco russo con missili avvenuto questa mattina su alcuni edifici residenziali a Zaporizhzhia in Ucraina. Lo rende noto il servizio di emergenza statale della regione, citato da Ukrainska Pravda. «I dipendenti del servizio di emergenza statale hanno recuperato i corpi di tre persone dalle macerie di un edificio», si legge. Il precedente bilancio parlava di due donne morte.

Ore 14:49 - Kiev: attacco missilistico russo dalla Bielorussia

Stamattina sei aerei russi hanno lanciato un attacco missilistico contro l’Ucraina dal territorio della Bielorussia. Lo denuncia il vicecapo del dipartimento operativo principale dello stato maggiore delle forze armate di Kiev, generale di brigata Oleksiy Gromov ed il portavoce dell’Aeronautica Militare Yuri Ignat, citati da Ukrainska Pravda. «Questa mattina, 4 aerei Tu-22 M3 dell’aviazione russa hanno lanciato un attacco aereo sul territorio dell’Ucraina sallo spazio aereo della Bielorussia», si legge. «L’ultima volta che aerei russi avevano attaccato l’Ucraina dalla Bielorussia era stato 28 agosto» scorso, precisano le stesse fonti.

Ore 15:04 - Capo di stato maggiore Azov: «Mosca cercò di arruolare i soldati del battaglione»

Un rappresentante del battaglione Azov ha dichiarato che le forze russe hanno cercato di arruolare i soldati del battaglione dopo averli catturati presso l’acciaieria Azovstal a Mariupol. Il capo di stato maggiore di Azov, Bogdan Krotevich, ha affermato che l’esercito russo ha invitato le truppe del battaglione a unirsi alla causa di Mosca promettendo di «distruggere l’Occidente e gli Stati Uniti».

Krotevich ha sottolineato che i membri del battaglione erano visti favorevolmente nell’esercito russo per le loro qualità militari. «Ragazzi, combattete bene», hanno detto loro le truppe russe, ricorda il rappresentante del battaglione Azov, parlando con l’agenzia ucraina Unian. Tuttavia, le truppe della squadra si sono rifiutate di arruolarsi nell’esercito russo perché «l’Ucraina è la loro patria» e unico scopo è «combattere contro chiunque attacchi il loro Paese», che sia la Russia o qualsiasi altra nazione.

Ore 15:26 - Kiev: «Mosca voleva comprare 200mila giubbotti antiproiettile»

Il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, ha affermato che la Russia ha cercato di ordinare 200mila giubbotti antiproiettile e 500mila set di abbigliamento invernale attraverso paesi terzi, ma la Turchia ha rifiutato. Lo riporta Ukrainska Pravda. «Ciò significa che hanno un problema - ha aggiunto - a proposito, i partner turchi hanno rifiutato».

Ore 15:36 - Zelensky ai leader europei: «Aiutandoci aiutate voi stessi»

«Aiutando noi, aiutate voi stessi». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, collegandosi questo pomeriggio con il vertice della Comunità Politica Europea in corso a Praga, secondo quanto riferiscono fonti Ue. La guerra, ha continuato, deve essere «vinta» dall’Ucraina, in modo che la Russia «non colpisca altri Paesi». L’Ucraina, ha aggiunto, ha bisogno di «garanzie di sicurezza». Il presidente ha riferito che la Russia usa contro Kiev droni di provenienza iraniana: Mosca - ha detto - vuole «ridisegnare» i confini d’Europa ed è fondamentalmente «antieuropea». Zelensky si è infine detto convinto che i russi «un giorno perderanno» la guerra in corso.

«Questa guerra deve essere vinta in Ucraina, in modo che il Cremlino non colpisca altri paesi. Occorre ripristinare la sicurezza e l’integrità territoriale», ha aggiunto.

Ore 15:55 - Il premier ceco apre il vertice di Praga: «Sostegno incondizionato a Kiev»

«L’Europa attualmente fa fronte a parecchie difficoltà, il problema più grave è che sta subendo una guerra di aggressione. La Russia continua la sua ingiusta aggressione contro l’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin non è aperto ai negoziati e il suo unico obiettivo è la conquista del paese confinante. Le azioni della Russia nell’ultima settimana lo dimostrano ancora una volta»: lo ha detto il premier ceco Petr Fiala nel suo discorso di apertura del summit della Comunità politica europea.

L’annuncio del referendum nei territori occupati è stato uno stratagemma disonesto, ha detto Fiala, aggiungendo che la comunità internazionale non può prenderlo sul serio. Kiev e l’Occidente condannano e respingono come illegale l’annessione russa di quattro territori ucraini annunciata alla fine di settembre.

«L’Ucraina ha bisogno del sostegno incondizionato dell’Europa. Gli europei devono mantenere i valori che li uniscono: i valori dei diritti umani, del rispetto e dello Stato di diritto», ha dichiarato Fiala.

Ore 17:10 - Dugina, perché gli Usa hanno rivelato il coinvolgimento dell’Ucraina nella sua morte

Le rivelazioni del New York Times sul coinvolgimento ucraino nell’omicidio della figlia di Dugin arrivano dopo una serie di segnali contrastanti sul rapporto fra il governo americano e quello di Kiev. Primo. Gli Usa non hanno nascosto il loro ruolo nel preparare le forze di Zelensky ben prima dell’invasione. Training, forniture e un mare di intelligence hanno migliorato le unità della resistenza. Una volta scattata l’aggressione russa, gli americani hanno raccontato per filo e per segno come assistevano quotidianamente la resistenza. Rivelando anche dettagli riservati.

Ore 17:17 - Kiev: «Dall’inizio di ottobre Minsk ha inviato ai russi 30 carri con munizioni»

Dall’inizio di ottobre, la Bielorussia ha inviato quasi 30 carri di munizioni alle truppe russe per la guerra in Ucraina, in particolare nelle direzioni di Donetsk e Kherson. Lo ha annunciato il vice capo di stato maggiore delle forze armate ucraine Oleksiy Gromov durante un briefing, citato da Kiev Independent. «Dall’inizio di ottobre, quasi 30 carri con munizioni sono stati inviati dagli arsenali bielorussi di stoccaggio di missili e munizioni alle forze di occupazione nelle direzioni di Donetsk e Kherson. In generale, dall’inizio dell’aggressione su vasta scala, dal territorio della Bielorussia sono stati inviati un totale di quasi 250 carri».

Ore 17:28 - Biden: «Incontro con Putin al G20? È ancora da decidere»

L’eventuale incontro tra Joe Biden e il presidente russo Vladimir Putin al G20 in Indonesia il prossimo novembre «è ancora da decidere». Lo ha detto il presidente americano rispondendo ad una domanda dei giornalisti al seguito prima di partire per New York.

Ore 17:34 - Kiev: da avvio mobilitazione ripresi 2.400 km quadrati a nord-est

Dal 21 settembre scorso, giorno in cui Putin ha dichiarato la mobilitazione militare, la controffensiva delle forze armate ucraine è avanzata di 55 km nel nord-est, riprendendo il controllo di 93 insediamenti e oltre 2.400 km quadrati di territorio. Lo riferiscono le forze armate ucraine, citate dal Kiev Independent.

Ore 17:41 - Il politologo russo Dugin tra nuovi sanzionati dall’Ue

Il filosofo e politologo russo Aleksander Gelyevich Dugin è stato sanzionato dall’Unione europea nell’ambito dell’ottavo pacchetto di misure restrittive dall’inizio della guerra in Ucraina approvato oggi dal Consiglio Ue. Padre di Darya Dugina, uccisa ad agosto in un attentato a Mosca, Dugin viene accusato dall’Ue di aver «giustificato ideologicamente e teologicamente l’annessione della Crimea e la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, vedendola come una “liberazione” dell’Ucraina dall’influenza occidentale», si legge nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.

Nella lista nera sono finite altre 30 persone, tra i quali anche gli individui che hanno avuto un ruolo nei referendum farsa per le annessioni delle quattro regioni ucraine. Altri sono rappresentanti del settore della difesa, come il maggiore azionista del produttore di armi JSC Kalashnikov Concern, Alan Lushnikov e gli ex e attuali viceministri della Difesa della Federazione Russa. Infine l’elenco include individui che fanno parte dell’ecosistema di disinformazione del Cremlino, come i musicisti russi Nikolay Rastorguyev, frontman del gruppo Lyube, Yulia Chicherina e Oleg Gazmanov.

Ore 18:22 - Aiea: centrale nucleare Zaporizhzhia è proprietà ucraina

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) considera la centrale nucleare di Zaporizhzhia come proprietà ucraina. Lo ha detto il direttore generale dell’agenzia Onu, Rafael Grossi, in un’intervista alla Reuters ripresa dalla Tass, all’indomani del decreto con cui il presidente russo Vladimir Putin ha inserito l’impianto tra gli asset della Federazione russa.

Ore 18:24 - Funzionario filorusso: «Shoigu dovrebbe spararsi»

Un funzionario insediato dalla Russia in Ucraina ha suggerito che il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di suicidarsi a causa della vergogna per le sconfitte in Ucraina. Dopo più di sette mesi di guerra, gli obiettivi della Russia non sono ancora stati raggiunti mentre le forze russe hanno subito una serie di sconfitte sul campo, costringendo Putin ad annunciare la mobilitazione. In un videomessaggio di quattro minuti, Kirill Stremousov, il vice capo della regione annessa di Kherson, ha criticato pubblicamente «generali e ministri» di Mosca per non aver compreso i problemi del fronte.

Ore 18:42 - Media: «Gli Usa fanno scorta di farmaci contro le radiazioni»

Gli Stati Uniti fanno scorta e acquistano farmaci anti-radiazioni. Il Dipartimento della Salute, riportano i media americani, ha ordinato 290 milioni di dollari di Nplate, medicina prodotta da Amgen contro la sindrome da radiazione acuta nei bambini e negli adulti. L’acquisto avviene fra le minacce nucleari del presidente russo Vladimir Putin anche se le autorità americane spiegano che non è stato accelerato dalla guerra in Ucraina. «Rientra nel lavoro per la sicurezza contro i rischi radiologici», afferma il Dipartimento delle Salute secondo quanto riportato dai media americani.

Ore 18:52 - Razov: la Russia favorevole a negoziare, Kiev non vuole

Vladimir Putin ha già detto che la Russia «è favore di un cessate il fuoco e di sedersi a un tavolo negoziale. Ma qualche giorno dopo Zelensky ha emanato un decreto che dice che l’Ucraina non condurrà negoziati con Putin. Evidentemente dobbiamo aspettare un cambio di vedute da parte del presidente ucraino o il cambio del presidente». Lo ha detto l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov a Porta a Porta, nel corso della registrazione della puntata che andrà in onda stasera.

 Ore 19:05 - Mosca convoca ambasciatore francese per le armi a Kiev

La Russia ha convocato l’ambasciatore francese a Mosca per le forniture di armi all’Ucraina. Lo annuncia il ministero degli Esteri russo.

Ore 21:04 - Zakharova: “L’Occidente sta incoraggiando guerra nucleare”

“L’Occidente sta incoraggiando una guerra nucleare. Ogni persona sul pianeta deve rendersi conto che il burattino e lo squilibrato Zelensky, pieno di armi, si è trasformato in un mostro le cui mani possono distruggere il pianeta”: è quanto ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando le dichiarazioni del leader ucraino Volodymyr Zelensky al think-tank australiano Lowy, secondo cui la Nato dovrebbe impedire a Mosca il ricorso alle armi nucleari con “attacchi preventivi”.

Ore 21:54 - Erdogan, meglio la peggior pace che la guerra

«Una pace equa non ha perdenti. Anche la peggior pace è meglio della guerra. La Turchia parla con tutte le parti e ha la loro fiducia, purtroppo alcuni Paesi europei preferiscono la provocazione e l’escalation». Lo ha detto, soffermandosi sulla guerra in Ucraina, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan nel corso di una conferenza stampa a Praga. Erdogan ha anche affermato che domani sentirà Vladimir Putin, sottolineando di essere «l’unico leader» che può avere colloqui con il presidente russo e Volodymyr Zelensky. Parlando della Comunità politica europea il presidente turco ha poi aggiunto: «La Comunità politica non è un’alternativa alla politica di allargamento dell’Ue, la Turchia non accetterà mai alcuna interruzione dei suoi colloqui di adesione».

Ore 00:45 - Macron: forniremo più sostegno e cannoni a Kiev

«Continueremo a sostenere l’Ucraina dal punto di vista militare, finanziato e in termini di solidarietà. Continueremo a considerare le richieste che riceviamo dall’Ucraina, anche cannoni. Tornerò sul tema domani nella conferenza stampa dopo il Consiglio europeo, abbiamo un numero di richieste specifiche sull’equipaggiamento militare e lavoreremo su queste, in particolare per l’invio di più supporto». Così il presidente francese, Emmanuel Macron, nella conferenza stampa al termine del summit della Comunità politica europea a Praga.

Ore 01:08 - Onu, idea conflitto nucleare inaccettabile e impensabile

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres considera l’idea di un conflitto nucleare «inaccettabile e impensabile», e questa posizione non e’ cambiata: lo ha detto alla Tass il suo portavoce Stephane Dujarric, commentando gli appelli del presidente ucraino Vladimir Zelensky a effettuare attacchi nucleari preventivi sulla Russia. «Per quanto riguarda qualsiasi commento sull’uso delle armi nucleari, vorrei rimandarvi a quanto già affermato dal Segretario generale su questo tema. La sua posizione non è cambiata», ha detto Dujarric. Il 22 settembre Guterres ha affermato che «l’idea di un conflitto nucleare, una volta impensabile, è diventata oggetto di discussione, questo di per se è del tutto inaccettabile». Tutte le potenze nucleari devono riaffermare il loro impegno per il non uso e la graduale eliminazione delle armi nucleari, ha affermato Guterres.

Ore 01:35 - Ucraina: due russi raggiungono Alaska per evitare mobilitazione

Due cittadini russi sono sbarcati su una remota isola dell’Alaska allo scopo di sfuggire alla mobilitazione e chiedere asilo negli Stati Uniti. Lo riferiscono, riporta l’Abc, Lisa Murkowski e Dan Sullivan, senatori repubblicani dell’Alaska. Secondo Murkowski e Sullivan, i due russi sono arrivati con una piccola imbarcazione su una spiaggia nei pressi di Gambell, una cittadina sull’isola di St. Lawrence a 80 chilometri dalla terraferma russa. «Quanto avvenuto chiarisce due cose: in primo luogo, il popolo russo non vuole combattere la guerra d’aggressione di Putin contro l’Ucraina», ha dichiarato Sullivan in una nota, «in secondo luogo, data la vicinanza dell’Alaska alla Russia, il nostro Stato ha un ruolo vitale da giocare nell’assicurare la sicurezza nazionale dell’America».

Ore 02:18 - Zelensky, in sette giorni riconquistati 500 kmq in regione Kherson

Dall’inizio di ottobre l’Ucraina ha riconquistato 500 chilometri quadrati di territorio nella regione di Kherson. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso serale. «Dal 1ottobre, più di mezzo migliaio di chilometri quadrati di territorio e dozzine di insediamenti sono stati liberati dal falso referendum russo e stabilizzati nella sola regione di Kherson», ha detto Zelensky, sottolineando i «successi» ottenuti nell’Est del Paese e dicendosi fiducioso in una loro estensione alla regione di Zaporizhia. «Verrà il giorno in cui parleremo anche della liberazione della Crimea», ha affermato ancora il presidente ucraino. Zelensky ha poi reagito alla smentita di Teheran sulla presenza nell’arsenale russo di droni iraniani. «Li abbattiamo. Ma ci dicono che presumibilmente non ci sono droni iraniani in Ucraina. Bene, troveremo il modo per assicurarci che non ne rimangano», ha ironizzato.

Ore 02:31 - L’allarme di Biden: rischio di un Armageddon nucleare

Joe Biden dice di «conoscere bene Putin». Il leader russo «non sta bluffando, c’è davvero il rischio di un’Armageddon nucleare». Ieri sera, giovedì 6 ottobre, il presidente americano parlava in evento per la raccolta fondi ospitato a New York da James Murdoch, il figlio, evidentemente dissidente, del conservatore Rupert Murdoch. Finora la Casa Bianca e il Pentagono avevano mantenuto una linea di prudenza: non si può escludere che Putin possa ricorrere alle armi tattiche nucleari, ma finora non ci sono segnali concreti di allarme. Biden, invece, è stato netto: «Per la prima volta dalla crisi dei missili Cubani (1962 ndr), dobbiamo fronteggiare la minaccia di un’atomica, specie se le cose proseguiranno nella direzione in cui stiamo andando». E ancora: «Stiamo cercando di capire che cosa ha in serbo Putin? Se troverà una via d’uscita? Come reagirà quando capirà di aver perso non solo la faccia, ma anche il potere? Abbiamo a che fare con un tizio che conosco decisamente bene. Non scherza quando parla di un potenziale uso delle armi tattiche nucleari o di armi chimiche o biologiche, perché il suo esercito si sta comportando molto male. E non che penso che ci sia la capacità di usare un’arma tattica atomica, senza finire in un’Armageddon». Il presidente evoca il duello finale tra il «bene e il male» il giorno prima del Giudizio, descritto nel Nuovo Testamento. Il suo discorso viene diffuso a tarda sera a Washington. Oggi vedremo se i portavoce della Casa Bianca proveranno, come è accaduto spesso dall’inizio della guerra, a stemperare, a «contestualizzare» le frasi del presidente.

Ore 03:32 - Zelensky, verrà il giorno della liberazione della Crimea

«Verrà sicuramente il giorno in cui riferiremo anche dei successi militari nella regione di Zaporizhzhia, in quelle aree che sono ancora controllate dai russi. Verrà il giorno in cui parleremo anche della liberazione della Crimea. Questa prospettiva è ovvia». Lo ha detto, nel consueto videomessaggio, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, annunciando - come riferisce l’agenzia Unian - che dal primo ottobre oltre 500 chilometri quadrati di territorio e dozzine di insediamenti sono stati liberati nella regione di Kherson. «C’è ancora molto da sopportare, molto da fare, sia per gli ucraini che per i nostri partner, per tutti coloro che apprezzano la libertà e il diritto internazionale» ha aggiunto.

Ore 03:58 - L’apertura di Blinken: pronti a cercare una soluzione diplomatica

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che il suo Paese è “pronto” a cercare una soluzione diplomatica con la Russia sul conflitto in Ucraina, ma ha deplorato che Mosca stia andando «nella direzione opposta». «Quando la Russia dimostrerà seriamente di essere disposta a intraprendere la strada del dialogo, noi saremo pronti. Noi ci saremo», ha dichiarato Blinken in una conferenza stampa a Lima, dove si trova in visita ufficiale. Tuttavia, il capo della diplomazia statunitense ha assicurato che «purtroppo, al momento, tutto punta nella direzione opposta». Blinken ha citato come esempi la mobilitazione dei riservisti, il tentativo di annessione del territorio ucraino e le minacce nucleari del presidente russo Vladimir Putin. «Il fatto è che la Russia e il Presidente Putin non hanno mostrato alcun interesse per la diplomazia», ha rimproverato. Tuttavia, ha affermato che sia gli Stati Uniti che il presidente ucraino Volodymir Zelensky hanno detto da tempo che la guerra «può essere risolta solo attraverso la diplomazia».

L'intervista all'ambasciatore russo a "Porta a Porta". Razov nega l’escalation nucleare russa: “Fake news su giornali italiani: si possono leggere solo narcotizzati o per condanna”. Antonio Lamorte su Il Riformista il 7 Ottobre 2022 

“Non abbiamo intenzione di partecipare all’escalation nucleare”, ha detto l’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov intervistato a Porta a Porta. Il colloquio negli studi della trasmissione di Bruno Vespa in giorni di escalation in Ucraina: le forze russe di ritirano, gli ucraini continuano la loro avanzata, il pericolo nucleare viene rinnovato puntualmente ogni giorno. Razov ha anche ricordato l’apertura del Presidente Putin al negoziato con Kiev “ma qualche giorno dopo Zelensky ha emanato un decreto che dice che l’Ucraina non condurrà negoziati con Putin. Evidentemente dobbiamo aspettare un cambio di vedute da parte del presidente ucraino o il cambio del presidente”.

A tenere banco è però la minaccia nucleare: il Presidente degli Stati Uniti Biden ha rinnovato l’allarme la notte scorsa, qualche giorno fa il Times di Londra citando fonti di intelligence agitava la minaccia di un test nucleare di Mosca al confine. “Non vi è alcuna minaccia o ricatto, noi abbiamo una dottrina militare sulla deterrenza nucleare dove viene indicato chiaramente dove è possibile utilizzare armi atomiche da parte nostra. Ovvero che possiamo usare armi nucleari se si crea una minaccia diretta al nostro Stato. Tutto il resto sono speculazioni dei partner occidentali e dei media. Ogni giorno, per lavoro, sfoglio i principali giornali italiani e le fake news sono la cosa più leggera che si possa dire di quello che spesso viene pubblicato, sui mass media occidentali, compresi quelli italiani, vengono pubblicate cose che una persona normale può leggere e ascoltare solo per condanna di un tribunale o in stato di narcosi“.

Da ormai una settimana però sono territorio russo anche quattro Regioni annesse tramite un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. “Non c’è stata alcuna annessione, noi la chiamiamo adesione”, ha commentato Razov. “Secondo le carte Onu è sancito il principio della possibilità di autodeterminazione dei popoli, che hanno votato un referendum democratico, ed il 99% si è espresso per l’adesione“. L’ambasciatore ha aggiunto che “per otto anni sono morte migliaia di persone nel Donbass” facendo riferimento al conflitto che nell’est del Paese insiste dal 2014, anno di enormi sconvolgimenti quando venne annessa la Crimea e cominciò il conflitto tra Kiev e i separatisti filorussi del Donbass.

“Capisco che sotto l’influenza della propaganda russofoba si possano creare strane immagini ma garantisco che non siamo idioti”, ha detto Razov in merito alle accuse di un sabotaggio da parte di Mosca del gasdotto Nord Stream. “Non so quale sia il problema col gas russo: per 50 anni abbiamo fornito in maniera stabile gas all’Europa e all’Italia senza nessun problema. L’anno scorso, abbiamo fornito 30 miliardi di metri cubi ed eravamo pronti a continuare a fornirlo, ma l’Italia insieme agli alleati europei, ha deciso di liberarsi il più rapidamente possibile dalla dipendenza energetica russa, non è stata una scelta nostra”. Razov vive in Italia da nove anni, ha detto di amare il Paese. “Il governo italiano che si sta formando sarà il settimo durante il mio mandato. La vostra instabilità è il segno della vostra stabilità“. 

Antonio Lamorte. Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

(ANSA il 6 ottobre 2022) - Il numero due dell'amministrazione filorussa della regione di Kherson, Kirill Stremousov, se la prende con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, per i fallimenti delle forze di Mosca in Ucraina, suggerendogli di uccidersi. "Molte persone dicono che, come ufficiale, il ministro della Difesa potrebbe semplicemente spararsi per essere colui che ha lasciato che le cose arrivassero a questo punto", ha affermato citato dal New York Times Stremousov, vice governatore della regione nel sud dell'Ucraina dove l'esercito di Kiev sta conducendo una controffensiva.

Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 6 ottobre 2022.

No, le cose non stanno andando bene con la mobilitazione russa. E questo si sapeva. Esistono decine di video che testimoniano di resistenze alla mobilitazione, scontri tra commissari mobilitatori e cittadini, armi arcaiche che vengono fornite, quando vengono fornite, assenza di cibo, carenza o assenza di training, risse, ubriacature, neoriservisti che si avviano verso gli autobus barcollanti di vodka. 

Ma un video sta particolarmente facendo discutere in queste ore nella comunità della ricerca osint. Nelle scene – girate da almeno due persone – si vede un gruppo molto ampio di neo-mobilitati che raccontano cose davvero incredibili sulla loro vicenda e lo stato disastroso della mobilitazione. Ma c’è un ma, che adesso proviamo a raccontare, e potrebbe essere persino più interessante della ormai acclarata inefficienza della mobilitazione decisa dl Cremlino. 

Nel video – che è stato pubblicato da tutta una serie di canali, telegram e twitter, alcuni anche solitamente attendibili, altri legati al mondo mercenario russo – circa 500 “mobiks” russi, nuovi soldati mobilitati, in un luogo imprecisato, registrano un discorso al pubblico e denunciano di essere stati abbandonati, di esser tutti malati, di aver ricevuto armi che non sono registrate da nessuna parte e dunque sono completamente raccogliticce, che non viene fornito loro nessun cibo e perciò devono comprarsi il cibo da soli.

Dulcis in fundo, denunciano che nel loro gruppo di mobilitati ci sono squilibrati e persone mentalmente instabili. «E’ violazione dell’articolo 222 del codice penale russo. Ci trattano come bestiame! Non c’è training, non serviamo a nessuno, non ci danno niente da mangiare! Siamo mentalmente instabili. Non c’è un presidio medico del cazzo. Il primo giorno abbiamo dormito fuori! E anche il secondo. E anche il terzo! Il 90 per cento delle persone qui è malata».

Molti sarebbero arrivati da un treno letteralmente infestato di Covid. A quel punto il comandante dice: «Fate vedere che armi avete!». Su un centinaio di persone, si alza qualche sparuto AK: «Non c’è nemmeno un’arma a testa! Le armi sono degli anni settanta e ottanta! Non sono registrate! La maggior parte della gente non ha elmetti e protezioni antiproiettile. La maggior parte ha febbre, o polmonite». Alla fine del video gridano «mettetelo su Telegram! Mettetelo su Odnoklassniki».

Il video però ha qualcosa di strano. Sembra messo in scena, quasi organizzato. Alcuni dei neomobilitati hanno simboli della brigata Wagner, il gruppo di mercenari fondato da Evgheny Prigozhin, l’oligarca capo della troll factory di San Pietroburgo, poi appunto fondatore dei mercenari del Gruppo Wagner, e sotto sanzioni europee e americane. 

Molti, perlomeno quelli in primo piano, sono a volto coperto con la balaclava, il che naturalmente potrebbe spiegarsi col fatto che temono ritorsioni, non c’è uno che sia riconoscibile, dunque si sono come minimo organizzati per coprirsi i volti (c’è un secondo video dove alcuni volti invece si vedono). Cosa che non succede praticamente in nessuno dei tanti altri video del genere emersi fin qui. 

Che Prigozhin stia usando queste manifestazioni plateali di inefficienza e di scontento (che sono ovviamente esistenti e vere) per mettere sotto pressione Sergey Shoigu, il ministro della Difesa, e potenzialmente farlo saltare? Il Cremlino controlla ancora appieno quello che un tempo divenne famoso come “lo chef di Putin”?

Tutta la comunità osint ovviamente ha notato questo video, e si sta facendo molte domande. Eliot Higgins, il fondatore di Bellingcat, osserva: «Se Prigozhin sta usando Wagner per inscenare video per minare Shoigu, allora Putin ha davvero perso il controllo della situazione. È anche piuttosto divertente vedere Prigozhin dirigere i suoi sforzi di disinformazione dall'Occidente a Putin e alla Russia. Sospetto che un attacco di cuore o una caduta dalla finestra siano in agguato».

Di diverso avviso Roman Dobrokhtov, di The Insider, un grande collettivo investigativo russo: «Prigozhin non sta usando Wagner per questo, ma Putin effettivamente ha perso il controllo». Mark Krutov, di Radio Free Europe, fa notare invece il video è stato postato e riproposto da canali pro-Wagner (che qui non linkiamo), e è pienamente coincidente con la narrazione che Prigozhin sta diffondendo da giorni ovunque può, quella che punta alle dimissioni di Shoigu. Sono visibili anche alcune toppe di Wagner sulle giubbe militari. 

A contribuire alla sensazione che qualcosa stia succedendo, una profonda guerra negli apparati russi, c’è la notizia che nelle prime ore del mattino, a Mosca, la polizia ha arrestato un dipendente del gruppo mediatico di Prigozhin, Aleksey Slobodenyuk. 

Slobodenyuk – racconta Tadeusz Giczan, il giornalista bielorusso che ha dato la notizia e pubblicato il video dell’arresto – «gestisce una rete di canali telegram noti per aver attaccato Shoigu, Volodin e altri. Quindi una guerra calda tra le élite russe è una realtà a questo punto».

Che il video sia organizzato da Prigozhin o meno, una cosa è certa, e la spiega Christo Grozev, autore di tanti scoop sui servizi russi: «Credo che sia sensato non armare i mobilitati scontenti, per evitare che rivolgano le armi a Mosca. Molto più sicuro senza armi. Joseph Heller [l’autore di Comma 223, nda.] avrebbe potuto scrivere questo». Stando alla geolocalizzazione del video – e di un altro analogo – dovrebbe esser stato girato a Livenka, nella regione di Belgorod.

Il ministero della Difesa russa aveva promesso che questi uomini sarebbero stati portati ad addestrarsi a Mulino, nell’oblast di Kirov, che è su un’altra rotta. Cosa che quindi non è avvenuta. Le toppe della brigata Wagner compaiono su diversi dei soggetti in primo piano. La verità potrebbe anche essere che Prigozhin sta usando la sua banda, “i musicisti”, per dirottare e manipolare una protesta che esiste davvero.

Chi ha sabotato il Nord Stream? Se troppi indizi fanno una prova…L'Indipendente il 4 ottobre 2022.

“La nuova rotta di approvvigionamento del gas per l’Europa”. Questa la scritta che campeggiava l’8 novembre del 2011 – giorno della cerimonia di apertura del Nord Stream – dietro ai volti sorridenti di alcuni dei politici europei più importanti di allora. Era raggiante la cancelliera tedesca Angela Merkel, conscia del fatto che quel progetto avrebbe sostenuto la crescita industriale tedesca per decenni. Era raggiante Dmitrij Medvedev, allora Presidente della Federazione Russa, conscio dei miliardi di euro europei che sarebbero arrivati a Mosca. Era raggiante Mark Rutte, Primo Ministro dei Paesi Bassi, conscio che lo sviluppo tedesco avrebbe consentito una robusta crescita olandese. Anche il premier francese François Fillon, seppur moderatamente, appariva soddisfatto. L’Europa – ancor convalescente per la crisi economico-finanziaria legata alla bolla dei mutui subprime – si stava rafforzando.

I francesi in verità erano concentrati soprattutto sul dossier libico. Gheddafi era stano assassinato da pochi giorni, il presidente Sarkozy tirava sospiri di sollievo e Putin provava a tenere a bada i falchi del Cremlino inviperiti per la deposizione del rais, un buon amico di Mosca, mostrando loro gli introiti che sarebbero arrivati grazie alla vendita del gas a Berlino. C’era chi esultava insomma, e, chiaramente, c’era chi si preoccupava. L’apertura del Nord Stream aveva con ogni probabilità disturbato il sonno di diversi politici ed oligarchi americani (anche i CEO delle principali imprese energetiche USA sono, di fatto oligarchi anche se nessuno osa chiamarli così). Vi era preoccupazione anche in Polonia ed Ucraina, paesi attraverso i quali, fino all’apertura del Nord Stream, passava il gas russo con destino Europa centrale e meridionale. D’altro canto i primi gasdotti vennero progettati, costruiti ed inaugurati in piena epoca sovietica. Erano gli anni ’80, dal punto di vista geopolitico un’altra era. La Polonia era parte del Patto di Varsavia e l’Ucraina una delle quindici repubbliche dell’URSS. I diritti di transito, dunque, non preoccupavano Mosca né economicamente e né politicamente. Quei gasdotti esistono ancora. Yamal porta il gas siberiano in Germania attraverso Bielorussia e Polonia. Soyuz e Brotherhood passano per l’Ucraina. Si tratta di gasdotti oggi strategicamente ancor più importanti visti i sabotaggi alle condutture del Baltico. 

2011, l’inizio dei tentativi di boicottaggio

Il 2011 oltre ad essere l’anno dell’entrata in funzione del Nord Stream 1 è l’anno in cui Gazprom inizia pensare un robusto ampliamento del gasdotto baltico, ovvero inizia a pensare al Nord Stream 2. La Merkel sostiene il progetto e gli americani cominciano, davvero, a preoccuparsi. Una volta costruito e messo in funzione il nuovo gasdotto l’unione tra la Russia, potenza energetica e l’Europa, potenza economica ed industriale, sarebbe stata molto più difficile da abbattere. Per ottenere maggiori informazioni sull’asse Mosca-Berlino i servizi segreti statunitensi, sembra con il sostegno della Danimarca, intercettano la Merkel. La Merkel non era soltanto la politica più influente del Vecchio continente e neppure la cancelliera del motore economico europeo. Era (ed è) una donna capace di comprendere le esigenze russe, di tenere a bada alcune pericolose pulsioni di Mosca, di garantire una maggiore sovranità tedesca (e, in parte, europea) e di poter, lentamente, affrancare l’Europa da moderne forme di imperialismo. In pratica, era la politica più temuta a Washington.

L’ex cancelliera tedesca venne intercettata tra il 2012 ed il 2014. Gli USA conoscevano il suo rapporto privilegiato con il Cremlino. La Merkel parla russo, è nata e cresciuta nella Repubblica Democratica Tedesca, si è laureata all’Università di Lipsia, in Sassonia, lo Stato federato dove il Kgb, nel 1985, inviò a lavorare un giovane agente segreto russo, Vladimir Vladimirovič Putin. La Merkel ha sempre creduto che parte dello sviluppo europeo fosse legato al rafforzamento delle relazioni euro-asiatiche. Da qui i progetti sul gas, la via della Seta e gli innumerevoli viaggi “istituzionali” a Pechino.

Ad ogni modo nonostante le pressioni subite la Merkel tirò dritto. Nel 2015 Gazprom firmò i primi accordi per la costruzione del Nord Stream 2 con alcune aziende europee. Nel 2018 il governo tedesco concesse a Gazprom l’utilizzo delle acque tedesche per la posa dei tubi. Ad ogni km di condotto terminato cresceva l’irritazione a Washington. Dopo il colpo di Stato a Kiev che ha provocato la fuga di Viktor Janukovyč (golpe favorito da USA e GB) i russi hanno deciso di accelerare con il Nord Stream 2 per poter, il prima possibile, ridurre la fornitura all’Europa tramite i gasdotti che passano per l’Ucraina fino a chiuderli del tutto.

Quando l’Europa (e l’Italia) rivendicavano rapporti proficui con Mosca

Nel 2019, mentre l’ambasciatore USA a Berlino indirizzava lettere di fuoco alle imprese coinvolte nella costruzione del NS2 arrivando a minacciare sanzioni, Donald Tusk, già premier polacco e, allora, Presidente del Consiglio europeo, tuonava contro il gasdotto del Baltico considerando l’opera contraria agli interessi europei. Nel 2017 aveva provato a convincere Junker che il NS2 fosse un errore strategico per l’Europa. Senz’altro la sua messa in funzione avrebbe danneggiato gli interassi polacchi. È in quegli anni che la Nato pensa di istallare sistemi missilistici in Polonia capaci di arrivare in un batter d’occhio sulla piazza Rossa. E in Italia cosa accadeva? Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella visitava il Cremlino e dichiarava: «l’Unione europea e la Russia sono destinate a collaborare, è nella logica delle cose che collaborino». Sempre nel 2017, Bruno Vespa, uno dei più influenti giornalisti del mainstream italiano diceva: «Bisogna riconoscere che l’Occidente ha sbagliato con Putin. Io sono sempre dell’idea che quando vinci non devi stravincere: non devi umiliare lo sconfitto. Ma come gli è venuto in mente di mettere i missili in Polonia? Di pigliarsi… io capisco che l’Estonia, la Lettonia, la Lituania non vedevano l’ora perché Stalin se l’era prese così, come la grande manona di un cartone animato che si piglia il frugoletto, e quindi avevano voglia, ma come ti viene di farci la Nato, i missili lì dentro, in casa di Putin, in quella che è stata casa di Putin. Era meglio fare una fascia, diciamo, di apparente neutralità, filo occidentale, ma senza esagerare. E quello poi, quello poi se l’è presa eh». Per la cronaca nel 2017 la Russia si era già annessa la Crimea e sosteneva militarmente le autoproclamate Repubbliche del Donbass.

Verso i giorni nostri: le minacce di Blinken e Biden

Nel 2021 il neo-segretario di Stato USA Blinken iniziava la sua crociata contro il Nord Stream 2. Il 23 marzo del 2021, in una conferenza stampa insieme al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg dichiarava: «il Nord Stream 2 è una pessima idea sia per l’Europa che per gli Stati Uniti» per poi aggiungere una frase gravissima: «il progetto è in contraddizione con gli obiettivi di sicurezza energetica dell’Unione europea». Le ingerenze non andavano più neppure dissimulate, al punto che il portavoce della Casa Bianca arrivò a ipotizzare pubblicamente sanzioni economiche contro l’Europa. D’altro canto le aziende energetiche USA alzavano la voce consapevoli degli affari d’oro che avrebbero potuto fare vendendo gas liquido in Europa e, soprattutto, l’era Merkel stava giungendo al tramonto.

Blinken, più volte, minacciò di sanzionare tutte le imprese europee coinvolte direttamente o indirettamente nella costruzione del gasdotto. Ma i lavori andavano comunque avanti. Mosca aveva ottenuto i permessi necessari e continuava a pagare l’opera con denaro fresco proveniente dalla vendita del gas attraverso il NS1.

Il 7 febbraio scorso, con il NS2 praticamente ultimato, alla Casa Bianca, di fronte al neo-cancelliere Olaf Scholz particolarmente incline al silenzio Biden disse: «Se la Russia invade l’Ucraina, non ci sarà più un Nord Stream 2. Metteremo fine a questo». A quel punto una giornalista ebbe il coraggio di porre a Biden una domanda più che legittima: «Come farete esattamente, visto che il progetto è sotto il controllo della Germania?». «Vi garantisco che saremo in grado di farlo», rispose Biden. L’edizione online di Repubblica concedendosi libertà poetica di traduzione riportò così le parole del Presidente USA: “Se Putin invade Nord Stream 2 salta”. In effetti è saltato.

Un mese prima parole simili erano state pronunciate da Victoria Nuland, sottosegretario di Stato per gli affari politici USA con delega all’Ucraina: «Se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro Nord Stream 2 non andrà avanti». E in un modo, o nell’altro, non è andato avanti. La Nuland era salita alla ribalta quando, nel gennaio del 2014, parlando della crisi ucraina con l’allora ambasciatore USA a Kiev Geoffrey Pyatt, riferendosi all’Europa, disse: «Fuck the Eu».

Se troppi indizi fanno una prova…

Il resto è storia recentissima. Il 27 settembre scorso, il giorno dei sabotaggi ai gasdotti del Baltico, l’europarlamentare polacco Radosław Sikorski, già Ministro degli affari esteri di Varsavia, ha pubblicato – e poi cancellato – su Twitter la foto aerea della fuoriuscita del gas del Baltico (tra l’altro un disastro ambientale) con un inequivocabile «Thank you, USA». Poco dopo, sempre su Twitter, ha aggiunto ironicamente: “adesso 20 miliardi di dollari di ferraglia giacciono in fondo al mare, un altro costo per la Russia per la sua decisione criminale di invadere l’Ucraina. Qualcuno ha fatto un’operazione di manutenzione speciale”. 

Tre giorni fa, il segretario di Stato Blinken, a Washington, a margine di un incontro con Mélanie Joly, ministro degli affari esteri del Canada, rispondendo ad una domanda sulla crisi di approvvigionamento dovuta ai danni al NS1 e al NS2, ha dichiarato: «è una straordinaria opportunità per rimuovere una volta per tutte la dipendenza dall’energia russa e quindi togliere a Vladimir Putin l’armamento dell’energia come mezzo per far avanzare i suoi progetti imperiali».

A questo punto non possiamo ancora sapere con certezza (forse non lo sapremo mai) chi abbia sabotato o dato l’ordine di sabotare i due gasdotti del Baltico. Ma gli indizi messi in fila ci permettono certamente di stabilire a chi è convenuto. Alla Polonia, alla Norvegia, alla Danimarca, alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti. A qualcuno conviene maggiormente l’indebolimento della Russia. Ad altri quello della Germania (e la conseguente crisi industriale italiana). Sappiamo, inoltre, che la Russia, prima o poi, tornerà a vendere il proprio gas. D’altro canto è già in costruzione un nuovo immenso gasdotto che porterà il gas siberiano in Cina attraverso la Repubblica di Buriazia e la Mongolia. Non sappiamo, invece, quando e come la Germania si riprenderà dalla recessione dovuta anche alla fine dei progetti geopolitici disegnati durante l’era Merkel. La stessa Merkel che, alcuni giorni fa, ha lanciato un vero e proprio grido di dolore (e terrore): «prendere seriamente le parole di Putin, non respingerle a priori solo come un bluff, ma gestirle seriamente, non è affatto un segno di debolezza o acquiescenza, ma un segno di intelligenza politica. Una saggezza che aiuta a preservare spazio di manovra o perfino così importante che aiuta a svilupparne altri». Vedremo nei prossimi giorni se verranno prese seriamente o meno la parole di Putin. Senz’altro, negli ultimi quindici anni, dalle parti di Washington, hanno preso sul serio tutti i progetti euro-asiatici a guida tedesca (e, a volte, sostenuti anche dall’Italia). D’altronde l’obiettivo strategico nordamericano è chiaro. Impedire in ogni modo il vincolo tra Russia ed Europa. E forse, geo-politicamente parlando, i sabotaggi dei gasdotti del Baltico, più che un attacco alla Russia, appaiono un attacco all’Europa, o ad una parte di essa. Chi non l’ha ancora capito, purtroppo, lo capirà nei prossimi vent’anni. [di Alessandro Di Battista]

(ANSA il 6 ottobre 2022) - Protesta di 500 uomini russi mobilitati che sono scesi dal treno nella regione di Belgorod lamentando di non essere ancora stati assegnati ad alcuna unità, di non avere elmetti, giubbotti antiproiettile, medicine, denaro e persino cibo. I video della protesta sono stati postati su Twitter dal consigliere del ministro dell'Interno ucraino Anton Gerashchenko.

I soldati, a volto coperto, raccontano che prima di partire sono stati portati in un posto che 'andava bene per gli animali', 'gli ufficiali ci trattano come animali'. Riferiscono di non avere informazioni su cosa andranno a fare, di non essere stati addestrati, di aver ricevuto un'arma che non è stata neppure registrata a loro nome. "Stiamo mangiando solo quello che ci siamo portati da casa", dicono nei video, "abbiamo già speso un sacco di soldi".

Zelensky all’Ue: «Siamo sull’orlo del disastro nucleare». Non c’è l’accordo sul price cap del gas. Il Corriere della Sera il 7 Ottobre 2022. La proponiamo online — senza firma a causa di una agitazione dei giornalisti del Corriere della Sera

Le notizie di venerdì 7 ottobre, in diretta. A Lyman 180 corpi in una fossa comune, anche bimbi. La Casa Bianca dopo le parole di Biden sull’Armageddon: non c’è una minaccia nucleare imminente. Putin silura il capo del Distretto orientale 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 226esimo giorno.

• L’allarme lanciato dal presidente Usa Biden: «Putin non sta scherzando sul nucleare». Ed evoca l’«Armageddon atomico»

•Putin avrebbe silurato i vertici del Distretto militare orientale, e una fonte dei servizi segreti Usa ha detto al Washington Post che le critiche sull’andamento della guerra sono arrivate ormai anche all’interno del «cerchio magico» del presidente russo.

• Telefonata tra Putin e il presidente turco Erdogan

• L'esercito di Kiev avanza nella zona di Kherson. Qui il video reportage dalla linea del fronte

Ore 20:49 - Zakharova: “L’Occidente sta incoraggiando guerra nucleare”

«L’Occidente sta incoraggiando una guerra nucleare. Ogni persona sul pianeta deve rendersi conto che il burattino e lo squilibrato Zelensky, pieno di armi, si è trasformato in un mostro le cui mani possono distruggere il pianeta»: è quanto ha scritto su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando le dichiarazioni del leader ucraino Volodymyr Zelensky al think-tank australiano Lowy, secondo cui la Nato dovrebbe impedire a Mosca il ricorso alle armi nucleari con «attacchi preventivi».

Ore 21:50 - Peskov conferma colloquio di Putin domani con Erdogan

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato all’agenzia di stampa Ria che domani il presidente Vladimir Putin ha in programma un colloquio telefonico con l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan. La conferma è arrivata dopo che lo stesso Erdogan ha annunciato da Praga, al termine del primo giorno del vertice dei leader della Comunità politica europea, che avrà domani un colloquio con Putin.

Ore 21:52 - Erdogan, meglio la peggior pace che la guerra

«Una pace equa non ha perdenti. Anche la peggior pace è meglio della guerra. La Turchia parla con tutte le parti e ha la loro fiducia, purtroppo alcuni Paesi europei preferiscono la provocazione e l’escalation». Lo ha detto, soffermandosi sulla guerra in Ucraina, il presidente turco Recep Tayyp Erdogan nel corso di una conferenza stampa a Praga.

Ore 00:34 - Macron: forniremo più sostegno e cannoni a Kiev

«Continueremo a sostenere l’Ucraina dal punto di vista militare, finanziato e in termini di solidarietà. Continueremo a considerare le richieste che riceviamo dall’Ucraina, anche cannoni. Tornerò sul tema domani nella conferenza stampa dopo il Consiglio europeo, abbiamo un numero di richieste specifiche sull’equipaggiamento militare e lavoreremo su queste, in particolare per l’invio di più supporto». Così il presidente francese, Emmanuel Macron, nella conferenza stampa al termine del summit della Comunità politica europea a Praga.

Ore 01:21 - Onu, idea conflitto nucleare inaccettabile e impensabile

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres considera l’idea di un conflitto nucleare «inaccettabile e impensabile», e questa posizione non è cambiata: lo ha detto alla Tass il suo portavoce Stephane Dujarric, commentando gli appelli del presidente ucraino Vladimir Zelensky a effettuare attacchi nucleari preventivi sulla Russia. «Per quanto riguarda qualsiasi commento sull’uso delle armi nucleari, vorrei rimandarvi a quanto già affermato dal Segretario generale su questo tema. La sua posizione non è cambiata», ha detto Dujarric. Il 22 settembre Guterres ha affermato che «l’idea di un conflitto nucleare, una volta impensabile, è diventata oggetto di discussione, questo di per se è del tutto inaccettabile». Tutte le potenze nucleari devono riaffermare il loro impegno per il non uso e la graduale eliminazione delle armi nucleari, ha affermato Guterres.

Ore 01:46 - Ucraina: due russi raggiungono Alaska per evitare mobilitazione

Due cittadini russi sono sbarcati su una remota isola dell’Alaska allo scopo di sfuggire alla mobilitazione e chiedere asilo negli Stati Uniti. Lo riferiscono, riporta l’Abc, Lisa Murkowski e Dan Sullivan, senatori repubblicani dell’Alaska. Secondo Murkowski e Sullivan, i due russi sono arrivati con una piccola imbarcazione su una spiaggia nei pressi di Gambell, una cittadina sull’isola di St. Lawrence a 80 chilometri dalla terraferma russa. «Quanto avvenuto chiarisce due cose: in primo luogo, il popolo russo non vuole combattere la guerra d’aggressione di Putin contro l’Ucraina», ha dichiarato Sullivan in una nota, «in secondo luogo, data la vicinanza dell’Alaska alla Russia, il nostro Stato ha un ruolo vitale da giocare nell’assicurare la sicurezza nazionale dell’America».

Ore 03:32 - Zelensky, verrà il giorno della liberazione della Crimea

«Verrà sicuramente il giorno in cui riferiremo anche dei successi militari nella regione di Zaporizhzhia, in quelle aree che sono ancora controllate dai russi. Verrà il giorno in cui parleremo anche della liberazione della Crimea. Questa prospettiva è ovvia». Lo ha detto, nel consueto videomessaggio, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, annunciando - come riferisce l’agenzia Unian - che dal primo ottobre oltre 500 chilometri quadrati di territorio e dozzine di insediamenti sono stati liberati nella regione di Kherson. «C’è ancora molto da sopportare, molto da fare, sia per gli ucraini che per i nostri partner, per tutti coloro che apprezzano la libertà e il diritto internazionale» ha aggiunto.

Ore 04:44 - Zelensky: non più un dollaro alla Russia per petrolio o gas

Il presidente ucraino Volodymir Zelenski ha chiesto ai Paesi occidentali di impedire che la Russia riceva «nemmeno un dollaro» in più per la vendita del suo petrolio e «nemmeno un euro» per il suo gas, al fine di evitare la continuazione della guerra. Zelensky ha fatto questo appello nel suo discorso serale di giovedì, riferendosi all’ottavo pacchetto di sanzioni dell’Ue contro la Russia, che prevede di «limitare» la navigazione petrolifera russa e le sue “entrate petrolifere». «Questo è un bene. Ma è solo l’inizio», ha aggiunto. «Dobbiamo assicurarci che lo Stato terrorista non riceva alcun profitto dalla vendita di petrolio e gas. In modo che non un solo dollaro di petrolio e non un solo euro di gas possano essere destinati alla continuazione della guerra russa contro l’Ucraina e l’intero mondo civilizzato. Sono fiducioso che ciò sarà garantito a tempo debito».

Ore 05:05 - Zelensky: nella centrale di Zaporizhzhia 500 occupanti russi

«Oggi ha tenuto un incontro con il capo dell’Aiea, Rafael Grossi, è arrivato a Kiev. Ed è chiaro che i nostri negoziati hanno riguardato principalmente la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, catturata dai terroristi russi. Ma in realtà, questo argomento è molto più ampio. Non riguarda solo l’Ucraina e non solo nel contesto della sicurezza dalle radiazioni». Lo ha detto nel suo videomessaggio serale il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Naturalmente, qualsiasi decisione dell’attuale leader della Russia in merito alla centrale di Zaporizhzhia e qualsiasi tentativo da parte della Russia di trasferire la centrale tra le sue presunte proprietà sono inutili e, francamente, stupidi. Questa è una centrale nucleare. Questo non è un palazzo, Yukos o qualcos’altro che la leadership russa è già riuscita a rubare», ha aggiunto Zelensky, affermando che al momento ci sono «circa 500 occupanti» nell’impianto. «Solo gli specialisti ucraini possono garantire che non ci saranno incidenti da radiazioni nella centrale di Zaporizhzhia», ha concluso il leader di Kiev.

Ore 05:25 - Sostegno Sanchez a Erdogan per rinnovo accordo grano

Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha offerto al presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, l’aiuto che ritiene necessario dalla Spagna per ottenere il rinnovo dell’accordo con la Russia per l’uscita del grano dai porti ucraini. Accordo che scadrà a novembre. A margine del vertice della Comunità politica europea a Praga, Sanchez ha espresso la gratitudine della Spagna a Erdogan per il compito di mediazione che sta portando avanti con la Russia e che ha facilitato accordi come quello relativo all’esportazione di grano ucraino e allo scambio di prigionieri. Il presidente turco ha presentato i dettagli su quanto grano ha lasciato i porti ucraini e la sua volontà di rinnovare l’accordo dopo la scadenza.

Ore 02:19 - Zelensky, in sette giorni riconquistati 500 kmq in regione Kherson

Dall’inizio di ottobre l’Ucraina ha riconquistato 500 chilometri quadrati di territorio nella regione di Kherson. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso serale. «Dal 1ottobre, più di mezzo migliaio di chilometri quadrati di territorio e dozzine di insediamenti sono stati liberati dal falso referendum russo e stabilizzati nella sola regione di Kherson», ha detto Zelensky, sottolineando i «successi» ottenuti nell’Est del Paese e dicendosi fiducioso in una loro estensione alla regione di Zaporizhia. «Verrà il giorno in cui parleremo anche della liberazione della Crimea», ha affermato ancora il presidente ucraino. Zelensky ha poi reagito alla smentita di Teheran sulla presenza nell’arsenale russo di droni iraniani. «Li abbattiamo. Ma ci dicono che presumibilmente non ci sono droni iraniani in Ucraina. Bene, troveremo il modo per assicurarci che non ne rimangano», ha ironizzato.

Ore 05:39 - Cremlino, 700mila russi fuggiti da inizio mobilitazione è fake news

La notizia secondo cui 700mila cittadini russi sarebbero fuggiti dall’inizio della mobilitazione parziale «è una fake news». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Lo riporta Ria Novosti. «I numeri esatti sono lontani da quelli affermati in questa pubblicazione», ha aggiunto.

Ore 06:12 - Attacco su Zaporizhzhia della Russia con droni kamikaze

Le forze armate russe hanno lanciato nella notte un attacco sulla città di Zaporizhzhia utilizzando dei droni kamikaze. Lo ha riferito su Telegram il governatore dell’Oblast di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh. I droni Shahed-136 hanno colpito e danneggiato infrastrutture in due distretti della cittadina ucraina. Una persona è rimasta ferita nell’attacco.

Ore 02:55 - L’allarme di Biden: rischio di un Armageddon nucleare

Joe Biden dice di «conoscere bene Putin». Il leader russo «non sta bluffando, c’è davvero il rischio di un’Armageddon nucleare». Ieri sera, giovedì 6 ottobre, il presidente americano parlava in evento per la raccolta fondi ospitato a New York da James Murdoch, il figlio, evidentemente dissidente, del conservatore Rupert Murdoch. Finora la Casa Bianca e il Pentagono avevano mantenuto una linea di prudenza: non si può escludere che Putin possa ricorrere alle armi tattiche nucleari, ma finora non ci sono segnali concreti di allarme. Biden, invece, è stato netto: «Per la prima volta dalla crisi dei missili Cubani (1962 ndr), dobbiamo fronteggiare la minaccia di un’atomica, specie se le cose proseguiranno nella direzione in cui stiamo andando». E ancora: «Stiamo cercando di capire che cosa ha in serbo Putin? Se troverà una via d’uscita? Come reagirà quando capirà di aver perso non solo la faccia, ma anche il potere? Abbiamo a che fare con un tizio che conosco decisamente bene. Non scherza quando parla di un potenziale uso delle armi tattiche nucleari o di armi chimiche o biologiche, perché il suo esercito si sta comportando molto male. E non che penso che ci sia la capacità di usare un’arma tattica atomica, senza finire in un’Armageddon».

Ore 04:00 - L’apertura di Blinken: pronti a cercare una soluzione diplomatica

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che il suo Paese è “pronto” a cercare una soluzione diplomatica con la Russia sul conflitto in Ucraina, ma ha deplorato che Mosca stia andando «nella direzione opposta». «Quando la Russia dimostrerà seriamente di essere disposta a intraprendere la strada del dialogo, noi saremo pronti. Noi ci saremo», ha dichiarato Blinken in una conferenza stampa a Lima, dove si trova in visita ufficiale. Tuttavia, il capo della diplomazia statunitense ha assicurato che «purtroppo, al momento, tutto punta nella direzione opposta». Blinken ha citato come esempi la mobilitazione dei riservisti, il tentativo di annessione del territorio ucraino e le minacce nucleari del presidente russo Vladimir Putin. «Il fatto è che la Russia e il Presidente Putin non hanno mostrato alcun interesse per la diplomazia», ha rimproverato. Tuttavia, ha affermato che sia gli Stati Uniti che il presidente ucraino Volodymir Zelensky hanno detto da tempo che la guerra «può essere risolta solo attraverso la diplomazia».

Ore 07:50 - Gli auguri per i 70 anni i Putin, il primo è Kim

Primo capo di Stato a fare gli auguri a Vladimir Putin, nel giorno del suo 70esimo compleanno, è stato il leader nordcoreano Kim Jong-un. Kim ha sottolineato nel suo messaggio i «risultati nel costruire una Russia potente» e ha espresso l’auspicio per lo sviluppo di relazioni bilaterali, come ha sottolineato l’agenzia Kcna. Putin, ha aggiunto Kim, «gode del rispetto e del sostegno di grandi masse di persone». «Oggi la Russia difende in modo affidabile la dignità dello Stato e i suoi interessi fondamentali dalle sfide poste dagli Stati Uniti e dalle loro forze vassalle. Una tale realtà è impensabile senza la sua leadership e la sua forte volontà».

Ore 07:53 - Dal Giappone nuove sanzioni alla Russia

Il ministero delle Finanze del Giappone ha annunciato nuove sanzioni a carico di 81 individui e nove organizzazioni della Russia, in risposta ai referendum tenuti nelle regioni occupate dell’Ucraina e alla loro conseguente annessione formale al territorio della Federazione Russa.

Ore 07:55 - Depositi di munizioni distrutti con otto carri armati russi

Le forze ucraine hanno distrutto ieri tre depositi di munizioni russi nell’Ucraina meridionale ed hanno ucciso 105 soldati dell’esercito di Mosca: lo rende noto il Comando operativo meridionale, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. I soldati di Kiev hanno inoltre distrutto otto carri armati russi, 18 obici Msta-S ed Msta-B, un pezzo di artiglieria semovente Pion, un obice da 152 mm, quattro mortai e 15 veicoli blindati. Infine, sono stati abbattuti sei droni Orlan-10, tre droni Shahed-136 e un drone Mohajer-6.

Ore 08:25 - Zelensky: riconquistati 500 chilometri quadrati in una settimana

Dall’inizio di ottobre l’Ucraina ha riconquistato più di 500 chilometri quadrati nella regione di Kherson, nel Sud del Paese. L’ha affermato in un discorso notturno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 08:47 - Kiev: «Garantiamo la vita e la sicurezza» a chi si arrende

L’Ucraina ha assicurato che garantirà «vita e sicurezza» ai soldati russi che si arrendono. 

A dirlo è stato il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, mentre le forze di Kiev avanzano nel Sud e nell’Est del Paese. 

«Garantiamo vita, sicurezza e giustizia a tutti coloro che smetteranno di combattere immediatamente», ha detto il ministro in un discorso registrato in video e diretto all’esercito russo. 

«Potete ancora salvare la Russia dalla tragedia, e l’esercito russo dall’umiliazione».

Ore 09:07 - I centinaia di cadaveri trovati a Kharkiv

Mentre prosegue con la riconquista dei territori occupati dalla Russia, l’esercito ucraino si trova spesso di fronte a paesi e villaggi deserti, nei quali «nemmeno una casa» è rimasta intatta. 

Oggi Serhiy Bolvinov, della polizia della regione di Kharkiv, ha diffuso un dato raggelante: nella regione, ampiamente riconquistata dagli ucraini nel corso del mese scorso, sono stati trovati i cadaveri di 534 civili, tra cui 19 bambini. 

Secondo Bolvinov, sono state anche trovate, nell’area, le prove dell’utilizzo di 22 «stanze della tortura».

Ore 09:35 - Gli attacchi «preventivi» evocati da Zelensky, e la polemica con il Cremlino

La diplomazia di Kiev sta cercando di sgonfiare la polemica sorta nelle scorse ore per scontro tra Russia e Ucraina sulla minaccia nucleare. 

A scatenarla sono state alcune frasi del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, pronunciate in videocollegamento con il think tank Australian Lowy Institute, sulla possibilità di un «attacco preventivo» contro Mosca. 

«Che cosa dovrebbe fare la Nato? Escludere la possibilità dell’uso di armi nucleari da parte della Russia. Ma la cosa più importante — mi sto rivolgendo di nuovo alla comunità internazionale — è com’era prima del 24 febbraio», quando è iniziata l’invasione di Mosca: «raid preventivi, in modo che sappiano cosa accadrà se usano» l’atomica, «e non il contrario, aspettare che sia la Russia a colpire». 

Il ministro degli Esteri di Mosca, Lavrov, ha detto che le parole di Zelensky «provano» senza dubbio che «Mosca è stata costretta ad avviare la sua operazione militare speciale», proprio per prevenire attacchi preventivi della Nato. 

«Le dichiarazioni di Zelensky non sono altro che un appello all’inizio di una guerra mondiale con conseguenze terribili e imprevedibili», ha denunciato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. 

Secondo la presidenza ucraina, tuttavia, le dichiarazioni sono state fraintese. «Il presidente parlava del periodo precedente al 24 febbraio. Si sarebbero dovute usare misure preventive all’epoca per impedire alla Russia di scatenare una guerra. Vi ricordo che le solo misure discusse all’epoca erano le sanzioni preventive», ha replicato il capo ufficio stampa di Zelensky, Serhiy Nikiforov.

Ore 10:48 - Raid su palazzi a Zaporizhzhia, bilancio sale a 11 morti

È salito ad almeno 11 morti il bilancio del bombardamento di ieri contro due palazzi a Zaporizhzia, nell’Ucraina meridionale. Lo ha riferito la protezione civile ucraina, secondo la quale altre 21 persone sono state tratte in salvo dalle macerie e alcune sono ferite in modo grave. Le autorità ucraine attribuiscono l’attacco alle forze russe.

La regione di Zaporizhzhia è una delle quattro ufficialmente annesse alla Russia la scorsa settimana, insieme a Kherson, Donetsk e Luhansk. Le truppe russe attualmente occupano circa il 70% della regione, ma non l’omonimo capoluogo. 

Ore 10:56 - Erdogan chiama Putin, conflitto dannoso per tutti

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio con il leader russo Vladimir Putin, il secondo in 9 giorni, durante il quale i due hanno parlato degli ultimi sviluppi relativi il conflitto in corso in Ucraina. 

Erdogan, in base a quanto riportato da fonti turche, ha ribadito che la Turchia è pronta a una mediazione tra Russia e Ucraina, ha ripetuto che la guerra «danneggia tutti» e auspica che Kiev e Mosca trovino un punto di incontro che permetta di raggiungere una soluzione per la centrale nucleare di Zaporizhzhia, in bilico da settimane e per porre fine al conflitto.

Ore 11:19 - Il Nobel per la pace 2022 a Ales Bialiatski, all’Ong russa Memorial e a quella ucraina Center for Civil Liberties

Il Nobel per la Pace 2022 è stato assegnato all’attivista bielorusso Ales Bialiatski, all’organizzazione per i diritti umani russa Memorial e all’associazione per i diritti umani ucraina Center for Civil Liberties. 

Bialiatski, «uno degli iniziatori del movimento democratico emerso in Bielorussia a metà degli anni ‘80», si trova al momento in carcere. «Ha dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e dello sviluppo pacifico nel suo Paese d’origine», si legge nel comunicato del Premio Nobel, che ha ricordato come «le autorità governative abbiano ripetutamente cercato di metterlo a tacere»: «È stato incarcerato dal 2011 al 2014. A seguito di manifestazioni su larga scala contro il regime nel 2020, è stato nuovamente arrestato. È ancora detenuto senza processo. Nonostante le enormi difficoltà personali, Bialiatski non ha ceduto di un centimetro nella sua lotta per i diritti umani e la democrazia in Bielorussia».

Ore 13:23 - La storia della crisi dei missili di Cuba, citata da Biden

«Per la prima volta dalla crisi dei missili cubani, dobbiamo fronteggiare la minaccia di un’atomica, specie se le cose proseguiranno nella direzione in cui stiamo andando». A dirlo, giovedì 6 ottobre 2022, è stato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden: e il riferimento era alla tensione crescente con la Russia di Vladimir Putin, che ha promesso di essere pronta a utilizzare «qualunque strumento» — compresa dunque l’atomica — per «difendere il suo territorio» (incluse le regioni ucraine illegalmente annesse da Mosca). Ma che cosa accadde nel 1962? Che cosa fu la «crisi dei missili»? E come si risolse? Qui sotto, ripubblichiamo l’articolo dal blog del «Corriere» Poche Storie. Qui, l’intervista dello scorso febbraio a Nina Krusciova, politologa e nipote di Nikita Krusciov, in cui disse: «Ci sono somiglianze tra i due leader, ma Putin non è Krusciov. Oggi ho paura che né gli americani né i russi siano pronti a cedere per primi». 

«Credevo fosse l’ultimo sabato che avrei mai visto». Il ministro della Difesa dell’amministrazione Kennedy, Robert Mc Namara, commentò così il 27 ottobre 1962, il giorno in cui la crisi dei missili di Cuba raggiunse l’apice e il mondo fu a un passo dalla guerra nucleare tra Stati Uniti e Unione Sovietica. 

Tredici giorni di tensione crescente alla fine dei quali, paradossalmente, la pace mondiale fu (almeno in parte) più solida. Tredici giorni che si sono a tal punto fissati nell’immaginario del mondo occidentale, che Stephen King in 22/11/93 (il capolavoro sull’omicidio del presidente John Fitzgerald Kennedy) vi ha ambientato una delle scene madri del libro: il protagonista svela alla donna amata, terrorizzata dalla guerra che appare inevitabile, che non accadrà nulla e che lui lo sa, perché viene dal futuro. Tutto cominciò alcuni mesi prima, quando l’Unione sovietica aveva iniziato l’installazione di missili capaci di trasportare testate nucleari a Cuba, a meno di 150 chilometri dalle coste della Florida e in grado quindi di colpire tutte le città della costa orientale degli Usa (a cominciare da New York e Washington).

Ore 13:27 - Lavrov accusa Kiev: «Aumenta il rischio di guerra atomica»

MOSCA – Le parole di Joe Biden sul rischio dell’Armageddon nucleare sono soltanto un rumore di fondo. Gran parte dell’intervento di Sergey Lavrov è dedicata a Volodymir Zelensky, quasi una chiosa alle sue ultime dichiarazioni, poi corrette, poi male interpretate secondo la versione ucraina. «Non possiamo tacere sul tema del possibile uso delle armi nucleari», ha detto questa mattina il ministro degli esteri russo, mentre parlava a una assemblea di Russia Unita, il partito suo e soprattutto di Vladimir Putin. «Questa discussione si è recentemente intensificata. In particolare, non possiamo tacere sulle azioni sconsiderate del regime di Kiev volte a creare il rischio di utilizzare varie armi di distruzione di massa. Con il suo appello a colpire il nostro Paese con un azine nucleare preventiva, Zelensky ha mostrato al mondo intero che tipo di minacce intenda nei nostri confronti. I tentativi di vari suoi segretari di affermare che intendesse qualcos’altro sono ridicoli. Ricordiamo tutti come a gennaio abbia annunciato il desiderio dell’Ucraina di possedere armi nucleari; quindi questa idea è ben presente in lui già da molto tempo. Proprio l’altro giorno, i suoi fratelli polacchi hanno confermato che anche loro hanno gli stessi sogni: acquisire armi nucleari».

Ore 13:53 - Dal vertice di Praga impegno agli aiuti militari a Kiev

Il vertice informale di Praga, a quanto si apprende da fonti Ue, ha ribadito il supporto dei 27 all’Ucraina e riaffermando che «l’impegno per aiuti finanziari e militari» a Kiev «continuerà». La sessione sull’Ucraina si è conclusa da pochi minuti. Sul tavolo dei leader, ora, c’è il punto della crisi energetica.

Ore 14:39 - Zelensky all’Ue: «Siamo sull’orlo del disastro nucleare»

«Tutti noi siamo sull’orlo di un disastro nucleare a causa della cattura della centrale nucleare di Zaporizhzhia da parte delle truppe russe». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo al vertice di Praga. «La Russia ha portato la guerra nella nostra terra, nella parte ucraina dell’Europa. E solo grazie al fatto che il popolo ucraino ha fermato l’invasione della Russia, quest’ultima non può ancora portare la stessa guerra in altre parti d’Europa, in particolare nei Paesi baltici, in Polonia e in Moldavia», ha sottolineato.

«Dobbiamo rafforzare la nostra cooperazione per aiutarci reciprocamente e fornire a tutti gli europei adeguate garanzie energetiche. La Russia non deve riuscire nel suo intento di costringere gli europei alla povertà energetica o addirittura alla totale mancanza di energia. La sfida principale è in Ucraina», ha aggiunto.

Ore 15:17 - I 70 anni di Putin, con una «preghiera per la sua salute»

Vladimir Putin compie, oggi, 70 anni. E lo fa senza grandi festeggiamenti — vista la situazione nel suo Paese, e quella sul campo in Ucraina —, accompagnato da una preghiera per la sua «salute e la sua longevità», innalzata dal patriarca Kirill. 

Nella sua orazione, il patriarca ha chiesto a Dio di «liberarlo da tutte le resistenze che gli vengono opposte da nemici visibili e invisibili, e di confermare in lui la sua saggezza e la sua forza spirituale». 

Putin sarà oggi a San Pietroburgo, sua città natale, per un incontro informale della Comunità degli Stati Indipendenti. 

L’ex speechwriter del Cremlino Abbas Gallyamov, riflettendo sul compleanno del presidente russo, ha detto «Si solito, di fronte a un anniversario, si fa un bilancio. Ma in questo caso i risultati sono così deplorevoli che sarebbe meglio non porre troppa attenzione all’anniversario».

Ore 15:33 - Qualcuno, nel cerchio magico di Putin, gli ha parlato di «errori» nella guerra

Secondo quanto riportato dal Washington Post, che cita come fonte i servizi segreti statunitensi, uno dei membri del ristrettissimo «cerchio magico» di Vladimir Putin gli ha parlato in modo diretto, per la prima volta, degli errori compiuti durante la guerra in Ucraina. 

Il funzionario russo — di cui non viene fatto il nome — avrebbe espresso la sua preoccupazione di fronte agli «errori di gestione» compiuti dai leader militari russi. 

«Dall’inizio dell’occupazione, abbiamo visto allarmi crescenti da parte dell’inner circle di Putin. Secondo le nostre stime, a renderli più acuti sono le recenti perdite russe, e le evidenti mancanze dal punto di vista militare». 

Un altro funzionario dell’intelligence Usa ha spiegato che «ci sono parecchie persone ormai convinte che le cose non stiano andando bene». 

Dmitrij Peskov, portavoce di Putin, ha riconosciuto che ci sono state «divergenze» sulla guerra, ma ha aggiunto che «tutto questo fa parte della normalità. Non è il segnale di alcuna divisione».

Ore 15:48 - Perché Biden ha parlato di «Armageddon nucleare»?

WASHINGTON — Joe Biden evoca la guerra nucleare, l’Armageddon, il giorno dello scontro fra il bene e il male, prima del Giudizio Universale. Ma su quali basi? 

Negli ultimi nove-dieci mesi il presidente americano ha spesso spiazzato l’opinione pubblica e, soprattutto, i ministri e i consiglieri della sua stessa Amministrazione. Talvolta anticipando le scelte o gli avvenimenti reali. In altri casi esprimendo un’opinione personale che, però, naturalmente diventa un atto politico pesante, visto che proviene dal leader degli Stati Uniti. 

Come dobbiamo classificare allora l’uscita di giovedì 6 ottobre? 

In altri passaggi cruciali, il presidente americano ha sempre specificato quali fossero le fonti delle sue dichiarazioni. Per esempio, nei giorni che hanno preceduto l’attacco russo, lo scorso 24 febbraio, i suoi ammonimenti citavano «i rapporti» o «le informazioni consolidate» dell’intelligence Usa. E alla fine le cose sono andate come Biden aveva annunciato. 

Ieri sera, invece, il presidente Usa ha cominciato così: «Abbiamo a che fare con un tizio che conosco decisamente bene». Come dire: fidatevi di me, della mia pluridecennale esperienza, perché «conosco» Putin, «conosco» la storia, «conosco» il mondo. Al momento questa è la base materiale, la piattaforma di conoscenze da cui è partita la nuova escalation. 

Ancora la scorsa settimana il Consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, aveva ripetuto quella che è da mesi, almeno dall’aprile scorso, la linea ufficiale della Casa Bianca e del Pentagono: non si può escludere che Putin possa fare ricorso alle armi nucleari tattiche, con un raggio d’azione limitato, ma al momento non abbiamo alcun indizio che si stia effettivamente preparando a farlo. 

Sul fronte dei negoziati resta la situazione di stallo. Il Segretario di Stato Antony Blinken ripete che «gli Stati Uniti sono pronti a trattare», ma a condizione che Putin «finisca la guerra che ha iniziato» e che, altro requisito necessario, Zelensky sia d’accordo.

Ore 16:04 - Putin silura il comandante del distretto militare orientale

Il presidente russo Vladimir Putin ha silurato il comandante del Distretto militare orientale, Alexander Chaiko. 

A riportarlo è il sito russo RBC, che cita registri pubblici nei quali si parla di Rustam Muradov come nuovo capo del Distretto. 

Soltanto pochi giorni fa, RBC aveva riportato che anche il comandante del Distretto militare occidentale, Alexander Zhuravlyov, era stato sostituito. 

A settembre era stato sostituito il responsabile della logistica, il generale Dmitry Bulgakov (il cui posto era stato preso da Mikhail Mizintsev, il «macellaio di Mariupol»); ad agosto a perdere il posto era stato il comandante della Flotta del Mar Nero.

Ore 16:20 - Gli Usa non hanno modificato la postura nucleare, per ora

Gli Stati Uniti non hanno rilevato «alcuna indicazione» di attività da parte della Russia, tale da «causare una modifica della postura del proprio deterrente nucleare». 

A riferirlo alla Cnn è stata una fonte dell’Amministrazione, dopo che il presidente Joe Biden — nella serata di ieri — ha evocato il rischio di un «Armageddon nucleare». 

Il presidente, ha spiegato il funzionario, ha parlato «con franchezza», ma senza basarsi su «nuove informazioni» riguardo alle intenzioni della Russia. 

Tuttavia, ha aggiunto il funzionario, «i rischi in questo momento sono più alti», a causa delle sconfitte militari subite da Putin in Ucraina.

Ore 16:36 - Sanna Marin e la «via d’uscita» dal conflitto

C’è una sola via d’uscita dal conflitto tra Russia e Ucraina, secondo la premier finlandese Sanna Marin. Che — a margine del Consiglio europeo informale che si sta tenendo in queste ore a Praga — l’ha ribadita, con chiarezza: «La via d’uscita dal conflitto è che la Russia lasci l’Ucraina. Questa è la via di uscita». 

Marin — che ha condotto il suo Paese nella Nato, ponendo fine a decenni di neutralità — ha sempre espresso con enorme chiarezza la necessità, per l’Europa e per il mondo, di impedire a Putin di conseguire guadagni dalla violenta invasione dell’Ucraina.

Ore 17:34 - Von der Leyen, nei prossimi giorni altri 2 mld di aiuti a Kiev

«Nei prossimi giorni stanzieremo altri due miliardi» nell’ambito dell’assistenza macro-finanziaria all’Ucraina. Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in conferenza stampa.

Ore 16:51 - Le parole di Draghi al Consiglio europeo

Mario Draghi si trova oggi a Praga, al Consiglio europeo (la riunione dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Ue). E le parole dell'ex presidente della Banca centrale europea — e ora premier italiano uscente — sono state riprese con la consueta attenzione da parte delle agenzie internazionali.

Eccole.

Sull'Ucraina

«Tutti hanno riaffermato il sostegno unanime all'Ucraina nella sua guerra su tutti i piani: finanziario, militare e soprattutto si è cominciato a parlare di ricostruzione, sulla quale probabilmente ci sarà una grande conferenza in Germania per incominciare veramente a preparare un grande piano di ricostruzione. Su questo tema c'è grande unità, molti si sono lamentati per una propaganda russa nei loro Paesi più aggressiva». 

Sul nuovo governo

«Quando c'è un cambio di governo c'è molta curiosità, ma non preoccupazione. C'è rispetto della scelta degli italiani e curiosità di sapere quale sarà l'evoluzione del governo, ma in politica estera la linea dell'Italia dovrebbe essere invariata». 

Sull'energia

«Le cose, in Europa, si stanno muovendo. La Commissione presenterà al Consiglio europeo del 19 ottobre una proposta in cui i tre elementi, far diminuire i prezzi, avere un elemento di solidarietà nel meccanismo e un inizio di riforma del mercato dell'elettricità, ci saranno. Io condivido quella di Gentiloni e Breton (esposta in questo editoriale, ndr) su un approccio coordinato. Proposte simili le avevo fatte 5-6 mesi fa. È quello che serve per tutti i Paesi, con o senza spazio fiscale, per stare allo stesso livello».

 Ore 17:35 - Scholz, per ricostruzione servirà una generazione

Il processo di ricostruzione dell’Ucraina «richiederà una generazione». Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo informale a Praga. «La conferenza del 25 ottobre a Berlino discuterà gli strumenti per aiutare l’Ucraina in modo sostenibile», ha spiegato Scholz.

Ore 18:11 - Draghi: «Il nuovo governo? In Europa nessuna preoccupazione». E pressa von der Leyen sul gas: «È ora di decidere»

Due secchi «no», scanditi in rapida successione davanti alle telecamere nel sontuoso cortile del castello di Praga, dove venerdì si chiude il Consiglio europeo informale. Mario Draghi approfitta del rapido scambio di battute con i giornalisti per rassicurare le cancellerie internazionali e dire all’Europa chela vittoria del centrodestra guidato da Giorgia Meloni non deve far paura . Presidente, c’è preoccupazione tra i leader europei per un presunto caso Italia? «No no — scaccia le ombre il premier uscente —. Ovviamente quando c’è un cambio di governo e di politica così importante c’è molta curiosità, ma non c’è preoccupazione. C’è grande rispetto delle scelte degli italiani e c’è interesse nel sapere eventualmente come si evolverà la linea politica del nuovo governo».

Ore 18:14 - Michel: «Le minacce nucleari non ci intimidiscono»

«Prendiamo tutte le minacce di escalation seriamente ma non vogliamo essere intimiditi, vogliamo difendere gli interessi di chi crede nel diritto internazionale». Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel al termine dell’informale di Praga. «Abbiamo udito minacce dirette o indirette sull’uso di armi nucleari. Ma ieri ed oggi abbiamo verificato una grande determinazione sulla strategia dei due pilastri: sostenere l’Ucraina e fermezza nel contenere la Russia, attraverso le sanzioni ad esempio. Una posizione condivisa e rafforzata da Ursula von der Leyen, che ha sottolineato come l’Ue “terrà la barra dritta”».

Ore 18:19 - Casa Bianca: non c’è minaccia nucleare imminente

«Non abbiamo indicazioni che la Russia si stia preparando ad usare l’arma nucleare ma la retorica di Putin è da irresponsabili e rischia di creare un’escalation». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre a bordo dell’Air Force One che sta portando il presidente Joe Biden in Maryland. La portavoce ha ribadito che gli Stati Uniti non hanno avuto nessuna indicazione della necessità di cambiare la sua «postura nucleare».

Ore 18:20 - Il gas chiude a -11%, minimi da luglio con scorte e price cap

Nuovo scivolone per il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam. I future Ttf, benchmark del prezzo del metano in Europa, hanno terminato le contrattazioni in calo dell’11,1%, a 156,21 euro al megawattora, il livello più basso dall’inizio dello scorso luglio. Ieri le scorte nella Ue hanno superato il 90% mentre i Paesi dell’Eurozona stanno faticosamente cercando di trovare un compromesso sul price cap, con la Commissione Ue che sta cercando di mettere a punto una proposta per il summit dei leader della Ue del 20-21 ottobre. Ad allentare la pressione sul prezzo del gas contribuiscono anche le temperature miti sul continente.

Ore 18:33 - I russi colpiscono le infrastrutture con i droni-kamikaze iraniani

Mosca bilancia le perdite territoriali prendendo di mira le infrastrutture dell’Ucraina, missione condotta con il ricorso ai droni-kamikaze. Lo stato Maggiore di Kiev ha sostenuto che i russi hanno usato ad oggi circa 80-90 droni d’attacco Shahed 136 di produzione iraniana: mezzi lanciati per danneggiare centrali elettriche, comandi, obiettivi civili. Diverse le aree urbane teatro dei raid. I numeri sono consistenti, coincidono con le valutazioni delle intelligence occidentali che avevano «avvisato» da tempo sulle forniture da parte di Teheran all’Armata.

Ore 18:44 - Macron: «Su Armageddon nucleare serve prudenza»

In merito alle parole del presidente americano Joe Biden sul rischio di “Armageddon” nucleare «serve prudenza». Lo ha detto Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, al termine del Consiglio europeo informale di Praga.

Ore 19:24 - Ue, non c’è l’accordo sul tetto al prezzo del gas

L’Eurovertice di Praga ha rinunciato all’accordo sul tetto al prezzo del gas. Ad annunciarlo è stata la stessa Ursula von der Leyen: «Non sono previste novità». Aggiungendo: «Dovrebbe essere compiuto un passo importante» che servirà ad arrivare a una scelta al consiglio europeo del 20-21 a Bruxelles. Sul tavolo c’era anche la proposta italiana e di altri tre Paesi, che il commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni benedice: «L’idea di un price cap bloccato può avere delle controindicazioni», ha detto a Radio Anch’io, «perché è chiaro che l’atteggiamento verso la Russia non può essere lo stesso che quello verso la Norvegia o l’Algeria». Per questo è meglio optare per «uno strumento abbastanza sofisticato» e «un price cap dinamico potrebbe andare incontro a questa necessità».

Ore 19:41 - Zelensky: «Putin prepara i russi allo strike nucleare»

Putin e i suoi «stanno iniziando a preparare la società» russa a un potenziale attacco con armi nucleari: «non sono ancora pronti a usarle, non sanno se le useranno o meno, ma penso sia pericoloso anche solo che ne parlino». Così Volodymyr Zelensky in un’intervista alla Bbc. Il presidente ucraino ha poi negato di aver parlato ieri di attacchi preventivi della Nato alla Russia, sostenendo d’esser stato frainteso e che la traduzione sia stata strumentalizzata da Mosca. «Putin - ha detto - non ha paura di uno strike nucleare, teme la sua gente e la sua società: perché solo il suo popolo può togliergli il potere».

Ore 19:46 - Magistratura russa sequestra uffici ong Memorial a Mosca

La magistratura russa ha ordinato il sequestro degli uffici a Mosca dell’ong Memorial, insignita oggi del premio Nobel per la pace.

Ore 19:53 - Mosca: «Zelensky conferma che operazione speciale era giusta»

Le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky sull’attacco preventivo contro la Russia conferma che la decisione di Vladimir Putin di lanciare l’operazione speciale era corretta. Lo dichiara il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass.

Ore 20:46 - Sarà Liverpool, a nome dell’Ucraina, a ospitare Eurovision 2023

Sarà Liverpool, nel Regno Unito, a ospitare a nome dell’Ucraina l’edizione 2023 di Eurovision. Il Regno Unito si è accordato con l’Ucraina, che ha vinto l’ultima edizione di Eurovision a Torino, per accogliere al suo posto la prossima edizione del concorso, considerata la situazione del Paese in guerra contro la Russia. Adesso è stata resa nota la scelta della città ospitante. Lo riferisce la Bbc. Nel maggio scorso in Italia, il Regno Unito aveva ottenuto il secondo posto.

Ore 20:54 - Un drone esplode in aeroporto militare russo

Un drone è esploso in un aeroporto militare nell’oblast di Kaluga, circa 200 chilometri a sudovest di Mosca. La denuncia parte dalle autorità russe. Il drone - ha dichiarato il governatore regionale Vladislav Shapsha su Telegram - «probabilmente è arrivato dall’estero». L’esplosione non ha provocato danni o feriti e l’aeroporto ha continuato ad essere operativo.

Ore 21:07 - Zelensky, liberati finora 2.500 kmq di territorio

Circa 2.500 chilometri quadrati di territorio ucraino e 96 insediamenti sono stati liberati dall’inizio della controffensiva delle truppe di Kiev: lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Ore 21:22 - Kiev: a Lyman 180 corpi in una fossa comune, anche bambini

I corpi di 180 persone sono stati trovati in una fossa comune scoperta a Lyman, nella regione di Donetsk, liberata dagli invasori russi. Lo rende noto il capo del dipartimento di polizia, Yevhen Zhukov, su Telegram, scrive Ukrinform. «Nella fossa — scrive Zhukov — sono state trovate intere famiglie. Tra le vittime ci sono anche i corpi di bambini nati nel 2019-2021».

Ore 21:50 - Aiea: «Danneggiata linea elettrica reattore 6 a Zaporizhzhia»

’Una linea di alimentazione elettrica della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata danneggiata in un bombardamento avvenuto ieri, e ora il reattore che veniva alimentato dalla linea colpita funziona temporaneamente con generatori diesel: lo ha affermato l’Aiea in un tweet. «Colpi in un’area industriale fuori dalla centrale hanno danneggiato una linea elettrica che serve il reattore 6, costringendo l’unità a fare affidamento temporaneamente sui suoi generatori diesel di emergenza», ha twittato l’agenzia per l’energia atomica.

Ore 23:28 - Fmi approva 1,3 miliardi di finanziamenti emergenza Ucraina

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha approvato 1,3 miliardi di dollari di finanziamenti di emergenza per l’Ucraina. Lo afferma il Fondo in una nota, nella quale precisano che le autorità ucraine meritano un «considerevole credito per aver mantenuto un elevato grado di stabilità macro-finanziaria in circostanze particolarmente difficili».

Roberto Fabbri per “il Giornale” il 7 ottobre 2022.

Sedici anni fa, un killer rimasto impunito come il suo mandante pensò di far cosa gradita a Vladimir Putin assassinando Anna Politkovskaja nel giorno del suo compleanno. La morte violenta fermò per sempre la penna e il brillante cervello di una giornalista coraggiosa che aveva avvertito per tempo tutto noi di quale sarebbe stata la deriva della «Russia di Putin», titolo di un suo profetico libro-denuncia.

Non si fermò invece, negli anni successivi, l'inquietante sequenza di omicidi di oppositori e avversari politici del presidente autocrate, sempre più chiaramente riconducibili alla volontà dello stesso potente uomo del Cremlino. 

Quest' oggi Putin compie settant' anni e aveva progettato di farsi un regalo ancor più speciale: celebrare un rito religioso nella cattedrale ortodossa di Kiev, nel frattempo ricondotta sotto sovranità russa. I suoi consiglieri gli avevano assicurato che la capitale dell'Ucraina gli sarebbe caduta in mano come un frutto maturo già nello scorso febbraio, ma come tutti ormai sappiamo non è andata esattamente così e Putin si trova a celebrare un compleanno molto diverso da come l'aveva immaginato.

E questo perché l'uomo di cui i suoi ammiratori amavano esaltare la visione strategica non ne ha azzeccata una. L'apoteosi della sua politica di potenza non c'è stata. Credeva che gli ucraini avrebbero accolto i soldati russi con i mazzi di fiori invece li hanno presi a cannonate, molto più precise e micidiali del previsto, tra l'altro. 

Contava che gli americani, guidati dal senescente Joe Biden, avrebbero fatto come a Kabul, abbandonando vergognosamente gli alleati, ma non è andata così: i cannoni che inchiodano i russi sono in buona parte suoi. 

Era certo che gli europei avrebbero preferito lasciare scorrazzare l'orso russo nelle pianure ucraine in cambio della garanzia di forniture di gas e di vaghe promesse di fermarsi al confine polacco e invece siamo qui a organizzarci (male, magari) per un inverno col maglione in casa pur di non dargliela vinta.

Quanti errori di valutazione, quante brutte sorprese. Quanti generali sollevati inutilmente dall'incarico, quante incredibili bugie pronunciate invano nel tentativo di recuperare l'irrecuperabile, di vincere una guerra che non aveva nemmeno osato definire tale e che non può più vincere. 

Il Putin settantenne di oggi è un uomo costretto a ostentare ottimismo di fronte al disastro incombente: ridotto a festeggiare in un clima surreale a metà tra la solennità e lo stadio l'annessione di territori che non riesce a controllare, a promettere l'imminente riconquista delle loro parti che Kiev si è già ripresa ignorando minacce roboanti, ad agitare addirittura lo spauracchio di una guerra nucleare come ultima disperata ratio.

È soprattutto un uomo paranoico più che mai, che sente alzarsi attorno a sé voci che mai avrebbe creduto di udire. Voci di sodali che gli devono ricchezze e privilegi enormi, ma che cominciano a parlare di errori politici dietro le disfatte militari e a mettere in discussione i suoi stessi organigrammi. Perché adesso sentono che lui potrebbe andare a fondo e vogliono salvarsi, magari disarcionandolo.

E così ci sono quelli che cominciano a pensare che all'Ucraina si potrebbe anche rinunciare, e altri che invece sembrano disposti a fare fuori ministri e generali considerati non abbastanza duri per vincere la battaglia della vita. In mezzo c'è lui, Vladimir che voleva passare alla Storia come l'erede di Ivan il Terribile, sempre più isolato in patria e all'estero. Magari pronto a gesti terribili e irrazionali, come lo Hitler del 1945 disposto a incenerire la Germania pur di non arrendersi. Certamente «triste, solitario y final». Termine, quest' ultimo, che in Russia raramente si abbina con un epilogo tranquillo per l'involontario protagonista.

Il “Trono di spade” del potere russo, dalle trame contro Shojgu alla successione di Putin. Rosalba Castelletti su La Repubblica il 6 ottobre 2022. 

«Ben detto, Ramzan. Sei un grande». L’inusuale endorsement del capo dei mercenari Wagner Evgenij Prigozhin nei confronti del leader ceceno Ramzan Kadyrov non sarebbe stato casuale. E neppure i loro durissimi attacchi in simultanea contro l’esercito per la «ritirata su posizioni più vantaggiose» da Lyman. I due starebbero tramando per rovesciare il ministro della Difesa Serghej Shojgu e rimpiazzarlo con Aleksej Djumin, attuale governatore di Tula ed ex “guardia del corpo” di Vladimir Putin, nonché suo papabile successore. Un “gioco dei troni” tutt’altro che distopico che si intreccia con la corsa alla successione dello stesso leader del Cremlino che, alla vigilia del suo 70esimo compleanno, sta affrontando la sfida più seria in un quarto di secolo al potere. Quanto la macchinazione della strana coppia del ceceno e dello “chef” possa riuscire è da vedere.

Kadyrov e Prigozhin sono gli «uomini da tenere d’occhio», concordano diverse fonti russe, gli esponenti più radicali del cosiddetto “partito della guerra” che invoca l’escalation in Ucraina. Hanno tre cose in comune: dispongono di “eserciti privati”, devono tutto al presidente, e sono in lotta con Shojgu. Ramzan Kadyrov, 45 anni, è il “mastino di Putin”, il suo “soldato di fanteria”. Governa la Cecenia come un feudo. Gode di autonomia e fondi illimitati in cambio di stabilità nell’ex Repubblica ribelle. I suoi uomini, i kadyrovtsy, sono una milizia paramilitare al suo comando. Evgenij Prigozhin, 61 anni, invece, è l’uomo del lavoro sporco. Era un oscuro ristoratore dal passato criminale prima che il presidente decidesse di appaltargli il catering del Cremlino dopo una cena in un suo locale. Da qui il nomignolo di “chef di Putin”. E anche i contratti milionari che lo hanno portato a capo della “fabbrica dei troll” di San Pietroburgo e della compagnia di mercenari Wagner. Per anni ne aveva smentito la paternità fino alla rivendicazione di qualche giorno fa seguita a un video in cui recluta prigionieri.

Quando la Difesa ha ammesso il «ritiro» da Lyman, Kadyrov e Prigozhin si sono lanciati in dure invettive contro l’esercito. E non era la prima volta. Una complicità segno di una combutta, stando ad Andrej Pertsev, analista di Carnegie Politika con ottime fonti al Cremlino. Entrambi hanno conti in sospeso con Shojgu. Lo scorso giugno la Difesa ha informato Kadyrov che creerà nuove formazioni militari in Cecenia che rispondano a Mosca, non più a lui. Mentre, secondo la newsletter The Bell, Shojgu ha tagliato i contratti di Prigozhin da 27 miliardi di rubli (452 milioni di euro) nel 2015 a poco più di un miliardo (1,6 milioni) e per di più è in ritardo coi pagamenti. Il duo avrebbe perciò cercato il consenso dell’ex pretoriano Aleksej Djumin, veterano delle Fso (il Servizio di protezione federale del presidente) ed ex viceministro della Difesa che avrebbe guidato le forze speciali durante l’annessione della Crimea prima di essere nominato governatore di Tula nel tentativo, si dice, di avvinarlo al popolo in vista di una futura successione al Cremlino. Secondo le fonti di Pertsev, Djumin aspirerebbe a tornare alla Difesa, ma al posto di Shojgu. E Kadyrov e Prigozhin non avrebbero altro che da guadagnarne. Djumin sarebbe anche un’assicurazione sul loro futuro. Se Putin davvero lo indicasse come suo delfino, il ceceno e lo chef continuerebbero a godere di favori anche nell’ipotesi di un avvicendamento al Cremlino.

Le probabilità che il cambio di poltrone riesca, mette in guardia Pertsev, tuttavia non sono molto alte, benché se ne discuta. Rimpiazzare Shojgu nel bel mezzo dell’offensiva vorrebbe dire ammettere i fallimenti sul campo. E Putin se ne guarda bene. Ieri tra l’altro il Cremlino ha promosso Kadyrov al grado di colonnello generale, terzo grado più alto nella gerarchia militare russa, ma ha preso le distanze da Prigozhin. È «soltanto un cittadino russo», ha detto il portavoce Dmitrij Peskov. E Putin ha approfittato di un video-incontro con un gruppo d’insegnanti per rispolverare un capitolo di storia reso memorabile da La Figlia del Capitano di Pushkin: la rivolta contro Caterina la Grande di Emeljan Pugaciov, finito giustiziato in Piazza Rossa. «Credeva di essere lo Zar», ha detto. «Era un elemento di debolezza dell’autorità centrale». Un’allusione sibillina tutta da decifrare. Una cosa sola è certa. Anche nel Trono di Spade di Putin, si vince o si muore. Pugaciov insegna.

A fuoco il ponte tra Russia e Crimea. Kiev: è solo l’inizio. Ma poi ribalta la colpa su Mosca. Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera l'8 Ottobre 2022.

Le notizie di sabato 8 ottobre, in diretta. L’esercito russo rivendica successi nell’Ucraina orientale dopo una serie di battute d’arresto su diversi fronti. Ma Kiev sembra mantenere i suoi territori ed esorta le forze di invasione ad arrendersi

• La guerra in Ucraina è arrivata al 227esimo giorno.

• Dopo le parole di Biden sull’«Armageddon atomico», la Casa Bianca precisa: nessuna minaccia nucleare imminente.

• Zelensky sulla centrale di Zaporizhzhia controllata dai russi: «Siamo sull’orlo del disastro nucleare».

• Nuovi aiuti a Kiev. Metsola: «Ha bisogno di armi pesanti, dobbiamo fornirle».

• L'esercito di Kiev avanza nella zona di Kherson. Qui il video reportage dalla linea del fronte.

• I russi colpiscono le infrastrutture in Ucraina con i droni-kamikaze iraniani.

Ore 23:28 - Fmi approva 1,3 miliardi di finanziamenti emergenza Ucraina

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha approvato 1,3 miliardi di dollari di finanziamenti di emergenza per l’Ucraina. Lo afferma il Fondo in una nota, nella quale precisano che le autorità ucraine meritano un «considerevole credito per aver mantenuto un elevato grado di stabilità macro-finanziaria in circostanze particolarmente difficili».

Ore 01:03 - Missili su Kharkiv, ospedale in fiamme

Una serie di esplosioni ha scosso la città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale: imponenti pennacchi di fumo hanno illuminato il cielo, innescando una serie di esplosioni secondarie. Non ci sono al momento notizie di vittime. Le esplosioni sono arrivate ore dopo che la Russia ha concentrato gli attacchi nelle aree annesse illegalmente, mentre il bilancio delle vittime dei precedenti attacchi missilistici contro condomini nella città meridionale di Zaporizhzhia è salito a 14. Il sindaco di Kharkiv, Igor Terekhov, ha spiegato su Telegram. «Secondo le prime informazioni, una delle strutture mediche è in fiamme, così come un edificio non residenziale».

Ore 01:18 - La Russia rivendica successi a Est

Le forze russe rivendicano successi nell’Ucraina orientale dopo una serie di battute d’arresto su diversi fronti, ma Kiev sembra mantenere i suoi territori ed esorta i soldati russi ad arrendersi. Il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, si è rivolto ai militari di Mosca: «Potete ancora salvare la Russia dalla tragedia e l’esercito russo dall’umiliazione», oppure «essere ricordati come ladri, stupratori e assassini», ha detto, dopo che diverse sconfitte al fronte hanno spinto il presidente Vladimir Putin a mobilitare centinaia di migliaia di riservisti. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato invece che l’esercito ha riconquistato circa 2.500 chilometri quadrati di territorio controllato dai russi nella sua ultima controffensiva lanciata a fine settembre. Mosca, da parte sua, ha annunciato di aver conquistato tre località dell’Ucraina orientale. I separatisti filorussi che combattono a fianco delle forze di Mosca in Ucraina hanno affermato di aver conquistato le città di Otradivka, Vesela Dolina e Zaitseve. Il ministero della Difesa russo aveva già annunciato la cattura di Zaitseve il giorno prima nel suo rapporto quotidiano. I tre comuni si trovano a sud della città di Bakhmut, controllata dalle forze ucraine nella regione di Donetsk e che l’esercito russo sta cercando di conquistare da mesi senza successo.

A Bakhmut, venerdì, colpi di artiglieria pesante e lanciarazzi multipli nel centro della città, che prima della guerra contava circa 70.000 abitanti. Un volontario civile del gruppo umanitario Vostok SOS, Eduard Skorik, 29 anni, ha dichiarato che vicino a casa sua ci sono stati «combattimenti in strada». A sud della città, in direzione dei villaggi catturati dai russi, si vedeva il fumo nero causato dalle granate. Anche le forze ucraine hanno riportato vittorie territoriali venerdì, tra cui il villaggio di Grekivka nella regione orientale di Lugansk, secondo il governatore Sergey Gaidai. Nella regione occupata di Kherson, nel sud, almeno cinque civili sono stati uccisi e altri cinque sono stati feriti dai bombardamenti ucraini che hanno colpito un autobus con civili a bordo mentre attraversava un ponte, ha dichiarato il funzionario filorusso Kirill Stremousov. Le forze ucraine hanno attaccato più volte i ponti della regione per impedire i rifornimenti logistici alle forze russe. La presidenza ucraina ha riferito che una persona è stata ferita dai bombardamenti russi nella regione meridionale di Zaporizhzhia, dove il giorno prima erano state uccise undici persone.

Il capo dei separatisti filorussi nella regione di Donetsk (est), Denis Pushilin, ha dichiarato che nei pressi di Liman, un importante snodo ferroviario, si è registrata la situazione «più difficile». Ha detto che l’esercito russo stava consolidando una nuova linea di difesa. «Penso che abbiamo la possibilità di iniziare a liberare territori», ha aggiunto, annunciando l’invio di rinforzi. La scorsa settimana la Russia ha rivendicato l’annessione di quattro regioni che controlla almeno parzialmente in Ucraina, a seguito di «referendum» denunciati dalle Nazioni Unite, dal governo ucraino e dai suoi alleati occidentali. Dopo le minacce di Putin di ricorrere alle armi nucleari per difendere i territori annessi, giovedì il suo omologo ucraino ha parlato di attacchi «preventivi» contro la Russia. La presidenza ucraina ha rapidamente fatto marcia indietro e ha affermato che Zelenski si riferiva a «sanzioni» preventive e non a bombardamenti, ma il Cremlino ha denunciato che si tratta di un «appello a iniziare una nuova guerra mondiale». Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avvertito del rischio di «Armageddon» nucleare per la prima volta dai tempi della Guerra Fredda, ma le sue osservazioni sono state ricalibrate dalla Casa Bianca venerdì. Gli Stati Uniti non hanno «alcuna indicazione che la Russia si stia preparando all’uso di armi nucleari», ha dichiarato l’addetta stampa Karine Jean-Pierre.

Ore 06:14 - A fuoco serbatoio carburante, rogo su ponte Crimea

Un serbatoio di stoccaggio del carburante ha preso fuoco sul ponte di Crimea. È quanto riporta la Tass, precisando che «gli archi navigabili del viadotto non hanno subito danni». «È troppo presto per parlare di cause e conseguenze. Sono in corso i lavori per estinguere l’incendio», ha scritto su Telegram Oleg Kryuchkov, consigliere del Governo russo in Crimea.

La circolazione dei veicoli attraverso il ponte Kerch, che collega la Russia alla Crimea, è stata sospesa a causa dell’incendio. Il personale del ministero russo per le emergenze e il servizio stradale stanno lavorando sul posto per contenere le fiamme. Inaugurato nel 2018, il ponte è lungo 19 chilometri ed è il più lungo d’Europa.

Ore 07:48 - Escalation nucleare: gli Usa hanno nuovi indizi? E in che modo possono reagire? Domande e Risposte

(Giuseppe Sarcina) — Non è la prima volta che un’uscita di Joe Biden spiazzi l’opinione pubblica e, soprattutto, i consiglieri e i ministri dell’Amministrazione. «Putin non bluffa, non siamo mai stati così vicini alla catastrofe nucleare dai tempi della crisi dei missili a Cuba», ha detto giovedì sera, in un evento per la raccolta di fondi a New York. Parole che, naturalmente, seminano dubbi e inquietudini.

 1) Gli americani dispongono di nuove informazioni sulle mosse di Putin?

Alla vigilia della guerra Biden aveva avvertito l’Occidente, facendo costante riferimento alle informazioni dei servizi segreti americani, oppure alle immagini satellitari. Il suo allarme, però, fu accolto dallo scetticismo generale. I fatti, poi, gli diedero ragione: i carri armati putiniani invasero l’Ucraina, puntando su Kiev. Giovedì, sera, però, Biden non ha mai citato l’intelligence Usa. Non ha richiamato alcun indizio che possa far pensare a preparativi in corso da parte dei russi. Il presidente Usa, invece, ha messo in campo la sua esperienza: «Conosco Putin, so che sta facendo sul serio». La Casa Bianca ha poi precisato che la linea non cambia: il governo non ha «nuove informazioni» sulla strategia atomica del Cremlino. Nello stesso tempo, però, i portavoce confermano che il rischio di un’escalation nucleare è più alto.

 

Ore 07:50 - Kiev, black out centrale Zaporizhzhia, in funzione generatori

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è scollegata dalla rete di alimentazione elettrica in seguito a un bombardamento russo: la denuncia è della società ucraina per l’energia atomica, Energoatom. «A causa di un nuovo bombardamento da parte delle truppe russe, l’ultima linea di comunicazione con il sistema di alimentazione a 750 kV della centrale nucleare di Dniprovska è stata danneggiata e disconnessa.

 Di conseguenza, la centrale nucleare di Zaporizhzhya è completamente scollegata. I generatori diesel si sono accesi automaticamente ma le riserve di carburante diesel disponibili per il lavoro in questa modalità saranno sufficienti per 10 giorni», si legge nel messaggio postato su Telegram e riferito dall’agenzia ucraina Unian.

Ore 08:01 - Il video dopo l'esplosione sul ponte di Kerch, tra Russia e Crimea

Ore 08:03 - Che cosa è successo sul ponte di Kerch, in Crimea

Il ponte di Kerch che collega la Russia alla Crimea è stato colpito da una massiccia esplosione sulla corsia del traffico ferroviario. Alcune immagini dal ponte mostrano un grande incendio in almeno due carrozze di un treno sul ponte e una vasta colonna di fumo nero.

 L'esplosione è avvenuta intorno alle 6 del mattino di oggi mentre un treno stava attraversando il ponte, anche se non è immediatamente chiaro cosa l'avesse causata. Secondo alcune fonti di stampa russe l'incendio sarebbe partito da un serbatoio di carburante. Alcune immagini sembrano mostrare un secondo incendio a una certa distanza da quello principale e il crollo di una parte del ponte stradale che corre parallela ai binari del treno.

Ore 08:27 - Capo Crimea accusa: ponte danneggiato da vandali Kiev

Il capo del parlamento locale Vladimir Konstantinov ha detto che l'incendio che ha danneggiato il ponte di Crimea è stato provocato da «vandali ucraini». Lo riporta Ria Novosti. «Ora hanno qualcosa di cui essere orgogliosi - ha scritto - per 23 anni della loro gestione non sono riusciti a costruire nulla degno di attenzione in Crimea, ma sono riusciti a danneggiare la tela del ponte russo. Questa è l'intera essenza del regime di Kiev e dello stato ucraino. Morte e distruzione sono l'unica cosa che sanno fare».

Ore 08:28 - Mosca: incendio ponte Kerch provocato da esplosione camion

Esplosione sul ponte di Kerch che collega Russia e Crimea. A provocarla sarebbe stato un camion fatto saltare in aria. L'esplosione ha provocato l'incendio di alcuni serbatoi di carburante di un treno ferroviario. Secondo quanto riporta la stampa russa per il capo del parlamento locale Vladimir Konstantinov l'incendio è stato provocato da «vandali ucraini».

Ore 09:16 - Kiev, ponte Crimea è solo l'inizio

«Crimea, il ponte, l'inizio. Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è stato rubato deve tornare all'Ucraina». Lo ha scritto su twitter Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensy, postando una foto del ponte della Crimea incendiato.

Ore 09:27 - Ponte di Kerch: erano mesi che a Kiev si pensava di bombardarlo

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kherson ) Il ponte di Kerch rappresenta una via di collegamento vitale tra la Russia e la penisola di Crimea. La presenza di un acquedotto ne aumenta l’importanza, specie adesso che gli ucraini stanno progressivamente riprendendo le aree a nord della penisola conquistata a marzo dai russi e dove scorre il canale che originariamente convogliava l’acqua del Dnepr in Crimea. 

Erano mesi che a Kiev si pensava di bombardarlo. Il tema però è tabù: Putin potrebbe considerarlo come il casus belli che legittima il ricorso ad «ogni mezzo» (compreso il nucleare) per difendere la madrepatria in pericolo. Per ora da Mosca si parla di «incidente» e, come già nel recente passato, la formula potrebbe servire ad entrambi per evitare l’escalation della crisi. Certo è che l’incendio di Kersh ripropone il tema Crimea al centro della guerra«La reazione del regime di Kiev alla distruzione delle infrastrutture civili testimonia la sua natura terroristica». Lo scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in merito all'incendio scoppiato sul ponte di Crimea.

Ore 10:09 - Kiev, danno a ponte Crimea grande vantaggio per noi

I danni inflitti da un'esplosione al ponte di Crimea sono «un grande vantaggio per tutti gli ucraini», poiché complicano per i russi le forniture di cibo, carburante e armi alla penisola occupata e alla regione di Kherson. Lo ha affermato il consigliere del ministro degli Affari interni dell'Ucraina, Vadym Denysenko, secondo quanto riportato dall'agenzia Unian. «Logisticamente, la situazione con la fornitura di tutto il possibile, dal cibo al carburante fino alle armi, alla Crimea e alla regione di Kherson, sta diventando sempre più difficile per loro», ha detto Denysenko, «pertanto, da questo punto di vista, questo è, ovviamente, un un grande vantaggio per tutti noi». Secondo il consigliere, il tentativo dei russi di stabilire un ponte di barche per rispondere all'emergenza «può risolvere parzialmente il problema dei rifornimenti» ma «sarebbe quasi irrealistico» sperare di allestirlo in un giorno.

Ore 10:40 - Danni a ponte Crimea stimati in 500 milioni di rubli

L'Unione degli assicuratori russi ha stimato i danni a seguito dell'incidente sul ponte di Crimea per un importo fino a 500 milioni di rubli (circa 8 milioni di euro), ma non dispone di informazioni sui contratti di assicurazione delle infrastrutture del ponte in vigore. Lo riferisce la Tass.

Ore 10:49 - Mosca, reazione Kiev a incendio ponte dimostra sono terroristi

Ore 11:05 - Le code per la benzina dopo l'esplosione sul ponte di Kerch, in Crimea

 Ore 11:48 - Mosca, spento incendio su ponte Crimea

È stato spento l'incendio seguito all'esplosione sul ponte di Kerch. Lo ha fatto sapere il ministero russo per le Emergenze. Secondo le autorità, non risultano feriti.

Ore 12:11 - Camion bomba sul ponte in Crimea opera dei servizi ucraini

L'esplosione del camion bomba sul ponte in Crimea è stata un'operazione speciale dello Sbu, i servizi ucraini: lo scrive l'agenzia ucraina Unian citando fonti delle forze di sicurezza.

Ore 12:29 - Kiev sul ponte in Crimea, «Buon compleanno Putin!»

Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell'Ucraina, ha postato su Twitter un video dell'incendio provocato da un camion esplosivo che ha parzialmente distrutto il ponte Kerch di collegamento tra la Crimea e la Russia e, parallelamente, il video di Marilyn Monroe che intona «Buon compleanno» al presidente Kennedy. Solo due parole nel post: «Buongiorno Ucraina!». Ma il messaggio sottinteso è quello di un ironico regalo di compleanno a Putin, che quel ponte lo inaugurò, per i suoi sui 70 anni compiuti ieri.

Ore 12:32 - Podolyak aveva detto al Corriere: «Il ponte di Kerch in Crimea? Illegale»

Nell'intervista del 22 settembre a Mykajlo Podolyak, il nostro inviato Francesco Battistini aveva chiesto al consigliere di Zelensky: Ma perché volete la demolizione del ponte di Kerch, in Crimea?

Podolyak aveva risposto così: «Perché è una costruzione illegale. La domanda è: come va demolito? Ma non dovremmo fissare la nostra attenzione solo sul ponte. Ci sono molte cose da fare, per esempio la restituzione delle basi militari in Crimea. Nella Penisola crescono i gruppi di sabotaggio, anche le attività partigiane».

Ore 13:07 - Media ucraini, intelligence Kiev dietro esplosione ponte Kerch

«L'attacco al ponte di Crimea è un'operazione dei servizi di intelligence ucraini» (Sbu). Lo scrive l'agenzia Unian, citando una fonte anonima nelle forze dell'ordine. Dallo Sbu, per ora nessun commento ufficiale. Intanto, il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell'Ucraina, Oleksiy Danilov, ha fatto un tweet sarcastico sull'attacco al ponte, maxi infrastruttura fortemente voluta da Vladimir Putin in persona: ha postato, accostandole, le immagini del ponte in fiamme e di Marilyn Monroe che canta «Buon compleanno Mr. President». Un riferimento esplicito all'esplosione come `regalo´ per il capo del Cremlino, che ieri compiva 70 anni.

Ore 13:56 - Mosca, su ponte Crimea morte tre persone

L'esplosione avvenuta questa mattina sul ponte della Crimea ha causato la morte di tre persone. Lo ha reso noto la Commissione investigativa dopo le prime indagini preliminari. Lo riporta Ria Novosti. «Presumibilmente si tratta dei passeggeri di un'auto che era accanto al camion fatto saltare in aria», viene spiegato. Al momento «i corpi di due uomini e una donna sono stati recuperati dal mare, le loro identità sono state stabilite».

Ore 15:14 - Mosca: generale Surovikin a comando operazioni in Ucraina

«Il generale Serghei Surovikin è stato nominato al comando del gruppo congiunto delle forze impegnate nell'operazione militare speciale» in Ucraina. Lo ha annunciato il ministero della Difesa russo, citato dalla Tass.

Ore 15:18 - Crimea: Mosca, traffico su tratti integri riparte alle 15

Alle 15:00 italiane riprenderà il traffico autostradale sulle carreggiate del ponte di Kerch non danneggiate dall'esplosione. Lo riferisce, riporta Tass, il ministero dei Trasporti russo. Il traffico passeggeri via traghetto attraverso lo stretto partirà invece solo domani, fanno sapere le autorità russe.

Ore 16:13 - Mosca nomina Surovikin nuovo comandante forze armate in Ucraina

La Russia ha nominato Sergei Surovikin nuovo comandante delle forze russe in Ucraina. Ex comandante delle operazioni russe in Siria, Surovikin, secondo il Ministero della Difesa britannico - riferisce il Financial Times - è «un generale notoriamente corrotto e brutale anche per gli standard dell’esercito russo».

Ore 17:16 - Media ucraini: «Arresti di militari a Mosca»

Arresti di personale militare sarebbero in corso a Mosca. Lo riferiscono vari media ucraini, tra cui l’agenzia Unian e il portale Tpyxa, secondo cui le unità d’élite della guardia russa, la divisione operativa Dzerzhinsky, sono entrate in città e si dirigono verso il centro, dove il traffico sarebbe stato interrotto, insieme a gruppi delle forze di polizia. Tutte le unità militari nel perimetro di Mosca sono state poste in allerta, aggiunge il sito.

 Ore 17:18 - Bremmer: «Nato con Kiev per territori occupati da febbraio»

«La Nato dovrebbe sostenere l’Ucraina per riconquistare tutti i territori occupati dall’invasione del 24 febbraio. La Crimea dovrebbe essere un tema di trattative (come Zelensky sembrava voler prima dell’invasione), non di conflitto militare». Lo afferma il politologo americano Ian Bremmer su Twitter. In una serie di cinguetti Bremmer mostra alcune immagini del ponte esploso in Crimea e si chiede se Vladimir Putin consentirà al porto di Odessa di restare aperto ora che le catene di approvvigionamento alla Crimea sono quasi chiuse. «L’accordo sul grano è ora a rischio?».

Ore 17:25 - Kiev ora evoca la "pista russa" per l'esplosione in Crimea

L'esplosione sul ponte della Crimea suggerisce una «pista russa». È quanto sostiene la presidenza ucraina. Il consigliere del capo dell'ufficio del presidente Mikhail Podolyak considera l'esplosione sul ponte di Crimea «una manifestazione del conflitto» tra le forze di sicurezza russe, in particolare «tra l'FSB da un lato e il Ministero della Difesa/Stato maggiore della Federazione Russa dall'altro». Lo riporta l'Ukrainska Pravda.

Podolyak ha osservato che il camion che è esploso, secondo tutte le indicazioni, è arrivato sul ponte dalla direzione della Federazione Russa. Pertanto, le risposte, a suo avviso, dovrebbero essere cercate in Russia. «Naturalmente, stiamo assistendo - ha affermato - all'inizio di processi negativi su larga scala in Russia. Sono iniziati potenti conflitti tra i servizi speciali russi, tutti cercano i responsabili delle sconfitte militari, vogliono riformare la cerchia ristretta di Putin e assumere altre posizioni. O arrestare certi generali». Il consigliere del presidente ucraino sostiene quindi che la logistica della detonazione indichi la pista russo. «Ora, in questo clamoroso incidente, vediamo l'aggravarsi del conflitto tra i militari e le forze dell'ordine della Russia e la sua uscita dal controllo del Cremlino», ha detto Podolyak.

Ore 19:09 - Putin firma decreto per rafforzare sicurezza su ponte Crimea

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per rafforzare le misure di sicurezza sul ponte di Kerch, colpito oggi, e sul principale gasdotto di Krasnodar (Turkstream, ndr). Lo rende noto il Cremlino, come riporta Tass. Il ruolo di rafforzamento delle misure di protezione è conferito al Servizio federale di sicurezza della Federazione Russa (Fsb).

Ore 19:20 - Kiev, potente esplosione ad una stazione ferroviaria nel Donetsk

Una potente esplosione ha investito la stazione ferroviaria di Karan nel territorio temporaneamente occupato della regione di Donetsk in Ucraina. Lo ha scritto su Telegram Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol. Lo riporta Ukrinform. Al momento non vengono segnalate vittime.

Ore 19:51 - Usa mettono in guardia Hong Kong su yacht oligarca russo

Gli Stati Uniti mettono in guardia Hong Kong per lo yacht dell'oligarca russo Alexei Mordashov nelle sue acque. Il Dipartimento di Stato ha avvertito come in caso di mancata azione la reputazione dell'ex colonia britannica potrebbe risentirne. La «reputazione di centro finanziario dipende dall'adesione alle leggi e agli standard internazionali», ha detto il Dipartimento di Stato.

Ore 20:26 - Estonia: «Il metropolita ortodosso deve condannare Russia»

I ministri estoni degli Interni e della Giustizia hanno chiesto al metropolita Eugenio, capo della Chiesa ortodossa estone appartenente al Patriarcato di Mosca, di condannare esplicitamente entro il prossimo 12 ottobre l'aggressione della Russia in Ucraina. Venerdì il Sinodo della Chiesa ortodossa estone aveva emesso una nota in cui veniva condannata in termini generali l'intromissione della Chiesa negli affari della politica. Nonostante alcuni analisti vi abbiano intravisto una velata critica all'atteggiamento del Patriarca di Mosca Cirillo, essa non viene considerata sufficiente da parte del Governo estone. «Stiamo aspettando una presa di posizione precisa. In primo luogo, aspettiamo che vi sia una chiara e concreta presa di distanza dalle parole del Patriarca Cirillo e, in secondo, che venga assicurato al ministero degli Interni e ai fedeli estoni che la Chiesa ortodossa estone appartenente al Patriarcato di Mosca non è sotto l'influenza russa», ha affermato il ministro degli Interni Lauri Laanemets.

Ore 20:51 - Zelensky: «Nuvole in Crimea, ma tornerà a splendere il sole»

«Oggi è stata una giornata buona e prevalentemente soleggiata sul territorio del nostro Stato. In una vasta area, la temperatura è di circa 20 gradi e il sole splende. Sfortunatamente, era nuvoloso in Crimea. Anche se anche lì è caldo. Ma non importa quali siano le nuvole, gli ucraini sanno cosa fare. E sanno che il nostro futuro è soleggiato: è un futuro senza occupanti, su tutto il nostro territorio». Così su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ironizza dopo l'esplosione di un camion bomba sul ponte che collega la Crimea alla Russia. «Garantiamo salva la vita a tutto il personale militare russo che volontariamente depone le armi e si arrende», torna poi a ribadire Zelensky.

Ore 21:28 - Zelensky: «Battaglie molto dure in direzione di Bakhmut»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato nel suo discorso serale che sono in corso battaglie molto dure nella direzione di Bakhmut. «Durante questa giornata, il movimento dei nostri militari, del Servizio di sicurezza dell'Ucraina, della Guardia nazionale e di tutti coloro che sono coinvolti in azioni attive sono proseguiti in azioni nell'est e nel sud del nostro stato. Manteniamo posizioni nel Donbass, in particolare in direzione Bakhmut, dove ora ci sono battaglie molto, molto difficili, molto dure». «Oggi vorrei elogiare ancora una volta i nostri soldati della 93a brigata meccanizzata separata Kholodny Yar per il loro coraggio, per la loro resistenza in questa direzione», ha aggiunto Zelensky.

Ore 22:55 - Kiev, nuovo attacco in serata a Zaporizhzhia

Nuovo attacco russo in serata a Zaporizhzhia. Lo afferma il presidente dell'amministrazione statale regionale di Zaporizhzhia Oleksandr Starukh su Telegram, come riporta Ukrainska Pravda.

Ore 00:10 - L’arcivescovo di Kiev: «Grandi e vere minacce di un disastro nucleare»

Cresce la preoccupazione per una deriva nucleare della guerra in Ucraina. «Ci sono grandi e vere minacce di un nuovo disastro nucleare». Il nuovo allarme arriva dall’arcivescovo maggiore di Kiev, Svjatoslav Ševčuk, nel suo videomessaggio. «Durante la giornata di ieri la terra ucraina ha sempre tremato a causa di attacchi delle armi russe di vario genere che il nemico ha inflitto alle nostre città e villaggi. Su tutta la linea del fronte sono in corso pesanti battaglie sanguinose. Ma il cuore ci duole soprattutto per la città di Zaporizhzhia che nel corso della giornata è stata vittima di vari attacchi e colpi russi».

«Il nemico - spiega Ševčuk- sta cercando di intimidire questa città che è stata già annessa alla Federazione Russa in contumacia minacciando quelle persone che la difendono con coraggio. La nostra Kharkiv ha tremato sotto i colpi russi. Il nemico ha attaccato il centro della città distruggendo uno degli ospedali della città di Kharkiv. In fiamme è il centro urbano. Incessanti attacchi russi contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia sembrano particolarmente criminali. Ancora una volta - fa sapere Ševčuk - la centrale diventa l’epicentro di questi attacchi, sebbene si trovi sul territorio occupato dai russi. Lì è scoppiato un incendio, l’alimentazione elettrica è stata interrotta e ci sono grandi e vere minacce di un nuovo disastro nucleare».

Ore 00:40 - Kiev: «In Russia situazione che può portare a colpo di Stato»

Il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, citato da Unian, ha sottolineato che il presidente russo, Vladimir Putin, «ha perso il controllo dei suoi servizi segreti ed è molto probabile che le esplosioni sul ponte di Crimea siano state organizzate da rappresentanti delle forze di sicurezza russe, che si oppongono a vicenda». Secondo il consigliere «la situazione nella Federazione Russa potrebbe molto probabilmente trasformarsi in un colpo di Stato».

Ore 01:23 - Tensione tra Ucraina e Bielorussia, convocato ambasciatore di Kiev

La presunta preparazione di un attacco da parte ucraina fa salire la tensione tra la Bielorussia, vicina a Putin, e Kiev. Il ministero bielorusso degli Affari esteri ha convocato l’ambasciatore dell’Ucraina sui sospetti di un’azione militare in Bielorussia. È quanto riporta l’agenzia Unian secondo una nota del ministero ucraino degli Affari Esteri. In dettaglio all’ambasciatore dell’Ucraina a Minsk, Ihor Kyzym, è stata consegnata nella serata dell’8 ottobre una nota diplomatica. «La parte bielorussa - sottolinea il ministero di Kiev - afferma che l’Ucraina starebbe pianificando un attacco al territorio della Bielorussia. Questa informazione non corrisponde alla verità. Respingiamo categoricamente le insinuazioni del regime bielorusso. Non escludiamo che la consegna della nota diplomatica possa rientrare nel piano della Federazione Russa di portare avanti provocazioni. L’Ucraina non ha mai invaso territori stranieri. Aderiamo rigorosamente alle norme e ai principi fondamentali del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Le autorità in Bielorussia dovrebbero smettere di soddisfare i capricci del Cremlino e smettere immediatamente di fornire supporto alla Russia nella sua aggressione contro l’Ucraina» ha concluso il ministero degli Affari esteri di Kiev.

Colpito il ponte tra la Russia e la Crimea: cosa rischia ora Mosca. La Crimea adesso è isolata e questo complica la rete logistica militare per i soldati impegnati nel sud dell'Ucraina. Intanto i cittadini temono la mancanza di cibo e di generi di prima necessità. Mauro Indelicato l'8 Ottobre 2022 su Il Giornale.

Un colpo molto duro per Vladimir Putin e per la Russia. Senza dubbio vedere il ponte di Krech, in Crimea, in preda alle fiamme e con due campate cadute in acqua ha destato, al Cremlino soprattutto, non poca impressione. Per capire l'importanza del viadotto per Mosca, basti pensare che all'inaugurazione avvenuta nel maggio del 2018 è stato il presidente russo in persona a guidare il primo camion che ha percorso l'intera tratta tra Krasnodar a Kerch. Ma al di là delle impressioni e di quanto politicamente simboleggi il sabotaggio del viadotto, la Russia adesso deve fare i conti con problemi logistici di non poco conto. E questo vale sia a livello militare che civile.

L'esplosione poi il crollo: in fiamme il ponte della Crimea. Kiev: "È l'inizio"

Le conseguenze militari

Il viadotto sullo stretto di Kerch è stato concepito proprio per facilitare i collegamenti tra la Crimea e il continente russo. Questo vale per i civili, quanto per i militari. Sulla penisola, annessa nel 2014 da Mosca, servivano sempre più soldati per presidiare il territorio, consolidare le autorità russe e rifornire la vitale base navale sul Mar Nero di Sebastopoli.

Quando poi è scoppiata la guerra nello scorso febbraio, la Crimea è diventata una base essenziale per le operazioni militari russe. Da qui sono partiti gli uomini e i mezzi diretti verso Kherson e verso le regioni meridionali dell'Ucraina. L'occupazione degli oblast annessi poi a settembre dal Cremlino, senza il controllo della Crimea non sarebbe stata possibile.

E anche adesso la penisola è strategica a livello logistico. Kherson è sotto attacco, la controffensiva ucraina nei giorni scorsi si è spinta lungo il settore settentrionale dell'oblast e a breve potrebbe minacciare la città. In quell'area quindi occorrono sempre più rinforzi e sempre più nuovo materiale bellico.

Fino a ieri i rifornimenti potevano arrivare senza problemi via terra, con il trasferimento dal continente russo alle strade della Crimea di quanto necessario tramite il ponte di Kerch. Da oggi questo non è più possibile. E non si sa per quanto tempo. Le esplosioni non hanno distrutto i piloni, il danno sembrerebbe riparabile ma non certo in pochi giorni.

Quindi adesso i rifornimenti devono viaggiare via mare. Come nel periodo antecedente al 2018. Ma se in quel momento non c'erano operazioni militari nel sud dell'Ucraina, oggi invece si è nel pieno di una delle fasi più difficili della guerra. Il problema per Mosca è ben evidente: i mezzi destinati alle truppe presenti nelle regioni occupate dovranno impiegare più tempo per giungere a destinazione. Ci sarebbe la via terrestre di Mariupol, grazie alle zone occupate tra marzo e giugno dai soldati del Cremlino. Ma, oltre che a essere più lunga, appare anche più pericolosa e soggetta a sabotaggi da parte delle cellule pro Kiev attive sul territorio.

Code nei supermercati a nei distributori di benzina in Crimea

Il problema però è anche per i civili. Senza il ponte di Krech, di fatto la Crimea è isolata. Impensabile l'arrivo di cibo e merci da nord, visto che lì la penisola confina con Kherson e con i territori ucraini in guerra. Quindi gli abitanti della Crimea devono far affidamento unicamente ai trasporti via nave.

Al momento questo non costituisce di per sé un problema. Le autorità locali hanno reso noto che nei depositi di generi di prima necessità non manca nulla e ci sono scorte a sufficienza per affrontare le difficoltà generate dalla chiusura del viadotto. I problemi però sono di natura politica e psicologica.

La gente infatti adesso ha paura. Osservare le fiamme sullo stretto di Kerch ha dato ai cittadini la percezione di come oramai la guerra è arrivata definitivamente in Crimea. E quindi, a prescindere dalle rassicurazioni delle autorità, in tanti nelle scorse ore hanno preferito mettersi in fila nei supermercati e fare scorte di cibo.

Dai video trapelati dalle città della penisola, non sono emerse per adesso scene di panico. Le file sono ordinate, ma molto lunghe. Un discorso che vale anche per i distributori di benzina. Si teme una possibile penuria di carburante, così come del resto era già successo nel 2014, quando Kiev ha chiuso i confini terrestri a nord come ritorsione per l'annessione russa.

Chi ha colpito il ponte in Crimea? Le inquietudini che scuotono il Cremlino. Il sabotaggio ha rappresentato per Mosca un grave smacco: ecco cosa sta emergendo dalle prime indagini condotte dai russi. Mauro Indelicato l'8 Ottobre 2022 su Il Giornale.

La Russia temeva un attacco dal cielo, ma alla fine ha dovuto fare i conti con un misterioso sabotatore. La vicenda relativa al ponte di Kerch la si può riassumere così. Mosca più volte aveva messo in guardia dalle minacce relative alla distruzione del viadotto che unisce il resto della federazione alla Crimea. Minacce e sospetti però che avevano più a che fare con possibili raid missilistici ucraini. Anche se Kiev non ha, almeno ufficialmente, ordigni da una gittata tale da poter colpire Kerch dal suo territorio, ad ogni modo in prospettiva futura il Cremlino già da mesi aveva messo in atto un potenziamento dei sistemi di protezione. Invece la minaccia è giunta da un camion esploso poco dopo aver imboccato il ponte. Nelle telecamere di sorveglianza si vede il mezzo transitare e, alle ore 6:07, saltare in aria improvvisamente.

Le indagini sui danni

Sono state in mattinata le stesse autorità russe a parlare di sabotaggio e non di raid missilistico. C'è chi sui social russi ha avanzato un'ipotesi: ad esplodere non è stato un camion, bensì un missile arrivato mentre il mezzo era in transito. Ma per Mosca non ci sono dubbi: i danni sono riferibili all'esplosione del tir.

La deflagrazione poi ha innescato un grave incendio, diffusosi su un treno che in quell'istante stava percorrendo la sezione ferroviaria del viadotto. Un insieme di elementi che hanno quindi contribuito a provocare danni diffusi sul tratto interessato dal sabotaggio.

Sono cadute in mare almeno due campate, una terza è gravemente danneggiata. Questo per quanto riguarda la corsia in cui stava viaggiando il camion esploso. L'altra corsa è anch'essa danneggiata, ma con le campate non precipitate in mare. I piloni invece dovrebbero essere integri e questo per i russi è l'unico buon segnale di oggi: il ponte Kerch non è irrimediabilmente compromesso e potrà essere ripristinato. La sezione ferroviaria sembra invece aver subito “solo” danni riferibili all'incendio del convoglio coinvolto dalla deflagrazione. Il ministero dei Trasporti russo ha fatto sapere che entro le 20:00 di sabato i treni torneranno a circolare.

La pista che porta a Krasnodar

Appurata quindi la lista dei danni e aggiornato il bilancio del sabotaggio, il quale parla di almeno tre vittime, resta da capire chi ha compiuto questa mossa. Il governo locale della Crimea ha puntato il dito contro gli ucraini. E da Kiev non sono arrivati salti mortali volti a lasciar trapelare smentite. Mikhayl Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha parlato della necessità di colpire tutte le strutture ritenute illegali e che quindi il ponte Kerch altro non ha rappresentato che “l'inizio” di una serie di sabotaggi. Una dichiarazione forte che però, e anche questo è importante sottolinearlo, non ha il sapore di una vera e propria rivendicazione.

Gli inquirenti russi stanno passando al setaccio tutte le immagini delle ore immediatamente precedenti all'esplosione. Così come anche i vari registri di ingresso e di uscita. Forse una prima traccia è stata scovata. In particolare, gli investigatori sarebbero riusciti a risalire al camion saltato in aria sul ponte.

Si tratterebbe di un mezzo il cui proprietario è originario di Krasnodar, città russa capoluogo della regione da cui parte il ponte di Kerch. Sul canale Telegram Mash, ritenuto vicino a fonti dell'intelligence russa, è apparsa anche la foto del sospettato. Alcuni media russi si sono messi in contatto con i suoi parenti, i quali hanno però specificato che l'uomo ha venduto quel camion diversi anni fa e il nuovo proprietario non ha mai registrato il passaggio. L'indizio quindi potrebbe risultare piuttosto vacillante.

Uno smacco per Mosca

A prescindere dall'identità dell'autore, restano in piedi altre domande sull'attacco. Come ha fatto il sabotatore ad agire? Si è trattato di un kamikaze? Oppure l'esplosivo è stato messo a bordo del camion ad insaputa dell'autista? Inoltre, c'è da chiedersi come il mezzo sia riuscito a passare i controlli.

Per Mosca forse è proprio questo il più grave smacco. Ogni camion che transita dai caselli di ingresso e uscita del viadotto è sottoposto a controlli rigorosi, volti anche a trovare eventuale esplosivo a bordo. Nonostante tutto questo, la Russia si è fatta attaccare in uno dei suoi punti più deboli e in una delle sue opere più strategiche. Anche se il ponte dovesse essere riaperto già nei prossimi giorni, al Cremlino difficilmente uno smacco del genere passerà in secondo piano.

Un colpo alla strategia di Putin: perché il ponte è vitale per Mosca. La struttura colpita oggi è vitale per i russi, sia in ambito strategico che militare. Da qui l'irritazione del Cremlino per l'attacco subito. Mauro Indelicato l'8 Ottobre 2022 su Il Giornale.

Attraversare tramite un ponte lo stretto di Kerch ha sempre rappresentato una delle ambizioni più importanti dei vari popoli che si sono alternati in Crimea. Un po' come per il ponte sul Golfo di Corinto in Grecia, il ponte di Sabbioncello in Croazia o il ponte sullo stretto di Messina in Italia, l'opera è una di quelle destinate a far discutere per anni.

La volontà di unire la città di Kerch con la Russia continentale travalica e di molto i confini dell'era Putin. Ci avevano provato gli inglesi nel 1870, nell'ambito del progetto (poi mai realizzato) della linea ferroviaria tra l'Inghilterra e l'India. Aveva rimesso mano all'idea lo Zar Nicola II nel 1903, rinunciando per via della dispendiosa guerra con il Giappone. Persino Hitler, durante l'occupazione della Crimea, aveva ordinato la costruzione di un ponte tra Kerch e la penisola di Tamal.

A riuscire nell'impresa però sarà, nel maggio del 2018, Vladimir Putin. L'imponente cerimonia di inaugurazione, trasmessa in diretta televisiva, ha dato il senso dell'importanza rivestita dalla costruzione del ponte. Se allora è stata definita storica l'apertura del viadotto, l'attacco subito oggi dall'opera è quindi altrettanto storico. Seppur in un verso completamente diverso. Quelle campate cadute in acqua nelle scorse ore esprimono, in qualche modo, le gravi e grandi difficoltà di Mosca in questa precisa fase.

L'importanza strategica del ponte

Le immagini del presidente russo che sale a bordo di un tir e si mette direttamente al volante nel giorno dell'inaugurazione, hanno fatto il giro del mondo. E nelle propaganda del Cremlino sono servite a una grande prova di forza. Non solo infatti la Russia era riuscita a collegare le estremità dello stretto di Kerch, ma aveva anche centrato un obiettivo importante per il Cremlino: unire la Crimea con il territorio della federazione.

Del ponte infatti si era tornato a parlare nel 2010, quando l'allora presidente ucraino Viktor Yanukovich aveva siglato un protocollo d'intesa con Dmitry Medvedev, all'epoca primo ministro russo. L'accordo riguardava per l'appunto un progetto in comune tra Kiev e Mosca per l'attraversamento del Kerch.

Poi la storia ha preso un'altra piega. L'Ucraina nel 2014 ha virato vistosamente verso occidente dopo la rivoluzione di Piazza Maidan, Yanukovich è stato defenestrato e lo stretto di Kerch ha rischiato di trasformarsi per Mosca in un confine invalicabile. Putin ha quindi lavorato per annettere la Crimea e la penisola, dopo un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale, dal marzo 2014 è diventata parte integrante del territorio russo.

Da subito è emerso però un problema. La Crimea è sì una penisola, ma con l'annessione era a tutti gli effetti isolata. I suoi collegamenti terrestri non erano con la Russia, bensì con la regione ucraine di Kherson. E ovviamente Kiev di rendere flessibili i confini per il movimento di merci e persone non ne ha voluto sapere.

L'unico collegamento con la Russia era quello via mare, tramite i traghetti. Questo ha provocato non pochi problemi economici alla Crimea. Così come ha rappresentato un'insidia strategica di non poco conto per la Russia. Via mare era impossibile inviare mezzi e soldati nella penisola. Da qui l'idea di rispolverare il progetto del 2010 e realizzare il ponte atteso da decenni.

Perché Putin ha investito così tanto sull'opera

Il ponte di Kerch è costato più di tre miliardi di Euro. Considerando le sanzioni economiche e lo sforzo russo sostenuto per ospitare nel 2018 i mondiali di calcio, l'esborso di denaro è stato davvero importante.

In ballo però c'erano molti obiettivi. Ovviamente il prestigio: il ponte, come detto, era atteso da secoli e l'opera sembrava destinata a cadere nel dimenticatoio. C'era anche il discorso relativo all'economia della Crimea: con il nuovo viadotto, sarebbe finito l'isolamento della penisola. Condizione più che mai importante per lo sviluppo e per non temere l'emersione di gruppi anti Mosca. C'erano anche obiettivi più marcatamente propagandistici: la Russia, nonostante le sanzioni, era ancora in grado di costruire opere all'avanguardia.

Ma, su tutti, il principale obiettivo era quello strategico. Putin non poteva permettersi di non avere collegamenti terrestri con la Crimea. Significava gestire un'isola sul Mar Nero e non invece un territorio organico alla federazione e importante per gli equilibri politici dell'area. Costruendo il ponte, il Cremlino ha voluto dotare la penisola del cordone di collegamento con il resto della Russia. In questa maniera, Mosca ha lanciato un segnale sia all'Ucraina che all'Europa e agli Stati Uniti: la Crimea era russa e come tale doveva essere considerata.

Probabilmente senza il ponte di Kerch l'avanzata nel sud dell'Ucraina, iniziata il 24 febbraio, non avrebbe visto la luce. A testimonianza dell'importanza strategica del ponte, vi è il fatto che, con altrettante probabilità, i danni subiti dall'attacco renderanno più difficile per Mosca la difesa dei territori occupati. E, forse, della stessa Crimea. 

La strana posizione di Kiev sul sabotaggio del Kerch. Mauro Indelicato l'8 Ottobre 2022 su Inside Over.

Da un’esultanza molto vicina a una rivendicazione, a una cautela molto simile a un dietrofront. La giornata iniziata con la notizia del sabotaggio sul ponte Kerch, si è chiusa con una discordanza piuttosto evidente tra le posizioni espresse da Kiev sulla vicenda. In mattinata, dalla capitale ucraina sono arrivati commenti entusiasti per quanto accaduto sul viadotto e per i danni riportati dalla struttura che collega la Crimea alla Russia.

Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha parlato di “inizio”, lasciando intendere che quello era solo il primo di una serie di sabotaggi. Lo stesso, in serata, ha invece puntato il dito contro Mosca: “L’attacco – ha detto – è partito da lì”.

Intanto da una capitale russa in cui si parla di operazioni delle forze d’élite, mai confermate, il presidente Vladimir Putin ha firmato un decreto per il rafforzamento dei sistemi di sicurezza sul ponte colpito.

La doppia versione di Kiev

Alle 6:07 un’esplosione ha divelto due campate della carreggiata in direzione Crimea del ponte di Kerch. Subito è scattato l’allarme. Il pensiero è andato a un attacco missilistico, ben presto però le immagini di videosorveglianza hanno mostrato una deflagrazione partita da un tir che transitava sul viadotto.

L’esplosione ha innescato un incendio anche tra i vagoni di un treno merci in viaggio sulla sezione ferroviaria del Kerch. I danni materiali sono subito risultati ingenti. Nelle operazioni di ricerca e soccorso si è scoperto che almeno tre persone sono rimaste uccise. Il traffico è stato bloccato e, da Kiev, si è subito sottolineato che il sabotaggio ha inevitabilmente procurato gravi problemi alla logistica russa.

“I danni inflitti da un’esplosione al ponte di Crimea sono un grande vantaggio per tutti gli ucraini – ha dichiarato Vadym Denysenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino – poiché complicano per i russi le forniture di cibo, carburante e armi alla penisola occupata e alla regione di Kherson”. Ancora più netto il consigliere del presidente Zelensky, Mikhaylo Podolyak: “Crimea, il ponte, l’inizio – ha scritto su Twitter – Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è stato rubato deve essere restituito all’Ucraina, tutto ciò che appartiene all’occupazione russa deve essere espulso”.

Non certo una rivendicazione. Ma nemmeno una presa di distanza. Anzi, con le sue parole il consigliere del presidente ucraino ha in qualche modo apposto la firma di Kiev sul sabotaggio. Nel pomeriggio il Washington Post, raccogliendo fonti interne all’intelligence ucraina, ha confermato il possibile diretto coinvolgimento dell’Sbu, il servizio segreto di Kiev, nell’attacco. Del resto, il ponte ha doppiamente penalizzato i russi. A livello logistico, Mosca è costretta a portare via nave i rifornimenti verso la Crimea e verso le zone di guerra dell’Ucraina meridionale. A livello di immagine, il Cremlino dall’attacco ne è uscito malconcio: il ponte era uno dei principali vanti di Vladimir Putin.

In serata però qualcosa è cambiato. Le dichiarazioni di Podolyak hanno assunto un altro tenore. Non ha smentito alcuna rivendicazione, perché non c’era alcuna precedente rivendicazione da smentire. Al tempo stesso però, ha voluto togliere la firma di Kiev sul sabotaggio. “Occorre notare che, secondo tutti gli indizi – ha dichiarato ai media locali – il camion esploso è arrivato sul ponte dal lato russo. É quindi in Russia che bisogna andare a cercare le risposte. Tutti gli elementi indicano chiaramente una pista russa”.

Putin ordina di rinforzare le difese sul ponte

C’è da dire che le indagini condotte da Mosca hanno portato ad accertare l’ingresso del camion dalla regione di Krasnodar e non dalla Crimea. Quindi il sabotatore era nel cuore del territorio russo. Il camion era intestato a un cittadino della città di Krasnodar, anche se i suoi familiari hanno reso noto come già da anni il mezzo era stato venduto senza che il passaggio di proprietà fosse stato registrato. Ad ogni modo, il parziale dietrofront di Kiev è sembrato andare di pari passo a un parziale ridimensionamento della vicenda. Il ponte di Kerch non è stato distrutto e né reso del tutto inagibile. In serata il primo treno è tornato a scorrere sopra lo stretto tra Crimea e Krasnodar ed è stato riaperto anche il traffico automobilistico. L’unica limitazione è data dall’apertura alternata e regolata da semaforo sull’unica carreggiata rimasta integra nella zone dell’esplosione. Così come dal divieto di transito per i mezzi pesanti.

I disagi ci sono, soprattutto per la logistica militare. Ma il viadotto non è stato ridotto in cenere. E Kiev ha tolto la firma sul sabotaggio. Putin però teme nuovi attacchi. In serata, come detto, il presidente russo è corso ai ripari con un decreto. Una falla evidentemente c’è stata, una delle tante nella Russia impegnata in guerra, e ora il leader del Cremlino sta provando a tapparla. A testimonianza comunque che il ponte, integro o distrutto, è un elemento strategico tra i più importanti nell’economia dell’attuale conflitto.

Raid a Zaporizhzhia, distrutto un grattacielo: «Almeno 14 i morti». Putin: «Attacco a ponte di Kerch è un atto terroristico dell'Ucraina». Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 9 ottobre 2022.

Le notizie di domenica 9 ottobre, in diretta. Attacco missilistico nel centro di Zaporizhzhzia. L’Ucraina accusa Mosca per l’esplosione del ponte

• La guerra in Ucraina è arrivata al 228esimo giorno.

• Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per rafforzare le misure di sicurezza sul ponte di Kerch, in Crimea.

• Dopo aver rivendicato l'esplosione del ponte, Kiev ora sostiene che l'esplosione sul ponte di Crimea sia «una manifestazione del conflitto» tra le forze di sicurezza russe.

• L'esercito di Kiev avanza nella zona di Kherson. Qui il video reportage dalla linea del fronte.

• L’esercito russo rivendica successi nell’Ucraina orientale dopo una serie di battute d’arresto su diversi fronti.

• Il consigliere di Zelensky : «In Russia la situazione può portare a un colpo di Stato»

Ore 04:35 - Kiev sul ponte in Crimea, «Buon compleanno Putin!»

Oleksiy Danilov, segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell'Ucraina, ha postato su Twitter un video dell'incendio provocato da un camion esplosivo che ha parzialmente distrutto il ponte Kerch di collegamento tra la Crimea e la Russia e, parallelamente, il video di Marilyn Monroe che intona «Buon compleanno» al presidente Kennedy. Solo due parole nel post: «Buongiorno Ucraina!». Ma il messaggio sottinteso è quello di un ironico regalo di compleanno a Putin, che quel ponte lo inaugurò, per i suoi sui 70 anni compiuti ieri.

Ore 04:40 - Crimea: Mosca, traffico su tratti integri riparte alle 15

Alle 15:00 italiane riprenderà il traffico autostradale sulle carreggiate del ponte di Kerch non danneggiate dall'esplosione. Lo riferisce, riporta Tass, il ministero dei Trasporti russo. Il traffico passeggeri via traghetto attraverso lo stretto partirà invece solo domani, fanno sapere le autorità russe.

 Ore 04:49 - Kiev ora evoca la "pista russa" per l'esplosione in Crimea

L'esplosione sul ponte della Crimea suggerisce una «pista russa». È quanto sostiene la presidenza ucraina. Il consigliere del capo dell'ufficio del presidente Mikhail Podolyak considera l'esplosione sul ponte di Crimea «una manifestazione del conflitto» tra le forze di sicurezza russe, in particolare «tra l'FSB da un lato e il Ministero della Difesa/Stato maggiore della Federazione Russa dall'altro». Lo riporta l'Ukrainska Pravda.

Podolyak ha osservato che il camion che è esploso, secondo tutte le indicazioni, è arrivato sul ponte dalla direzione della Federazione Russa. Pertanto, le risposte, a suo avviso, dovrebbero essere cercate in Russia. «Naturalmente, stiamo assistendo - ha affermato - all'inizio di processi negativi su larga scala in Russia. Sono iniziati potenti conflitti tra i servizi speciali russi, tutti cercano i responsabili delle sconfitte militari, vogliono riformare la cerchia ristretta di Putin e assumere altre posizioni. O arrestare certi generali». Il consigliere del presidente ucraino sostiene quindi che la logistica della detonazione indichi la pista russo. «Ora, in questo clamoroso incidente, vediamo l'aggravarsi del conflitto tra i militari e le forze dell'ordine della Russia e la sua uscita dal controllo del Cremlino», ha detto Podolyak.

Ore 04:58 - Putin firma decreto per rafforzare sicurezza su ponte Crimea

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per rafforzare le misure di sicurezza sul ponte di Kerch, colpito oggi, e sul principale gasdotto di Krasnodar (Turkstream, ndr). Lo rende noto il Cremlino, come riporta Tass. Il ruolo di rafforzamento delle misure di protezione è conferito al Servizio federale di sicurezza della Federazione Russa (Fsb).

Ore 08:16 - Kiev, in 700.000 senza energia e 621.000 senza gas

Sono oltre 700.000 gli ucraini senza elettricità a causa della guerra da parte della Russia. La maggior parte di loro nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Luhansk e Mykolaiv. Lo comunica il Ministero dell’Energia ucraino, aggiungendo che 621.500 ucraini sono invece rimasti senza gas.

Ore 06:05 - Il ministro russo: «Gli Stati Uniti sono partecipanti nel conflitto»

I n un’intervista alla Tass il direttore del secondo dipartimento dei Paesi della Csi del ministero degli Esteri russo, Aleksey Polischuk, ha spiegato che «gli Stati Uniti aiutano Kiev a reclutare mercenari stranieri e forniscono indicazioni su come condurre le ostilità, il che rende Washington una parte del conflitto in Ucraina».

«Washington - ha aggiunto - continua a consegnare armi pesanti al regime di Kiev, a fornirgli dati di intelligence provenienti da numerosi satelliti militari e commerciali, ad aiutarlo a reclutare mercenari stranieri e fornire indicazioni su come condurre le operazioni militari. Tutto questo lo trasforma in un partecipante nel conflitto Anche molti esperti occidentali ritengono che gli Stati Uniti stiano conducendo una `guerra per procura´ con la Russia in Ucraina».

Ore 05:00 - Il ponte di Kerch era considerato un «bersaglio legittimo»: ora sono più difficili i rifornimenti per i russi

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il ponte di Kherch non è un target a sorpresa ma un obiettivo ampiamente annunciato dagli ucraini, che da tempo minacciavano di centrarlo con gli Himars. Tanto è vero che i russi avevano adottato contromisure anti-missile (poi rimosse) perché temevano colpi. Alla fine è stato avvolto in una bolla di fuoco. Mosca ha dato la «colpa» a un mezzo in arrivo dalla Russia che è esploso coinvolgendo poi il convoglio di cisterne sulla linea ferrata. È una teoria con derivate.

La presunta preparazione di un attacco da parte ucraina fa salire la tensione tra la Bielorussia, vicina a Putin, e Kiev. Il ministero bielorusso degli Affari esteri ha convocato l’ambasciatore dell’Ucraina sui sospetti di un’azione militare in Bielorussia. È quanto riporta l’agenzia Unian secondo una nota del ministero ucraino degli Affari Esteri. In dettaglio all’ambasciatore dell’Ucraina a Minsk, Ihor Kyzym, è stata consegnata nella serata dell’8 ottobre una nota diplomatica.

«La parte bielorussa - sottolinea il ministero di Kiev - afferma che l’Ucraina starebbe pianificando un attacco al territorio della Bielorussia. Questa informazione non corrisponde alla verità. Respingiamo categoricamente le insinuazioni del regime bielorusso. Non escludiamo che la consegna della nota diplomatica possa rientrare nel piano della Federazione Russa di portare avanti provocazioni. L’Ucraina non ha mai invaso territori stranieri. Aderiamo rigorosamente alle norme e ai principi fondamentali del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Le autorità in Bielorussia dovrebbero smettere di soddisfare i capricci del Cremlino e smettere immediatamente di fornire supporto alla Russia nella sua aggressione contro l’Ucraina» ha concluso il ministero degli Affari esteri di Kiev.

Ore 05:19 - Kiev: «In Russia situazione che può portare a colpo di Stato»

Il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, citato da Unian, ha sottolineato che il presidente russo, Vladimir Putin, «ha perso il controllo dei suoi servizi segreti ed è molto probabile che le esplosioni sul ponte di Crimea siano state organizzate da rappresentanti delle forze di sicurezza russe, che si oppongono a vicenda». Secondo il consigliere «la situazione nella Federazione Russa potrebbe molto probabilmente trasformarsi in un colpo di Stato».

Ore 05:29 - Raid notturno su Zaporizhzhzia, distrutto un grattacielo: vittime tra i civili

Raid nella notte a Zaporizhzhzia: un grattacielo è stato distrutto nell’attacco missilistico. Ci sarebbero vittime tra i civili. Su Telegram il governatore dell’Oblast di Zaporizhzhzia, Oleksandr Starukh, riferisce che «a seguito di un attacco missilistico nemico, un grattacielo nel centro della città è stato distrutto. Ci sono vittime. I soccorritori, i medici e tutti i servizi competenti stanno lavorando sul posto. Le persone sono già fornite di tutta l’assistenza necessaria».

Ore 05:35 - Surovkin, chi è il nuovo comandante delle truppe russe in Ucraina

(Claudio Del Frate) Un alto ufficiale decorato per la guerra condotta in Siria, un currriculum che presenta esperienze anche nelle forze aerospaziali, un nome già inserito nella «black list» dei personaggi sottoposti a sanzioni da parte dell’Occidente. Ecco in sintesi il profilo del generale Sergey Surovkin, l’uomo a cui Putin ha oggi affidato il comando dell’«operazione speciale» in Ucraina che vede la Russia arretrare tanto nel Donbass quanto nella regione di Kherson e che oggi ha dovuto subire lo smacco del bombardamento del ponte in Crimea. La notizia del cambio è stata confermata su Telegram dal ministero della difesa. Il cambio di comando è stato repentino ma non inatteso e il Cremlino spera che il nuovo generale possa rovesciare le sorti di un conflitto ormai lontanissimo dalle aspettative iniziali di Mosca.

Ore 05:39 - Tensione tra Ucraina e Bielorussia, convocato ambasciatore di Kiev

Ore 05:52 - Sale a 17 il bilancio delle vittime del raid su Zaporizhzhia

Tragico il bilancio delle vittime dell’attacco missilistico notturno a Zaporizhzhia, nel sud dell’Ucraina. Sono 17 i morti del raid. Si tratta comunque di un numero ancora provvisorio, come viene comunicato su Telegram da Anatoly Kurtev, segretario del Consiglio comunale della città. «Secondo i dati preliminari - scrive - cinque case private sono state distrutte e circa 40 sono state danneggiate. In questo momento, si sa che 17 persone sono morte». Secondo quanto riportato dai media locali ci sono anche 44 feriti. Anche ieri la città aveva subito un attacco che aveva provocato altri 17 morti.

Ore 08:19 - Bombe russe su regione Dnipropetrovsk nella notte

Le truppe russe hanno bombardato la notte scorsa la regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina meridionale, con sistemi di razzi a lancio multiplo Grad e artiglieria pesante: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Dmytro Reznichenko, come riporta Ukrinform. I russi hanno sparato «quasi 70 proiettili» contro il distretto di Nikopol, colpendo «città e villaggi nelle comunità di Marhanets e Nikopol usando i Grad e l’artiglieria pesante. Secondo le informazioni preliminari, non ci sono stati feriti», ha scritto Reznichenko sottolineando che a Nikopol sono state danneggiate tra l’altro diverse case private e una farmacia. Anche a Marhanets sono state danneggiate diverse abitazioni private, un impianto di energia solare, oltre ad alcune imprese industriali e alimentari, ha concluso.

Ore 08:23 - Kiev respinge accuse Minsk su piano attacco a Bielorussia

L’Ucraina ha respinto le accuse del governo di Minsk secondo cui Kiev starebbe preparando un attacco sul suolo bielorusso: lo ha reso noto su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, secondo quanto riporta Ukrinform. «La sera dell’8 ottobre, l’ambasciatore dell’Ucraina a Minsk, Ihor Kyzym, è stato invitato al ministero degli Affari Esteri della Bielorussia, dove gli è stata consegnata una nota diplomatica. Nella nota, la parte bielorussa sostiene che l’Ucraina starebbe pianificando un attacco sul territorio bielorusso», ha scritto Nikolenko, affermando che queste informazioni non sono vere. «Respingiamo categoricamente un’altra insinuazione del regime bielorusso. Non escludiamo che la consegna della nota diplomatica possa far parte del piano della Federazione Russa per inscenare una provocazione e poi accusare l’Ucraina», ha aggiunto.

Ore 08:32 - Filorussi, a Zaporizhzhia mercenari da oltre 30 Paesi

Le autorità ucraine hanno ammassato, sulla linea del fronte nella regione di Zaporizhzhia, un gran numero di mercenari provenienti da oltre 30 Paesi. Lo ha denunciato Vladimir Rogov, a capo del movimento `Siamo con la Russia´ e membro del dell’amministrazione installata dai russi a Zaporizhzhia. «Il regime di Kiev ha accumulato un numero impensabile di mercenari sulla linea di contatto. Sappiamo che provengono da oltre 30 Paesi diversi», ha detto Rogov, citato da Ria Novosti. A suo dire, le autorità di Kiev stanno radunando mercenari e persone dalle regioni occidentali dell’Ucraina per terrorizzare la popolazione locale, che ha `scelto´ di unirsi alla Russia con il recente referendum sull’ingresso nella Federazione.

Ore 09:05 - Gb: danni al ponte peseranno sul sostegno alle forze russe nel sud

I danni al ponte sullo Stretto di Kerch provocati ieri dall’esplosione di un camion bomba avranno molto probabilmente un impatto significativo sulla capacità della Russia di sostenere le proprie forze nell’Ucraina meridionale, già sottoposta a forti tensioni: lo scrive l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione in Ucraina. Il rapporto, pubblicato oggi dal ministero della Difesa di Londra, ricorda che la linea ferroviaria sul ponte era stata aperta al trasporto merci solo nel giugno del 2020, ma ha svolto un ruolo chiave nel trasporto di veicoli militari pesanti verso il fronte meridionale nell’invasione dell’Ucraina. «Questo incidente probabilmente toccherà da vicino il presidente Putin; è avvenuto poche ore dopo il suo 70mo compleanno, (Putin) ha personalmente sponsorizzato e inaugurato il ponte e l’appaltatore della sua costruzione era un suo amico d’infanzia, Arkady Rotenberg», conclude l’intelligence britannica ricordando che negli ultimi mesi l’ex guardia del corpo di Putin - l’attuale comandante della Guardia Nazionale Russa, Viktor Zolatov - aveva fornito pubblicamente assicurazioni sulla sicurezza del ponte.

Ore 09:25 - Kiev, 421 bambini uccisi dall’inizio dell’invasione

Almeno 421 bambini sono stati uccisi dalle forze russe in Ucraina dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio scorso: lo ha reso noto su Telegram l’ufficio del Procuratore Generale di Kiev, secondo quanto riporta Ukrinform. I bambini feriti sono almeno 798.

Ore 09:43 - Zelensky: «I responsabili del raid su Zaporizhzhia rispondano delle loro azioni»

I responsabili del bombardamento della città di Zaporizhzhia dovranno rispondere delle loro azioni: la ha scritto sulla sua pagina Facebook il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, come riporta Ukrinform. «Ancora Zaporizhzhia. Ancora colpi spietati su persone pacifiche. Su edifici residenziali, proprio nel cuore della notte. Si conoscono già circa 12 morti, 49 feriti sono in ospedale, tra cui 6 bambini. Assoluta meschinità. Malvagità assoluta. Selvaggi e terroristi. Da chi ha dato questo ordine a tutti coloro che lo hanno eseguito. Saranno loro ad assumersi la responsabilità. Di sicuro. Davanti alla legge e alla gente», afferma Zelensky. Come è noto, secondo il segretario del Consiglio comunale della città, Anatoly Kurtev, le vittime dell’attacco sono almeno 17.

Ore 11:07 - Trump «Negoziati immediati o ci sarà la terza guerra mondiale»

Gli Stati Uniti devono chiedere negoziati di pace tra Russia e Ucraina per evitare la terza guerra mondiale e la catastrofe nucleare. Lo ha detto l’ex presidente Usa Donald Trump, in un comizio tenuto a Minden, nel Nevada, a sostegno di candidati repubblicani alle prossime elezioni per il governatorato statale e per il Senato federale. «Dobbiamo chiedere negoziati immediati per una conclusione pacifica della guerra in Ucraina o finiremo nella terza guerra mondiale e non rimarra’ niente del nostro pianeta», ha dichiarato Trump, sottolineando che in Ucraina ci sono «centinaia di migliaia di potenziali morti». «Non capiscono davvero che hanno a che fare con la potenza del nucleare. Non hanno idea di che cosa stiano facendo», ha aggiunto, rivendicando la sua esperienza nella «ricostruzione» della potenza militare e nucleare statunitense.

Ore 11:25 - Mosca, fornitura armi lungo raggio sarà linea rossa

Le consegne da parte dell'Occidente a Kiev di armi a lungo raggio o più potenti diventeranno una linea rossa per la Russia, ha detto Aleksei Polishchuk, direttore del secondo dipartimento per la Csi presso il ministero degli Esteri russo, come riporta l'agenzia Tass. «Per quanto riguarda le linee rosse, le abbiamo già definite», ha dichiarato, «prima di tutto, si tratta della consegna a Kiev di armi a lungo raggio o più potenti». In precedenza, anche l'attacco a infrastrutture come il Ponte di Kerch, in Crimea, colpito ieri da un'esplosione in cui sono morte tre persone, era stato indicato come una linea rossa a Mosca.

Ore 13:33 - Kiev: 12 i morti confermati nell’attacco a Zaporizhzhia

Sarebbe di «almeno 12» il bilancio delle vittime dell’attacco missilistico sferrato la notte scorsa contro la città di Zaporizhzhia, nel sud dell’Ucraina, dall’aeronautica militare di Mosca. Lo affermano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba e il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Starukh. Invece questa mattina il segretario del Consiglio comunale della città, Anatoly Kurtev, aveva comunicato su Telegram che le vittime dell’attacco sarebbero state 17. Il bilancio, mentre procedono i soccorsi, è ancora in aggiornamento.

Ore 15:15 - Kiev: a Zaporizhzhia almeno 13 morti, anche bambini

È di almeno 13 morti e 60 feriti il bilancio aggiornato dell'attacco missilistico della scorsa notte su Zaporizhzhia. Lo ha riferito la polizia regionale su Facebook, precisando che «tra i feriti e i morti ci sono bambini». Sempre secondo la polizia, sono stati sparati 9 missili S-300 e X-22 contro i quartieri residenziali della città nel sud dell'Ucraina. Decine di case private, due condomini e altre infrastrutture civili sono state colpite.

Ore 13:52 - Zelensky posta i video del raid su Zaporizhzhia: «Il mondo veda»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha condiviso su Facebook video e foto del raid russo di stanotte sulla città di Zaporizhzhia, sede del resto della più grande centrale nucleare d'Europa. «Il mondo deve vedere la verità. Un attacco missilistico sulla popolazione civile di Zaporizhzhia ha distrutto case residenziali e private, dove la gente dormiva di notte, viveva e non attaccava nessuno... L’Ucraina non ha mai voluto questa guerra. L’Ucraina non ha fatto nulla per provocarla. Abbiamo a che fare con uno Stato che non vuole la pace. Con uno Stato terrorista», ha scritto il presidente ucraino.

Ore 13:58 - Kherson, attacco aereo sui civili: cinque morti

Un attacco aereo russo ha colpito un convoglio civile nei pressi di Daryivka, nella regione di Kherson, uccidendo cinque persone e ferendone altre cinque. Lo ha riferito alla televisione pubblica ucraina Andriy Kovany, portavoce della polizia di Kherson.

Ore 15:19 - Putin riunisce domani Consiglio sicurezza

Il presidente russo Vladimir Putin terrà un incontro operativo con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza lunedì. Lo ha detto a Tass l'addetto stampa del capo di stato Dmitry Peskov non ha specificato se la situazione con il ponte di Crimea sarà discussa durante la riunione. «Vi faremo sapere i risultati», ha detto. Putin tiene regolarmente riunioni operative con il Consiglio di sicurezza, di solito su base settimanale.

Ore 15:16 - Cremlino: «Price cap su petrolio destabilizza mercato»

L'ultimo pacchetto Ue di sanzioni contro la Russia, che comprende il price cap sul petrolio russo, è stato adottato «su istigazione dagli Stati Uniti, anche a costo di una destabilizzazione del mercato energetico mondiale». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Ore 15:35 - Usa: nessuna indicazione Putin abbia deciso di usare il nucleare

Non ci sono indicazioni sul fatto che Vladimir Putin abbia deciso di usare il nucleare nel conflitto in Ucraina. Lo afferma il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un'intervista a Abc.

Ore 23:40 - Zelensky, oggi 14 morti a Zaporizhzhia, 43 da lunedì

Sono salite a 1 4 le vittime dell'ultimo bombardamento russo sulla città di Zaporizhzhia , avvenuto questa mattina prima dell'alba. Lo ha detto nel suo video serale il presidente Volodymyr Zelensky, citato da Ukrinform. «Purtroppo - ha commentato - questo numero potrebbe aumentare, gli scavi nelle macerie sono ancora in corso». Zelensky ha poi osservato che i missili sulla città capoluogo della regione in cui si trova la centrale nucleare più grande d'Europa hanno provocato da lunedì scorso 43 morti fra i civili. Senza contare, ha continuato «gli attacchi a Kharkiv, nelle città del Donbass e altrove in ucraina. Con droni e aerei, per la maggior parte diretti a infrastrutture civili. «Il terrore che vogliono seminare fra i civili - ha concluso il presidente - è la conferma che la Russia non vuole negoziare».

Ore 20:13 - Putin: attacco a ponte Crimea «atto terroristico» dell'Ucraina

Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato i servizi speciali dell'Ucraina della responsabilità dell`attacco al ponte che collega la Crimea, definendolo un «atto terroristico». «Qui non ci sono dubbi - ha detto Putin, secondo quanto riporta Ria Novosti - questo è un attacco terroristico volto a distruggere una infrastruttura civile di importanza critica per la Russia».

Ore 17:44 - Nyt, l’intelligence di Kiev dietro l’attacco al ponte

Sono stati i servizi di intelligence ucraini ad orchestrare l’esplosione al ponte di Kerch in Crimea. Lo riporta il New York Times citando un funzionario di Kiev.

Da liberoquotidiano.it il 9 ottobre 2022.

Dopo il referendum-farsa sull'annessione del Donbass e l'attacco al ponte di Crimea, sempre più il mondo teme una rappresaglia atomica di Vladimir Putin. Aggiungiamoci anche che la controffensiva dell'Ucraina sta ottenendo grande successo. E, proprio per questo, c'è chi avanza dei dubbi: non si dovrebbero fermare? O almeno rallentare? Se Volodymyr Zelensky spinge troppo sull'acceleratore, non si rischiano conseguenze estreme? Negli ultimi giorni, in tal senso, si sono levate diverse voci. 

Voci a cui replica, in modo durissimo, Enrico Mentana, direttore del TgLa7, che si schiera in totale difesa dell'Ucraina e di Zelensky. Lo fa su Facebook, con un breve e durissimo post: "Come si temeva, più la guerra va avanti e più si tende a dimenticare chi ha attaccato e chi si è difeso. E molti scambiano la pace con il loro desiderio di essere lasciati in pace", premette Mitraglietta.

E ancora: "Cosa vuole ancora questo Zelensky? Non gli basta che abbiamo impedito, stando un po' dalla sua parte, che i russi occupassero tutta l'Ucraina? Vuole addirittura contrattaccare nelle terre che la Russia si è annesse? Ma così si prolunga la guerra! E rischiamo che Putin si arrabbi davvero e tiri fuori l'atomica. Ma chi ce lo fa fare? Viva la pace! Meglio un'Ucraina più piccola (e magari senza quel rompiscatole di Zelensky) che nessuna Ucraina...", tuona Mentana sfruttando un artificio retorico.

Nessun riferimento diretto. Eppure, in molti non hanno potuto fare a meno di notare come tra chi si era posta dei dubbi sulla controffensiva di Zelensky ci fosse Milena Gabanelli: "Ma qualcuno a Washington e Bruxelles dice a Zelensky che si deve fermare?", aveva scritto l'ex conduttrice di Report. Punto di vista completamente opposto, e che comunque costringe a riflettere. Punto di vista che Mentana, però, rifiuta in toto.

Lanciati 80 missili. Biden: «Attacchi brutali, accanto a Kiev finché serve». Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 10 Ottobre 2022.

Le notizie di lunedì 10 ottobre, in diretta. Putin accusa: «I servizi di Kiev responsabili dell’attacco al ponte di Kerch». Almeno cinque esplosioni nella capitale, morti e feriti. Colpite anche Leopoli, Kharkiv e Odessa. Meloni: «Difendere chi si batte per la libertà» 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 229esimo giorno: e si tratta di una giornata di svolta, nel conflitto.

• Lo scorso sabato, il ponte di Kerch, che collega la Crimea (zona del territorio ucraino che Mosca ha occupato dal 2014) alla Russia, è stato parzialmente distrutto. Kiev — dopo aver rivendicato l'esplosione — ora sostiene che l’attentato sia «una manifestazione del conflitto» tra le forze di sicurezza russe.

• Il presidente Vladimir Putin ha definito l’attacco al ponte «un atto terroristico dell'Ucraina»: nella giornata di oggi riunirà il Consiglio di difesa e sicurezza, e potrebbe cambiare la denominazione del conflitto.

• Decine di missili russi hanno colpito diverse città ucraine, nella mattinata di oggi, distruggendo infrastrutture civili come centrali elettriche — ma anche parchi giochi e ponti pedonali. Zelensky ha chiesto all’Europa una «dura risposta».

• Il presidente della Bielorussia Lukashenko ha annunciato che truppe di Misnk formeranno reparti congiunti con quelle di Mosca: il conflitto, nei fatti, continua ad ampliarsi.

Ore 20:22 - Putin: attacco a ponte Crimea «atto terroristico» dell'Ucraina

Il presidente russo Vladimir Putin ha accusato i servizi speciali dell'Ucraina della responsabilità dell'attacco al ponte che collega la Crimea, definendolo un «atto terroristico». «Qui non ci sono dubbi - ha detto Putin, secondo quanto riporta Ria Novosti - questo è un attacco terroristico volto a distruggere una infrastruttura civile di importanza critica per la Russia».

 Ore 00:01 - Zelensky, terrore della Russia è prova che non vuole negoziare

«Oggi voglio rivolgere questo mio appello a coloro nel mondo che sono soggetti alle manipolazioni russe su presunti negoziati. Su come presumibilmente solo i negoziati possono porre fine a questa crudele guerra terroristica russa. Lo stato terrorista vuole la pace? Ovviamente no. Lo dimostra ogni giorno e ogni notte. Il terrore costante contro la popolazione civile rende evidente rifiuto della Russia di veri negoziati». Così il presidente ucraino Voldymyr Zelensky nel suo messaggio serale. «Quando qualcuno è un terrorista, fa proprio questo (creare terrore, ndr) - afferma Zelensky - I negoziati aiutano davvero a superare il terrore? Ora tutti devono rispondere onestamente a questa domanda. I terroristi vanno neutralizzati». 

Per questo, «abbiamo bisogno di un'assistenza fondamentale e sufficiente all'Ucraina, al nostro popolo, che è l'obiettivo di uno stato terrorista. Dobbiamo accelerare la fornitura di un numero sufficiente di efficaci sistemi di difesa aerea all'Ucraina. Ci sono negoziati sulla fornitura di sistemi di difesa, negoziati per aumentare le altre difese, sostegno politico e finanziario all'Ucraina. Questo è l'unico formato negoziale possibile che può avvicinare la pace», ha sottolineato il presidente.

Ore 05:22 - Onu: al via dibattito assemblea su annessione Russia

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite avvierà oggi il dibattito su una bozza di risoluzione che condanna l’annessione di quattro regioni ucraine da parte della Russia. La decisione di portare la questione davanti all’Assemblea Generale, dove i 193 membri delle Nazioni Unite hanno un voto ciascuno - e nessuno esercita il potere di veto - è stata presa dopo che la Russia ha usato il suo veto in una riunione del Consiglio di Sicurezza il 30 settembre per bloccare una proposta simile. «È estremamente importante — ha dichiarato Olof Skoog, che, in qualità di ambasciatore dell’Ue presso l’organismo mondiale, ha redatto il testo in collaborazione con l’Ucraina e altri Paesi —. Se il sistema delle Nazioni Unite e la comunità internazionale, attraverso l’Assemblea Generale, non reagiscono a questo tipo di tentativo illegale, ci troveremo in una situazione molto, molto negativa». Se l’Assemblea Generale non agisse - il voto è previsto non prima di mercoledì - darebbe «carta bianca ad altri Paesi per fare altrettanto — ha aggiunto il diplomatico svedese — o per dare riconoscimento a ciò che la Russia ha fatto».

Ore 05:30 - Trump attacca Biden, a un passo dalla Terza Guerra mondiale

«Il pianeta potrebbe essere a un passo dalla Terza Guerra mondiale». Lo ha detto l’ex presidente Donald Trump, nel corso di un comizio a Mesa, in Arizona. Trump ha attaccato l’amministrazione Biden per non essere riuscita a evitare l’invasione russa dell’Ucraina e la tensione che ne è derivata. «Noi - ha detto - dobbiamo chiedere subito negoziati di pace per mettere fine alla guerra in Ucraina o ci ritroveremo con la Terza guerra mondiale, e non ce ne sarà più una come questa». «Non avremmo avuto una guerra del genere - ha aggiunto - se non avessimo avuto gente stupida che non aveva idea di cosa stesse succedendo».

Ore 06:44 - Altro raid russo a Zaporizhzhia, colpito un condominio

Un edificio di diversi piani è stato distrutto nel centro di Zaporizhzhia a seguito di un nuovo attacco missilistico russo. Lo riferisce il capo dell’amministrazione militare della città, Oleksandr Starukh, su Telegram. «Il terrore del nemico continua. A seguito dell’attacco missilistico nel centro di Zaporizhzhia, un edificio residenziale a più piani è stato distrutto. Ci sono vittime», ha scritto Starukh. I soccorritori, i medici e tutti i servizi competenti sono attualmente al lavoro sul luogo della tragedia. Almeno 14 vittime, intanto, sono state confermate dopo i bombardamenti russi sempre a Zaporizhzhia nel fine settimana. L’ultimo bilancio delle vittime segue i ripetuti attacchi alla città negli ultimi giorni e porta il numero totale delle persone uccise nell’ultima settimana a 43, secondo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Ore 07:33 - Missili sul centro di Kiev

(Marta Serafini) Kiev torna sotto attacco. Questa mattina, verso le 8 e mezzo circa, diverse esplosioni sono state registrate nel centro della capitale ucraina che non era colpita almeno dal 28 giugno. 

Un missile ha colpito il centro della città a 2 chilometri e mezzo dal palazzo presidenziale proprio vicino al Shevchenko park e la sede dell’Università. Altri missili sono stati abbattuti dalla contraerea che è ancora in azione. 

Secondo i servizi di sicurezza, ci sono feriti e morti. Le immagini mostrano auto in fiamme. Altre esplosioni sono state segnalate a Dnipro. L’attacco sulla capitale arriva due giorni dopo l’esplosione sul ponte di Kerch in Crimea, operazione per la quale Mosca accusa Kiev definendola un atto di terrorismo.

Ore 07:37 - I russi avanzano verso Bakhmut

I russi si sono avvicinati alla città di Bakhmut, snodo strategico nell’Est dell’Ucraina. Nell’ultima settimana le truppe dell’esercito invasore sono avanzate di 2 chilometri. Lo riferisce il bollettino quotidiano dell’intelligence britannica sull’andamento della guerra.

Ore 08:02 - Missili a 2 km dal palazzo di Zelensky

(Marta Serafini, inviata a Kramatorsk) Kiev torna sotto attacco. Questa mattina verso le 8 e mezza circa (mezz’ora fa in Italia), diverse esplosioni sono state registrate nel centro della capitale ucraina che non era colpita almeno dal 28 giugno. Un missile ha centrato il centro della città a 2 chilometri e mezzo dal palazzo presidenziale proprio vicino al Shevchenko park e la sede dell’Università. Altri missili sono stati abbattuti dalla contraerea che è ancora in azione. Secondo i servizi di sicurezza, ci sono feriti e morti. Le immagini mostrano auto in fiamme. Altre esplosioni sono state segnalate a Dnipro. L’attacco sulla capitale arriva due giorni dopo l’esplosione sul ponte di Kerch in Crimea, operazione per la quale Mosca accusa Kiev definendola un atto di terrorismo.

Ore 08:12 - Attacco missilistico su Dnipro

Attacco missilistico russo sulla città di Dnipro, nel centro dell’Ocraina. Secondo quanto riferiscono fonti locali citate da Unian si è verificata un’esplosione.

Ore 08:16 - Quattro morti a Sloviansk

Quattro persone sono morte e due sono rimaste ferite in seguito a un attacco russo sulla città ucraina di Sloviansk. Lo riporta Unian citando Vadym Lyakh, il capo dell’amministrazione della città.

Ore 08:19 - Razzo vicino al monumento di un eroe nazionale ucraino

Un razzo lanciato dalle forze armate russe è caduto questa mattina vicino al monumento dell’eroe nazionale della rivoluzione ucraina Hrushevsky nel centro di Kiev. Lo scrive sul suo canale di Telegram il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Anton Gerashchenko, alto consigliere del ministro degli Interni. Anche il deputato ucraino Oleksiy Goncharenko denuncia che è stato un razzo lanciato dai russi a causare esplosioni. E su Twitter parla di macchine che bruciano, vetri delle finestre rotti e morti. «Le macchine stanno bruciando e le finestre delle case sono andate in frantumi. Ci sono morti», ha twittato questa mattina.

Ore 08:39 - A Kiev le stazioni della metropolitana tornano a essere rifugi

Tutte le stazioni sotterranee della metropolitana di Kiev sono state adibite a rifugi dopo le esplosioni di questa mattina nel centro della capitale e la circolazione dei treni sulla linea rossa è stata sospesa: lo ha riferito la compagnia della metropolitana di Kiev.

Ore 08:45 - Attacchi in molte città

Risveglio di guerra: questa mattina i russi hanno colpito diverse città in tutta l’Ucraina, secondo i resoconti di media locali e internazionali. Oltre a Kiev esplosioni si sono registrate a Dnipro, Odessa, Mykolaiv, Khmelnytski e Zhytomyr, Leopoli, in quella che appare come la risposta di Vladimir Putin alla distruzione del ponte tra Crimea e Russia.

Ore 08:51 - Il Governatore di Kiev: «L’attacco aereo continua»

Il Governatore della regione di Kiev, Oleksiy Kuleba, ha aggiornato la situazione dopo le 4 esplosioni nel centro di Kiev con un messaggio sui social: «L’attacco aereo continua, chiedo a tutti di mantenere la calma e di restare nei rifugi. La difesa aerea opera nella regione. L’allerta aerea è ancora in corso. Teniamo duro».

Ore 08:57 - Zelensky: «Restate nei rifugi, i russi vogliono spazzarci via»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che ci sono «morti e feriti» negli attacchi di stamani che hanno colpito diversi centri del Paese, compresa Kiev. Ha inoltre chiesto alla popolazione di «non lasciare i rifugi». Con un post su Telegram, Zelensky ha affermato che i russi «stanno cercando di distruggerci e spazzarci via dalla faccia della Terra», e distruggono «la nostra gente mentre dorme a casa a Zaporizhzhia, uccidono le persone mentre vanno a lavorare a Dnypro e Kiev»: il presidente ha anche pubblicato un video che mostra immagini di distruzione, auto in fiamme. «Missili colpiscono, purtroppo ci sono morti e feriti, si prega di non lasciare i rifugi», ha scritto ancora Zelensky.

Ore 09:05 - I russi: missile vicino all’ufficio di Zelensky

L’agenzia russa Ria Novosti sottolinea che uno dei missili lanciati dalle forze armate russe su Kiev questa mattina è caduto nella strada dove si trova la sede del servizio di sicurezza ucraino e vicino all’ufficio del presidente Volodymyr Zelensky.

Ore 09:09 - Il bilancio delle vittime a Kiev

Cinque persone sono state uccise, altre 12 sono rimaste ferite dopo i bombardamenti su Kiev, ha affermato Anton Gerashchenko, consigliere del capo del Ministero degli affari interni dell’Ucraina su Telegram. Preso di mira anche il Shevchenko Park, dove il presidente ucraino era solito in passato andare a correre.

Ore 09:12 - Colpi nella città russa di Belgorod

Secondo l’agenzia di stampa Reuters, si sono sentiti colpi nella città russa di Belgorod, che si trova a circa 40 chilometri dal confine con l’Ucraina, già teatro di esplosioni negli scorsi mesi. Un testimone ha detto di aver sentito un’esplosione e che le finestre tremavano. La causa dei colpi è definita «non chiara».

Ore 09:38 - Kuleba: «Putin parla con i missili»

«Numerosi attacchi missilistici russi in tutta l’Ucraina. L’unica tattica di Putin è il terrore sulle pacifiche città ucraine, ma non farà crollare l’Ucraina. Questa è anche la sua risposta a tutti coloro che vogliono parlare con lui di pace: Putin è un terrorista che parla con i missili»: lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

Ore 09:56 - Odessa, «abbattuti droni iraniani»

Nella regione di Odessa la difesa aerea ucraina avrebbe abbattuto tre missili russi e cinque droni di produzione iraniana. Lo sostiene l’agenzia di stampa Unian. Diverse città ucraine, a partire da Kiev, sono state fatte oggi oggetto di attacchi missilistici russi. Anche a Odessa sono state udite esplosioni. Proprio oggi il governo iraniano ha smentito di avere fornito armi e droni alla Russia.

Ore 10:03 - Von der Leyen: entro due settimane proposta per ridurre prezzo del gas

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha parlato della riduzione del prezzo del gas in Europa dopo l’incontro con la premier estone Kaja Kallas a Tallinn. «Noi come Commissione entro le prossime due settimane arriveremo ad una proposta per calmierare i prezzi dell’energia e dell’elettricità. L’obiettivo è ridurre i prezzi a un certo livello senza mettere in pericolo la sicurezza dell’approvvigionamento».

Ore 10:19 - Almeno 75 missili lanciati contro l’Ucraina

(Marta Serafini, inviata a Kramatorsk) A due giorni dall’esplosione che ha distrutto parte del ponte di Crimea, Kiev torna sotto attacco e la guerra getta nuovamente nel terrore tutta l’Ucraina. Questa mattina verso le 8 mezza circa, diverse esplosioni sono state registrate nel centro della città che non era sotto attacco almeno dal 28 giugno. Ma anche a Dnipro, Lviv, Ternopil, Vinnytsia e altre località si registrano bombardamenti. Sarebbero almeno 46 i missili sganciati solo dal Mar Caspio proprio in questi minuti (75 in tutto il Paese questa mattina secondo i comandi ucraini).

L’obiettivo di Mosca è chiaro. Mandare un messaggio dopo la controffensiva ucraina verso la Crimea. Un missile ha colpito il centro della capitale a 2 chilometri e mezzo dal palazzo presidenziale proprio vicino al Shevchenko park e la sede dell’Università. Uno è caduto, come mostrano le immagini, vicino ad un parco giochi.

Altri missili — almeno 11 sganciati probabilmente dalla Bielorussia — sono stati abbattuti dalla contraerea che è ancora in azione mentre continuano a cadere missili su Kiev. Il capo della delegazione europea Matti Maasikas a Kiev ha postato su Twitter un’immagine del fumo nero che si leva sopra la città. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che ci sono «morti e feriti» negli attacchi di stamani che hanno colpito diversi centri del Paese, compresa Kiev. Ha inoltre chiesto alla popolazione di «non lasciare i rifugi». Con un post su Telegram Zelensky ha affermato che i russi «stanno cercando di distruggerci e spazzarci via dalla faccia della terra», e distruggono «la nostra gente mentre dorme a casa a Zaporizhzhia, uccidono le persone mentre vanno a lavorare a Dnipro e Kiev. Secondo il ministro dell’Interno nella capitale sono 8 i morti, 24 feriti solo in uno dei punti colpiti. Le immagini mostrano auto in fiamme. La circolazione ferroviaria è stata sospesa e si segnalano problemi di comunicazione. Tutte le stazioni sotterranee della metropolitana sono state adibite a rifugi dopo le esplosioni di questa mattina nel centro della capitale e la circolazione dei treni sulla linea rossa è stata sospesa.

Il sindaco Vitali Klitschko ha chiesto ai cittadini fuori da Kiev di non entrare in città. L’attacco sulla capitale arriva due giorni dopo l’esplosione sul ponte di Kerch in Crimea, operazione per la quale Mosca accusa Kiev definendola un atto di terrorismo. Ma sono stante colpite anche Zhytomyr (ovest), Khmelnitsky (ovest), Dnipro (Est) e Ternopil (ovest) e a Leopoli (ovest). Il sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyi, ha scritto sui social che ci sono state varie esplosioni e ha invitato i cittadini a scendere nei rifugi.

Ore 10:27 - Zelesnky chiede missili Atacms, il dilemma di Biden

(Giuseppe Sarcina, corrispondente da Washington) L’Amministrazione Biden deve ancora pronunciarsi sull’attentato al ponte di Kerch, ma la rappresaglia di Putin ha già spostato in avanti l’attenzione. I portavoce della Casa Bianca hanno trascorso il fine settimana nel tentativo di smorzare l’allarme sull’«Armageddon nucleare» lanciato giovedì 6 ottobre da Biden. La settimana scorsa il leader Usa e la sua vice Kamala Harris hanno assicurato a Zelensky l’invio di altre armi per un valore di 625 milioni di dollari. Adesso torna il dilemma che ormai si ripropone puntualmente in ogni fase di tensione acuta, perché il leader ucraino chiede al Pentagono di consegnare anche missili Atacms (Army Tactical Missile System), con un raggio di azione intorno ai 300 chilometri. I generali ucraini sostengono che sono armi necessarie per colpire le basi russe da cui partono gli ordigni responsabili delle stragi anche tra i civili. La Casa Bianca finora ha eluso la richiesta, inviando, invece, altri missili letali, ma con una gittata più limitata. Adesso che, come dice Zelensky, «Putin vuole spazzare via l’Ucraina dalla faccia della Terra», lo scenario è in rapida evoluzione. Biden è atteso a un’altra decisione delicata: come rispondere alla nuova mossa di Putin.

Ore 10:34 - Missili sul parco giochi, la vergogna degli attacchi di Putin sulle città

(Lorenzo Cremonesi, inviato nella regione di Kherson) Colpire le città e le infrastrutture civili — persino i giochi del parco Shevchenko, o un ponte pedonale, a Kiev — mostra per l’ennesima volta il volto tragico del fallimento dell’«operazione speciale» russa in Ucraina.

Vladimir Putin sin dall’inizio aveva promesso che sarebbe venuto a «liberare» e «denazificare» il Paese. L’invasione — nella sua narrazione — non era affatto un’invasione, bensì l’intervento, benedetto dal patriarca di Mosca, di un leader illuminato deciso a riportare alla «madre Russia» i suoi figli vittime di un regime corrotto e traditore.

La realtà dei fatti prova oggi, per l’ennesima volta, l’esatto opposto. Ancora non conosciamo nel dettaglio gli effetti dei bombardamenti delle ultime ore su Kiev, Dnipro, ancora su Zaporizhzhia, e su altre città ucraine. Sappiamo che ci sono morti e feriti, abitazioni in fiamme, macerie per le strade. Ma certo è che ancora una volta l’impotenza dell’esercito russo di fronte alle capacità di resistenza ucraine, l’uso magistrale delle armi fornite dagli alleati occidentali assieme all’inventiva e la flessibilità dimostrata dallo stato maggiore di Kiev, spingono il Cremlino a ricorrere all’uso dei bombardamenti indiscriminati sulle città e sulle infrastrutture civili.

La «madre Russia» di Putin continua a uccidere quelli che, a dire di Putin, erano i «suoi figli»; annunciava di volerli abbracciare e invece li massacra. Non c’è nulla di eroico o coraggioso nel bombardare le città. I russi lo fanno da lontano, sparano i missili a ripetizione nella certezza che la contraerea ucraina non riuscirà a fermarli tutti.

Ore 10:40 - Evacuazione all’ambasciata Usa a Kiev

L’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev sta evacuando il suo personale. Nella capitale colpito anche il ponte Klitschko.

Ore 10:52 - Meloni: «Difendere chi si batte per la libertà»

«Ore di apprensione per l’Ucraina. Putin, in difficoltà sul campo di battaglia, sta deliberatamente colpendo obiettivi civili in molte città ucraine. Le bombe cadono su uomini, donne e bambini. Ognuno di questi missili isola ulteriormente la Russia e rafforza la nostra convinzione di difendere chi si batte per la propria libertà». Lo afferma la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Ore 10:58 - L’ombrello di protezione Ue per i rifugiati attivo almeno fino a marzo 2024

«La direttiva sulla protezione temporanea continuerà ad essere attiva almeno fino a marzo 2024. E quello che abbiamo visto questa mattina lo ha reso ancora più chiaro: è importante che continuiamo ad accogliere chi fugge dall’Ucraina verso l’Ue». Lo ha dichiarato la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, in un punto stampa. «Dall’inizio dell’invasione, l’Ue ha garantito la protezione immediata a quanti fuggivano verso l’Ue. Abbiamo agito in modo unito, come Unione, e in tempi record abbiamo attivato per la prima volta di sempre la direttiva sulla protezione temporanea: 4,2 milioni di ucraini sono al momento sotto questo ombrello di protezione che ha fornito sostegno per quanto riguarda gli alloggi, cure sanitarie, accesso alla scuola, e il diritto di entrare nel mercato del lavoro dell’Ue».

Ore 11:13 - Lukashenko: «Truppe di Minsk con quelle russe»

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko accusa l’Ucraina di voler preparare un attacco contro la Bielorussia e annuncia che Minsk schiererà sue truppe insieme con quelle russe «nella regione».

Ore 11:35 - La Moldavia convoca l’ambasciatore russo: «Spiegazioni sul lancio di 3 missili dalle navi militari russe che hanno transitato nel nostro territorio»

(di Greta Privitera) Il portavoce del ministro degli Esteri moldavo, Nicu Popescu, ci ha mandato questa dichiarazione riguardo il passaggio di missili russi sul loro territorio: « Il capo della diplomazia della Repubblica di Moldova, Nicu Popescu, ha ordinato la convocazione urgente dell’ambasciatore della Federazione Russa a Chisinau, Oleg Vasnetsov, per chiedere spiegazioni da parte russa in relazione al lancio di 3 missili da crociera dalle navi militari russe situato nel Mar Nero e che hanno transitato nel territorio del nostro paese nella regione del villaggio di Cobasna e del comune di Soroca. La Repubblica di Moldova considera questo incidente estremamente grave e deplorevole che indubbiamente provoca ulteriori tensioni. La violazione del nostro spazio aereo nazionale è del tutto inaccettabile. I bombardamenti del paese vicino devono essere fermati immediatamente.

Ore 11:53 - Mattarella,Ue bersaglio guerra, ha dovere di risposta unita

«L’Europa è un bersaglio di questa guerra. Ne sono sfidati i principi di civiltà, i valori che si sono affermati come risposta dei popoli alla barbarie della Seconda guerra mondiale e delle dittature che l’hanno provocata. Anche per questo l’Europa ha il dovere di una risposta unitaria e coerente». Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando ai Cavalieri del lavoro.

Ore 12:08 - I bambini di Kiev tornano a fare lezione in metro

Ore 12:17 - Putin, attaccate le infrastrutture energetiche ucraine

Vladimir Putin afferma che la Russia ha lanciato «massicci attacchi alle infrastrutture energetiche dell'Ucraina».

Ore 12:22 - L’offensiva di Mosca

La mappa delle città ucraine colpite dai missili russi il 10 ottobre

Ore 12:27 - Il discorso di Zelensky dopo il bombardamento

Ore 12:27 - Ue, da Bielorussia accuse ridicole contro Kiev

«Abbiamo preso atto della falsa accusa di Lukanshenko che l'Ucraina stia pianificando un attacco al territorio della Bielorussia. Queste sono accuse totalmente infondate e ridicole, sono assolutamente inaccettabili. L'Ucraina qui è la vittima L'Ucraina, non è l'aggressore, e ricordiamo al regime bielorusso che l'Ucraina è sotto un brutale attacco illegale, che viola la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale ed esortiamo il regime di Minsk ad astenersi da qualsiasi coinvolgimento della Bielorussia in questa brutale impresa illegittima». 

Così il portavoce della Commissione europea, Peter Stano, nel briefing quotidiano con la stampa. «Sollecitiamo anche il regime di Minsk a smettere immediatamente di consentire al territorio della Bielorussia di fungere da trampolino di lancio per attacchi aerei, compresi i recentissimi attacchi missilistici e attacchi di droni contro l'Ucraina e gli obiettivi nei territori ucraini», ha aggiunto.

Ore 12:35 - Putin: «Risposta dura ad attacchi a Russia»

Il presidente russo Vladimir Putin ha promesso una «risposta dura» agli attacchi contro la Russia. In un discorso trasmesso dalla televisione di Stato russa, Putin ha quindi «giustificato» i raid condotti oggi contro diverse città dell'Ucraina, compresa la capitale Kiev, come una rappresaglia per quella che ha definito una «azione terroristica» contro il territorio russo, ovvero il ponte Kerch in Crimea. 

«Se continueranno gli attacchi contro la Russia, la risposta sarà dura», ha dichiarato Putin, affermando che «le risposte saranno della stessa portata delle minacce alla Russia». Quindi, ha aggiunto, «in caso di ulteriori tentativi di compiere atti terroristici sul nostro territorio, la risposta della Russia sarà dura».

Ore 12:43 - Kiev, 10 morti in raid russi in tutto il Paese, 60 feriti

Almeno dieci civili ucraini sono stati uccisi e circa sessanta sono rimasti feriti nel corso degli attacchi con missili e droni lanciati questa mattina dalla Russia in 14 regioni dell'Ucraina. È il primo bilancio fornito dalla portavoce della Polizia Nazionale Maryana Reva, come riporta l'Ukrainska Pravda. «In generale, al momento, possiamo parlare di dieci morti e circa 60 feriti in tutta l'Ucraina a causa degli attacchi missilistici russi». L'allerta aerea in tutta l'Ucraina è durata oltre cinque ore e mezza.

Ore 12:56 - L’ambasciata Usa invita gli americani a lasciare l’Ucraina

«La Russia ha lanciato attacchi contro le infrastrutture civili dell’Ucraina e le strutture governative a Kiev e altrove. I continui attacchi della Russia in Ucraina rappresentano una minaccia diretta per i civili e le infrastrutture civili. L’ambasciata degli Stati Uniti esorta i cittadini statunitensi a rifugiarsi sul posto e a lasciare l’Ucraina ora, utilizzando le opzioni di trasporto via terra disponibili privatamente qualora questo sia possibile in condizioni di sicurezza». Lo scrive in un tweet l’ambasciata Usa a Kiev, invitando i propri cittadini a visitare il sito della gestione delle crisi del Dipartimento di Stato.

Ore 13:19 - Medvedev: attacchi in Ucraina solo una prima risposta

Gli attacchi di oggi in Ucraina sono solo un «primo episodio» di rappresaglia: lo afferma il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, chiedendo il «totale smantellamento» del potere politico ucraino. «Il primo attacco è stato sferrato, ce ne saranno altri», ha scritto su Telegram, dopo una riunione del Consiglio sotto la guida del presidente Vladimir Putin. «Dal mio punto di vista, (l’obiettivo) deve essere lo smantellamento totale del regime politico in Ucraina», ha affermato.

Ore 13:47 - Nato condanna attacchi Mosca, «con Kiev finché servirà»

«Ho parlato con il Ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha condannato gli orribili e indiscriminati attacchi della Russia alle infrastrutture civili in Ucraina. La Nato continuerà a sostenere il coraggioso popolo ucraino nella lotta contro l'aggressione del Cremlino per tutto il tempo necessario». Lo scrive in un tweet il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Ore 14:00 - Putin: bombardamenti su infrastrutture energetiche Kiev

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha confermato di aver effettuato «bombardamenti massicci» contro le infrastrutture energetiche in Ucraina in risposta all’«attacco terroristico» che ha distrutto parte del ponte di Crimea. Putin è intervenuto al Consiglio di sicurezza russo. La presidente Ue von der Leyen: «Sono scioccata da questi attacchi. Noi con Kiev finché servirà, i responsabili vanno processati».

Ore 14:09 - Zelensky: Russia ha mostrato vero volto di Stato terrorista

Oggi «il mondo ha visto ancora una volta il vero volto di uno Stato terrorista che sta uccidendo il nostro popolo, non solo sul campo di battaglia, ma anche in città pacifiche»: è quanto ha scritto su Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, pubblicando diverse fotografie della distruzione causata dagli attacchi russi di questa mattina. Per Zelensky la Russia è «un Paese che nasconde la sua vera essenza sanguinaria e criminale e il suo obiettivo con discorsi sulla pace» e che «a tutte le proposte di una vera pace risponde con attacchi missilistici». «Tutto questo dimostra solo che la liberazione di tutta la nostra terra è l’unica base per la pace e la sicurezza per tutti gli ucraini», ha concluso.

Ore 14:29 - Kallas: alleati forniscano difesa aerea

«Siamo al confine orientale dell’Ue, alle nostre spalle c’è la Russia, e da qui inviamo un messaggio chiaro a tutti gli ucraini: vi sosteniamo in ogni modo possibile. Quello che dobbiamo fare è consegnare sistema di difesa da parte degli alleati così che gli ucraini possano proteggere le proprie città e i propri cittadini perché l’escalation della Russia sta colpendo i civili. Siamo con le vittime, siamo con gli ucraini». Lo ha dichiarato la premier estone, Kaja Kallas, in un breve punto stampa con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al confine tra Estonia e Russia.

Ore 14:37 - Lukashenko: «Ucraina, Lituania e Polonia ci minacciano»

Ucraina, Lituania e Polonia minacciano attacchi terroristici contro la Bielorussia. Lo ha affermato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

Ore 14:41 - Nuovo allarme aereo a Kiev

L'allarme aereo risuona nuovamente a Kiev in questi istanti, riferisce il canale Telegram dell'amministrazione della capitale. Lo riferisce la Bbc.

Ore 14:50 - Croce Rossa sospende operazioni per ragioni sicurezza

La Croce Rossa ha annunciato che sospende le operazioni in Ucraina per motivi di sicurezza. Lo ha riferito all'agenzia Reuters un portavoce del Comitato internazionale dell'organizzazione. le operazioni di aiuto riprenderanno quando la situazione sarà più sicura.

Ore 15:02 - Almeno 11 le vittime degli attacchi russi

Sarebbero almeno 11 le vittime degli ultimi attacchi russi con missili e droni, secondo l'aggironamento del l servizio di emergenza statale ucraino, mentre il numero dei feriti è salito a 64. In precedenza la polizia ucraina aveva parlato di almeno 10 morti civili e 60 feriti.

Ore 15:07 - Kiev: danneggiate infrastrutture, parte regioni senza luce

Undici importanti infrastrutture in otto regioni ucraine e a Kiev sono state danneggiate, parte delle regioni è senza elettricità, tutti i servizi stanno cercando di ripristinare le infrastrutture. Lo riferisce Suspilne citando la portavoce della polizia nazionale ucraina Maryana Reva.

Ore 15:30 - Macron: con attacchi russi profondo cambiamento della guerra

Il presidente francese Emmanue Macron indica un «cambiamento profondo della natura di questa guerra» in seguito alla serie di attacchi russi sferrati su tutto il territorio ucraino.

Ore 16:12 - Von der Leyen va al confine tra Estonia e Russia

Con un forte gesto simbolico, la presidente della commissione Europea, Ursula von der Leyen, oggi ha postato una video, insieme alla premier estone, Kaja Kallas, dal posto di confine, a Narva, tra l'Estonia e la Russia. «Noi stiamo qui sul confine orientale dell'Unione Europea, sullo sfondo la Russia, noi mandiamo un chiaro messaggio a tutti gli ucraini, vi sosterremmo in tutti i modi possibili», ha detto Kallas nel video pubblicato su Twitter. «Sono scioccata e sconvolta dai terribili attacchi di Kiev ed altre città ucraine, la Russia ancora una volta ha mostrato al mondo che si appoggia a terrore e brutalità», ha detto da parte sua la Von der Leyen, assicurando che «i responsabili saranno giudicati» e che «gli ucraini sanno che staremo al loro fianco per quando necessario». Kallas ha sottolineato la necessità di fornire difese aeree a Kiev, «perché la Russia sta alzando il tiro contro i civili, noi siamo con le vittime, noi siamo con l'Ucraina».

Ore 16:15 - Tass, Medvedev in lista ricercati degli 007 di Kiev

I servizi di sicurezza ucraini hanno inserito nella loro lista dei ricercati il vicepresidente del Consiglio di sicurezza ed ex capo dello Stato russo Dmitri Medvedev. Lo riporta la Tass, citando le informazioni rese note dal governo di Kiev.

Ore 16:19 - L'Onu denuncia: «Escalation inaccettabile»

Gli attacchi russi sull'Ucraina sono «un'escalation inaccettabile della guerra». Lo denuncia il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

Ore 16:59 - Blinken: sostegno all'Ucraina, continueremo ad aiutarla

«Ho appena parlato con il ministro Kuleba per ribadire il sostegno americano all'Ucraina dopo gli orribili attacchi del Cremlino di questa mattina. Continueremo a fornire assistenza economica, umanitaria e di sicurezza in modo che l'Ucraina possa difendersi e prendersi cura della sua gente». Lo twitta il segretario di Stato americano Antony Blinken.

Ore 17:10 - Governatore di Kiev: «Ci aspettiamo altri bombardamenti e il blackout totale»

(Greta Privitera) Quando ha sentito la prima esplosione, Oleksiy Kuleba, governatore della regione di Kiev, era nel traffico, verso il centro città. Il primo pensiero è andato alla sua famiglia. «Poco dopo ho saputo che un missile era caduto a qualche metro dalla scuola elementare di mia figlia», ci dice in video, dal suo ufficio. Il secondo pensiero è andato a sabato, alponte di Kerch , in Crimea: «Sapevo che Putin avrebbe risposto in qualche modo. Ha scelto la via dell'escalation».

 Quindi gli attacchi di oggi sono la risposta all'attacco sul ponte in Crimea?

«È il modo vigliacco di Putin di dirci siamo più forti. Hanno bombardato solo obiettivi civili (venti case private) e infrastrutture vitali per la popolazione, come le centrali elettriche. Ci sono diversi morti e tanti feriti. Nessun obiettivo militare. Hanno bombardato un piccolo ponte pedonale, in centro. Chissà perché».

Ore 17:38 - Anche Maria Zakharova nella lista dei ricercati di Kiev

Anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, è stata inserita nella lista dei ricercati di Kiev, secondo Ria Novosti. Nella black list figura pure il portavoce del ministero della Difesa di Mosca, Igor Konashenkov.

Ore 17:49 - Media: cyberattacchi contro aeroporti Usa, hacker in Russia

Alcuni dei maggiori aeroporti americani sono finiti nel mirino di cyberattacchi da parte di un hacker nella Federazione Russa. Lo riporta Abc citando alcune fonti, secondo le quali i sistemi colpiti non hanno riguardato il controllo del traffico aereo e le comunicazioni interne delle compagnie aree. Gli attacchi hanno avuto come risultato «il divieto di accesso pubblico» ai domini web che riportano l'attesa e il traffico negli scali.

Ore 18:17 - Biden: continueremo a imporre alla Russia i costi dell'aggressione

« Gli Stati Uniti condannano fermamente gli attacchi missilistici della Russia oggi in Ucraina. Questi attacchi hanno ucciso e ferito civili e distrutto obiettivi senza scopo militare e mostrano ancora una volta l'assoluta brutalità della guerra illegale di Putin al popolo ucraino». Lo dice il presidente americano, Joe Biden, in una nota. «Questi attacchi non fanno che rafforzare ulteriormente il nostro impegno a stare con il popolo ucraino per tutto il tempo necessario», ha sottolineato. Aggiungendo: «Continueremo a imporre a Mosca i costi dell'aggressione».

Ore 18:53 - L'Ucraina interrompe le forniture di elettricità all'Ue

Il ministero dell'Energia dell'Ucraina ha annunciato lo stop alle forniture di elettricità assicurate a Paesi dell'Ue negli ultimi tre mesi, a causa dei danni inflitti dagli attacchi missilistici delle ultime ore di Mosca a diverse fra centrali e sottostazioni elettriche del Paese: lo riporta la Bbc. Kiev aveva iniziato a esportare energia verso l'Ue dal primo luglio, per contribuire nelle parole del presidente Volodymir Zelensky a ridurre la dipendenza dell'Europa da gas o petrolio russo.

Ore 18:59 - Gazprom, congegni esplosivi Nato sul Nord Stream nel 2015

Gazprom avrebbe trovato congegni esplosivi riconducibili alla Nato sul Nord Stream nel 2015. Lo ha detto il portavoce del gigante energetico russo, citato dalla Tass.

Ore 19:00 - La Bielorussia al fianco di Putin: i tre scenari del coinvolgimento di Lukashenko

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Lukashenko legge il copione scritto per lui a Mosca. Il presidente bielorusso accusa i nemici esterni, denuncia possibili azioni destabilizzanti, giura che sono gli avversari a volerlo trascinare nel conflitto, offre un altro pezzo del suo braccio al burattinaio del Cremlino. È una miscela propagandistica che nasconde le vere intenzioni del leader di Minsk: resta infatti da capire se questa volta parteciperà direttamente ai combattimenti. Alexander Grigoryevich Lukashenko, al potere da 28 anni, ha curato molto la scena: si è mostrato seduto al tavolone con i suoi generali, al termine della riunione ha dato l’ordine di creare «un gruppo regionale congiunto» con le truppe russe.

Ore 19:39 - Usa: «Gli attacchi contro i civili sono orribili»

La ministra dell’Esercito Usa, Christine Wormuth, ha condannato gli ultimi attacchi delle forze russe contro i civili in Ucraina. «È orribile che la Russia stia prendendo di mira direttamente i civili e le infrastrutture ma, sfortunatamente si tratta di un’escalation nelle tattiche che Putin ha usato sin dall’inizio dell’invasione», ha detto Wormuth durante una conferenza stampa, secondo quanto riportato dalla Cnn, sottolineando che la situazione è «molto preoccupante».

Ore 20:46 - Sindaco Kiev: «45 edifici residenziali danneggiati da raid russi»

Almeno 45 edifici residenziali sono rimasti danneggiati dai raid russi su Kiev. Lo rende noto il sindaco della capitale ucraina, Vitali Klitschko, su Telegram. In particolare, i missili hanno provocato danni a 45 palazzi, sei istituzioni educative, tra cui tre scuole e un asilo, due strutture sociali, sei istituzioni culturali, cinque strutture sanitarie e due edifici amministrativi.

Ore 21:03 - Zelensky a Trudeau: «Serve una forte reazione del G7»

«Ho avuto un colloquio telefonico con il primo ministro canadese Justin Trudeau. Ho sottolineato l’importanza di una forte reazione del G7 al terrorismo missilistico della Russia. L’Ucraina ha bisogno di uno scudo aereo per proteggere i civili e le infrastrutture sensibili». Lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter.

Ore 21:05 - Mosca, più Usa incoraggiano Kiev, più difficile soluzione

Più gli Stati Uniti incoraggiano l’aggressione di Kiev, più problematica sarà la ricerca di una soluzione diplomatica. Lo afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova citata dalle agenzie russe. «Ripetiamo soprattutto per la parte americana: gli obiettivi che abbiamo fissato in Ucraina saranno raggiunti. La Russia è aperta alla diplomazia, le condizioni preliminari sono ben note. Più Washington continuerà a incoraggiare l’atteggiamento bellicoso di Kiev, favorendo le incursioni terroristiche dei sabotatori ucraini invece di prevenirle, più sarà problematico trovare soluzioni diplomatiche», ha detto.

Ore 21:08 - Zelensky: «L'Ucraina non è intimidita, battaglia sarà più dura»

«L'Ucraina non può essere intimidita. Ma solo ancora più unita. L'Ucraina non può essere fermata. Ma convinta ancora di più che i terroristi devono essere neutralizzati. Gli occupanti non riescono a opporsi a noi sul campo di battaglia ed è per questo che ricorrono al terrore. Bene, rendiamo il campo di battaglia ancor più doloroso per il nemico. E ripristineremo tutto ciò che è stato distrutto». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo consueto video serale su Telegram, stavolta girato per strada.

Ore 21:14 - Zelensky sente Biden: «Difesa aerea è priorità numero 1»

«Conversazione produttiva con il presidente Usa, Joe Biden. La difesa aerea è attualmente la priorità numero 1 nella nostra cooperazione in materia di difesa. Abbiamo anche bisogno della leadership degli Stati Uniti con una posizione dura del G7 e con il sostegno per la nostra risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite». Lo scrive su Twitter il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Ore 21:33 - Iniziato all'Onu il dibattito sulla condanna dei referendum di Mosca

È iniziato in Assemblea Generale il dibattito prima del voto sulla risoluzione promossa dall'Ue che condanna il tentativo della Russia di annettere quattro regioni dell'Ucraina. Mosca in una lettera inviata ai Paesi membri ha domandato un voto segreto sulla risoluzione per evitare «pressioni», e all'inizio del dibattito l'Albania ha preso la parola chiedendo un voto procedurale per confermare che l'Assemblea si esprimerà invece in maniera palese. In favore del voto palese si sono espressi 107 Paesi, 13 invece si sono detti contrari, e 39 si sono astenuti.

Ore 21:56 - Kiev, sale a 14 morti bilancio raid russi in tutta Ucraina

È salito a 14 morti e 97 feriti il bilancio del massiccio attacco missilistico sferrato oggi dalla Russia sul territorio dell'Ucraina. Lo rende noto il ministro degli Interni ucraino, Denys Monastyrskyi durante un telethon nazionale, scrive Ukrinform. «In realtà, si tratta del secondo attacco missilistico massiccio dopo il 24 febbraio e, probabilmente, del più grande bombardamento della storia in termini di infrastrutture energetiche importanti. Ora può essere chiamato terrorismo energetico, una continuazione del terrorismo nucleare e mi riferisco alla centrale di Zaporizhzhia, continuamente bombardata dai russi», ha detto.

Ore 21:58 - Ucraina a Onu: «Russia vuole riportarci ai tempi di Hitler»

Oggi Mosca ha «lanciato almeno 84 missili contro la popolazione civile e le infrastrutture civili. Strutture energetiche, palazzi residenziali, università, scuole e musei sono stati tra gli obiettivi russi. Prendere di mira deliberatamente i civili è un crimine di guerra e la Russia ha provato ancora una volta che è uno Stato terroristico». Lo ha detto l'ambasciatore ucraino all'Onu, Sergiy Kyslytsya, accusando Mosca di cercare di «riportarci agli anni Trenta, quando Hitler ha distrutto Paesi con invasioni e referendum illegali».

Ore 22:19 - Biden a Zelensky: «Vi daremo sistemi difesa aerea avanzati»

Il presidente americano Joe Biden si è impegnato con il leader ucraino Volodymyr Zelensky «a continuare a fornire all'Ucraina il supporto necessario per difendersi, compresi sistemi avanzati di difesa aerea». Lo riferisce la Casa Bianca in una nota sulla telefonata. Biden «ha anche sottolineato il suo continuo impegno con alleati e partner per continuare a imporre costi alla Russia, ritenendo la Russia responsabile dei suoi crimini di guerra e delle sue atrocità».

Ore 23:13 - 98 minatori intrappolati a causa dei bombardamenti

Novantotto minatori sono rimasti intrappolati nel sottosuolo a causa di un'interruzione di corrente causata dai bombardamenti russi su Kryvyi Rih, nell'Ucraina meridionale. Lo rende noto il capo dell'amministrazione militare dell'oblast di Dnipropetrovsk, Oleksandr Vilkul, su Telegram, scrive Ukrinform, sottolineando che stanotte è prevista l'operazione di salvataggio. Secondo Vilkul, un totale di 854 minatori erano rimasti intrappolati in 4 miniere di carbone quando i russi hanno lanciato un attacco missilistico su Kryvyi Rih. La maggior parte di loro è stata tratta in salvo e ora l'operazione è quasi completata. Mosca ha lanciato stamane un massiccio attacco missilistico in tutta l'Ucraina: 18 missili sono stati lanciati contro la regione di Dnipropetrovsk. Cinque di questi sono stati abbattuti dalle unità di difesa antiaerea ucraine. Altri tre missili sono stati lanciati contro la città di Kryvyi Rih: uno è stato abbattuto, ma due hanno colpito i bersagli.

La battaglia di Kiev, spiegata. Mauro Indelicato su Inside Over il 10 Ottobre 2022. 

La battaglia di Kiev, nell’ambito della guerra in Ucraina del 2022, ha inizio lo stesso giorno del conflitto, ossia il 24 febbraio, e termina tra il 30 marzo e il 3 di aprile. L’assedio prende le sembianze di un vero accerchiamento, operato dalle forze russe, ai danni della capitale ucraina. Le truppe di Mosca avanzano, durante questa fase, tra le direttrici di nord ovest ed est, colpendo particolarmente le cittadine di Gostomel, Bucha, Irpin, Makariv e Brovary. L’assedio termina con l’annuncio da parte russa di un ridispiegamento di forze nel Donbass e quindi un indietreggiamento delle proprie truppe dall’area di Kiev.

Il contesto dell'assedio di Kiev

La capitale ucraina vive tumulti e tensioni tra il 2013 e il 2014, quando le proteste contro l’intenzione dell’allora presidente ucraino Yanukovich di aderire a un partenariato con la Russia degenerano in guerriglia. Kiev dal novembre 2013 fino al 22 febbraio 2014, giorno della destituzione di Yanukovich, è al centro di scontri violenti e una vera e propria guerriglia urbana. Prima della fine della presidenza Yanukovich, a scontrarsi sono soprattutto forze di Polizia contro gruppi nazionalisti di estrema destra, quali Svoboda e Pravij Sektor.

Successivamente le tensioni si spostano nelle regioni orientali dell’Ucraina. A marzo la Crimea, dopo le proteste scoppiate questa volta nei gruppi filorussi, è annessa alla Russia. Mentre nell’aprile sempre del 2014 la situazione degenera fino allo scoppio della guerra del Donbass tra l’esercito ucraino e i separatisti di Donetsk e Lugansk.

Kiev vive questo conflitto da lontano. La città torna alla sua normalità e gli abitanti non vengono coinvolti in scontri, anche per la distanza geografica tra la capitale e l’est del Paese. La tensione ritorna sul finire del 2021, quando dalla Russia arrivano notizie di assembramenti di truppe lungo i confini con l’Ucraina e dagli Usa gli allarmi su una possibile operazione russa nel Paese.

A Kiev si comincia a restaurare antichi bunker, la gente inizia a fare scorta di cibo e viveri. Per la verità, a dispetto dei timori statunitensi, buona parte della popolazione non crede subito all’eventualità di un’invasione russa. La situazione però precipita tra gennaio e febbraio, quando molte ambasciate occidentali decidono di trasferire la propria sede a Leopoli e un attacco russo è oramai dato per certo.

La capitale ucraina teme particolarmente le manovre svolte in Bielorussia dai soldati locali e dalle truppe russe. Kiev infatti si trova a meno di 200 km dal confine bielorusso e un ingresso da qui dei militari di Mosca rappresenterebbe la volontà russa di prendere la città. L’unica speranza per gli abitanti della capitale è data dalla distanza con il Donbass e dalla possibilità quindi che la guerra si concentri unicamente nell’est dell’Ucraina. Sotto il profilo prettamente strategico infatti, Kiev è molto lontana dai fronti in cui si combatte dal 2014 e dalle terre considerate russofone. Ma a livello politico è il cuore delle istituzioni ucraine ed è sede del governo del presidente Zelensky. Se l’obiettivo russo è quello di far crollare l’attuale Stato ucraino, Kiev non può sfuggire dall’accerchiamento.

Le operazioni di Gostomel del 24 febbraio

Il primo vero intervento volto ad accerchiare Kiev si ha al mattino del 24 febbraio, poche ore dopo l’inizio delle operazioni militari. Un’azione compiuta da unità aviotrasportate prende di mira l’aeroporto di Gostomel, situato a circa 25 km a nord ovest dal centro della capitale. Mentre in città gli abitanti temono soprattutto i raid e si rifugiano nei bunker e nei tunnel della metropolitana, a Gostomel va in scena la prima battaglia di terra tra russi e ucraini.

Intorno alle 13:00, Mosca rivendica il controllo dell’aeroporto. Tuttavia gli ucraini affermano di essere riusciti ad abbattere alcuni mezzi russi. A dispetto delle dichiarazioni sorte poco dopo l’alba da parte dell’esercito russo, l’aviazione ucraina è ancora in grado di replicare e non appare annientata.

La battaglia a Gostomel va avanti per diversi giorni. Più volte, prima della fine di febbraio, le due parti ne rivendicano il controllo. L’aeroporto, a giudicare dalle prime immagini trapelate sui social, appare distrutto. L’hangar che ospita l’Antonov An-225, l’aereo più grande del mondo, è anch’esso distrutto e il mezzo ridotto in frantumi. I russi comunque, nonostante le controffensive ucraine, riescono a controllare la cittadina di Gostomel.

L'avanzata lungo l'asse occidentale

A dare manforte alle truppe aviotrasportate su Gostomel sono i reparti entrati, sempre il 24 febbraio, dal confine con la Bielorussia nell’area di Chernobyl. La regione si trova a 150 km dal centro di Kiev. Nel pomeriggio i russi riescono a conquistare la zona attorno l’ex centrale nucleare teatro del disastro del 1986.

In questo modo raggiungono nel giro di un paio di giorni la regione di Makariv e provano ad aiutare le truppe stanziate a Gostomel. Prende forma in questa maniera l’avanzata russa lungo il fronte nord occidentale di Kiev. È da qui che per gli ucraini arrivano le principali minacce per la difesa della capitale.

Nel frattempo il ministero della Difesa russo mostra alcune immagini di un lungo convoglio attestato tra il confine bielorusso e la regione a nord di Kiev. Secondo l’intelligence britannica, la prima a lanciare indiscrezioni in tal senso, il convoglio di carri armati e mezzi russi è lungo 60 km. Una lunga carovana con la quale Mosca intende mostrare l’intenzione di entrare nella più grande città ucraina.

Già a cavallo tra febbraio e marzo inizia quindi l’esodo di migliaia di cittadini verso ovest, zona dell’Ucraina meno coinvolta dal conflitto. Si teme una battaglia casa per casa, per cui i residenti della capitale preferiscono uscire. Si scappa con i treni oppure sfruttando l’asse meridionale della viabilità di Kiev.

Il 25 febbraio il presidente ucraino Zelensky dichiara di essere a conoscenza di “sabotatori russi già presenti in città”. Tra il 26 e il 27 febbraio alcuni scontri hanno luogo nel settore occidentale della periferia di Kiev e, in particolare, lungo Victory Avenue, non lontano dalla stazione di Beresteiska. Si tratterebbe, secondo gli ucraini, di un primo tentativo di infiltrazione di reparti russi all’interno della capitale. Un tentativo però respinto o comunque abbandonato dai soldati di Mosca.

Nel primo fine settimana di guerra si ha la sensazione di un imminente ingresso russo in città. A testimoniarlo è l’aumento dei raid attorno i quartieri occidentali e i continui allarmi che corrono via social. Sabato 26 i bagliori dei traccianti della contraerea ucraina vengono scambiati per paracadutisti russi in procinto di assediare il centro di Kiev. Nei primi giorni di marzo tuttavia i quartieri centrali appaiono risparmiati da sortite di Mosca. La battaglia è invece confinata lungo il settore nord occidentale.

La battaglia tra Bucha e Irpin

Il 27 febbraio il giornalista ucraino Andriy Tsaplienko parla di violenti combattimenti in corso a Bucha. È la prima volta che il nome della cittadina viene menzionato nel conflitto. E, purtroppo, non sarà l’unica. Il suo territorio si trova a metà strada tra Gostomel e Irpin. Quest’ultima è la località che confina direttamente con il territorio di Kiev. Dunque sfondare su questo fronte per i russi appare importante per raggiungere la capitale.

Le truppe di Mosca nei giorni successivi avanzano su Bucha, anche sfruttando gli ulteriori rinforzi arrivanti dal fronte di Chernobyl e dalla paralisi dell’esercito ucraino nella zona di Borodyanka, località più a ovest rispetto alla periferia di Kiev. Tuttavia la battaglia appare molto aspra. Tanto è vero che il 3 marzo gli ucraini rivendicano la ripresa di Bucha e una bandiera ucraina viene di nuovo issata davanti il municipio della cittadina.

Le forze russe però controbattono. Per almeno dieci giorni il territorio risulta conteso. Nel frattempo i civili vivono una situazione drammatica. Bucha, assieme alle altre cittadine del fronte occidentale di Kiev, sono senza i servizi essenziali, senza acqua e con pochi viveri a disposizione. I raid da parte degli eserciti in lotta poi provocano la morte di molte persone. Tanto è vero che la Bbc, in un articolo del 14 marzo, sottolinea come gli stessi abitanti sono costretti a scavare una fossa dove seppellire i civili deceduti.

Il 13 marzo i russi annunciano di aver ripreso il controllo di Bucha e passano all’attacco anche sulla confinante Irpin. Qui va in scena un’autentica battaglia urbana, con gli ucraini che si difendono riuscendo a sfruttare la conoscenza del territorio e le tattiche delle imboscate tra i palazzi residenziali che caratterizzano la città.

Contestualmente vengono allagati diversi terreni attorno il fiume Irpin, corso d’acqua che divide l’omonima cittadina con la municipalità di Kiev. La battaglia a Irpin va avanti per giorni, tuttavia i russi non sembrano in grado questa volta di sfondare. La violenza degli scontri da queste parti è testimoniata anche dal decesso di alcuni giornalisti stranieri presenti non lontano dalle linee del fronte. Buona parte dei cronisti morti in Ucraina era a lavoro proprio nella zona di Irpin.

I civili con non poca difficoltà vengono evacuati verso Kiev, da cui poi è possibile salire a bordo dei treni diretti verso le regioni occidentali dell’Ucraina. Per tutto il mese di marzo la battaglia nel quadrante nordoccidentale della capitale appare in stallo. Con i russi che non riescono a superare le difese ucraine poste a Irpin e lungo i limiti della periferia di Kiev.

La situazione a Kiev a marzo

Le notizie dello stallo tra Bucha e Irpin assicurano agli abitanti della più importante metropoli ucraina il tempo necessario per procedere con le evacuazioni. Passato il timore per un’imminente invasione nel primo fine settimana di guerra, a Kiev si intuisce nella prima decade di marzo che il centro città è lontano dalle prime linee del fronte.

Questo tuttavia non permette ai cittadini di vivere normalmente. Vengono approvati diversi coprifuoco, in alcuni casi lunghi anche 36 ore. Le attività non basilari sono chiuse, stesso discorso vale per le scuole e diversi uffici. Migliaia di persone vivono nei rifugi e all’interno delle gallerie della metropolitana. L’unica zona dove tutto sembra normale è quella della stazione centrale. Qui ogni giorno in centinaia si ammassano per salire a bordo dei treni e fuggire via. Si calcola che a marzo un abitante su due di Kiev è riuscito ad andare via. Dei tre milioni di abitanti prima del conflitto quindi, la città dopo un mese di guerra potrebbe contare non più di 1.5 milioni di residenti rimasti.

La situazione si mantiene tesa poi a causa dei raid sempre più frequenti all’interno del perimetro cittadino. Diversi missili piombano su alcuni palazzi e in alcuni punti nevralgici di Kiev. Si piangono diverse vittime civili e, al contempo, chi rimane in città teme di ritrovarsi nel mezzo di un bombardamento.

L'avanzata lungo l'asse orientale

Da est i russi già dal primo giorno di guerra provano ad avanzare lungo l’asse che va dalle province di Sumy e Chernihiv fino alla periferia orientale della capitale ucraina. Obiettivo principale qui è prendere Brovary, cittadina che segna il confine tra l’oblast e la municipalità di Kiev. L’azione russa si concentra soprattutto lungo le vie principali della regione.

Le truppe di Mosca, in particolare, provano da subito a consolidare le proprie avanzate nelle arterie autostradali che collegano il confine russo-ucraino con Chernihiv, importante città messa subito sotto assedio. Tuttavia i battaglioni inviati dal Cremlino raramente provano a sfondare nelle zone più interne. La strategia è quella di arrivare il prima possibile a Brovary, aumentando così la pressione su Kiev, già in parte circondata nella periferia occidentale.

A metà marzo le forze russe si trovano in prossimità di Brovary, ma riscontrano notevoli difficoltà nelle retrovie. Avendo consolidato unicamente le posizioni lungo le autostrade principali, intere squadre ucraine rimaste dietro le posizioni di Mosca riescono a infliggere pesanti perdite al nemico. Sia con l’ausilio di droni che con mezzi di artiglieria, unitamente all’organizzazione di imboscate nelle foreste tra Kiev e Chernihiv, gli ucraini distruggono molti mezzi russi e causano la perdita di centinaia di unità di Mosca.

Anche sul fronte orientale quindi la situazione può considerarsi, sul finire del mese di marzo, in una fase di stallo. I russi non hanno la forza per raggiungere i confini orientali della città di Kiev, gli ucraini non hanno invece concrete possibilità di contrattacco.

La fine dell'assedio

Il 30 marzo 2022 a Istanbul si tiene una delicata e importante riunione tra due delegazioni russe e ucraine. L’incontro è organizzato e voluto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale ben presto subito dopo l’inizio delle ostilità si erge quale principale mediatore tra le parti. Il governo di Ankara ha infatti sì condannato l’azione russa, ma non ha aderito alle sanzioni contro Mosca promosse invece dagli altri Paesi della Nato.

Il vertice termina con una fumata nera, anche se trapelano alcuni passi avanti nelle trattative. Quel giorno stesso il ministero della Difesa russo annuncia un “riposizionamento” delle proprie truppe impegnate nelle operazioni in Ucraina. In particolare, i soldati presenti nell’area di Kiev vengono dislocati nella regione del Donbass, da questo momento in poi principale obiettivo del Cremlino. Si tratta nei fatti di un integrale ritiro dall’area attorno a Kiev.

Difficile dire se questa mossa dipenda o meno dall’incontro di Istanbul, l’unica cosa certa è che dal 30 marzo iniziano le operazioni volte a riportare le truppe russe in territorio russo per assegnare poi ai vari reparti le nuove missioni nel Donbass. Per Mosca, come detto, si tratta di un semplice riposizionamento. Per Kiev invece si vero e proprio ritiro e di una grave battuta d’arresto del Cremlino.

Nei giorni successivi tutte le località a nord, a ovest e a est di Kiev in mano ai russi vengono abbandonate. Entro la prima decade di aprile i reparti ucraini possono quindi rientrare nelle cittadine perdute durante il primo mese di guerra. Termina così l’assedio della capitale ucraina. Tra aprile e maggio molti tra coloro che erano scappati in precedenza fanno rientro nelle proprie case, in città molte attività riaprono e il conflitto viene temuto quasi unicamente soltanto quando nella regione di Kiev risuonano gli allarmi per possibili attacchi aerei.

Le notizie relative alle fosse comuni

Subito dopo il ritiro russo i media ucraini danno conto del ritrovamento di diversi corpi abbandonati all’interno di alcune fosse comuni, soprattutto nell’area nord occidentale di Kiev. Secondo il governo ucraino, si tratta della principale testimonianza del comportamento russo durante l’assedio della capitale. Mosca invece nega ogni accusa e punta il dito contro una possibile propaganda da parte di Kiev.

Cosa è successo a Bucha? 

Fosse comuni vengono ritrovate sia all’interno di alcune cittadine che nei boschi dove per oltre un mese si è combattuto. La località simbolo del ritrovamento delle fosse comuni è quella di Bucha: qui diversi corpi vengono scoperti dietro una delle più grandi chiese cittadine, attirando anche un’inchiesta del New York Times. Ritrovamenti del genere avvengono anche a Irpin e Borodyanka.

Attualmente sono in corso delle inchieste da parte della procura generale di Kiev, ma sono diversi anche gli investigatori internazionali giunti in Ucraina per approfondire la vicenda.

Il raid del 10 ottobre 2022

Dopo mesi di relativa calma nella capitale ucraina, Kiev torna a essere nel mirino dei russi la mattina del 10 ottobre 2022. Poco prima dell’alba, le prime allerte aree annunciano ai cittadini l’inizio di una delle giornate più difficili per la città. Diverse le esplosioni che questa volta riguardano soprattutto il centro. Mai prima di allora i quartieri limitrofi alle zone governative risultano così pesantemente attaccati. Un missile cruise, probabilmente sparato dalla flotta russa del Mar Nero, colpisce un’area a metà strada tra il palazzo presidenziale di via Bankova e la sede dei servizi segreti.

Un altro ordigno invece distrugge parzialmente il Glass Bridge. Si tratta del ponte pedonale situato in uno dei parchi del centro della capitale. Possibile che quest’ultimo attacco costituisca in qualche modo un segnale per il governo ucraino: pochi giorni prima infatti, precisamente l’8 ottobre, un sabotaggio attribuito dai russi all’intelligence ucraina danneggia pesantemente il Ponte di Kerch, in Crimea. L’opera è considerata da Mosca strategica: è l’unico collegamento via terra tra la penisola e la federazione, nonché simbolo stesso dell’annessione del territorio della Crimea.

Alla luce di ciò, il bombardamento del 10 ottobre, che colpisce Kiev e altre città dell’Ucraina sia a ovest che a est, può essere visto come una rappresaglia del Cremlino per il sabotaggio del Kerch. A fine giornata la capitale ucraina conta almeno 11 vittime. Diversi gli edifici distrutti, i servizi di emergenza rilevano 30 incendi in tutta l’area urbana. Colpite anche centrali elettriche e danneggiato inoltre il tetto della stazione centrale. Per Kiev il 10 ottobre rappresenta un ritorno ai primi mesi di guerra, con i cittadini costretti per ore a stare nei rifugi e successivamente a iniziare la corsa nei supermercati e nei distributori di carburante per accaparrarsi le provviste.

Bremmer: «Musk ha parlato con Putin, sarebbe pronto a negoziare». Redazione Online su Il Corriere della Sera l'11 ottobre 2022.

Le notizie di martedì 11 ottobre, in diretta. Nuovi attacchi russi alle infrastrutture ucraine. Lavrov: «Pronti a prendere in considerazione un incontro Putin-Biden al G20». 007 britannici: russi a corto di munizioni

• La guerra in Ucraina è arrivata al 230esimo giorno.

• Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha convocato per oggi un G7 urgente al quale parteciperà anche il presidente Zelensky in videocollegamento.

• Decine di missili russi hanno colpito ieri diverse città ucraine distruggendo infrastrutture civili come centrali elettriche — ma anche parchi giochi e ponti pedonali. Zelensky ha chiesto all’Europa una «dura risposta».

• Il ministero degli Interni ucraino ha reso noto che il bilancio delle vittime è salito a 14, mentre i feriti sarebbero 97.

• L'Assemblea Generale dell'Onu ha iniziato a discutere la risoluzione promossa dall'Unione europea circa la condanna del tentativo della Russia di annettere al proprio territorio quattro regioni ucraine.

Ore 00:03 - Il miliardario Yuri Milner rinuncia a cittadinanza russa

Il russo più ricco della Silicon Valley, Yuri Milner, ha dichiarato di aver rinunciato alla cittadinanza russa dopo l'invasione dell'Ucraina. Lo ha annunciato il patron di Dst Global sul suo account Twitter spiegando che la procedura è stata completata ad agosto. Il miliardario, che secondo Forbes ha una fortuna che si aggira attorno ai 3,5 miliardi di dollari, ha raccontato che lui e la sua famiglia hanno lasciato la Russia nel 2014 dopo l'annessione della Crimea. Quando la Russia ha attaccato l'Ucraina all'inizio di quest'anno, ha condannato «la guerra della Russia contro l'Ucraina, suo vicino e Paese sovrano».

Ore 01:36 - Ucraina: Usa, nuovi pacchetti armi nei prossimi giorni

Gli Stati Uniti, dopo la pioggia di missili (circa 80) lanciata lunedì, «invieranno nuovi pacchetti di armi a Kiev nei prossimi giorni e continueranno ad aiutare l’Ucraina a difendersi per tutto il tempo necessario». Lo ha detto in un’intervista alla Cnn il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby. Il presidente Biden ha parlato di «attacchi brutali, accanto a Kiev finché serve».

Ore 01:41 - Macron, attacchi russi segnano cambio natura guerra

Il presidente francese Emmanuel Macron ha tenuto una riunione d’emergenza sull’Ucraina ieri sera dopo una serie di attacchi russi che, a suo dire, rappresentano un «profondo cambiamento nella natura» della guerra. Questi «attacchi deliberati da parte della Russia su tutto il territorio ucraino e contro i civili, rappresentano un profondo cambiamento nella natura di questa guerra», ha dichiarato durante un viaggio a Mayenne il presidente Macron, che al suo ritorno a Parigi riunirà i suoi consiglieri diplomatici e militari interessati per «fare il punto» della situazione. L’Eliseo ha confermato che ieri sera si è tenuto un Consiglio di Difesa ristretto di un’ora e mezza alla presenza del ministro degli Esteri Catherine Colonna e del ministro delle Forze armate Sebastien Lecornu. Secondo la stessa fonte, Macron ha colto l’occasione «per prendere nuovi accordi per sostenere militarmente l’Ucraina e provvedere ai bisogni della sua popolazione».

Ore 06:27 - Nella notte nuovo attacco russo nella notte su Zaporizhzhia

Nella notte le forze russe hanno preso di mira alcune infrastrutture nella città di Zaporizhzhia. Lo riporta The Kyiv Independent citando il governatore dell’Oblast di Zaporizhzhia Oleksandr Starukh. Almeno 15 le esplosioni: lo ha reso noto in un tweet la viceministra degli Esteri ucraina, Emine Dzheppar, sottolineando che sono stati presi di mira «un istituto scolastico, un istituto medico ed edifici residenziali».

Ore 03:29 - Ore 14 di martedì: al via G7 «virtuale» (con Zelensky)

Si terrà alle 14 il vertice virtuale del G7 sull’Ucraina. Lo comunica la Casa Bianca nella nota sul programma della giornata del presidente americano Joe Biden. Nel comunicato si ricorda che al summit parteciperà anche il leader ucraino Volodymyr Zelenskyalle.

Ore 07:00 - Zelensky nel mirino, le bombe tornano a sfiorare il presidente-simbolo

(Lorenzo Cremonesi) I russi potrebbero riprovare ad assassinare Volodymyr Zelensky? Se lo domandate a un qualsiasi rappresentante del governo ucraino, in genere la risposta sarà che non ci riusciranno e che comunque, al contrario della dittatura di Putin, il loro è un governo democratico, dove «tutti sono importanti e nessuno è indispensabile»: dunque, dispone di un esecutivo in grado di funzionare perfettamente in modo collegiale e con i dovuti meccanismi necessari per sostituire eventualmente il leader. 

Eppure, è anche vero che l’ondata di intensi bombardamenti sulla capitale nelle ultime ore ripropone la questione dell’incolumità di Zelensky, il cui ruolo di rappresentante del suo popolo in lotta lo ha di fatto trasformato nell’incarnazione della resistenza ucraina capace di rassicurare l’opinione pubblica interna nei momenti più difficili e allo stesso tempo di premere sugli alleati per ottenere aiuti militari e finanziari. 

Ore 07:45 - Grossi (Aiea) incontra Putin oggi

Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, incontra oggi a San Pietroburgo il presidente russo, Vladimir Putin, per parlare del futuro dell’impianto ucraino di Zaporizhzhia, di cui ormai il Cremlino ha acquisito il controllo e la proprietà. Putin ha decretato il 5 ottobre l’appropriazione dell’impianto e delle strutture adiacenti e la creazione di una società che ne garantisca la sicurezza. Inoltre, la compagnia statale russa Rosenergoatom ha creato una società per gestire le sue operazioni e ha nominato un nuovo direttore in sostituzione di Ihor Murashov, prima arrestato e poi rilasciato. L’Unione Europea ha definito «illegale» il decreto di Putin, e gli ha ordinato di ritirare le sue truppe e restituire il controllo dell’impianto a Kiev. Grossi insiste da settimane per la creazione di una zona di sicurezza intorno alla centrale, che è la più grande d’Europa; il timore infatti è che uno dei continui bombardamenti su Zaporizhzhia possa interessare lo stesso impianto, il che sarebbe un disastro anche sul piano ambientale.

Ore 08:09 - Il nuovo comandante russo Surovikin secondo l’intelligence Uk

La recente nomina del generale Sergei Surovikin a comandante generale delle operazioni in Ucraina «riflette probabilmente uno sforzo della comunità di sicurezza nazionale russa» per ribaltare l’andamento della guerra. È quanto sottolinea sui social l’intelligence britannica nel suo aggiornamento sul conflitto. «Tuttavia, probabilmente Surovikin dovrà competere con un ministero della Difesa russo sempre più diviso, con scarse risorse per raggiungere gli obiettivi politici che si è prefissato in Ucraina».

Ore 08:16 - Suonano le sirene, allarme in tutta l’Ucraina

Sono risuonate di nuovo le sirene in Ucraina, stamane: lo riferiscono i media ucraini. Intanto i servizi di emergenza hanno inviato messaggi di allerta a tutti i telefoni cellulari del Paese avvertendo che potrebbero verificarsi attacchi nel corso della giornata. Ventiquattro ore dopo l’inizio della pioggia di oltre 80 missili russi, l’allarme su possibili raid aerei vale per tutta l’Ucraina.

Ore 08:28 - Il terrore di Putin, la risposta del mondo: il punto della situazione

(Gianluca Mercuri) «Prevale la logica vigliacca di chi non riesce a vincere nel confronto diretto e quindi colpisce sotto la cintola: ancora una volta l’impotenza dell’esercito russo di fronte alle capacità di resistenza ucraine (caratterizzate dall’intelligente flessibilità dei comandi, unita all’uso magistrale delle armi fornite dagli alleati occidentali) spinge il Cremlino a ricorrere all’uso dei bombardamenti indiscriminati sugli inermi. Si spara per uccidere e terrorizzare». 

Lorenzo Cremonesi di guerre ne ha seguite, ma l’accanimento sui civili era abituato a denunciarlo nei suoi dispacci mediorientali. In Europa, tendiamo a pensare che l’ultima volta fosse successo nell’ex Jugoslavia, una generazione fa. Invece successe anche dopo, a cavallo del millennio, in Cecenia e per volontà di Vladimir Putin. Vent’anni dopo, il leader russo si sta ripetendo in Ucraina. Ma la sua «brutalità», per usare la definizione di Joe Biden, può aprire una fase nuova della guerra, con un salto di qualità nell’aiuto militare americano all’Ucraina. 

L’attacco ai civili e la svolta Usa

Dopo l’attacco di sabato che ha danneggiato il ponte di Kerch, lo strategico collegamento tra Crimea e Mosca che lo stesso Putin considera una delle opere simbolo del suo potere, la vendetta di Mosca è proseguita anche ieri. Punto per punto: 

• Kiev nel mirino

Dopo oltre tre mesi, la capitale ucraina è tornata nel mirino degli aggressori. Una pioggia di missili si è abbattuta sulla città fin dal mattino e per oltre cinque ore, costringendo la gente a cercare riparo nei rifugi e nelle stazioni della metropolitana mentre accompagnava i figli a scuola. Colpito anche un parco giochi. Alla fine, tra la capitale e le altre città, i morti sono stati 14, i feriti un centinaio. «Il mondo ha visto ancora una volta il vero volto di uno Stato terrorista. Stanno cercando di distruggerci e spazzarci via dalla faccia della terra», ha scritto il presidente Volodymyr Zelensky su Telegram. 

• Mosca: non finisce qui

«Il primo attacco è stato sferrato, ce ne saranno altri», gli ha risposto sullo stesso canale Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo e ventennale compagno di merende di Putin. Che il giorno prima, definendo a sua volta un «attacco terroristico» quello contro il ponte, aveva chiarito le sue intenzioni nominando nuovo comandante per le operazioni militari in Ucraina il generale Sergei Surovikin, noto come «il macellaio di Aleppo», veterano dello stragismo russo in Cecenia e Siria. 

• Ma Putin vuole uccidere Zelensky? Oggi più che mai, non ci sono dubbi. Ci provò la notte dell’invasione, il 24 febbraio, ma il presidente e la sua famiglia lasciarono in tempo la loro abitazione. Due giorni dopo ci riprovarono le truppe d’assalto cecene. Gli ucraini parlano di almeno una dozzina di tentativi. «Gli attacchi delle ultime ore rappresentano un campanello d’allarme», scrive Lorenzo. «Non era del resto mai accaduto in quasi otto mesi di guerra che i missili russi cadessero tanto vicini ai palazzi presidenziali». 

• La Bielorussia in guerra?

Il leader di Minsk Alexander Lukashenko, che con i suoi 28 anni al potere è il più longevo dittatore del continente, ha annunciato la costituzione di un «gruppo regionale congiunto» con le truppe russe, che torneranno ad ammassarsi nel Paese come all’inizio del conflitto. Vuol dire che si prepara a entrare in guerra? Un deterrente è dato dal rischio di rivolte interne. Andrea Marinelli e Guido Olimpio vedono tre scenari: 1) «Lukashenko rompe gli indugi perché non può opporsi alle pressioni di Putin — da cui dipende finanziariamente ed energeticamente — ed entra in guerra aprendo un nuovo fronte per impegnare Kiev»; 2) «Ammassa i suoi battaglioni alla frontiera solo per esercitare pressione»; 3) «Si limita a fare da sponda all’Armata russa». 

• La controffensiva nel Kherson

La racconta nel podcast Corriere Daily di oggi — che potete ascoltare qui — Lorenzo Cremonesi, da una delle regioni del sud annesse dai russi con i referendum-farsa di settembre, ma dove gli ucraini continuano ad avanzare anche grazie alle azioni dei loro partigiani. 

• La mossa di Biden

«Sistemi avanzati di difesa aerea». È la promessa fatta ieri sera dal presidente americano a Zelensky, e si riferisce con ogni probabilità a nuove batterie di missili terra-aria Nasams (National Advanced Surface-to-Air Missile System) che dovrebbero aggiungersi alle due già promesse a luglio. Il presidente ucraino chiede da tempo uno scudo aereo, fatto di jet da combattimento, sistemi antimissili e missili Atacms (Army Tactical Missile System), che possono colpire obiettivi a 300 km di distanza. 

• Usa verso la svolta?

Scrive Giuseppe Sarcina: «Finora Biden ha sempre eluso le richieste del governo ucraino, spiegando anche pubblicamente che va evitato il rischio di allargare lo scontro con la Russia. Ma, dopo i bombardamenti delle città ucraine, questo teorema potrebbe essere superato». 

• Il cambio di paradigma

«Siamo in presenza di un cambiamento profondo della natura del conflitto». A dirlo è Emmanuel Macron, che per mesi è stato accusato da inglesi e polacchi di appeasement strisciante verso Mosca perché invitava a non «umiliare» Putin, cioè a non cercare un’improbabile vittoria totale e a non rinunciare alla via negoziale. L’avanzata ucraina e la terribile risposta di Putin potrebbero però aver indotto il presidente francese — un pragmatico di ferro — a una correzione di rotta. Che oggi potrebbe investire l’intero campo occidentale. 

• Il vertice del G7

L’ha convocato per oggi la Germania, presidente di turno: Zelensky si collegherà a distanza e le parole di Biden sono molto attese. Un’altra riunione importante, sempre oggi, è in programma a Bruxelles tra i 50 Paesi che aiutano l’Ucraina. Per gli Usa ci saranno il segretario alla Difesa Austin e il capo di Stato maggiore Milley. Ogni loro parola sarà pesata per capire se l’America recederà in qualche modo dalla strategia di fondo che ha adottato finora, quella di un aiuto massiccio all’Ucraina ma a scopi solo «difensivi», per evitare di indurre Putin a ricorrere alle armi nucleari tattiche. Il ricatto dello zar funzionerà ancora?

Ore 08:37 - 007 britannici: Mosca sta esaurendo le scorte delle munizioni

Secondo quanto riportato da una delle agenzie d’intelligence britannica Mosca sta esaurendo le sue scorte di munizioni. Ne è sicuro Sir Jeremy Fleming, capo della Gchq, analoga all’americana Nsa, che si occupa di spionaggio e controspionaggio informatico. 

Fleming interverrà oggi alla conferenza annuale sulla sicurezza del Royal United Services Institute e secondo un’anticipazione del suo discorso pubblicata dalla Bbc, ritiene che i costi della guerra in Ucraina per la Russia — sia in termini di persone che di attrezzature — siano «sconcertanti», dato che le prime conquiste sono state annullate da Kiev, che sta ribaltando la situazione contro le «esauste» forze russe. 

«Sappiamo, e lo sanno anche i comandanti russi sul campo, che i loro rifornimenti e le loro munizioni si stanno esaurendo», si legge nel testo del suo discorso pubblicato sul sito dell’emittente britannica. Parlando di Putin poi il capo dell’intelligence sottolinea che, «con poche sfide interne efficaci, il suo processo decisionale si è rivelato imperfetto. È una strategia con un’alta posta in gioco che sta portando a errori strategici di valutazione». 

Per Fleming il popolo russo sta iniziando a capire i problemi causati da quella «guerra di scelta» di Putin: «Stanno vedendo quanto Putin abbia sbagliato a valutare la situazione», ma anche «stanno fuggendo dalla leva, si stanno rendendo conto di non poter più viaggiare. Sanno che il loro accesso alle tecnologie moderne e alle influenze esterne sarà drasticamente limitato».

Ore 08:40 - Biden: «Attacchi dimostrano la brutalità illegale della guerra di Putin»

(Giuseppe Sarcina) Joe Biden «garantisce» a Volodymyr Zelensky che «continuerà a fornire all’Ucraina tutto il sostegno necessario per difendersi, compresi sistemi sofisticati di difesa aerea». Il presidente americano si è sentito ieri pomeriggio (tarda serata in Italia) con il leader ucraino. Dal resoconto della Casa Bianca, però, non si capisce se «i sistemi di difesa aerea», siano le due batterie di missili terra-aria, i «Nasams», già promessi lo scorso luglio dal Pentagono, oppure se, come sembra di intendere, ci sarà un ulteriore afflusso di questi ordigni, considerati «essenziali» dai generali ucraini. Le risposte sono attese per oggi, in due appuntamenti multilaterali. 

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha convocato un vertice urgente del G7, di cui è presidente di turno. All’incontro, in video conferenza, parteciperà anche Zelensky. Il leader ripeterà ciò che ha detto ieri a Biden e a Emmanuel Macron: è necessario un ulteriore cambio di passo. Secondo il presidente francese, «siamo in presenza di un cambiamento profondo della natura del conflitto». 

Ore 08:55 - Almeno un morto nel nuovo attacco russo a Zaporizhzhia

Almeno una persona è morta nel nuovo attacco missilistico russo contro la città di Zaporizhzhia, secondo quanto riferito dall’amministrazione militare regionale citata dall’agenzia ucraina Ukrinform. 

«Il nemico continua a terrorizzare i civili di Zaporizhzhia. Un attacco con 12 missili S-300 ha colpito strutture pubbliche», si legge nel messaggio pubblicato su Telegram. Due dei razzi hanno colpito una concessionaria di automobili, uccidendo una persona, mentre altri razzi hanno colpito una scuola.

Ore 09:58 - Dalla Francia un monito a Lukashenko

La Bielorussia «farebbe bene» a non entrare nella guerra in Ucraina: è la messa in guardia pronunciata questa mattina dalla ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, che ha parlato di possibili sanzioni. «La questione sarà certamente in agenda nelle discussioni del G7», che si riunisce da remoto oggi, all’indomani dell’offensiva russa sull’Ucraina, ha aggiunto la Colonna ai microfoni di France Inter.

Il presidente bielorusso, Alexandre Lukashenko, ha accusato ieri la Polonia, la Lituania e l’Ucraina di preparare attacchi «terroristici» e un «sollevamento» in Bielorussia, ed ha annunciato il dispiegamento di un contingente militare «regionale» con Mosca. Minsk «farebbe bene» a non entrare in guerra, ha detto la ministra Colonna: «Bisogna inviare un avvertimento a quel Paese. Qualsiasi appoggio ulteriore alla guerra comporterebbe nuove sanzioni».

Ore 10:04 - L’incontro Erdogan-Putin

Il presidente turco Recep Tayyp Erdogan incontrerà il presidente russo Vladimir Putin domani ad Astana, la capitale del Kazakhstan: lo ha reso noto oggi un funzionario del governo turco. Ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, aveva detto che un incontro tra i due sarebbe stato possibile a margine del vertice della Conferenza sull’interazione e sulle misure di rafforzamento della fiducia in Asia (Cica) previsto ad Astana per il 12-13 ottobre. Negli scorsi mesi il presidente turco ha cercato di posizionarsi come mediatore del conflitto in Ucraina. Tra i leader dei Paesi che fanno parte della Nato, Erdogan è quello che di recente più ha coltivato i rapporti con Putin.

Ore 10:15 - I minatori intrappolati dopo i bombardamenti

All’indomani dei raid russi su Kryvyi Rih, questa mattina restavano ancora intrappolati sottoterra 98 minatori in una delle miniere di carbone della città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo riferiva l’agenzia di stampa ucraina Ukrinform, secondo cui i minatori sono rimasti bloccati a causa del blackout seguito ai raid missilistici russi. In totale, ieri erano rimasti bloccati 854 lavoratori in quattro miniere.

Ore 10:38 - Nuove esplosioni nella città di Zelensky, droni su centrale elettrica

I media ucraini riferiscono di nuove esplosioni a Krivyj Rih, città natale del presidente Zelensky, e a Pavlograd. Inoltre segnalato un missile da crociera diretto verso Kremenchuk, nella regione di Poltava, e diversi missili nelle regioni di Vinnytsia e Odessa.

Droni kamikaze russi hanno attaccato questa mattina la centrale termoelettrica di Ladyzhyn nella regione di Vinnytsia, nell’Ucraina centro-occidentale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Serhiy Borzov.

Ore 10:54 - L’addestramento dei soldati ucraini in Paesi Ue

«La nuova missione Ue di assistenza militare all’Ucraina» potrà partire dopo «l’approvazione da parte dei ministri degli Esteri prevista per la prossima settimana»: lo ha detto Charles Fries, vice segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna, nel suo intervento alla Conferenza europea sulla difesa e la sicurezza. «L’addestramento si svolgerà in Paesi membri della Ue: come primo passo ci auguriamo di poter addestrare 15 mila ucraini nei prossimi mesi, ovvero durante l’inverno. Questa missione possa offrire un valore aggiunto alle iniziative di addestramento già introdotte da alcuni Stati membri e altri partner della Nato come il Regno Unito, gli Usa e il Canada».

Ore 11:09 - Abbattuti quattro missili russi

Le forze ucraine hanno abbattuto questa mattina quattro missili russi, inclusi due nella regione di Kiev: lo ha dichiarato il portavoce del comando delle forze aeree del Paese, Yuriy Ihnat, secondo quanto riporta la Bbc. Gli attacchi missilistici sono iniziati alle 7 ora locale (le 6 in Italia), ha precisato Ihnat, aggiungendo che l’esercito ucraino ha utilizzato l’aviazione, le truppe di difesa aerea ed i sistemi di difesa aerea portatili per abbattere i missili. Durante gli attacchi di ieri, 41 missili russi sono stati intercettati e distrutti (mentre 85 hanno centrato l’obiettivo).

Ore 11:21 - Esplosioni a Leopoli

Sono state segnalate esplosioni nella città di Leopoli, Ucraina occidentale. Lo ha riferito il sindaco, secondo il quale si registrano anche interruzioni di corrente elettrica nella città che è a poche decine di chilometri dalla Polonia.

Ore 12:11 - Draghi a Zelensky: attacchi aggravano responsabilità Mosca

In vista del Vertice G7 di oggi il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una nuova conversazione telefonica con il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky. «Il colloquio si è incentrato sugli ultimi, gravi sviluppi della situazione sul terreno con particolare riguardo agli attacchi missilistici condotti dalle Forze russe contro Kiev ed altre città ucraine — riferisce Palazzo Chigi —. Il presidente Draghi ha condannato l'inaccettabilità di questi attacchi brutali, che aggravano ulteriormente le responsabilità russe, e ha confermato la vicinanza dell'Italia alle autorità e alla popolazione ucraine». Su Twitter Zelensky ha scritto di aver ringraziato Draghi per «il sostegno costante e forte».

Ore 12:24 - Lavrov: «Dagli Usa nessuna proposta seria di colloqui»

Ad oggi non vi è stata alcuna proposta seria da parte degli Usa per colloqui sull'Ucraina. Lo sostiene il ministro russo degli Esteri Serghei Lavrov citato dalla Tass.

Ore 12:26 - Mosca: compiuti nuovi attacchi alle infrastrutture ucraine

Il ministero della Difesa russo ha affermato che sono stati effettuati nuovi attacchi contro obiettivi militari e infrastrutture ucraine.

Ore 12:39 - Lavrov: «Pronti a considerare incontro Putin-Biden al G20»

Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha dichiarato che la Russia è pronta a considerare un'eventuale proposta di incontro tra Putin e Biden al G20 di novembre in Indonesia se questa venisse inoltrata. Lo riporta l'agenzia di stampa statale russa Tass.

Ore 13:34 - Putin: le decisioni Opec+ non sono dirette contro nessuno

La Russia e gli Emirati Arabi Uniti lavorano attivamente nell'Opec+ e le decisioni dell'organizzazione non sono dirette contro nessuno. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin — che oggi ha incontrato il presidente degli Emirati Sheikh Mohamed bin Zayed Al Nahyan — sottolineando che le azioni di Russia ed Emirati sono mirate a creare stabilità nel mercato globale dell'energia. Lo riporta la Tass.

Ore 13:55 - «Con i sistemi difesa Usa a Kiev guerra più lunga»

Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che la consegna di sistemi avanzati di difesa aerea all'Ucraina da parte degli Usa «renderà il conflitto più lungo e doloroso per la parte ucraina» ma «questo non cambierà la definizione degli obiettivi» da parte del Cremlino «e il risultato finale». Lo riporta l'agenzia Interfax. Ieri Biden si è impegnato «a continuare a fornire all'Ucraina il supporto necessario per difendersi, compresi sistemi avanzati di difesa aerea».

Ore 14:21 - Mosca inserisce Meta nella lista delle organizzazioni terroristiche

La Russia ha inserito Meta — la società a cui fanno capo Facebook, Whatsapp e Instagram — nella sua lista di organizzazioni «terroristiche ed estremiste».

Ore 14:29 - G7 accanto a Kiev: continueremo a imporre costi alla Russia

Il G7 continuerà a imporre ulteriori costi economici alla Russia e sarà accanto all'Ucraina tutto il tempo necessario. È quanto si legge in una bozza del comunicato finale anticipata dall'agenzia Bloomberg.

Ore 14:47 - Kiev, da attacchi russi danni gravi a produzione energia

Gli attacchi russi hanno creato gravi danni alle infrastrutture che forniscono energia nella regione di Dnipro, nel centro dell'Ucraina, secondo quanto denunciato dal governatore regionale, Valentin Reznitchenko. «I russi hanno lanciato i missili sulle infrastrutture energetiche dei distretti di Pavlograd e Kamian: ci sono gravi distruzioni», ha dichiarato il governatore, precisando che «numerosi villaggi sono senza elettricità». Anche infrastrutture energetiche nell'ovest dell'Ucraina sono state colpite negli ultimi giorni di raid russi. A causa dei danni agli impianti, l'Ucraina invita la popolazione a «limitare» il consumo di elettricità.

Ore 15:04 - Mosca: risposta dura se attaccano le nostre infrastrutture

La Russia darà una «risposta dura» a qualsiasi nuovo attacco alle sue infrastrutture critiche, dopo quello al ponte di Crimea. Lo ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, citata dalla Tass.

Ore 15:12 - Stoltenberg: «Putin sta fallendo»

«Putin sta fallendo, lam guerra non va come previsto». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in conferenza stampa. Aggiungendo: «Il nostro messaggio è chiaro la Nato sta con l'Ucraina per tutto il tempo necessario».

Ore 15:29 - Stoltenberg: «La Nato farà esercitazione nucleare di routine»

La settimana prossima la Nato condurrà una esercitazione delle sue forze nucleari. L'esercitazione era stata pianificata ben prima che scoppiasse la guerra in Ucraina. Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, precisando che cancellare ora l'esercitazione lancerebbe un messaggio sbagliato a Mosca.

Ore 16:01 - Mosca, raid ucraino nel sud Russia, 2000 senza elettricità

Mosca denuncia un raid ucraino nel sud della Russia, nella zona di Belgorod, in seguito al quale 2.000 persone sono senza corrente elettrica. Lo annuncia il governatore locale.

Ore 16:14 - Il dissidente Shlosberg: «Putin non accetta la realtà»

(Marco Imarisio) Non accetta la realtà. Questo è il pericolo più grande che stiamo correndo, tutti noi». A che punto è la notte. Dopo l’attentato al ponte di Crimea e il bombardamento a tappeto dell’Ucraina di ieri mattina, se lo chiedono tutti. Anche Lev Shlosberg, due volte deputato, ex grande promessa di Jabloko, il partito di ispirazione liberale che sognava di diventare una alternativa democratica all’attuale potere. Negli ultimi anni è diventato famoso per la sua attività da dissidente. Dallo scorso aprile, lui e sua moglie sono sotto inchiesta per aver screditato l’esercito. È uno dei pochi politici «contro» a non avere lasciato la Russia. «Più si va avanti, meno razionalità si vede nelle mosse di Putin. La sua rabbia, così evidente nel discorso che celebrava l’annessione dei territori ucraini, sta diventando sempre più aggressiva, rumorosa. Ma anche impotente, a mio avviso».

Ore 16:16 - Zelensky al G7: «Nessun dialogo con Putin, colloqui solo con un altro leader. Possibile un'ulteriore escalation»

«Non ci può essere alcun dialogo con l'attuale leader russo, che non ha futuro. Dobbiamo riconoscere questa ovvietà». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram rivolgendosi ai leader del G7. «Ci possono essere colloqui solo con un altro leader della Russia, che rispetti la Carta delle Nazioni Unite, i principi fondamentali dell'umanità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina, o in una configurazione diversa, in modo che il leader terrorista non abbia l'opportunità di influenzare decisioni chiave», ha aggiunto Zelensky. «C'è solo una persona che in questo momento sta bloccando la pace, e questa persona è a Mosca», ha concluso.

Secondo Zelensky, Putin «ha ancora spazio per un'ulteriore escalation».

Ore 17:04 - Le strade distrutte dai missili a Kiev e Dnipro riparate in un giorno

La pioggia di missili e bombe che lunedì 10 ottobre ha colpito varie città dell’Ucraina ha distrutto palazzi, strade, vite. Ma parte della ricostruzione — secondo le immagini pubblicate sui social dagli amministratori locali — è attuata dagli ucraini in tempi record. Dnipro, via Kalinova. Solo ieri il sindaco della città Borys Filatov aveva pubblicato uno scatto del manto stradale distrutto dall’impatto di un missile. E a distanza di un giorno l’asfalto è stato sistemato e la strada riaperta al traffico. L’impressionante prima e dopo a sole 24 ore di distanza è stato pubblicato sempre da Filatov sul suo profilo Facebook e lo scatto in breve tempo ha fatto il giro del web. Su un canale Telegram si legge che il trasporto urbano come i bus è stato ripristinato e anche le auto hanno ripreso a circolare.

Ore 17:09 - G7: chiederemo conto a Putin degli attacchi ai civili

«Condanniamo questi attacchi nei termini più forti possibili». Lo dicono i leader del G7, in un comunicato dopo l'incontro straordinario di oggi, riferendosi agli ultimi raid russi in Ucraina. Il G7 afferma che «gli attacchi indiscriminati sulla popolazione civile innocente costituiscono crimini di guerra. Ne chiederemo conto al presidente Putin e ai responsabili».

Ore 17:18 - G7: forza militare comune prova Bielorussia complice di Mosca

«L'annuncio di un gruppo militare comune con la Russia costituisce l'esempio più recente della complicità del regime della Bielorussia con la Russia». Lo dicono i leader del G7 in una nota.

Ore 17:44 - Media tedeschi: «La Germania consegna un sistema di difesa aerea a Kiev»

La Germania ha consegnato all’Ucraina il sistema di difesa aerea richiesto da tempo da Kiev. Lo rivela Der Spiegel, spiegando che il governo tedesco ha consegnato oggi a Kiev il sistema antiaereo Iris-T vicino al confine polacco-ucraino. Secondo il governo tedesco, riferisce sempre Der Spiegel, l’arma è il più moderno sistema di difesa aerea in Germania. È stato sviluppato dalla compagnia di armamenti tedesca Diehl Defense di Überlingen sul Lago di Costanza. Il sistema antiaereo ha principalmente lo scopo di proteggere la popolazione civile respingendo gli attacchi aerei dell’esercito russo. Secondo il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, anche le grandi città possono così essere protette dai raid aerei.

Ore 17:48 - Ambasciata americana alla Nato: «In discussione il dispiegamento di altre forze lungo il fianco orientale»

I ministri della Difesa dei Paesi della Nato discuteranno, nella riunione di domani e dopo a Bruxelles, «modalità per continuare a rafforzare la postura di difesa e di deterrenza della Nato, vale a dire del dispiegamento di altre forze pronte al combattimento in Europa dell’Est, lungo il fianco orientale e assicurare un maggiore integrazione di una vasta gamma di capacità», ha anticipato l’ambasciatrice americana alla Nato, Julianne Smith in un briefing online con i giornalisti.

Ore 18:05 - Kiev: «Scoperta camera tortura a Sviatohirsk, nel Donetsk»

Scoperta una camera per la tortura nella città di Sviatohirsk, in Donetsk, liberata dall’esercito di Kiev nei giorni scorsi dagli occupanti russi. Secondo i servizi di intelligence ucraini, le forze della Federazione hanno tenuto in prigione i residenti locali che avevano sostenuto l’integrità territoriale dell’Ucraina. Sempre nella regione del Donetsk, sono stati riesumati 78 corpi, compresi quelli di alcuni bambini, nelle città liberate di Sviatohirsk e Lyman. Lo ha reso noto la Procura generale di Kiev spiegando che a Sviatohirsk sono stati trovati cadaveri con segni di morte violenta, come riportano i media ucraini.

Ore 18:28 - Kiev, esumati 78 corpi nel Donetsk, anche di bambini

Le autorità ucraine hanno esumato 78 corpi nella regione orientale ucraina di Donetsk, compresi quelli di alcuni minori, tra cui una bimba di un anno seppellita con i familiari. Lo ha reso noto la Procura generale di Kiev, citata da Ukrinform, secondo cui alcuni dei corpi presentavano segni di morte violenta. A Sviatohirsk sono stati esumati 34 corpi, mentre altri due sono stati trovati carbonizzati in un’auto, e altri 44 a Lyman.

Ore 18:36 - Von der Leyen, al G7 discusso di riduzione prezzi energia

«Il G7 condanna l’escalation di violenza della Russia contro i civili in Ucraina. Staremo al fianco dell’Ucraina fino a quando sarà necessario e abbiamo rafforzato le nostre sanzioni contro la Russia. Il sostegno della Bielorussia all’aggressione della Russia deve avere conseguenze. Abbiamo anche discusso delle azioni per ridurre i prezzi dell’energia». Lo scrive la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un tweet.

Ore 18:39 - Bremmer: «Musk ha parlato con Putin, pronto a negoziare se tiene la Crimea»

Elon Musk ha parlato con Vladimir Putin. Lo ha raccontato Ian Bremmer, presidente dell’Eurasia Group, secondo il quale il Ceo di Tesla gli avrebbe detto che lo zar sarebbe pronto a negoziare a patto che la Crimea resti russa e che l’Ucraina accetti l’annessione di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia.

Ore 18:45 - Scambio di prigionieri: liberati 32 soldati di Kiev

Il governo ucraino ha reso noto oggi di aver completato un nuovo scambio di prigionieri con la Russia. «Oggi si è svolto un altro scambio di prigionieri. Siamo riusciti a liberare 32 dei nostri soldati», ha scritto sul suo profilo Twitter il capo dell’Ufficio presidenziale Andriy Yermak, aggiungendo che nello scambio Kiev è riuscita ad avere anche la restituzione del corpo dell’israeliano Dmytro Fialka, che combatteva come volontario per l’Ucraina. Tra i soldati liberati «ci sono ufficiali, sergenti e soldati delle forze armate ucraine. Tutti loro erano in luoghi dove erano in corso aspri combattimenti. Molte di queste persone erano considerate scomparse», ha scritto inoltre Yermak, postando una foto del gruppo ma senza aggiungere altri particolari.

Ore 18:53 - Zelensky candida Odessa a patrimonio mondiale umanità Unesco

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha annunciato oggi la candidatura del centro storico di Odessa alla lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In occasione della riunione del Consiglio esecutivo dell’Unesco, Zelensky si è rivolto in un messaggio video ai 58 Stati membri per ufficializzare la candidatura. «Dobbiamo inviare un messaggio chiaro: il mondo non chiuderà gli occhi dinanzi alla distruzione della nostra storia comune, della nostra cultura comune, della nostra eredità comune», ha avvertito il presidente ucraino, auspicando che una delle «tappe sia la tutela del centro storico di Odessa, una bella città, un porto importante sul Mar Nero nonché fonte di cultura per milioni di persone attraverso diversi Paesi». Nel video, Zelensky spiega di aver trasmesso all’organizzazione Onu per la Scienza, l’Educazione e la Cultura con sede a Parigi il dossier di candidatura.

«Odessa, come tutte le altre città dell’Ucraina, è obiettivo dei bombardamenti russi. Per favore, sostenete Odessa! Mostrate chiaramente al livello Unesco che il terrore russo deve finire». Il presidente ha quindi riferito che ad ora sono «540» i beni del patrimonio culturale e religioso dell’Ucraina andati distrutti dall’inizio della guerra, il 24 febbraio. In un comunicato, la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, si mostra aperta alla candidatura presentata da Zelensky, ricordando che «il centro della città portuale di Odessa, culla di scambi e migrazioni, si è costruito grazie a molteplici influenze. Rappresenta un’eredità e una storia di portata mondiale, un simbolo forte». Il dossier di candidatura verrà valutato «già dalla prossima sessione del Comitato del patrimonio mondiale», si prosegue nella nota, ma la data non viene menzionata.

Ore 19:00 - Zelensky al G7: «Putin ha ancora spazio per escalation»

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskiy, ha detto ai leader delle nazioni del G7 che il presidente russo, Vladimir Putin, ha ancora «spazio per l’escalation» dopo due giorni di attacchi missilistici sulle maggiori città ucraine. Il capo del Cremlino «è ora nella fase finale del suo regno» ed è «una minaccia per tutti noi», ha detto Zelensky in collegamento video con i leader del G7.

Ore 19:05 - Lavrov: «Considereremo proposta incontro Putin-Biden»

Mosca non respinge la possibilità di una riunione fra i presidenti russo e americano, e se gli Usa faranno una proposta del genere, sarà considerata dal Cremlino: lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. «Abbiamo detto ripetutamente che non rifiutiamo mai le riunioni - ha osservato Lavrov parlando nel programma 60 Minut del canale tv Rossiya-1, rispondendo a una domanda sul possibile incontro fra Vladimir Putin e Joe Biden a margine del vertice G20 in Indonesia. L’idea che il presidente degli Stati Uniti sia pronto per un tale incontro, è basata esclusivamente sulla sua risposta «vedremo» a una domanda, ha spiegato Lavrov.

Ore 19:11 - Incontro Erdogan-Putin giovedì ad Astana

Il presidente russo, Vladimir Putin, incontrerà giovedì ad Astana il suo omologo turco, Recep Tayyp Erdogan. I due leader, ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, parleranno della guerra in Ucraina e delle relazioni bilaterali. «Stiamo preparando questo incontro, che si terrà dopodomani anziché domani», come sembrava che fosse, ha precisato Peskov ai giornalisti.

Ore 19:58 - Musk smentisce: «Non ho parlato con Putin»

Elon Musk, Ceo di Tesla, ha smentito rispondendo a un utente su Twitter che gli chiedeva se quanto dichiarato da Bremmer e riportato da Vice.com fosse vero: «No, non è vero» che ha parlato con Putin. «Ci siamo sentiti 18 mesi fa circa (prima dell’inizio del conflitto lo scorso 24 febbraio, ndr). Il tema della conversazione era lo spazio».

Ore 19:34 - Medvedev, con missili lungo raggio a Kiev guerra mondiale

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha descritto la possibilità di rifornimenti di sistemi missilistici a lancio multiplo a lungo raggio (MLRS) a Kiev come il modo più veloce per far degenerare il conflitto al livello di una guerra mondiale. «Il modo più veloce per intensificare il conflitto in Ucraina fino alle conseguenze irreversibili di una guerra mondiale è fornire agli psicopatici di Kiev un MLRS a lungo raggio», ha scritto martedì Medvedev sul suo canale Telegram, citato dall’agenzia Tass. Medvedev ha consigliato alla leadership dell’alleanza e all’establishment statunitense di pensare in modo ragionevole e di valutare i rischi esistenziali esistenti.

Ore 19:36 - Draghi, obiettivo pace ma giusta e voluta da Kiev

«Il nostro obiettivo deve essere la pace, ma una pace che sia giusta e voluta dall’Ucraina». Questo uno dei passaggi dell’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della riunione in videoconferenza dei leader del G7, durante la quale è intervenuto anche il presidente ucraino Zelensky.

Ore 22:11 - Kiev, quasi 30% infrastrutture energetiche colpite dai russi

Circa il 30% delle infrastrutture energetiche in Ucraina è stato colpito da missili russi da lunedì. Lo ha dichiarato oggi alla Cnn il ministro dell’Energia ucraino Herman Halushchenko, precisando che è la «prima volta dall’inizio della guerra» che la Russia ha «mirato» alle infrastrutture energetiche. Secondo il ministro uno dei motivi è legato alle esportazioni di elettricità ucraine in Europa che dunque «aiutano i paesi europei a risparmiare sul gas e sul carbone russi», aggiungendo che l’Ucraina sta cercando di «ricollegarsi rapidamente da altre fonti». Lunedì, il governo ucraino ha esortato le persone in tutto il paese a «limitare» il consumo di energia. Alla domanda se l’Ucraina avrebbe ricevuto energia extra dall’Europa, Halushchenko ha detto che si trattata di «una delle opzioni sul tavolo». Il ministro ha poi affermato che il sistema energetico ucraino «è ancora stabile», ma ha invitato i partner a fornire «sistemi di protezione dell’aria che potrebbero aiutarci a proteggere le nostre infrastrutture».

Ore 22:12 - Zelensky, da Mosca seconda ondata attacchi terroristici

La Russia ha «lanciato una seconda ondata di attacchi terroristici contro l’Ucraina». Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo videomessaggio serale. «Questa mattina sono stati lanciati 28 missili, di cui 20 abbattuti», ha riferito il presidente ucraino, «più di 15 droni, quasi tutti iraniani. La maggior parte sono stati abbattuti». «I lavori di ripristino tanno avvenendo in modo abbastanza rapido ed efficiente in tutto il Paese», ha proseguito Zelensky, «se non fosse stato per gli attacchi di oggi, avrebbero già ripristinato l’alimentazione elettrica, l’acqua e le comunicazioni che i terroristi hanno danneggiato ieri». «E oggi la Russia otterrà solo una cosa: ritarderà un po’ la nostra ripresa», ha proseguito Zelensky, «dove c’è stata distruzione, le infrastrutture saranno ricostruite ovunque».

Ore 22:18 - Kiev, nord della regione di Chernihiv è rimasto senza luce

La linea elettrica che alimentava la parte settentrionale della regione di Chernihiv in Ucraina è stata interrotta questa sera e alcuni insediamenti sono rimasti senza corrente elettrica. Lo ha reso noto il capo dell’amministrazione regionale di Chernihiv, Vyacheslav Chaus, citato dall’Ukrainska Pravda. «Oggi alle 18.50 la linea che riforniva la parte settentrionale della regione è stata interrotta. Alcuni insediamenti dei distretti di Chernihiv, Koryukiv e Novgorod-Siversky sono privi di elettricità», ha precisato la stessa fonte.

Ore 22:22 - Biden: «Putin ha completamente sbagliato i calcoli»

Vladimir Putin è una persona «razionale» che però «ha sbagliato i suoi calcoli in modo significativo». Lo ha detto il presidente Joe Biden, nell’intervista a Jake Tapper della Cnn, che verrà trasmessa stasera negli Usa. «Credo che abbia totalmente sbagliato i calcoli», ha detto Biden riguardo al presidente russo, nelle anticipazioni diffuse dall’emittente.

Ore 03:07 - Ucraina: Emirati confermano a Putin disponibilità a mediare

Il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan, durante i colloqui svolti martedì con il presidente russo Vladimir Putin, ha confermato la disponibilità del suo Paese a mediare tra Russia e Ucraina. Lo ha riferito l’agenzia di stampa degli Emirati Arabi Uniti Wam e riportato sul sito l’agenzia di notizie russa Tass. Durante l’incontro, rileva l’agenzia emiratina, Putin ha sottolineato che la parte russa apprezza gli sforzi compiuti dagli Emirati Arabi Uniti, che hanno confermato la loro disponibilità a continuare la mediazione. A questo proposito, il presidente degli Emirati Arabi Uniti ha informato Putin «sulla posizione della parte ucraina su una serie di questioni», sottolinea Wam. Come si legge nel messaggio, il presidente russo «ha informato nel dettaglio il capo degli Emirati Arabi Uniti sulla situazione alla centrale nucleare di Zaporozhia e sulle misure adottate dalla parte russa per garantire la sicurezza in questo contesto». Inoltre, durante i colloqui, i presidenti dei due Paesi hanno discusso «diversi aspetti della cooperazione bilaterale, indicando una loro crescita accelerata». Putin e Al Nahyan hanno espresso soddisfazione per lo stato e per i progressi nelle relazioni tra Russia ed Emirati Arabi Uniti.

Ore 03:44 - Biden: «Incontro con Putin al G20? Dipende»

«Dipende». Così il presidente americano Joe Biden, intervistato dalla Cnn risponde a una domanda (leggi l’articolo del nostro corrispondente da Washington Giuseppe Sarcina) su un suo possibile incontro col suo omologo russo Vladimir Putin al G20 in Indonesia. «Non ho intenzione di incontrare» Putin, «ma se per esempio venisse da me al G20 e mi dicesse “voglio parlare del rilascio di Griner”, allora lo vedrei. Dipenderà da cosa vuole discutere», afferma Biden riferendosi a Brittney Griner, la giocatrice di basket americana carcerata in Russia. E ancora: «Non penso» che Vladimir Putin userà le armi nucleari. «Se lo facesse il risultato sarebbe orribile» ha aggiunto Biden.

L’Onu adotta la risoluzione che condanna le annessioni russe. Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini il 12 Ottobre 2022 su Il Corriere della Sera.

Le notizie di mercoledì 12 ottobre. Gazprom: «Non ci sono garanzie che l’Ue sopravviva all’inverno». Berlino: «Mosca fallirà nel destabilizzare l’economia». Kiev: «Abbattuti 4 elicotteri russi in 18 minuti»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 231esimo giorno.

• Zelensky in video al G7: «Putin ha ancora “spazio per l’escalation”».

• Il presidente dell’Eurasia Group Ian Bremmer ha raccontato nella sua newsletter di un colloquio tra Elon Musk e Putin sulle condizioni della negoziazione. Musk ha smentito su Twitter: «Non ci sentiamo da 18 mesi».

• Zelensky candida Odessa a Patrimonio mondiale dell’umanità.

• Draghi al G7: «Condanniamo le bombe sui civili. L’obiettivo è una pace giusta e voluta da Kiev».

Ore 03:07 - Ucraina: Emirati confermano a Putin disponibilità a mediare

Il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan, durante i colloqui svolti martedì con il presidente russo Vladimir Putin, ha confermato la disponibilità del suo Paese a mediare tra Russia e Ucraina. Lo ha riferito l’agenzia di stampa degli Emirati Arabi Uniti Wam e riportato sul sito l’agenzia di notizie russa Tass. Durante l’incontro, rileva l’agenzia emiratina, Putin ha sottolineato che la parte russa apprezza gli sforzi compiuti dagli Emirati Arabi Uniti, che hanno confermato la loro disponibilità a continuare la mediazione. A questo proposito, il presidente degli Emirati Arabi Uniti ha informato Putin «sulla posizione della parte ucraina su una serie di questioni», sottolinea Wam. Come si legge nel messaggio, il presidente russo «ha informato nel dettaglio il capo degli Emirati Arabi Uniti sulla situazione alla centrale nucleare di Zaporozhia e sulle misure adottate dalla parte russa per garantire la sicurezza in questo contesto». Inoltre, durante i colloqui, i presidenti dei due Paesi hanno discusso «diversi aspetti della cooperazione bilaterale, indicando una loro crescita accelerata». Putin e Al Nahyan hanno espresso soddisfazione per lo stato e per i progressi nelle relazioni tra Russia ed Emirati Arabi Uniti.

Ore 03:44 - Biden: «Incontro con Putin al G20? Dipende»

«Dipende». Così il presidente americano Joe Biden, intervistato dalla Cnn risponde a una domanda (qui l’articolo del nostro corrispondente da Washington Giuseppe Sarcina) su un suo possibile incontro col suo omologo russo Vladimir Putin al G20 in Indonesia. «Non ho intenzione di incontrare» Putin, «ma se per esempio venisse da me al G20 e mi dicesse “voglio parlare del rilascio di Griner”, allora lo vedrei. Dipenderà da cosa vuole discutere», afferma Biden riferendosi a Brittney Griner, la giocatrice di basket americana carcerata in Russia. E ancora: «Non penso» che Vladimir Putin userà le armi nucleari. «Se lo facesse il risultato sarebbe orribile» ha aggiunto Biden.

Ore 07:54 - Forte esplosione nella città occupata di Melitopol

Una forte esplosione è stata udita questa mattina a Melitopol, una città nell’Ucraina meridionale occupata dai russi: lo ha reso noto il sindaco, Ivan Fedorov, come riporta il Kyiv Independent. Secondo le prime informazioni sarebbe esploso un veicolo. Al momento non ci sono informazioni su eventuali vittime.

Ore 07:57 - Intelligence Gb, distrutti 60% droni usati negli attacchi di lunedì

Circa il 60% dei droni usati dalle forze armate russe per il massiccio attacco sull’Ucraina dello scorso lunedì è stato distrutto. Lo dice nel suo aggiornamento giornaliero l’intelligence britannica secondo cui i droni Shahed, di fabbricazione iraniana, volano «lentamente e ad altezze basse» pertanto sono un target «facile» da colpire per le difese aeree convenzionali. Tuttavia la Russia ha potuto ottenere «qualche successo» usandone molti contemporaneamente.

Ore 08:32 - Mosca: «Il capo degli 007 di Kiev è la mente dell’attacco al ponte»

L’attacco terroristico al ponte di Crimea è stato pianificato dal capo dell’intelligence militare ucraina, Kirill Budanov: lo afferma l’intelligence russa (Fsb). «È stato stabilito che l’organizzatore dell’attacco terroristico al ponte di Crimea è la direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, il suo capo Kyrylo Budanov, i dipendenti e gli agenti», ha affermato l’FSB in una nota citata dalla Ria Novosti. «Attualmente, cinque cittadini della Russia, tre cittadini dell’Ucraina e dell’Armenia, che hanno partecipato alla preparazione del crimine, sono stati detenuti nell’ambito del procedimento penale» sull’attacco, ha annunciato l’Fsb. Il servizio russo ha inoltre affermato che gli esplosivi che hanno causato il crollo di una sezione del ponte sono stati inviati da Odessa attraverso Bulgaria, Georgia e Armenia. L’agenzia Tass ha aggiunto che il carico che trasportava gli esplosivi era destinato a una società inesistente in Crimea, regione che la Russia ha annesso nel 2014.

Ore 09:02 - Ucraina: arrivato primo sistema di difesa aerea dalla Germania

L’Ucraina ha ricevuto il suo primo sistema di difesa aerea Iris-T dalla Germania, ha dichiarato il ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov. «In Ucraina è iniziata una nuova era della difesa aerea. Gli Iris-T tedeschi sono già qui. Stanno arrivando i Nasams americani», ha twittato Reznikov ieri sera. «Questo è solo l’inizio. Abbiamo bisogno di altro. Non c’è dubbio che la Russia sia uno Stato terrorista. È un imperativo morale proteggere il cielo dell’Ucraina per salvare la nostra popolazione», ha aggiunto. A giugno, il capo del governo tedesco Olaf Scholz aveva promesso a Kiev sistemi Iris-T in grado, secondo lui, di proteggere una grande città dai bombardamenti aerei. Lunedì, quando la Russia ha lanciato dozzine di missili su diverse città ucraine, il ministro della Difesa tedesco Christine Lambrecht ha assicurato che il primo di questi dispositivi sarebbe stato consegnato a Kiev «nei prossimi giorni» e che altri tre sarebbero arrivati l’anno prossimo. Il sistema Iris-T offre uno scudo di protezione di 20 chilometri e 40 chilometri di lunghezza.

Ore 10:06 - Filorussi, Kiev ha interrotto corrente centrale Zaporizhzhia

Secondo il capo dell’amministrazione comunale filorussa di Energodar Alexander Volga l’Ucraina ha interrotto la fornitura di energia elettrica per il fabbisogno della centrale nucleare di Zaporozhzhia. Volga lo ha dichiarato al canale televisivo Rossiya 24, ripreso da Interfax. «Siamo appena stati informati che l’Ucraina ha interrotto la fornitura di energia elettrica per il fabbisogno della centrale nucleare. Stiamo nuovamente utilizzando generatori di riserva per supportare tutti i processi in corso presso la centrale nucleare», ha dichiarato Volga.

Ore 10:10 - Il Papa: «Basta violenza, ricreare convivenza pacifica»

«In questi giorni il mio cuore è sempre rivolto al popolo ucraino, specialmente agli abitanti delle località sulle quali si sono accaniti i bombardamenti. Porto dentro di me il loro dolore, e per intercessione della Santa Madre di Dio lo presento nella preghiera al Signore. Egli sempre ascolta il grido dei poveri che lo invocano. Possa il suo spirto trasformare i cuori di quanti hanno in mano le sorti della guerra, perché cessi la violenza e si possa ricostruire una convivenza pacifica nella giustizia». Lo ha detto papa Francesco in un appello al termine dell’udienza generale.

Ore 10:17 - Kiev, riconquistate 5 città nella regione di Kherson

Le forze armate ucraine hanno riconquistato cinque città nella regione di Kherson, una delle quattro recentemente annesse dalla Russia. Si tratta dei villaggi di Novovasylivka, Novohryhorivka, Nova Kamianka, Tryfonivka e Chervone, nel distretto di Beryslav. Lo ha reso noto il portavoce del comando meridionale di Kiev, Vladislav Nazarov.

Ore 10:24 - Kiev, russi hanno perso oltre 63mila uomini da inizio guerra

Le forze armate russe hanno perso oltre 63mila uomini dall’inizio del conflitto militare in Ucraina. Lo riportano i militari di Kiev nel loro bollettino quotidiano parlando di 63.380 vittime accertate. A queste si aggiungono la distruzione di 2505 carri armati, 5181 veicoli da combattimento, 1507 sistemi di artiglieria, 268 aerei, 235 elicotteri, 1129 droni e 15 navi. Intanto in Russia tra i discorsi bellicisti si intravedono anche spiragli per le trattative, anche tra i falchi il dialogo non è più considerato un tabù.

Ore 11:01 - Cremlino, nessuno ha proposto vertice Putin-Biden

Né Mosca né Washington si sono fatte avanti con iniziative per organizzare un vertice russo-americano, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. «Per quanto ne so, né la parte russa né quella americana hanno preso iniziative per organizzare contatti bilaterali al più alto livello», ha detto ai giornalisti, commentando le parole del presidente degli Stati Uniti Joe Biden secondo cui sarebbe pronto a discutere alcuni argomenti con Vladimir Putin se il presidente della Russia lo chiedesse.

Ore 11:57 - Kiev, riconquistati 5 insediamenti in regione Kherson

«Le forze armate ucraine «hanno liberato altri cinque insediamenti nel distretto di Beryslav nella regione di Kherson: Novovasylivka, Novogrygorivka, Nova Kamianka, Tryfonivka, Chervone». Lo riferisce una nota della presidenza ucraina. «Il nemico continua a bombardare le posizioni delle nostre unità per scoraggiare la controffensiva lungo tutta la linea di contatto», aggiunge Kiev.

Ore 12:13 - Bombe russe su mercato nel Donetsk, uccisi 7 civili

L’esercito russo ha colpito questa mattina il mercato centrale della città di Avdiivka, nell’Oblast di Donetsk , uccidendo sette civili e ferendone otto: ha riferito il governatore Pavlo Kyrylenko, come riporta il Kyiv Independent. «Non c’è alcuna logica militare in questo attacco, solo un desiderio sfrenato di uccidere il maggior numero possibile di persone e di spaventarne altre», ha dichiarato Kyrylenko.

Ore 12:25 - Stoltenberg: riunione Nato mentre peggiora escalation in Ucraina

«I ministri della Difesa della Nato si incontrano qui oggi e domani, in questo momento cruciale per la nostra sicurezza: nelle ultime settimane abbiamo visto l’escalation più grave della guerra in Ucraina, fin dall’invasione russa a febbraio». Lo ha sottolineato il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg , parlando alla stampa al suo arrivo al quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles, per la riunione ministeriale di due giorni che comincia oggi. «La Russia - ha ricordato Stoltenberg - sta mobilitando nuove truppe con decine di migliaia di soldati, sta cercando di annettere illegalmente dei territori ucraini, abbiamo visto i bombardamenti contro le città, abbiamo sentito le minacce nucleari provenienti da Mosca. Tutto ciò - ha ripetuto - fa di questa escalation la più seria da febbraio. Oggi - ha continuato il Segretario generale - incontreremo anche il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, per il quale il messaggio dei ministri della Nato è che continueremo a sostenere l’Ucraina, che siamo pronti a farlo per un lungo periodo e che la sosterremo fino a quando sarà necessario».

Ore 13:03 - Tikhanovskaya, Ue ci aiuti contro nemico russo

«Sono venuta qui per chiedere più sostegno all’Europa, sia per la Bielorussia che per l’Ucraina, perché i nostri destini sono intrecciati. Abbiamo situazioni diverse, ovviamente. L’Ucraina deve affrontare una guerra terribile, ma la nostra battaglia e il nostro nemico sono gli stessi. Abbiamo bisogno di più Bielorussia nell’Unione europea e abbiamo bisogno di più Europa in Bielorussia. I bielorussi hanno scelto la loro strada europea e democratica nel 2020 e continuano a lottare ferocemente per essa ogni giorno». Così la leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaya a margine della sua audizione al gruppo del Partito popolare europeo al Parlamento europeo a Bruxelles.

Ore 13:23 - Putin: pronti a aumentare forniture gas ad Ue, decidano loro

«La Russia è pronta a fornire ulteriori volumi di gas all’Europa in autunno-inverno, la palla è nel campo dell’Ue. Mosca è pronta a fornire gas attraverso la linea del Nord Stream 2 ». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dalle agenzie russe. Il Nord Stream 2 non è mai stata attivato in seguito all’invasione russa dell’Ucraina.

Ore 13:37 - Austin: «Ultimo assalto di Mosca rafforza il nostro aiuto a Kiev»

«L’ultimo assalto della Russia contro l’Ucraina non ha fatto altro che rafforzare il nostro obiettivo di sostenere Kiev». Lo ha detto il segretario alla Difesa Usa Lloyd J. Austin III durante un incontro con il Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina a Bruxelles.

Ore 13:40 - Kiev: abbattuti 4 elicotteri Alligator russi in 18 minuti

I soldati dell’Aeronautica Militare ucraina hanno abbattuto quattro elicotteri d’attacco russi, probabilmente i famigerati Alligator Ka-52, in soli 18 minuti nel Sud del Paese: lo rende noto su Facebook il Comando delle Forze Armate di Kiev. «Dalle 8,40 alle 8,58 di oggi, le unità missilistiche antiaeree dell’Aeronautica militare hanno distrutto almeno quattro elicotteri d’attacco nemici (probabilmente Ka-52), che stavano fornendo supporto di fuoco alle forze di occupazione terrestre sull’asse meridionale, nel sud dell’Ucraina», si legge nel rapporto. Un elicottero è precipitato sul territorio liberato, mentre gli altri tre sono caduti dietro la linea del fronte. L’Aeronautica ha aggiunto che le forze ucraine hanno aperto il fuoco contro altri due elicotteri, quindi è molto probabile che il numero di elicotteri abbattuti confermati cresca. Il costo dell’elicottero russo Ka-52 raggiunge i 16 milioni di dollari (circa 590 milioni di grivna). Viene utilizzato per la ricognizione del terreno, il targeting e il coordinamento delle azioni di un gruppo di elicotteri da combattimento. Alligator è in grado di colpire veicoli corazzati e bersagli aerei sul campo di battaglia.

Ore 13:59 - Erdogan è arrivato a Astana, domani dovrebbe incontrare Putin

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato nella capitale del Kazakhstan, Astana, dove domani parteciperà al summit della Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (Cica). Lo riporta la Tass. Ieri il Cremlino ha annunciato che a margine dell’evento il 13 ottobre si prevede un incontro tra Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin.

Ore 14:09 - Fonti Nato, Putin non rischia, ha pieno controllo dei servizi

«Le informazioni raccolte finora indicano che non esiste, purtroppo, una seria minaccia al potere di Vladimir Putin». Lo sostiene un’alta fonte diplomatica alleata a margine dell’incontro del gruppo di contatto per l’Ucraina in corso al quartier generale della Nato a Bruxelles. «Vi sono critiche da varie parti, sia dal lato di chi considera un errore la guerra, sia da quello che vorrebbe si facesse di più. Questo sì. Putin però mantiene il controllo totale dell’apparato di sicurezza», nota la fonte.

Ore 14:19 - Berlino: Nord Stream 2? La Russia non è più fornitore affidabile

«La Russia non è più un fornitore affidabile. Già prima dei danni al gasdotto Nord Stream 1 il gas non è più fluito». Lo ha detto la portavoce del governo tedesco, Christiane Hoffmann, liquidando le ultime affermazioni di Putin sulla disponibilità a utilizzare Nord Stream 2 per il gas con il commento «nice try», bel tentativo. La portavoce ha poi ricordato che non esiste un embargo sul gas russo, rispondendo alle domande in conferenza stampa a Berlino.

Ore 14:33 - Berlino: «Putin fallirà nel destabilizzare l’economia»

«Sono certo che Putin fallirà nel suo tentativo di destabilizzare l’economia come fallisce sul campo di battaglia». Lo ha detto il ministro dell’Economia e del Clima tedesco, Robert Habeck, presentando le stime autunnali sul Pil tedesco.

Ore 14:40 - Gazprom: non ci sono garanzie che l’Ue sopravviva all’inverno

«Non ci sono garanzie che l’Europa sopravviva a questo inverno con le attuali riserve negli impianti di stoccaggio sotterranei di gas». Lo afferma l’amministratore delegato di Gazprom Aleksej Borisovich Miller, come riporta Tass. «Le forniture di gas via Nord Stream 2 possono iniziare immediatamente» se riceverà le autorizzazioni, ha aggiunto.

Ore 14:53 - Putin: «Non forniremo energia a chi mette il price cap»

«Dirò una cosa: la Russia non agirà contro il buon senso, pagando di tasca propria per il benessere degli altri. Non forniremo energia a quegli Stati che impongono un tetto ai prezzi dell’energia. Verso coloro che preferiscono i trucchi sporchi e i ricatti spudorati, e sono decenni che viviamo in un paradigma di questo tipo, in ambito politico, non agiremo a nostro discapito». Lo ha ribadito il presidente russo Vladimir Putin, intervenendo al forum della Settimana dell’energia russa, come riporta Tass.

Ore 15:17 - «Entro 2022 valutazione su Ucraina, Moldavia e Georgia in Ue»

«Entro fine del 2022» la Commissione europea intende presentare una «valutazione sulle capacità di Ucraina, Moldavia e Georgia ad assumersi gli obblighi che conseguono dall’adesione all’Ue, colmando quelle lacune che ancora si presentavano nelle nostre valutazioni di quest’anno per identificare in quali aree i nostri partner devono promuovere e rafforzare le riforme». Lo ha annunciato il commissario europeo all’Allargamento, Olivér Várhelyi, durante la sua audizione alla commissione esteri dell’Europarlamento. Nel giugno scorso, il Consiglio europeo ha dato formalmente il via libera alla concessione a Ucraina e Moldavia dello status di Paesi candidati all’ingresso nell’Ue, sulla base delle raccomandazioni della Commissione, ed ha riconosciuto la prospettiva europea per la Georgia.

Ore 15:55 - Mosca, sale a 12 numero arrestati per esplosione ponte Crimea

Sale a 12 il numero degli arrestati coinvolti, secondo il comitato investigativo russo, nell’esplosione sul ponte di Crimea. Lo afferma il comitato su Telegram, come riporta Ria Novosti. «Sono state identificate 12 persone direttamente collegate all’atto terroristico. Le prove ottenute indicano che l’atto terroristico è stato organizzato dai servizi speciali dell’Ucraina», afferma il comunicato diffuso dal capo del comitato investigativo Alexander Bastrykin.

Ore 16:03 - Biden: attacchi della Russia contro civili oltre il limite

I recenti attacchi della Russia contro i civili sono «oltre il limite». Lo ha detto Joe Biden prima di partire per il Colorado, secondo quanto riferito dai giornalisti al seguito. Il presidente americano è anche tornato sulla detenzione a Mosca della campionessa di basket Brittney Griner sottolineando di non aver visto «nessuna mossa da parte di Putin sulla questione». Nella sua intervista ieri alla Cnn Biden aveva detto che se il leader del Cremlino volesse discutere con lui di Griner allora accetterebbe di parlarci a margine del G20 di Bali.

Ore 16:14 - Cremlino: Erdogan proporrà una mediazione a Putin

Il Cremlino si aspetta che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan farà a Vladimir Putin una proposta concreta di mediazione sul conflitto in Ucraina, nel loro incontro di domani in Kazakistan. «I turchi propongono una loro mediazione. Se ci dovessero essere contratti (tra Russia e Ucraina), questi avranno luogo sul territorio turco», ha detto il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov. «Probabilmente Erdogan proporrà qualcosa ufficialmente», ha aggiunto dicendosi di aspettarsi un «colloquio interessante e utile».

Ore 16:27 - Cremlino: Zelensky non parla con Putin? Mai dire mai

«Mai dire mai». Così il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, ha risposto a Mosca ai giornalisti che gli chiedevano del rifiuto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di negoziare con Vladimir Putin, in vista della proposta di mediazione che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan potrebbe avanzare domani nell’incontro con il leader russo.

Ore 17:04 - Mosca, proposta turca su vari format per dialogo con Occidente

La Russia si aspetta che il presidente turco Erdogan, nell’incontro di domani con Putin, esponga le sue proposte sui format per possibili negoziati tra Mosca e l’Occidente. Lo ha detto l’assistente del capo dello Stato russo, Yuri Ushakov. Rispondendo a una domanda dei giornalisti se la proposta turca riguardasse anche contatti tra Mosca e Kiev, Ushakov ha dichiarato: «Diverse iniziative vengono principalmente discusse sui media, che citano vari format di dialogo, tra cui Russia e Stati Uniti, e i principali Paesi dell’Europa occidentale». Il Cremlino, ha aggiunto, «si aspetta che i turchi proporranno qualcosa» su questo tema.

Ore 17:21 - Mosca: «Putin-Biden a G20? Disponibili, ma non per forza»

«Non rifiutiamo mai negoziati o altri contatti internazionali utili. Non allontaniamo mai una mano tesa. Ma se sentiamo e capiamo che un partner non vuole incontrarci per un motivo o per un altro, non ci imponiamo»: lo ha detto il consigliere diplomatico del Cremlino Yuri Ushakov, citato dalle agenzie russe, rispondendo a una domanda sull’ipotesi di un faccia a faccia tra Putin e Biden al G20. Il presidente americano in un’intervista alla Cnn ha detto che un eventuale incontro con il leader russo sarebbe dipeso dall’oggetto della conversazione.

Ore 17:45 - Kiev: gli alleati chiuderanno i nostri cieli, mossa storica

«Un’altra Ramstein. È un evento storico, perché si decide di chiudere il cielo dell’Ucraina. Rafforzare lo spazio aereo e i sistemi di difesa missilistica è ciò di cui abbiamo bisogno. Siamo in costante dialogo con i nostri alleati. Ho discusso la questione dei moderni sistemi antiaerei e antimissile per l’Ucraina con Jake Sullivan». Lo scrive su Twitter Andriy Yermak, il capo dello staff del presidente Volodymyr Zelensky.

Ore 17:49 - Presidenza Ue, verso soluzione comune su prezzi energia

«La riunione di oggi» dei ministri dell'Energia «ha contribuito a colmare le distanze tra gli Stati membri e ci stiamo muovendo verso una soluzione comune» per abbassare i prezzi. Lo ha detto il ministro dell'Energia ceco, Jozef Sikela, al termine del Consiglio informale Energia a Praga.

Ore 18:00 - Media, Casa Bianca valuta bando totale dell'alluminio russo

L'amministrazione Biden sta valutando un bando totale sull'alluminio russo, finora risparmiato dalle sanzioni a causa della sua importanza in diversi settori dalle automobili ai grattacieli agli iPhone. Lo riferiscono fonti informate all'agenzia Bloomberg. Tre le opzioni che la Casa Bianca sta valutando in risposta all'escalation di Vladimir Putin in Ucraina: un divieto assoluto, un aumento delle tasse talmente alto che porterebbe ad un bando effettivo, o sanzionare la società statale dell'alluminio, la United Co. Rusal International PJSC.

Ore 18:26 - Ue: vedremo se c'è spazio a price cap gas per elettricità

«Vedremo nel fine settimana come procedere con il tetto del gas per la produzione di energia elettrica e se a questo punto la proposta gode di un'ampia maggioranza a favore di questa misura». Lo ha detto la commissaria europea per l'Energia, Kadri Simson, al termine del Consiglio informale a Praga. «Il 18 ottobre proporremo le proposte che hanno il massimo consenso», ha evidenziato.

Ore 18:27 - Enel cede a Gazprom e Lukoil quota Enel Russia per 137 mln

«Enel completa la vendita a PJSC Lukoil e al fondo privato Gazprombank-Frezia dell'intera partecipazione detenuta in PJSC Enel Russia per un corrispettivo complessivo di circa 137 milioni di euro». Lo rende noto la stessa Enel in un comunicato precisando che «l'operazione conclude la cessione degli asset di generazione elettrica in Russia, avviata da Enel nel 2019 con la prima cessione degli asset alimentati a carbone».

Ore 18:38 - Gli Usa si appoggiano a privati cittadini per velocizzare le forniture di armi a Kiev

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli alleati devono rifornire la resistenza di Kiev, attingono ai loro depositi ma le scorte non bastano. Quindi allargano l’orizzonte, gettando una rete a strascico per rimediare cartucce, mortai, lanciagranate da inviare agli ucraini. È un’opportunità per personaggi intraprendenti ma con poca esperienza nel mercato delle armi che, come ha raccontato il New York Times, si lanciano sulla grande torta delle forniture: era già successo con la guerra civile in Siria, ora la storia si ripete in Ucraina. Martin Zlatev, origini bulgare, titolare di una compagnia di limousine a St. Louis andata gambe all’aria durante la pandemia, si è messo in società con l’osteopata Heather Gjorgjievski — esatto, una dottoressa — per acquistare nei Balcani equipaggiamenti da spedire poi a Kiev, un’impresa iniziata a dicembre, poco prima dell’invasione russa.

Ore 18:41 - Austin: «Monitoriamo le forze nucleari russe h24»

Gli Stati Uniti «monitorano le capacità nucleari della Russia 24 ore su 24 e 7 giorni su 7» e per ora «non ci sono indicazioni» che Mosca abbia mobilitato le sue forze. Lo ha detto il Segretario della Difesa Usa Lloyd J. Austin III dopo la sesta riunione del gruppo di contatto per l'Ucraina a Bruxelles. «La retorica nucleare di Vladimir Putin è sfacciata e irresponsabile, non è quello che ci si aspetta da una grande potenza atomica come la Russia e questo è stato notato in tutto il mondo».

Ore 19:57 - Fmi, Ucraina avrà bisogno di 3-4 mld al mese nel 2023

Le autorità ucraine hanno fatto un «lavoro impressionante nel gestire la loro economia nelle circostanze estremamente difficili seguite all’invasione della Russia. Nonostante questo le necessità finanziarie resteranno elevate nel 2023 e questo richiede un’azione anche da parte della comunità internazionale». Lo afferma il direttore generale del Fmi, Kristalina Georgieva, stimando in 3-4 miliardi di dollari al mese per il 2023 le necessità finanziarie di Kiev.

Ore 20:02 - Zelensky, il terrore deve perdere e l’Ucraina deve vincere

«Dobbiamo rispondere al terrore della Russia con una maggiore collaborazione. Il terrore deve perdere, e l’Ucraina deve vincere». Lo afferma il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky intervenendo a una delle riunioni del Fmi e della Banca Mondiale.

Ore 20:57 - Macron: «Parlerò con Putin ogni volta che sarà necessario»

«Quando si hanno delle responsabilità e si cerca di far tornare la pace, bisogna parlare, e bisogna parlare ai protagonisti. Ogni volta che sarà necessario, io parlerò con Vladimir Putin»: lo ha detto, nel corso di un’intervista tv a France 2, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. «A un certo momento - ha detto Macron - e spero sia il più presto possibile, bisognerà che tutte le parti in campo tornino al tavolo delle discussioni. Ci sarà una discussione di pace con l’Ucraina e la Russia».

Ore 21:06 - G7, da aggressione Russia significativi disagi per economia

«L’aggressione della Russia sta causando significative disagi all’economia, alimentando lo stress sull’economia globale che aveva appena iniziato a riprendersi dalla pandemia. Chiediamo alla Russia di mettere immediatamente fine alla guerra brutale e ingiusta». Lo afferma il G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali.

Ore 21:08 - G7, impegno banche centrali per stabilità dei prezzi

Le banche centrali del G7 sono fortemente impegnate a centrare la stabilità dei prezzi, in linea con i loro mandati. Continuano a monitorare l’impatto delle pressioni dei prezzi sulle aspettative di inflazione e «continueranno a calibrare appropriatamente» la loro politica. Lo afferma il G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali.

Ore 21:09 - G7 ribadisce impegno sulle sanzioni alla Russia

Il G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali ribadisce il suo impegno a sanzioni coordinate in risposta dell’aggressione della Russia: «restiamo impegnati alla loro attuazione e restiamo vigili» contro chi cerca di aggirarle. Lo afferma il G7 dei ministri finanziari e dei governatori delle banche centrali.

Ore 21:15 - G7, accanto a Ucraina per tutto il tempo necessario

Il G7 dei ministri finanziari resta impegnato a stare accanto all’Ucraina per tutto il tempo necessario e a sostenere le necessità finanziarie di Kiev. È quanto si legge nel comunicato finale della riunione che si è svolta a Washington a margine dei lavori del Fmi.

Ore 22:20 - Onu adotta risoluzione che condanna annessioni Russia

L’Assemblea Generale dell’Onu ha adottato una risoluzione che condanna chiaramente i «cosiddetti referendum illegali» e la «tentata annessione illegale» della Russia di 4 province dell’Ucraina, non valida ai sensi del diritto internazionale. I Paesi che hanno votato a favore sono 143, 5 contrari e 35 astenuti.

Ore 00:06 - Macron: «Non vogliamo una guerra mondiale»

«Non vogliamo una guerra mondiale»: lo ha scritto in un tweet il presidente francese, Emmanuel Macron, dopo l’intervista rilasciata a France 2, nel corso della quale ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin «deve fermare la guerra, rispettare l’integrità territoriale dell’Ucraina e tornare al tavolo dei negoziati».

Ore 01:10 - Zelensky: «Aiutarci a proteggere nostri cieli è atto umanitario»

Nel suo consueto videomessaggio, citato da Ukrinform, Volodymyr Zelensky è intervenuto sugli aiuti all’Ucraina: «Più audace e crudele diventa il terrore russo, più diventa ovvio per il resto del mondo che aiutare l’Ucraina a proteggere i suoi cieli è uno degli atti umanitari più importanti verso l’Europa».

Quindi il presidente ucraino ha poi ringraziato quei partner già impegnati a potenziare il sostegno a Kiev e ha sottolineato l’arrivo di buone notizie dal gruppo di contatto per l’Ucraina con riferimento ad un ulteriore rafforzamento dell’esercito ucraino con artiglieria moderna.

Ore 02:10 - Biden: «La Russia non può cancellare l’Ucraina dalle mappe»

Il presidente americano Joe Biden ha commentato la risoluzione di condanna per le annessioni della Russia: «Oggi la stragrande maggioranza delle nazioni ha votato per difendere la Carta delle Nazioni Unite e condannare il tentativo illegale della Russia di annettere con la forza il territorio ucraino».

«La posta in gioco di questo conflitto - ha aggiunto il capo della Casa Bianca - è chiara a tutti e il mondo ha inviato un messaggio chiaro: la Russia non può cancellare uno Stato sovrano dalla mappa. La Russia non può cambiare i confini con la forza. La Russia non può impadronirsi del territorio di un altro Paese».

Ore 03:20 - Regno Unito darà a Kiev altri missili antiaerea

Nuovi aiuti del Regno Unito all’Ucraina. Fornirà infatti ulteriori missili di difesa antiaerea, comprese munizioni in grado di abbattere missili da crociera. Lo ha annunciato oggi il ministero della Difesa britannico. I missili Amraam che saranno dati «nelle prossime settimane» a Kiev per essere utilizzati dal sistema di difesa aerea Nasams promesso dagli Stati Uniti sono i primi forniti da Londra in grado di abbattere missili da crociera, sottolinea la Difesa britannica in un comunicato stampa.

Cremlino, l’offensiva continua ma siamo aperti al dialogo. Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 13 ottobre 2022.

Le notizie di giovedì 13 ottobre, in diretta. Colpito un condominio a Belgorod, Kiev dice che è stato un errore russo. Putin a Erdogan: «Turchia hub del gas per determinare i prezzi». L’Onu adotta la risoluzione che condanna le annessioni russe

• La guerra in Ucraina è arrivata al 232esimo giorno.

• L’Assemblea dell’Onu ha adottato una risoluzione che condanna la «tentata annessione illegale» della Russia di 4 regioni ucraine.

• Il Fmi ha stimato che serviranno circa 3-4 miliardi di dollari al mese per finanziare l’Ucraina nel 2023.

• L’ad di Gazprom ha dichiarato che non ci sono garanzie circa la sopravvivenza dell’Europa all’inverno viste le riserve attuali di gas.

• Il Regno Unito fornirà altri missili antiaerea a Kiev.

Ore 04:32 - Fmi, Ucraina avrà bisogno di 3-4 mld al mese nel 2023

Le autorità ucraine hanno fatto un «lavoro impressionante nel gestire la loro economia nelle circostanze estremamente difficili seguite all’invasione della Russia. Nonostante questo le necessità finanziarie resteranno elevate nel 2023 e questo richiede un’azione anche da parte della comunità internazionale». Lo afferma il direttore generale del Fmi, Kristalina Georgieva, stimando in 3-4 miliardi di dollari al mese per il 2023 le necessità finanziarie di Kiev.

Ore 04:45 - Erdogan è arrivato a Astana, oggi dovrebbe incontrare Putin

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato nella capitale del Kazakhstan, Astana, dove domani parteciperà al summit della Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (Cica). Lo riporta la Tass. Ieri il Cremlino ha annunciato che a margine dell’evento il 13 ottobre si prevede un incontro tra Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin.

Ore 04:48 - Cremlino: Zelensky non parla con Putin? Mai dire mai

«Mai dire mai». Così il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, ha risposto a Mosca ai giornalisti che gli chiedevano del rifiuto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di negoziare con Vladimir Putin, in vista della proposta di mediazione che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan potrebbe avanzare domani nell’incontro con il leader russo.

Ore 04:52 - Gas, Putin: «Nord Stream 2 è pronto a rifornire Ue». E Gazprom: Europa non sopravviverà all’inverno

(Valentina Iorio) «La Russia è pronta a fornire ulteriori volumi di gas all’Europa in autunno-inverno, la palla è nel campo dell’Ue. Mosca è pronta a fornire gas attraverso la linea del Nord Stream 2». A dirlo è il presidente russo Vladimir Putin. Il sottotesto, o meglio il ricatto, è chiaro: se l’Europa toglie le sanzioni, la Russia è pronta a riaprire i rubinetti. «Possiamo trasferire il volume di transito perso lungo i gasdotti Nord Stream, sul fondo del Mar Baltico, alla regione del Mar Nero. Rendere quindi principali le rotte di approvvigionamento del nostro carburante, del nostro gas naturale verso l’Europa attraverso la Turchia, creando il più grande hub del gas per l’Europa in Turchia. Certamente, se i nostri partner sono interessati a questo», ha aggiunto Putin, secondo quanto riporta la Tass. «Le forniture di gas via Nord Stream 2 possono iniziare immediatamente», se arriveranno le autorizzazioni, ha fatto sapere il colosso del gas russo Gazprom. «Non ci sono garanzie che l’Europa sopravviva a questo inverno con le attuali riserve negli impianti di stoccaggio sotterranei di gas», ha aggiunto l’ad Aleksej Borisovič Miller.

Ore 04:59 - Onu adotta risoluzione che condanna annessioni Russia

L’Assemblea Generale dell’Onu ha adottato una risoluzione che condanna chiaramente i «cosiddetti referendum illegali» e la «tentata annessione illegale» della Russia di 4 province dell’Ucraina, non valida ai sensi del diritto internazionale. I Paesi che hanno votato a favore sono 143, 5 contrari e 35 astenuti.

Ore 05:01 - Bunker, iodio e orgoglio nazionalista: così resiste Zaporizhzhia

(Lorenzo Cremonesi, nostro inviato a Zaporizhzhia) Dalla paura alla rabbia. Abbiamo trascorso le ultime ore a cercare di capire come i bombardamenti russi su Zaporizhzhia stiano influendo sulla popolazione. A osservare i viali del centro con la gente che ogni tanto si ferma a fotografare le macerie dei palazzi sventrati con le lacrime agli occhi e spedisce le immagini a parenti e amici sfollati, a vedere invece quelli che guardano furtivi e subito accelerano il passo, viene da pensare che l’attacco sulle città stia sortendo l’effetto sperato di fiaccare il morale del nemico. Ma, parlando con gli abitanti, è possibile comprendere quanto il ricatto del terrore sortisca un effetto boomerang destinato a danneggiare, se non elidere del tutto, i piani di Putin.

Ore 05:07 - Zelensky: «Aiutarci a proteggere nostri cieli è atto umanitario»

Nel suo consueto videomessaggio, citato da Ukrinform, Volodymyr Zelensky è intervenuto sugli aiuti all’Ucraina: «Più audace e crudele diventa il terrore russo, più diventa ovvio per il resto del mondo che aiutare l’Ucraina a proteggere i suoi cieli è uno degli atti umanitari più importanti verso l’Europa».

Quindi il presidente ucraino ha poi ringraziato quei partner già impegnati a potenziare il sostegno a Kiev e ha sottolineato l’arrivo di buone notizie dal gruppo di contatto per l’Ucraina con riferimento ad un ulteriore rafforzamento dell’esercito ucraino con artiglieria moderna.

Ore 05:11 - Regno Unito darà a Kiev altri missili antiaerea

Nuovi aiuti del Regno Unito all’Ucraina. Fornirà infatti ulteriori missili di difesa antiaerea, comprese munizioni in grado di abbattere missili da crociera. Lo ha annunciato oggi il ministero della Difesa britannico. I missili Amraam che saranno dati «nelle prossime settimane» a Kiev per essere utilizzati dal sistema di difesa aerea Nasams promesso dagli Stati Uniti sono i primi forniti da Londra in grado di abbattere missili da crociera, sottolinea la Difesa britannica in un comunicato stampa.

Ore 05:20 - La via «privata» delle armi in Ucraina: così gli Usa aggirano la burocrazia e assistono la resistenza

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli alleati devono rifornire la resistenza di Kiev, attingono ai loro depositi ma le scorte non bastano. Quindi allargano l’orizzonte, gettando una rete a strascico per rimediare cartucce, mortai, lanciagranate da inviare agli ucraini. È un’opportunità per personaggi intraprendenti ma con poca esperienza nel mercato delle armi che, come ha raccontato il New York Times, si lanciano sulla grande torta delle forniture: era già successo con la guerra civile in Siria, ora la storia si ripete in Ucraina. Martin Zlatev, origini bulgare, titolare di una compagnia di limousine a St. Louis andata gambe all’aria durante la pandemia, si è messo in società con l’osteopata Heather Gjorgjievski — esatto, una dottoressa — per acquistare nei Balcani equipaggiamenti da spedire poi a Kiev, un’impresa iniziata a dicembre, poco prima dell’invasione russa.

Ore 05:28 - Biden: «La Russia non può cancellare l’Ucraina dalle mappe»

Il presidente americano Joe Biden ha commentato la risoluzione di condanna per le annessioni della Russia: «Oggi la stragrande maggioranza delle nazioni ha votato per difendere la Carta delle Nazioni Unite e condannare il tentativo illegale della Russia di annettere con la forza il territorio ucraino».

«La posta in gioco di questo conflitto - ha aggiunto il capo della Casa Bianca - è chiara a tutti e il mondo ha inviato un messaggio chiaro: la Russia non può cancellare uno Stato sovrano dalla mappa. La Russia non può cambiare i confini con la forza. La Russia non può impadronirsi del territorio di un altro Paese».

Ore 05:32 - Il sindaco Mykolaiv: «Massiccio bombardamento nella notte»

Nuova notte di bombardamenti e paura nell’Ucraina meridionale. Una raffica di missili russi ha colpito Mykolaiv. Lo riferisce il sindaco, Oleksandr Senkevich, in un post sui social media.

«Un edificio residenziale di cinque piani è stato colpito, i due piani superiori sono stati completamente distrutti e il resto è sotto le macerie. Sul luogo stanno lavorando i soccorritori», scrive il primo cittadino aggiungendo che la città è stata «bombardata massicciamente». Centro specializzato nella costruzione navale e porto sul fiume Bug al largo del Mar Nero, Mykolaiv ha già subito pesanti bombardamenti russi durante la guerra.

Ore 06:08 - Putin arrivato ad Astana, atteso l’incontro con Erdogan

Grande attesa per il probabile incontro tra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan. Il presidente russo è arrivato stanotte nella capitale kazaka Astana, dove parteciperà al summit della Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (Cica). Lo riporta l'agenzia Tass. Putin oggi dovrebbe avere anche un bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il Cremlino si aspetta che durante l'incontro Erdogan faccia al presidente russo una proposta concreta di mediazione sul conflitto in Ucraina.

Ore 07:46 - La Duma: «Se Kiev continuerà con gli atti terrore, la risposta sarà più dura»

«Se Kiev continuerà i suoi attacchi terroristici, la risposta della Russia sarà più dura»: è il monito lanciato dal presidente della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, riporta la Tass. In nessuna parte del mondo si negozia con i terroristi. Se gli attacchi terroristici del regime di Kiev continueranno, la risposta sarà ancora più dura», ha scritto Vyacheslav Volodin su Telegram. «Tutti gli organizzatori e gli esecutori degli attacchi terroristici devono essere trovati, quelli che resistono - distrutti», ha sottolineato il numero uno della Duma.

Ore 07:50 - I vertici militari di Mosca: «Sì alla soluzione diplomatica ma non a spese della sicurezza. Kiev nella Nato può portare alla Terza guerra mondiale»

La Russia è favorevole a una rapida soluzione diplomatica della questione ucraina, non cerca di «fare a pezzi nessuno» e vuole coesistere pacificamente con l’Ucraina e con tutta l’Europa, anche se non a spese della sua sicurezza: lo ha detto il vice segretario del Consiglio di sicurezza russo, Alexander Venediktov, in un’intervista alla Tass. Un messaggio apparentemente distensivo arriva dunque dai vertici militari russi, che però rilanciano un monito: «L’adesione dell’Ucraina alla Nato è per noi inaccettabile, può portare alla Terza guerra mondiale», ha avvertito Venediktov: «L’Occidente deve capire che le parole di Zelensky sulla necessità di attacchi preventivi contro la Russia sono un invito alla terza guerra mondiale. Con l’adesione dell’Ucraina alla Nato entrerà in vigore il quinto articolo (sulla difesa collettiva)», ha aggiunto. «La stessa Nato comprende la natura suicida di questo passo».

Ore 07:57 - Kiev colpita ancora da droni kamikaze di fabbricazione iraniana

Stamattina la regione di Kiev è stata colpita da droni kamikaze di fabbricazione iraniana. Ne dà notizia l’Associated Press, che cita il governatore della capitale ucraina, Oleksiy Kuleba . Gli abitanti di Kiev si sono svegliati con le sirene dei raid aerei per la quarta mattina consecutiva a partire dagli intensi attacchi russi di lunedì. Non è ancora chiaro se ci siano vittime.

Ore 08:09 - Putin ad Astana: «Verso un mondo multipolare, Asia fondamentale»

In Asia si stanno rafforzando nuovi centri di potere, per questo l’Asia svolge un ruolo importante nella transizione verso un mondo multipolare: lo ha affermato Putin in occasione della Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia (Cica) in corso ad Astana. «Il mondo sta diventando un sistema veramente multipolare. L’Asia, dove i nuovi centri di potere si stanno rafforzando, svolge un ruolo importante, se non addirittura fondamentale», ha dichiarato il leader russo.

Ore 08:34 - Erdogan tenta la mediazione: «Non ci possono essere perdenti nella pace»

La Turchia ci riprova. Dopo l’accordo sull’export del grano ucraino a luglio e lo scambio di prigionieri, tra cui i combattenti Azov, il presidente Recep Tayyip Erdogan vuole riaffermare il proprio ruolo di mediatore sull’Ucraina, in un momento in cui la guerra si avvicina a una drammatica escalation, con una proposta che avanzerà oggi direttamente a Vladimir Putin.

«Una pace giusta può essere ottenuta attraverso la diplomazia, non ci possono essere vincitori in una guerra e perdenti nella pace» ha affermato Erdogan, il «sultano», prima del suo faccia a faccia con lo «zar». «Il nostro obiettivo è che il bagno di sangue finisca il prima possibile», ha aggiunto il presidente turco , durante il vertice della Conferenza sulle misure di interazione e rafforzamento della fiducia in Asia in Kazakhstan.

Ore 08:54 - Un bambino per 6 ore sotto le macerie dopo i bombardamenti a Mykolaiv

I pesanti bombardamenti russi nella notte su Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale, hanno distrutto un edificio di cinque piani: un bambino di 11 anni è stato tratto in salvo dopo sei ore sotto le macerie. Al momento i soccorritori stanno cercando altre sette persone. Lo rende noto il governatore Vitaliy Kim, come riporta l’agenzia di stampa ucraina Unian, che pubblica le foto del momento in cui i vigili del fuoco individuano il bambino.

Ore 09:01 - Il crowdfunding ucraino raccoglie quasi 10 milioni di dollari in 24 ore per acquistare droni kamikaze

Un appello di crowdfunding lanciato lunedì dopo gli attacchi russi alle città di tutto il paese ha raccolto 9,6 milioni di dollari in 24 ore per l’acquisto di droni kamikaze per le forze armate ucraine. Con il denaro verranno acquistati 50 droni Ram II, velivoli senza pilota con un carico utile di esplosivo di 3 kg, progettati e costruiti da società ucraine, insieme a tre stazioni di controllo.Serhii Sternenko, un attivista che ha co-fondato l’attività di crowdfunding, ha detto: «Le campagne di crowdfunding rafforzano la nostra difesa; noi, il popolo, aiutiamo l’esercito ucraino. Ma abbiamo ancora bisogno di più armi dai nostri alleati per fermare questo terrore e il crimine di genocidio che la Russia commette quotidianamente in questo Paese europeo».

Ore 09:26 - Kiev: soldati russi disertano, stop di Mosca nel Donetsk

Le forze russe hanno iniziato a ricevere dai vertici militari l’ordine di sospendere le operazioni offensive su diversi fronti, in particolare nella regione di Donetsk (est): lo ha reso noto su Facebook lo Stato Maggiore delle Forze Armate dell’Ucraina spiegando che la decisione è legata al basso morale dei rinforzi recentemente arrivati, ai numerosi atti di diserzione da parte delle nuove reclute e al loro rifiuto di eseguire gli ordini. Lo riporta la Ukrainska Pravda.

Ore 09:47 - 007 Gb: i russi cercano di consolidare nuova linea fronte a sud

Dopo essersi ritirate di circa 20 km nel nord del settore di Kherson, nell’Ucraina meridionale, all’inizio di ottobre, le forze russe stanno probabilmente cercando di consolidare una nuova linea del fronte a ovest del villaggio di Mylove: lo scrive l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione in Ucraina. Pesanti combattimenti continuano lungo questa linea, soprattutto all’estremità occidentale, dove a causa dei progressi ucraini il fianco della Russia non è più protetto dal fiume Inhulets, si legge nel rapporto pubblicato oggi dal ministero della Difesa di Londra. «Negli ultimi giorni, le autorità di occupazione russe hanno probabilmente ordinato la preparazione per l’evacuazione di alcuni civili da Kherson», aggiunge il rapporto. «È probabile che prevedano che i combattimenti si estendano alla stessa città di Kherson».

Ore 09:49 - Filorussi: «Siamo alle porte di Bakhmut»

Secondo le forze filorusse, le loro truppe, insieme con guarnigioni di Mosca, hanno catturato due villaggi a sud di Bakhmut: «Siamo alle porte di Bakhmut», hanno scritto su Telegram, come riporta Ria Novosti. I villaggi di Opytene e Ivangrad (Donetsk) sono sulla strada che porta a sud della città che l'esercito russo sta cercando di conquistare da due mesi, l'unica parte del fronte dove le truppe di Mosca stanno avanzando al momento.

Ore 10:29 - Lavrov: «Sì dialogo ma nessuno offre iniziative sane»

La Russia non rifiuta e non ha mai rifiutato alcuna seria proposta di contatti o negoziati sull'Ucraina: il problema è che «nessuno offre iniziative sane». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in un'intervista televisiva con Pavel Zarubin, ripresa da Ria Novosti.

Ore 10:30 - Kiev: «Soldati russi portano tank su mine per non combattere»

«I militari russi passano deliberatamente sopra le mine con i loro carrarmati, in particolare veicoli corazzati da combattimento, per danneggiarli e smettere di combattere»: lo afferma la Guardia nazionale ucraina spiegando così il video pubblicato dai media nazionali e internazionali in cui si vede un carrarmato russo che passa su una mina ed esplode nonostante gli ordigni fossero ben visibili. Lo riporta Espreso tv. «Anche a Irpin e Bucha i soldati russi hanno scaricato il carburante, lasciato l'equipaggiamento per non combattere», ha detto Yaroslav Lysenko, della Guardia nazionale ucraina. «Penso che anche loro dovrebbe avere la possibilità di arrendersi. Il nostro programma sta funzionando, ho sentito che più di 150 uomini si sono già arresi a Donetsk. Con il passaparola, le informazioni si diffonderanno rapidamente e cominceranno ad arrendersi in massa», ha aggiunto.

Ore 10:43 - Zelensky al Consiglio d'Europa: «Mosca parla con il terrore»

Intervenendo in videocollegamento al Consiglio d'Europa, Zelensky ha evidenziato che la «Russia «rifiuta il dialogo» con Kiev e «vuole parlare solo attraverso il terrore». Il presidente ucraino ha chiesto che la Russia sia definita uno stato terrorista, e che gli asset russi siano congelati in Europa e siano utilizzati per compensare il suo Paese dei danni subiti. Alla fine del suo discorso l'assemblea l'ha ringraziato per le sue parole con una lunghissima standing ovation.

Ore 11:24 - Zelensky: finché le armi parlano no alla diplomazia con la Russia

La Russia «va isolata diplomaticamente», la diplomazia è uno strumento «possente» ma non ci può essere finché «le armi parlano». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in videoconferenza all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa.

Ore 11:37 - Zelensky: «A Kiev 10% armi chieste, aspettiamo Francia-Italia»

«Ci aspettiamo passi importanti dall'Italia e dalla Francia» sul fronte della difesa. Ad affermarlo è Zelensky all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, riferendosi alla difesa aerea . Aggiungendo: «Abbiamo il 10% di quanto ci serve per difenderci».

Ore 11:53 - Putin con l'emiro del Qatar: «Rapporti storici da rafforzare»

Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato ad Astana l'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani. «I rapporti tra Mosca e Doha si stanno rafforzando con successo», ha detto Putin citato dall'agenzia di stampa Ria Novosti. «Con la Russia abbiamo rapporti forti e storici», ha replicato al-Thani, come riferisce l'emittente al-Jazeera.

Ore 12:02 - Iniziato ad Astana il colloquio Putin-Erdogan

È iniziato ad Astana in Kazakistan il colloquio fra il presidente russo Vladimir Putin e l'omologo turco Recep Tayyip Erdogan. Al centro il conflitto in Ucraina.

Ore 12:07 - Intesa tra 14 Paesi Nato e la Finlandia sullo scudo aereo

I ministri della Difesa di 14 alleati della Nato e della Finlandia si sono riuniti a Bruxelles per firmare una lettera d'intenti per lo sviluppo di una «European Sky Shield Initiative». Guidata dalla Germania, secondo quanto si apprende, l'iniziativa mira a creare un sistema europeo di difesa aerea e missilistica attraverso l'acquisizione comune di attrezzature di difesa aerea e missili da parte delle nazioni europee. Ciò rafforzerà la difesa aerea e missilistica integrata della Nato.

Ore 12:29 - «Condominio colpito da ucraini nella città russa di Belgorod»

Un condominio è stato colpito da un attacco ucraino a Belgorod, città della Russia occidentale, vicina al confine con l'Ucraina. Lo ha riferito il sindaco Anton Ivanov, citato da Ria Novosti. Secondo l'agenzia di stampa statale russa si sarebbero sentite 8 esplosioni. Su Twitter è stato pubblicato un video che mostra le esplosioni nella città russa.

Ore 12:44 - Putin: hub gas in Turchia come piattaforma per prezzo gas

«Il potenziale hub del gas in Turchia può essere la piattaforma per determinare il prezzo del gas». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nel suo incontro con il leader turco Erdogan. Lo riporta Tass. Alla Turchia arriva «la piena la fornitura di gas» perché si è rivelato «il partner più affidabile», ha aggiunto Putin secondo quanto riferisce Ria Novosti. Secondo le agenzie russe, a Erdogan piace l'idea di Putin su un hub del gas in Turchia.

Ore 12:59 - Ue: «Rischio attacco nucleare? Pronti a ogni contingenza»

«Abbiamo sempre detto che l'uso di armi nucleare o il loro dispiegamento cambierebbe i giochi in maniera totale» nella guerra in Ucraina «e ci sarebbero ripercussioni di lunga portata. Come Ue, e come Stati membri, siamo preparati per ogni contingenza». Lo ha detto il portavoce della Commissione Ue, Peter Stano, durante il briefing quotidiano, rispondendo ad una domanda sul rischio di attacco nucleare russo.

Ore 13:24 - Concluso l'incontro Putin-Erdogan, è durato un'ora e mezza

Si è concluso il colloquio ad Astana tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader turco Erdogan: l'incontro è durato un'ora e mezza.

Ore 13:34 - Rep.ceca vieta ingresso a turisti russi con visti Schengen

A partire dal 25 ottobre, la Repubblica ceca non consentirà più l'ingresso nel suo territorio a turisti, sportivi e artisti russi in possesso di un visto che dia accesso all'area di libera circolazione Schengen all'interno dell'Ue. La decisione è stata presa dal governo ceco sull'esempio di Finlandia, Polonia e paesi Baltici. Per il capo della diplomazia, la decisione è anche una reazione ai bombardamenti russi di lunedì e martedì su obiettivi civili in Ucraina «per inviare un chiaro messaggio ai cittadini della Federazione Russa».

Ore 13:40 - Kiev: attacchi russi a 40 città ucraine nelle ultime 24 ore

Lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha affermato che nelle ultime 24 ore più di 40 insediamenti sono stati colpiti dai bombardamenti russi. In risposta, l'aviazione ucraina ha effettuato 32 attacchi su 25 obiettivi russi. Lo riporta il Guardian.

Ore 13:48 - Peskov: «Putin-Erdogan non hanno discusso soluzione conflitto»

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha affermato che la questione di una possibile risoluzione al conflitto in Ucraina non è stata discussa dai presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, durante il loro incontro oggi a Astana. Lo riferisce l'agenzia di stampa statale russa Ria Novosti.

Ore 14:19 - Fonti, scudo missilistico europeo aperto anche all'Italia

L'alleanza di 14 Paesi che ha deciso di collaborare per creare una sorta di scudo missilistico europeo - European Sky Shield - non è altro che «un gruppo di testa» e in futuro ci si aspetta che «altre nazioni della Nato» vi partecipino, inclusa «l'Italia». Lo fa sapere un'alta fonte diplomatica a margine della ministeriale Difesa in corso a Bruxelles. «Si tratta di una piattaforma aperta - spiega la fonte - che punta a mettere in rete le industrie nazionali e dunque sarà di beneficio a tutti i partecipanti».

Ore 14:21 - Filorussi: chiesto aiuto a Mosca per evacuare i civili di Kherson

Il governatore ad interim della regione di Kherson (nel Sud dell'Ucraina) Vladimir Saldo, ha chiesto alle autorità russe di organizzare l'evacuazione dei residenti verso regioni più sicure a causa dei quotidiani attacchi missilistici ucraini. Lo riferisce la Tass. «Le città di Kherson e Novaya Kakhovka, Golaya Prystan e Chernobayevka sono sottoposte quotidianamente ad attacchi missilistici che causano gravi danni prima di tutto ai residenti», ha scritto nel suo appello su Telegram Saldo.

Ore 14:31 - Borrell: «Più aiuti militari Ue a Kiev, siamo determinati»

«Oggi condividerò con gli alleati della Nato il lavoro che stiamo facendo per sostenere l'Ucraina. Spero che lunedì in Lussemburgo approveremo un aumento dello European Peace Facility per raggiungere la soglia dei 3 miliardi di euro e la missione di addestramento Ue per gli ucraini. Nel momento in cui Putin aumenta l'escalation dobbiamo essere determinati ad aiutare Kiev in modo che possa affrontare ogni tipo di escalation da parte della Russia». Lo ha detto l'Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al quartier generale della Nato.

Ore 14:34 - Cremlino: arrestati i sabotatori del gasdotto Turkish Stream

Le autorità russe hanno arrestato alcune persone accusate di aver tentato di sabotare il gasdotto Turkish Stream. Lo ha reso noto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un incontro con i giornalisti ad Astana, dove si trova con Putin.

Ore 15:10 - Kiev: i russi hanno colpito per errore la città di Belgorod

«I russi hanno deciso di colpire Kharkiv. Ma i tre missili che hanno sparato si sono autodistrutti durante il lancio e uno ha colpito un edificio residenziale a Belgorod, in Russia»: ha scritto l'ufficio stampa delle forze armate ucraine su Telegram, citato da Unian. Secondo l'esercito di Kiev, i russi lanciano sistematicamente missili da Belgorod verso Kharkiv. E alcuni razzi, secondo i media, sono più volte caduti nella città stessa.

Ore 15:19 - Morto un cittadino americano nel Donbass

Il dipartimento di Stato Usa ha confermato il decesso di un cittadino americano nella regione ucraina del Donbass, senza indicare però le generalità né il modo in cui è morto. «Siamo in contatti con la famiglia e stiamo fornendo tutta l'assistenza necessaria», ha riferito un portavoce del ministero.

Ore 15:38 - Cremlino: prematuro indicare acquirenti gas da hub Turchia

«È prematuro dire quali Paesi compreranno il gas dall’hub in Turchia». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, citato dalla Tass.

Ore 15:44 - Cremlino: l’offensiva continua ma siamo aperti al dialogo

«L’operazione militare speciale» in Ucraina «continua ma la Russia è aperta al dialogo per raggiungere i suoi scopi, che non sono cambiati». Lo ha affermato il Cremlino, citato dalla Tass.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Ria Novostiha anche spiegato che nell’incontro tra il leader russo e turco non si è discusso dell’idea di Ankara di organizzare colloqui a cinque tra Russia, Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito sull’Ucraina. E che né la Russia, né gli Stati Uniti stanno lavorando per favorire un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Joe Biden a margine del vertice del G20 che si terrà in Indonesia.

Ore 16:08 - Mosca: liberati venti nostri soldati in nuovo scambio prigionieri

Il ministero della Difesa russo oggi ha annunciato che 20 soldati russi sono stati liberati in un nuovo scambio di prigionieri con l’Ucraina. In un comunicato si spiega che la liberazione è avvenuta dopo una serie di negoziati. I militari rilasciati riceveranno assistenza medica e psicologica dopo il rilascio, riferisce l’agenzia russa Interfax. «Saranno inviati in centri medici militari dove riceveranno cure e riabilitazione», conclude il comunicato.

Ore 16:10 - Zelensky: con Macron parlo via WhatsApp

In un’intervista al canale televisivo tedesco ZDF, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che utilizza WhatsApp per parlare con il suo omologo francese, Emmanuel Macron. «Macron mi dice sempre che posso chiamarlo su WhatsApp», ha affermato Zelensky aggiungendo che anche con altri leader occidentali comunica via smartphone, senza seguire il protocollo. «È una diplomazia iPhone», ha osservato Zelensky.

Ore 16:21 - Kiev, raid russi nell’ovest dell’Ucraina

Diverse esplosioni si sono verificate questo pomeriggio in alcune regioni dell’Ucraina occidentale, tra cui Leopoli e Ternopil. Lo riporta Unian, citando le autorità locali.

Il capo dell’amministrazione militare regionale della regione di Leopoli, Maxim Kozitsky, ha riferito che un attacco missilistico delle forze armate russe ha colpito un’infrastruttura militare ucraina. «Non ci sono state vittime - ha detto -, tre missili, due colpi, uno è stato abbattuto dalle nostre forze di difesa aerea».

Ore 16:30 - Lavrov: pronti a valutare proposte Usa se sono serie

«Nessuno si è rivolto alla parte russa con proposte serie specifiche» per colloqui sull’Ucraina, «ma se ce ne sono, Mossca è pronta a prenderle in considerazione». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov alla stampa. «Questo vale per qualsiasi contatto su qualsiasi argomento con i nostri ex partner occidentali», ha sottolineato Lavrov. Rispondendo a una domanda sulle prospettive dei negoziati tra Russia e Stati Uniti, anche a margine del prossimo vertice del G20, il ministro degli Esteri russo ha osservato: «Se arriva qualche segnale vedremo e poi decideremo se è serio o meno».

Ore 16:40 - Stoltenberg: l’uso di armi nucleari Nato estremamente remoto, ma aiuteremo l’Ucraina a combattere in inverno

«La Nato non è parte del conflitto ma continuerà a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario». Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, al termine della riunione dei ministri della Difesa della Nato. «L’Ucraina sta facendo buoni progressi sul campo di battaglia», ha detto Stoltenberg che ha «accolto con favore» gli annunci di nuovi aiuti militari da parte degli alleati.

«Le circostanze in cui la Nato potrebbe usare le armi nucleari sono estremamente remote», ha aggiunto Stoltenberg parlando di una possibile risposta dell’alleanza a un attacco della Russia in Ucraina e rispondendo indirettamente all’annuncio di Macron che la Francia non risponderebbe con le armi atomiche. «Non entrerò nel modo esatto in cui risponderemo» a un eventuale attacco nucleare da parte della Russia contro l’Ucraina «ma ovviamente questo cambierebbe radicalmente la natura del conflitto. Significherebbe che è stata superata una linea molto importante».

Ma in compenso visto che «l’inverno sta arrivando», il «compito» della Nato è consentire alle forze armate ucraine di «condurre operazioni significative anche durante l’inverno e continuare quindi a rifornirli di tutto, dal carburante all’abbigliamento invernale alle tende, sistemi di difesa, veicoli corazzati e artiglieria avanzata».

Ore 16:42 - Spagna: scenario uso nucleare da Putin è sul tavolo

«È uno scenario sul tavolo. È uno scenario che ovviamente speriamo non si realizzi. Ma in ogni caso, Putin deve sapere che non accetteremo alcun tipo di minaccia». Lo ha dichiarato la ministra spagnola della Difesa, Margarita Robles, a margine della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles. «Spero che questo scenario non si realizzi», ha insistito Robles. «Se ci fosse un qualche tipo di attacco nucleare, che ovviamente nessuno esclude, sarebbe terribile per tutti e quindi è uno scenario che non dovremmo considerare», ha evidenziato. Il ministro spagnolo ha però assicurato che «tutti i Paesi alleati» hanno dichiarato oggi che «non cederemo un istante alle minacce della Russia».

Ore 16:48 - Ue, congelati beni per 17,4 milioni a oligarchi russi

La task force «freeze and seize», «congela e sequestra», legata alle sanzioni sulla guerra in Ucraina «finora ha potuto congelare circa 17,4 milioni di euro in Unione europea». Lo ha detto il commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders nella conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri della Giustizia europea a Lussemburgo. Di tali importi «il 90% corrisponde a quanto sequestrato in sette Stati membri, quindi è importante che tutti gli Stati continuino ad attuare in maniera corretta le sanzioni e continuino a effettuare la loro rendicontazione alla Commissione e rispetto ai beni che sono stati congelati».

Ore 17:13 - Armi atomiche? Macron: la Francia non risponderebbe

(Stefano Montefiori) In un’intervista tv alla rete del servizio pubblico France 2, il presidente francese Emmanuel Macron ha affrontato mercoledì sera la questione della deterrenza nucleare, argomento di solito evitato perché, come ha spiegato lo stesso Macron, «meno se ne parla e più la deterrenza è credibile». Solo che pochi istanti dopo a Macron è stata posta una domanda specifica: se la Russia lanciasse bombe nucleari tattiche sull’Ucraina o altri Paesi della regione, la Francia farebbe ricorso al suo arsenale atomico? E lui ha risposto senza alcuna ambiguità: «La dottrina nucleare di deterrenza riposa sugli interessi fondamentali della nazione, che sono definiti in modo chiaro. Non è questo il caso di attacchi nucleari in Ucraina o nella regione». Insomma, Putin potrà lanciare bombe atomiche tattiche sull’Ucraina senza temere una risposta nucleare, almeno da parte della Francia. «Ai fini della deterrenza bisognava dirlo, adesso, e in questo modo? — si è chiesto su Twitter l’analista Bruno Tertrais, del think tank Fondation pour la recherche strategique —. Secondo me, la risposta giusta da parte di Macron sarebbe stata “non mi presterò a questo gioco (come faceva benissimo Mitterrand), e in ogni caso Putin deve sapere che perderebbe”». La frase di Macron potrebbe appunto avere vanificato almeno in parte il potere dissuasivo dell’arsenale nucleare francese.

Ore 17:42 - Santa Sede a Onu: «Porre fine alla follia della guerra»

Ricordando i reiterati inviti di Papa Francesco al «senso di umanità che dimora in ogni uomo» affinché si arrivi «a un immediato cessate il fuoco», il rappresentante della Santa Sede all’Onu ha menzionato anche gli «appelli diretti» per la fine della guerra rivolti da Francesco ai presidenti di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, nonché a tutti i protagonisti della vita internazionale e ai leader politici delle nazioni. In questo senso, secondo monsignor Caccia, riferisce l’Osservatore Romano, la risoluzione dell’Assemblea generale deve servire ad «affermare i principi del diritto internazionale e della Carta dell’Onu», in modo da «aprire una strada verso una soluzione giusta e pacifica», non per aggravare un conflitto «che ha già creato troppe vittime».

Ore 17:49 - Stoltenberg: «Remote le circostanze in cui potrebbe usare armi nucleari»

«Le circostanze in cui la Nato potrebbe usare le armi nucleari sono estremamente remote». Lo ha detto il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, al termine della riunione dei ministri della difesa aggiungendo che in ogni caso «anche l’uso di armi nucleari limitate» da parte della Russia «cambierebbe la natura della guerra in Ucraina e se ciò accadesse ci sarebbero serie conseguenze».

Il ministro degli esteri Ue Josep Borrell ha confermato che «siamo determinati ad aiutare Kiev in modo che possa affrontare ogni tipo di escalation da parte della Russia». Lunedì i ministri degli esteri dovrebbero approvare un aumento dei fondi per l’Ucraina per arrivare a 3 miliardi di euro.

Ore 17:54 - Kiev: «Mosca aiuterà residenti Kherson a evacuare»

Il governo della Russia ha deciso di organizzare l’assistenza per la partenza dei residenti della regione di Kherson verso altre regioni del Paese. Lo ha affermato il vice primo ministro Marat Khusnullin. Lo riporta Ria Novosti. «In connessione con l’appello del capo della regione di Kherson della Federazione Russa, Vladimir Vasilyevich Saldo, il governo ha deciso di organizzare l’assistenza per la partenza dei residenti della regione verso altre regioni del Paese», ha dichiarato.

Ore 18:10 - Ue: indagini su 3.200 crimini guerra, 176 sospetti

«Per ora la procura generale ucraina ha report su 37 mila casi e sono in corso indagini dedicate su 3.200 crimini di guerra. Ci sono diversi processi in corso, con 176 sospetti, e sono state emesse già nove condanne». Lo ha dichiarato il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, in conferenza stampa al termine del Consiglio Giustizia e Affari interni dell’Ue.

«Inoltre, lavoriamo con i Paesi membri. Ci sono 14 Stati membri che hanno iniziato le indagini ma non ancora i processi, quindi non so quante persone siano coinvolte. Ma sono 14 i Paesi membri che stanno portando avanti le indagini per la giurisdizione internazionale o per il coinvolgimento con casi nazionali, come ad esempio alcuni giornalisti uccisi in Ucraina», ha continuato Reynders. «E poi lavoriamo con la Corte penale internazionale e con la Corte dei diritti umani», ha spiegato il commissario.

 Ore 18:27 - Austin: «Gli alleati vadano oltre il 2% per spese in difesa»

Gli Stati Uniti non solo «si aspettano» che gli alleati spendano il 2% del Pil nella difesa ma che ora «vadano oltre», poiché bisogna investire nelle capacità di produzione e rimpiazzare ciò che è stato fornito all’Ucraina dai magazzini degli alleati. Lo ha detto il segretario della Difesa Usa Lloyd J. Austin III al termine della ministeriale Nato a Bruxelles.

Ore 18:52 - L’aeronautica di Kiev abbatte 4 missili russi Kalibr

L’Aeronautica ucraina ha rivendicato di aver abbattuto quattro missili da crociera russi Kalibr. Il Comando aereo occidentale dell’Ucraina ha dichiarato su Telegram che i russi «continuano ad attaccare i civili e a lanciare missili contro le infrastrutture critiche». I russi hanno preso di mira «strutture nella regione occidentale dal Mar Nero con missili da crociera Kalibr. Quattro missili da crociera sono stati distrutti».

Ore 19:29 - Letta: «Noi a manifestazioni di pace non equidistanti»

«Sono qui perché noi partecipiamo a tutte le manifestazioni che vogliono la fine della guerra e vogliono la pace e che non siano equidistanti. Tutte le manifestazioni che dicano con chiarezza c’è un aggredito che è il popolo ucraino e c’è un aggressore la Russia. Noi vogliamo che si arrivi alla fine della guerra e che si arrivi alla pace».

Così il segretario del Pd Enrico Letta arrivando al sit in per la pace organizzato a Roma nei pressi dell’ambasciata russa. «Stiamo partecipando senza mettere il cappello su iniziative degli altri e non è assolutamente nostra intenzione strumentalizzare niente e nessuno ma semplicemente rendere più forte l’urlo nei confronti della Russia perché cessi questa aggressione e l’invasione».

Ore 19:45 - «Raid ucraino su un deposito di munizioni a Belgorod»

Un raid ucraino ha fatto esplodere un deposito di munizioni nella regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina. Lo ha reso noto il governatore. In precedenza il sindaco del capoluogo Anton Ivanov aveva denunciato un attacco ucraino su un condominio.

Ore 19:34 - Bonino: «Putin va processato all’Aja come Milosevic»

«Putin deve essere trasferito e processato all’Aja, come accade per Milosevic e i massacratori della guerra in Jugoslavia. Per Saddam Hussein inventammo l’esilio. Non possiamo essere capaci solo di bombardare qualcuno per poi fuggire», lo ha detto l’esponente di Più Europa, Emma Bonino, al presidio per la pace in Ucraina in corso a Roma.

Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 13 ottobre 2022.

La conversazione tra i due russi sull’andamento della guerra – diffusa dagli ucraini e rilanciata nei canali di blogger militari ucraini dimostratisi fin qui più che affidabili – è una delle intercettazioni finite all’attenzione dei servizi occidentali. Un russo parla, e dall’altra parte del telefono risponde un soldato russo sul fronte di Kherson, nel sud dell’Ucraina, dove l’avanzata delle truppe di Kyiv è diventata sempre meno contenibile per i russi. 

Una telefonata che merita di essere riportata, nel giorno in cui altri report parlano di “sfondamento” in altri quattro villaggi dell’area settentrionale dell’oblast di Kherson. «Ho sentito che vi stanno di nuovo circondando, è vero, fratello?». «Ci stiamo ritirando, ogni altro giorno ci ritiriamo. Non c’è logistica, non c’è niente. Gli ucraini ci stanno distruggendo (dice l’equivalente di “fucking”)».

«Per quanti chilometri state arretrando». «Beh, per almeno quindici altri chilometri che abbiamo dato via ai “tedeschi”», dice il soldato (non si capisce da questa conversazione a cosa si riferisca con “tedeschi”. Forse alla convinzione dei russi, fin qui non verificata indipendentemente, che ci siano anche soldati non ucraini che combattono assieme all’esercito regolare). «So che siete circondati dalla direzione del Dnipro». «Sì, è così».

Proprio martedì scorso sir Jeremy Fleming, capo del GCHQ britannico, l’uomo che presiede a tutte le intercettazioni ambientali, digitali e telefoniche britanniche, si era concesso una valutazione molto precisa sullo stato delle truppe russe in Ucraina: «Le forze russe sono esauste. L'uso di prigionieri per rinforzare, e ora la mobilitazione di decine di migliaia di soldati di leva inesperti, parlano di una situazione disperata». Fleming ha anche spiegato che non risultano evidenze segnali, al momento, di manovre nucleari dei russi, e se queste manovre ci fossero, l’intelligence britannica è convinta che riuscirebbe ad accorgersene.

Adesso escono da fonte ucraina altre intercettazioni su soldati russi, che sembrano confermare la diagnosi sullo stato disastroso delle truppe russe anche al sud. La conversazione tra russi (diffusa dagli ucraini) prosegue così: «Ma che cos’è, una tattica? Perché fate così, Sanya? Io non capisco cazzo». «L’intera linea del fronte si sta ritirando. Ci stanno spingendo». «Ma in che modo?». «In tutti i modi, artiglieria, aviazione, ci stanno fottendo». «Ma scusa, noi non abbiamo artiglieria, aviazione? non capisco, cazzo». «Abbiamo, ma troppo poco. Non a sufficienza».

«A Severodonetsk stanno avanzando, qui dove sei tu stanno avanzando, ma che cazzo succede?». Il soldato russo risponde così: «Chi cazzo lo sa! Sono choccato anch’io. Non stiamo mangiando, non ci stiamo lavando, ci stiamo nascondendo in piante da foresta come dei barboni. Ieri abbiamo cambiato posizione due volte… con queste pale del cazzo… tutto quello che fai è scavare come una talpa». 

«Quando finisce il tuo contratto?». «Il 22 ottobre». «In questo caso sarai qui a Irkutsk il 5 novembre». Il soldato ride amaramente: «Sì, se sopravvivo». «Dimmi Sanya, ma se vi accerchiano come fate?». «Ci hanno accerchiato tre volte, ma siamo sempre riusciti ad arretrare ancora. Però rimaniamo sempre nella sacca». «Ma non avete abbastanza armi e veicoli? E soldati?». La risposta del soldato a contratto è lapidaria: «L’artiglieria ucraina ci sta sterminando». 

«Ma non abbiamo niente?». «Non abbastanza. Ci sparano continuamente addosso, e non riusciamo ad alzare nemmeno le teste. E’ come se ci sparassero addosso da tutte le direzioni. Carri armati, missili grad, “Uragans”, elicotteri, mortai, howitzer, qualunque cosa. I loro howitzer ci stanno massacrando così duro che mezza foresta salta su. Per salvarsi la gente abbandona di tutto, Ags, mitragliatrici, e vaffanculo».

L’interlocutore è quasi più sconvolto del soldato al fronte: «Chi, cazzo, fa questo?». «I nostri». «I nostri?!? Abbandonano e scappano?». «Certo». La conclusione è lapidaria: «Che inferno del cazzo». 

(ANSA il 13 ottobre 2022) - "Mi merito una seconda opportunità, sono pentita di tutto quello che ho fatto, non commetterei gli stessi errori, spero di dimostrarlo agli americani". Lo ha detto alla Cnn la finta ereditiera russa Anna Sorokin, nella sua prima intervista televisiva a pochi giorni dall'uscita di prigione. La sua storia incredibile ha ispirato l'apprezzata serie Netflix 'Inventing Anna', suscitando anche polemiche per quella che alcuni hanno giudicato una rappresentazione troppo edulcorata di una criminale. 

"Non ho l'accento che mi hanno affibbiato nella serie tv", ha detto la 31enne che ha truffato molti vip a New York rubando da banche e conoscenti oltre 200.000 dollari. Sorokin ha lasciato il carcere dopo aver pagato una cauzione da 10.000 dollari, ma rimane sotto la supervisione delle autorità per l'immigrazione americane e deve restare ai domiciliari nel suo appartamento di New York, indossare alla caviglia il braccialetto elettronico e non usare gli amati social network che tanto hanno contribuito alla creazione del suo personaggio.

Ucraina Russia, news sulla guerra del 14 ottobre.  Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini e Paolo Foschi su Il Corriere della Sera il 14 Ottobre 2022

Le notizie di venerdì 14 ottobre. Il presidente russo ha dichiarato che la mobilitazione sarà completata in due settimane e le donne sono escluse. Kiev: Mosca ha esaurito i due terzi dei suoi missili ad alta precisione 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 233esimo giorno.

• L’Assemblea dell’Onu ha adottato una risoluzione che condanna la «tentata annessione illegale» della Russia di 4 regioni ucraine.

• Il Fmi ha stimato che serviranno circa 3-4 miliardi di dollari al mese per finanziare l’Ucraina nel 2023.

• Cremlino: «L’offensiva continua ma siamo aperti al dialogo».

• Stoltenberg: «L’uso di armi nucleari Nato è estremamente remoto, ma aiuteremo l’Ucraina a combattere in inverno».

• La via «privata» delle armi in Ucraina: così gli Usa aggirano la burocrazia e assistono la resistenza.

Ore 02:08 - La SpaceX di Elon Musk: costi insostenibili per il servizio di comunicazione

Elon Musk avvisa che non è più in grado di sostenere i costi della cruciale rete di comunicazione garantita dai circa 20 mila terminali satellitari Starlink donati all’Ucraina e in settembre ha avvisato con una lettera il Pentagono che potrebbe mettere fine al servizio se la difesa Usa non si farà carico degli oneri per decine di milioni di dollari al mese. Lo riporta la Cnn. L’imprenditore miliardario ha fatto sapere che finora la sua SpaceX ha speso 80 milioni di dollari e che i costi potrebbero superare i 120 milioni entro fine anno e i 400 nei successivi 12 mesi.

Ore 04:47 - Putin-Erdogan, nasce l’asse sul gas. Un hub in Turchia

Ad Astana, dove si sono incontrati il presidente russo Putin e il leader turco Erdogan, nasce un asse sul gas e non si parla di pace in Ucraina. In Europa passa la linea tedesca e il price cap per ora non è in agenda dell’Ue, mentre prosegue l’offensiva russa. In serata incontro tra il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, il vicepresidente della commissione europea Valdis Dombravskis e il segretario al Tesoro americano Janet Yellen. Gentiloni esorta: «siamo uniti, lavoriamo su price cap». Intanto già si pensa alla ricostruzione. Draghi incontra Macron per una visita personale. Tra i temi sul tavolo Ucraina, energia e andamento economico.

Ore 04:49 - L’Ucraina celebra la giornata dei difensori in Ucraina

Oggi l’Ucraina celebra la Giornata dei difensori «dai tempi antichi ai giorni nostri» e il presidente Zelensky esorta, nel 233/o giorno di guerra, a dare ascolto ai segnali di allarme aereo, soprattutto in questa ricorrenza. Intanto dai Paesi baltici arriva un nuovo pacchetto di aiuti. Ieri bombardamenti su Mykolaiv, tratto in salvo un bimbo per 6 ore sotto le macerie. A Belgorod un condominio è stato colpito da un attacco ucraino. I filorussi chiedono aiuto a Mosca per evacuare i civili da Kherson.

Ore 04:51 - Aumentano i territori ucraini liberati dall’occupazione russa

Oltre 600 insediamenti sarebbero stati liberati dall’esercito ucraino nell’ultimo mese, di cui 502 nella regione di Kharkiv, 75 nella regione di Kherson, 43 nella regione di Donetsk e 7 nella regione di Luhansk. Lo afferma il ministero di Kiev per la reintegrazione dei territori occupati dai russi. «L’area dei territori ucraini liberati è aumentata in modo significativo», ha affermato il ministero in una dichiarazione sul suo sito web.

Ore 08:08 - Causa a TotalEnergies per “crimini di guerra” in Ucraina

In Francia due Ong hanno fatto causa al colosso francese dell’energia TotalEnergies per presunta «complicità in crimini di guerra», con l’accusa di aver contribuito a rifornire di carburante aerei militari russi che bombardano l’Ucraina. Lo fa sapere una fonte vicina al dossier. Le due associazioni, Darwin Climax Coalition, con base in Francia, e Razom We Stand hanno presentato causa alla procura antiterrorismo francese, che è l’organismo giudiziario incaricato delle indagini sui crimini di guerra

Ore 08:09 - Kiev, in un mese liberati da russi 600 insediamenti

Oltre 600 insediamenti sarebbero stati liberati dall’esercito ucraino nell’ultimo mese, di cui 502 nella regione di Kharkiv, 75 nella regione di Kherson, 43 nella regione di Donetsk e 7 nella regione di Luhansk. Lo afferma il ministero di Kiev per la reintegrazione dei territori occupati dai russi. «L’area dei territori ucraini liberati è aumentata in modo significativo», ha affermato il ministero in una dichiarazione sul suo sito web.

Ore 08:12 - Musk: «Starlink insostenibile, paghi il Pentagono»

Elon Musk avvisa che non è più in grado di sostenere i costi della cruciale rete di comunicazione garantita dai circa 20 mila terminali satellitari Starlink donati all’Ucraina e in settembre ha avvisato con una lettera il Pentagono che potrebbe mettere fine al servizio se la difesa Usa non si farà carico degli oneri per decine di milioni di dollari al mese. Lo riporta la Cnn. L’imprenditore miliardario ha fatto sapere che finora la sua SpaceX ha speso 80 milioni di dollari e che i costi potrebbero superare i 120 milioni entro fine anno e i 400 nei successivi 12 mesi.

Ore 09:04 - Danone, stop attività Russia, svalutazione da 1 mld

La Danone ha annunciato di aver iniziato la cessione del controllo delle sue attività in Russia (Edp). Lo annuncia il gruppo francese in una nota secondo cui l'operazione comporta una svalutazione nel bilancio fino a 1 miliardo di euro. Le attività locali, nei primi 9 mesi dell'anno, hanno rappresentato il 5% delle vendite nette di Danone.

Il colosso dell’agroindustria francese Danone ha annunciato che intende disinvestire dalla sua unità «latticini e prodotti a base vegetale» in Russia, che costituisce la maggior parte del suon business nel paese, mantenendo solo il suo ramo di nutrizione infantile. «Danone annuncia oggi la sua decisione di avviare il processo di trasferimento del controllo delle sue attività essential dairy and plant-based (edp) alla Russia», spiega il gruppo, una delle poche multinazionali rimaste in Russia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca.

Il gruppo non ha annunciato quando potrebbe eventualmente riprendere le sue attività russe nel ramo di prodotti lattiero-caseari e vegetali. Danone manterrà comunque le attività del ramo «nutrizione specializzata», che produce in particolare latte per l’infanzia (Ble’dina, Aptamil). Da gennaio 2022, l’attività nel settore edp in Russia «ha rappresentato circa il 5% dei ricavi consolidati di Danone». L’operazione potrebbe «comportare un deprezzamento fino a 1 miliardo di euro», nei suoi conti, secondo il gruppo.

Ore 09:51 - Metsola: «So che non vi arrenderete, neanche noi»

«L'Ucraina conta su di noi. Il nostro sostegno non deve fermarsi qui. Oggi, in occasione della Giornata del Difensore dell'Ucraina, ringrazio tutti i coraggiosi uomini e donne ucraini che difendono e proteggono i nostri valori: libertà, democrazia, uguaglianza e stato di diritto. So che non vi arrenderete. Nemmeno noi». Lo scrive su Twitter la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Ore 09:53 - Aiea: «Progressi per creazione zona protezione Zaporizhzhia»

Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, ha dichiarato oggi che sono stati compiuti progressi nella creazione di una zona di protezione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. «Ci avviciniamo all'istituzione di una zona di protezione per la centrale nucleare di Zaporizhzhia: la situazione dell'impianto è insostenibile e abbiamo bisogno di un'azione immediata per proteggerla», ha scritto Grossi su Twitter. Grossi ha detto di essere arrivato in Polonia dopo un'intensa settimana di consultazioni con Russia e Ucraina. Il direttore dell'Aiea ha visitato Kiev la scorsa settimana per consultazioni sulla creazione di una zona di protezione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Martedì ha anche incontrato il presidente russo Vladimir Putin a San Pietroburgo.

Ore 10:02 - Zelensky: «Vincere per avere la libertà»

«Gratitudine a tutti coloro che hanno combattuto per l'Ucraina in passato, e a tutti coloro che stanno combattendo ora. A tutti coloro che hanno vinto allora e a tutti quelli che vinceranno sicuramente adesso. Vincere in modo tale da coronare con successo la lotta di molte generazioni della nostra gente. Gente che ha sempre desiderato più di tutto una cosa: la libertà, per sé e per i propri figli». È il messaggio diffuso dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella Giornata dei Difensori.

Ore 11:35 - Unesco, 18 mln dollari per aiuti a scuole e cultura

Oltre 18 milioni di dollari sono stati raccolti dall'Unesco per l'Ucraina dove la guerra, secondo un bilancio stilato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite, ha causato danni a oltre 2600 istituti scolastici, di cui 300 sono andati distrutti, a 201 siti culturali tra cui 86 edifici religiosi, 13 musei, 37 edifici storici, 37 centri culturali, 18 monumenti e 10 biblioteche. Dall'inizio del conflitto, l'Unesco ha messo in campo misure di emergenza per l'Ucraina come parte del suo mandato per l'istruzione, la cultura, la scienza, l'informazione e la comunicazione. I 18 milioni di dollari raccolti sono serviti a fornire attrezzature per proteggere musei e opere d'arte all'aperto, alla distribuzione di 50.000 computer per insegnanti ucraini e alla fornitura per la protezione dei giornalisti che operano sul campo di oltre 600 set di giubbotti antiproiettile e caschi.

Nelle ultime settimane, l'Unesco ha esteso il suo sostegno a Odessa, contribuendo al finanziamento per la riparazione dei danni inflitti dall'inizio della guerra al Museo di Belle Arti e al Museo di Arte Moderna di Odessa. Qui l'Unesco si è assunto l'onere di assumere personale aggiuntivo dedicato alla protezione delle collezioni. Sono state inoltre digitalizzate 1.000 opere d'arte presenti nonché il fondo documentario dell'Archivio di Stato di Odessa. Infine, all'Assessorato alla Cultura, Religione e Tutela dei Beni Architettonici sarà consegnata dall'Unesco l'attrezzatura per la tutela in situ dei beni culturali come pannelli protettivi, sacchi di sabbia, estintori, tessuti ignifughi o anche maschere antigas .

Ore 11:35 - Zelenska, le 41 mila donne al fronte «vere combattenti»

«Una donna in uniforme. Forse non la conosci personalmente, ma non riesci a distogliere lo sguardo da lei. Perché dietro questa divisa c'è la scelta più importante della vita. Forse indossa l'uniforme dal 2014. O forse l'ha indossata lei dopo l'invasione russa su vasta scala. Potrebbe essere un militare professionista, o forse un'insegnante che è venuta in difesa dei suoi cari». Lo scrive in un post la First Lady dell'Ucraina in occasione della Giornata dei difensori dell'Ucraina. «Dopo le battaglie più accese, scrive alla sua famiglia e ai suoi cari che va tutto bene e che presto staranno insieme. Comanda l'artiglieria o fa volare il drone. Oppure lavora - ricorda la First lady ucraina secondo quanto riporta l'Unian. affinché questa artiglieria e droni, cibo e medicine siano nelle nostre esercito in tempo. È una combattente in tutto, in quello che sta facendo. Difende perché ama». Zelenska ha ricordato che «più di 41mila donne sono attualmente nell'esercito, di cui oltre 8mila ufficiali. Altri 18.000 sono quelli che lavorano nel sistema dell'esercito per mantenerlo in funzione: «Grazie, difensori! E inchinatevi a tutti i difensori! Le nostre eroine ed eroi, noi e le vostre famiglie abbiamo davvero bisogno di voi vivo e illeso. Ci abbracciamo tutti, per ogni giorno della nostra vita», conclude.

Ore 11:37 - Kiev, attacco missilistico russo su Zaporizhzhia

I russi hanno lanciato un attacco missilistico sulla citto' di Zaporizhzhia e in uno dei distretti è scoppiato un incendio. Lo riportano i media ucraini, citando Oleksandr Starukh, capo dell'amministrazione militare regionale che lo ha scritto su Telegram. In città è suonata una sirena a segnalare il raid aereo e si sono udite potenti esplosioni. In uno dei distretti è scoppiato un incendio, sul posto sono al lavoro servizi specializzati. A Zaporizhzhia si stanno ancora sgomberando le macerie dell'edificio civile attaccato lo scorso 9 ottobre. Secondo gli ultimi dati, il bilancio delle vittime dell'attacco è già salito a 12.

Ore 11:36 - Onu, in Ucraina russi usano stupri come strategia militare

In Ucraina gli invasori russi stanno utilizzando gli stupri come «strategia militare» e come «tattica deliberata per disumanizzare le vittime»: questa l'accusa mossa dalla rappresentante speciale delle Nazioni Unite Pramila Patten, che denuncia «casi orribili e violenze brutali».

Ore 12:03 - Financial Times: «Kiev potrebbe liberare Kherson la prossima settimana»

«Funzionari militari occidentali stimano che l’Ucraina potrebbe portare Kherson al Dnipro già la prossima settimana». Lo scrive il Financial Times in un articolo in cui si ricorda sia l’appello lanciato ieri dai filorussi a Mosca per evacuare i civili sia l’annuncio del comando operativo meridionale dell’Ucraina che, nei giorni scorsi, ha dichiarato di aver liberato altri cinque insediamenti nella regione. «Le forze ucraine hanno sfondato le linee del fronte russo a Kherson all’inizio del mese, ha riconosciuto all’epoca il ministero della Difesa russo, segnando la più grande avanzata dell’Ucraina nel sud da quando l’invasione su vasta scala di Mosca è iniziata a febbraio. Da allora, Kiev ha riconquistato un territorio significativo a ovest del Dnipro», aggiunge il quotidiano.

Ore 12:15 - Lukashenko: «Al via dispiegamento truppe con Mosca»

Il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko, ha annunciato che, «a causa dell’aggravarsi della situazione lungo i confini del Paese» è stato dichiarato «lo stato di accresciuta minaccia terroristica» e, di conseguenza, ha aggiunto, «abbiamo avviato le procedure» per uno schieramento congiunto di truppe con la Russia. Lo riporta l’agenzia Belta. Lo stato di accresciuta minaccia terroristica, ha affermato Lukashenko da Astana, «è stato introdotto a causa dell’aggravarsi della situazione lungo il perimetro dei nostri confini. Era stato stabilito molto tempo fa. Per questo abbiamo avviato le procedure schierando il gruppo di forze dello Stato dell’Unione. Ho già detto che l’esercito bielorusso compone la parte principale ed è integrato da unità della Federazione Russa. Procede tutto secondo i piani». Lunedì Lukashenko ha accusato l’Ucraina di preparare un attacco al suo territorio spiegando che per tale motivo Minsk schiererà sue truppe insieme con altre russe. «Per l’aggravarsi della situazione alle frontiere occidentali dell’Unione (russa-bielorussa), abbiamo convenuto di dispiegare unità regionali della Federazione Russa e della Repubblica bielorussa», ha detto il capo dello Stato bielorusso.

Ore 12:17 - Papa: «Non cediamo al ricatto della guerra ma lavoriamo per la pace»

«Con questo stile creativo di stupore e semplicità, voi potete dare il vostro contributo alla causa della pace, che è il grande dono che Dio ha voluto fare al mondo con la nascita del suo Figlio. In questi mesi è andato crescendo in Europa e nel mondo il fragore della guerra. Non cediamo a questo ricatto, per favore! Non cadiamo in questa trappola! Continuiamo a sognare la pace e a lavorare per la pace, spargendo semi di fraternità e di amicizia sociale». Così Papa Francesco che stamattina ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti al Christmas Contest, promosso dalla Fondazione Pontificia Gravissimum Educationis, in collaborazione con l’Associazione Ausilia.

Ore 12:22 - Landini: «Fermare la guerra e costruire la pace è l’obiettivo comune»

Come sindacati «scenderemo in piazza per dire con chiarezza che bisogna fermare la guerra, che bisogna fermare Putin, e che ricostruire la pace deve diventare un obiettivo di tutto il Paese e di tutti i lavoratori come elemento fondamentale. Credo che questi siano impegni molto importanti che ci dicono del ruolo e della forza che il movimento sindacale può giocare ma allo stesso tempo ci dicono che non possiamo stare a guardare e dobbiamo fino in fondo svolgere la nostra parte». Così, in un passaggio del suo intervento al Congresso nazionale della Uil, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.

Ore 13:19 - Consigliere Kherson: non è evacuazione dei russi ma deportazione

Un membro ucraino del consiglio regionale di Kherson ha condannato l’«evacuazione» della città occupata da parte della Russia, affermando che si tratta in realtà di una «deportazione». E ha affermato che si tratta di un’evacuazione per i “collaborazionisti”, esortando i residenti a recarsi nel territorio controllato dall’Ucraina. Gli sfollati della regione meridionale ucraina di Kherson dovrebbero iniziare ad arrivare in Russia oggi, dopo che un funzionario filorusso ieri ha suggerito ai residenti di partire per ragioni di sicurezza.

Ore 13:31 - Mosca, distrutto deposito armi occidentali, anche Himars

Il ministero della Difesa russo ha reso noto di aver distrutto un deposito di armi occidentali nella regione di Leopoli. Lo riporta Interfax. Nell’attacco, avvenuto tramite un missile balistico, sarebbero stati colpiti anche due sistemi lanciarazzi multipli Himars.

Ore 13:48 - Lukashenko: «La Russia ce la farà senza armi nucleari»

«La Russia ha i più moderni tipi di armi e resisterà in Ucraina senza armi nucleari. Lo ha detto il presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, in una intervista a Nbc News. Aggiungendo: «Alcuni giorni fa, quando ha lanciato attacchi di precisione contro l’Ucraina in risposta all’attacco al ponte della Crimea, Mosca ha dimostrato la sua forza. La Russia ha, lo so per certo, il più moderni tipi di armi. E non ha bisogno di usa armi nucleari. La Russia ce la farà senza armi nucleari».

Ore 13:58 - Kiev: da Usa e Germania i primi sistemi antiaerei entro ottobre

I primi sistemi missilistici antiaerei Nasams per la difesa aerea saranno consegnati dagli Usa all’Ucraina già questo mese. Lo ha affermato il ministro della Difesa Oleksiy Reznikov, secondo quanto riporta l’agenzia Unian. «C’è una decisione degli Stati Uniti di fornirci il ben noto sistema Nasams, le prime installazioni. Anche i nostri specialisti sono in fase di formazione. Saranno consegnati questo mese», ha affermato Reznikov spiegando che sono in arrivo, sempre entro ottobre, anche i sistemi di difesa aerea tedeschi IRIS-T.

Ore 14:41 - «La Russia ha esaurito due terzi dei missili ad alta precisione»

Secondo il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov , «la Russia ha già esaurito più di due terzi delle sue scorte di missili ad alta precisione». Lo riporta Unian.

Ore 14:48 - Putin: «Siamo aperti ai colloqui con l’Ucraina»

Vladimir Putin, nel corso del vertice euroasiatico in corso ad Astana, ha confermato che la Russia è aperta alla prospettiva di colloqui con l’Ucraina. Lo riferisce la Tass.

Ore 15:01 - Putin: «La mobilitazione parziale finirà entro due settimane»

Nel corso della conferenza stampa ad Artana Putin ha detto: «La mobilitazione parziale finirà presto», verrà «completata entro due settimane: 222mila riservisti sono stati mobilitati su 300mila». E ha aggiunto che «la qualità della mobilitazione va migliorata» e che «tutti i mobilitati devono essere formati».

Ore 15:08 - Fonti Ue, missione addestramento ucraini da metà novembre

L’obiettivo dell’Unione europea è rendere operativa la missione di addestramento dei soldati ucraini «a partire da metà novembre». Lo rende noto una fonte Ue. I dettagli su quanti Paesi parteciperanno e sugli altri aspetti logistici della missione saranno decisi lunedì alla riunione dei ministri degli Esteri che si terrà a Lussemburgo. Nel corso della stessa riunione, verrà dato il via libera al sesto pacchetto di aiuti militari dal valore di 500 milioni di euro, portando il totale a 3 miliardi.

Ore 15:13 - Putin: invio truppe Nato in Ucraina causerebbe catastrofe

«L’invio di truppe della Nato in Ucraina per un confronto diretto con l’esercito russo sarebbe molto pericoloso e potrebbe causare una catastrofe globale». È il monito del presidente russo, Vladimir Putin, parlando con i giornalisti al termine del vertice euroasiatico di Astana. Lo riferiscono le agenzie russe.

Ore 15:24 - Putin: non mi pento, ci muoviamo nel modo giusto in Ucraina

Il presidente russo Vladimir Putin ha risposto di «no» quando i giornalisti gli hanno chiesto se si rammaricasse di qualcosa per il conflitto in Ucraina. Lo riporta l’agenzia Interfax. «Voglio chiarire. Quello che sta accadendo oggi è, per usare un eufemismo, spiacevole, ma avremmo avuto la stessa cosa un po’ più tardi, solo in condizioni peggiori per noi. Quindi stiamo agendo in modo corretto e tempestivo», ha dichiarato Putin, che a febbraio ha ordinato l’invasione dell’Ucraina scatenando un conflitto nel quale hanno perso la vita decine di migliaia di persone. In Ucraina «stiamo facendo tutto bene». Ha poi precisato che «ora non c’è bisogno di attacchi massicci».

Ore 15:51 - Mosca: «Le donne escluse dalla mobilitazione»

«Tutte le donne, senza nessuna esclusione, non sono soggette alla mobilitazione parziale. Niente di questo è pianificato». Lo spiega il ministero della Difesa russo. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 16:26 - Medvedev: avviare produzione di droni su larga scala

Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale della Russia, ha invitato alla «produzione su larga scala di vari tipi di droni» definendo questa operazione una «necessità urgente» per la Federazione. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 17:09 - Cittadino russo arrestato in Norvegia con droni, foto e video

Un cittadino russo trovato in possesso di due droni e una gran quantità di foto e video è stato arrestato mentre cercava di fare ritorno nel suo Paese. Lo ha annunciato la giustizia norvegese che ha reso noto di aver arrestato Vitali Rustanov, 50 anni, al valico di frontiera di Storskog, l’unico punto di passaggio tra Norvegia e Russia, mentre tentava di tornare in Russia con due droni e apparecchiature di archiviazione digitale. Dopo gli attentati ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 la Norvegia, principale fornitore di gas dell’Europa, ha rafforzato la sicurezza intorno ai suoi impianti di petrolio e gas.

Un giudice del tribunale di Vadso ha deciso per la misura della custodia cautelare per due settimane accogliendo le richieste della polizia. Rustanov, in Norvegia da agosto, ha ammesso di aver pilotato i droni «in tutto il Paese» ma ha respinto ogni accusa di spionaggio e spiegato di non essere a conoscenza dei divieti. La polizia gli ha trovato addosso 4 terabyte di foto e video, alcuni dei quali crittografati. Voli di droni sono stati segnalati nelle ultime settimane vicino agli impianti energetici della Norvegia, comprese le piattaforme petrolifere offshore.

Ore 17:12 - Usa: nuovo invio di armi, non ci sono sistemi di difesa aerea

La notizia, comunicata oggi da Kiev, che l’Ucraina avrebbe ricevuto i sistemi antiaerei dagli Stati Uniti è stata smentita dagli americani. Nel prossimo pacchetto di armi Usa non ci sono «nuove capacità significative o nuovi sistemi di difesa anti-aerea» per respingere gli attacchi missilistici russi. Lo riferiscono fonti dell’amministrazione all’agenzia Reuters. Il pacchetto, da 725 milioni di dollari, conterrà tuttavia «armi e sistemi» per aiutare l’Ucraina nella «controffensiva che ha portato alla riconquista di vaste parte di territorio» da parte delle forze di Kiev.

Ore 17:25 - Sottomarino russo avvistato al largo della Bretagna

Un sottomarino russo è stato avvistato al largo della Bretagna, sulla costa francese, ed stato scortato dalla marina francese in acque internazionali. Lo riporta l’emittente francese Bfm tv, precisando che l’episodio è accaduto il 29 settembre. Il sottomarino Novorosssiysk è stato intercettato a un centinaio di chilometri dalla costa francese mentre si muoveva in superficie insieme al rimorchiatore russo Sergey Balk. Il fatto che il sottomarino si muovesse in superficie «nel contesto della guerra e delle tensioni generate intorno all’Ucraina assume un significato del tutto particolare», ha detto Olivier Lebas, prefetto marittimo dell’Atlantico e comandante della zona marittima atlantica, su Telegram .

Ore 17:50 - Fmi: non è vero che la Russia uscirà da recessione profonda

Annunciando «rischi sulla crescita» in Ue, a causa della guerra e della crisi energetica, Alfred Kammer, direttore del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, ha anche sottolineato che «la Russia non uscirà dalla recessione». Precisando: «In Russia quest’anno e il prossimo ci sarà crescita negativa, e nel 2023 il Pil sarà inferiore del 10% a quanto ci aspettavamo prima della guerra, dunque siamo in una recessione profonda». Differente è la situazione europea. «Lo scenario per l’Europa — ha affermato Kammer — vede una crescita inferiore, non una profonda recessione».

Ore 18:32 - Russia, appena mobilitati e già morti: i primi coscritti caduti

La mobilitazione è stata annunciata da Putin il 21 settembre e già arrivano le notizie di primi coscritti morti al fronte, mandati a combattere con poco o nessun addestramento. A scriverlo è Moscow Times, che racconta le storie di uomini come Andrey Nikiforov, avvocato di San Pietroburgo richiamato il 25 settembre e morto il 7 ottobre nei combattimenti vicino alla città ucraina occupata di Lysychansk. I media locali di Krasnoyarsk riportano oggi la morte di tre uomini di questa regione siberiana, di 32, 40 e 42 anni. Sono caduti in Ucraina l’8 ottobre, dieci giorni dopo essere stati mobilitati. Nella regione dei monti Urali di Chelyabinsk, le autorità hanno confermato la morte di cinque uomini del distretto di Korkino, appena mobilitati. La notizia ha provocato rabbia sui social perché evidenzia come siano stati mandati allo sbaraglio, senza addestramento. E c’è molta angoscia fra i parenti dei soldati, perché non sono stati resi noti i nomi dei cinque defunti.

Il sito Meduza riferisce della morte di Aleksey Martynov, capo di un dipartimento del governatorato di Mosca. Secondo Natalya Loseva, vicedirettore editoriale del canale Rt, emittente legata al Cremlino, Martynov aveva 28 anni ed era stato mobilitato il 23 settembre. È deceduto il 10 ottobre. «Non aveva esperienza di combattimento. È stato mandato al fronte in pochi giorni», ha scritto Loseva su Telegram. Secondo il bollettino giornaliero delle forze armate ucraine, dall’inizio dell’invasione sono stati uccisi 64.300 soldati russi, 500 dei quali nella sola giornata di ieri.

Ore 19:12 - Elon Musk chiede al Pentagono di finanziare la rete satellitare per Kiev

(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) Elon Musk è sempre al centro delle notizie. Secondo rivelazioni della Cnn, l’uomo più ricco del mondo ha chiesto al Pentagono di finanziare il gigantesco network satellitare che ha organizzato in supporto all’Ucraina: al momento è composto da circa 20 mila satelliti Starlink che garantiscono la connessione internet alla popolazione e all’esercito di Zelensky, una rete che si è rivelata formidabile per garantire le informazioni sul terreno alle unità della resistenza. Ai satelliti prodotti da SpaceX sono infatti affidate le comunicazioni dei militari ucraini, che li usano per trasmettere le immagini dei droni da ricognizione, per correggere il tiro d’artiglieria, o anche soltanto per chiamare a casa la famiglia: se smettessero di funzionare, l’Armata russa potrebbe trarne un enorme vantaggio. Non a caso, all’inizio dell’invasione, i russi avevano colpito la rete telefonica sul fronte orientale e meridionale, e Musk aveva riposto rapidamente alla richiesta d’aiuto giunta via Twitter dal ministro della Trasformazione digitale ucraino Mykhailo Fedorov.

Ore 19:21 - Attacco a Belgorod in Russia, a fuoco impianto elettrico

Nella città russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, c'è stato un nuovo attacco ucraino ed è andata a fuoco una centrale elettrica. «Si sono sentite esplosioni in alcune aree e dopo il bombardamento una sottostazione da 110 kW ha preso fuoco e l'elettricità è venuta meno in una parte della città», afferma il governatore della regione di Belgorod della Federazione Russa, Vyacheslav Gladkov, come riporta Ukrainska Pravda.

Ore 00:21 - Zaporozhzhia, nuovi attacchi russi con droni kamikaze

Il segretario del consiglio comunale di Zaporozhzhia Anatoly Kurtev ha affermato che i russi hanno attaccato in serata la città con droni kamikaze, provocando danni alle infrastrutture. Lo riporta Ukrainska Pravda. Kurtev ha specificato che le strutture infrastrutturali sono state danneggiate a seguito dell’ un attacco e un incendio è scoppiato nel luogo dell’atterraggio.

Ore 00:23 - Russia, anche la portavoce di Navalny nella blacklist degli «agenti stranieri»

Il ministero della Giustizia russo ha inserito altri giornalisti e oppositori nella lista degli «agenti stranieri», la black list di cui il Cremlino si serve per prendere di mira enti e persone scomodi per il potere. Lo riporta la testata online Meduza, secondo cui il regime ha bollato come «agenti stranieri» il critico cinematografico Anton Dolin; Kira Yarmish, la portavoce dell’oppositore russo Navalny detenuto per motivi politici; il direttore della tv «Dozhd» Tikhon Dzaydko e altre persone. L’inserimento nell’elenco degli «agenti stranieri» impone un severo controllo amministrativo e obbliga a presentarsi con questa etichetta, cosa che ha di fatto costretto diversi enti alla chiusura. A giugno la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato la Russia per aver promulgato nel 2012 la legge sugli «agenti stranieri» affermando che questa viola il diritto alla libertà d’associazione e quello alla libertà d’espressione. La Russia di Putin ha inasprito la repressione contro l’opposizione prendendo di mira dissidenti, giornali indipendenti, attivisti. Una nuova legge «bavaglio» prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull’esercito che dovessero essere ritenute «false» dalle autorità, vietando di fatto di criticare la cosiddetta «operazione speciale» in Ucraina.

Ore 00:35 - La Nobel Shirin Ebadi: armi usate dalla Russia sono iraniane

«Qualunque cosa accada in ogni parte del mondo lascia il segno anche altrove. Voglio solo dire una cosa: le armi che ha Putin, quelle armi usate dai russi per attaccare l’Ucraina come i droni, sono armi iraniane. Sono stati gli iraniani a consegnarle a Putin. I russi e gli iraniani sono amici e complici nell’uccidere le persone». Lo ha detto a Sky Tg24 Shirin Ebadi, iraniana, premio Nobel per la pace 2003, intervistata nel corso di Sky Tg24 Live In Firenze.

Ore 01:05 - Usa: 260mila bambini ucraini portati in Russia o in zone remote

«Da varie fonti, incluso il governo russo, risulta che le autorità russe hanno portato via dalle loro case 260 mila bambini e li hanno trasferiti in Russia, spesso in regioni remote». Lo ha confermato un portavoce del dipartimento di Stato americano, parlando della situazione in Ucraina nel corso del briefing quotidiano con i giornalisti

Ore 01:47 - Usa, nuovo invio di armi per le truppe dell’Ucraina

Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti in armi all’Ucraina da 725 milioni di dollari. Lo riferisce il Pentagono in una nota. Nelle nuove forniture militari non ci sono i sistemi anti-missile chiesti da Kiev. Il nuovo pacchetto di aiuti include munizioni per i sistemi di artiglieria Himars a lungo raggio, comprensivi di 23 mila pezzi di artiglieria da 155 millimetri e 500 pezzi di artiglieria di precisione guidata.

Ore 02:59 - Arabia Saudita, aiuti umanitari all’Ucraina per 400 milioni di dollari

L’Arabia Saudita annuncia aiuti umanitari da 400 milioni di dollari per l’Ucraina: lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale saudita SPA.

Ore 03:27 - Gli sfollati del Kherson occupato temono la deportazione

(Dall’inviato Lorenzo Cremonesi) Progetto umanitario per salvare la gente dalle bombe o trasferimento forzato dei civili? È polemica aperta tra Mosca e Kiev sulla proposta di spostare in Russia una parte cospicua della popolazione residente nel Kherson occupato e sempre più investito dall’offensiva ucraina nel settore meridionale. 

«A noi sembra l’ennesimo imbroglio russo che alla prova dei fatti non porterà a nulla, ma che intanto serve a perseguitare la maggioranza della nostra gente decisa a resistere all’invasione e al tentativo di Putin di annetterci», raccontano gli sfollati del Kherson incontrati nei centri di assistenza qui a Zaporizhzhia. 

Per il momento i contorni del piano restano incerti. L’unico elemento evidente è che, a solo due settimane dalla scelta di Putin di annettere la regione del Kherson (oltre a quelle di Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk) alla «madre Russia», le autorità di Mosca paiono non più in grado di garantire l’incolumità dei loro «nuovi cittadini», mentre l’esercito ucraino continua a posizionarsi per liberare nuove province.

Ore 03:41 - Putin non è più isolato di 7 mesi fa (e cosa potrebbe cambiare tutto)

(Federico Rampini) A parte l’Occidente e i suoi alleati, nel resto del mondo Vladimir Putin non è più isolato oggi di quanto lo fosse quando lanciò l’aggressione contro l’Ucraina. Ha perso due voti su 193, un’inezia, nel concerto delle nazioni. Che ci piaccia o no, questo è il verdetto dell’ultimo voto alle Nazioni Unite. Un’ampia maggioranza di governi condanna il suo operato, ma la minoranza che si rifiuta di prendere posizione non si sposta. Includendo Cina e India, questa minoranza di governi rappresenta metà della popolazione del globo. Inoltre anche tra coloro che formalmente condannano le azioni della Russia con i loro voti all’Onu, molti si rifiutano di aderire alle sanzioni contro quel paese.

Che cosa potrebbe modificare questo stallo in futuro? Forse l’uso dell’arma nucleare? Questa è, di sicuro, una speranza americana.

Ore 03:44 - Il sottomarino russo avvistato e scortato al largo dalla Marina francese

(Stefano Montefiori) Il 29 settembre scorso il sottomarino russo Novorossiysk è stato avvisato nel golfo di Guascogna, a circa 100 chilometri dalle coste della Bretagna. Accanto a lui c’era anche il rimorchiatore Sergey Balk. Entrambi sono stati «accompagnati» al largo dalla marina militare francese, «in stretta collaborazione con una nave spagnola e poi una fregata britannica». 

La notizia è stata comunicata dalla Marina francese, che ha anche diffuso in video delle operazioni.

Ucciso il direttore della Filarmonica di Kherson: «Aveva negato concerto ai russi». Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini e Paolo Foschi su Il Corriere della Sera il 15 Ottobre 2022.

Le notizie di sabato 15 ottobre. Il presidente russo ha dichiarato al vertice di Astana: «Non abbiamo intenzione di ricorrere nuovamente a raid aerei massicci»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 234esimo giorno.

• Putin: «Non vedo la necessità di un colloquio con Biden».

• Elon Musk chiede al Pentagono di finanziare la rete satellitare per Kiev.

• Intanto, arrivano le notizie dei primi coscritti russi appena mobilitati e già morti al fronte.

Ore 5:30 - Mosca, colpita città russa Belgorod, in fiamme stazione elettrica

La città russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina, sarebbe stata colpita nuovamente dalle forze di Kiev. Lo rende noto il governatore locale Vyacheslav Gladkov su Telegram, dove pubblica anche la foto di una «sottostazione elettrica» andata in fiamme. In un secondo post il politico locale russo ha spiegato che l’incendio è stato spento.

Ore 05:34 - Elon Musk chiede al Pentagono di finanziare la rete satellitare per Kiev

(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) Elon Musk è sempre al centro delle notizie. Secondo rivelazioni della Cnn, l’uomo più ricco del mondo ha chiesto al Pentagono di finanziare il gigantesco network satellitare che ha organizzato in supporto all’Ucraina: al momento è composto da circa 20 mila satelliti Starlink che garantiscono la connessione internet alla popolazione e all’esercito di Zelensky, una rete che si è rivelata formidabile per garantire le informazioni sul terreno alle unità della resistenza. Ai satelliti prodotti da SpaceX sono infatti affidate le comunicazioni dei militari ucraini, che li usano per trasmettere le immagini dei droni da ricognizione, per correggere il tiro d’artiglieria, o anche soltanto per chiamare a casa la famiglia: se smettessero di funzionare, l’Armata russa potrebbe trarne un enorme vantaggio. Non a caso, all’inizio dell’invasione, i russi avevano colpito la rete telefonica sul fronte orientale e meridionale, e Musk aveva riposto rapidamente alla richiesta d’aiuto giunta via Twitter dal ministro della Trasformazione digitale ucraino Mykhailo Fedorov.

Ore 05:38 - Russia, appena mobilitati e già morti: i primi coscritti caduti

La mobilitazione è stata annunciata da Putin il 21 settembre e già arrivano le notizie di primi coscritti morti al fronte, mandati a combattere con poco o nessun addestramento. A scriverlo è Moscow Times, che racconta le storie di uomini come Andrey Nikiforov, avvocato di San Pietroburgo richiamato il 25 settembre e morto il 7 ottobre nei combattimenti vicino alla città ucraina occupata di Lysychansk. I media locali di Krasnoyarsk riportano oggi la morte di tre uomini di questa regione siberiana, di 32, 40 e 42 anni. Sono caduti in Ucraina l’8 ottobre, dieci giorni dopo essere stati mobilitati. Nella regione dei monti Urali di Chelyabinsk, le autorità hanno confermato la morte di cinque uomini del distretto di Korkino, appena mobilitati. La notizia ha provocato rabbia sui social perché evidenzia come siano stati mandati allo sbaraglio, senza addestramento. E c’è molta angoscia fra i parenti dei soldati, perché non sono stati resi noti i nomi dei cinque defunti.

Il sito Meduza riferisce della morte di Aleksey Martynov, capo di un dipartimento del governatorato di Mosca. Secondo Natalya Loseva, vicedirettore editoriale del canale Rt, emittente legata al Cremlino, Martynov aveva 28 anni ed era stato mobilitato il 23 settembre. È deceduto il 10 ottobre. «Non aveva esperienza di combattimento. È stato mandato al fronte in pochi giorni», ha scritto Loseva su Telegram. Secondo il bollettino giornaliero delle forze armate ucraine, dall’inizio dell’invasione sono stati uccisi 64.300 soldati russi, 500 dei quali nella sola giornata di ieri.

Ore 05:38 - Zaporozhzhia, nuovi attacchi russi con droni kamikaze

Il segretario del consiglio comunale di Zaporozhzhia Anatoly Kurtev ha affermato che i russi hanno attaccato in serata la città con droni kamikaze, provocando danni alle infrastrutture. Lo riporta Ukrainska Pravda. Kurtev ha specificato che le strutture infrastrutturali sono state danneggiate a seguito dell’ un attacco e un incendio è scoppiato nel luogo dell’atterraggio.

Ore 05:41 - La Nobel Shirin Ebadi: armi usate dalla Russia sono iraniane

«Qualunque cosa accada in ogni parte del mondo lascia il segno anche altrove. Voglio solo dire una cosa: le armi che ha Putin, quelle armi usate dai russi per attaccare l’Ucraina come i droni, sono armi iraniane. Sono stati gli iraniani a consegnarle a Putin. I russi e gli iraniani sono amici e complici nell’uccidere le persone». Lo ha detto a Sky Tg24 Shirin Ebadi, iraniana, premio Nobel per la pace 2003, intervistata nel corso di Sky Tg24 Live In Firenze.

Ore 05:41 - Russia, anche la portavoce di Navalny nella blacklist degli «agenti stranieri»

Il ministero della Giustizia russo ha inserito altri giornalisti e oppositori nella lista degli «agenti stranieri», la black list di cui il Cremlino si serve per prendere di mira enti e persone scomodi per il potere. Lo riporta la testata online Meduza, secondo cui il regime ha bollato come «agenti stranieri» il critico cinematografico Anton Dolin; Kira Yarmish, la portavoce dell’oppositore russo Navalny detenuto per motivi politici; il direttore della tv «Dozhd» Tikhon Dzaydko e altre persone. L’inserimento nell’elenco degli «agenti stranieri» impone un severo controllo amministrativo e obbliga a presentarsi con questa etichetta, cosa che ha di fatto costretto diversi enti alla chiusura. A giugno la Corte europea dei diritti dell’Uomo ha condannato la Russia per aver promulgato nel 2012 la legge sugli «agenti stranieri» affermando che questa viola il diritto alla libertà d’associazione e quello alla libertà d’espressione. La Russia di Putin ha inasprito la repressione contro l’opposizione prendendo di mira dissidenti, giornali indipendenti, attivisti. Una nuova legge «bavaglio» prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull’esercito che dovessero essere ritenute «false» dalle autorità, vietando di fatto di criticare la cosiddetta «operazione speciale» in Ucraina.

Ore 05:44 - Usa: 260mila bambini ucraini portati in Russia o in zone remote

«Da varie fonti, incluso il governo russo, risulta che le autorità russe hanno portato via dalle loro case 260 mila bambini e li hanno trasferiti in Russia, spesso in regioni remote». Lo ha confermato un portavoce del dipartimento di Stato americano, parlando della situazione in Ucraina nel corso del briefing quotidiano con i giornalisti.

Ore 05:45 - Usa, nuovo invio di armi per le truppe dell’Ucraina

Gli Stati Uniti hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti in armi all’Ucraina da 725 milioni di dollari. Lo riferisce il Pentagono in una nota. Nelle nuove forniture militari non ci sono i sistemi anti-missile chiesti da Kiev. Il nuovo pacchetto di aiuti include munizioni per i sistemi di artiglieria Himars a lungo raggio, comprensivi di 23 mila pezzi di artiglieria da 155 millimetri e 500 pezzi di artiglieria di precisione guidata.

Ore 05:46 - Arabia Saudita, aiuti umanitari all’Ucraina per 400 milioni di dollari

L’Arabia Saudita annuncia aiuti umanitari da 400 milioni di dollari per l’Ucraina: lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale saudita SPA.

Ore 05:47 - Gli sfollati del Kherson occupato temono la deportazione

(Dall’inviato Lorenzo Cremonesi) Progetto umanitario per salvare la gente dalle bombe o trasferimento forzato dei civili? È polemica aperta tra Mosca e Kiev sulla proposta di spostare in Russia una parte cospicua della popolazione residente nel Kherson occupato e sempre più investito dall’offensiva ucraina nel settore meridionale. 

«A noi sembra l’ennesimo imbroglio russo che alla prova dei fatti non porterà a nulla, ma che intanto serve a perseguitare la maggioranza della nostra gente decisa a resistere all’invasione e al tentativo di Putin di annetterci», raccontano gli sfollati del Kherson incontrati nei centri di assistenza qui a Zaporizhzhia. 

Per il momento i contorni del piano restano incerti. L’unico elemento evidente è che, a solo due settimane dalla scelta di Putin di annettere la regione del Kherson (oltre a quelle di Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk) alla «madre Russia», le autorità di Mosca paiono non più in grado di garantire l’incolumità dei loro «nuovi cittadini», mentre l’esercito ucraino continua a posizionarsi per liberare nuove province.

Ore 05:50 - Putin non è più isolato di 7 mesi fa (e cosa potrebbe cambiare tutto)

(Federico Rampini) A parte l’Occidente e i suoi alleati, nel resto del mondo Vladimir Putin non è più isolato oggi di quanto lo fosse quando lanciò l’aggressione contro l’Ucraina. Ha perso due voti su 193, un’inezia, nel concerto delle nazioni. Che ci piaccia o no, questo è il verdetto dell’ultimo voto alle Nazioni Unite. Un’ampia maggioranza di governi condanna il suo operato, ma la minoranza che si rifiuta di prendere posizione non si sposta. Includendo Cina e India, questa minoranza di governi rappresenta metà della popolazione del globo. Inoltre anche tra coloro che formalmente condannano le azioni della Russia con i loro voti all’Onu, molti si rifiutano di aderire alle sanzioni contro quel paese.

Che cosa potrebbe modificare questo stallo in futuro? Forse l’uso dell’arma nucleare? Questa è, di sicuro, una speranza americana.

Ore 05:51 - Il sottomarino russo avvistato e scortato al largo dalla Marina francese

(Stefano Montefiori) Il 29 settembre scorso il sottomarino russo Novorossiysk è stato avvisato nel golfo di Guascogna, a circa 100 chilometri dalle coste della Bretagna. Accanto a lui c’era anche il rimorchiatore Sergey Balk. Entrambi sono stati «accompagnati» al largo dalla marina militare francese, «in stretta collaborazione con una nave spagnola e poi una fregata britannica».

Ore 06:04 - Ripristinati generatori di emergenza nella centrale di Zaporizhzhia

I tecnici ucraini hanno ripristinato i generatori elettrici di emergenza nell’impianto nucleare di Zaporizhzhia, un intervento necessario dopo che la settimana scorsa la centrale aveva registrato due disconnessioni dalla rete elettrica esterna. Lo ha reso noto un comunicato della Iaea. La centrale ha inoltre ricevuto i rifornimenti per riempire i suoi venti generatori diesel grazie all’arrivo di sette camion cisterna e ora può contare su almeno dieci giorni di operatività autonoma qualora dovesse subire altre disconnessioni.

Ore 06:06 - Starlink, il Pentagono: stiamo valutando tutte le opzioni

«Il Pentagono sta valutando tutte le opzioni, non solo Starlink». Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa a bordo dell’Air Force One che sta portando il presidente americano Joe Biden a Portland, Oregon, a proposito dell’annuncio di Elon Musk che non fornirà più a Kiev la sua rete satellitare perché i costi sono eccessivi. «Il Pentagono sta lavorando con alleati e partner per capire come meglio sostenere l’Ucraina sulla rete internet», ha aggiunto Jean-Pierre.

Ore 07:55 - Droni suicidi abbattuti nella regione di Dnipropetrovsk

Le forze ucraine hanno abbattuto cinque droni kamikaze nella regione di Dnipropetrovsk. Lo ha affermato Valentyn Reznichenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, in una dichiarazione su Telegram, riferisce Ukrinform. «A mezzanotte, le truppe dell’Air Command East hanno distrutto cinque droni kamikaze nemici Shahed-136 sulla regione», si afferma in un post. Atri tre droni sono stati abbattuti nel distretto di Kryvyi Rih e altri due nel distretto di Nikopol. Ieri sera i russi hanno attaccato Zaporizhzhia con droni kamikaze, provocando danni alle infrastrutture.

Ore 07:58 - Dagli Stati Uniti altri 725 milioni di aiuti militari

L’amministrazione Biden invierà all’Ucraina un nuovo pacchetto da 725 milioni di dollari di armi e altra assistenza militare. Lo ha annunciato la Casa Bianca, mentre gli Stati Uniti si sono aggiunti questa settimana a una raffica di annunci di aiuti da parte degli alleati europei. L’annuncio arriva sulla scia degli incontri alla Nato, dove i leader della difesa dall’Europa e da tutto il mondo hanno promesso armi e sistemi di difesa aerea all’Ucraina mentre la Russia ha intensificato i suoi bombardamenti su Kiev e in altre regioni.

Ore 08:22 - Zelensky: «La Russia ha ancora armi, ma facciamo progressi costanti»

Le forze armate ucraine si riprenderanno tutto il territorio del paese sotto controllo russo. Così assicura il presidente Volodymyr Zelensky: «Hanno sempre altra gente che possono dislocare sul campo di battaglia, hanno armi, razzi che usano contro l’Ucraina», ha dichiarato nel suo discorso notturno, parlando della mobilitazione russa. E la Russia «ha anche ancora l’opportunità di terrorizzare le città ucraine e tutti gli europei e ricattare il mondo. Ma non ha alcuna possibilità di successo perché l’Ucraina sta facendo progressi costanti».

Ore 08:41 - Kuleba: un missile all’alba nella zona di Kiev

Il governatore dell’Oblast’ di Kiev, Oleksiy Kuleba, ha pubblicato su Telegram la notizia che un missile russo, all’alba di stamattina, si è abbattuto sul’Oblast’ di Kiev. Non ci sarebbero vittime.

 Ore 09:23 - Kiev, sirene antiaeree e un attacco in corso

Allerta antiaerea in Ucraina dopo la pioggia di missili russi caduta nella regione di Kiev. Lo afferma il canale Telegram dell’amministrazione della capitale ucraina ed Espreso tv. «Un attacco missilistico è stato lanciato dalle forze di occupazione russe contro uno dei distretti della regione di Kiev. Tutti i servizi funzionano, i soccorritori sono sul posto. Finora non ci sono vittime», ha detto il capo dell’amministrazione della regione di Kiev, Aleksey Kuleba, precisando che l’allerta è ancora in corso

Ore 10:54 - Attacco a Kiev, colpita una centrale elettrica: rischio di black out

L’attacco russo di stamattina a Kiev, che ha colpito una centrale elettrica, mette a rischio l’approvvigionamento nella capitale e nella sua regione, che adesso potrebbero subire black-out. Lo ha reso noto la compagnia energetica ucraina, Ukrenergo. Secondo l’agenzia ucraina Ukriform, le autorità ucraine hanno esortato i residenti di Kiev e della regione a limitare l’uso dell’elettricità dalle 17:00 alle 23:00.

Ore 11:57 - Dalla Bielorussia l’annuncio: «Primi convogli russi sul nostro territorio»

«I primi convogli di truppe russe» sono arrivati in Bielorussia per prendere parte a un «raggruppamento regionale» con l’obiettivo di proteggere i confini dell’ex repubblica sovietica. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Minsk, precisando in una nota che la loro missione è «esclusivamente rafforzare la protezione e la difesa dei confini». Da settimane, comunque, si susseguono annunci dell’autocrate di Minsk circa la cooperazione militare con la Russia.

Ore 13:30 - Zelensky dopo gli armamenti: «Grazie agli Usa per il regalo»

Il presidente ucraino Zelensky ha espresso «sincera gratitudine» a Joe Biden per il nuovo pacchetto di aiuti militari del valore di 725 milioni di dollari che gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina. «Riceveremo in particolare i tanto necessari proiettili per gli Himars e l’artiglieria. Uno splendido regalo per la Giornata dei Difensori dell’Ucraina», ha dichiarato Zelesnky su Twitter, aggiungendo che «l’aggressore russo sarà sconfitto e l’Ucraina sarà libera».

Ore 14:15 - Lukashenko: «La soluzione al conflitto si trova in una settimana»

La soluzione al conflitto in Ucraina può essere trovata in una settimana. Lo ha sottolineato il presidente bielorusso, Aleksander Lukashenko, in un’intervista all’emittente statunitense Nbc. «Dipende tutto da Stati Uniti e Regno Unito. Se domani vi rendete conto che dobbiamo sederci al tavolo dei negoziati e trovare una soluzione, credetemi, la troveremo entro una settimana», ha affermato. Lukashenko ha poi ribadito che la Bielorussa non ha preso parte all’ «operazione militare speciale» russa in Ucraina e non lo farà in futuro. «In primo luogo, nessuno, e qui intendo la Russia, ci chiede di partecipare a questa operazione e non lo faremo. Lo abbiamo sempre detto. A quanto pare, non volete sentirci. Bene, sono affari vostri», ha detto.

Ore 14:50 - Nega concerto ai russi, ucciso il direttore della Filarmonica di Kherson

Il direttore della Filarmonica di Kherson, Yuriy Kerpatenko, è stato ucciso dall’esercito russo nella sua abitazione per essersi rifiutato di esibirsi in un concerto organizzato dalle forze di occupazione. Lo scrive il Ministero della Cultura ucraino su Facebook: «Si è saputo del brutale omicidio del direttore del Kherson Music and Drama Theatre. Dopo che Kerpatenko si è rifiutato di collaborare con gli occupanti, l’esercito russo lo ha ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua stessa casa».

Ore 18:14 - Colpito da missile ucraino un deposito a Belgorod

Un deposito di petrolio è andato in fiamme a Belgorod, in Russia, dopo che un missile lanciato dall’Ucraina lo ha centrato. A riferirlo su Telegram è il governatore locale, che ha pubblicato la foto dell’incendio: «Ci sparano di nuovo». Ieri a essere colpita è stata la centrale termica della città, poco lontana dal confine con l’Ucraina.

Ore 18:57 - Borrell: L’Unione europea non ceda alla «stanchezza» nel sostegno a Kiev

L’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza della Commissione Europea, Josep Borrell, ha dichiarato durante un intervento al congresso del Partito Socialista Europeo a Berlino che l’Unione europea non deve «cedere alla stanchezza» e «proseguire con il sostegno militare, finanziario e diplomatico all’Ucraina, in quanto è nell’interesse di tutti noi» che la Russia non vinca la guerra. «Dobbiamo chiederci dove saremmo adesso, se non avessimo dato un sostegno decisivo all’Ucraina fin dall’inizio», ha aggiunto il capo della diplomazia europea, sottolineando che è «essenziale» mantenere la coesione a livello europeo.

Ore 01:04 - La regione russa Belgorod nel mirino, uccisi 11 militari

La guerra in Ucraina sconfina sempre più spesso nella regione russa di Belgorod, l’oblast di confine della Federazione più vicina al fronte caldo ucraino nord-orientale di Kharkiv e terreno di passaggio dal territorio russo verso le zone di combattimento. In poche ore sono stati bombardati una centrale elettrica (raid che ha provocato un incendio) e poi un deposito di carburante, che ne ha prodotto uno ancora più grande. E dopo diverse ore ben 11 fra militari e reclute che stavano addestrandosi al tiro in un poligono militare per partecipare a quella che Mosca continua a definire «operazione speciale», cioè l’invasione dell’Ucraina, sono caduti sotto al fuoco di due non meglio definiti «terroristi».

Secondo il ministero della Difesa russo due uomini provenienti da un Paese ex sovietico membro della Comunità degli stati indipendenti (Csi) , non precisato, probabilmente reclute, che hanno sparato con armi automatiche contro i loro commilitoni. Almeno 15 i feriti, portati in ospedali, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo. I due, precisa Mosca, sono stati abbattuti dal fuoco di risposta.

Daniele Raineri per repubblica.it il 16 ottobre 2022.

La giornalista ucraina Olena Vanina scrive che i soldati russi hanno ucciso il direttore d’orchestra Yurii Kerpatenko dentro casa sua a Kherson, perché rifiutava di collaborare con gli occupanti. “L’informazione – di giovedì 13 ottobre – è sicura al cento per cento. Lui aveva rifiutato di lavorare per loro, gli avevano detto torneremo. Sono andati a casa sua e gli hanno sparato. E’ difficile trovare altri dettagli perché a Kherson tutti hanno paura, ma tutta l’Ucraina deve saperlo. Era un direttore di talento ed era bravo soprattutto negli arrangiamenti”. 

Il ministero della Cultura ucraina conferma la notizia e ha aggiunto che gli occupanti russi avevano in programma di tenere un concerto celebrativo per la Giornata internazionale della musica il primo giorno di ottobre, per dimostrare che la vita a Kherson è tranquilla come in tempo di pace e che i russi hanno il controllo pieno della situazione. Il concerto sarebbe stato due giorni dopo la firma da parte del presidente russo Vladimir Putin del decreto di annessione di Kherson, dopo il referendum farsa che aveva deciso la sottomissione della regione ucraina alla Russia con il novantasette per cento dei “voti” a favore.

Era previsto che partecipasse l’orchestra da camera Hilea, che gode di molto prestigio e che è diretta da Kerpatenko da ventidue anni, ma il direttore si è rifiutato. I suoi colleghi dicono che non rispondeva più ai messaggi da settembre. Kerpatenko era fisarmonicista e dal 2004 era diventato anche il direttore del Teatro di arte drammatica di Kherson, non aveva voluto lasciare la città dopo l’invasione e non aveva mai nascosto le sue posizioni a favore dell’Ucraina. 

Kherson è sotto occupazione russa fin dai primi giorni dell’invasione e in queste settimane è il traguardo di una massiccia operazione militare da parte dell’esercito di Kiev nel sud dell’Ucraina per liberare tutta la regione. I soldati ucraini avanzano verso il capoluogo a volte con molte difficoltà e a volte con affondi anche di venti chilometri, che costringono i soldati russi a difendere un territorio sempre più piccolo e a schiacciarsi verso le sponde del fiume Dnipro alle loro spalle.

Dentro alla città il senso di una possibile, imminente liberazione è molto vivo. Gli ucraini questa estate hanno fatto saltare i ponti che collegano Kherson alle altre regioni e hanno reso i movimenti dei nemici difficili. I gruppi locali di partigiani colpiscono con imboscate i soldati russi e i collaborazionisti con operazioni che sono coordinate con l’esercito ucraino. Il camion bomba che sabato 8 ottobre ha devastato il ponte di Kerch fra Crimea e Russia ha complicato ancora di più i rifornimenti per i russi dentro Kherson e la situazione è considerata precaria dagli stessi occupanti. Tre giorni fa il governatore collaborazionista, Vladimir Saldo, ha chiesto a Mosca di aiutare la popolazione a evacuare verso la Russia – Saldo era stato avvelenato in un ristorante ad agosto ed era stato trasportato d’urgenza a Mosca per essere curato. A Kherson c’è poca voglia di cooperare con gli invasori russi e di aiutarli a reggere la finzione di una normalità che manca da otto mesi.

Crimini di guerra. Il sistematico (e impunito) rapimento dei cittadini ucraini da parte dell’esercito russo. Eleonora Mongelli su L'Inkiesta il 15 Ottobre 2022.

Non potendo controllare le città occupate a causa della resistenza attiva della popolazione locale, il Cremlino ha attuato una operazione su vasta scala per eliminare e deportare politici locali, insegnanti, giornalisti, volontari e attivisti

I crimini internazionali commessi dalla Federazione Russa hanno un elemento in comune: la diffusione del terrore. Nel lavoro di documentazione portato avanti dalle organizzazioni e dai tribunali attivati finora sui crimini commessi in Ucraina, emerge frequentemente questa componente, che si unisce alle già gravi violazioni dei diritti umani. 

Quei racconti di terrore e morte li abbiamo ritrovati anche nella testimonianza di Olena Buzinova, madre di Mykyta Buzinov, un giovane autista ucraino rapito e scomparso lo scorso marzo nella regione di Chernihiv. Olena è venuta in Italia per portarci la sua testimonianza e, lo scorso 10 ottobre, è intervenuta nel corso di una conferenza sulla cooperazione tra Stati in materia di giustizia internazionale, organizzata dalla Federazione Italiana Diritti Umani e dalla Media Initiative for Human Rights, insieme all’Ordine Forense di Roma. 

Ci ha raccontato di come, alla fine dello scorso febbraio, lei e suo figlio si fossero rifugiati per sfuggire agli spari provenienti dagli appostamenti delle forze russe e di come neanche i rifugi fossero sicuri. Quando suo figlio fu prelevato con la forza dall’edificio in cui si trovava, i militari russi camminavano per le strade, entravano nelle case, facevano perquisizioni, controllavano i telefoni e prendevano le persone. 

Anche lei e suo figlio sono stati portati via e, prima che venissero separati, sono stati tenuti in uno scantinato con i militari russi che li insultavano chiamandoli nazisti. In quei giorni erano tante le persone portate via e di cui i loro cari non hanno saputo più nulla. I corpi di alcune di loro, invece, sono stati ritrovati per strada senza vita, con la testa coperta da un sacco e con evidenti segni di tortura. Olena aspetta ancora suo figlio, dopo sette mesi, con la speranza che sia vivo in qualche prigione russa e che ritorni dalla sua famiglia. 

La Media Initiative for Human Rights documenta i crimini di guerra in Ucraina dal 2016, collaborando con i più importanti organismi internazionali. Dall’inizio dell’invasione ha documentato più di 300 casi di sparizione forzata. Tuttavia, si sa che i casi sono molti di più, perché dalle zone temporaneamente occupate dalla Federazione Russa non arrivano notizie. Come per gli altri crimini documentati in questi ultimi mesi, anche le sparizioni forzate rientrano tra i metodi più utilizzati dalla Federazione Russa per intimidire e ricattare la popolazione ucraina. 

Nel 2014, la Russia cominciò un’azione volta a ottenere il controllo dei territori ucraini: Crimea e parte del Donbas. Già all’epoca, i gruppi armati illegali filorussi eliminavano fisicamente o allontanavano dalla regione tutti coloro che resistevano pacificamente all’occupazione: rappresentanti di amministrazioni locali o nazionali, direttori di scuole e insegnanti, giornalisti, volontari, attivisti o semplici cittadini, anche solo per non aver sorriso al passaggio delle forze russe. 

Le ragioni di questo crimine sono diverse, dall’utilizzo dei civili per lo scambio di prigionieri, fino al tentativo di far collaborare la popolazione locale con gli occupanti. Inoltre, tale pratica è diventata, nel tempo, una vera e propria operazione di filtrazione sulla popolazione che non è potuta o non è voluta andare via. L’impunità di questi anni ha fatto sì che gli occupanti potessero continuare a commettere crimini di guerra e crimini contro l’umanità verso i cittadini dell’Ucraina. 

Oggi la Russia applica deliberatamente la stessa politica, non potendo controllare le città occupate a causa della resistenza attiva della popolazione locale. Dato il numero crescente di sparizioni forzate su vasta scala in Ucraina e il carattere sistemico ampiamente documentato di tale pratica, non vi è dubbio che questa costituisca un crimine contro l’umanità secondo il diritto internazionale, nonché un crimine di guerra, sotto forma di deportazione, di detenzione e di presa di ostaggi. 

È altrettanto evidente che l’Ucraina non possa, da sola, occuparsi di una mole così enorme di crimini internazionali e che necessiti del sostegno della comunità internazionale per le indagini. La natura e l’estensione dell’aggressione russa in Ucraina richiedono un’efficace e urgente cooperazione tra attori nazionali e internazionali al fine di combattere l’impunità e di assicurare giustizia. 

Questo significa investire maggiori risorse nella Corte Penale Internazionale, affinché velocizzi le sue attività di indagine, ma anche mettere in atto ulteriori meccanismi, anche nazionali, come la giurisdizione universale, su cui l’Italia ha ancora molto da fare se intende tener fede ai suoi impegni presi ormai vent’anni fa con l’entrata in vigore dello Statuto di Roma. 

Ucraina Russia, news sulla guerra di domenica 16 ottobre. Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 16 Ottobre 2022

Le notizie di domenica 16 ottobre. Yuriy Kerpatenko, ucciso dall’esercito russo nella sua abitazione per essersi rifiutato di esibirsi in un concerto organizzato dalle forze di occupazione 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 234esimo giorno

• Kiev, danni alla rete elettrica, residenti invitati a limitare consumi

• Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko: la soluzione alla guerra si può trovare in una settimana

• La Russia potrebbe usare i migranti come «arma divisiva» in questa «guerra ibrida»: lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock

• L’Alto rappresentante per gli Affari Esteri Ue Josep Borrell: «Ue non si stanchi di sostenere Kiev

Ore 04:31 - Droni suicidi abbattuti nella regione di Dnipropetrovsk

Le forze ucraine hanno abbattuto cinque droni kamikaze nella regione di Dnipropetrovsk. Lo ha affermato Valentyn Reznichenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, in una dichiarazione su Telegram, riferisce Ukrinform. «A mezzanotte, le truppe dell’Air Command East hanno distrutto cinque droni kamikaze nemici Shahed-136 sulla regione», si afferma in un post. Atri tre droni sono stati abbattuti nel distretto di Kryvyi Rih e altri due nel distretto di Nikopol. Ieri sera i russi hanno attaccato Zaporizhzhia con droni kamikaze, provocando danni alle infrastrutture.

Ore 04:38 - Attacco a Kiev, colpita una centrale elettrica: rischio di black out

L’attacco russo di stamattina a Kiev, che ha colpito una centrale elettrica, mette a rischio l’approvvigionamento nella capitale e nella sua regione, che adesso potrebbero subire black-out. Lo ha reso noto la compagnia energetica ucraina, Ukrenergo. Secondo l’agenzia ucraina Ukriform, le autorità ucraine hanno esortato i residenti di Kiev e della regione a limitare l’uso dell’elettricità dalle 17:00 alle 23:00.

Ore 04:46 - Lukashenko: «La soluzione al conflitto si trova in una settimana»

La soluzione al conflitto in Ucraina può essere trovata in una settimana. Lo ha sottolineato il presidente bielorusso, Aleksander Lukashenko, in un’intervista all’emittente statunitense Nbc. «Dipende tutto da Stati Uniti e Regno Unito. Se domani vi rendete conto che dobbiamo sederci al tavolo dei negoziati e trovare una soluzione, credetemi, la troveremo entro una settimana», ha affermato.

Lukashenko ha poi ribadito che la Bielorussa non ha preso parte all’ «operazione militare speciale» russa in Ucraina e non lo farà in futuro. «In primo luogo, nessuno, e qui intendo la Russia, ci chiede di partecipare a questa operazione e non lo faremo. Lo abbiamo sempre detto. A quanto pare, non volete sentirci. Bene, sono affari vostri», ha detto.

Ore 05:01 - Borrell: L’Unione europea non ceda alla «stanchezza» nel sostegno a Kiev

L’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri e la Sicurezza della Commissione Europea, Josep Borrell, ha dichiarato durante un intervento al congresso del Partito Socialista Europeo a Berlino che l’Unione europea non deve «cedere alla stanchezza» e «proseguire con il sostegno militare, finanziario e diplomatico all’Ucraina, in quanto è nell’interesse di tutti noi» che la Russia non vinca la guerra.

«Dobbiamo chiederci dove saremmo adesso, se non avessimo dato un sostegno decisivo all’Ucraina fin dall’inizio», ha aggiunto il capo della diplomazia europea, sottolineando che è «essenziale» mantenere la coesione a livello europeo.

Ore 05:11 - Nega concerto ai russi, ucciso il direttore della Filarmonica di Kherson

Il direttore della Filarmonica di Kherson, Yuriy Kerpatenko, è stato ucciso dall’esercito russo nella sua abitazione per essersi rifiutato di esibirsi in un concerto organizzato dalle forze di occupazione. Lo scrive il Ministero della Cultura ucraino su Facebook: «Si è saputo del brutale omicidio del direttore del Kherson Music and Drama Theatre. Dopo che Kerpatenko si è rifiutato di collaborare con gli occupanti, l’esercito russo lo ha ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua stessa casa».

Ore 05:21 - Guerra, il fronte «segreto» si trova in Russia. Le esplosioni misteriose della regione di Belgorod

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il fronte «segreto» della guerra continua a bruciare. Dopo i ripetuti episodi avvenuti fra aprile e maggio, quando erano stati colpiti fra le altre cose un deposito petrolifero della Rosneft e alcune installazioni militari, la regione russa di Belgorod si ritrova di nuovo al centro del conflitto, una guerra di ombre in cui a volte il colpevole è invisibile come un fantasma, altre reale come un raid militare.

Importante polo logistico per l’Armata al confine ucraino, la regione è stata colpita ieri da nuove esplosioni che le agenzie di stampa moscovite hanno rapidamente attribuito a raffiche di missili ucraini. Non meno rilevante quanto avvenuto sempre sabato: una sparatoria in un poligono della zona, con 11 morti e 15 feriti. Secondo fonti ufficiali due elementi, originari di una ex repubblica sovietica, hanno aperto il fuoco su un gruppo di riservisti e sono stati poi stati neutralizzati dal tiro di risposta. La Tass ha parlato di «azione terroristica» da parte di infiltrati mentre un’altra ricostruzione aveva ipotizzato l’azione di una coppia di soldati. In ogni caso un evento drammatico che conferma l’insicurezza del settore, segnato da colpi reali e avvolto dalla «nebbia di guerra».

Ore 08:49 - Zelensky: «Situazione difficile nei pressi di Bakhmut»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito di una «situazione difficile» nei pressi di Bakhmut, nell’est del Paese, dove si stanno avvicinando le forze filo-russe. «Una situazione molto difficile è in atto nella regioni di Donetsk e Luhansk», ha detto nel suo messaggio quotidiano alla popolazione, «la più difficile è in direzione di Bakhmut, come nei giorni scorsi. Noi manteniamo le nostre posizioni». «In generale, a est e a sud, facciamo di tutto per far capire agli occupanti che non hanno prospettive. Non importa chi manderanno a combattere contro di noi, per loro finirà solo con una sconfitta», ha aggiunto.

Ore 09:34 - Kiev: la sparatoria a Belgorod «una lite a sfondo religioso tra soldati russi»

Un consigliere del presidente ucraino Zelensky ricostruisce — lo riporta il quotidiano britannico Guardian — le ragioni della sparatoria di Belgorod, nel Sudovest della Russia, individuandole in una lite tra soldati tagiki, musulmani, e altri commilitoni ortodossi. I due militari che hanno sparato, uccidendo almeno 11 soldati e ferendone altri 15 in un centro di addestramento, venivano dal Tajikistan, e avrebbero litigato con altri soldati per ragioni religiose».

Ore 11:18 - Ancora esplosioni nell’area russa di Belgorod

I residenti dell’area russa di Belgorod riferiscono ancora esplosioni nel cielo. «Circa sedici colpi» , con la difesa antiaerea che sta funzionando. Importante polo logistico dell’Armata, da giorni Belgorod è colpita da esplosioni.

Ore 11:44 - La Nato avvia esercitazioni «di deterrenza nucleare» da domani

La Nato terrà da domani al 30 ottobre l’esercitazione «Steadfast Noon», («Mezzogiorno costante»), durante la quale le forze aeree di tutta l’Alleanza eserciteranno le capacità di deterrenza nucleare. Fino a 60 velivoli di vario tipo, compresi caccia di quarta e quinta generazione e bombardieri a lungo raggio B-52 degli Stati Uniti, sorvoleranno il Belgio, il Mare del Nord e il Regno Unito. L’esercitazione, che non prevede l’utilizzo di armi vive, «contribuisce a garantire che il deterrente nucleare dell’Alleanza rimanga sicuro, protetto ed efficace», ha spiegato un portavoce.

Ore 12:45 - A Kiev ripresa la fornitura elettrica

A Kiev la situazione delle forniture di energia elettrica si è stabilizzata e non sono previsti ulteriori piani per tagliare l’elettricità nella Capitale dopo l’attacco russo di oggi, ha dichiarato il capo della società elettrica ucraina citato da Ukrinform. «Grazie per aver ridotto i consumi. Interrompete l’allarme», ha dichiarato. In giornata il vice capo dell’Ufficio del Presidente ucraino, Kyrylo Tymoshenko, aveva invitato i residenti della Capitale e delle regioni di Kiev, Zhytomyr, Cherkasy e Chernihiv a limitare il consumo di energia. E l’operatore energetico nazionale Ukrenergo aveva avvertito i residenti della regione di Kyiv di possibili blackout in seguito all’attacco russo.

Ore 14:31 - Cremlino: «Nato ci crea problemi ma obiettivi non cambiano»

L’assistenza della Nato all’Ucraina «complica la situazione» ma «non influenza in alcun modo gli obiettivi della Russia». Lo ha detto il Cremlino, assicurando che la Russia «è in grado di continuare l’operazione militare speciale». Lo riporta la Tass. «In effetti la Nato è stata coinvolta nel conflitto ucraino. Tuttavia, non sta in alcun modo influendo sui nostri obiettivi. Detto questo, l’operazione continuerà e andremo fino in fondo», ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un’intervista su Rossiya-1. Peskov ha allo stesso tempo ammesso che l’Alleanza atlantica stia creando difficoltà alla Russia: «Apparentemente sta facendo mobilitare le nostre forze economiche e di altro tipo». Perché «il regime di Kiev è una cosa, ma il potenziale della Nato è un’altra cosa, e questo significa un peso aggiuntivo. Tuttavia, il nostro potenziale ci rende capaci di continuare l’operazione», ha assicurato.

Ore 14:32 - Putin riunirà Consiglio Sicurezza nei prossimi giorni

Il presidente russo Vladimir Putin «terrà un incontro con i membri del Consiglio di Sicurezza russo nei prossimi giorni». Lo ha riferito il giornalista Pavel Zarubin, durante il programma «Mosca. Cremlino. Putin» sull’emittente Rossiya 1.

Ore 14:34 - Cremlino: Biden è concentrato su mid-term

La preoccupazione principale del presidente americano Joe Biden sono le imminenti elezioni di mid-term. Lo ha affermato il consigliere presidenziale russo Yury Ushakov dicendosi convinto che Washington «pensi prima di tutto alle prossime elezioni di mid-term». Da qui, le richieste di Biden sul «ritorno della giocatrice di basket» Brittney Griner «arrestata per traffico di droga, ma non è la questione principale che ci interessa».

Ore 14:33 - Allerta aerea in tutte le regioni dell’Ucraina

Allerta aerea in tutte le regioni dell’Ucraina. Lo ha riferito l’agenzia di stampa russa Tass citando media locali ucraini. Le autorità a Odessa, Nikolaev, Poltava, così come nell’Ovest del Paese, hanno esortato la popolazione a restare nei rifugi.

Ore 18:02 - Il sottomarino russo Belgorod è «riapparso» nel porto di Severodvinsk

Il sottomarino russo Belgorod è «riapparso» nel porto di Severodvinsk, nell’Artico. A segnalarlo l’esperto HI Sutton. Nelle scorse settimane si era ipotizzato che l’unità potesse testare il super drone nucleare Poseidon e c’erano stati allarmi sulla sua attività in una fase di grande tensione per la crisi in Ucraina. In realtà - sempre secondo Sutton - stava eseguendo delle prove in emersione, dunque ben visibili.

Ore 18:43 - Usa: no distinzioni in caso uso armi nucleari russe, idea pericolosa

Gli Stati Uniti non faranno distinzioni delle armi nucleari usate nel caso di un loro ricorso da parte della Russia. Lo ha chiarito il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, parlando con la Cnn e rispondendo alla domanda se gli Stati Uniti tratterebbero il ricorso ad un’arma nucleare «tattica» in modo diverso da un attacco su larga scala. «L’uso di un’arma nucleare sul campo di battaglia in Ucraina è l’uso di un’arma nucleare sul campo di battaglia in Ucraina. L’idea che in qualche modo ci siano differenze nell’uso, credo sia un’idea pericolosa». «Dal nostro punto di vista - ha poi aggiunto - crediamo che spetti agli Stati Uniti, in collaborazione con i nostri alleati e partner della Nato e con altri Paesi responsabili in tutto il mondo, tra cui Cina e India, inviare un messaggio molto chiaro e deciso alla Russia: non deve contemplare l’uso di armi nucleari in questo conflitto».

Ore 19:12 - Ministro Israele: giunto il momento di sostegno a Kiev

«La consegna da parte dell’Iran di missili balistici alla Russia è una chiamata per Israele, perché fornisca aiuto militare all’Ucraina»: lo ha dichiarato con un tweet il ministro israeliano per la Dispora, Nachman Shai. Il messaggio è stato retwittato da alcuni media ucraini, fra cui il Kyiv Independent.

Ore 23:24 - Foreign fighter italiano ucciso: aveva 28 anni

Un cittadino italiano di 28 anni, foreign fighter per le milizie russe, è stato ucciso ieri durante un combattimento nella regione del Donesk. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti diplomatiche, il 28 enne E. P. si sarebbe arruolato nelle milizie di Putin nell’autoproclamata repubblica di Donesk. Il ragazzo italiano da diverso tempo viveva nei dintorni della città di Rostov. Dai primi accertamenti, il cittadino italiano ucciso sarebbe stato vicino alla community italiana di Fort Rus che avrebbe sposato la politica filorussa nelle sue posizioni più estremistiche.

Ore 23:27 - Zelensky: pesanti combattimenti a Soledar e Bakhmut

«Combattimenti molto pesanti» stanno continuando nei settori di Soledar e Bakhmut, due località nel Donetsk da giorni obiettivo di un’offensiva russa. Lo ha riferito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo messaggio video serale. Gli occupanti «hanno lanciato tutto ciò che potevano contro le nostre forze, inclusi duemila `detenuti´ - sono tra i mercenari proprio lì», ha aggiunto Zelensky, riferendosi a combattenti che sarebbero stati reclutati nelle carceri.

«Sono prigionieri con lunghe condanne per reati gravi. Sono tenuti al fronte non solo con i soldi, ma anche con la promessa di un’amnistia», ha proseguito il presidente ucraino, «è così che lo Stato russo sponsorizza il terrore. Cerca nelle carceri gli assassini e promette loro libertà. Se uccidono di nuovo».

Ore 23:28 - Trovato impiccato responsabile mobilitazione russa

Il tenente colonnello Roman Malyk, responsabile della mobilitazione dei riservisti russi da inviare in Ucraina, è stato trovato impiccato nella sua abitazione, in un villaggio nella regione di Primorsky. Lo riferiscono alcuni media internazionali, tra cui il Mirror e l’Hindustan Times. La polizia ha aperto un’indagine e ha definito «sospette» le circostanze della morte del quarantanovenne. Gli inquirenti non escludono il suicidio.

Il corpo dell’ufficiale, veterano della Cecenia e padre di due figli, è stato trovato nel cortile della sua casa, vicino a una palizzata. Gli amici e la famiglia di Malyk, che si occupava dei reclutamenti nella regione sudorientale del Territorio del Litorale (Primorsky Krai), hanno smentito con decisione che il tenente colonnello possa essersi tolto la vita, descrivendolo come «un uomo forte e coraggioso». La mobilitazione decisa dal Cremlino, che intende chiamare alle armi fino a 300 mila uomini per spedirli in Ucraina, ha portato migliaia di russi a fuggire all’estero. La reazione rabbiosa di parte della popolazione ha visto fino a 70 uffici per la coscrizione attaccati con bottiglie molotov.

Ore 23:44 - Attacco a Mykolaiv: abbattuti due droni iraniani

La città di Mykolaiv è stata attaccata con droni kamikaze iraniani Shahed-136 iraniani, due dei quali sono stati abbattuti dalla contraerea ucraina. Lo riferisce su Telegram il governatore regionale Vitaliy Kim. Secondo i media locali, nella città si è sviluppato un incendio.

Ore 01:40 - Esplosioni nelle regioni di Odessa e Kharkov

Esplosioni nelle regioni di Odessa e Kharkov. Secondo fonti informative locali, l’allerta aereo è stata dichiarata anche a Dnepropetrovsk, Kirovograd, Poltava e nelle regioni di Kharkov. A Nikolayev ha preso fuoco un deposito di carburante dopo che la città è stata bersaglio di una serie di esplosioni.

Terzo foreign fighter italiano ucciso in ucraina: combatteva con le milizie russe. L'Indipendente il 17 Ottobre 2022.

Elias Putzolu, “foreign fighter” italiano di origini sarde di 28 anni, è morto ieri combattendo nel Donetsk a fianco delle milizie russe. La notizia della morte è stata confermata dalla Farnesina: è il terzo italiano a morire nella guerra russo-ucraina dopo Edy Ongaro, 45 anni, e Benjamin Giorgio Galli, 27 anni, che combatteva sul fronte ucraino. Putzolu viveva da tempo a Taganrog, nei dintorni della città russa di Rostov. Era vicino alla community italiana di Fort Rus, che nella sua home page sui social si definisce come “Pagina informativa e di sostegno alla resistenza dei popoli Russi. Notizie e documenti sulla guerra dell’impero contro la Russia”. La famiglia è stata informata del decesso e ha chiesto il rientro della salma in Italia. 

Aveva 28 anni ed è stato ucciso nella regione di Donetsk. Chi era Elia Putzolu, il terzo foreign fighter ucciso in Ucraina: combatteva per i russi. Redazione su Il Riformista il 17 Ottobre 2022 

Si chiamava Elia Putzolu e aveva 28 anni il foreign fighter ucciso nel Donbass dove combatteva per le milizie russe. A confermare la notizia della morte del cittadino italiano è la Farnesina: la sua famiglia è stata informata e ha chiesto il rientro della salma in Italia. Putzolu, origini sarde ma da tempo residente a Tanganrog, cittadini vicino Rostov in Russia, è stato ammazzato nella regione del Donetsk, dove si era arruolato nelle milizie di Putin nell’autoproclamata repubblica.

Era vicino alla community italiana di Fort Rus, che sui social si descrive così: “Pagina informativa e di sostegno alla resistenza dei popoli Russi. Notizie e documenti sulla guerra dell’impero contro la Russia”.

Putzolu è il terzo italiano a cadere in Ucraina dall’inizio della guerra, partita il 24 febbraio scorso con l’invasione russa. Nei mesi scorsi, a fine marzo, è stato ucciso Edy Ongaro, 45enne veneto che combatteva con i filorussi nel Donbass.

Poi circa mese fa Benjamin Giorgio Galli, 27 anni, originario della provincia di Varese, è stato ucciso nella zona di Kharkiv. Intanto nelle scorse ore è tornata in Italia l’ex pilota Giulia Schiff, che si era arruolata nell’esercito di Kiev.

Elon Musk batte cassa al Pentagono e minaccia di staccare i satelliti all’Ucraina. Walter Ferri su L'Indipendente il 15 ottobre 2022.

Elon Musk non ci sta più: fare il filantropo in sostegno dell’Ucraina costa troppo e non ha più intenzione di andare in perdita, quindi chiede il sostegno finanziario del Pentagono per mantenere attivi i canali di comunicazione garantiti in loco dai 20 mila terminali satellitari del suo Starlink utilizzati dalle forze ucraine. Informazioni circolate ufficiosamente suggeriscono che negli scorsi giorni si siano già verificati i primi blackout nelle connettività al servizio, una voce che il noto miliardario non si è ancora curato di commentare.

“Non siamo nella posizione di donare altri terminali all’Ucraina o di finanziare i terminali esistenti per un indefinito periodo di tempo”, questa è la risposta che SpaceX, azienda spaziale collegata a Starlink, ha inviato il mese scorso al dipartimento della Difesa statunitense in una missiva finita recentemente nelle mani della CNN. Il costo iniziale subito dall’azienda era stato infatti grandemente ammortizzato da molteplici investimenti esterni – anche da parte del Pentagono stesso –, tuttavia gli oneri del servizio si stanno accumulando rapidamente e all’impresa non piace affatto la prospettiva di subire uscite costanti per un periodo che è tutto meno che definito.

L’8 settembre il Direttore delle vendite governative di SpaceX ha segnalato al Governo USA che il valore dei servizi non retribuiti garantiti a Kiev era ormai in procinto di toccare i 100 milioni, quindi ha chiesto agli ufficiali di farsi carico dei costi previsti fino alla fine del 2022, prevedendo una somma necessaria di circa 124 milioni. SpaceX, Musk e gli avvocati di Musk non hanno tenuto a chiarire la situazione. Quel che è chiaro è comunque che l’eccentrico miliardario sudafricano si sia imbarcato in una goffa crociata politica nella speranza di porre fine alla guerra che sta dilaniando l’Ucraina.

Musk, ricorrendo al suo medium di comunicazione preferito, ha twittato in maniera molto poco diplomatica il proprio punto di vista sul come si debba risolvere la situazione: avviare un referendum a guida ONU per stabilire se le regioni conquistate dalla Russia si vogliano effettivamente annettere, quindi assicurarsi che tutte le parti coinvolte accettino senza rimostranze i risultati. Per la Crimea, area rivendicata da Kiev, nulla da fare, l’imprenditore sostiene con forza che sia da considerarsi russa e che non debba pertanto essere toccata. Si tratta di una prospettiva di contrattazione politica non necessariamente fuori dal mondo, ma che formulata in questa maniera ha immediatamente catalizzato le ire dell’Ucraina, ancor più perché Ian Bremmer, dirigente dell’Eurasia Group, ha esplicitamente accusato Musk di aver aperto un canale di dialogo con Mosca. L’imprenditore ha smentito questo genere di collegamenti, tuttavia la notizia ha nondimeno gettato ombre e sospetti sul suo operato.

Nel frattempo, il Pentagono non ha voluto esprimersi pubblicamente nei confronti delle richieste di SpaceX, una titubanza che evidenzia le incertezze USA – e quindi NATO – sul come gestire il proprio sostegno all’alleato ucraino, il quale sembra ormai tutto meno che intenzionato a trovare una soluzione pacifica all’invasione subita. La presenza di Starlink si è dimostrata un’importante risorsa logistica per i militari di Kiev e un poderoso esercizio di soft power da parte di Washington, tuttavia l’Amministrazione Biden sta probabilmente cercando ora di capire se i costi bellici stanno iniziando a valicare i possibili benefici strategici. [di Walter Ferri]

(ANSA il 18 ottobre 2022) - Il Pentagono sta considerando di pagare i costi del network satellitare Starlink per l'Ucraina dopo che il patron di SpaceX, Elon Musk, ha scritto alla Difesa Usa di non poter più continuare a sostenere gli oneri. 

Lo scrive Politico citando due dirigenti americani sotto anonimato. I terminali satellitari sono una fonte vitale di informazioni per le truppe di Kiev, consentendo loro di combattere e di restare collegate anche quanto i network per i cellulari ed internet vengono distrutti nella guerra con i russi.

(ANSA il 18 ottobre 2022) - I Paesi dell'Ue stanno discutendo se contribuire con fondi propri per garantire agli ucraini l'accesso ai servizi internet Starlink, attualmente pagati dal numero uno di Tesla, Elon Musk. Lo riferisce Politico sottolineando che il tema è entrato nella discussione del Consiglio dei ministri degli Esteri a Lussemburgo, secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis. Il capo della politica estera Ue Josep Borrell ha sollevato il tema, "e alcuni Paesi hanno aderito", ha detto Landsbergis senza specificare quali Paesi. Anche gli Usa - aveva riferito ieri Politico- stanno valutando la stessa opzione.

Landsbergis ha sottolineato che l'accesso a Internet dell'Ucraina non dovrebbe essere lasciato nelle mani di una singola persona "super-potente" che potrebbe "svegliarsi un giorno e dire: 'Questo non è più quello che mi sento di fare'. E il giorno dopo gli ucraini potrebbero ritrovarsi senza internet". "Probabilmente è molto meglio avere un accordo contrattuale tra, diciamo, una coalizione di Paesi che potrebbero acquistare un servizio dal signor Musk, il servizio Starlink, e fornirlo agli ucraini e continuare a fornirlo agli ucraini", ha precisato. Ma "se ciò avviene a livello Ue sarebbe ancora meglio", ha detto Landsbergis. "Non vedo perché non potrebbe accadere".

La battaglia di Bucha spiegata. Mauro Indelicato il 17 Ottobre 2022 su Inside Over.

La battaglia di Bucha è una delle più significative della crisi russo-ucraina iniziata nel febbraio 2022. Prende il nome dalla località situata a nord ovest della capitale Kiev in cui le due parti contrapposte si contendono il territorio per almeno un mese, fino alla fine di marzo del 2022. Rispetto alle altre battaglia che coinvolto i sobborghi attorno Kiev, la battaglia di Bucha diventa più tristemente famosa per via della presenza, all’interno della cittadina, di fosse comuni ritrovate dopo il ritiro russo dall’area. La fine dei combattimenti in questa zona coincide con la fine dell’assedio di Kiev. 

Il contesto della battaglia di Bucha

La battaglia di Bucha si inserisce nel quadro dell’assedio di Kiev provato dai russi all’inizio del conflitto in Ucraina. Il riferimento è all’azione tentata dalle truppe di Mosca per accerchiare la capitale ucraina e mettere immediata pressione, tanto politica quanto militare, al governo ucraino guidato dal presidente Volodymyr Zelensky.

Per accerchiare Kiev, i russi devono immancabilmente prendere possesso dell’area urbana circostante. A tal fine vengono ingaggiate numerose battaglie nei sobborghi confinanti con la più importante metropoli ucraina. Bucha, per la sua posizione strategica, viene investita dai combattimenti e subisce conseguenze molto gravi sia dai bombardamenti che dai colpi di artiglieria dei due eserciti in lotta.

L'importanza di Bucha per i russi

La prima direttrice di avanzata russa verso Kiev è quella del settore nord occidentale che si dipana da Gostomel. Quest’ultima è la cittadina in cui ha sede il più importante aeroporto dell’area. È qui che le forze del Cremlino atterrano con un’azione attuata dai paracadutisti poche ore dopo il via libera del presidente russo Vladimir Putin all’operazione in Ucraina.

Il territorio di Gostomel confina con quello di Bucha, il quale a sua volta è separato da pochi chilometri con Irpin, ultimo sobborgo prima di Kiev nell’area nord occidentale. La cittadina di Bucha è quindi fondamentale per i russi per consolidare, da un lato, l’avanzata da Gostomel e, dall’altro lato, per dare l’assalto a Irpin da cui poi poter puntare verso il centro di Kiev.

La prima avanzata russa

La presa dell’aeroporto militare di Gostomel rappresenta forse il primo vero obiettivo di Mosca. Qualcosa però va storto. Lo scalo viene sì occupato, ma i russi che raggiungono la zona trovano un’inaspettata resistenza ucraina. I soldati di Kiev, emerge poi qualche settimana dopo, già a gennaio vengono avvisati dagli Stati Uniti circa la volontà russa di iniziare l’accerchiamento della capitale dall’aeroporto di Gostomel.

La risposta ucraina non vanifica del tutto l’avanzata russa, ma complica e non poco i piani del Cremlino. Le truppe paracadutate su Gostomel iniziano a prendere terreno e a provare incursioni verso il centro di Kiev, favorite anche dall’arrivo da nord dei soldati che la sera del 24 febbraio hanno già in mano l’area della centrale nucleare di Chernobyl. L’avanzata è però lenta.

Le prime avanguardie russe raggiungono Bucha il 27 febbraio. A darne notizia è il giornalista ucraino Andriy Tsaplienko, secondo cui soldati russi sparano contro diversi veicoli all’interno della città. In questa fase tuttavia, il vero obiettivo delle forze di Mosca non è la presa di Bucha ma delle arterie principali che conducono a Irpin. E infatti il 28 febbraio si ha notizia, sia tramite reporter locali che dalle testimonianze social dei cittadini, di un primo tentativo di sfondamento russo verso Irpin.

3 marzo: Kiev riprende momentaneamente il controllo di Bucha

La situazione attorno Kiev è comunque confusa. La capitale è colpita da diversi bombardamenti durante la prima settimana di guerra, molti dei quali riguardano le periferie e i sobborghi. Gli abitanti scappano e provano a prendere gli ultimi treni per l’Ucraina occidentale, meno coinvolta dai combattimenti. Il centro di Kiev appare deserto e i cittadini si aspettano da un momento all’altro una prova di forza da parte russa.

Prova di forza che in realtà, nel cuore della più grande metropoli ucraina, non avverrà mai. I russi nel settore di nord ovest sembrano impantanati lungo l’asse che da Gostomel attraversa Bucha e arriva a Irpin. A più riprese si assiste a scambi di posizioni tra le parti. In particolare, a fine febbraio le forze di Mosca rivendicano la conquista di Bucha. Ma gli ucraini sono ancora in condizione di contrattaccare.

Il 3 marzo, in un video pubblicato sui social della Difesa di Kiev, alcuni soldati ucraini issano la bandiera gialloblu davanti il municipio di Bucha. La città quindi torna nuovamente in mano ucraina dopo poco più di 48 ore di occupazione russa. A confermalo è anche il sindaco Anatoliy Fedoruk.

La seconda avanzata russa

La confusione registrata in questo settore è da attribuire a diversi fattori. In primo luogo, il mancato completo possesso dello scalo di Gostomel, il quale non diventa mai una vera e propria base da cui i russi possono controllare l’avanzata verso Kiev. In secondo luogo occorre considerare la strategia delle truppe di Mosca, vocata all’occupazione delle infrastrutture essenziali per avanzare verso la capitale ucraina e non alla copertura integrale del territorio. Un contesto che lascia molti margini alle imboscate ucraine nelle retrovie e a ulteriori difficoltà per i russi. C’è poi un terzo fattore, determinato dalla composizione dell’area, dove si alternano importanti insediamenti urbani e industriali con foreste e aree paludose e umide. A Gostomel e ancora di più a Bucha e Irpin, i russi non sembrano in grado di vincere facilmente le battaglie urbane ingaggiate con gli ucraini, nelle foreste il terreno fangoso è un grande alleato per chi difende.

Per questo dal Cremlino si decide di inviare rinforzi nell’area a nord di Kiev. Documenti diffusi in seguito dai media ucraini, attesterebbero la presenza a Bucha ed Irpin della 64esima Brigata di fucilieri motorizzati proveniente dall’estremo oriente russo. Così come, stando ai video pubblicati sui social dagli stessi ceceni, tra Gostomel e Irpin ci sarebbe la presenza delle brigate agli ordini del presidente ceceno Ramzan Kadyrov. Gli ucraini rispondono con i soldati di diversi battaglioni dell’esercito nazionale, così come con la presenza di gruppi delle milizie popolari. Nelle settimane successive attestato anche l’arrivo di membri del Battaglione Azov. Inoltre tra la prima e seconda decade di marzo non è raro vedere video con combattenti occidentali impegnati tra Bucha e Irpin.

Dal 4 marzo i russi, grazie anche ai nuovi rinforzi, tornano ad attaccare Bucha. Questa volta la sensazione è quella di una battaglia volta a consegnare alle forze di Mosca la città nella sua interezza. I combattimenti si svolgono casa per casa e vengono descritti come molto cruenti. Si spara da tutte le parti e in tutti i quartieri della cittadina. Il consiglio comunale di Bucha parla di cittadini rifugiati negli scantinati impossibilitati a uscire per via dei colpi di artiglieria giunti da ogni direzione. Da un lato sparano i russi e dall’altro sparano gli ucraini.

L’8 marzo il sindaco di Bucha annuncia che i russi hanno oramai il controllo di tutte le vie di accesso principali. Le forze di Mosca stanno avanzando anche in diversi quartieri dell’area urbana centrale. Si ha quindi uno scenario da vero e proprio assedio, tanto che diversi media parlano di Bucha come di una “Mariupol” a nord di Kiev.

Il 13 marzo in un articolo della Bbc si descrive la situazione talmente critica da costringere i cittadini a seppellire alcuni civili morti all’interno di una fossa comune dietro la Chiesa di Sant’Andrea, non lontano dal centro di Bucha. Alcune famiglie riescono a scappare verso Kiev sia in autonomia che a bordo di autobus organizzati dal governo per l’evacuazione dei settori più vulnerabili dell’hinterland della capitale.

La fase caratterizzata dalla seconda avanzata di Mosca termina il 15 marzo: quel giorno i russi rivendicano l’ingresso nel municipio di Bucha e il totale controllo della città.

Bucha controllata da Mosca

La situazione a Bucha viene confermata il 22 marzo da Oleksandr Pavlyuk, governatore militare della regione di Kiev, il quale dichiara come la città è da considerarsi completamente in mano russa. E, soprattutto, in quel frangente non sono previste controffensive ucraine per riprendela. Questo perché gli alti comandi di Kiev giudicano essenziale controllare Irpin ed evitare che i russi sfondino verso la capitale.

Per cui le truppe di Mosca oramai presidiano Bucha e ne controllano tutti i luoghi nevralgici. Il territorio viene usato come base per lanciare attacchi sulla vicina Irpin e per estendere una fascia di sicurezza attorno Gostomel.

Il ritiro dei russi a fine marzo

La battaglia di Bucha non è comunque terminata. Il suo esito è direttamente collegabile a quello relativo all’assedio di Kiev. Il 29 marzo infatti il vice ministro della Difesa russo, Alexander Fomin, annuncia un ridispiegamento delle forze russe che prevede un graduale ritiro dalla regione di Kiev. Per il Cremlino si tratta di un semplice riposizionamento volto a rafforzare il fronte del Donbass, per gli ucraini invece è da considerare come un vero e proprio ritiro dovuto all’incapacità russa di prendere la capitale.

La volontà di lasciare i territori occupati a nord di Kiev viene ribadita il 30 marzo, giorno in cui delegazioni russe e ucraine si incontrano a Istanbul per un’opera di mediazione organizzata dalla Turchia.

Quello stesso giorno, approfittando dei primi ripiegamenti delle truppe russe verso nord, i soldati ucraini iniziano ad avanzare verso Bucha da Irpin. Lungo la strada ingaggiano pesanti combattimenti con i reparti di Mosca diretti verso il confine bielorusso. Il 31 marzo la città risulta completamente in mano ucraina. A confermarlo in un video pubblicato su Twitter anche lo stesso sindaco di Bucha. Nei giorni successivi a fare il proprio ingresso nella cittadina è la polizia ucraina, così come anche alcuni reparti del Battaglione Azov.

La scoperta delle fosse comuni

La situazione sul campo non è più variata. La battaglia si esaurisce di fatto con il ripiegamento russo e il ritorno degli ucraini. Ma a livello mediatico è proprio in quel momento che il nome di Bucha arriva prepotentemente alla ribalta. Nei primi giorni di aprile iniziano infatti a circolare voci sul ritrovamento di fosse comuni sia in centro che nelle foreste circostanti.

Kiev manda investigatori ma anche giornalisti sul posto. Si muove la stampa internazionale e vengono individuate e fotografate buche con all’interno alcuni corpi, molti dei quali con le mani legate. Dal canto suo Mosca parla di false flag, ossia una messinscena per accusare di gravi atrocità l’esercito russo. 

Cosa è successo a Bucha? Fatti e ipotesi di un massacro 

Il 4 aprile a New York, nella sede del consiglio di sicurezza dell’Onu, i rappresentanti di Mosca danno la propria versione dei fatti e indicano soprattutto nel video del sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, la prova del loro sospetto di false flag. Il primo cittadino infatti non fa menzione a corpi ritrovati per strada o dentro fosse comuni.

Ma proprio il 4 aprile il New York Times pubblica un reportage nel quale vengono mostrate immagini satellitari risalenti al 19 marzo. Negli scatti, in particolare, si nota la presenza di cadaveri per le strade di Bucha, posizionati nello stesso punto in cui vengono trovati dopo il 2 aprile, quando cioè gli ultimi reparti fanno il loro ingresso a Bucha e si accingono ad ultimare la bonifica del territorio.

Altri civili uccisi sono trovati nelle foreste attorno Bucha e Irpin. I russi smentiscono si tratti di persone uccise a sangue freddo. Gli ucraini, al contrario, parlano di altre prove a sostegno della tesi secondo cui le forze di Mosca usano metodi brutali nei territori occupati.

Si prova a fare un bilancio delle vittime trovate, ma al momento non ci sono stime precise ufficiali essendo ancora in corso diverse indagini. La questione relativa a Bucha viene seguita dai network internazionali per diverse settimane, poi l’attenzione si dirige verso altre notizie di cronaca della guerra.

Ad oggi la dinamica di quanto accaduto non è chiarita e, come detto, sono in corso investigazioni. L’unica cosa certa è che Bucha, dopo la battaglia, si presenta distrutta, con diversi edifici inagibili e con i segni dei combattimenti ben presenti per le strade, tra carri armati abbandonati e crateri sull’asfalto. Immagini che diventano simbolo dell’assedio di Kiev.

La battaglia di Kherson, spiegata. Inside Over il 17 Ottobre 2022. 

La battaglia di Kherson ha luogo nell’ambito della guerra russo-ucraina del 2022. Si sviluppa all’interno e attorno la città di Kherson, capoluogo dell’omonimo oblast e situata in una zona strategica tra la foce del fiume Dnepr e il Mar Nero. La battaglia è nota per aver dato ai russi la prima città capoluogo nella loro avanzata in territorio ucraino. Per gli ucraini, la battaglia risulta importante per le sorti militari e politiche delle regioni meridionali e della città di Odessa.

Il contesto della battaglia di Kherson

L’oblast di Kherson è situato in uno dei punti più nevralgici dell’Ucraina. Qui passa l’estuario del Dnepr, il quale si getta poi sul Mar Nero. Non solo, ma poco più a sud vi è il confine con la Crimea. Una linea di frontiera diventata molto calda da quando, a partire dal 2014, la Russia ha annesso la penisola. Inoltre a ovest di Kherson sono situate tutte le principali infrastrutture per collegare la Crimea e le regioni sud orientali dell’Ucraina con Odessa.

L’intera area risulta quindi strategica sia per i russi che per gli ucraini. Per i primi appare essenziale prenderla, per i secondi invece è vitale difenderla. Mosca, nell’avviare le operazioni militari nella regione, punta anche sulla nomina di città russofona di Kherson. Molti dei suoi trecentomila abitanti infatti parlano regolarmente il russo e, assieme alle regioni di Odessa e Mykolaiv, l’area di Kherson è tradizionalmente collocata nella parte russofona dell’Ucraina, unendosi idealmente con il Donbass e l’est del Paese.

Una circostanza però che non determina, nel corso delle fasi più delicate della battaglia, un’unanime accondiscendenza per il passaggio della regione al definitivo controllo russo. Anzi, proprio la risposta della popolazione alle prime operazioni di Mosca nell’area risulta in futuro una delle variabili maggiormente sottovalutate dal Cremlino tanto a Kherson quanto in altre aree dell’Ucraina.

L'inizio della battaglia

Nella notte del 24 febbraio 2022, il presidente russo Vladimir Putin in un discorso televisivo annuncia il via libera all’operazione militare in Ucraina. La regione di Kherson è una delle prime a essere bersagliate. Già prima dell’alba vengono segnalate numerose incursioni aeree e diversi bombardamenti missilistici.

Ma nelle prime ore del conflitto si registrano anche primi interventi russi con le truppe di terra. I soldati, in particolare, entrano dalla Crimea e si dirigono subito verso il Dnepr. Alla fine della prima mattinata di guerra, i soldati di Mosca riescono a occupare la strategica località di Nova Kachovka. Si tratta di uno snodo strategico: situata sulle rive del Dnepr, avanzando a est è possibile raggiungere facilmente Melitopol e quindi la regione di Mariupol, mentre andando verso ovest si entra nell’hinterland di Kherson.

Così come ammesso dallo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la sera del 24 febbraio i russi sono alle porte di Kherson e le truppe di Kiev stanno cercando di respingere l’assalto. Epicentro di questa prima fase della battaglia è il ponte Antonovskiy, struttura che permette di attraversare il Dnepr ed entrare nell’area urbana di Kherson. Nella notte tra il 24 e il 25 febbraio, il ponte è rivendicato dai russi e Mosca sembra avere gioco facile per entrare definitivamente nella città contesa.

Tuttavia è proprio in quest’area che si hanno le prime sorprese. La resistenza dei soldati ucraini è molto forte e il mattino seguente le truppe di Kiev riprendono in mano la struttura. Forse è questa la fase più cruenta della battaglia ed è questo il primo vero episodio di scontro frontale tra le parti nell’arco dell’intero conflitto. Sul campo restano decine di vittime sia tra gli ucraini che tra i russi, nonché una distesa di mezzi e carri armati distrutti. Il ponte passa di mano varie volte tra il 25 e il 26 febbraio. Il sindaco di Kherson, Ihor Kolykhaiev, annuncia nella sera del 26 che i russi sono costretti a un ripiegamento per via delle difficoltà incontrate nella periferia sud della città.

2 marzo 2022: l'arrivo dei russi

A guidare la resistenza dell’esercito ucraino è la 59esima brigata motorizzata, contrapposta dall’altro lato alla 58esima armata combinata russa. Mosca qui schiera anche la settima divisione d’assalto aereo delle guardie di montagna. Lo scontro continua a essere duro, ma la svolta si ha il 27 febbraio, quando i russi dichiarano di aver oltrepassato il Dnepr.

Quello stesso giorno, da Mosca il ministero della Difesa fa sapere di aver circondato Kherson e di aver preso l’aeroporto internazionale. Il 28 febbraio anche le autorità ucraine confermano l’accerchiamento della città. Nei giorni successivi, le truppe russe avanzano lungo la tangenziale e occupano i principali punti di accesso verso il centro cittadino.

L’impressione è che la resistenza ucraina è concentrata soprattutto lungo il Dnepr e nella periferia. Una volta oltrepassate le difese di Kiev in questi punti, i russi riescono a dilagare fino a mettere una seria ipoteca sulla presa di Kherson.

E infatti il 2 marzo le prime avanguardie delle truppe russe vengono avvistate in piazza Svobody, nel cuore della città. All’interno del centro urbano si sparano pochi colpi. A differenza di Bucha, Irpin, Mariupol e altre città ucraine di lì a breve coinvolte nelle battaglie urbane, Kherson non subisce gravi danni e le sue infrastrutture appaiono integre.

Sui social diversi cittadini rintanati a casa mostrano il passaggio di truppe russe nelle vie principali. La sera del 2 marzo è lo stesso sindaco Kolykhaiev ad ammettere la caduta di Kherson che, in questa maniera, diventa il primo capoluogo di regione dell’Ucraina a essere in mano russa.

Le manifestazioni contro la presenza russa

Come detto, nonostante una presenza importante di russofoni nel territorio di Kherson, la gente non accoglie con molto favore l’arrivo dei soldati russi. Difficile dire in che modo è divisa l’opinione pubblica in città. Non ci sono riscontri ufficiali, né dati plausibili. L’unica cosa certa è che, a livello generale, non ci sono scene di parate e accoglienze calorose in favore dei soldati russi.

Molte delle informazioni che dal 2 marzo trapelano da Kherson sono foraggiate dalla propaganda di entrambe le parti. I russi presentano infatti come un proprio successo il ritorno a una certa normalità della situazione, mostrando parchi pieni di cittadini e scuole e uffici nuovamente riaperti. Dall’altro lato però, gli ucraini sottolineano la costante presenza, soprattutto nelle prime settimane di occupazione, di manifestanti in piazza. Per Mosca si tratta di una sparuta minoranza, per Kiev invece del segno della resistenza popolare anti russa.

Le proteste sono documentate soprattutto sui social. A marzo quasi ogni giorno vanno in scena manifestazioni di persone che espongono la bandiera ucraina, contrapposta invece a quella russa issata sugli edifici pubblici e a quella della vittoria nella seconda guerra mondiale esposta in occasione della festa del 9 maggio. In almeno un’occasione i manifestanti hanno intonato l’inno ucraino difronte a schieramenti di truppe russe che, per risposta, hanno invece fatto risuonare in filodiffusione l’inno russo.

Con il passare delle settimane il numero delle manifestazioni risulta diminuito. Tuttavia all’interno di Kherson, così come segnalato dai servizi di intelligence britannici e degli Stati Uniti, sarebbero attivi gruppi di sabotatori ucraini. Si tratta di cellule fedeli a Kiev, attivate per colpire membri della nuova amministrazione filo Mosca o soldati russi stanziati nel territorio occupato. Si ha notizia, da marzo in poi, di alcuni episodi verosimilmente attuati da sabotatori ucraini. Il più grave dei quali riguarda l’uccisione, a seguito di un’esplosione avvenuta il 7 settembre, del colonnello russo Atem Bardin.

La nuova amministrazione pro Mosca

Tra scene di normalità e manifestazioni pro Kiev, i comandi militari russi si muovono per dare a Kherson un’amministrazione politicamente legata al Cremlino. Il 18 aprile da Mosca arriva la designazione di Igor Kastyukevich quale nuovo sindaco della città, anche se il diretto interessato nega l’incarico ricevuto. Il 22 aprile invece si insedia quale nuovo governatore Volodymir Saldo, pochi giorni dopo viene annunciata invece la designazione di Oleksandr Kobets come nuovo sindaco facente funzioni.

L’obiettivo principale delle nuove amministrazioni pro Mosca è l’organizzazione di un referendum in grado di sancire l’annessione di Kherson alla federazione russa. Per preparare l’intera regione a questa chiamata elettorale, vengono prese nel frattempo alcune decisioni volte ad agganciare sempre più il destino di Kherson alla Russia. Da maggio ad esempio circola il Rublo, ossia la moneta della federazione, che sostituisce la Grivnia ucraina.

Tra maggio e giugno le utenze telefoniche e la linea internet vengono agganciate alle infrastrutture russe, così come iniziano a essere rilasciati i passaporti russi. Diversi cittadini ottengono la cittadinanza della federazione, altro modo per provare a rendere indelebile il passaggio di Kherson a Mosca.

Il referendum di Kherson

In un primo momento si parla di aprile o di maggio come data per tenere un referendum di annessione alla Russia. Il modello, seppur differente per modalità e per situazioni, non sarebbe così diverso da quello applicato in Crimea. Ossia far arrivare direttamente dai cittadini la legittimazione per l’annessione a Mosca.

Il referendum viene organizzato tra il 23 e il 27 settembre. Kiev non riconosce il voto e lo considera solo uno strumento pilotato dalla Russia per legittimare l’occupazione. Anche gran parte della comunità internazionale non dà rilevanza politica al referendum. Ad ogni modo, il Cremlino il 29 settembre rende nota la vittoria del Sì all’annessione e, il giorno successivo, è Vladimir Putin ad annunciare il passaggio di Kherson alla federazione russa assieme alle altre province dell’Ucraina occupate.

La controffensiva ucraina

La battaglia di Kherson però non termina con la conquista russa della città. Dopo il ritiro delle proprie forze, Kiev si dice convinta di poter recuperare il territorio. Si organizza così una più solida linea difensiva a ovest del centro urbano, lungo la strada per Mykolaiv. Quest’ultima diventa a sua volta un’altra città strategica, considerata infatti la vera e propria porta verso Odessa. L’esercito ucraino quindi ha un duplice obiettivo nella regione: impedire l’avanzata dei russi verso Mykolaiv e iniziare ad allestire il piano per una controffensiva verso Kherson.

In un primo momento le forze di Mosca sembrano poter procedere verso Mykolaiv, ma l’avanzata viene effettivamente bloccata dagli ucraini. Un colpo molto duro per le ambizioni russe nell’area è inferto il 23 marzo, quando le forze di Kiev lanciano missili contro l’aeroporto militare di Kherson, distruggendo una grande quantità di mezzi russi. Mosca quindi è costretta a fermare o comunque ridimensionare le proprie velleità.

Il fronte rimane in una fase di stallo per diverse settimane. Ad aprile gli ucraini rivendicano una prima avanzata verso Kherson. In particolare, il 23 aprile l’esercito di Kiev annuncia la riconquista di otto località nell’oblast di Kherson. Il fronte viene spostato verso la città occupata, facendolo definitivamente allontanare da Mykolaiv.

La linea di contatto tra i due eserciti rimane immobile per tutta l’estate. Sul finire del mese di agosto, l’esercito ucraino fa sapere di aver messo a punto le strategie per iniziare una controffensiva. Gli attacchi partono effettivamente i primi giorni di settembre, ma appaiono concentrati su alcuni specifici obiettivi locali. In realtà, la vera controffensiva ucraina ha luogo negli stessi giorni lungo il fronte di Kharkiv, dove Kiev riesce ad avanzare recuperando diverse aree andate perse tra marzo e aprile. A Kherson invece la situazione al momento è quasi immutata. Si registrano diversi scontri tra le parti, ma le variazioni territoriale sono poco significative.

Aereo militare russo contro un palazzo al confine con l’Ucraina. Centootto donne prigioniere liberate. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Redazione Online e Esteri su Il Corriere della Sera il 17 Ottobre 2022. 

Le notizie di lunedì 17 ottobre. Il giovane (E.P. le sue iniziali) è morto durante un combattimento. L’Ue si prepara a sostenere l’Ucraina con altre armi per 500 milioni 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 235esimo giorno

• Un foreign fighter italiano di 28 anni, che combatteva con i russi, è stato ucciso nella regione di Donetsk, in Ucraina

• Kiev è stata colpita da un nuovo massiccio attacco russo, condotto con droni kamikaze

• Kiev: i russi iniziano ad evacuare le istituzioni di Kherson. Trovato impiccato il responsabile della mobilitazione

• La direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur) ha annunciato l’intenzione di pagare una taglia di 100.000 dollari per la cattura di Igor Girkin, ex ministro della Difesa dell’autoproclamata Repubblica popolare del Donetsk

• Ministro Israele: giunto il momento del sostegno a Kiev

Ore 23:24 - Foreign fighter italiano ucciso: aveva 28 anni

Un cittadino italiano di 28 anni, foreign fighter per le milizie russe, è stato ucciso ieri durante un combattimento nella regione del Donesk. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti diplomatiche, il 28 enne E. P. si sarebbe arruolato nelle milizie di Putin nell’autoproclamata repubblica di Donesk. Il ragazzo italiano da diverso tempo viveva nei dintorni della città di Rostov. Dai primi accertamenti, il cittadino italiano ucciso sarebbe stato vicino alla comunità italiana di Fort Rus che avrebbe sposato la politica filorussa nelle sue posizioni più estremistiche.

Ore 23:27 - Zelensky: pesanti combattimenti a Soledar e Bakhmut

«Combattimenti molto pesanti» stanno continuando nei settori di Soledar e Bakhmut, due località nel Donetsk da giorni obiettivo di un’offensiva russa. Lo ha riferito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo messaggio video serale. Gli occupanti «hanno lanciato tutto ciò che potevano contro le nostre forze, inclusi duemila `detenuti´ - sono tra i mercenari proprio lì», ha aggiunto Zelensky, riferendosi a combattenti che sarebbero stati reclutati nelle carceri.

«Sono prigionieri con lunghe condanne per reati gravi. Sono tenuti al fronte non solo con i soldi, ma anche con la promessa di un’amnistia», ha proseguito il presidente ucraino, «è così che lo Stato russo sponsorizza il terrore. Cerca nelle carceri gli assassini e promette loro libertà. Se uccidono di nuovo».

Ore 23:28 - Trovato impiccato responsabile mobilitazione russa

Il tenente colonnello Roman Malyk, responsabile della mobilitazione dei riservisti russi da inviare in Ucraina, è stato trovato impiccato nella sua abitazione, in un villaggio nella regione di Primorsky. Lo riferiscono alcuni media internazionali, tra cui il Mirror e l’Hindustan Times. La polizia ha aperto un’indagine e ha definito «sospette» le circostanze della morte del quarantanovenne. Gli inquirenti non escludono il suicidio.

Il corpo dell’ufficiale, veterano della Cecenia e padre di due figli, è stato trovato nel cortile della sua casa, vicino a una palizzata. Gli amici e la famiglia di Malyk, che si occupava dei reclutamenti nella regione sudorientale del Territorio del Litorale (Primorsky Krai), hanno smentito con decisione che il tenente colonnello possa essersi tolto la vita, descrivendolo come «un uomo forte e coraggioso». La mobilitazione decisa dal Cremlino, che intende chiamare alle armi fino a 300 mila uomini per spedirli in Ucraina, ha portato migliaia di russi a fuggire all’estero. La reazione rabbiosa di parte della popolazione ha visto fino a 70 uffici per la coscrizione attaccati con bottiglie molotov.

Ore 23:44 - Attacco a Mykolaiv: abbattuti due droni iraniani

La città di Mykolaiv è stata attaccata con droni kamikaze iraniani Shahed-136 iraniani, due dei quali sono stati abbattuti dalla contraerea ucraina. Lo riferisce su Telegram il governatore regionale Vitaliy Kim. Secondo i media locali, nella città si è sviluppato un incendio.

Ore 01:40 - Esplosioni nelle regioni di Odessa e Kharkov

Esplosioni nelle regioni di Odessa e Kharkov. Secondo fonti informative locali, l’allerta aereo è stata dichiarata anche a Dnepropetrovsk, Kirovograd, Poltava e nelle regioni di Kharkov. A Nikolayev ha preso fuoco un deposito di carburante dopo che la città è stata bersaglio di una serie di esplosioni.

Ore 06:05 - Ue, oggi ok a missione addestramento militare, in arrivo altri 500 milioni

I ministri degli esteri dell’Unione europea intendono dare il via libera oggi a una missione per addestrare 15.000 soldati ucraini nel territorio comunitario e concordare un nuovo esborso di 500 milioni di euro per finanziare l’invio di altri armi a Kiev nella guerra contro la Russia. L’Ue intende iniziare l’addestramento dei soldati ucraini da metà novembre, in una missione pianificata, inizialmente, per i prossimi due anni, ha spiegato una fonte comunitaria. Fino all’inizio della missione, saranno definiti i dettagli, come la pianificazione militare o quali paesi dell’UE addestreranno i soldati ucraini, un compito per il quale la Spagna si è già offerta. Il dispositivo logistico dell’operazione sarà «complesso», come definito da un’altra fonte comunitaria, poiché, tra l’altro, dovrà essere creato un punto di uscita e di ingresso sul confine Ucraina-Polonia attraverso il quale i soldati possano attraversare gli ucraini per ricevere allenamento e poi tornare al fronte.

Ore 07:33 - L’attacco con i droni, a Kiev

Il centro di Kiev è stato colpito nella notte da un pesantissimo attacco, eseguito con droni kamikaze. 

Le esplosioni sono state almeno una decina; alcune si sono verificate vicino alla stazione ferroviaria centrale. 

Secondo l’Agenzia di stampa statale russa Tass, che cita media ucraini, pennacchi di fumo si stanno alzando sopra l’ufficio centrale della compagnia energetica nazionale ucraina Ukrenergo. 

Nei giorni scorsi, il presidente russo Vladimir Putin aveva detto che «non erano in programma» altri bombardamenti a tappeto delle città ucraine — una frase risultata falsa, alla prova dei fatti delle scorse ore.

Ore 07:51 - Le infrastrutture colpite a Sumy, nell’Est del Paese

Mosca non si è limitata a bombardare la capitale ucraina, nella notte. 

Il governatore della regione di Sumy Dmytro Zhyvytskyi ha riferito che le forze russe hanno distrutto alcune «infrastrutture critiche» nel distretto di Romenskyi. 

Zhyvytskyi ha detto che ci sono vittime, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

Ore 07:54 - Il punto sugli attacchi russi di questa notte, in Ucraina (Marta Serafini)

— Almeno nove droni kamikaze hanno colpito la capitale dell’Ucraina, Kiev, questa mattina. Le esplosioni si sono verificate in numerosi quartieri centrali della città. Il sindaco Vitalii Klitschko ha affermato che sono stati danneggiati edifici residenziali nell’area centrale di Shevchenkivskyi. 

Klitschko, riferisce la BBC, ha detto che i soccorritori sono sul posto ed ha invitato i residenti a rimanere nei rifugi antiaerei. Negli attacchi di stamattina È stata colpita anche la sede della compagnia nazionale dell’energia ucraina Ukrenergo (Kiu). 

«La capitale è stata attaccata da droni kamikaze. Abbiamo bisogno di più sistemi di difesa aerea e il prima possibile. Non abbiamo tempo per le azioni lente. Più armi per difendere il cielo e distruggere il nemico», ha scritto in un post su Telegram Andriy Yermak, il capo dell’ufficio del presidente ucraino. 

Diverse esplosioni sono state avvertite nella notte nelle regioni di Odessa e Kharkiv e nella città di Mykolaiv dove si è sviluppato incendio in seguito ad un bombardamento su depositi di carburante. Lo riportano i media ucraini. 

Inoltre, è stato lanciato un allarme per raid aerei nelle regioni di Poltava, Kharkov, Dnepropetrovsk e Kirovograd.

Ore 08:32 - Elia Putzolu, il foreign fighter italiano morto in Ucraina

(Fiorenza Sarzanini) Si chiamava Elia Putzolu il 27enne foreign fighter italiano morto nelle scorse ore nella regione di Donetsk, in Ucraina. A comunicarlo è la Farnesina. 

Putzolu combatteva con le milizie russe dell’autoproclamata repubblica, che Putin ha formalmente annesso — con una misura condannata dalla comunità internazionale — nelle scorse settimane. 

L’ambasciata italiana sta cercando di recuperare la sua salma.

Ore 09:01 - Bombe su Zaporizhzhia, centrale bloccata

La centrale nucleare di Zaporizhzhia ha nuovamente interrotto l’approvvigionamento energetico esterno a causa dei bombardamenti russi. Lo ha riferito su Telegram Energoatom, l’operatore ucraino che gestisce la centrale. «I terroristi russi hanno sparato ancora una volta contro le stazioni elettriche nel territorio sotto il controllo dell’Ucraina, l’ultima linea di alimentazione è stata disconnessa. Nel processo di transizione, a causa di una caduta di tensione di breve durata, è stato spento il trasformatore di riserva e sono stati avviati i generatori diesel», ha affermato Energoatom. Le forze russe hanno occupato la centrale sin dai primi giorni della guerra. I reattori si trovano in una delle regioni occupate dell’Ucraina che la Russia afferma di aver «annesso». Mosca ha annunciato la sua intenzione di portare la centrale di Zaporizhzhia sotto il controllo delle autorità nucleari russe.

Ore 09:04 - Allarme aereo su tutto il Paese

Dopo l’attacco di dronl kamikaze su Kiev, l’allarme aereo è scattato stamattina su tutto il Paese,. Lo riportano i profili social di segnalazione di pericolo e criticità in Ucraina. Intanto il sindaco di Kiev ha confermato il blocco del traffico in alcune zone e ha invitato i cittadini a non recarsi in periferia se non in caso di assoluta necessità. A Kerch tutti i tribunali, gli asili, le scuole vengono evacuati.

Ore 09:14 - Almeno due civili intrappolati sotto le macerie a Kiev

Diciotto persone sono state estratte vive da un edificio colpito da droni kamikaze questa mattina a Kiev, ma almeno altre due sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Lo ha riferito su Telegram il sindaco della capitale ucraina, Vitali Klitschko.

Ore 09:23 - Il governatore ucraino di Luhansk: «Fuoco continuo sui centri liberati»

«I russi stanno cancellando dalla faccia della terra gli insediamenti liberati con carri armati, artiglieria e fuoco della contraerea». E’ l’allarme lanciato su Telegram dal governatore ucraino di Luhansk, Serhai Haidai. «Gli occupanti stanno piazzando cubi di cemento e scavando trincee in tutta la regione di Luhansk, preparandosi per una lunga difesa» ha aggiunto. Luhansk è una delle regioni occupate dell’Ucraina che la Russia ha affermato di annettere, nonostante non ne controlli completamente il territorio.

Ore 09:38 - Zelensky: «Possono attaccarci ma non ci spezzeranno»

il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reagito così all’ultima offensiva russa sul paese: «Per l’intera notte e tutta la mattina, il nemico ha terrorizzato la popolazione civile. Droni e missili kamikaze stanno attaccando tutta l’Ucraina. Un edificio residenziale è stato colpito a Kiev. Il nemico può attaccare le nostre città, ma non sarà in grado di spezzarci. Gli occupanti otterranno solo una giusta punizione e la condanna delle generazioni future. E noi conquisteremo la vittoria».

Ore 09:40 - Borrell: Ue pronta a nuovi aiuti militari a Kiev

La Danimarca: serve risposta decisa agli attacchi di oggi

Ucraina in primo piano nelle parole dell’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrell al suo arrivo al consiglio dei ministri degli esteri dell’Ue: «Inizieremo con l’Ucraina dove ci sono brutte notizie dall’attacco della Russia. Oggi Kiev è stata sotto un attacco dai droni nel centro delle città. Ne discuteremo e prenderemo alcune misure. Le decisioni più importanti saranno legate a una nuova tranche di supporto militare all’Ucraina e al dispiegamento di una missione di addestramento al confine dell’Ucraina» ha precisato.

In sintonia con quanto anticipato da Borrell, il ministro degli Esteri danese. «Abbiamo visto questa mattina, di nuovo, l’Ucraina sotto attacco russo. E’ molto importante che rispondiamo in modo deciso come Ue. Per me, è molto importante stabilire una nuova missione di addestramento militare e fornire più soldi per la fornitura di armi all’Ucraina, anche quelle che permettono di difendersi da questi attacchi» ha detto Jeppe Kofod, al suo arrivo al Consiglio Ue Esteri a Lussemburgo, ha detto.

Ore 09:47 - I droni kamikaze iraniani usati dalla Russia: cosa sono e come funzionano

L’hanno definita l’arma «democratica» perché la possono usare anche paesi più «piccoli». Ed è relativamente a basso costo. Parliamo dei droni-kamikaze protagonisti dei raid sulle città dell’Ucraina. Mosca, dopo mesi di conflitto, ha visto calare le scorte di missili: ne ha usati migliaia e vuole conservarne una parte per il futuro, non sa quale piega può prendere la crisi. Dunque si è rivolta ad un alleato di convenienza, l’Iran. Che ha fornito centinaia di Shahed 136 e velivoli ricognitori Mohajer, forse «schierati» insieme a numerosi istruttori dei pasdaran. I mezzi hanno affiancato quelli russi e si sono rivelati efficaci, in particolare per proseguire la campagna di terrore. Volano a 185 chilometri orari, hanno un raggio d’azione sui 1800 chilometri (forse anche più), lanciabili da camion, con cariche esplosive non ampie, sono comunque una minaccia concreta per le infrastrutture, per le aree urbane, per centrali elettriche, depositi.

Ore 10:17 - Podolyak: «Ora la Russia fuori dal G20»

Dopo questa nuova ondata di attacchi di droni russi sulle città ucraine, la Russia dovrebbe essere espulsa dal G20 e dagli altri gruppi internazionali, ha detto Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky. «Coloro che danno l’ordine di attaccare le infrastrutture, congelare i civili e organizzare la mobilitazione totale per coprire la prima linea con i cadaveri, non può sedersi allo stesso tavolo con i leader del G20. È ora di porre fine a questa ipocrisia. La Federazione Russa deve essere espulsa da tutte le piattaforme internazionali», ha twittato Podolyak.

Ore 11:13 - Medvedev: «Stop relazioni con Israele se dà armi a Kiev»

«Sembra che Israele fornirà armi al regime di Kiev. Una mossa molto avventata. Distruggerà tutte le relazioni tra i nostri Paesi». Così Dmitri Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, reagisce su Telegram all’annuncio di Israele di sostenere l’Ucraina nella guerra.

Ore 12:34 - Il premier ucraino: attaccate infrastrutture cruciali in tre regioni, centinaia di città e villaggi al buio

Il primo ministro ucraino Denys Shmygal ha fornito dettagli sull’entità degli attacchi russi di questa mattina: sono state colpite infrastrutture cruciali in tre regioni, interrompendo l’elettricità in centinaia di città e villaggi in tutto il Paese, ha riferito. «Cinque attacchi di droni sono stati registrati a Kiev. Danneggiati impianti energetici e un edificio residenziale» ha precisato. La Russia — ha detto — ha anche lanciato missili contro infrastrutture nella regione centrale di Dnipropetrovsk e nella regione di Sumy a est. Shmygal ha esortato gli ucraini a ridurre il consumo di elettricità, in particolare durante le ore di punta.

Ore 12:51 - Anche «una donna incinta uccisa nell’attacco con i droni a Kiev»

Una «giovane famiglia» è stata uccisa dai droni kamikaze lanciati su un edificio residenziale a Kiev questa mattina. «Bohdan e Victoria, 34 anni, sono stati trovati morti. Si dice che aspettassero il loro primo figlio tra qualche mese», ha twittato Anton Gerashchenko, consigliere presidenziale ucraino di alto livello, riporta il Guardian. La notizia è stata confermata dal sindaco di Kiev ,Vitali Klitschko: la donna era incinta di sei mesi, ha scritto su Telegram il primo cittadino della capitale. «Durante le operazioni di ricerca e soccorso in un edificio residenziale del centro, sono stati estratti i corpi di tre civili morti. «Tra loro c’è una giovane coppia, marito e moglie che aspettavano un figlio. La donna era incinta di 6 mesi. La Russia è un paese terrorista!».

Ore 13:30 - Patuanelli: «Sull'energia la Commissione deve fare di più»

«La Commissione Europea deve fare di più per combattere il caro energia e dare una risposta unita per difendere le proprie aziende». Lo ha detto il ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli in Lussemburgo commentando le proposte dell'esecutivo Ue in vista del Consiglio Europeo. «Già a marzo in uno dei primi Consigli dopo l'inizio del conflitto in Ucraina avevo chiesto un recovery fund per l'energia, cosa che sul tavolo ancora non c'è, mentre sul price cap oggi sembra esserci qualche apertura ma molto limitata e temporalmente breve», ha aggiunto.

Ore 13:43 - Fuggita dalla Russia la giornalista `no war´

La giornalista moscovita dissidente Marina Ovsiannikova è fuggita dalla Russia e dagli arresti domiciliari. Lo riferisce il suo avvocato. L'ex giornalista della tv di stato russa si era licenziata dopo aver protestato in diretta con un cartello contro la guerra in Ucraina. A luglio era stata arrestata dalle forze dell'ordine russe in base alla legge che punisce la divulgazione di false informazioni sulle forze armate del Paese. Le pene detentive previste arrivano fino a 15 anni.

Ore 14:34 - Podolyak: «Iran responsabile uccisione ucraini, sanzioni non bastano»

«L’Iran è direttamente responsabile delle uccisioni degli ucraini. Un paese che opprime il proprio popolo sta ora fornendo ai mostri russi armi per omicidi di massa nel cuore dell’Europa. Questo è ciò che significano affari incompiuti e concessioni al totalitarismo. Il caso in cui le sanzioni non bastano sicuramente...». Così su twitter il consigliere del presidente ucraino Mikhailo Podolyak, dopo i nuovi raid russi su Kiev che sarebbero stati condotti con droni di fabbricazione iraniana.

Ore 15:09 - Minsk, operativo gruppo militare congiunto con Mosca

Il gruppo di truppe militari congiunto russo-bielorusso «ha iniziato a svolgere i suoi compiti». Lo ha affermato il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin. Lo riporta Ria Novosti. Secondo Minsk oltre 9mila militari e diverse centinaia di veicoli blindati arriveranno in Bielorussia dalla Russia compresi 170 carri armati.

Ore 15:20 - Filorussi, scambio di 110 prigionieri tra Russia e Ucraina

Uno scambio di 110 prigionieri russi con 110 ucraini è stato annunciato dal capo della sedicente Repubblica del Donetsk Denis Pushilin, come riportano i media russi. «Oggi si sta svolgendo - ha detto Pushilin - uno scambio secondo la formula 110 per 110. Noi diamo a Kiev soprattutto donne. Dalle prigioni del regime ucraino, riportiamo a casa 80 marinai civili tenuti in ostaggio. Inoltre, 30 militari della Repubblica del Donetsk, della Repubblica Popolare di Lugansk e di altre regioni della Federazione Russa ricevono la libertà».

Ore 15:31 - Bozza vertice Ue: «Soluzione strutturale per aiuti a Kiev»

I leader europei chiedono «la rapida fornitura dei restanti 3 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria all'Ucraina» ed invitano «la Commissione a presentare e il Consiglio a lavorare su una soluzione più strutturale per fornire assistenza all'Ucraina». È quanto si legge in una prima bozza di conclusioni del vertice dei leader europei in programma il 20 e 21 ottobre a Bruxelles. «L'intero potenziale dell'accordo di associazione e dell'accordo di libero scambio globale e approfondito con l'Ucraina - si legge ancora - dovrebbe essere utilizzato per facilitarne l'accesso al mercato unico».

Ore 15:47 - Ucraina, la Farnesina raccomanda agli italiani di lasciare il Paese

“Ai connazionali ancora presenti in Ucraina è fortemente raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare il Paese, negli orari in cui non è in vigore il coprifuoco. Tale raccomandazione vale, in particolare, per la parte orientale e meridionale dell’Ucraina, in ragione dell’intensificarsi delle attività militari in quelle aree”. È quanto si legge nell’avviso aggiornato oggi di Viaggiare sicuri, il servizio della Farnesina: “Tutti i viaggi verso l’Ucraina, a qualsiasi titolo, sono assolutamente sconsigliati”, prosegue.

Ore 16:01 - Attacchi con droni a Kiev, Zelensky: ”Consegneremo alla giustizia tutti i terroristi russi”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram: “Sembra che il nemico attuale unisca nella sua malvagità tutti i precedenti nemici del nostro Stato. Agisce in modo insidioso: uccide civili, colpisce abitazioni e infrastrutture. Oggi, a seguito dell’attacco degli occupanti a un edificio residenziale di Kiev, sono già morte quattro persone. Tra loro c’è una giovane famiglia che aspettava un bambino. Le operazioni di ricerca e salvataggio sono ancora in corso. Il terrore deve perdere e perderà, e l’Ucraina prevarrà. E consegnerà alla giustizia tutti i terroristi russi, dai comandanti ai soldati semplici che hanno eseguito gli ordini criminali”. Il testo è accompagnato dalle foto degli attacchi con droni kamikaze compiuti oggi dai russi in Ucraina.

Ore 16:44 - Da Ue oltre 100 milioni per addestrare 15 mila soldati Kiev

Il semaforo verde arrivato dai ministri degli Esteri Ue alla missione di assistenza militare a sostegno dell’Ucraina (abbreviata nei documenti come Eumam Ukraine) consentirà l’addestramento di circa 15 mila soldati di Kiev (12 mila soldati semplici e 2.800 da assegnare ai reparti specializzati). 

La missione, con una durata prevista di due anni, sarà operativa da questo inverno e costerà agli Stati membri 106,7 milioni di euro. Eumam Ukraine opererà nel territorio degli Stati membri dell’Ue, dove verranno addestrati i soldati ucraini, e avrà la sua sede operativa all’interno del Servizio europeo per l’azione esterna a Bruxelles «al fine di garantire un coordinamento generale a livello strategico», si legge in una nota del Consiglio Ue. Il vice ammiraglio Herve’ Blejean sarà il comandante della missione.

Ore 16:50 - Esplosione a Odessa, dichiarata allerta nella regione

Una forte esplosione è risuonata ad Odessa e le autorità hanno dichiarato l’allerta nella città e nella Regione. Lo riporta Ukrainska Pravda.

Ore 17:36 - Una ventina i foreign fighters italiani tra filorussi e filo Kiev, Putzolu terza vittima

Elia Putzolu è il terzo foreign fighter morto nel conflitto Russo-Ucraino. In totale, secondo intelligence e antiterrorismo, sono circa venti i combattenti italiani in Ucraina da una parte e dall’altra dei due schieramenti. Il primo combattente a morire in Ucraina è stato Edy Ongaro, militante nelle fila dei separatisti filorussi del Donbass, ucciso lo scorso 30 marzo da una bomba a mano in un villaggio a nord di Donetsk. Ongaro era originario di Portogruaro. Il secondo è stato Benjamin Giorgio Galli, morto a Kharkiv mentre combatteva con le forze di Kiev. Il 27enne stava combattendo con la Legione Internazionale di difesa contro l’esercito russo. Originario della provincia di Varese, anche se si era poi trasferito con la famiglia in Olanda, si era arruolato nelle truppe di Kiev la primavera scorsa. 

Ore 18:07 - Russia, aereo militare precipita vicino confine Ucraina

Secondo le prime ricostruzioni, pubblicate da Zvezda Tv, il velivolo (un Su-34) è precipitato mentre era in fase di decollo per effettuare un volo di addestramento dall’aerodromo del distretto militare meridionale. I piloti hanno usato l’autoespulsione. Sembra che a causare l’incidente sia stato uno dei motori che ha preso fuoco durante il decollo. Il jet è caduto nel cortile di un condominio di nove piani, ora in fiamme.

Ore 17:46 - Aereo militare si schianta contro un condominio a Yeysk, in Russia 

Un aereo militare russo sarebbe finito contro un edificio residenziale a Yeysk, città sul mar d’Azov, in Russia, davanti a Mariupol.

Ore 18:25 - Russia, almeno 1 morto e 3 feriti gravi in schianto jet: il palazzo è in fiamme dal primo al nono piano

Ore 18:37 - Investigatori russi avviano un'indagine penale sull'incidente del jet a Yeysk

I piloti sono riusciti a fuggire prima dell'incidente. 

Il governatore del territorio di Krasnodar, di cui Yeysk fa parte, ha detto che stava andando in città e che tutti i vigili del fuoco regionali e locali stavano cercando di spegnere l'incendio.

Ore 18:49 - Kiev, solo donne nel nuovo scambio di prigionieri, 108

L'Ucraina ha confermato lo scambio di oltre 100 prigionieri con la Russia, precisando che si è trattato del «primo scambio di sole donne». «Oggi è stato effettuato un altro scambio su larga scala di prigionieri di guerra, abbiamo liberato 108 donne dalla prigionia. È stato il primo scambio di sole donne», ha detto sui social media il capo di stato maggiore della presidenza ucraina, Andriy Yermak. Alcune di loro sono madri e figlie e 37 si erano arrese all'acciaieria Azovstal a Mariupol.

Ore 19:11 - Kiev, scritta «per Belgorod» su drone russo abbattuto

Un drone utilizzato dalla Russia per attaccare Kiev, abbattuto dalle forze ucraine, riportava la scritta `per Belgorod´ su uno dei suoi stabilizzatori verticali. Lo riporta la Cnn, citando il video mostrato su Telegram da Anton Gerashchenko, consigliere del ministro degli Affari interni ucraino. Il riferimento sembra essere alle esplosioni delle ultime settimane nella regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, per cui Mosca ha incolpato Kiev. Sul drone era presenta anche la scritta `per Luch´, messaggio probabilmente riferito all'incendio scoppiato in una centrale elettrica sempre nella regione di Belgorod.

Ore 19:41 - Usa minacciano sanzioni per droni da Iran a Mosca

Gli Usa minacciano di sanzionare tutte le persone legate all'uso di droni iraniani nella guerra in Ucraina, dopo gli ultimi raid su Kiev. «Chiunque sia in affari con l'Iran e abbia qualsiasi legame con gli Uav (droni senza pilota, ndr) o con gli sviluppi dei missili balistici o il flusso di armi dall'Iran alla Russia deve stare molto attento», ha avvisato Vedant Patel, portavoce del Dipartimento di Stato americano. «Gli Usa non esiteranno a usare le sanzioni o a prendere azioni contro i responsabili», ha aggiunto.

Ore 19:54 - Von der Leyen, ci sarà risposta per aiuto Iran a Mosca

«L'Ue ha deciso di sanzionare persone ed enti per il loro ruolo nella morte di Mahsa Amini e nella violenza inflitta al popolo iraniano. Siamo al fianco delle coraggiose donne iraniane. Inoltre, il sostegno dell'Iran alla guerra della Russia contro l'Ucraina riceverà una risposta chiara da parte dell'Ue». Lo ha scritto su Twitter la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Ore 01:54 - Media russi, capo Aiea vuole incontrare di nuovo Putin

Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Grossi, intende incontrare di nuovo il presidente russo Vladimir Putin. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti spiegando che Grossi lo avrebbe riferito ai giornalisti nel corso del suo viaggio in Argentina. Secondo l'agenzia russa il direttore dell'Aiea ritiene possibile raggiungere un accordo su una zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia entro la fine dell'anno. Grossi ha incontrato Putin l'11 ottobre scorso e il presidente russo si è detto «aperto al dialogo» con l'Agenzia.

Ore 02:59 - Russia: schianto jet militare, bilancio sale ad almeno 6 morti

È di almeno sei morti e sei dispersi il nuovo bilancio dello schianto dell'aereo militare su un edificio residenziale nella città russa di Yeysk. Lo riferisce Interfax secondo cui 19 persone sono rimaste ferite nell'incidente. Video e fotografie caricati sui social media, riporta il Guardian, mostrano un edificio residenziale avvolto dalle fiamme a Yeysk, una città portuale e di villeggiatura in Russia situata appena a sud della città ucraina di Mariupol, oltre il Mar d'Azov. Secondo il ministero della Difesa russo, entrambi i piloti sono riusciti a lasciare il jet prima che colpisse l'edificio. Alcune immagini mostrano un pilota che si cala con il paracadute mentre l'aereo militare esplode dopo l'impatto. In un comunicato, il ministero ha anche dichiarato che il caccia bombardiere Su-34 si è schiantato contro l'edificio poco dopo il decollo dalla vicina base aerea di Yuzhny. La causa dell'incidente è stato un incendio al motore che ha impedito al jet, che può essere utilizzato per bombardamenti o per ingaggiare altri aerei, di guadagnare quota. L'aereo, che secondo il ministero era in volo di addestramento, trasportava un carico che è esploso dopo l'impatto, impedendo ai vigili del fuoco di raggiungere la zona dell'incendio per qualche tempo.

(ANSA il 17 ottobre 2022) - "Sembra che Israele fornirà armi al regime di Kiev. Una mossa molto avventata. Distruggerà tutte le relazioni tra i nostri Paesi". Così il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev reagisce su Telegram all'annuncio di Israele di sostenere l'Ucraina nella guerra. 

"Non sto parlando del fatto che i fanatici di Bandera (il leader di inizio secolo dell'Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini e fondatore dell'Esercito Insurrezionale Ucraino, ndr) fossero nazisti e rimasero tali. Basta guardare il simbolismo dei loro moderni scagnozzi. Se vengono fornite armi, allora è tempo che Israele dichiari Bandera e Shukhevych (figura di spicco del nazionalismo ucraino, ndr) come degli eroi...", ha aggiunto l'ex presidente russo.

Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero” il 17 ottobre 2022. 

Il dado è tratto. Israele ha scelto con chi stare, tra Putin e Zelensky, e ha scelto l'Ucraina.

Che aiuterà anche militarmente. Centinaia, forse migliaia, sono i droni kamikaze iraniani Shaded 136 presenti o attesi negli arsenali della guerra di Putin.

E di questi giorni è la notizia di forniture più potenti di droni Arash-2, sempre iraniani. Gli istruttori iraniani sono stati visti sul campo, in Crimea e a Kherson, addestrare i russi e guidare i droni. Si tratta di istruttori inquadrati nelle Guardie della Rivoluzione dell'Iran. E ancora: fonti d'intelligence riferiscono di contatti costanti e visite reciproche tra vertici militari e politici a Mosca e Teheran.

Davvero troppo per Israele, che decide di schierarsi con Kiev (fra l'altro, Zelensky è ebreo), a dispetto della linea neutrale tenuta finora per l'importanza strategica dei rapporti con la Russia militarmente presente in Siria e influente sugli Ayatollah. Ma se Putin, in difficoltà con le forniture militari, si è ormai affidato alla sponda iraniana, a Gerusalemme non resta che sostenere Kiev.

La svolta in un tweet del ministro israeliano della Diaspora, Nachman Shai, dopo la rivelazione degli 007 americani al Washington Post, per cui gli iraniani stanno inviando alla Russia missili balistici con gittate di 300-700 km. «Non c'è più alcun dubbio scrive Shai su dove debba stare Israele in questo sanguinoso conflitto. È arrivato il momento che l'Ucraina riceva anche aiuti militari da Israele, come dagli Stati Uniti e dai Paesi Nato». […] L'intelligence israeliana starebbe già aiutando gli ucraini a intercettare i droni targati Teheran.

Il comandante russo Surovikin: «Siamo sotto attacco, non escludiamo decisioni difficili». Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi, Redazione Online e Esteri su Il Corriere della Sera il 18 Ottobre 2022.

Le notizie di martedì 18 ottobre. Sale a 13 il bilancio delle vittime dopo lo schianto vicino al confine con l’Ucraina di un jet militare russo 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 236esimo giorno

• La direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur) ha annunciato l’intenzione di pagare una taglia di 100.000 dollari per la cattura di Igor Girkin, ex ministro della Difesa dell’autoproclamata Repubblica popolare del Donetsk.

• Dall'Unione Europea oltre 100 milioni per addestrare 15 mila soldati Kiev.

• I droni iraniani in Ucraina possono far cambiare linea a Israele?

• Un aereo militare russo è precipitato vicino al confine con l'Ucraina.

Ore 00:37 - «Pentagono valuta di pagare Starlink per Kiev dopo forfait Musk»

Il Pentagono sta considerando di pagare i costi del network satellitare Starlink per l’Ucraina dopo che il patron di SpaceX, Elon Musk, ha scritto alla Difesa Usa di non poter più continuare a sostenere gli oneri. Lo scrive Politico citando due dirigenti americani sotto anonimato. I terminali satellitari sono una fonte vitale di informazioni per le truppe di Kiev, consentendo loro di combattere e di restare collegate anche quanto i network per i cellulari ed internet vengono distrutti nella guerra con i russi.

Ore 01:54 - Media russi, capo Aiea vuole incontrare di nuovo Putin

Il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, Rafael Grossi, intende incontrare di nuovo il presidente russo Vladimir Putin. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti spiegando che Grossi lo avrebbe riferito ai giornalisti nel corso del suo viaggio in Argentina. Secondo l'agenzia russa il direttore dell'Aiea ritiene possibile raggiungere un accordo su una zona di sicurezza intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia entro la fine dell'anno. Grossi ha incontrato Putin l'11 ottobre scorso e il presidente russo si è detto «aperto al dialogo» con l'Agenzia.

Ore 03:24 - Kyev, 8 morti negli attacchi russi con droni

L’Ucraina ha dichiarato che quattro persone sono state uccise a Kiev, tra cui una coppia di sposi in attesa di un bambino, e altre quattro nella regione nord-orientale di Sumy, negli attacchi lanciati lunedì dalla Russia, anche di droni kamikaze, che hanno causato l’interruzione di elettricità a centinaia di città e villaggi. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha chiesto sanzioni dell’Ue contro l’Iran, accusando Teheran di fornire droni alla Russia. L’esercito ucraino ha dichiarato di aver abbattuto ieri otto droni di fabbricazione iraniana e due missili da crociera russi. L’Iran nega di aver esportato armi a entrambe le parti, ma gli Stati Uniti hanno avvertito che prenderanno provvedimenti contro le aziende e le nazioni che lavorano con il programma di droni di Teheran dopo gli attacchi a Kiev.

Ore 04:10 - Casa Bianca, Russia risponderà dei suoi «crimini di guerra»

Gli Stati Uniti porranno la Russia di fronte alle sue responsabilità per i «crimini di guerra» commessi in Ucraina. Lo ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, commentando gli attacchi missilistici sferrati ieri dalle forze russe contro diversi obiettivi in Ucraina, che hanno causato almeno quattro vittime civili a Kiev. Gli Stati Uniti «condannano con forza gli attacchi missilistici russi», che dimostrano ancora una volta «la brutalità (del presidente russo, Vladimir) Putin», ha aggiunto la portavoce. «Continueremo a imporre un costo alla Russia, a porta di fronte alle responsabilità per i suoi crimini di guerra», ha detto Jean-Pierre.

Ore 06:09 - Russia: sale a 13 bilancio vittime aereo militare precipitato a Yeysk

Il numero delle persone morte nello schianto di un aereo militare Su-34 nella zona residenziale di Yeysk è salito a 13. Lo ha riferito alla Tass nel servizio stampa del ministero russo per le emergenze, rendendo noto che è stata completata la rimozione delle macerie sul luogo dell’incidente. «I soccorritori hanno completato la rimozione delle macerie. Durante le operazioni di ricerca e soccorso sono stati trovati i corpi di 10 morti. Pertanto, il numero totale dei morti è stato di 13 persone, inclusi tre bambini. 19 persone sono rimaste ferite a seguito dell’emergenza», ha detto un portavoce del ministero.

Ore 08:11 - Attacchi russi su Kharkiv: «Restare nei rifugi»

L’amministrazione militare regionale di Kharkiv ha annunciato che la Russia sta lanciando attacchi contro la città di Kharkiv e la sua regione. È stato chiesto inoltre ai residenti di rimanere nei rifugi: «Attenzione, abitanti di Kharkiv e della regione: gli occupanti russi stanno colpendo. Rimanete nei rifugi!», ha avvertito l’amministrazione militare regionale.

Ore 08:23 - Colonna di fumo a Kiev. Le autorità parlano di tre missili su un «bersaglio energetico»

Ore 08:48 - Kiev, colpita centrale elettrica nella capitale

Una centrale elettrica a Kiev è stata colpita da tre attacchi russi. Lo ha reso noto l'ufficio della presidenza ucraina.

Ore 09:12 - Zelensky: «Ucraina sotto attacco, Russia terrorizza i civili»

«L'Ucraina è sotto tiro degli occupanti. Continuano a fare ciò che sanno fare meglio: terrorizzare e uccidere i civili». Così il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky , ha commentato i nuovi raid russi di questa mattina in diverse città del Paese, tra cui la capitale Kiev. 

«A Mykolaiv, il nemico ha distrutto un edificio residenziale con missili S-300. Una persona è morta. C'è stato anche un raid al mercato dei fiori, al parco dei castagneti. Mi chiedo contro cosa stavano combattendo i terroristi russi in queste strutture assolutamente pacifiche», ha insistito il presidente. Secon do Zelensky, "lo stato terrorista" russo "non cambierà nulla a suo vantaggio con tali azioni". "Non farà che confermare la sua essenza distruttiva e omicida, di cui sarà sicuramente tenuto a rispondere", ha concluso il presidente.

Ore 09:28 - Kiev, esplosioni in molte zone, colpita centrale elettrica

Sono almeno tre le esplosioni segnalate stamattina a Kiev, secondo quanto ha annunciato su Telegram il vice-capo dell'ufficio presidenziale ucraino Kyrylo Tymoschenko, in stretto contatto con il presidente Volodymyr Zelensky. «È stata colpita anche una centrale elettrica», ha affermato.

Ore 10:12 - Ucraina: «dopo attacchi, black-out a Kiev e in altre regioni»

Gli attacchi russi su varie città ucraine hanno creato black-out di elettricità a Kiev e in altre regioni. Lo fanno sapere le autorità ucraine.

Ore 10:30 - Zelensky: dal 10 ottobre distrutto 30% centrali elettriche, no spazio negoziati

«Un altro tipo di attacchi terroristici russi: prendere di mira energia e infrastrutture critiche. Dal 10 ottobre, il 30% delle centrali elettriche ucraine è stato distrutto, causando enormi blackout in tutto il paese. Non c’è più spazio per i negoziati con il regime di Putin». Lo scrive su twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelenskky.

Ore 11:36 - Le prime immagini del tubo del gas esploso sul fondo del Mar Baltico

Ore 11:58 - Nord Stream, Cremlino: «Vogliono dare colpa a Russia, è assurdo»

L'indagine sull'incidente al gasdotto Nord Stream «per come appare dal punto di vista pubblico, almeno secondo le dichiarazioni che sentiamo, dalla Germania, dalla Francia e dalla Danimarca, è adattata a priori per addossare la responsabilità alla Russia. Questo è assurdo». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Mosca ha poi espresso «rammarico» per il fatto che «l'intero processo investigativo si stia svolgendo in una modalità molto, molto chiusa, senza interazione con la parte russa che è co-proprietaria di questo sistema di gasdotti».

Ore 12:36 - Kiev, abbattuto caccia russo Su-25 nella regione di Kherson

Un caccia russo Su-25 è stato abbattuto da un«unità della brigata ucraina antiaerea Kherson del comando Sud. Lo ha riferito l’ufficio stampa del Southern Air Command, come riporta Espreso tv. «L’aereo è stato abbattuto questa mattina intorno alle 9 nel distretto di Berislav nella regione di Kherson, in Ucraina meridionale. L’operazione è stata messa a segno da un’unità della brigata missilistica antiaerea Kherson. Oggi le forze dell’Aeronautica Militare delle Forze Armate dell’Ucraina hanno abbattuto 12 bersagli aerei. Oltre all’aereo d’attacco Su-25, anche cinque droni kamikaze «Shahed-136» sono stati distrutti durante la notte», ha affermato il comando Sud.

Ore 13:10 - Mosca annuncia prima avanzata a Kharkiv da settembre

Le truppe russe hanno ripreso il controllo del villaggio di Gorobyevka, nella regione nord-orientale ucraina di Kharkiv, secondo quanto annunciato dal ministero della Difesa di Mosca. Se confermata, si tratterebbe della prima riconquista territoriale delle truppe russe da settembre, quando l’esercito ucraino ha compiuto una vasta avanzata in questa provincia.

Ore 13:23 - Cremlino: «Non ancora decisa la fine della mobilitazione»

Il presidente russo, Vladimir Putin, non ha ancora preso la decisione di porre fine alla mobilitazione militare poiché l’obiettivo di 300mila uomini non è ancora stato raggiunto. Lo ha rilevato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, osservando tuttavia che alcune regioni hanno già completato i piani. «Finora non ci sono state decisioni del genere», ha detto Peskov rispondendo a chi gli chiedeva se il Cremlino prevede di annunciare a breve il completamento della mobilitazione parziale in Russia. Putin ha decretato la mobilitazione il 21 settembre e la scorsa settimana ha fatto sapere che puntava a porre fine alla campagna «entro circa due settimane».

Ore 13:25 - Michel ai leader Ue: «Aiuti all’Ucraina per prepararla all’inverno»

«Il Cremlino ha scelto di intraprendere diverse azioni di escalation, tra cui il lancio di una campagna di mobilitazione, l’organizzazione di falsi `referendum´ per annettere illegalmente i territori dell’Ucraina e il perseguimento di una retorica minacciosa. Di recente, le forze russe hanno bombardato indiscriminatamente aree civili. Gli autori di questi crimini di guerra devono essere chiamati a risponderne». Lo scrive il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, nella lettera di invito ai 27 leader per il vertice del 20 e 21 ottobre.

«Nel corso del nostro incontro, vorrei che discutessimo della nostra assistenza all’Ucraina e che affrontassimo in particolare le necessità immediate dell’Ucraina per prepararla all’inverno, nonché la sostenibilità della nostra assistenza a medio e lungo termine. Inoltre, alla luce dei recenti attacchi di sabotaggio contro gli oleodotti Nordstream, esamineremo anche le modalità per intensificare la nostra cooperazione per proteggere le infrastrutture critiche», sottolinea Michel. «Infine, alla luce dell’attuale contesto geopolitico, dobbiamo tenere una discussione strategica sulla Cina, scambiando opinioni su come vogliamo inquadrare questa relazione critica in futuro. Vorrei che discutessimo anche dei preparativi per il vertice Ue-Asean, che si terrà il 14 dicembre a Bruxelles», scrive ancora il presidente del Consiglio Ue.

Ore 13:26 - Kiev: «Situazione “critica” dopo attacchi russi a energia»

«La situazione è critica in tutto il Paese perché le nostre regioni dipendono l’una dall’altra... è necessario che l’intero Paese si prepari ad affrontare le interruzioni di elettricità, acqua e riscaldamento», ha dichiarato alla televisione ucraina Kyrylo Tymoshenko, vice capo dell’ufficio del presidente ucraino.

Ore 13:29 - Kiev: «Almeno 2 morti in attacco russo oggi nella capitale»

«Il 18 ottobre 2022, le Forze Armate della Federazione Russa, utilizzando mezzi di guerra vietati dal diritto internazionale, hanno lanciato un attacco missilistico contro un impianto di fornitura di energia sulla riva sinistra della capitale. In via preliminare, due persone sono state uccise e una è rimasta ferita», ha reso noto la Procura in un comunicato. Allo stesso tempo, il direttore esecutivo del gruppo energetico ucraino DTEK, Dmytro Sakharuk, ha reso noto che due sue centrali termiche sono state colpite oggi dalle forze russe provocando un morto e sette feriti. Sakharuk non ha precisato in quale impianto è stata registrata la vittima. Lo riporta la Ukrainska Pravda.

Ore 13:31 - Mosca: «In Ucraina colpiti anche depositi di armi straniere»

Centri di comando, infrastrutture energetiche e anche «arsenali di armi e munizioni straniere» sono tra gli obiettivi colpiti dai raid russi nelle ultime 24 ore sull’Ucraina con missili a lunga gittata lanciati da aerei e da navi. Lo ha detto il portavoce del ministero della difesa di Mosca, generale Igor Konashenkov.

Ore 13:37 - Von der Leyen: «Oggi eroghiamo 2 miliardi aiuti per Kiev»

«Oggi eroghiamo 2 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria all’Ucraina. Ne seguiranno altri entro la fine dell’anno. Resteremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario. Discuteremo di come garantire un sostegno continuo con i partner globali alla conferenza Rebuild Ukraine». Lo annuncia in un tweet la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

Ore 15:01 - Kuleba a Zelensky: «Interrompiamo le relazioni con l’Iran»

Il ministro degli Affari esteri dell’Ucraina Dmytro Kuleba ha proposto al presidente Volodymyr Zelenskyi di interrompere le relazioni diplomatiche con l’Iran : «Le azioni dell’Iran sono meschinità e bugie che non tollereremo. «Dopo tutto, l’Iran ha intrapreso tutte queste azioni dicendoci contemporaneamente che è contro la guerra e non sosterrà nessuna delle parti con le armi», ha affermato Kuleba in un briefing citato da Unian. 

«Teheran ha la piena responsabilità della distruzione delle relazioni con l’Ucraina. Tenendo conto delle numerose distruzioni causate dai droni iraniani alle infrastrutture civili dell’Ucraina, delle morti e delle sofferenze causate al nostro popolo, nonché in connessione con l’emergere di rapporti sulla possibile continuazione della fornitura di armi dell’Iran alla Russia, metto all’esame del presidente dell’Ucraina una proposta per interrompere le relazioni diplomatiche con l’Iran», ha detto. «Non abbiamo mai preso una posizione anti-iraniana. Ma dopo che l’Iran è diventato complice del crimine di aggressione e dei crimini della Russia sul nostro territorio, oggi prenderemo una posizione molto chiara e onesta. Se l’Iran smette di fornire armi alla Russia, ripristineremo l’intero complesso delle relazioni», ha dichiarato Kuleba.

Ore 15:34 - Kiev, chiederemo a Israele sistemi di difesa aerea

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, afferma che l’Ucraina invierà una nota ufficiale a Israele con la richiesta di fornire urgentemente sistemi di difesa aerea. Lo riporta Unian. «Oggi, l’Ucraina invierà una nota ufficiale al governo di Israele con la richiesta di fornire urgentemente sistemi di difesa aerea e di avviare una cooperazione di alta qualità per quanto riguarda l’acquisizione da parte dell’Ucraina di tecnologie pertinenti», ha affermato Kuleba.

Ore 15:50 - Gas, von der Leyen: «Pronti per inverno, ora price cap temporaneo»

«La guerra della Russia all’Ucraina ha gravi conseguenze sui mercati energetici globali ed europei. Agiamo uniti e ci siamo preparati bene per l’inverno che ci aspetta, riempiendo i nostri depositi di gas, risparmiando energia e trovando nuovi fornitori. Ora possiamo affrontare i prezzi eccessivi e volatili con maggiore sicurezza. Introdurremo un meccanismo temporaneo per limitare i prezzi eccessivi questo inverno, mentre sviluppiamo un nuovo benchmark in modo che il Gnl sia scambiato a un prezzo più equo». 

Di fronte a «una crisi energetica senza precedenti, negli ultimi mesi abbiamo lavorato sodo e fatto dei progressi, riducendo la domanda, risparmiando il 15% del gas complessivo a settembre con gli stoccaggi a quota 92%. Diversificando con altri produttori affidabili. Due terzi delle forniture russe insomma sono stati tagliati».

Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha commentato il nuovo pacchetto Energia in una nota. «Forniamo strumenti legali per l’acquisto congiunto di gas nell’Ue - ha aggiunto - garantiamo la solidarietà nella sicurezza dell’approvvigionamento per tutti gli Stati membri e negoziamo con i nostri fornitori di gas affidabili per garantire gas a prezzi accessibili - ha aggiunto -. Ma dobbiamo anche accelerare gli investimenti nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture. Investire di più e più velocemente nella transizione verso l’energia pulita è la nostra risposta strutturale a questa crisi energetica».

Ore 16:33 - Usa: «Imporremo sanzioni contro chi vende armi alla Russia»

«Imporremo sanzioni su chiunque sostenga militarmente la Russia contro l’Ucraina. In particolare renderemo sempre più difficile per l’Iran vendere le armi a Mosca». Lo ha detto la sottosegretaria del Dipartimento Usa per gli Affari europei Karen Donfried in un briefing con la stampa a Washington.

Ore 16:57 - Cassazione conferma condanna di 9 anni a Navalny

La Seconda Corte di Cassazione della Giurisdizione Generale russa ha respinto l’appello di Alexey Navalny contro la condanna a nove anni per «frode» e «oltraggio alla corte» inflitta all’oppositore e considerata dagli oppositori di matrice politica. Lo riporta l’agenzia Interfax.

Ore 17:21 - Media, moglie Peskov in vacanza a Tel Aviv

La moglie del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov è stata vista in vacanza a Tel Aviv nonostante le sanzioni imposte dall’Occidente ai famliari dell’e’lite russa. Lo ha rivelato la ong pro-Ucraina “Israeli friends of Ukraine”, ripresa dai media. Secondo questa fonte, l’ex danzatrice sul ghiaccio e campionessa olimpica del 2006 della specialità Tatiana Navka è stata ospite in questi giorni di un grande albergo sul mare a Tel Aviv. «Come è possibile che i profughi ucraini in fuga dalla guerra fronteggino difficoltà per entrare in Israele mentre al tempo stesso - ha denunciato Anna Zharova, cofondatrice della ong, citata da Ynet - la moglie del portavoce del presidente Putin passa le vacanze in Israele senza alcun problema?». Zharova ha poi sottolineato che la «posizione di Israele nei confronti della Russia deve cambiare». Ynet ha ricordato - citando pubblicazioni straniere - che Navka è «proprietaria di aziende e asset nella penisola di Crimea, annessa illegalmente dalla Federazione Russa nel 2014».

Ore 18:23 - Minsk: «Forze russe e bielorusse non attaccheranno nessuno»

Le forze congiunte russe e bielorusse schierate lungo i confini della Bielorussia - incluso quello con l’Ucraina - «non attaccheranno nessuno» perché la loro missione «è strettamente difensiva». Lo ha detto oggi il ministro della Difesa bielorusso Viktor Khrenin, che ieri aveva annunciato il dispiegamento della forza congiunta. «Non attaccheremo nessuno - ha affermato Khrenin, citato dall’agenzia bielorussa BeITA -. Voglio ribadire che la missione di questo schieramento è strettamente difensiva e tutte le misure adottate sono dirette a rispondere in modo appropriato a ciò che avviene vicino ai nostri confini». Le forze congiunte, ha aggiunto il ministro della Difesa, «stanno svolgendo attività per essere pronte preventivamente a rispondere a sfide e minacce emergenti».

Ore 18:39 - Kiev, missili russi su magazzini di aiuti umanitari a Kharkiv

Missili russi lanciati da Belgorod hanno distrutto questa mattina i magazzini di aiuti umanitari a Kharkiv. Lo fa sapere il capo del Dipartimento della Polizia ucraina nella regione Sergii Tymoshko, citato da Suspilne. «Questa mattina dopo le 8 è stato lanciato un attacco missilistico contro la stazione nella città di Kharkiv. Sono stati sparati sei missili, presumibilmente S-300. I binari della ferrovia sono stati danneggiati, così come i locali del magazzino dove c’erano gli aiuti umanitari», ha raccontato Tymoshko.

Ore 19:01 - Truss-Macron condannano i «barbari attacchi russi»

La premier britannica Liz Truss e il presidente francese Emmanuel Macron condannano i nuovi strike russi che hanno mandato in tilt diversi impianti elettrici nella zona di Kiev come «attacchi barbari contro aree civili dell’Ucraina». Lo si legge in una nota di Downing Street diffusa dopo una conversazione fra i due leader. Truss e Macron, recita la nota, hanno «discusso» degli sviluppi bellici di queste ore e hanno «concordato di continuare a lavorare in modo ravvicinato con gli alleati per dare sostegno all’Ucraina contro l’aggressione» di Mosca.

Ore 19:31 - Stoltenberg, Nato fornirà a Kiev sistemi difesa anti droni

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha dichiarato oggi a Berlino che nei prossimi giorni l’alleanza fornirà all’Ucraina sistemi di difesa contro i droni. L’obiettivo è quello di aiutare il Paese a difendersi dai droni di fabbricazione iraniana (Shaheed), usati dalla Russia per attacchi critici contro le infrastrutture in Ucraina, ha dichiarato Stoltenberg.

Ore 20:04 - Comandante russo, situazione in Ucraina è «tesa»

La situazione nelle aree dell’Ucraina interessate dalla cosiddetta operazione militare speciale russa è «tesa». Lo ha detto il comandante delle operazioni russe, il generale Serghei Surovikin, citato dall’agenzia Tass. Surovikin ha aggiunto che gli ucraini stanno inviando al fronte «tutte le riserve» a loro disposizione e continuano i loro tentativi di attaccare le posizioni delle forze russe, ma le loro perdite hanno raggiunto cifre «dai 600 ai 1.000» soldati al giorno. Lo stesso Surovikin ha poi affermato che i suoi soldati sono «costantemente sotto attacco nemico» e che «non sono da escludere decisioni difficili».

Ore 20:23 - Il Cremlino annuncia per domani una riunione del Consiglio di sicurezza

Il Cremlino ha annunciato per domani una riunione del Consiglio di sicurezza. In agenda, «la neutralizzazione delle minacce alla sicurezza nazionale in tema di migrazione» e la conseguente «regolamentazione dei processi migratori nell’interesse dello sviluppo economico-sociale e della stabilità socio-politica». Sull’argomento è attesa una relazione del super falco Dmitrij Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza. Ai senatori del Consiglio di federazione è stato chiesto di rimanere in ufficio dopo le 17. Quindi, si suppone che sia allo studio un provvedimento che richiede il consenso della Camera Alta. Il Consiglio di sicurezza potrebbe decidere di introdurre lo stato d’emergenza o legge marziale nelle regioni russe più renitenti alla coscrizione. Questa l’ipotesi ritenuta più probabile da esperti e analisti militari. In alternativa ci potrebbe essere la nomina di qualche altissimo dirigente militare.

Ore 20:42 - Ucraina, Letta: «Maggioranza sposta Italia verso ambiguità»

«Non è folklore, non sono battute. Da parte della nuova maggioranza è in corso un pericoloso spostamento dell'Italia verso una posizione di sempre maggiore ambiguità nei confronti della Russia. #Russia. #Berlusconi #Fontana #FreeUkraine». Così su twitter il segretario dem Enrico Letta.

Ore 00:47 - New York Times: Guardiani della rivoluzione iraniani in Crimea

L’Iran ha inviato degli addestratori in Crimea per aiutare i militari russi a risolvere una serie di problemi con la flotta di droni che Mosca ha acquistato da Teheran. Lo riferisce il New York Times, citando fonti dell’Amministrazione Usa. Gli addestratori appartengono ai Guardiani della Rivoluzione e operano da una base militare russa in Crimea, dalla quale vengono lanciati molti dei droni iraniani

Ore 00:50 - Zelensky: l’uso di droni iraniani certifica il fallimento militare russo

La decisione della Russia di utilizzare nella guerra in Ucraina droni forniti dall’Iran certifica «il fallimento militare e politico del Cremlino». Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky in uno dei suoi video messaggi notturni. Mosca «per decenni ha speso miliardi di dollari nel suo apparato industriale militare e alla fine va a Teheran per chiedere semplici droni e missili», ha rilevato il presidente ucraino. Zelensky ha ringraziato la Germania per i sistemi antiaerei Iris-T che ha detto essere molto efficaci. «Non importa cosa faccia o pianifichi il nemico, l’Ucraina si difenderà. E 237 giorni di guerra dimostrano che siamo in grado di rispondere a qualunque minaccia», ha detto.

Ore 01:15 - Caro-benzina, Biden sblocca 15 milioni di barili di petrolio delle riserve Usa

Joe Biden ha annunciato lo sblocco di 15 milioni di barili di petrolio dalle riserve strategiche degli Usa per «combattere l’aumento dei prezzi della benzina causato dalla guerra di Putin» in Ucraina. Lo fa sapere la Casa Bianca in una nota.

Ore 01:36 - Report Heritage Foundation, forze militari Usa sono nel complesso “deboli”

Le forze militari americane «non sarebbero in grado di vincere una guerra maggiore», mentre il Paese è impegnato ad affrontare le minacce di Cina e Russia. È la conclusione di una fondazione conservatrice, Heritage Foundation, che ha pubblicato l’annuale report che misura la «forza militare degli Stati Uniti». «L’attuale situazione - riporta il documento - indica che l’esercito è fortemente a rischio di non essere in grado di rispondere alle esigenze di un conflitto in una delle aree regionali più importanti. L’esercito non sarebbe probabilmente in grado di fare molto di più e certamente è male equipaggiato per affrontare due conflitti contemporaneamente». «Nel suo insieme - continua l’analisi - la situazione può essere catalogata come “debole”». La fondazione fa, però, dei distinguo: mentre i “marine” vengono considerati ancora «forti», non così è per la Space Force e per la Marina, definite «deboli», mentre l’aeronautica è «molto debole». «In generale - sottolinea il report - le forze militari continuano a privilegiare la prontezza dell’intervento a scapito di una modernizzazione dei programmi». Il quadro complessivo, ha commentato il rappresentante repubblicano del Wisconsin Mike Gallagher, relega Marina e aeronautica a un livello molto basso, insufficiente per garantire una «pronta risposta» a possibili crisi nella regione dell’Indo-Pacifico.

Ore 02:47 - IL PUNTO MILITARE - I tre fronti della crisi in Ucraina

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La guerra dei droni prosegue lungo un sentiero segnato da danni e vittime tra i civili. La Russia vuole lasciare al gelo e al buio le località nemiche, è un modo spietato per logorare nel lungo termine l’Ucraina. Inoltre mantiene l’iniziativa — anche a livello di notizie — con sistemi iraniani poco costosi rispetto ai missili tradizionali. Kiev risponde su più livelli. Denuncia la campagna di terrore a livello internazionale, sollecita l’aiuto Nato per contrastare la minaccia e bilancia il segno negativo sottolineando l’alto numero di velivoli abbattuti. Poi c’è l’Iran. Teheran, nonostante le prove, prima ha negato di aver fornito le armi a Mosca, oggi — secondo rivelazioni della Reuters — ha confermato l’assistenza. Alcuni funzionari iraniani hanno precisato che il 6 ottobre è stata siglata un’intesa per l’invio di altri droni e missili a medio raggio. Un particolare anticipato dall’intelligence Usa. Lo scenario è multiplo. La teocrazia incassa dai russi valuta (forse anche tecnologia o caccia), dall’altro rischia conseguenze diplomatiche/sanzioni. Tuttavia in questa fase, con le proteste popolari all’interno dei confini, gli ayatollah hanno scelto la via dell’arroccamento. Del resto tra regimi ci si intende.

Ore 02:53 - I bombardamenti e la strategia del freddo

(Marta Serafini, inviata a Odessa) Oleksii Riabchyn, consigliere per l’energia del governo ucraino ed ex viceministro dell’energia, non ha dubbi. «La Russia sta bombardando le centrali elettriche per spezzare il morale del popolo ucraino, per alimentare il conflitto interno e per cercare di far chiedere alla gente che le autorità negozino con Mosca. Vogliono che le famiglie dei soldati soffrano al freddo e incolpino il governo per questa sofferenza. Ma questo non accadrà. Vinceremo», ha aggiunto. Al di là delle parole di Riabchyn, è chiaro come la strategia di Mosca rischi di funzionare e come gli ucraini debbano prepararsi ad un inverno molto duro. In tanti sostengono che il nuovo comandante russo, Sergey Surovikin, famigerato per aver preso di mira obiettivi civili in Siria, probabilmente renderà la distruzione delle infrastrutture il perno della sua offensiva. Non a caso, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha fatto pressioni sugli alleati occidentali per ottenere difese aeree avanzate, proprio per proteggere obiettivi civili tra cui centrali elettriche e dighe. E lo stesso Mykhailo Podolyak in un’intervista al Corriere in agosto aveva spiegato come sia l’Ucraina che l’Europa dovessero prepararsi ad un inverno rigido con poco riscaldamento ma che questo fosse il prezzo da pagare per la libertà.

Abbattuti missili russi su Kiev. Putin introduce la legge marziale nelle regioni annesse. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Marta Serafini, Paolo Foschi, Redazione Online su Il Corriere della Sera il 19 Ottobre 2022

Le notizie di mercoledì 19 ottobre, in diretta. Il comandante russo Surovikin: «Siamo sotto attacco, non escludiamo decisioni difficili». Kiev: «Circa 50 dipendenti delle centrale di Zaporizhzhia detenuti dai russi»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 237esimo giorno.

• Iniziata l'evacuazione da Kherson: 60 mila persone lasceranno la città.

• Navalny, la Cassazione russa conferma la condanna a 9 anni di reclusione.

• Mosca annuncia la prima avanzata a Kharkiv da settembre.

• Kuleba a Zelensky: «Interrompiamo le relazioni con l’Iran».

Ore 05:07 - Comandante russo, situazione in Ucraina è «tesa»

La situazione nelle aree dell’Ucraina interessate dalla cosiddetta operazione militare speciale russa è «tesa». Lo ha detto il comandante delle operazioni russe, il generale Serghei Surovikin, citato dall’agenzia Tass. Surovikin ha aggiunto che gli ucraini stanno inviando al fronte «tutte le riserve» a loro disposizione e continuano i loro tentativi di attaccare le posizioni delle forze russe, ma le loro perdite hanno raggiunto cifre «dai 600 ai 1.000» soldati al giorno. Lo stesso Surovikin ha poi affermato che i suoi soldati sono «costantemente sotto attacco nemico» e che «non sono da escludere decisioni difficili».

Ore 05:10 - New York Times: Guardiani della rivoluzione iraniani in Crimea

L’Iran ha inviato degli addestratori in Crimea per aiutare i militari russi a risolvere una serie di problemi con la flotta di droni che Mosca ha acquistato da Teheran. Lo riferisce il New York Times, citando fonti dell’Amministrazione Usa. Gli addestratori appartengono ai Guardiani della Rivoluzione e operano da una base militare russa in Crimea, dalla quale vengono lanciati molti dei droni iraniani

Ore 05:11 - Zelensky: l’uso di droni iraniani certifica il fallimento militare russo

La decisione della Russia di utilizzare nella guerra in Ucraina droni forniti dall’Iran certifica «il fallimento militare e politico del Cremlino». Lo ha affermato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky in uno dei suoi video messaggi notturni. Mosca «per decenni ha speso miliardi di dollari nel suo apparato industriale militare e alla fine va a Teheran per chiedere semplici droni e missili», ha rilevato il presidente ucraino. Zelensky ha ringraziato la Germania per i sistemi antiaerei Iris-T che ha detto essere molto efficaci. «Non importa cosa faccia o pianifichi il nemico, l’Ucraina si difenderà. E 237 giorni di guerra dimostrano che siamo in grado di rispondere a qualunque minaccia», ha detto.

Ore 05:13 - Caro-benzina, Biden sblocca 15 milioni di barili di petrolio delle riserve Usa

Joe Biden ha annunciato lo sblocco di 15 milioni di barili di petrolio dalle riserve strategiche degli Usa per «combattere l’aumento dei prezzi della benzina causato dalla guerra di Putin» in Ucraina. Lo fa sapere la Casa Bianca in una nota.

Ore 05:14 - Report Heritage Foundation, forze militari Usa sono nel complesso “deboli”

Le forze militari americane «non sarebbero in grado di vincere una guerra maggiore», mentre il Paese è impegnato ad affrontare le minacce di Cina e Russia. È la conclusione di una fondazione conservatrice, Heritage Foundation, che ha pubblicato l’annuale report che misura la «forza militare degli Stati Uniti». «L’attuale situazione - riporta il documento - indica che l’esercito è fortemente a rischio di non essere in grado di rispondere alle esigenze di un conflitto in una delle aree regionali più importanti. L’esercito non sarebbe probabilmente in grado di fare molto di più e certamente è male equipaggiato per affrontare due conflitti contemporaneamente». «Nel suo insieme - continua l’analisi - la situazione può essere catalogata come “debole”». La fondazione fa, però, dei distinguo: mentre i “marine” vengono considerati ancora «forti», non così è per la Space Force e per la Marina, definite «deboli», mentre l’aeronautica è «molto debole». «In generale - sottolinea il report - le forze militari continuano a privilegiare la prontezza dell’intervento a scapito di una modernizzazione dei programmi». Il quadro complessivo, ha commentato il rappresentante repubblicano del Wisconsin Mike Gallagher, relega Marina e aeronautica a un livello molto basso, insufficiente per garantire una «pronta risposta» a possibili crisi nella regione dell’Indo-Pacifico.

Ore 05:21 - IL PUNTO MILITARE - I tre fronti della crisi dell’Ucraina

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La guerra dei droni prosegue lungo un sentiero segnato da danni e vittime tra i civili. La Russia vuole lasciare al gelo e al buio le località nemiche, è un modo spietato per logorare nel lungo termine l’Ucraina. Inoltre mantiene l’iniziativa — anche a livello di notizie — con sistemi iraniani poco costosi rispetto ai missili tradizionali. Kiev risponde su più livelli. Denuncia la campagna di terrore a livello internazionale, sollecita l’aiuto Nato per contrastare la minaccia e bilancia il segno negativo sottolineando l’alto numero di velivoli abbattuti. Poi c’è l’Iran. Teheran, nonostante le prove, prima ha negato di aver fornito le armi a Mosca, oggi — secondo rivelazioni della Reuters — ha confermato l’assistenza. Alcuni funzionari iraniani hanno precisato che il 6 ottobre è stata siglata un’intesa per l’invio di altri droni e missili a medio raggio. Un particolare anticipato dall’intelligence Usa. Lo scenario è multiplo. La teocrazia incassa dai russi valuta (forse anche tecnologia o caccia), dall’altro rischia conseguenze diplomatiche/sanzioni. Tuttavia in questa fase, con le proteste popolari all’interno dei confini, gli ayatollah hanno scelto la via dell’arroccamento. Del resto tra regimi ci si intende.

Ore 05:22 - I bombardamenti e la strategia del freddo

(Marta Serafini, inviata a Odessa) Oleksii Riabchyn, consigliere per l’energia del governo ucraino ed ex viceministro dell’energia, non ha dubbi. «La Russia sta bombardando le centrali elettriche per spezzare il morale del popolo ucraino, per alimentare il conflitto interno e per cercare di far chiedere alla gente che le autorità negozino con Mosca. Vogliono che le famiglie dei soldati soffrano al freddo e incolpino il governo per questa sofferenza. Ma questo non accadrà. Vinceremo», ha aggiunto. Al di là delle parole di Riabchyn, è chiaro come la strategia di Mosca rischi di funzionare e come gli ucraini debbano prepararsi ad un inverno molto duro. In tanti sostengono che il nuovo comandante russo, Sergey Surovikin, famigerato per aver preso di mira obiettivi civili in Siria, probabilmente renderà la distruzione delle infrastrutture il perno della sua offensiva. Non a caso, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha fatto pressioni sugli alleati occidentali per ottenere difese aeree avanzate, proprio per proteggere obiettivi civili tra cui centrali elettriche e dighe. E lo stesso Mykhailo Podolyak in un’intervista al Corriere in agosto aveva spiegato come sia l’Ucraina che l’Europa dovessero prepararsi ad un inverno rigido con poco riscaldamento ma che questo fosse il prezzo da pagare per la libertà.

Ore 08:04 - Aiea, ripristinata linea elettrica a centrale Zaporizhzhia

La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia ha ripristinato la connessione all'ultima linea elettrica da 750 kilovolt rimasta in funzione, dopo la terza interruzione in dieci giorni. Lo ha reso noto in un comunicato il capo dell'Aiea, Rafael Grossi. «Le ripetute interruzioni dimostrano quanto sia precaria la situazione della sicurezza nucleare nella più grande centrale nucleare europea durante l'attuale conflitto militare in Ucraina», ha dichiarato Grossi ribadendo la «necessità di istituire una zona di protezione per la sicurezza nucleare intorno all'impianto, a seguito dei frequenti bombardamenti che hanno interessato la centrale o le sue vicinanze negli ultimi mesi».

Ore 08:14 - L’Iran invia militari in Crimea per addestrare russi su droni

L’Iran ha inviato personale militare nel territorio occupato dalla Russia in Crimea per addestrare l’esercito russo sull’uso dei droni di costruzione iraniana che Mosca ha utilizzato con effetti devastanti nella sua guerra in Ucraina: lo hanno riferito due fonti che hanno familiarità con l’intelligence statunitense. Funzionari statunitensi hanno affermato che quando la Russia ha iniziato a testare e dispiegare i droni in Ucraina ad agosto scorso, molti di loro hanno subito numerosi guasti. I militari russi si erano addestrati su questi sistemi d’armamento in Iran, ma il personale iraniano ha iniziato a viaggiare in Crimea nelle ultime settimane per aiutare la Russia a far funzionare i sistemi e cercare di risolvere i loro problemi. Teheran ne avrebbe forniti due tipi, secondo quanto riportato dalla Cnn: gli Shahed, che esplodono all’impatto e hanno una portata fino a 1.000 miglia, e il Mohajer-6, che può trasportare missili ed essere utilizzato per la sorveglianza. Da parte sua l’Iran ha sempre negato di avere fornito i droni.

Ore 08:38 - Al Consiglio di Sicurezza Onu l’utilizzo dei droni iraniani

Usa, Gran Bretagna e Francia intendono mettere l’utilizzo russo di droni iraniani in Ucraina all’ordine del giorno della riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite prevista oggi. Lo hanno riferito a Reuters fonti diplomatiche. Secondo l’agenzia stampa britannica, Kiev ha invitato esperti delle Nazioni Unite a esaminare i resti di droni iraniani abbattuti per valutare la possibile violazione della risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza relativa alle condizioni dell’accordo sul programma nucleare.

Ore 08:40 - Kiev, missili su regione Zaporizhzhia, Energodar senza luce

Nella notte l’esercito russo ha colpito con missili S-300 infrastrutture critiche nel distretto di Zaporizhzhia, in Ucraina sud-orientale, area dove si trova la più grande centrale nucleare europea. Dopo le esplosioni è divampato un vasto incendio, ha riferito il capo militare regionale Oleksandr Starukh, come riporta Espreso tv. Bombardata anche la centrale elettrica di Energodar, nello stesso distretto, parte della città è rimasta al buio e non c’è acqua. Il sindaco della città Dmytro Orlov ha spiegato che i bombardamenti su Energodar sono iniziati intorno a mezzanotte e non si sono fermati fino al mattino. È stata colpita prima la zona industriale e poi la centrale elettrica.

Ore 09:17 - Kiev: «I russi saccheggiano musei e bruciano libri ucraini»

Nelle aree occupate i russi stanno saccheggiando i musei e bruciando i libri in lingua ucraina: lo afferma lo Stato maggiore dell’esercito ucraino nel suo report della mattina, come riporta Ukrinform. «Gli invasori distruggono il patrimonio culturale ucraino nei territori occupati, saccheggiando musei e bruciando i libri di letteratura ucraina», si legge nel report. Il Ministero della Cultura e della Politica dell’Informazione ha documentato più di 500 casi di crimini di guerra russi contro il patrimonio culturale ucraino.

Ore 09:19 - Von der Leyen: «Proteggeremo europei dagli attacchi di Putin sull’energia»

«Questo è il momento di mantenere la rotta. Sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario. E proteggeremo gli europei dall’altra guerra che Putin sta conducendo la sua guerra alla nostra energia. So che gli europei sono preoccupati. Preoccupati per l’inflazione, per le bollette energetiche, per l’inverno. La migliore risposta al ricatto del gas di Putin è l’unità e la solidarietà europea». Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo.

Ore 09:21 - Kiev: «428 bambini uccisi e 815 feriti da inizio guerra»

Sono 428 i bambini uccisi in Ucraina dal giorno dell’invasione russa del Paese. 815 i feriti. Lo rende noto l’ufficio del Procuratore generale ucraino, precisando che il maggior numero delle vittime si registra nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Kiev, Mykolaiv e Chernihiv. Secondo l’ufficio del procuratore, 2.663 istituzioni educative sono state danneggiate, di cui 326 completamente distrutte, a causa dei bombardamenti delle truppe russe.

Ore 09:33 - Zelensky rimuove ambasciatore in Kazakistan

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha rimosso dal suo incarico l’ambasciatore in Kazakistan, Petro Vrublevski, al centro di forti polemiche per aver dichiarato in agosto che gli ucraini «stanno cercando di uccidere la maggior quantità possibile» di russi poiché più ne uccidono ora «meno dovranno ucciderne i nostri figli». «Ho sollevato Petro Yuriyovich Vrublevski dall’incarico di ambasciatore straordinario e plenipotenziario dell’Ucraina nella Repubblica del Kazakistan», ha annunciato Zelensky con un decreto presidenziale pubblicato oggi. Le dichiarazioni erano state seguite dalla convocazione del diplomatico da parte del ministero degli Esteri del Kazakistan, che aveva definito le sue parole «inaccettabili» ed «inconcepibili» per la sua attività di ambasciatore, oltre che destinate a mettere a repentaglio le relazioni di amicizia tra gli stati. Successivamente la Russia aveva preteso che il diplomatico venisse espulso, ma da Astana tale richiesta era stata respinta perché «in contrasto con la naturalezza delle relazioni alleate tra Kazakistan e Russia come soci strategici uguali».

Ore 09:35 - Von der Leyen: «Attacchi russi a civili sono crimini di guerra»

Gli attacchi «mirati» contro infrastrutture civili che la Russia sta realizzando in Ucraina sono atti di «puro terrore» e «crimini di guerra» ai sensi del diritto internazionale. Lo dice la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, in plenaria a Strasburgo. «Ieri - afferma - abbiamo visto di nuovo la Russia condurre attacchi mirati contro infrastrutture civili e questo segna un nuovo capitolo in una guerra già molto crudele. L’ordine internazionale è molto chiaro: si tratta di crimini di guerra, attacchi mirati contro infrastrutture civili, con il chiaro obiettivo di tagliare fuori uomini, donne e bambini da acqua, elettricità e riscaldamento, con l’arrivo dell’inverno. Questi sono atti di puro terrore e dobbiamo chiamarli con il loro nome: questo è il momento di mantenere la rotta. Sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo necessario e proteggeremo gli europei».

Ore 10:07 - Filorussi: «In una settimana evacueremo 60mila persone da Kherson»

Le autorità filorusse della regione di Kherson hanno in programma di evacuare circa 50.000-60.000 persone sulla riva sinistra del fiume Dnepr entro una settimana. Lo ha dichiarato il governatore ad interim Volodymyr Saldo in onda su Solovyov Live, come riporta Ria Novosti. Il comandante del Gruppo Integrato di Forze Armate russe in Ucraina, il generale dell'esercito Sergey Surovikin, ha dichiarato ieri che le forze Armate russe erano in possesso di informazioni secondo cui Kiev stava preparando un massiccio attacco missilistico contro la diga della centrale idroelettrica di Kakhovka.

Ore 10:31 - Kiev: russi evacuano Kherson perché preparano un attacco

«Le truppe russe stanno evacuando Kherson perché sono pronte a bombardare la città». Lo ha scritto su Telegram Vitaliy Kim, il capo dell’amministrazione militare regionale di Mykolaiv, come riporta Ukrinform. Le autorità filo-russe della regione hanno cominciato l’evacuazione dei residenti di Kherson per il timore di un attacco delle truppe ucraine. Secondo Kim, è esattamente il contrario e sono i russi che si preparano a bombardare. «Tenendo conto delle dichiarazioni dei russi che, dicono, evacuano, perché le forze armate ucraine spareranno sua Kherson, si ha l’impressione che si stiano preparando ad attaccare la città. Ci sono informazioni che gli invasori russi stanno preparando fortificazioni nell’area di Chaplynka e stanno raccogliendo artiglieria nella zona», ha scritto Kim.

Ore 10:34 - Iniziata l’evacuazione da Kherson

È iniziata l’evacuazione dei civili da Kherson: lo hanno reso noto le autorità filorusse della regione. Le operazioni dovrebbero permettere l’evacuazione di circa 10 mila persone al giorno per 6 giorni. In ogni caso, l’Armata non intende arrendersi. «L’esercito russo combatterà fino alla morte a Kherson», ha detto un funzionario filorusso citato dall’Afp.

Ore 11:04 - Ppe: «Putin criminale guerra, sostegno a Kiev ci unisce»

«La Russia ha attaccato nuovamente Kiev con quasi 30 droni, uccidendo innocenti, tra cui una donna incinta. Non passa giorno senza che Putin e il suo regime diano notizie terribili e menzogne». Lo ha sottolineato il capogruppo del Ppe Manfred Weber nel dibattito sul Consiglio europeo in Aula a Strasburgo. «Tenendo conto di tutte le vittime, non ci stanchiamo di dire che Putin è un criminale di guerra. Putin deve perdere e l’Europa non smetterà mai di sostenere l’Ucraina. Mai. Questo messaggio ci unisce», ha rimarcato Weber alla Plenaria, dove il dibattito ha anche toccato le parole di Silvio Berlusconi su Putin.

Ore 11:25 - 007 Gb: la Russia soffre della carenza di ufficiali capaci

«A otto mesi dall’invasione, i principali elementi della leadership militare russa sono sempre più disfunzionali. A livello tattico, c’è quasi certamente una crescente carenza di giovani ufficiali russi capaci di organizzare e guidare riservisti appena mobilitati». Lo scrive l’intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito nel suo report sulla guerra in Ucraina. «È probabile che una scarsa leadership di livello inferiore peggiori il morale basso e la scarsa coesione dell’unità in molte parti delle», si legge ancora nel report. «Testimoni oculari suggeriscono che l’uccisione di 11 soldati russi vicino a Belgorod da parte di un collega reclutato il 15 ottobre 2022 è avvenuta dopo i commenti offensivi di un ufficiale nei confronti delle reclute delle minoranze etniche», afferma ancora il rapporto dell’intelligence britannica. E ancora: «Quattro dei cinque generali con comando operativo diretto degli elementi dell’invasione nel febbraio 2022 sono stati ora licenziati. I loro sostituti finora hanno fatto poco per migliorare le prestazioni sul campo di battaglia della Russia».

Ore 11:43 - Kiev: da metà settembre abbattuti 223 droni iraniani

Le forze ucraine hanno abbattuto 223 droni kamikaze di fabbricazione iraniana lanciati dai russi da metà settembre: lo ha reso noto l'esercito di Kiev.

Ore 11:44 - «50 dipendenti centrale Zaporizhzhia detenuti dai russi»

«Circa 50 dipendenti della centrale elettrica di Zaporizhzhia sono prigionieri dei russi». Lo ha riferito l'operatore ucraino Energoatom all'Afp.

Ore 11:48 - Fonti, al Consiglio Ue sanzioni a Iran per droni a Mosca

L'Unione Europea, a quanto si apprende, si appresta a sanzionare cinque individui e tre società iraniane per la vendita dei droni alla Russia. La proposta è stata stilata dal servizio esterno europeo e ora andrà al vaglio dei rappresentanti permanenti dell'Ue (Coreper). La bozza è ancora suscettibile di cambiamenti, nota una fonte qualificata. L'ok finale dovrebbe arrivare dai leader al Consiglio Europeo.

Ore 12:02 - Razov: «Sostegno a Kiev? Non credo che l'Italia cambi rotta con il nuovo governo»

L'ambasciatore russo in Italia Sergey Razov non si aspetta un cambiamento significativo della condotta di Roma verso Mosca con l'avvento del nuovo governo. In un'intervista alla Tass, Razov ha affermato che «finora è stata delineata una linea per la continuazione del sostegno all'Ucraina e il rispetto delle sanzioni anti-russe. Certo, speriamo nel buon senso, ma durante la telefonata del 4 ottobre tra Meloni e Zelensky - ha osservato - è stata confermata l'intenzione del nuovo governo italiano di continuare il sostegno globale al regime di Kiev. Quindi finora non vedo alcun motivo per parlare di revisione delle priorità».

Ore 12:15 - Erdogan: in Turchia sarà creato hub per dare gas all'Europa

In Turchia «sarà creato un hub internazionale del gas per fornire gas all'Europa». Lo afferma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo quanto riporta la Tass, facendo riferimento al gasdotto proposto la settimana scorsa dal presidente russo Vladimir Putin al leader turco.

Ore 12:21 - Bozza Consiglio Ue: intesa su cap dinamico temporaneo

«Esaminare un price cap temporaneo e dinamico alle transazioni del gas naturale per limitarne i prezzi». È una delle misure contenute nella nuova bozza delle conclusioni del Consiglio Ue del 20 e 21 ottobre - suscettibile di ulteriori cambi da qui alle prossime ore - nel quale si legge che il summit, riguardo al dossier energia, «ha concordato le seguenti misure e invita il Consiglio e la Commissione a portarle avanti con urgenza». Tra le misure scritte nel testo figurano la piattaforma per gli acquisti comuni e lo sviluppo, entro «l'inizio del 2023» di un nuovo benchmark complementare al Ttf.

Ore 12:28 - Filorussi: gli ucraini hanno iniziato l'offensiva a Kherson

Le Forze armate ucraine «hanno iniziato un'offensiva in direzione di Novaya Kamenka-Berislav nella regione di Kherson». Sul campo ci sono «fino a due battaglioni di fanteria della 128ma brigata d'assalto e un battaglione di carri armati della 17ma brigata», ha dichiarato il vice capo dell'amministrazione regionale filorussa Kirill Stremousov, citato dall'agenzia Interfax. «I preparativi hanno preceduto l'attacco offensivo. Ci sono molti droni ucraini a raggio intermedio e un aereo da ricognizione», ha detto Stremousov.

Ore 12:35 - Ue: le sanzioni funzionano, non sono un boomerang

Le sanzioni non sono un boomerang per l'Ue ma «sono efficaci» e «visibili» e si rafforzeranno «col passare del tempo perché alcune sono di breve termine ma altre di medio e lungo termine». Lo ha detto un portavoce della Commissione Europea al briefing quotidiano rispondendo ad una domanda sulle affermazioni di esponenti politici italiani sugli effetti delle sanzioni. Ieri il presidente della Camera Lorenzo Fontana invitato a «fare attenzione alle sanzioni: potrebbero essere un boomerang».

Ore 12:39 - Allarme aereo in numerose regioni ucraine, da Kiev a Odessa

Allarme aereo in buona parte delle regioni dell'Ucraina: da Kiev a Odessa. Le sirene stanno risuonando anche a Mykolaiv e Poltava, Chernihiv, Zaporozhzhia, Kirovograd e Cherkasy. Lo afferma Sergei Bratchuk, consigliere del capo dell'amministrazione militare regionale di Odessa, come riporta Ria Novosti. «Allarme. Tutti nei rifugi», ha scritto sul suo canale Telegram Bratchuk.

Ore 13:29 - Esplosioni nel centro di Kiev

Due esplosioni sono state sentite nel centro di Kiev. Lo riferisce il corrispondente dell'Afp nella capitale ucraina.

Ore 13:34 - Mosca: eliminate forze Kiev vicino alla centrale di Zaporizhzhia

Le forze russe hanno eliminato la forza d'assalto ucraina vicino alla centrale nucleare di Zaporizhzhia uccidendo più di 90 soldati e distruggendo 14 imbarcazioni: lo hanno reso noto i vertici dell'esercito russo, sottolineando che alla centrale non ci sono state vittime o danni e che i livelli di radioattività sono normali. Lo riporta la Tass.

Ore 13:40 - Israele al fianco di Kiev ma non fornirà armi

La politica di Israele nei confronti dell'Ucraina «non cambierà»: a fianco di Kiev ma «non saranno fornite armi». Lo ha detto il ministro della Difesa Benny Gantz che ha incontrato gli ambasciatori Ue confermando «il sostegno e la permanenza di Israele» a fianco dell'Occidente. Gantz ha poi detto che Israele offrirà a Kiev «sistemi di allerta precoci per i civili».

Ore 13:51 - Kiev abbatte elicottero russo, Mosca centra caccia ucraino

Le forze ucraine hanno abbattuto oggi un elicottero d'attacco russo Ka-52 nella regione di Kherson (sud) e le forze di difesa aerea russe hanno centrato un caccia SU-25 e 12 droni ucraini nella stessa regione e nell'est del Paese: lo hanno reso noto rispettivamente il Comando Aereo Sud di Kiev e i vertici militari russi, come riportano Ukrinform e Tass.

Ore 13:52 - Putin dichiara la legge marziale nelle 4 regioni annesse

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto in base al quale la legge marziale viene introdotta nelle quattro regioni ucraine che la Russia ha annesso illegalmente: quelle di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e di Kherson. Lo riporta la Tass.

Ore 13:57 - Kiev smentisce i russi su Kherson: non bombardiamo le nostre città

Il capo dell'Ufficio del Presidente ucraino Andriy Yermak smentisce «le false notizie russe sulle tattiche dell'esercito ucraino a Kherson»: «Gli occupanti russi stanno diffondendo notizie false sui presunti bombardamenti dell'esercito ucraino a Kherson e con spettacoli propagandistici sull'evacuazione. Ma a differenza dei terroristi russi, i cui aerei si schiantano contro le abitazioni anche in Russia, le Forze armate ucraine non bombardano gli insediamenti ucraini», ha sottolineato Yermak. In precedenza il capo dell'amministrazione militare regionale di Mykolaiv Vitalii Kim ha dichiarato che «gli invasori russi stavano preparando le postazioni per bombardare la città di Kherson».

Ore 14:02 - Stop alla mobilitazione in Russia: «Chi ha la cartolina può stracciarla»

(Marco Imarisio) Stimati moscoviti. Quando il sindaco scrive, lo fa per dare buone notizie. La mobilitazione parziale è finita, almeno e per ora soltanto nella capitale. Non nei prossimi giorni, ma da subito. Il messaggio di Sergey Sobjanin è stato pubblicato a mezzogiorno. La chiusura di tutti i centri di reclutamento era prevista per le 14, appena due ore dopo. Non che ci fosse una gran ressa di aspiranti soldati, ma è la tempistica che colpisce. «Gli obiettivi sono stati raggiunti». Le cartoline di precetto inviate a domicilio nel corso della mobilitazione, «cessano con effetto immediato la loro validità».

Ore 14:11 - Khamenei: i nostri droni portano onore all'Iran

«Pochi anni fa, quando immagini di missili avanzati e droni furono pubblicate, dicevano che erano modificate con photoshop. Ora dicono che i droni iraniani sono pericolosi e chiedono perché li vendiamo a questo o a quello. Queste imprese sono state compiute dalle élite iraniane, portano onore al nostro Paese». Lo ha affermato sul suo account twitter la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, in riferimento alle critiche dell'Occidente e di Kiev all'Iran per l'utilizzo di droni iraniani da parte della Russia nel conflitto in Ucraina.

Ore 14:23 - Putin: preparare Consiglio speciale sul conflitto

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto di aver incaricato il governo di preparare una bozza di decreto sull'istituzione di un Consiglio speciale di coordinamento «sotto il Consiglio dei ministri» per «soddisfare le esigenze emerse nel corso dell'operazione militare speciale»: lo scrive l'agenzia Interfax.

Ore 14:25 - Sindaco di Kiev: abbattuti diversi missili russi sulla capitale

Il sindaco di Kiev Vitaly Klitschko ha annunciato che «diversi missili russi» sono stati abbattuti sulla capitale ucraina dalle batterie di difesa aerea. In precedenza erano state sentite esplosioni in città.

Ore 14:30 - Putin limita movimenti in 8 regioni a confine con Ucraina

Nel suo intervento al Consiglio di sicurezza russo, il presidente Vladimir Putin ha emesso un decreto che limita i movimenti dentro e fuori otto regioni confinanti con l'Ucraina. Le misure si applicano alle regioni meridionali di Krasnodar, Belgorod, Bryansk, Voronezh, Kursk e Rostov e ai territori di Crimea e Sebastopoli, che la Russia ha annesso nel 2014. Lo riporta il Guardian.

Ore 14:38 - Peskov: non è prevista la chiusura dei confini russi

La Russia non intende chiudere i confini alla luce dell'introduzione della legge marziale in quattro regioni. Lo ha chiarito il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov a Ria Novosti: «No. Non è pianificato». Putin ha annunciato l'introduzione della legge marziale a partire da domani nelle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia.

Ore 14:57 - Kiev: «I russi hanno aperto il fuoco sulle ambulanze a Kharkiv»

I militari russi hanno aperto il fuoco sulle ambulanze nella comunità di Dvorichna, nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina orientale. Lo ha scritto su Facebook il Centro per le cure mediche d'emergenza e la medicina dei disastri del Consiglio regionale di Kharkiv, come riferisce Ukrinform. «Il nemico continua a seminare il terrore tra i civili nelle aree liberate di Kharkiv con attacchi missilistici. Nel bombardamento di oggi del distretto di Dvorichna, tre veicoli specializzati in servizi medici di emergenza sono stati gravemente danneggiati, alcuni dipendenti del Servizio di emergenza sono rimasti feriti».

Ore 15:04 - La Polonia compra 288 lanciarazzi dalla Corea del Sud

La Polonia ha firmato un accordo con la Corea del Sud per l'acquisto di 288 lanciarazzi multipli. Il Paese intende così rafforzare la propria difesa alla luce della vicina guerra in Ucraina. Il vice primo ministro polacco Mariusz Blaszczak ha detto che la Polonia, per ottenere i sistemi K239 Chunmoo, paragonabili ai lanciarazzi Himars di produzione americana, si è rivolta a «un partner collaudato», i «nostri amici» coreani. Dalla Corea del Sud, infatti, Varsavia ha giù acquistato a luglio e settembre carri armati, obici e aerei da combattimento dal valore complessivo di miliardi di dollari.

Ore 15:47 - Mosca: «Cinque milioni di ucraini rifugiati in Russia»

«Circa cinque milioni di residenti del Donbass e delle regioni del sud-est dell'Ucraina hanno trovato rifugio in Russia». Lo ha detto il segretario del Consiglio di sicurezza di Mosca, Nikolaj Patrushev, al termine della riunione odierna dell'organismo, presieduta da Vladimir Putin, come riporta Interfax.

Ore 15:55 - Le difficoltà dell’Armata russa nel sud dell'Ucraina e la legge marziale di Putin nelle aree occupate

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Nel conflitto ucraino i nuovi sviluppi sul terreno si intrecciano con la dimensione esterna, dal coinvolgimento esteso dell’Iran alle forniture belliche. 

L’urgenza

Cresce il tono d’urgenza dei comandanti e dei responsabili civili filorussi per la situazione nell’area di Kherson. Circa 60 mila abitanti saranno trasferiti a causa della nuova offensiva da parte degli ucraini: l’evacuazione è iniziata in queste ore, in parallelo con un’azione vigorosa da parte della resistenza. L’allarme che trapela dai vertici è il segnale un quadro difficile per gli invasori nel settore sud. Lo ha ammesso lo stesso generale Sergei Surovikin nella prima intervista ai media nazionali, parole che sono sembrate voler preparare il terreno per un ritiro.

Ore 16:07 - Kiev: «Razzi russi colpiscono centrale termica nel sud est»

I russi hanno colpito la centrale termica Burshtynskaya TPP nella regione di Ivano-Frankivsk, Ucraina occidentale, ed è scoppiato un incendio. Lo sostiene Svitlana Onyshchuk, capo dell'amministrazione militare regionale di Ivano-Frankivsk, come riporta Unian. «Oggi, la nostra regione è stata nuovamente colpita da razzi. Hanno colpito la Burshtynskaya TPP provocando un incendio. Tutti i servizi stanno lavorando, i soccorritori sono sul posto», ha detto aggiungendo che non ci sono vittime.

Ore 18:23 - Michel: Berlusconi? No comment, sosteniamo Kiev

«Non commento i commenti. La posizione dell’Ue è chiara: sosteniamo l’Ucraina, condanniamo la Russia e non accettiamo» una guerra «ingiustificata. Lavoreremo e coopereremo con tutti i governi, anche con il governo italiano», basandoci sul «rispetto delle istituzioni democratiche». Così il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel risponde, in conferenza stampa, in merito alle ultime dichiarazioni di Silvio Berlusconi sulle responsabilità relative alla guerra in Ucraina.

Ore 16:37 - Decreto Putin, legge marziale anche in Russia se necessario

La legge marziale imposta dalla Russia nelle quattro regioni ucraine annesse il mese scorso potrà essere estesa a qualsiasi parte del territorio della Federazione «se sarà necessario». Lo prevede il decreto firmato oggi dal presidente Vladimir Putin, secondo quanto riferisce il Guardian.

Ore 18:23 - Erdogan a Zelensky, mantenere viva soluzione diplomatica

Nel corso di una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il leader turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che la visione di una soluzione diplomatica dovrebbe essere «mantenuta viva in ogni circostanza» e si è dichiarato «pronto a dare qualsiasi contributo necessario per porre fine alla guerra attraverso i negoziati». Lo riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu.

Ore 19:08 - Usa, legge marziale è tattica disperata di Putin

La decisione di Vladimir Putin di imporre la legge marziale nelle regioni ucraine annesse alla Russia è una «tattica disperata» per tentare di affermare il proprio controllo. Lo ha riferito un alto funzionario dell’Amministrazione Biden alla Cnn. Gli Stati Uniti, ha detto il funzionario, non sono sorpresi dalla decisione del leader russo.

Ore 19:41 - Rimosso da russi monumento vittime Stalin a Mariupol

Le autorità filo-russe hanno rimosso a Mariupol il monumento alle vittime ucraine della carestia di Stalin. «Non stiamo eliminando un memoriale, ci stiamo sbarazzando di un simbolo della disinformazione politica della popolazione, in particolare dei nostri giovani», ha sottolineato la portavoce della locale organizzazione giovanile. Le autorità separatiste nella regione di Donetsk hanno affermato che il monumento è stato rimosso e «le pietre saranno riciclate in materiale da costruzione». Per Kiev, la carestia degli anni ‘30 fu un episodio di genocidio mentre Mosca l’ha sempre considerata come parte della più ampia ondata che colpì l’Unione Sovietica.

Ore 01:42 - Zelensky: «Limitate i consumi elettrici»

L’Ucraina ha subito nuovi danni alle infrastrutture energetiche, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky nel suo consueto video-discorso notturno, chiedendo alla popolazione di limitare i consumi di elettricità. «Faremo certamente tutto il possibile per ripristinare le normali capacità energetiche del nostro Paese, ma richiederà tempo», ha affermato il presidente ucraino invitando tutti a prestare attenzione ai consumi a partire dalle 7 di oggi ora locale (le 6 in Italia). «Per favore, non accendete elettrodomestici non necessari e limitate il consumo d’elettricità su quegli elettrodomestici che richiedono molta energia”, ha chiesto Zelensky sottolineando che nella giornata di oggi sarà “molto importante che i consumi siano consapevoli».

Ore 02:44 - Usa, ondata accuse per trasferimento tecnologia a Mosca Ucraina

Ondata di incriminazioni negli Stati Uniti per il trasferimento di tecnologia alla Russia, in violazione delle sanzioni per la guerra in Ucraina. In un primo filone sono stati accusati cinque russi e due intermediari di petrolio venezuelani, per aver acquistato negli Usa componenti elettronici destinati a equipaggiare aerei, radar o missili e per averli rivenduti a imprese belliche russe, anche tramite un sistema finanziario opaco. Questa rete, di cui due membri sono stati arrestati in Italia e in Germania, è sospettata di aver utilizzato la stessa società fittizia per trasferire centinaia di milioni di barili di petrolio venezuelano in Russia e in Cina. Il Tesoro americano ha adottato sanzioni contro uno dei responsabili di questa rete, il russo Iuri Orekhov, e due delle sue imprese basate in Germania e a Dubai. In un secondo filone d’indagine, tre persone sono state arrestate in Lettonia e una in Estonia per aver tentato di esportare in Russia un macchinario sofisticato che poteva essere trasformato a fini nucleari. Incriminati per frode e riciclaggio, rischiano l’estradizione negli Usa.

Ore 02:59 - Russia e Iran negano utilizzo droni iraniani

La Russia e l’Iran hanno negato alle Nazioni Unite che i droni iraniani fossero stati utilizzati nella guerra in Ucraina, definendo le accuse infondate. Al termine di una sessione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza, i rappresentanti di Russia e Iran hanno chiesto la parola per rilasciare dichiarazioni alla stampa. Il vice ambasciatore russo all’Onu, Dmitry Polyanskiy, ha affermato che i Paesi occidentali «non hanno presentato alcuna prova» di tale uso dei droni iraniani, aggiungendo che i droni che sono stati utilizzati in Ucraina «sono fabbricati in Russia e hanno persino hanno etichette russe».

Ore 03:03 - Funzionari russi: attacco imminente a Kherson

Funzionari russi hanno avvertito di un assalto ucraino alla città chiave del sud di Kherson. Il capo dell’amministrazione occupante a Kherson ha parlato di piani per trasferire fino a 60.000 persone attraverso il fiume Dnepr e in Russia mentre Mosca tentava di aggrapparsi alla città prima di una controffensiva ucraina. Il nuovo comandante dell’esercito di Mosca in Ucraina ha annunciato martedì che i civili sarebbero stati «reinsediati» da Kherson, descrivendo la situazione militare come «tesa».

Il riconoscimento. All’Ucraina e a Zelensky il Premio Sakharov dell’Unione Europea per la libertà di pensiero. Antonio Lamorte su Il Riformista il 19 Ottobre 2022 

Il Premio Sakharov assegnato ogni anno dal Parlamento Europeo per la libertà di pensiero è stato conferito al popolo ucraino e al Presidente Volodymyr Zelensky. “Questo premio è per gli ucraini che combattono sul campo. Per quelli che sono stati costretti a fuggire. Per quelli che hanno perso parenti e amici. Per tutti quelli che si alzano e combattono per ciò in cui credono. So che il coraggioso popolo ucraino non si arrenderà, e non lo faremo nemmeno noi”, ha dichiarato la presidente dell’Assemblea comunitaria Roberta Metsola.

Il Parlamento Europeo aveva approvato una risoluzione in cui chiedeva un maggiore invio di armi all’Ucraina alla scorsa Plenaria. Il Consiglio Europeo, l’organo che riunisce i capi di stato e di governo dell’Unione Europea, lo scorso giugno aveva deciso di assegnare all’Ucraina e alla Moldavia lo status ufficiale di Paese candidato a entrare nell’Unione, una decisione anche dall’alto valore simbolico a quattro mesi dall’invasione da parte della Russia annunciata dal Presidente Vladimir Putin come “operazione militare speciale”.

La candidatura del popolo ucraino e del Presidente Zelensky era stata sostenuta da gran parte dell’Aula e promossa da popolari, socialisti, liberi e conservatori. “La guerra di aggressione ingiustificata della Russia contro l’Ucraina sta infliggendo costi enormi al popolo ucraino, che non sta combattendo solo per proteggere le proprie case, la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale, ma anche per difendere la libertà, la democrazia, lo Stato di diritto e i valori europei contro un regime brutale che cerca di minare la nostra democrazia, indebolire e dividere la nostra Unione“, si legge nelle motivazioni del premio.

Il riconoscimento è stato istituito nel 1988 per onorare persone e organizzazioni che difendono diritti umani e libertà fondamentali. È stato intitolato allo scienziato e dissidente sovietico Andrei Sakharov. Il premio prevede un assegno da 50mila euro e l’assegnazione avverrà il 14 dicembre a Strasburgo. L’anno scorso era stato vinto dal politico e attivista russo, al momento detenuto, Alexei Navalny. A sfiorare il premio il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, arrivato tra i tre finalisti, e la Commissione Verità in Colombia, candidati nominati rispettivamente dal Movimento 5 Stelle e dal gruppo Sinistra Unita.

La nota sottolinea che il premio vuole evidenziare gli sforzi del presidente Zelensky, insieme al ruolo di singoli individui, di rappresentanti della società civile e di istituzioni statali e pubbliche, tra cui i servizi di emergenza dello Stato ucraino, Yulia Pajevska, fondatrice dell’unità medica di evacuazione Angeli di Taira, Oleksandra Matviychuk, avvocatessa per i diritti umani e Presidente dell’organizzazione Centro per le libertà civili, il Movimento di resistenza civile Nastro giallo e Ivan Fedorov, sindaco della città ucraina di Melitopol, attualmente sotto occupazione russa.

A Kiev era stata presa invece in malo modo l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace al dissidente bielorusso Ales Bialiatski e all’associazione per i diritti umani russa Memorial. Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio del presidente ucraino, che non usa mezzi termini: “Il Comitato per il Nobel ha una concezione interessante della parola ‘pace’ se rappresentanti di due Paesi che hanno attaccato un terzo ricevono il Premio Nobel insieme. Né organizzazioni russe né bielorusse sono state in grado di organizzare la resistenza alla guerra. Il Nobel di quest’anno è ‘fantastico‘”.

Antonio Lamorte. Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

 Mosca considera il ritiro da Kherson, evacuati 15 mila civili in 24 ore. Consiglio Ue, accordo sull’energia. Redazione Online su Il Corriere della Sera il 20 Ottobre 2022

Le notizie di giovedì 20 ottobre. Intelligence Usa: «Kiev ha 6 settimane di tempo per riguadagnare terreno». Arrestato a Malpensa il figlio di un governatore russo

• La guerra in Ucraina è arrivata al 238esimo giorno.

• Putin ha proclamato la legge marziale nelle regioni di Kherson, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk, annesse alla Russia con i referendum.

• La guerra dei droni prosegue, Mosca vuole lasciare al gelo e al buio l’Ucraina. Kiev risponde e chiede aiuto all’occidente.

• Secondo i filorussi, gli ucraini «hanno iniziato un'offensiva in direzione di Novaya Kamenka-Berislav nel Kherson». Kiev smentisce.

• Il Parlamento europeo assegna al popolo ucraino e a Zelensky il Premio Sacharov: «Lottano per i nostri valori», dice la presidente Metsola.

Ore 22:30 - Kiev: «Razzi russi colpiscono centrale termica nel sud est»

I russi hanno colpito la centrale termica Burshtynskaya TPP nella regione di Ivano-Frankivsk, Ucraina occidentale, ed è scoppiato un incendio. Lo sostiene Svitlana Onyshchuk, capo dell'amministrazione militare regionale di Ivano-Frankivsk, come riporta Unian. «Oggi, la nostra regione è stata nuovamente colpita da razzi. Hanno colpito la Burshtynskaya TPP provocando un incendio. Tutti i servizi stanno lavorando, i soccorritori sono sul posto», ha detto aggiungendo che non ci sono vittime.

Ore 22:45 - Decreto Putin, legge marziale anche in Russia se necessario

La legge marziale imposta dalla Russia nelle quattro regioni ucraine annesse il mese scorso potrà essere estesa a qualsiasi parte del territorio della Federazione «se sarà necessario». Lo prevede il decreto firmato oggi dal presidente Vladimir Putin, secondo quanto riferisce il Guardian.

Ore 22:55 - Erdogan a Zelensky, mantenere viva soluzione diplomatica

Nel corso di una telefonata con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il leader turco Recep Tayyip Erdogan ha affermato che la visione di una soluzione diplomatica dovrebbe essere «mantenuta viva in ogni circostanza» e si è dichiarato «pronto a dare qualsiasi contributo necessario per porre fine alla guerra attraverso i negoziati». Lo riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu.

Ore 23:01 - Usa, legge marziale è tattica disperata di Putin

La decisione di Vladimir Putin di imporre la legge marziale nelle regioni ucraine annesse alla Russia è una «tattica disperata» per tentare di affermare il proprio controllo. Lo ha riferito un alto funzionario dell’Amministrazione Biden alla Cnn. Gli Stati Uniti, ha detto il funzionario, non sono sorpresi dalla decisione del leader russo.

Ore 00:08 - Rimosso da russi monumento vittime Stalin a Mariupol

Le autorità filo-russe hanno rimosso a Mariupol il monumento alle vittime ucraine della carestia di Stalin. «Non stiamo eliminando un memoriale, ci stiamo sbarazzando di un simbolo della disinformazione politica della popolazione, in particolare dei nostri giovani», ha sottolineato la portavoce della locale organizzazione giovanile. Le autorità separatiste nella regione di Donetsk hanno affermato che il monumento è stato rimosso e «le pietre saranno riciclate in materiale da costruzione». Per Kiev, la carestia degli anni ‘30 fu un episodio di genocidio mentre Mosca l’ha sempre considerata come parte della più ampia ondata che colpì l’Unione Sovietica.

Ore 01:42 - Zelensky: «Limitate i consumi elettrici»

L’Ucraina ha subito nuovi danni alle infrastrutture energetiche, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky nel suo consueto video-discorso notturno, chiedendo alla popolazione di limitare i consumi di elettricità. «Faremo certamente tutto il possibile per ripristinare le normali capacità energetiche del nostro Paese, ma richiederà tempo», ha affermato il presidente ucraino invitando tutti a prestare attenzione ai consumi a partire dalle 7 di oggi ora locale (le 6 in Italia). «Per favore, non accendete elettrodomestici non necessari e limitate il consumo d’elettricità su quegli elettrodomestici che richiedono molta energia», ha chiesto Zelensky sottolineando che nella giornata di oggi sarà «molto importante che i consumi siano consapevoli».

Ore 02:42 - Usa, ondata accuse per trasferimento tecnologia a Mosca Ucraina

Ondata di incriminazioni negli Stati Uniti per il trasferimento di tecnologia alla Russia, in violazione delle sanzioni per la guerra in Ucraina. In un primo filone sono stati accusati cinque russi e due intermediari di petrolio venezuelani, per aver acquistato negli Usa componenti elettronici destinati a equipaggiare aerei, radar o missili e per averli rivenduti a imprese belliche russe, anche tramite un sistema finanziario opaco. Questa rete, di cui due membri sono stati arrestati in Italia e in Germania, è sospettata di aver utilizzato la stessa società fittizia per trasferire centinaia di milioni di barili di petrolio venezuelano in Russia e in Cina. Il Tesoro americano ha adottato sanzioni contro uno dei responsabili di questa rete, il russo Iuri Orekhov, e due delle sue imprese basate in Germania e a Dubai. In un secondo filone d’indagine, tre persone sono state arrestate in Lettonia e una in Estonia per aver tentato di esportare in Russia un macchinario sofisticato che poteva essere trasformato a fini nucleari. Incriminati per frode e riciclaggio, rischiano l’estradizione negli Usa.

Ore 03:04 - Russia e Iran negano utilizzo droni iraniani

La Russia e l’Iran hanno negato alle Nazioni Unite che i droni iraniani fossero stati utilizzati nella guerra in Ucraina, definendo le accuse infondate. Al termine di una sessione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza, i rappresentanti di Russia e Iran hanno chiesto la parola per rilasciare dichiarazioni alla stampa. Il vice ambasciatore russo all’Onu, Dmitry Polyanskiy, ha affermato che i Paesi occidentali «non hanno presentato alcuna prova» di tale uso dei droni iraniani, aggiungendo che i droni che sono stati utilizzati in Ucraina «sono fabbricati in Russia e hanno persino hanno etichette russe».

Ore 03:04 - Funzionari russi: attacco imminente a Kherson

Funzionari russi hanno avvertito di un assalto ucraino alla città chiave del sud di Kherson. Il capo dell’amministrazione occupante a Kherson ha parlato di piani per trasferire fino a 60.000 persone attraverso il fiume Dnepr e in Russia mentre Mosca tentava di aggrapparsi alla città prima di una controffensiva ucraina. Il nuovo comandante dell’esercito di Mosca in Ucraina ha annunciato martedì che i civili sarebbero stati «reinsediati» da Ore 04:11 - L’Unicef consegna 14 generatori alla regione di Kharkiv

L’Unicef ha consegnato 14 generatori alla regione (oblast) di Kharkiv per sostenere la continuazione dei servizi governativi per la salute e per l’acqua e l’igiene. L’assistenza comprende due potenti generatori (400 kVa) per supportare il servizio idrico della città di Kharkiv e garantire il flusso di acqua potabile. L’Unicef ha inoltre consegnato 12 generatori al Dipartimento regionale della Sanità di Kharkiv per sostenere le strutture sanitarie. La potenza di questi generatori è sufficiente a fornire un’alimentazione elettrica di riserva per garantire una fornitura ininterrotta di acqua e riscaldamento a più di 500.000 residenti della città e dei suoi sobborghi, che sono serviti dalla società di servizi idrici di Kharkiv (Vodokanal). L’Unicef sostiene Kharkiv dall’inizio di marzo 2022 con l’approvvigionamento e la fornitura di 60 tonnellate di coagulante (solfato di alluminio) e 34,46 tonnellate di cloro liquefatto per migliorare la qualità dell’acqua potabile per oltre mezzo milione di persone che vivono a Kharkiv.

Kherson, descrivendo la situazione militare come «tesa».

Ore 04:51 - Usa minacciano sanzioni a Iran per droni a Russia

Gli Stati Uniti hanno minacciato di applicare sanzioni all’Iran per aver fornito alla Russia i droni kamikaze che utilizza contro la popolazione e le infrastrutture civili critiche in Ucraina, seguendo così le orme dell’Unione europea. In una dichiarazione, Washington ha indicato che ci sono prove abbondanti che l’Iran sta trasferendo droni in Russia che vengono utilizzati in Ucraina e ha assicurato che «non esiterà» a utilizzare sanzioni e «altri strumenti appropriati» per punire tutte le parti coinvolte. La dichiarazione degli Stati Uniti arriva poche ore dopo che l’Unione Europea ha raggiunto un accordo politico per sanzionare l’Iran per lo stesso motivo. Da parte loro, Russia e Iran hanno negato separatamente alle Nazioni Unite che i droni iraniani fossero stati usati nella guerra in Ucraina, definendo queste accuse bugie infondate.

Ore 05:44 - Ucraina: blackout a rotazione in oblast Kiev, internet giù

La connessione internet è scesa a circa l’80% dei livelli ordinari nella regione di Kiev, con la compagnia energetica nazionale Ukrenergo che nella notte ha introdotto blackout a rotazione. Lo rende noto il servizio di monitoraggio Netblocks. Ukrenergo aveva annunciato già tre giorni fa la possibilità di tali blackout, in seguito agli attacchi russi contro «le infrastrutture energetiche nelle regioni centrali e settentrionali dell’Ucraina».

Ore 06:05 - Dipartimento di Stato Usa: «Prove abbondanti» dell’impiego di droni iraniani

Gli Stati Uniti dispongono di «prove abbondanti» dell’impiego di droni suicidi di fabbricazione iraniana da parte della Russia nell’ambito del conflitto in Ucraina. Lo ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, a margine di un incontro del Consiglio di sicurezza convocato ieri dagli Stati Uniti, dal Regno Unito e dalla Francia, proprio per discutere la questione delle forniture militari iraniane alla Russia. Price ha ricordato che gli Usa avevano messo in guardia da trasferimenti di sistemi d’arma iraniani sin dallo scorso luglio, ed ha accusato la Russia di utilizzare i droni suicidi forniti dall’Iran contro «obiettivi civili». «Non esiteremo a ricorrere alle nostre sanzioni e ad altri strumenti appropriati contro ogni soggetto coinvolto in questi trasferimenti. Continueremo anche ad aumentare l’assistenza di sicurezza senza precedenti all’Ucraina, incluse capacità di difesa aerea», ha affermato Price.

Ore 08:05 - Kiev: respinti attacchi russi in nove villaggi

Le forze ucraine hanno respinto attacchi russi in nove villaggi nell’est del Paese nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze Armate, come riporta Ukrinform. Le località prese di mira dalle forze di Mosca sono Bilohorivka nella regione di Lugansk, e Bakhmut, Bakhmutske, Klishchiivka, Krasnohorivka, Novomykhailivka, Nevelske, Opytne e Marinka nella regione di Donetsk. Le truppe russe stanno cercando di mantenere le aree occupate, concentrando gli sforzi per limitare le azioni dell’Esercito ucraino in alcune direzioni, scrive lo Stato Maggiore sottolineando che i soldati di Mosca continuano a tentare di condurre azioni offensive nelle direzioni di Bakhmut e Avdiivka. «In violazione del diritto umanitario internazionale, delle leggi e delle consuetudini di guerra, il nemico continua a colpire infrastrutture critiche e abitazioni civili», si legge inoltre nel rapporto. Ieri i russi hanno lanciato 11 attacchi missilistici e 28 attacchi aerei sul territorio ucraino, e hanno aperto il fuoco con sistemi missilistici a lancio multiplo (Mlrs) oltre 65 volte: oltre 25 insediamenti sono stati colpiti.

Ore 08:09 - La Cina ai connazionali: «Lasciate l’Ucraina»

La Cina invita i connazionali ancora in Ucraina «a lasciare il Paese il prima possibile». È l’appello lanciato dal vice ministro degli Esteri Ma Zhaoxu a margine del XX Congresso nazionale del Partito comunista. Ma Zhaoxu ha ricordato che dopo «lo scoppio della crisi in Ucraina l’ambasciata ha aiutato oltre 5.200 connazionali» a lasciare il Paese.

Ore 08:15 - Cominciata l’evacuazione russa dalla regione di Kherson

I funzionari del governo filorusso della regione di Kherson hanno iniziato a trasferire civili in territorio russo, adducendo i timori di una controffensiva ucraina. Il governatore Vladimir Saldo, insediato da Mosca, ha parlato di piani per trasferire fino a 60.000 persone sulla riva sinistra del fiume Dnepr e in Russia nei prossimi sei giorni, a un ritmo di 10.000 persone al giorno. Secondo il governo di Kiev si tratta di un’operazione di propaganda: non c’è ragione per cui i civili debbano lasciare le loro case.

Ore 08:40 - Abbattuti 14 droni iraniani a Mykolaiv

Le forze russe hanno nuovamente attaccato nella notte la regione di Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale, con droni kamikaze Shahed-136 di fabbricazione iraniana e 14 di questi velivoli sono stati abbattuti dall’esercito ucraino, dalla Guardia Nazionale e dalla polizia: lo ha reso noto il Comando aereo meridionale ucraino, come riporta il Kyiv Independent.

Ore 08:57 - Nuovo allarme aereo a Kiev

È di nuovo allarme aereo su Kiev e sulla regione circostante la capitale ucraina. Lo riportano i canali Telegram ucraini di allerta, che segnalano anche che a Mykolaiv, nel centro sud del Paese, dopo le esplosioni, si alzano in cielo due nuvole di fumo. Mentre questa mattina, i russi avrebbero lanciato un attacco missilistico sul territorio della regione di Lugansk, su una scuola nel villaggio di Komyshuvakha. Non ci sarebbero vittime. Infrastrutture civili ed edifici residenziali sono stati distrutti.

Ore 08:58 - «Sono 370 i soldati russi morti ieri»

Sarebbero oltre 66.500 i soldati russi uccisi dalle forze ucraine dall’inizio dell’invasione: lo annuncia lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine, come riporta Ukrinform. Nella giornata di ieri sarebbero caduti 370 militari. Nel suo aggiornamento sulle perdite di Mosca, l’esercito ucraino indica che si registrano anche 269 caccia, 243 elicotteri e 1.311 droni abbattuti. Inoltre le forze di Kiev affermano di aver distrutto 2.567 carri armati russi, 1.646 sistemi di artiglieria, oltre a 16 navi e 329 missili da crociera.

Ore 09:23 - Scholz: «Il prezzo dell’energia deve scendere»

«Putin specula sulle nostre debolezze ma sbaglia: noi non siamo deboli. Il nostro Paese è unito, l’Europa è unita». Lo ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, parlando al Bundestag, in vista del consiglio europeo di oggi. «Le nostre alleanze nel mondo sono più vitali che mai», ha aggiunto. «Putin non raggiungerà i suoi obiettivi di guerra». Sul tema dell’abbassamento dei prezzi del gas, la Germania sta percorrendo «la via europea». Dice Olaf Scholz che «in prospettiva il nostro obiettivo è di renderci autonomi dall’energia fossile: la solidarietà europea ci permetterà di non essere ricattabile da Putin». Scholz si è detto anche soddisfatto che l’Ue si sia accordata «su un obiettivo di risparmio del 15% nell’uso di gas». Si tratta «di un forte segnale di solidarietà» anche nei confronti della Germania, «che finora era stata molto dipendente dal gas russo». A detta del cancelliere, l’obiettivo è «di abbassare i prezzi di gas, petrolio e carbone a un livello sostenibile» per le famiglie e le imprese.

 Ore 10:19 - Stoltenberg, monito Nato sui droni iraniani

«Monitoriamo quello che sta facendo l’Iran, chiediamo a Teheran di non fornire alla Russia droni o missili, sarebbe in violazione della risoluzione Onu». Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in un punto stampa con il Primo Ministro della Svezia, Ulf Kristersson, rifiutando però di entrare nello specifico delle informazioni di intelligence.

Ore 10:51 - Difesa Gb: Russia considera ritiro truppe da Kherson

La recente ammissione della Russia, secondo cui nella regione di Kherson “è emersa una situazione difficile”, è molto insolita e probabilmente indica che le autorità stanno considerando un importante ritiro delle loro forze dall’area a ovest del fiume Dnipro, afferma l’intelligence britannica in un aggiornamento pubblicato dal ministero della Difesa. “Probabilmente indica che le autorità russe stanno seriamente considerando un importante ritiro delle loro forze dall’area a ovest del fiume Dnipro”, afferma il ministero sottolineando che le operazioni di ritiro, “con tutti i ponti gravemente danneggiati”, si baserebbero praticamente completamente su un ponte temporaneo creato sulle chiatte e “completato nei giorni scorsi vicino a Kherson e su unità militari di traghetti, che continuano a operare in diverse località”.

Ore 10:53 - Teheran chiede a Kiev «prove» sull’uso dei droni iraniani

«Abbiamo chiesto alle autorità ucraine di fornire prove riguardo al presunto uso di droni iraniani nella guerra in Ucraina» da parte della Russia. Lo ha affermato il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, come riporta Mehr, in una telefonata con l’omologo croato Gordan Grlic-Radman in cui ha affermato che l’Iran è «fermamente contrario alla guerra» e alla fornitura di armi alle parti in conflitto. «Non abbiamo fornito alla Russia alcuna arma iraniana da utilizzare nella guerra contro l’Ucraina», ha detto Amirabdollahian senza negare che Mosca e Teheran abbiano una cooperazione sulla Difesa.

Ore 10:56 - Allerta aerea dichiarata in tutta l’Ucraina

A partire dalle 10:16 ora locale (le 9:16 italiane, ndr) un’allerta di raid aereo è stata dichiarata in tutta l’Ucraina, ad eccezione della Crimea temporaneamente occupata. Lo rendono note le autorità locali, come riporta Ukrainska Pravda.

Ore 11:16 - Terminata l’allerta aerea dopo circa 2 ore

È terminata dopo quasi un’ora e mezza l’allerta aerea in Ucraina. Il motivo, spiegano le autorità ucraine, dell’allarme era che «gli aerei militari russi sono decollati sul territorio della Bielorussia: il ministero della Difesa della Bielorussia ha dichiarato che si trattava di un pattugliamento programmato delle frontiere aeree dello Stato». In particolare, spiega Ukrainska Pravda, «il MiG-31K, che teoricamente può trasportare il missile ipersonico Kinzhal, è rimasto in aria per circa 1,5 ore, mentre era accompagnato da due caccia che sono decollati dall’aerodromo di Baranovichi».

Ore 11:37 - Mosca: «La Nato vicina allo scontro diretto con la Russia»

«Il flusso di armi della Nato verso l’Ucraina e gli aiuti militari a Kiev avvicinano l’alleanza alla pericolosa linea dello scontro militare diretto con la Russia». È il nuovo avvertimento del ministero degli Esteri russo, come riporta la Tass.

Ore 12:16 - Germania, rogo centro rifugiati ucraini: «Movente politico»

Nella notte un incendio ha quasi distrutto del tutto un centro di accoglienza di rifugiati provenienti dall’Ucraina, nella Germania dell’est. È accaduto a Gross Stroemkendorf, nel Land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore. Secondo gli inquirenti, l’accaduto potrebbe avere un movente di natura politica. I rifugiati sono stati portati via in tempo e nessuno sarebbe rimasto ferito.

Ore 12:31 - Kiev, liberati 544 insediamenti nella regione di Kharkiv

Ad oggi 544 insediamenti sono stati liberati nella regione di Kharkiv, nell’Ucraina orientale, e 32 restano sotto l’occupazione russa: lo ha reso noto il governatore della regione, Oleg Sinegubov, come riporta Unian. «Abbiamo molto lavoro davanti a noi per ripristinare il funzionamento del potere statale in questi territori», ha sottolineato Sinegubov. «Il nostro esercito non si ferma e continua a spingere il nemico fuori dal nostro territorio. Negli ultimi 6 giorni, le forze armate ucraine hanno liberato 19 insediamenti dall’occupazione russa», ha aggiunto.

Ore 12:46 - Kiev, finora esportate 8 milioni di tonnellate di cereali

L’Ucraina ha esportato finora otto milioni di tonnellate di prodotti agricoli attraverso i porti della regione di Odessa nel quadro della cosiddetta `iniziativa del grano´: lo ha reso noto su Facebook il ministero delle Infrastrutture, come riporta Ukrinform. «Dalla partenza della prima nave con il grano ucraino, sono già stati esportate otto milioni di tonnellate di prodotti agricoli», si legge in un comunicato. Un totale di 362 navi ha lasciato i porti ucraini per l’Asia, l’Europa e l’Africa. Due navi che trasportavano 82.000 tonnellate di prodotti agricoli sono partite dal porto di Pivdennyi oggi.

Ore 12:57 - Michel, sanzioni all’Iran per il sostegno alla Russia

«Interveniamo rapidamente contro l’Iran che sostiene la guerra della Russia in Ucraina. Accolgo con favore la decisione del Consiglio Europeo di adottare a tempo di record misure restrittive contro coloro che in Iran forniscono sostegno militare alla Russia». Lo ha scritto su Twitter il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

Ore 13:29 - Russia, Prigozhin: «Formiamo milizia popolare a Belgorod»

Yevgheny Prigozhin, l’imprenditore russo noto come lo «Chef di Putin» e considerato il vero responsabile della famigerata compagnia di mercenari Wagner, ha dichiarato che un suo rappresentante sta costruendo «strutture difensive» e formando «una milizia popolare» nella regione russa di Belgorod, non lontana dalla frontiera con l’Ucraina invasa dalle truppe del Cremlino. Lo riportano le testate The Moscow Times e Meduza. Prigozhin, noto come lo «Chef di Putin» perché considerato vicino al leader del Cremlino e perché ha fatto fortuna nel settore della ristorazione, è sotto sanzioni di Ue e Usa ed è anche ritenuto l’organizzatore della cosiddetta «fabbrica dei troll» di San Pietroburgo che riempie il web di commenti a favore del governo russo.

«Stiamo lavorando attivamente con la regione di Belgorod, dove ho inviato il mio rappresentante, l’eroe della Russia Andrey Bogatov, due settimane fa», ha dichiarato Prigozhin secondo Meduza. «È impegnato non solo nella costruzione di strutture difensive, ma anche nella creazione di una milizia popolare sul territorio della regione di Belgorod. Diverse imprese stanno producendo gli elementi necessari per le strutture difensive e gli istruttori di Wagner stanno addestrando i cittadini che difenderanno i confini della regione. Senza dubbio, siamo pronti a offrire tutto il supporto possibile alle altre regioni che hanno bisogno di prendersi cura della loro difesa».

Ore 13:35 - Lukashenko ai bielorussi: volete stare in pace? Fate ciò che dico

«Volete vivere in pace? Fate quello che vi dico». Così il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko si è rivolto ai governatori del suo paese in una riunione mostrata dai canali statali bielorussi attraverso un video diffuso dalla presidenza da Minsk. Non c’è bisogno che «le persone siano intimidite», ha detto. Le persone devono essere pienamente informate su «cosa sta succedendo», sulle minacce esistenti, in modo che possano poi prendere le proprie decisioni. Parlando della prossima campagna elettorale nel 2024, Lukashenko si è chiesto se ci fossero misure sufficienti per contrastare i tentativi di «interrompere» il voto. Lasciando presagire un maggiore controllo sulle prossime elezioni rispetto alle precedenti che hanno visto eclatanti proteste di piazza. Lukashenko ha affermato di aver incaricato le forze di sicurezza «e altri di informare la gente su ciò che sta accadendo». «Se vuoi passare dei guai, prego. Bandiera in mano e via. Vuoi stare tranquillo e calmo? In modo che al mattino e alla sera, se non ti fai la doccia (anche se penso che tutti abbiano una tale opportunità), allora almeno fai il bagno ai tuoi bambini in acqua tiepida, hai caldo in casa, gas, gasolio, ecc.; mangi la mattina e la sera, mangi, ti vesti se lo desideri (anche questa è un’opzione), vuoi questo? Allora stringi i denti e fai quello che ti dico», ha dichiarato Lukashenko. E poi in merito alla guerra in Ucraina e al pericolo di un allargamento del conflitto, Lukashenko ha anche detto ai suoi governatori: «Non volete combattere in guerra? Allora fatelo in fabbrica e nei campi».

Ore 13:38 - Gb, caccia russo sgancia missile vicino aereo britannico

Un aereo russo ha sganciato un missile vicino a un aereo britannico che pattugliava lo spazio aereo internazionale sul Mar Nero il 29 settembre: lo ha riferito al Parlamento il ministro della Difesa Ben Wallace, spiegando che la Gran Bretagna ha sospeso i pattugliamenti in seguito all’incidente e ha espresso le proprie preoccupazioni al ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. Lo riporta il Guardian. Il ministro ha affermato che un aereo «disarmato della RAF RC-135 Rivet Joint» è stato «coinvolto» da due SU-27 russi, uno dei quali «ha sganciato un missile in prossimità del RAF Rivet Joint oltre il raggio visivo».

Ore 13:42 - Vice premier Irlanda: parole Berlusconi un problema

«Sarò onesto, penso sia un grande problema» quanto ha detto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a proposito del presidente russo Putin e della guerra in Ucraina. «Ci sono tre standard di base che si applicano a tutti i partiti che fanno parte del Partito popolare europeo (Ppe): bisogna essere pro europei, per l’integrazione europea, rispettare lo Stato di diritto, e sostenere l’Ucraina nella sua lotta per la sua sopravvivenza e la sua esistenza e sovranità. Non sono sicuro che si possano avere nel Ppe persone che non abbracciano questi principi centrali e di base». Lo ha dichiarato il vice primo ministro dell’Irlanda, Leo Varadkar, al suo arrivo al pre vertice del Partito popolare europeo. «Conosco Antonio Tajani da anni, è un caro collega e buon alleato», ha aggiunto rispondendo a una domanda sulla figura di Tajani come possibile ministro degli Affari esteri. «Ma non possono esserci ambiguità quando si parla di Ucraina», ha sottolineato. «Il Ppe e i partiti del Ppe sono quelli che hanno aiutato la costruzione dell’Ue sulla base della democrazia, sulla base dello stato di diritto, sulla base del rispetto della sovranità di tutti gli Stati, inclusi quelli piccoli. Non può esserci ambiguità su Putin, non è amico dell’Europa. Punto», ha concluso.

Ore 13:58 - Kiev: bene pronta azione Ue su sanzioni a Iran

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba accoglie «con favore la pronta azione dell’Ue a seguito del mio appello di lunedì per imporre sanzioni all’Iran per aver aiutato la Russia a uccidere gli ucraini e danneggiare le nostre infrastrutture energetiche. In tre giorni l’Ue ha concordato una serie di restrizioni che entreranno in vigore già oggi». Lo ha scritto su Twitter.

Ore 14:53 - 007 Usa: Kiev ha 6 settimane per riguadagnare terreno

L’esercito ucraino ha una finestra di opportunità di guadagnare terreno contro il nemico russo nelle prossime sei settimane se riuscirà a continuare la sua pressione nel sud e nel nordest del Paese prima che il terreno fangoso e il maltempo costringano i contendenti a fermarsi e a riorganizzarsi. Lo scrive il New York Times citando valutazioni dell’intelligence Usa. Gli 007 americani ritengono che ci sia una scarsa possibilità di un cedimento significativo tra le forze russe, tale da consentire a Kiev di riprendersi un’altra grande fetta di territorio, simile a quella annunciata il mese scorso. Ma singole unità di Mosca potrebbero cedere di fronte alla continua pressione ucraina, permettendo a Kiev di riconquistare cittadine nel Donbass e potenzialmente anche Kherson, snodo chiave della regione.

Ore 14:57 - Draghi: «Appartenenza a Ue e Nato capisaldi dell’Italia»

«L’appartenenza all’Unione Europea e alla Nato sono capisaldi della nostra politica estera». Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, nel saluto alla rappresentanza permanente italiana all’Ue. «Il mercato unico, l’unione monetaria, l’alleanza atlantica - ha aggiunto - sono il modo migliore per rafforzare il nostro peso nel mondo, far crescere la nostra economia in modo sostenibile, per garantire la nostra sicurezza. Condividiamo in pieno i valori europei e transatlantici e vogliamo continuare a tutelarli e rafforzarli».

Ore 15:18 - Russia: «Truss verrà ricordata per la terribile ignoranza»

La premier britannica dimissionaria Liz Truss «verrà ricordata per la sua terribile ignoranza». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova commentando le dimissioni di Truss dalla carica di premier dopo 45 giorni in carica. «La Gran Bretagna non ha mai avuto un primo ministro così imbarazzante», ha aggiunto.

Ore 15:40 - Orban: «Price cap? Il suicidio economico non aiuterà l’Ucraina»

«L’ultimo piano di Bruxelles sul tetto al prezzo del gas dell’Ue equivale ad un embargo totale sul gas. Il suicidio economico non aiuterà l’Ucraina. Mi aspetto un grande dibattito al Consiglio europeo». Lo scrive in un tweet il premier ungherese Viktor Orban, prima dell’avvio dei lavori del vertice.

Ore 16:00 - Kiev: minaccia crescente di offensiva russa dalla Bielorussia

L’Ucraina è preoccupata dalla «minaccia crescente» di una nuova offensiva russa condotta dal territorio della Bielorussia. Lo afferma l’esercito di Kiev.

Ore 16:02 - Arrestato a Malpensa il figlio di un governatore russo

È stato arrestato all’aeroporto di Milano Malpensa, su mandato degli Usa, Artiom Uss, figlio di un alto funzionario russo, implicato in un caso di vendita illegale di tecnologie americane a compagnie di armamenti in Russia. In un comunicato, l’ambasciata russa in Italia ha confermato che Artiom Uss, figlio del governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, Aleksander Uss, è stato arrestato lunedì. Si trova attualmente rinchiuso nel carcere di Busto Arsizio. A quanto si apprende, Uss si trovava in Italia dove ha degli affari e non sarebbe stato a conoscenza delle accuse che gli sono mosse. Sarebbe accusato, con altri quattro cittadini russi, di elusione delle sanzioni e riciclaggio di denaro.

Ore 16:33 - Navalny: contro me nuova accusa di promuovere terrorismo

Alexey Navalny, il rivale numero uno di Putin in carcere per motivi politici, ha dichiarato sui social che le autorità russe hanno aperto un nuovo procedimento penale contro di lui accusandolo tra l’altro di «promozione del terrorismo» e «finanziamento di attività estremiste». Lo riporta Meduza. «Gli avvocati hanno ritenuto che, tenendo conto delle pene per questi articoli, in totale, posso stare qui per 30 anni», ha scritto il politico.

Ore 17:01 - Filorussi, 15mila civili evacuati oggi da Kherson

Sono 15 mila i civili evacuati oggi delle autorità filorusse dalla regione di Kherson. Lo ha riferito su Telegram il vice responsabile dell’amministrazione fedele al Cremlino, Kirill Stremousov, precisando che gli evacuati sono stati trasferiti sulla riva sinistra del fiume Dnepr. Kiev ha denunciato questa operazione come una «deportazione» da parte della Russia.

Ore 17:04 - Kiev: «Berlusconi beve vodka, Meloni difende i veri principi»

«Qualsiasi crisi apre la strada ai leader veri. Mentre il signor Berlusconi è sotto l’effetto della vodka russa in compagnia di “cinque amici di Putin” in Europa, Giorgia Meloni dimostra quali sono i veri principi e la comprensione delle sfide globali. Ognuno sceglie la propria strada». Lo ha twittato in italiano Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky.

Qualsiasi crisi apre la strada ai leader veri. Mentre il signor #Berlusconi è sotto l'impressione di ru-vodka in compagnia "cinque amici di Putin" in Europa, @GiorgiaMeloni dimostra quali sono i veri principi e la comprensione delle sfide globali. Ognuno sceglie la propria strada

Ore 17:19 - Putin ispeziona un campo di addestramento per i coscritti

Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ispezionato un campo di addestramento per i cittadini chiamati ad arruolarsi, nel quadro dell «mobilitazione parziale» (che sarebbe terminata). Come riportano le agenzie russe, il leader del Cremlino ha verificato la preparazione dei soldati nel campo, situato nella regione di Ryazan, nel distretto militare occidentale.

Ore 18:22 - Kiev: trovate trincee con oltre 100 corpi di civili a Lyman

I corpi di 111 civili e 35 militari sono stati trovati in alcune trincee e tombe senza nome a Lyman, città dell'Ucraina orientale da poco riconquistata dall'esercito ucraino. Lo riferisce il Dipartimento di Polizia dell'Oblast di Donetsk, come riporta il Kyiv Independent. A Lyman finora sono state trovate 25 fosse comuni mentre negli insediamenti liberati del Donetsk in tutto le sepolture comuni scoperte sono 58, ha dichiarato la polizia.

Ore 18:34 - Putin e il suo metodo Seicentesco che costringe gli ucraini a combattere per la Russia

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La guerra «chiama» e Mosca risponde. Putin si sta affidando a metodi del 17esimo secolo, ha scritto su Twitter l’ex generale americano Mark Hertling, che dal 24 febbraio analizza e spiega i risvolti del conflitto. Proprio come avveniva nel Seicento, il neo Zar sta costringendo gli ucraini a combattere nell’esercito russo. La suggestione nasce dal verbo «dragooning», usato dall’esperta di Russia Jill Dougherty in un intervento televisivo su Cnn, che significa «soggiogare o perseguire, costringere qualcuno attraverso minacce e misure violente». È un termine che risale al 1689, quando i francesi obbligarono i protestanti ad alloggiare soldati a loro spese, e che poi venne usato per le popolazioni costrette ad arruolarsi contro la propria volontà per combattere.

Ore 19:13 - Draghi al vertice Ue chiede unità e misure rapide sul gas

Agire subito, mantenendo l'unità dell'Ue e preservare il mercato unico. Sono questi, a quanto apprende l'Ansa da più fonti europee, alcuni dei punti chiave che il premier Mario Draghi ha sottolineato nel corso del suo intervento al tavolo del vertice europeo. Tra i punti toccati dal presidente del Consiglio ci sono stati, la necessità di mettere sul tavolo una forma di price cap e uno strumento di solidarietà come lo Sure sull'energia.

Ore 01:03 - Zelensky: «L’attacco al ponte in Crimea? Non lo abbiamo ordinato noi»

L’attacco al ponte in Crimea «non l’abbiamo assolutamente ordinato noi, per quanto ne so». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista al canadese CTV, riporta il Kiev Independent, precisando che il giorno dopo l’esplosione dell’8 ottobre, il presidente russo Vladimir Putin ha accusato «l’intelligence ucraina» di aver danneggiato il ponte che collega la Crimea alla Russia sullo stretto di Kerch.

Ore 01:09 - Premier israeliano Lapid «preoccupato per i legami Russia-Iran»

Il premier israeliano Yair Lapid ha espresso la sua «profonda preoccupazione» per «i legami militari tra Russia e Iran» in una conversazione telefonica con il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba. Lapid - che è stato aggiornato da Kuleba sulla situazione della guerra in Ucraina - ha poi ribadito che Israele «è a fianco del popolo ucraino». Proprio ieri il ministro della difesa Benny Gantz ha tuttavia confermato che per il momento Israele - nonostante la fornitura di droni Shaed-136 da parte dell’Iran a Mosca - non fornirà a Kiev aiuti militari ma «sistemi di allerta precoci per i civili».

Ore 01:13 - Zelensky: i russi hanno minato la diga di Kakhova, preparano un disastro

«La Russia sta preparando coscientemente un disastro di grande portata nell’Ucraina meridionale. Abbiamo informazioni che i terroristi russi hanno minato la diga e unità della centrale idroelettrica di Kakhovka». È quanto ha denunciato Volodymyr Zelenskyy nel suo intervento oggi al Consiglio Europeo. «I dipendenti ucraini sono stati cacciati dall’impianto di Kakhovka plant - ha aggiunto il presidente ucriano - ora ci sono solo cittadini russi, hanno loro il pieno controllo dell’impianto: dobbiamo agire immediatamente per impedire ai russi di realizzare un disastro». Zelensky ha quindi chiesto alla comunità internazionale di inviare una missione di monitoraggio, far rientrare il personale ucraino ed inviare squadre di sminatori. Secondo il presidente russo il piano di Mosca è quello di portare a termine un’altra `false-flag operation´, «commettere un attacco terroristico ed accusare poi l’Ucraina».

Ore 01:35 - Blinken e l’Italia: non vediamo l’ora di collaborare con il nuovo governo

«Ho parlato con il mio amico Luigi Di Maio oggi per salutarlo. La partnership Usa-Italia è più forte che mai, grazie in gran parte alla sua leadership. Ci mancherà e non vediamo l’ora di continuare la nostra eccellente collaborazione con il nuovo governo italiano». Lo scrive su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken.

Ore 02:22 - Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sull’energia

«Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sull’energia. Prevalgono unità e solidarietà. Si è concordato di lavorare su misure per contenere i prezzi dell’energia per le famiglie e le imprese». Lo annuncia il presidente del Consiglio Ue Charles Michel in un tweet. In conferenza stampa lo stesso Michel ha poi aggiunto: «È emersa la forte determinazione condivisa in modo unanime ad agire insieme per raggiungere tre obiettivi: fare abbassare i prezzi, garantire l’approvvigionamento e ridurre la domanda».

Ore 02:41 - Von der Leyen: 40 miliardi per mitigare i prezzi dell'energia

«Abbiamo destinato 40 miliardi di euro dei fondi del bilancio Ue non utilizzati per i sussidi per mitigare i prezzi dell'energia». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine della prima giornata del vertice Ue.

Ore 02:58 - Draghi commenta l'accordo sull'energia: «È andata bene»

«È andata bene». Così, a quanto apprende l'Ansa, il premier Mario Draghi ha accolto l'intesa raggiunta a notte fonda sull'energia al vertice europeo. La soddisfazione è motivata dal fatto che le proposte italiane, è il ragionamento del presidente del Consiglio, sono state accolte nelle conclusioni del vertice.

Ore 03:07 - Macron: misure in vigore fra fine ottobre e novembre

«Le prossime due, tre settimane sono quelle che permetteranno alla Commissione europea di esprimersi molto chiaramente sul meccanismo» di un tetto al prezzo del gas. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine della prima giornata di lavori al vertice Ue. «A fine ottobre, inizio novembre avremo questo meccanismo che potrà essere esplicitato e dunque implementato. E, in particolare sul corridoio di prezzo sul gas e di solidarietà finanziaria penso si possa andare molto spediti»

Ore 03:43 - Scholz non esclude strumenti di debito comune contro la crisi energetica

«Abbiamo preso una decisione oggi, che dà il mandato di indagare su ciò che è possibile. Il focus è, ovviamente, sui fondi che abbiamo già». Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in merito alla creazione di uno strumento di debito comune dell'Ue per fare fronte alla crisi energetica. Scholz ha tuttavia riconosciuto che «serve ancora una lunga discussione» e che ci «sarà ancora dibattito».

Ore 03:44 - Vertice Ue, sono 9 le misure approvate per fronteggiare la crisi energetica

Il Consiglio europeo, nelle conclusioni relative all'energia, invita i ministri dei Paesi Ue e la Commissione europea a presentare con urgenza decisioni concrete su nove misure. Clicca qui per leggere quali sono le misure.

(ANSA il 20 ottobre 2022) - La Corte d'Appello di Milano ha convalidato l'arresto dell'imprenditore russo Artem Uss, bloccato a Malpensa lunedì su mandato d'arresto degli Usa, e per domani, davanti al giudice della quinta penale d'appello Roberto Peroni Ranchet, è fissata l'audizione di Uss nella quale, in sostanza, gli verrà chiesto se ritiene di dare il consenso o meno all'estradizione. In caso negativo ci vorranno alcune settimane per la conclusione del procedimento di estradizione. La difesa potrà chiedere, nel frattempo, una misura meno afflittiva del carcere, come i domiciliari. Il legale Vinicio Nardo lo ha incontrato ieri in carcere.

 (ANSA il 20 ottobre 2022) - Gli Stati Uniti hanno accusato cinque cittadini russi e due commercianti di petrolio di nazionalità venezuelana di evasione delle sanzioni e riciclaggio di denaro. In base all'accusa con 12 capi d'imputazione, sono stati accusati i russi Yury Orekhov, Artem Uss, Svetlana Kuzurgasheva, Timofey Telegin e Sergey Tulyakov, e i commercianti di petrolio venezuelani Juan Fernando Serrano Ponce e Juan Carlos Soto.

Come riferisce la Tass. Per gli inquirenti americani gli imputati sono coinvolti nell'"orchestrazione di un complesso sistema per ottenere illegalmente tecnologia militare statunitense e petrolio sanzionato dal Venezuela". Secondo il Dipartimento di Giustizia Usa, Orekhov e Uss sono stati arrestati rispettivamente in Germania e in Italia il 17 ottobre e saranno sottoposti a procedura di estradizione. Se condannati, gli imputati rischiano un massimo di 30 anni di carcere. 

L'amministrazione statunitense ha ampliato l'elenco delle sanzioni anti-russo, aggiungendo un cittadino russo e due società con sede in Germania e negli Emirati Arabi Uniti a lui affiliate, ha dichiarato il Dipartimento del Tesoro statunitense. "Oggi, in coordinamento con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e il Federal Bureau of Investigation (FBI), l'Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha designato una rete russa che si procurava tecnologie militari e sensibili a doppio uso da produttori statunitensi e le forniva a utenti finali russi", ha dichiarato.

Le persone designate oggi sono il cittadino russo Yury Orekhov e due delle sue società, Nord-Deutsche Industrieanlagenbau GmbH (NDA GmbH) e Opus Energy Trading LLC (Opus Energy Trading)

(ANSAil 20 ottobre 2022) - E' stato bloccato mentre si stava imbarcando su un volo diretto a Istanbul (Turchia) Artem Uss, il manager russo, figlio di un funzionario di Mosca, arrestato all'aeroporto di Milano Malpensa (Varese) in esecuzione di mandato di arresto internazionale emesso dal Dipartimento di Giustizia americano con l'accusa di aver ottenuto tecnologia militare da società statunitensi e di aver contrabbandato milioni di barili di petrolio e riciclato decine di milioni di dollari per oligarchi russi. Uss, fermato dalla polizia italiana lunedì, è ora in custodia presso il carcere di Busto Arsizio (Varese), in attesa di una presumibile richiesta di estradizione.

Il figlio di un governatore russo arrestato a Milano: «Comprava microchip per i tank di Putin». Giuseppe Sarcina su Il Corriere della Sera il 21 Ottobre 2022 

Il mandato per Artem Uss, figlio del governatore di Krasnoyarsk, viene dalla magistratura di New York. Tra gli affari della sua banda: il petrolio venezuelano e le criptovalute 

Vladimir Putin ieri in visita nel centro di addestramento dell’esercito russo nella regione di Ryazan, a sudest di Mosca

dal nostro corrispondente

I microprocessori per i carri armati di Putin, il petrolio venezuelano venduto alla Cina, il riciclaggio con le criptovalute. È lo schema criminale, con un evidente impatto politico, messo in piedi da un oligarca russo, non ancora identificato, e gestita da due imprenditori-faccendieri arrestati lunedì 17 ottobre in Italia e in Germania, su mandato dalla magistratura di New York.

La polizia italiana ha fermato Artem Uss, 40 anni, figlio del governatore di Krasnoyarsk (Siberia centrale) Alexander Uss. L’uomo si stava imbarcando all’aeroporto di Milano Malpensa su un volo diretto in Turchia. Nello stesso giorno, il suo partner d’affari Yury Orekhov è stato bloccato ad Amburgo. L’Fbi e l’Interpol sono sulle tracce degli altri cinque componenti della banda. Tre cittadini russi: Svetlana Kuzurgasheva, nota anche come «Lana Neumann», Timofey Telegin e Sergey Tulyakov. Due venezuelani: Juan Fernando Serrano Ponce e Juan Carlos Soto.

La giudice Cheryl Pollak, del distretto di Brooklyn, ha descritto nei dettagli le attività del gruppo russo-venezuelano con un’incriminazione di 49 pagine, che si conclude con 11 capi di imputazione, sostanzialmente per aver aggirato le sanzioni contro Mosca. Il reato più grave è il contrabbando di tecnologia americana utilizzabile a fini militari. Pena prevista: fino a 30 anni di carcere.

Orekhov e Uss sono co-proprietari della Nda Gmbhh, una società di import-export specializzata nelle materie prime e negli equipaggiamenti industriali, con sede in Amburgo, Germania. Era questa la piattaforma giuridica al centro delle triangolazioni illecite, iniziate nel 2018. La Nda si presentava come un’impresa tedesca ai fornitori americani, principalmente aziende newyorkesi e californiane. Negli anni l’impresa di Orekhov e Uss ha acquistato prodotti tecnologici, come i semiconduttori e i microprocessori, girandoli ad aziende russe, già nella lista delle entità sanzionate: Radioexport, Network Technologies e Abtronics.

Il sospetto è che tutta questa strumentazione sia servita per allestire i circuiti elettronici dei jet da combattimento, dei sistemi missilistici, dei radar, dei satelliti. La giudice americana scrive che «componenti di fabbricazione Usa sono stati trovati negli armamenti russi catturati in Ucraina», in particolare nei carri armati. Il valore economico delle operazioni ammonta a «diversi milioni di dollari». Ma è chiaro che qui pesano molto le implicazioni politico-militari. L’intelligence Usa sta moltiplicando gli sforzi per tagliare tutte le consegne di materiali pregiati destinali all’armata putiniana.

La lettura delle carte giudiziarie, però, solleva forti dubbi sui controlli disposti dalle leggi. Le società americane non sembrano aver fatto alcuna verifica sulla proprietà della tedesca Nda. Sono bastate semplici lettere commerciali per concludere transazioni così delicate per la sicurezza americana e non solo.

Il duo Orekhov-Uss aveva avviato anche un intenso traffico clandestino di petrolio, contattando i due venezuelani, Serrano Ponce e Soto, ben introdotti nel governo di Nicolas Maduro. Le partite di greggio venivano poi smistate verso la Cina e la stessa Russia, con ricavi per centinaia di milioni in dollari, spesso convertiti in criptovalute. Il flusso di denaro seguiva un tortuoso percorso, transitando tra paradisi fiscali e società schermo.

Ora si attende la richiesta formale di estradizione da parte del dipartimento di Giustizia americano. Nel frattempo Artem Uss è detenuto nel carcere di Busto Arsizio, come ha confermato il suo avvocato Vinicio Nardo. La procedura prevede che l’imputato possa rifiutare di essere consegnato alla magistratura Usa. A quel punto la giustizia italiana avrà sei mesi per esaminare la documentazione in arrivo da New York e decidere se concedere l’estradizione.

Telefonata tra Austin e Shoigu. Ue: «Nel 2023 aiuti a Kiev per 18 miliardi». Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini, Paolo Foschi e Redazione online su Il Corriere della Sera il 21 Ottobre 2022

Le notizie di venerdì 21 ottobre. Dieci iraniani uccisi negli attacchi ucraini. 007 Usa: «Kiev ha 6 settimane di tempo per riguadagnare terreno». Arrestato a Malpensa il figlio di un governatore russo 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 239esimo giorno.

• Gli attacchi dei droni iraniani utilizzati dalle truppe russe non si fermano, Mosca vuole lasciare al gelo e al buio l’Ucraina. Kiev chiede aiuto all’occidente.

• Le truppe russe si preparano a lasciare Kherson, ma secondo gli analisti la fase del conflitto è molto difficile da interpretare.

• La Wagner avrebbe iniziato a creare una milizia per proteggere la regione di Belgorod, colpita da ripetuti attacchi ucraini.

Ore 0:18 - Zelensky a leader Ue, chi è contro sanzioni a Russia è contro Europa

«Chi chiede l’allentamento delle sanzioni contro la Russia o cerca di silurare politicamente il meccanismo delle sanzioni non solo sta cercando di rendere impunito il terrore russo e non solo tradisce la memoria delle vittime del terrore, ma rende anche dipendente l’intera comunità europea dalla potenza più antieuropea del mondo oggi. Prestate attenzione a queste voci in Europa, sono contro l’Europa». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in videoconferenza al Consiglio Europeo.

Ore 0.55 - Zelensky, Ucraina non ha ordinato attacco al ponte in Crimea

L’attacco al ponte in Crimea «non l’abbiamo assolutamente ordinato noi, per quanto ne so». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista al canadese CTV, riporta il Kiev Independent, precisando che il giorno dopo l’esplosione dell’8 ottobre, il presidente russo Vladimir Putin ha accusato «l’intelligence ucraina» di aver danneggiato il ponte che collega la Crimea alla Russia sullo stretto di Kerch.

Ore 04:54 - Premier israeliano Lapid «preoccupato per i legami Russia-Iran»

Il premier israeliano Yair Lapid ha espresso la sua «profonda preoccupazione» per «i legami militari tra Russia e Iran» in una conversazione telefonica con il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba. Lapid - che è stato aggiornato da Kuleba sulla situazione della guerra in Ucraina - ha poi ribadito che Israele «è a fianco del popolo ucraino». Proprio ieri il ministro della difesa Benny Gantz ha tuttavia confermato che per il momento Israele - nonostante la fornitura di droni Shaed-136 da parte dell’Iran a Mosca - non fornirà a Kiev aiuti militari ma «sistemi di allerta precoci per i civili».

Ore 04:56 - Zelensky: i russi hanno minato la diga di Kakhova, preparano un disastro

«La Russia sta preparando coscientemente un disastro di grande portata nell’Ucraina meridionale. Abbiamo informazioni che i terroristi russi hanno minato la diga e unità della centrale idroelettrica di Kakhovka». È quanto ha denunciato Volodymyr Zelenskyy nel suo intervento oggi al Consiglio Europeo. «I dipendenti ucraini sono stati cacciati dall’impianto di Kakhovka plant - ha aggiunto il presidente ucriano - ora ci sono solo cittadini russi, hanno loro il pieno controllo dell’impianto: dobbiamo agire immediatamente per impedire ai russi di realizzare un disastro». Zelensky ha quindi chiesto alla comunità internazionale di inviare una missione di monitoraggio, far rientrare il personale ucraino ed inviare squadre di sminatori. Secondo il presidente russo il piano di Mosca è quello di portare a termine un’altra `false-flag operation´, «commettere un attacco terroristico ed accusare poi l’Ucraina».

 Ore 04:56 - Blinken e l’Italia: non vediamo l’ora di collaborare con il nuovo governo

«Ho parlato con il mio amico Luigi Di Maio oggi per salutarlo. La partnership Usa-Italia è più forte che mai, grazie in gran parte alla sua leadership. Ci mancherà e non vediamo l’ora di continuare la nostra eccellente collaborazione con il nuovo governo italiano». Lo scrive su Twitter il segretario di Stato americano Antony Blinken.

Ore 05:09 - Von der Leyen: 40 miliardi per mitigare i prezzi dell'energia

«Abbiamo destinato 40 miliardi di euro dei fondi del bilancio Ue non utilizzati per i sussidi per mitigare i prezzi dell'energia». Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al termine della prima giornata del vertice Ue.

Ore 05:09 - Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sull’energia

«Il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sull’energia. Prevalgono unità e solidarietà. Si è concordato di lavorare su misure per contenere i prezzi dell’energia per le famiglie e le imprese». Lo annuncia il presidente del Consiglio Ue Charles Michel in un tweet. In conferenza stampa lo stesso Michel ha poi aggiunto: «È emersa la forte determinazione condivisa in modo unanime ad agire insieme per raggiungere tre obiettivi: fare abbassare i prezzi, garantire l’approvvigionamento e ridurre la domanda».

Ore 05:10 - Draghi commenta l'accordo sull'energia: «È andata bene»

«È andata bene». Così, a quanto apprende l'Ansa, il premier Mario Draghi ha accolto l'intesa raggiunta a notte fonda sull'energia al vertice europeo. La soddisfazione è motivata dal fatto che le proposte italiane, è il ragionamento del presidente del Consiglio, sono state accolte nelle conclusioni del vertice.

Ore 05:12 - Macron: misure in vigore fra fine ottobre e novembre

«Le prossime due, tre settimane sono quelle che permetteranno alla Commissione europea di esprimersi molto chiaramente sul meccanismo» di un tetto al prezzo del gas. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine della prima giornata di lavori al vertice Ue. «A fine ottobre, inizio novembre avremo questo meccanismo che potrà essere esplicitato e dunque implementato. E, in particolare sul corridoio di prezzo sul gas e di solidarietà finanziaria penso si possa andare molto spediti».

Ore 05:14 - Scholz non esclude strumenti di debito comune contro la crisi energetica

«Abbiamo preso una decisione oggi, che dà il mandato di indagare su ciò che è possibile. Il focus è, ovviamente, sui fondi che abbiamo già». Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in merito alla creazione di uno strumento di debito comune dell'Ue per fare fronte alla crisi energetica. Scholz ha tuttavia riconosciuto che «serve ancora una lunga discussione» e che ci «sarà ancora dibattito».

Ore 05:15 - Vertice Ue, sono 9 le misure approvate per fronteggiare la crisi energetica

Il Consiglio europeo, nelle conclusioni relative all'energia, invita i ministri dei Paesi Ue e la Commissione europea a presentare con urgenza decisioni concrete su nove misure. Clicca qui per leggere quali sono le misure.

Ore 06:36 - Usa, possibile revisione di sicurezza nazionale per le società di Musk

L'amministrazione Biden valuta la possibilità di sottoporre alcune delle società di Elon Musk, inclusa l'acquisizione di Twitter e la rete di satelliti Starlink, a una revisione di sicurezza nazionale. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l'amministrazione è preoccupata dalla recente minaccia di Musk di interrompere i servizi satellitari Starlink in Ucraina ma anche dai tweet di Musk favorevoli al presidente russo Vladimir Putin.

Ore 08:55 - Esplosioni a Kharkiv

Questa mattina diverse esplosioni hanno scosso Kharkiv, nell’Ucraina orientale. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleg Synehubov, come riporta Ukrinform. La conferma è arrivata anche dal sindaco della città, Ihor Terekhov, citato dal Kyiv Independent. I feriti sono almeno 6.

Ore 09:00 - Kiev, 2.000 nuove reclute russe arrivano in regione Kherson

Fino a 2.000 russi reclutati attraverso la mobilitazione parziale sono arrivati nel territorio della regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale, per reintegrare le perdite subite finora dall’esercito di Mosca. 

Lo ha detto lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine nel suo rapporto quotidiano pubblicato. «Secondo le informazioni disponibili, fino a 2.000 truppe russe mobilitate sono arrivate nel territorio temporaneamente catturato della regione di Kherson per reintegrare le perdite e rinforzare le unità sulla linea di contatto», si legge nel rapporto.

Ore 09:20 - 007 Gb: «Improbabile l’invasione dell’Ucraina dalla Bielorussia»

È improbabile che, ad oggi, la Russia abbia schierato un numero significativo di truppe aggiuntive in Bielorussia, come era previsto dalla Forza congiunta Mosca-Minsk annunciata da Minsk la settimana scorsa. 

A dirlo è l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione in Ucraina. 

Probabilmente, si legge nel rapporto pubblicato oggi dal ministero della Difesa di Londra, l’annuncio è stato fatto per «convincere l’Ucraina a deviare le proprie truppe per sorvegliare il confine settentrionale». Difficilmente Mosca è capace di creare formazioni pronte al combattimento dell’entità prevista dall’accordo con la Bielorussia (fino a 15.000 soldati), prosegue il rapporto, poiché le sue forze sono impegnate in Ucraina. Allo stesso tempo, è molto probabile che l’esercito bielorusso mantenga una capacità minima per realizzare operazioni complesse.

Ore 09:24 - I filorussi accusano Kiev delle bombe a Kherson sui civili

Le autorità filo-russe dell’amministrazione della regione di Kherson hanno accusato le truppe ucraine di un attacco missilistico sui civili durante l’evacuazione dell’insediamento. L’attacco ha causato almeno quattro morti. 

Lo ha affermato Kirill Stremousov, vice capo dell’amministrazione della regione di Kherson, come riporta Ria Novosti. Stremousov ha riferito che non risultano bambini tra le vittime e che una decina di veicoli civili sono stati distrutti.

Ore 10:20 - Mosca, missili Kiev contro traghetti Kherson, 4 morti

Le autorità filorusse in Ucraina hanno reso noto che quattro persone sono morte in un attacco missilistico lanciato la notte scorsa dalle forze ucraine contro il servizio civile di traghetti sul fiume Dnipro a Kherson. Lo riporta Interfax. 

«Sono a conoscenza di quattro vittime. Si tratta di una donna e tre uomini. Uno di loro è stato trovato questa mattina», ha detto il vice capo dell’amministrazione regionale filorussa Kirill. Da parte sua, il ministro della Sanità della regione, Vadim Ilmiyev, ha affermato che 13 persone sono rimaste ferite nell’attacco.

Ore 10:58 - Kiev smentisce il raid contro i civili a Kherson

Kiev ha smentito che le sue forze armate abbiano bombardato il ponte Antonovsky a Kherson, regione annessa unilateralmente dalla Russia, uccidendo almeno quattro civili, come denunciato dall’amministrazione filo-russa. «Non tocchiamo le infrastrutture essenziali, non tocchiamo le località pacifiche e la popolazione locale», ha dichiarato la portavoce del Comando meridionale dell’Ucraina, Natalia Humeniuk, citata dai media locali.

Ore 11:18 - Teheran invita cittadini iraniani a lasciare l’Ucraina

Il ministero degli Esteri iraniano ha rivolto un invito ai propri cittadini residenti in Ucraina a lasciare il Paese e, in assoluto, di astenersi dal viaggiare in Ucraina. «A causa dell’escalation dei conflitti militari e dell’aumento dell’insicurezza in Ucraina, si consiglia a tutti i cittadini iraniani di astenersi dal recarsi in questo paese e si consiglia a tutti i cittadini iraniani che vivono in Ucraina di lasciare questo paese per motivi di sicurezza e per non mettere a rischio la propria vita», recita il messaggio del ministero degli Esteri iraniano. Lo riporta l’agenzia Isna, aggiungendo che nella nota il ministero invita poi i connazionali che vivono in Ucraina di mantenere la calma e di contattare l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran.

Ore 11:47 - Erdogan, fiducioso su possibile colloquio Putin-Zelensky

Il presidente turco Tayyip Erdogan ha affermato che Ankara non perde la speranza di organizzare un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente ucraino Vladimir Zelensky, dopo aver tenuto colloqui telefonici con entrambi. Lo riporta Ria Novosti. «Ho visto che Putin è molto più morbido e più aperto ai negoziati con Kiev rispetto al passato. Vedremo dove può portare questo durante la diplomazia telefonica che avremo nei prossimi giorni, dopo aver ascoltato entrambi i leader», ha detto Erdgoan ai giornalisti presenti sul volo di ritorno dalla sua visita in Azerbaigian. «Durante i colloqui telefonici di mercoledì con Zelensky, ho sentito che anche lui non è fermo sulle sue posizioni e anche lui è favorevole al superamento di questo problema. Non perdiamo la speranza. Speriamo che portando entrambi leader insieme, continueremo il percorso verso la pace», ha detto ancora Erdogan.

Ore 12:31 - Erdogan, oltre 8 milioni ton grano da porti ucraini

Più di 8 milioni di tonnellate di grano hanno lasciato i porti ucraini negli ultimi 3 mesi, a bordo di 363 navi e al momento non ci sono ostacoli al rinnovo dell’accordo (inizialmente di 4 mesi ndr) firmato a Istanbul a fine luglio tra Russia e Ucraina con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite. Lo ha rivelato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan di rientro dall’Azrbaigian.

 Ore 12:11 - Nuovo attacco missilistico russo su Kharkiv

Le truppe russe hanno lanciato oggi un secondo attacco missilistico sulla città di Kharkiv, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il sindaco, Ihor Terekhov, come riporta Ukrinform. Secondo le prime informazioni non ci sono vittime o feriti, ha aggiunto. «Stanno colpendo di nuovo il distretto di Kyivskyi. Secondo le prime informazioni, non ci sono stati danni, vittime o feriti», ha detto il sindaco. Secondo i residenti della città, l’esplosione è avvenuta intorno alle 10:15 ora locale (le 9:15 in Italia) ed è stata seguita da un allarme aereo. Una colonna di fumo era visibile dopo l’esplosione.

«Nell’ambito dell’iniziativa del corridoio del grano, fino al 20 ottobre 8 milioni di tonnellate a bordo di 363 navi sono uscite dal Mar Nero e hanno raggiunto i mercati di tutto il mondo. Il 62% degli alimenti è andato in Europa, il 19,5% in Asia, il 13% in Africa e il 5,3% verso Paesi del Medio Oriente. I Paesi più poveri hanno ricevuto 454.626 tonnellate di grano. Per il rinnovo dell’intesa non ci sono problemi. Ne ho parlato ieri al telefono con il presidente ucraino e con Putin nel nostro ultimo incontro», ha detto Erdogan oggi.

Ore 12:39 - Cremlino, condanniamo arresto Artem Uss in Italia

Il Cremlino condanna l’arresto in Europa su richiesta degli Stati Uniti di due cittadini russi, tra cui l’imprenditore Artem Uss , fermato lunedì dalla Polaria all’aeroporto di Milano Malpensa su mandato di Washington. «Le missioni diplomatiche russe faranno del loro meglio per proteggere gli interessi di Uss, detenuto in Italia», ha aggiunto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.

Ore 13:15 - Usa: la Russia «esplora» acquisti da Corea Nord per la guerra

La Russia sta «esplorando accordi con la Corea del Nord» per l’acquisto di prodotti necessari alla sua guerra contro l’Ucraina che «non è in grado di produrre o di acquisire con altri mezzi» a causa dei controlli sulle esportazioni e delle sanzioni: come ha già fatto con l’Iran. Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, durante un briefing con i media ieri.

Ore 13:31 - Militari Kiev: abbattuto 85% droni iraniani

Nelle ultime due settimane, l’esercito ucraino ha abbattuto i droni iraniani Shahed-136 «l’85% delle volte». Lo ha annunciato durante un briefing il portavoce del comando delle forze aeree delle forze armate ucraine Yuriy Ignat. Lo riporta Unian.

Ore 14:44 - Filorussi: non abbiamo minato la diga Khakovka

Le autorità filorusse della regione meridionale ucraina di Kherson, annessa a Mosca il mese scorso dopo il referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale, hanno negato di aver minato la diga Kakhovka, che alimenta un’importante centrale idroelettrica. L’accusa era stata lanciata davanti ai leader del Consiglio europeo dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui si rischierebbe una «catastrofe», con l’inondazione di 80 villaggi e della stesa città di Kherson. Citato da Ria Novosti, il vice leader filorusso Kirill Stremousov ha inoltre escluso che le forze di Mosca abbiano in programma di distruggere la diga.

Ore 14:46 - Michel: considerare i fondi sequestrati a Russia per Ucraina

Dobbiamo considerare gli assetti congelati alla Russia come strumento per la ricostruzione dell’Ucraina. Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel al termine del Consiglio Europeo.

Ore 14:50 - Draghi: «Con il piano Ue presto bollette più basse»

«La decisione di questa notte ha portato ad un calo del prezzo del gas, dopo l’accordo le quotazioni hanno perso il 10% a dimostrazione che la componente speculativa è rilevante. Questo è il mondo in cui andava affrontata la crisi dall’inizio e si tradurrà presto in bollette più basse». Lo ha detto il premier Mario Draghi nella conferenza stampa al termine del Vertice Ue.

Ore 14:58 - Von der Leyen: nel 2023 aiuti a Kiev per 18 miliardi

L’Ue darà all’Ucraina 1,5 miliardi di euro al mese il prossimo anno in aiuti finanziari per sostenere le esigenze base dello stato, per un totale di 18 miliardi di euro. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen al termine del Consiglio Europeo.

Ore 15:17 - Telefonata fra i ministri della Difesa di Russia e Usa

Il ministro della Difesa russo ha parlato di Ucraina in una chiamata con il suo omologo degli Stati Uniti. «Sono state discusse questioni di sicurezza internazionale e la situazione in Ucraina», ha affermato Sergey Shoigu, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo una nota del Pentagono, durante il colloquio «Austin ha enfatizzato l'importanza di mantenere linee di comunicazione nell'ambito della guerra in Ucraina».

Ore 15:20 - «Dieci iraniani uccisi in attacchi lanciati da Kiev»

Dieci cittadini iraniani sono rimasti uccisi nell’ultima settimana in Ucraina in attacchi lanciati dalle forze di Kiev. È quanto ha detto un funzionario ucraino all’emittente israeliana Kan. La notizia arriva dopo che funzionari Usa e ucraini hanno riferito della presenza di personale iraniano in Crimea, per addestrare le forze russe all’uso dei droni.

Ore 15:42 - Kiev: colpiremo più duro se verrà distrutta diga Kherson

L’Ucraina minaccia Mosca di «colpire ancora più duramente» se la Russia distruggerà la diga idroelettrica vicino Kherson, provocando una drammatica inondazione. A dirlo su Twitter è il capo dell’ufficio di presidenza ucraino, Andriy Yermak, sottolineando che l’Ucraina non accetterà mai «una pace sotto coercizione». «I terroristi russi stanno agonizzando. Il ricatto nucleare non funziona, ora cercano di spaventare tutti facendo saltare la centrale idroelettrica Kakhovska. Il loro obiettivo è farci negoziare alle loro condizioni. Ma non ce la faranno. L’Ucraina non soccomberà ad una pace sotto coercizione», ha twittato Yermak. «C’è una risposta giusta al ricatto - ha aggiunto - Sanzioni più dure, de-occupazione dei territori, più armi e una posizione ancora più dura su ogni crimine russo. Non ci spezzeranno. Colpiremo ancora più duro».

Ore 16:04 - Zelensky firma legge su arruolamento volontario delle donne

Il presidente ucraino Zelensky ha firmato una legge sull'arruolamento volontario delle donne in alcune categorie professionali dell'esercito. Lo riferisce il sito del Parlamento di Kiev, citato da Unian. La normativa era stata approvata dall'Assemblea lo scorso 7 ottobre.

Ore 16:05 - Kiev: ripreso il controllo di 88 località nella regione di Kherson

L'Ucraina afferma di aver ripreso il controllo di 88 località nella regione di Kherson, nel sud del Paese. Lo ha scritto su Telegram Kyrylo Tymoshenko, numero due dell'Ufficio di Zelensky.

Ore 16:59 - Fonti, Ue stilerà proposte per dare asset russi a Ucraina

Il Consiglio Europeo, a quanto si apprende, ha dato mandato alla Commissione Europea di «studiare della proposte» per poter usare i fondi statali sequestrati alla Russia a inizio della guerra e usarli per aiutare l'Ucraina. Gli esperti stanno esaminando la questione da mesi ma ora c'è un'urgenza maggiore, vista la crisi energetica, e si passerà anche all'analisi legale dell'operazione.

Ore 17:09 - Kiev chiede missione internazionale alla diga di Kakhovka

L'Ucraina chiede una missione di osservazione internazionale alla diga di Kakhovka. Lo afferma il premier ucraino Denys Shmyhal. «Chiediamo alle Nazioni Unite, all'Ue e ad altre organizzazioni di organizzare una missione di osservazione internazionale da Kakhovka - ha esortato il premier -. Gli esperti internazionali devono arrivare immediatamente (sul sito), così come il personale ucraino».

Ore 21:02 - Zelensky: «Buoni risultati nella controffensiva a Kherson»

«Le ostilità - afferma il presidente ucraino - continuano nell'est e nel sud dell'Ucraina. Le nostre Forze Armate mantengono l'iniziativa. Vorrei elogiare i combattenti della 25a brigata aviotrasportata separata, la 59a brigata di fanteria motorizzata separata intitolata a Yakov Handziuk e la 35a brigata marina separata intitolata al contrammiraglio Mykhailo Ostrogradskyi per le loro azioni abili e ponderate per distruggere il nemico». «Grazie anche ai soldati della 60a brigata di fanteria separata, le cui unità - sostiene Zelensky - stanno dando buoni risultati nella regione di Kherson. Solo dall'inizio di ottobre, i combattenti hanno conquistato più di 30 unità di veicoli corazzati russi, mille proiettili per carri armati e tre cannoni Hyacinth. Tutte queste armi aiuteranno sicuramente a liberare la nostra terra. Gloria all'Ucraina!»

Ore 21:05 - Blinken: «Nessuna prova su interesse Mosca a fine aggressione»

«Non vediamo motivi di cambiare la nostra postura nucleare». Lo afferma il segretario di Stato Antony Blinken, sottolineando che gli Stati Uniti considererebbero ogni strada per promuovere la diplomazia con la Russia se vedessero un'apertura. Al momento però non hanno visto nessuna prova che Mosca sua interessata a mettere fine alla sua aggressione in Ucraina.

Ore 22:02 - Cina all'Onu lancia appello alla de-escalation

La Cina ha ribadito che è necessario evitare che la guerra in Ucraina diventi «ancora più lunga e ampia», lanciando un appello alla «de-escalation». Il vice ambasciatore di Pechino all'Onu Geng Shuang durante la riunione del Consiglio di Sicurezza ha chiesto alle parti di «esercitare moderazione ed evitare azioni che portino il conflitto ad una ulteriore escalation». «La pace è la soluzione della crisi umanitaria in Ucraina», ha aggiunto, affermando che «la porta ad una soluzione politica non può essere chiusa».

Ore 22:19 - Zelensky, Russia ritarda deliberatamente export grano

«In queste settimane — ha affermato Zelensky nel suo intervento serale — la situazione attorno all'iniziativa per l'esportazione di grano sta diventando sempre più tesa. Il nemico sta facendo di tutto per rallentare le nostre esportazioni alimentari. Credo che con queste azioni la Russia stia assolutamente alimentando deliberatamente la crisi alimentare in modo che diventi acuto come lo era nella prima metà di quest'anno». Il presidente ucraino denuncia che «oggi più di 150 navi sono in linea per adempiere agli obblighi contrattuali per la fornitura dei nostri prodotti agricoli. Questa è una coda artificiale. È sorto solo perché la Russia ha deliberatamente ritardato il passaggio delle navi». «I nostri partner — le Nazioni Unite, la Turchia e altri sono pienamente informati di questa situazione», ha affermato.

Ore 23:21 - Onu, da inizio guerra oltre 6.300 morti civili

«Le vittime civili della guerra in Ucraina finora sono 6.322, e i feriti 9.634». Lo ha detto il capo degli affari politici dell'Onu Rosemary DiCarlo in Consiglio di Sicurezza. I dati, dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani, vanno dal 24 febbraio al 18 ottobre. «Almeno 397 bambini sono stati uccisi in guerra dal 24 febbraio», ha aggiunto, precisando che «le cifre effettive sono probabilmente considerevolmente più alte».

Ore 00:52 - Kiev, colpita Bakhmut con proiettili a grappolo, ci sono feriti

Le truppe russe hanno bombardato Bakhmut nella regione di Donetsk con munizioni a grappolo lanciate dai sistemi lanciarazzi multipli «Grad». Lo riporta la pagina della Guardia Nazionale dell'Ucraina su Facebook, come riporta Unian. I cittadini feriti sono stati portati in una struttura medica.

Ore 02:40 - Usa, repubblicani divisi su aiuti militari e umanitari

Spaccatura nel partito repubblicano Usa sugli aiuti militari e umanitari all'Ucraina per fronteggiare la guerra russa. Il leader del partito al Senato, Mitch McConnell, ha sollecitato l'amministrazione Biden a velocizzarli e allargarli (anche con la fornitura di capacità di fuoco a lungo raggio), prendendo quindi le distanze dal suo collega Kevin McCharthy, leader del Grand Old Party alla Camera. Quest'ultimo, interprete di una linea più vicina a quella di Donald Trump, ha ammonito nei giorni scorsi che se i repubblicani vinceranno alle elezioni di Midterm l'8 novembre non manderanno più «assegni in bianco» a Kiev mentre incombe una possibile recessione economica e il confine col Messico resta in crisi.

Ore 05:31 - Cnn, 2 km barriere anticarro Gruppo Wagner nell’est

Le immagini satellitari di Maxar Technologies mostrano una fortificazione anticarro di quasi 2 chilometri di piramidi di cemento e una grande trincea nella Hirske occupata dai russi nell’Ucraina orientale, riferisce la Cnn. Secondo l’emittente americana, media russi la definiscono la «Linea Wagner», in riferimento alla compagnia militare privata russa Gruppo Wagner. Secondo esperti militari Usa, le barriere potrebbero fermare un attacco frontale ma le forze ucraine potrebbero semplicemente viaggiare intorno alle fortificazioni per superarle.

Eccesso di viltà. I russi rubano gli autovelox in Svezia per equipaggiare i loro droni. Maurizio Stefanini su L'Inkiesta il 22 Ottobre 2022

Secondo il ministero dei Trasporti svedese, almeno un centinaio di telecamere Canon sono state staccate dai rilevatori di velocità. Lo stesso modello trovato nei droni russi usati in Ucraina nelle ultime settimane

La guerra in Ucraina rischia di provocare un aumento degli incidenti stradali in Svezia. Per effetto dell’aggressione di Putin, infatti, la Russia è stata messa sotto sanzioni che le impediscono anche di acquistare chips e altre componenti tecnologiche indispensabili all’industria militare. Assieme alla difficoltà di arruolare gente disposta a combattere, questa carenza sta gravemente danneggiando la capacità bellica degli invasori. Per sopperire, i russi ne stanno inventando di tutte, e già sui loro carri armati sono stati trovati dagli ucraini chip di frigoriferi e lavastoviglie. Adesso, stanno mandando loro agenti a rubare le telecamere degli autovelox svedesi per sistemarle sui droni. 

La notizia la dà Aftonbladet. In italiano «Il foglio della sera», è un quotidiano serale di Stoccolma pubblicato in formato tabloid, che fu fondato nel 1830 e che dichiara «quotidiano indipendente socialdemocratico». Appartiene anzi alla confederazione dei sindacati Svedesi (Lo), oltre che al gruppo norvegese Schibsted, e con 150.000 copie stampate e 250.000 di diffusione digitale è una delle testate più autorevoli e popolari del Paese scandinavo, oltre che essere stata una testata pioniera su Internet: una edizione addirittura nel 1994!

In un articolo appunto in data 19 ottobre, Aftonbladet ricorda che «gli autovelox continuano a scomparire in Svezia, da ultimo lungo la E16 tra Hofors e Falun». «Almeno tre nelle ultime 24 ore». Il loro tipo di telecamere – Dslr Canon – è infatti lo stesso utilizzato dai russi nei droni da loro fabbricati che vengono utilizzati in Ucraina. Il controspionaggio svedese SäPo (Säkerhetspolisen),  interpellato, spiega che è a conoscenza delle informazioni che circolano, ma non può commentare il proprio lavoro di intelligence. Lo stesso Aftonbladet cita poi l’altro giornale svedese Södra Dalarnes Tidning,, foglio locale di orientamento liberale anch’esso antico (risale al 1881), per aggiungere che «altri due sarebbero stati rubati a Hedemora». E informa che «i furti delle ultime 24 ore sono ora oggetto di indagine da parte della polizia a Dalarna e Gästrikland».

La pista si ricollega a un video pubblicato dal ministero della Difesa ucraino, in cui un drone russo precipitato in Ucraina viene fatto a pezzi. E al suo interno si trova una videocamera Canon attaccata con velcro a una piccola piastra d’acciaio, mentre una bottiglia per animali domestici viene utilizzata come serbatoio del carburante. «Un normale autovelox – vale il suo peso in oro», è il commento.

Secondo l’amministrazione svedese dei trasporti, almeno un centinaio di telecamere in tutto il paese sarebbero state rubate negli ultimi mesi. Solo il 27 agosto undici autovelox sono scomparsi sulla strada provinciale 292 tra Tierp e Hargshamn, e tre giorni dopo proprio Aftonbladet aveva dato notizia del furto di quasi 50 autovelox nell’area di Stoccolma. A settembre i furti erano proseguiti, soprattutto nella regione dell’Uppland. Secondo il ministero della Difesa ucraino, droni russi praticamente fatti in casa sono stati utilizzati in numerosi attacchi contro l’esercito ucraino, in particolare per esplorare e localizzare le posizioni di difesa. Ma sembra anche per trovare bersagli per l’artiglieria.

«Indipendentemente dal fatto che vengano venduti o meno alla Russia», osserva l’articolo, «si tratta di un affare costoso per l’amministrazione svedese dei trasporti», dal momento che «la sostituzione di ogni autovelox costa circa 250.000 Sek». 24.428 euro! Nella maggior parte dei casi il contenitore dell’autovelox è stato infranto e la cassetta di misurazione rimossa. Là dentro stanno una fotocamera, un radar, un flash e un processore, ma quando la cassetta viene poi ritrovata quel che manca è solo la fotocamera!

La 101esima divisione Usa in Romania a pochi km dal confine. Kiev: dopo i raid russi 1,5 milioni di ucraini senza luce. Lorenzo Cremonesi, Marta Serafini, Paolo Foschi e Redazione online su Il Corriere della Sera il 22 Ottobre 2022.

Le notizie di sabato 22 ottobre. Immagini satellitari mostrano le fortificazioni anticarro erette dai mercenari russi a Hirske, nell’Ucraina orientale

• La guerra in Ucraina è arrivata al 240esimo giorno.

• Il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha parlato di Ucraina in una chiamata con il suo omologo degli Stati Uniti: «Sono state discusse questioni di sicurezza internazionale e la situazione in Ucraina».

• La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha comunicato che l'Unione europea darà all'Ucraina 18 miliardi di euro nel corso del 2023.

• Il Cremlino condanna l’arresto in Europa su richiesta degli Stati Uniti di due cittadini russi, tra cui l’imprenditore Artem Uss, fermato lunedì all’aeroporto di Milano Malpensa.

Ore 21:21 - Onu, da inizio guerra oltre 6.300 morti civili

«Le vittime civili della guerra in Ucraina finora sono 6.322, e i feriti 9.634». Lo ha detto il capo degli affari politici dell'Onu Rosemary DiCarlo in Consiglio di Sicurezza. I dati, dell'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani, vanno dal 24 febbraio al 18 ottobre. «Almeno 397 bambini sono stati uccisi in guerra dal 24 febbraio», ha aggiunto, precisando che «le cifre effettive sono probabilmente considerevolmente più alte».

Ore 00:52 - Kiev, colpita Bakhmut con proiettili a grappolo, ci sono feriti

Le truppe russe hanno bombardato Bakhmut nella regione di Donetsk con munizioni a grappolo lanciate dai sistemi lanciarazzi multipli «Grad». Lo riporta la pagina della Guardia Nazionale dell'Ucraina su Facebook, come riporta Unian. I cittadini feriti sono stati portati in una struttura medica.

Ore 02:40 - Usa, repubblicani divisi su aiuti militari e umanitari

Spaccatura nel partito repubblicano Usa sugli aiuti militari e umanitari all'Ucraina per fronteggiare la guerra russa. Il leader del partito al Senato, Mitch McConnell, ha sollecitato l'amministrazione Biden a velocizzarli e allargarli (anche con la fornitura di capacità di fuoco a lungo raggio), prendendo quindi le distanze dal suo collega Kevin McCharthy, leader del Grand Old Party alla Camera. Quest'ultimo, interprete di una linea più vicina a quella di Donald Trump, ha ammonito nei giorni scorsi che se i repubblicani vinceranno alle elezioni di Midterm l'8 novembre non manderanno più «assegni in bianco» a Kiev mentre incombe una possibile recessione economica e il confine col Messico resta in crisi.

Ore 05:31 - Cnn, 2 km barriere anticarro Gruppo Wagner nell’est

Le immagini satellitari di Maxar Technologies mostrano una fortificazione anticarro di quasi 2 chilometri di piramidi di cemento e una grande trincea nella Hirske occupata dai russi nell’Ucraina orientale, riferisce la Cnn. Secondo l’emittente americana, media russi la definiscono la «Linea Wagner», in riferimento alla compagnia militare privata russa Gruppo Wagner. Secondo esperti militari Usa, le barriere potrebbero fermare un attacco frontale ma le forze ucraine potrebbero semplicemente viaggiare intorno alle fortificazioni per superarle.

Ore 08:05 - Il premier giapponese: “Atomica russa sarebbe atto contro umanità»

Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha avvertito che l’uso di armi nucleari da parte della Russia sarebbe visto come un «atto di ostilità contro l’umanità», descrivendo le minacce del presidente Vladimir Putin come «profondamente inquietanti». «L’atto della Russia di minacciare l’uso di armi nucleari è una seria minaccia per la pace e la sicurezza della comunità internazionale ed è assolutamente inaccettabile», ha affermato Kishida, che guida l’unico Paese ad essere stato colpito da una bomba nucleare.

Ore 08:21 - 007 britannici: «Dai russi un ponte di chiatte per fuggire da Kherson»

Le forze russe continuano a rinforzare i punti di attraversamento del fiume Dnipro, che sfocia nel Mar Nero attraversando la città di Kherson nell’Ucraina meridionale, ed hanno realizzato un ponte di chiatte a fianco al ponte Antonovskiy (che è stato danneggiato dalle forze ucraine): lo scrive l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione in Ucraina. Il rapporto, pubblicato oggi dal ministero della Difesa di Londra, commenta che probabilmente l’esercito russo è dovuto ricorrere a questo tipo di ponte - che veniva usato durante l’era sovietica - per la prima volta in decenni. Questo potrebbe significare che i russi si preparano ad abbandonare le loro postazioni e a rifugiarsi al di là del fiume. Il nuovo ponte è strategico anche per l’evacuazione in corso dei civili dalla regione di Kherson ordinata dai russi.

Ore 08:54 - Missili russi su Kiev, Odessa e Leopoli, possibili blackout

Sono in corso attacchi missilistici su diversi obiettivi tra cui Kiev, Leopoli e Odessa. Probabili blackout .

Ore 08:43 - Bombe russe su Nikopol nella notte

Le forze russe hanno colpito durante la notte le comunità di Marganetska e Nikopol nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale, Valentin Reznichenko, come riporta la Ukrainska Pravda. I bombardamenti si sono concentrati su Nikopol, ha sottolineato Reznichenko, affermando che la città è stata colpita con sistemi missilistici a lancio multiplo e artiglieria pesante: oltre 20 edifici e diversi gasdotti sono stati danneggiati. Sempre nella notte, i russi hanno preso di mira anche la regione di Cherkasy, nell’Ucraina centrale, ha reso noto su Telegram il governatore regionale Ihor Taburets, come riporta il Kyiv independent.

Ore 09:32 - Ucraina, allerta aereo su tutto il Paese

Un’allerta di raid aerei è stata dichiarata questa mattina alle 7:55 ora locale (le 6:55 in Italia) in tutta l’Ucraina eccetto la Crimea occupata: lo riporta la Ukrainska Pravda, che cita la cartina degli allarmi aerei pubblicata sul sito «alerts.in.ua».

Ore 14:26 - Kiev: dopo i raid russi 1,5 milioni di ucraini senza luce

«Un milione e mezzo di ucraini sono senza elettricità in questo momento. L’oscurità totale e il freddo stanno arrivando». Lo scrive su Twitter la depuata ucraina Kira Rudik. A farle eco il vice capo dell’ufficio del presidente, Kyrylo Tymoshenko che ha accusato i russi di aver compiuto attacchi missilistici sugli impianti energetici in tutta l’Ucraina questa mattina. «Un altro audace attacco degli occupanti alle nostre infrastrutture», ha scritto su Telegram, citato da Ukrinform.

Ore 16:56 - 101esima divisione aerotrasportata Usa dispiegata in Romania

La 101esima divisione aerotrasportata Usa è stata dispiegata in Europa per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, rende noto l’emittente tv Cbs. I 4.700 soldati della divisione sono in Romania, a pochi chilometri dall’Ucraina. «Siamo pronti a difendere ogni centimetro del territorio della Nato. Portiamo una capacità unica. Siamo una forza di fanteria leggera ma portiamo con noi la mobilità, con i nostri aerei e assalti aerei», ha affermato il vice comandante della divisione, il generale John Lubas. Il colonnello Edwin Matthaidess, comandante della Seconda brigata di combattimento della divisione, ha sottolineato che le sue truppe sono le forze americane più vicine ai combattimenti in Ucraina. «Seguiamo da vicino le forze russe», ha aggiunto.

Ore 17:54 - La «linea Wagner» scavata dai mercenari di Putin per fermare gli ucraini

(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) L’hanno ribattezzata la «linea Wagner», perché è la compagnia privata cara al Cremlino che la costruisce. Oppure la Waginot, un ricordo lontano della Maginot francese che non bastò a fermare le divisioni tedesche nella seconda guerra mondiale. Da alcuni giorni i mercenari russi hanno preparato una posizione difensiva per 24 chilometri nella regione di Hirske, Ucraina orientale. È composta da file di blocchi in cemento, i denti di drago, e da trincee profonde. Secondo la Cnn, che ha rilanciato foto satellitari di Maxar, dovrebbe estendersi successivamente verso est, in direzione di Kreminna, e a sud, sino a Svitlodansk. Alla fine dovrebbe coprire un totale di 217 chilometri, una struttura fissa che ricorda quelle di vecchi conflitti.

Ore 19:24 - Meloni a Zelensky: «L'Italia sarà sempre dalla vostra parte»

«L'Italia è e sarà sempre dalla parte del coraggioso popolo ucraino che lotta per la sua libertà e per una giusta pace. Non sei solo!». Lo scrive su Twitter la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rispondendo al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e ringraziandolo.

Ore 19:35 - Metsola: non possiamo dare a Putin chance vittoria

«Non abbiamo scelta: non possiamo dare a Putin la possibilità di vincere». Lo ha affermato la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in un'intervista alla Festa dell'Ottimismo del Foglio a Firenze, sostenendo che il leader russo non si fermerà all'Ucraina e domani ci sarà un'altra vittima. Può essere «costoso o difficile», ha detto, ma «i politici eletti per proteggere la democrazia non possono permettersi di sentire la fatica».

Ore 20:53 - Kiev: rischio catastrofe umanitaria con raid russi su centrali elettriche

Una «catastrofe umanitaria pianificata come quella che l'Europa non vedeva dalla seconda guerra mondiale». Questo il rischio degli attacchi russi contro le infrastrutture energetiche in Ucraina, come ha riferito il premier ucraino Denys Shmyhal nel corso di una intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine. La Russia, ha affermato, vuole che l'Ucraina abbia «un inverno freddo in cui molte persone possano letteralmente morire di freddo».

Ore 23:56 - Esercito Kiev: 40 missili e 16 droni lanciati oggi dai russi

Un totale di 40 attacchi missilistici e 16 droni kamikaze Shahed-136 sono stati lanciati oggi dalle forze russe sull’Ucraina. È il bilancio serale fornito dallo Stato maggiore di Kiev, secondo cui «i difensori ucraini hanno abbattuto 20 missili e 11 droni». Lo riporta Ukrinform.

Ore 23:58 - Zelensky: «I raid russi non fermano la controffensiva»

«Questo attacco dei terroristi ed altri attacchi non fermeranno i nostri difensori. I propagandisti russi mentono quando affermano che questo terrore contro le nostre infrastrutture e le persone può in qualche modo rallentare le azioni attive dei nostri militari o creare qualche tipo di difficoltà. Gli ucraini sono uniti e sanno per certo che la Russia non ha alcuna possibilità di vincere questa guerra». Così il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo consueto videomessaggio serale alla nazione. «Le nostre forze di difesa ricevono tutto ciò di cui hanno bisogno per proteggere lo Stato e ogni giorno, sottolineo, ogni giorno vanno avanti», ha aggiunto.

Ucraina, la «linea Wagner» scavata dai mercenari di Putin per fermare la controffensiva di Kiev. Andrea Marinelli e Guido Olimpio su Il Corriere della Sera il 22 Ottobre 2022.

Ricordo lontano della Maginot francese, è una posizione difensiva di 24 chilometri nell’Ucraina orientale, composta da blocchi di cemento e trincee profonde. Dovrebbe estendersi anche a est e sud, per 217 chilometri totali 

La «linea Wagner» con trincee e denti di drago

L’hanno ribattezzata la «linea Wagner», perché è la compagnia privata cara al Cremlino che la costruisce. Oppure la Waginot, un ricordo lontano della Maginot francese che non bastò a fermare le divisioni tedesche nella seconda guerra mondiale. Da alcuni giorni i mercenari russi hanno preparato una posizione difensiva per 24 chilometri nella regione di Hirske, Ucraina orientale. È composta da file di blocchi in cemento, i denti di drago, e da trincee profonde. Secondo la Cnn, che ha rilanciato foto satellitari di Maxar, dovrebbe estendersi successivamente verso est, in direzione di Kreminna, e a sud, sino a Svitlodansk. Alla fine dovrebbe coprire un totale di 217 chilometri, una struttura fissa che ricorda quelle di vecchi conflitti.

La mossa ha suscitato commenti da parte degli analisti militari. Alcuni di loro hanno subito indicato alcuni punti critici. 

1) Gli ucraini sono abili nella guerra di movimento, lo hanno dimostrato in queste settimane superando i bunker degli occupanti, lo sbarramento sarà aggirato. 

2) I genieri della resistenza, con l’aiuto di bulldozer ed esplosivi, apriranno delle brecce. Inoltre i blocchi, per essere efficaci, devono essere parzialmente interrati e non solo posati sul terreno. 

3) È uno sforzo inutile, risorse buttate. Fonti vicine alla «compagnia» hanno lamentato la mancanza di collaborazione ed hanno accusato la burocrazia di ostacolare il progetto in quest’area così come in altri settori. Ora si parla di «pausa» nei lavori. Affermazioni che suonano come una scusa mentre, nel contempo, servono alla narrazione di Prigozhin e compagni per accollare le colpe delle difficoltà su altri.

Non manca però qualche voce più «comprensiva» nei confronti dell’Armata. L’intento — spiegano — è di ritardare gli spostamenti, di costringere gli ucraini ad attendere in qualche punto dove possono essere presi di mira dalle artiglierie assistite dai droni, di indurli a cercare varchi altrove dove potrebbero finire in trappole di fuoco composte da mine, tiri di mortaio e cannoni, razzi. Scenari a ripetizione, come tanti altri.

La Wagner ha già sperimentato la tattica in un altro teatro bellico. I suoi uomini hanno creato basi e «fossati» a protezione dell’asse Sirta-Jufra in Cirenaica, la regione libica sotto il controllo del generale Khalifa Haftar. La fazione è sostenuta da sponsor esterni, compresa la stessa Russia. Proprio qui si è fatta conoscere la «ditta» guidata da Yevgeny Prigozhin, personaggio che gode dell’assoluta fiducia di Vladimir Putin. E altri Paesi hanno chiesto la sua assistenza, dal Centro Africa al Mali, dove hanno soppiantato i francesi. Efficace o meno, l’opera rispecchia probabilmente le intenzioni del comandante del contingente, il generale Surovikin: rafforzamento con il flusso continuo di soldati mobilitati, stabilizzazione della situazione sul campo, contenimento del nemico durante l’inverno, preparazione in vista di possibili iniziative nella primavera 2023.

Le trincee scavate dalla Wagner in Libia (foto Maxar Technologies)

 Nell’analisi dell’intelligence americana — passata al New York Times — l’esercito di Kiev ha una finestra temporale di 6 settimane durante la quale può cercare di ottenere nuovi risultati, dopo arriveranno condizioni meteo sfavorevoli. I russi hanno perso punti ma non sono ancora sconfitti, avvisano gli americani, in quanto sono pronti a lanciare nuovi reparti nella mischia (non importa quanto preparati) e sono disposti a sopportare perdite mentre infliggono danni devastanti alle infrastrutture dell’Ucraina. La «decimazione» mirata della rete elettrica, grazie a droni-kamikaze (nazionali e iraniani) e missili è evidente, così come il fatto che è stata preparata ben prima che fosse colpito il ponte di Kerch, in Crimea. Per questo la crisi racchiude ancora molte variabili.

Shoigu: «Temiamo bomba sporca ucraina». Ira di Kiev: «Pretesto per genocidio». Lorenzo Cremonesi e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 23 Ottobre 2022.

Le notizie di domenica 23 ottobre. Zelensky: «Gli ucraini sono uniti». I soldati americani della divisione aerotrasportata dispiegati a pochi chilometri dal confine

• La guerra in Ucraina è arrivata al 241esimo giorno.

• La 101esima divisione d'assalto Usa è stata dispiegata in Romania (per la prima volta in 80 anni) a causa delle crescenti tensioni tra Russia e Nato.

• Raid russi a raffica sull'Ucraina: 1,5 milioni di civili senza luce.

• Secondo l'Onu dall'inizio del conflitto sono morti oltre 6.300 civili .

• La «linea Wagner» scavata dai mercenari di Putin per fermare gli ucraini.

Ore 04:42 - Meloni a Zelensky: «L'Italia sarà sempre dalla vostra parte»

«L'Italia è e sarà sempre dalla parte del coraggioso popolo ucraino che lotta per la sua libertà e per una giusta pace. Non sei solo!». Lo scrive su Twitter la presidente del Consiglio Giorgia Meloni rispondendo al presidente ucraino Volodymyr Zelensky e ringraziandolo.

Ore 04:48 - Onu, da inizio guerra oltre 6.300 morti civili

«Le vittime civili della guerra in Ucraina finora sono 6.322, e i feriti 9.634». Lo ha detto il capo degli affari politici dell’Onu Rosemary DiCarlo in Consiglio di Sicurezza. I dati, dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani, vanno dal 24 febbraio al 18 ottobre. «Almeno 397 bambini sono stati uccisi in guerra dal 24 febbraio», ha aggiunto, precisando che «le cifre effettive sono probabilmente considerevolmente più alte».

Ore 04:53 - La coppia di Kherson che ha sacrificato la propria casa per liberarla dai russi

(Andrea Nicastro, nostro inviato) Sembrano innamorati come ragazzini. Quando Alla parla della loro casa distrutta prende tra le sue le mani del marito Serghey e dice: «So che con queste lui può riparare tutto, so che assieme ce la possiamo fare». E lui subito la conforta: «Se arrivassero gli infissi, i tubi, il cemento, le tegole, entro Natale potremmo tornare a vivere qui». Ma ugualmente piangono. Serghey si vergogna e si allontana di qualche passo, Alla si sforza di sorridere mentre ha una lacrima ancora sulla guancia.

Ore 05:10 - 101esima divisione aerotrasportata Usa dispiegata in Romania

La 101esima divisione aerotrasportata Usa è stata dispiegata in Europa per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale, rende noto l’emittente tv Cbs. I 4.700 soldati della divisione sono in Romania, a pochi chilometri dall’Ucraina. «Siamo pronti a difendere ogni centimetro del territorio della Nato. Portiamo una capacità unica. Siamo una forza di fanteria leggera ma portiamo con noi la mobilità, con i nostri aerei e assalti aerei», ha affermato il vice comandante della divisione, il generale John Lubas. Il colonnello Edwin Matthaidess, comandante della Seconda brigata di combattimento della divisione, ha sottolineato che le sue truppe sono le forze americane più vicine ai combattimenti in Ucraina. «Seguiamo da vicino le forze russe», ha aggiunto.

Ore 05:23 - Ucraina, la «linea Wagner» scavata dai mercenari di Putin per fermare la controffensiva di Kiev

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’hanno ribattezzata la «linea Wagner», perché è la compagnia privata cara al Cremlino che la costruisce. Oppure la Waginot, un ricordo lontano della Maginot francese che non bastò a fermare le divisioni tedesche nella seconda guerra mondiale. Da alcuni giorni i mercenari russi hanno preparato una posizione difensiva per 24 chilometri nella regione di Hirske, Ucraina orientale. È composta da file di blocchi in cemento, i denti di drago, e da trincee profonde. Secondo la Cnn, che ha rilanciato foto satellitari di Maxar, dovrebbe estendersi successivamente verso est, in direzione di Kreminna, e a sud, sino a Svitlodansk. Alla fine dovrebbe coprire un totale di 217 chilometri, una struttura fissa che ricorda quelle di vecchi conflitti.

Ore 05:35 - Zelensky: «I raid russi non fermano la controffensiva»

«Questo attacco dei terroristi ed altri attacchi non fermeranno i nostri difensori. I propagandisti russi mentono quando affermano che questo terrore contro le nostre infrastrutture e le persone può in qualche modo rallentare le azioni attive dei nostri militari o creare qualche tipo di difficoltà. Gli ucraini sono uniti e sanno per certo che la Russia non ha alcuna possibilità di vincere questa guerra». Così il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo consueto videomessaggio serale alla nazione. «Le nostre forze di difesa ricevono tutto ciò di cui hanno bisogno per proteggere lo Stato e ogni giorno, sottolineo, ogni giorno vanno avanti», ha aggiunto.

Ore 09:31 - G7: la Russia restituisca centrale di Zaporizhzhia a Ucraina

Il G7 ha condannato i «ripetuti» rapimenti da parte della Russia dei manager e del personale della centrale nucleare di Zaporizhzhia e ha chiesto l’immediata restituzione all’Ucraina del «pieno controllo» dell’impianto, oltre al rilascio «immediato» delle persone rapite: lo affermano i Paesi del G7 in un comunicato.

Ore 10:26 - Missili russi su Nikopol in mattinata, 3 feriti

Tre persone sono rimaste ferite questa mattina in seguito a un attacco delle forze russe sulla città di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il capo del Consiglio regionale, Mykola Lukashuk, come riporta Ukrinform. «Gli occupanti russi continuano a seminare il terrore. In mattinata hanno colpito Nikopol con gli Mlrs», ha scritto Lukashuk riferendosi ai sistemi missilistici a lancio multiplo. Secondo le prime informazioni, tre persone sono rimaste ferite e alcuni edifici sono stati danneggiati.

Ore 11:31 - Zelensky: forniture elettricità in parte ripristinate

La fornitura di energia elettrica è stata ripristinata in alcune aree dove era stata interrotta sabato dopo una serie di attacchi russi alle infrastrutture energetiche. Lo ha riferito il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Più di dieci missili hanno colpito infrastrutture energetiche in tutta l’Ucraina nel corso della giornata, causando diffusi blackout. Nel suo discorso notturno, Zelensky ha affermato che le forniture di elettricità sono state in parte ripristinate nella regione meridionale di Odessa e nelle regioni occidentali di Khmelnytsky e Rivne. «Ci sono notizie positive anche da altre regioni», ha detto il presidente. «Ma in molte città, in molti distretti, i lavori di recupero sono ancora in corso. Stiamo cercando di restituire l’elettricità alle persone il prima possibile», ha aggiunto.

Ore 16:21 - Shoigu sente Wallace e Lecornu: «Temiamo bomba sporca di Kiev»

Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha avuto una conversazione telefonica con il segretario di Stato alla Difesa britannico Ben Wallace. Nel colloquio, riferisce la Tass, Shoigu ha espresso «preoccupazione per possibili provocazioni dell’Ucraina attraverso l’uso di una `bomba sporca´». (Una bomba sporca è un ordigno al quale si aggiunge materiale radioattivo all'esplosivo, per spargere radiazioni dopo la deflagrazione).

In precedenza lo stesso Shoigu aveva telefonato al suo omologo francese, Sebastien Lecornu, al quale aveva già espresso i timori di Mosca per «possibili provocazioni militari» da parte dell’Ucraina con l’uso di una «bomba sporca». Nella sua telefonata con il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, il segretario di Stato alla Difesa britannico Ben Wallace ha «respinto» le accuse russe su una presunta possibile escalation nel conflitto da parte dell’Ucraina attraverso l’uso di «bombe sporche».

Ore 17:23 - Kuleba: «Rt incita a genocidio, sia bandita»

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha esortato i governi a bandire l’emittente Russia Today accompagnando la richiesta con un estratto di una trasmissione in cui si incita alla violenza contro gli ucraini. L’anchorman Anton Krasovsky - fa notare Kuleba ritwittando un post del Russian media monitor - suggerisce di «annegare o bruciare bambini ucraini, fa commenti orribili sugli stupri dei soldati russi, dice che l’Ucraina non dovrebbe esistere e che gli ucraini che resistono alla Russia dovrebbero essere fucilati». «L’incitamento al genocidio non ha nulla a che fare con la libertà di parola», dice Kuleba.

Ore 17:39 - Kiev: accuse russe di «bomba sporca» è un pretesto per genocidio

Il consigliere di Zelensky, Mykahilo Podolyak, risponde su Twitter alle accuse russe di pensare a una «bomba sporca» da usare nel conflitto. E scrive: «Cosa abbiamo già sentito dalla Russia? Una bugia sul nazismo, sullo sviluppo delle armi nucleari e sui piccioni combattenti. Cosa stiamo ascoltando ora? «Bomba sporca», «far saltare in aria la diga». È anche questa una bugia. Non esiste una «bomba sporca». Solo sporchi tentativi di giustificare il genocidio con una nuova falsità».

Ore 17:57 - La campagna di terrore russa in Ucraina raccontata in cinque punti

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La campagna di terrore russa in Ucraina raccontata in cinque punti. Primo. Iniziata con l’invasione, si è ampliata subito dopo l’attacco sul ponte di Kerch in Crimea. Sarebbe però riduttivo considerarla una rappresaglia. È una strategia pianificata, elaborata dal generale Surovikin, comandante in capo delle operazioni. L’alto ufficiale l’ha già sperimentata in Siria, dove ha guidato il contingente schierato al fianco di Assad.

Ore 18:14 - Telefonata Shoigu-Austin

Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu e il suo omologo statunitense Lloyd Austin hanno discusso al telefono dell'Ucraina, ha detto il ministero della Difesa russo, in quella che è stata la loro seconda conversazione telefonica in meno di una settimana. Lo riporta la Tass. «I capi dei dipartimenti della difesa hanno discusso della situazione in Ucraina», ha affermato il ministero.

Ore 18:15 - Macron: la pace è possibile, è quella che decideranno gli ucraini

«Parliamo di pace, di questo grido della pace proprio nel momento in cui gli ucraini e le ucraine si battono per resistere, per difendere la loro dignità, per proteggere le loro frontiere e la loro sovranità». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron intervenendo all'evento organizzato da Sant'Egidio. Ma «la pace è possibile» ed «è quella che loro decideranno - ha detto riferendosi agli ucraini - e che rispetterà i diritti del popolo sovrano».

Ore 19:01 - Zuppi: «Si parla troppo di riarmo»

«Si parla troppo di riarmo, dovremo certamente riprendere un discorso forte per evitare che l'unica logica sia quella militare, chiedere sempre che tutti i soggetti, con audacia e immaginazione, concorrano a tessere la tela della pace». Lo ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Zuppi, concludendo il suo intervento alla cerimonia inaugurale dell'iniziativa di Sant'Egidio «Il grido della Pace».

Ore 21:14 - Usa: «Bomba sporca di Kiev? Accusa chiaramente falsa»

«Un'accusa chiaramente falsa»: così la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa Adrienne Watson dopo che il ministro della difesa russo Serghei Shoigu ha espresso il timore che Kiev stia preparandosi ad impiegare una «bomba sporca». «Il mondo capirà qualsiasi tentativo di usare questa accusa come pretesto per una escalation», ha detto.

Ore 22:36 - Austin a Shoigu: rifiutiamo pretesti per escalation russa

Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha detto nell'ultima telefonata col ministro della difesa di Mosca Serghei Shoigu che «rifiuta ogni pretesto per l'escalation russa», dopo le accuse che Kiev si starebbe preparando ad usare una «bomba sporca». Lo riferisce il dipartimento della Difesa americano.

Ucraina Russia, news sulla guerra del 24 ottobre. Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro e Marta Serafini su Il Corriere della Sera il 24 Ottobre 2022.

• La guerra in Ucraina è arrivata al 242esimo giorno.

• Mosca accusa Kiev di voler usare la «bomba sporca». Gli ucraini: «Non abbiamo bombe sporche, né pensiamo di acquisirne».

• Zelensky: «I continui raid russi non fermano la controffensiva».

• Colloquio telefonico tra il ministro della difesa russo Shoigu e e l'omologo Usa Austin: è il secondo in pochi giorni.

• Macron: «Sarà Kiev a scegliere momento e termini della pace».

• La campagna del terrore in Ucraina in 5 punti.

Ore 05:01 - Ucraina: Usa respingono l’allarme della Russia sull’utilizzo della «bomba sporca»

L’allarme lanciato dal ministro della Difesa russo Sergej Shoigu in merito alla possibilità che l’Ucraina ricorra ad una «provocazione» militare con l’utilizzo di una «bomba sporca» è del tutto infondato. Lo affermano funzionari del governo degli Stati Uniti, dopo i colloqui intrattenuti nel fine settimana dallo stesso Shoigu con le controparti di Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Turchia. A Shoigu ha replicato anche il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che a margine di un colloquio con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba ieri, 23 ottobre, ha definito quelle di Shoigu «insinuazioni palesemente false». Blinken si e’ detto convinto che «il mondo sara’ in grado di distinguere qualsiasi tentativo da parte della Russia di sfruttare le sue accuse come pretesto per una escalation».

Ore 06:12 - L’Iran firma con la Russia per le forniture di gas

L’Iran ha annunciato la firma di un contratto con la Russia per la fornitura di 40 turbine destinate ad aiutare l’industria del gas di Mosca, colpito dalle sanzioni occidentali a causa dell’invasione dell’Ucraina. «I successi industriali dell’Iran non si limitano al campo dei missili e dei droni», ha dichiarato il direttore esecutivo della compagnia del gas iraniana (Iranian Gas Engineering and Development Company): «Attualmente l’85% delle installazioni e delle apparecchiature necessarie all’industria del gas sono prodotte all’interno del Paese e, tenendo conto di questa capacità, è stato recentemente firmato un contratto per esportare in Russia 40 turbine di fabbricazione iraniana», ha affermato il funzionario. Non è stato specificato quando è stato firmato il contratto o quando è prevista la consegna delle turbine.

Ore 06:13 - Usa, Francia e Gb ribadiscono insieme il sostegno a Kiev

I governi di Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno diffuso un comunicato congiunto per riaffermare il loro «risoluto sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina a fronte dell’aggressione della Russia». Nel comunicato, i tre Paesi hanno inoltre ribadito l’impegno a «continuare a sostenere gli sforzi dell’Ucraina per difendere il suo territorio per tutto il tempo necessario». Il comunicato congiunto segue i colloqui dei ministri della Difesa dei tre Paesi con l’omologo russo Sergej Shoigu: la nota afferma che i colloqui si sono svolti su richiesta della controparte russa, e respinge a nome di tutti e tre i Paesi l’accusa secondo cui l’Ucraina intenderebbe inscenare una «provocazione» con l’impiego di una «bomba sporca».

Ore 08:11 - Kiev: «Solo il 30% dei droni lanciati da russi colpisce il bersaglio»

Circa il 30% dei droni Shahed-136 di fabbricazione iraniana lanciati dalle forze russe sull’Ucraina ha colpito il bersaglio: lo ha detto il direttore della Direzione dell’Intelligence del ministero della Difesa ucraino, Kyrylo Budanov, in un’intervista alla Ukrainska Pravda. Budanov ha affermato che dal 22 ottobre i russi hanno lanciato circa 330 droni Shahed-136, di cui 222 sono stati abbattuti e 108 (il 32,7%) sono andati a segno o sono caduti vicino all’obiettivo. La Russia, ha precisato il capo dell’intelligence, ha ordinato circa 1.700 droni, che vengono consegnati in lotti da 300 unità.

Ore 08:54 - Parigi-Londra-Usa: Mosca non ci inganna con la bomba sporca

«Nessuno si lascerebbe ingannare» se Mosca intensificasse il conflitto in Ucraina utilizzando il pretesto dell’uso da parte di Kiev di una «bomba sporca» menzionata dal governo russo: hanno dichiarato oggi in una nota congiunta Parigi, Londra e Washington. I ministri degli Esteri francese, britannico e americano «respingono le accuse palesemente false della Russia secondo cui l’Ucraina si starebbe preparando a usare una bomba sporca sul proprio territorio». Gli ucraini e l’Occidente sospettano che la Russia sia pronta a far esplodere essa stessa una «bomba sporca» per giustificare un’escalation militare.

Ore 09:16 - Isw: «Con “bomba sporca” Mosca cerca stop ad aiuti a Kiev»

Le telefonate allarmistiche di Mosca ad alcuni ministri della Difesa della Nato sul rischio che Kiev usi «bombe sporche» contro le forze russe in Ucraina mirano probabilmente a rallentare o sospendere gli aiuti militari occidentali al Paese e indebolire l’Alleanza stessa: lo riporta nel suo rapporto odierno sull’Ucraina l’Istituto americano per lo studio della guerra (Isw). Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha chiamato ieri almeno tre suoi omologhi dei Paesi Nato (quelli francese, britannico e turco) parlando della cosiddetta «bomba sporca» ucraina, ricorda l’istituto sottolineando che i media statali russi hanno diffuso questa «falsa e ridicola affermazione». Secondo la propaganda russa, l’Ucraina si prepara a «far esplodere una bomba radiottiva» sul suo territorio per accusare la Russia di usare armi di distruzione di massa e mettere il mondo intero contro Mosca, proseguono gli esperti dell’Isw. È improbabile che le parole di Shoigu facciano presagire un attacco radiottivo russo contro uno o più grandi centri abitati ucraini o infrastrutture critiche nella speranza di indurre Kiev alla capitolazione o costringere l’Occidente a tagliare gli aiuti all’Ucraina, conclude il rapporto secondo cui è altrettanto improbabile che il Cremlino prepari un attacco usando «bombe sporche» sotto falsa bandiera.

Ore 09:44 - Nyt: «Israele ha dato a Kiev informazioni per colpire i droni iraniani»

Israele ha fornito al governo di Kiev «informazioni di intelligence utili per colpire i droni iraniani» usati dalle forze russe in Ucraina: lo ha detto un funzionario ucraino che ha voluto mantenere l’anonimato, secondo quanto riporta il New York Times. Da parte sua, il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, ha affermato che i droni kamikaze iraniani «sono stati sviluppati come capacità di massa per colpire Israele», non l’Ucraina. Gli iraniani «stanno usando l’Ucraina come terreno di prova, per vedere i punti deboli, per perfezionarli e prima o poi li useranno contro Israele», ha aggiunto.

Ore 09:47 - Arcivescovo Kiev: «A Kherson i russi hanno deportato 46 orfani»

L’arcivescovo maggiore di Kiev denuncia nuove «deportazioni». «Kherson, città sul Dnipro, nel sud dell’Ucraina, - fa sapere Shevchuk- sta diventando il centro di un grande confronto. Gli occupanti stanno saccheggiando la città distruggendola, espellendo i suoi abitanti. La trasformano in un avamposto di future pesanti battaglie dove potrebbe essere versato molto sangue. Ma il cuore soffre soprattutto per i bambini orfani. I bambini orfani che sono privati delle cure parentali e dunque, sono i più vulnerabili, in particolare, tra gli orrori della guerra». «Abbiamo ricevuto informazioni che 46 ospiti della Casa del Bambino di Kherson sono stati deportati con la forza a Simferopol. Preghiamo per questi orfani, perché è dovere antico di ogni Vescovo in ogni comunità cristiana prendersi cura soprattutto delle vedove e degli orfani. Preghiamo per gli orfani che vengono rapiti in Ucraina e poi deportati verso una ignota destinazione finale», dice Shevchuk.

Ore 09:51 - Kiev: «Il ponte di Crimea è un simbolo russo e sarà distrutto»

«Il ponte di Crimea è un simbolo russo e, in quanto tale, sarà distrutto. Quando la Crimea tornerà all’Ucraina, questo ponte cesserà di esistere. Nessuno ne ha davvero bisogno». Lo ha detto il capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov alla Pravda ucraina. «Posso solo dire che il ponte di Crimea è stato gravemente danneggiato. Questo ponte è uno dei simboli del mondo russo - ha aggiunto - E anche l’incrociatore “Mosca” è andato a fondo. Sono tutti segnali che indicano che questo regime è alla fine».

Ore 10:50 - Kiev: «Morti 67.940 soldati russi, distrutti 2.590 tank»

Ammonterebbero a 67.940 le perdite fra le fila russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 67.940 uomini, 2.590 carri armati, 5.295 mezzi corazzati, 1.673 sistemi d’artiglieria, 375 lanciarazzi multipli, 189 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 270 aerei, 245 elicotteri, 4.044 autoveicoli, 16 unità navali e 1.370 droni.

Ore 11:33 - Ucraina, nuove restrizioni sulla fornitura di corrente

L’operatore del sistema elettrico ucraino Ukrenergo ha introdotto oggi nuove restrizioni nella fornitura di corrente per mantenere stabile il funzionamento del sistema, come riporta Ukrinform. «Per mantenere il funzionamento stabile del sistema elettrico, Ukrenergo è costretto a introdurre una restrizione temporanea e controllata del consumo di energia elettrica nelle regioni di Kharkiv, Poltava e Sumy. Le maggiori restrizioni saranno applicate nella Capitale e nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Cherkasy e Zhytomyr», si legge nel rapporto. Dal 10 ottobre, le forze russe hanno attaccato le infrastrutture energetiche civili dell’Ucraina con missili e droni kamikaze. Più di 45 strutture energetiche sono state danneggiate in tutto il Paese.

Ore 12:56 - Il Cremlino: «La “bomba sporca” è una minaccia reale»

La minaccia dell’utilizzo di una «bomba sporca» da parte dell’Ucraina contro la Russia «è reale», nonostante «i media la pensino diversamente». A parlare è portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, come riporta Tass. Oggi l’Occidente ha respinto compatto le accuse formulate dal ministro della Difesa russo Sergey Shoigu: «La loro sfiducia nei confronti delle informazioni fornite dalla parte russa non significa che la minaccia di utilizzo di una tale “bomba sporca” cesserà di esistere” - ha aggiunto —. Se l’Occidente non vuole crederci è affar loro».

Ore 13:37 - Kuleba: «”Bomba sporca”? Aiea verifichi, non abbiamo nulla da nascondere»

«Nel mio colloquio telefonico con Rafael Grossi ho invitato formalmente l’Aiea a inviare con urgenza esperti presso le strutture pacifiche in Ucraina che la Russia sostiene in modo ingannevole stiano sviluppando una bomba sporca». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, aggiungendo che «a differenza della Russia, l’Ucraina è stata sempre e rimane trasparente». «Non abbiamo nulla da nascondere», conclude.

Ore 13:43 - L’Iran: «Non abbiamo inviato droni a Mosca»

L’invio di droni alla Russia da parte dell’Iran è una «falsa informazione» dei paesi occidentali. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani, come riporta l’agenzia Mehr. Il governo della Repubblica islamica, ha aggiunto, «ha ripetutamente espresso le proprie opinioni sulla guerra in corso in Ucraina e la sua posizione al riguardo è chiara». L’Iran, ha proseguito, «non esporta armi a una delle parti in guerra. Secondo Kanani, sono gli Stati Uniti e l’Europa ad aver «alimentato le fiamme» della guerra con le loro azioni «provocatorie» ed ora «accusano l’Iran di sostenere una parte del conflitto diffondendo false informazioni» nel quadro di una «guerra mediatica» condotta dai media occidentali.

Ore 13:48 - Lavrov: «Abbiamo informazioni concrete sulla “bomba sporca”»

La Russia ha informazioni «concrete» e «doppiamente verificate» sulla «possibile provocazione» dell’utilizzo di una bomba sporca da parte degli ucraini, «non sono accuse senza fondamento»: lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, citato dalla Tass. Mosca, ha insistito il capo della diplomazia russa, «ha informazioni concrete su istituti ucraini capaci di produrre una bomba sporca» e solleverà la questione all’Onu.

Ore 14:28 - La Tv RT sospende anchorman che voleva bruciare i bimbi ucraini

La tv russa RT (ex Russia Today) ha sospeso l’anchorman Anton Krasovsky in seguito alle sue dichiarazioni che incitavano alla violenza contro la popolazione ucraina. 

A renderlo noto è stata, su Twitter, la capo redattrice dell’emittente, Margarita Simonyan. 

Ieri il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, aveva esortato i governi a bandire l’emittente accompagnando la richiesta con un estratto di una trasmissione in cui si incita alla violenza contro gli ucraini. 

Krasovsky, aveva fatto notare Kuleba ritwittando un post del Russian media monitor, suggerisce di «annegare o bruciare bambini ucraini, fa commenti orribili sugli stupri dei soldati russi, dice che l’Ucraina non dovrebbe esistere e che gli ucraini che resistono alla Russia dovrebbero essere fucilati». 

«Per ora sto interrompendo la nostra collaborazione...», ha scritto Simonyan: «La dichiarazione di Anton Krasovsky è selvaggia e disgustosa. Forse Anton spiegherà quale follia temporanea ha causato» queste parole. 

Krasovsky si è detto «molto imbarazzato» per essersi lasciato «trasportare» dai suoi commenti. «Beh, succede. Sei in onda, ti lasci trasportare e non riesci a fermarti. Chiedo perdono a tutti coloro che sono rimasti stupiti da ciò», ha detto. 

Oggi, poi, Twitter ha oscurato l'account di Rt in seguito a un ricorso legale.

Ore 15:00 - Kiev: liberate 90 località nella regione di Kherson

L’esercito ucraino ha liberato dall’occupazione russa più di 90 località nella regione di Kherson. Lo ha dichiarato il Ministero della Difesa ucraino, come riporta Ukrinform. «Nella regione di Kherson, le Forze di Difesa del Sud hanno liberato più di 90 insediamenti che ospitano oltre 12.000 persone», ha detto il ministero, aggiungendo che nei villaggi liberati sono in corso misure di stabilizzazione.

Ore 15:14 - Zelensky: «Solo la Russia può usare armi nucleari in Europa»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che solo la Russia potrebbe usare armi nucleari in Europa, in seguito alle accuse del ministro della Difesa russo secondo cui l’Ucraina si starebbe preparando a usare una «bomba sporca» sul proprio territorio. Zelensky ha sottolineato che la Russia sta usando «ricatti nucleari» alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, «munizioni al fosforo» e «mine antiuomo vietate contro infrastrutture civili». E ha affermato che la Russia si stava preparando a usare proprio l’arma che accusa l’Ucraina di possedere.

Ore 15:15 - Papa-Macron, Ucraina al centro dei colloqui in Vaticano

Il Papa ha ricevuto stamani il presidente francese Emmanuel Macron il quale ha poi incontrato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. «Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato ci si è soffermati su questioni di carattere internazionale, a cominciare dal conflitto in Ucraina, con speciale riguardo per la situazione umanitaria. Particolare considerazione è stata dedicata anche alla regione del Caucaso, al Medio Oriente e all’Africa», riferisce una nota della Santa Sede.

Ore 16:10 - Zelensky: con Israele neutrale droni Iran a Russia

La vendita di droni suicidi dall’Iran alla Russia non sarebbe avvenuta se Israele non avesse scelto di «restare neutrale nel conflitto». Lo ha detto il premier ucraino Volodomyr Zelensky intervenendo via web alla Conferenza sulla Democrazia di Haaretz, il quotidiano liberal israeliano. In cambio dei droni - ha aggiunto Zelensky - Putin aiuterà l’Iran nel suo programma nucleare.

Ore 16:59 - La Russia alza la tensione «verbale» e Kiev dà i suoi numeri della guerra: la battaglia delle parole

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Sul terreno Mosca è costretta alla difensiva, però bilancia ampiamente con i bombardamenti e le sortite verbali. Il taccuino odierno ruota attorno a diverse linee. Domenica il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha accusato il nemico di preparare un attacco con una «bomba sporca», ovvero radiologica. È chiaro il tentativo di allarmare, alzare la tensione, provocare contrasti. E, secondo gli esperti americani di Institute for the Study of War, la mossa è un ulteriore pressione per indurre l’Occidente a ridurre gli aiuti. In questi mesi, nonostante gli sforzi, il Cremlino non è riuscito a interrompere il flusso vitale ed ha cercato di distruggere il materiale una volta che arrivato nei depositi o nelle caserme.

 Ore 17:00 - Colloquio capi forze armate Russia e Gb sulla «bomba sporca»

La Russia ha rinnovato le accuse a Kiev di progettare l’esplosione di una `bomba sporca´ durante una conversazione telefonica oggi tra il capo di Stato maggiore delle forze armate di Mosca, Valery Gerasimov, e il capo di Stato maggiore della Difesa britannico Tony Radakin. Lo riferisce il ministero della Difesa russo, citato dall’agenzia Interfax. «Le discussioni riguardo al possibile uso da parte dell’Ucraina di una bomba sporca sono continuate con la controparte britannica», si legge in un comunicato del ministero.

Ore 17:06 - Nato: assurde le accuse di Mosca sulla bomba sporca in Ucraina

«L’accusa che l’Ucraina si stia preparando a usare bombe sporche in Ucraina è assurda». Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un’intervista a Politico Europe. «Ciò che ci preoccupa è che questo fa parte di uno schema che abbiamo già visto in precedenza da parte della Russia - in Siria, ma anche all’inizio della guerra, o poco prima dell’inizio della guerra a febbraio. E cioè che la Russia accusa altri di fare ciò che intende fare lei stessa», ha sottolineato Stoltenberg.

Ore 17:45 - Medvedev: «Armi russe in aumento, i nemici si sbagliano»

La produzione di armi in Russia «è in aumento» e «non si sta esaurendo» come è scritto «nelle analisi dei nemici». Lo ha scritto su Telegram il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmytri Medvedev. «Non sperate! La produzione di armi e attrezzature speciali è in aumento, da carri armati alle pistole, dai missili ai droni ad alta precisione», ha detto.

Ore 17:56 - Usa: nessuna indicazione che Russia abbia deciso usare nucleare

Gli Stati Uniti non hanno alcuna indicazione che al Russia abbia deciso di usare armi nucleari. Lo afferma un funzionario americano.

Ore 18:33 - Kiev: riconquistati 4 insediamenti nel Donbass

Le forze armate ucraine hanno annunciato di aver respinto i russi in diversi villaggi del nord-est e di aver riconquistato 4 insediamenti nel Donbass. «Le nostre truppe hanno spinto il nemico fuori dagli insediamenti di Karmazynivka, Myasozharivka e Nevske nella regione di Lugansk e Novosadove nella regione di Donetsk», si legge nel messaggio dello stato maggiore su fb, come riporta Ukrinform. Si tratta nel primo recente annuncio di Kiev di successi territoriali nel Donbass.

Ore 19:52 - Kiev su bomba sporca, pronti a ispezione, Russia faccia altrettanto

«Gli appelli di Shoigu e Gerasimov, le dichiarazioni di Lavrov e Peskov. La Russia ha avviato una campagna informativa organizzata sulla «bomba sporca» per legalizzare i suoi crimini. L’azione è più importante del parlare. L’Ucraina tiene sempre le porte aperte alle ispezioni dell’Aiea. Mosca è pronta per le ispezioni?». Lo scrive su twitter Mikhaylo Podolyak consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 21:12 - Usa, non entreremo in guerra con la Russia

«Non entreranno in guerra con la Russia». Lo ha dichiarato, in un briefing con la stampa il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, rispondendo a una domanda sulla possibilità che Washington invii l’esercito in Ucraina. «Il presidente Biden è stato chiaro», ha detto, «non entreremo in guerra con la Russia ma forniremo all’Ucraina quello che le serve per contrastare l’aggressione russa». «Faremo tutto quello che serve per sostenere» Kiev, ha proseguito Price, «sia attraverso l’assistenza militare che con sanzioni».

Zelensky al Corriere: «Piena intesa con Meloni, all’Italia chiedo armi di difesa aerea. Non parlo a Putin con la pistola alla tempia». Lorenzo Cremonesi su Il Corriere della Sera il 25 Ottobre 2022.

Il presidente ucraino: «Ho invitato Meloni a Kiev, mi ha promesso che continuerà il lavoro di Draghi»

Ieri il presidente Volodymyr Zelensky ci ha concesso questa intervista per circa un’ora nel suo ufficio protetto da sacchetti di sabbia e cavalli di frisia nel centro della capitale ucraina.

Presidente, in Italia abbiamo un nuovo governo: la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno manifestato chiaramente simpatie pro-Nato in sostegno all’Ucraina. Ma è un governo che ha componenti rilevanti che si sono espresse a favore della Russia sia nel passato che di recente. La preoccupa?

«Per ora posso solo parlare in modo positivo del vostro governo appena insediato, nessuna impressione negativa. Ho avuto una conversazione telefonica con la nuova premier che si è detta chiaramente favorevole alla nostra comune alleanza e mi ha assicurato il suo pieno sostegno per l’Ucraina contro l’aggressione russa».

Che alleanza, anche nella Nato?

«Un’alleanza in genere nell’Unione europea. E ora la nuova premier è pienamente coinvolta nella discussione a Bruxelles per inviarci un pacchetto di nuovi aiuti militari, mi sembra tutto positivo».

Cosa ha pensato sentendo le dichiarazioni filo-Putin di Berlusconi?

(Qui si interrompe e risponde in inglese) «Berlusconi ha persino utilizzato le stesse espressioni e la narrativa di Putin. Non ho visto in quelle frasi le opinioni personali di Berlusconi, si è limitato a ripetere quelle di Putin e ciò mi spaventa meno. Lo vota solo l’8 per cento degli italiani e questa è la risposta confortante del vostro elettorato, ciò mi basta… Comunque, ha quasi 90 anni e gli auguro di restare in buona salute».

Lei sa anche che il leader della Lega, Matteo Salvini, ha avuto simpatie per la Russia di Putin. Cosa risponde a chi sostiene che l’Italia potrebbe diventare il cavallo di Troia della Russia per indebolire l’atlantismo europeo?

«Vedo che il popolo italiano sostiene davvero l’Ucraina. Ma è una sfida difficile, comporta un lavoro quotidiano contro l’invasione russa lo vedo io stesso ogni giorno, a costo di sopportare nuove incertezze economiche. So che è difficile rinunciare a fare affari facili con la Russia nel breve periodo, si rischia una certa instabilità economica, ma è per il futuro della stessa stabilità, democrazia, civiltà e libertà europea».

Cosa si è detto con la premier italiana?

«“Giorgia? Volodymyr chiamami Giorgia!” Mi ha risposto dopo che io l’avevo chiamata per nome, è andata proprio così, subito. È stata diretta e personale. Credo che abbiamo costruito un’ottima relazione in continuità con il periodo iniziato da Draghi. Con Draghi il livello delle nostre relazioni bilaterali aveva fatto un salto in avanti e ora continueremo a migliorarlo: le ho detto questo e lei mi ha risposto che certamente era anche la sua volontà, che non intende distruggere nulla di ciò che è stato costruito. Con Giorgia abbiamo condiviso gli stessi concetti e non vedo come l’Italia possa diventare nel prossimo futuro il cavallo di Troia della Russia. L’ho invitata a Kiev e lei ha replicato che verrà. Certo ci sono rischi, ma non credo che al momento dipendano da noi, siamo aperti e onesti con l’Italia. Ringraziamo per gli aiuti ricevuti, tengo a dire che sono molto rilevanti. All’inizio erano rapporti complicati, poi i rappresentanti italiani sono venuti a Kiev, hanno verificato le conseguenze dell’aggressione militare e hanno capito. Non serve molto, basta vedere che cosa è capitato per stare dalla nostra parte. Sono i russi che ancora non vedono e non capiscono l’evidenza della verità».

Avete qualche richiesta specifica per l’Italia?

«Ci servono difese antiaeree, per noi è vitale. Vogliamo che i nostri profughi tornino in Ucraina, dobbiamo ricostruire la nostra economia, che i bambini vadano a scuola, che la società riprenda a funzionare pienamente. E per questo ci servono armi contro gli attacchi dall’aria e per garantire la sicurezza dei civili. L’Italia produce sistemi di difesa antiaerea assieme a Francia, Germania e pochi altri: speriamo possano aiutarci».

L’Europa è divisa: teme che oggi sia meno determinata contro la Russia rispetto all’inizio dell’invasione?

«Noi abbiamo smesso di avere paura il 24 febbraio e abbiamo iniziato a combattere per difenderci. Non abbiamo il tempo per avere paura, siamo cambiati, questa guerra ha cambiato un mucchio di cose. Si deve combattere per tutto, anche per avere buoni rapporti diplomatici, per le alleanze, per le sanzioni, per le risoluzioni Onu e per non avere paura (ride)… La guerra ha alti e bassi, certamente in Europa vediamo Paesi con atteggiamenti diversi, ma il fattore positivo resta che ci ha uniti contro l’invasione».

Cosa risponde a chi afferma che sta a lei cercare la pace?

«Sappiamo bene: è la nuova narrativa. Io ho sempre voluto parlare, ma non con la pistola puntata alla tempia. Sin dall’inizio non è stato un dialogo, ma una lunga serie di ultimatum imposti con la forza da Putin. I russi sostenevano che venivano a difendere chi parlava russo, ma in verità le violenze peggiori le hanno perpetuate a Kharkiv, Mariupol e nelle zone dove prevalevano la cultura e la lingua russe. Se volete il dialogo non occupate una centrale nucleare, non uccidete civili, non sparate oltre 130 missili in un solo giorno. Non è nelle mie mani di fermare la guerra: ciò che posso fare è non perderla, combattere per difendermi, sono loro che hanno invaso la nostra terra per massacrarci e lo hanno iniziato sin dal 2014 occupando la Crimea. Si combatte in Ucraina, non sul territorio russo. Se si ritireranno, allora sarà possibile iniziare a trattare e cominciare a convivere da Paesi vicini».

Oggi si entra nel nono mese di guerra: come valuta la situazione sul campo?

«I russi non vogliono fermarsi, sin dall’inizio hanno avuto lo stesso piano di occupare tutta l’Ucraina. E noi centinaia di volte abbiamo proposto di parlare: da quando sono diventato presidente nel 2019 sono stato pronto a negoziare sfruttando ogni canale, qualsiasi emissario. Da Mosca dicevano che non volevano trattare della Crimea, bene rispondevo, allora parliamo del Donbass, ma non perdiamo tempo. Tuttavia, non ha mai funzionato neppure il documento di Minsk del 2015, loro volevano solo congelare la situazione, non risolvere i problemi. Mosca non ha mai voluto un vero dialogo nel rispetto reciproco, ha imposto soltanto che noi riconoscessimo situazioni raggiunte con la forza. Gli unici successi parziali sono stati gli scambi di prigionieri e anche in quel caso Putin non ha mantenuto la parola data».

Sarete in grado di liberare la regione di Kherson?

«Certo che lo faremo. Ma il prezzo è alto, costa morti e noi diamo un peso alla vita della gente. Chiediamo più armi per salvare le esistenze dei nostri soldati, mentre l’esercito russo non si fa molti problemi nel fare massacrare i suoi uomini al fronte».

Quando crede potrà accadere?

«Non vedo i russi scappare in massa dal Kherson, fanno finta, sono ritirate strategiche. Non sono in realtà ancora pronti ad abbandonare la regione, anche se rischiano di restare accerchiati dalle nostre truppe».

E l’evacuazione dei civili dal Kherson?

«Solo teatro. I russi mantengono le loro unità migliori sul posto».

I russi mettono in guardia che potreste usare una «bomba sporca», lo ha ripetuto due giorni fa il loro ministro della Difesa Sergei Shoigu. Cosa risponde?

«È una questione importante, ci tengo ad essere chiaro. I russi vogliono spaventare, intimidire, possono preparare una provocazione. Potrebbero colpire infrastrutture nelle centrali nucleari per poi dire che in quel luogo si stava producendo materiale atomico. Mosca cerca giustificazioni nei confronti del mondo e della società russa. Non sappiamo bene cosa vogliano fare, ma certamente puntano il dito sulla nostra pericolosità per giustificare le aggressioni. Ecco perché noi insistiamo anche per la presenza degli ispettori internazionali alla centrale atomica di Zaporizhzhia e vorremmo lo stesso negli altri impianti del Paese».

Mosca sconfitta militarmente può usare l’atomica?

«Se la Russia ha deciso di usare l’atomica lo farà, indipendentemente da ciò che avviene sul campo di battaglia. Da qui l’importanza delle pressioni della comunità internazionale. Del resto, noi non possiamo condizionare il diritto di difendere la nostra terra alla minaccia nucleare. Un ricatto inaccettabile. Se fosse così, domani la Russia potrebbe minacciare tutto il mondo e avanzare in Occidente, conquistare per esempio i Paesi Baltici, per ricostruire la vecchia Urss».

Come vede le critiche che arrivano dal Pentagono contro i vostri metodi di combattimento?

«Abbiamo ricevuto alcuni segnali che ci hanno preoccupato. Però sembrano più messaggi politici interni agli Stati Uniti, legati al dibattito in vista delle elezioni di mid-term. Vedo tuttavia sia Repubblicani che Democratici decisi a continuare l’invio di armi».

Teme il fantasma del ritorno di Donald Trump, l’amico di Putin, al potere?

«In ogni caso, sta agli americani scegliere. La mia opinione non conta. Ora Joe Biden aiuta più di ogni altro. Ma non so cosa farebbe Trump al suo posto: quando era presidente, Putin non aveva ancora invaso l’Ucraina».

All’inizio della guerra lei stesso propose un summit con Putin per congelare lo status quo della Crimea e del Donbass per 15 anni in cambio del ritiro dei russi ai confini del 24 febbraio. Ora afferma invece di volere tornare alle frontiere del 1991...

«Le nostre informazioni e i servizi di intelligence alleati ci dicono con certezza che i russi non intendono assolutamente fermarsi. Mosca esige che noi si riconosca la Crimea parte integrante della Russia e si accetti le repubbliche cosiddette indipendenti di Lugansk e Donetsk, inoltre vogliono tenersi Mariupol, tutta l’area lungo il Mare di Azov che hanno occupato. Sono condizioni che la società ucraina non può accettare: a Mosca lo sanno e quindi insistono per accusarci di boicottare il dialogo. La Russia tratterà solo quando avrà capito che non può vincere militarmente. Noi siamo sempre pronti a negoziare».

Come si arriva alla pace?

«Isolando la Russia e battendola in battaglia. La comunità internazionale, compresa la Cina, deve fare pressioni su Mosca. Speriamo che la maggioranza delle nazioni si unisca contro chi minaccia il ricorso all’atomica».

Ma perché lei è meno flessibile di prima?

«Noi tutti all’inizio volevamo fermare la guerra. Ma poi abbiamo visto gli orrori di Bucha, a Irpin, la gravità dell’occupazione a Mariupol. I russi sono diventati non solo aggressori, ma anche terroristi. Impossibile parlare con i terroristi. E abbiamo capito che non vogliono lasciare spazio ad un’Ucraina indipendente».

Il ruolo della Cina?

«Vedo lo sviluppo di alcuni scambi commerciali, ma i cinesi non sostengono la Russia militarmente e ciò è molto importante. Spero che a Pechino abbiano compreso la gravità delle azioni russe, dalle minacce alle centrali nucleari al blocco del Mar Nero. Certamente un appello cinese a fermare la guerra troverebbe ascolto a Mosca».

E l’Iran?

«Mi spiace, ma è ovvio che Teheran ha fornito centinaia di droni ai russi e altre migliaia sono in arrivo».

Teheran nega.

«Abbiamo prove inconfutabili e loro lo sanno benissimo. Chiediamo che smettano subito».

Come spiega a un imprenditore italiano che deve pagare per la difesa dell’Ucraina e tagliare con Mosca, mentre il prezzo del gas va alle stelle?

«Non c’entra con noi. Mosca nel passato ha già usato l’arma dell’energia, detesta che voi europei possiate diventare indipendenti dal gas russo. E comunque già l’anno prossimo avrete trovato fonti alternative. Se cadete vittime del ricatto russo oggi spenderete meno, ma nel futuro a farne le spese saranno i vostri figli. Paghiamo tutti un prezzo per la nostra libertà, altrimenti sarà Putin a dettare le regole».

Cani abbandonati si mettono in fila ordinata per ricevere il cibo in Ucraina, il volontario: "Sbalordito". Fulvio Cerutti La Repubblica il 25 Ottobre 2022.

L'autore della fotografia Nate Mook: "Spero che possa ispirare le persone a sostenere gli animali che qui hanno bisogno di molto aiuto in questo momento"

Cinque cani. Fermi, rigorosamente in fila indiana e distanziati. Tutti tranquilli, educatamente in paziente attesa di qualcosa di cui hanno un gran bisogno: il cibo. Capita in Ucraina, più precisamente in una strada di Kramatorsk dove è stata allestita una “stazione” per la distribuzione di alimenti per i quattrozampe. Molti sono diventati randagi con lo scoppio della guerra: alcuni smarriti, altri abbandonati dai proprietari fuggiti dall’orrore dei bombardamenti russi.

A far conoscere questa storia è stata una fotografia pubblicata su Twitter da Nate Mook, statunitense impegnato da mesi in Ucraina a sostegno di rifugiati e progetti umanitari e uno degli organizzatori dell'allestimento stazioni di alimentazione per gli animali in tutte le città ucraine.

"Sono rimasto sbalordito. Non avevo mai visto niente di simile - ha detto Mook a SBS News -. Questi sono animali che vivevano nelle case e le loro famiglie se ne sono andate e non hanno necessariamente nessuno che si prenda cura di loro in questo momento. Si raggruppano in branchi, ed è per questo che sono tutti insieme e sono molto, molto organizzati. Sono animali molto intelligenti e in questo momento hanno paura degli umani”. 

Mook, imprenditore e regista, è stato recentemente Ceo di World Central Kitchen, un'organizzazione non governativa senza fini di lucro dedicata alla fornitura di pasti in seguito a disastri naturali. Nel 2017, per esempio, ha guidato i soccorsi alimentari a Porto Rico dopo l'uragano Maria. Ora nella sua esperienza in Ucraina Mook ha notato una mancanza di supporto o assistenza per gli animali, che oltre ai traumi della guerra devono soffrire anche la fame. Per questo ha partecipato all’installazione di stazioni di alimentazione per animali domestici e ha recentemente contribuito a consegnare circa 230 chilogrammi a un santuario di Sviatohirsk che ospita animali domestici trovati a vagare per le strade della città appena liberata.

Ucraina: lo scontro tra escalation e distensione. Piccole Note il 24 Ottobre 2022 su Il Giornale.

Una notizia buona e una cattiva si usa dire, frase utile per descrivere le prospettive aperte in questa fase della guerra ucraina. La prima è l’escalation, la seconda è una finestra di distensione.

Bombe sporche

In questa nota diamo conto della notizia cattiva, che vede la possibilità di un evento catastrofico in Ucraina, ad esempio l’uso di una bomba sporca, come da allarme lanciato dal ministro della Difesa Shoigu nei colloqui telefonici intercorsi con i suoi omologhi di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, che, al solito, hanno ritorto contro la Russia le accuse da questa rivolte alle autorità ucraine.

In alternativa, il disastro potrebbe darsi attraverso la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovskaya (diventata bersaglio dei missili ucraini), una tragedia della quale sarebbero ovviamente responsabili i russi (d’altronde se sono riusciti ad attribuire a Mosca il sabotaggio del Nord Stream 2…).

Tale evento, reputano i suoi ideatori, darebbe luogo a uno sdegno internazionale che renderebbe impossibile ai Paesi che ancora intrattengono rapporti con Mosca conservarli, ma soprattutto potrebbe giustificare un intervento diretto dei fanti americani nel conflitto.

NATO o intervento internazionale

È quanto ha spiegato all’Express il generale Petraeus, che fu il propugnatore del surge americano nella guerra afghana, riuscendo a piegare il riluttante Obama a tale follia, che peraltro non andò benissimo.

Petraeus ha spiegato che, in caso dell’innesco di incidente di grave portata, gli Stati Uniti potrebbero intervenire in Ucraina anche al di là delle prerogative della Nato, cioè alla guida di una forza internazionale alla quale aderirebbero anche Paesi che non sono membri all’Alleanza Atlantica.

Tale scenario non è affatto aleatorio, come dimostra l’arrivo in Romania della 101ª divisione aviotrasportata dell’esercito americano, schierata nel Vecchio Continente per la prima volta dalla Seconda guerra mondiale.

Questo “non è un dispiegamento di addestramento”, ha dichiarato il generale John Lubas, vice comandante della divisione, ma piuttosto un “dispiegamento di combattimento”: le sue forze “devono essere pronte a combattere stasera stessa, a seconda di come la situazione si intensificherà oltre il confine”.

Uno scenario oscuro pronto a esplodere, al quale manca solo l’innesco. Ma a tale prospettiva si sta contrapponendo una spinta distensiva (la notizia buona di cui all’incipit).

Dopo la cattiva, la buona notizia, cioè diamo conto di una prospettiva distensiva sulla guerra ucraina, che in questo momento si confronta con quella votata all’escalation alla quale abbiamo dedicato la nota pregressa. Di tale prospettiva positiva abbiamo scritto in una nota del 22 ottobre, che sembra trovare conferma in un articolo di Mk Bhadrakumar pubblicato su Indianpunchline.

“È ormai abbastanza chiaro – scrive Bhadrakumar – che è stata la guerra in Ucraina a spingere martedì scorso il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace a Washington per una visita segreta. Wallace ha incontrato il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan e in seguito ha tenuto incontri al Pentagono, al Dipartimento di Stato e alle Agenzie di spionaggio”.

“Sono seguiti due comunicati stampa dell’amministrazione Biden: un comunicato sull’incontro Sullivan-Wallace e una dichiarazione del presidente Biden, centrata sulle dimissioni di Liz Truss da primo ministro del Regno Unito, che riaffermava la sempreverde alleanza anglo-americana. La cosa sorprendente è che nessuno dei due comunicati era particolarmente aggressivo. Eppure, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna sono ben dentro una guerra che, secondo Biden, si sta avvicinando all’Armageddon”.

Il ritorno dell’asse tra Regno Unito e Stati Uniti

“Al suo ritorno a Londra, Wallace non ha perso tempo e giovedì ha reso una dichiarazione sull’Ucraina alla Camera dei Comuni. Sebbene non fossero direttamente correlate alla sua visita a Washington, le dichiarazioni di Wallace hanno preso le mosse dalle consultazioni con gli alti funzionari statunitensi”.

“Tali dichiarazioni aderivano per lo più alla narrativa trionfalista occidentale sulla guerra in Ucraina”, esaltando le vittorie delle forze di Kiev etc. “Tuttavia, verso la conclusione, Wallace ha bruscamente cambiato rotta, esprimendo apprezzamento per la gestione da parte del ministro della Difesa russo Sergej Shoigu dell’ingaggio ‘potenzialmente pericoloso’ del 29 settembre tra un aereo spia RAF RC-135W Rivet Joint ‘di pattuglia di routine’ sul Mar Nero e due Jet Su-27 russi”, che hanno evitato lo scontro. Wallace ha concluso “sottolineando l’importanza cruciale di mantenere aperte le linee di comunicazione con Mosca”.

“È significativo che il giorno dopo, il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin abbia telefonato a Shoigu, il primo contatto del genere in oltre 5 mesi. Così sembra che Austin e Wallace abbiano un’opinione comune sul fatto che sia giunto il momento di riprendere i rapporti con Mosca“.

“Il comunicato del Pentagono spiegava semplicemente che Austin ‘ha sottolineato [a Shoigu] l’importanza di mantenere aperte le linee di comunicazione durante la guerra in corso in Ucraina”, con Austin che si è anche preoccupato di informare il suo omologo ucraino Oleksii Reznikov sull’incrollabile sostegno Usa a Kiev, come ribadito anche da un successivo comunicato del Pentagono.

E però, “curiosamente, due giorni dopo, domenica, è stato il turno di Shoigu di fare una telefonata ad Austin. E questa volta, il comunicato del Pentagono ha chiarito che ‘il segretario Austin ha rifiutato qualsiasi pretesto per un’escalation russa e ha riaffermato il valore di una comunicazione continua nel corso della guerra illegale e ingiustificata della Russia contro l’Ucraina’”.

“Dopo un’ora dalla ricezione della telefonata di Shoigu, Austin si è messo in contatto telefonico con Wallace ‘per riaffermare le relazioni di difesa USA-Regno Unito e l’importanza della cooperazione transatlantica. La loro conversazione odierna è stata la continuazione delle conversazioni tenute al Pentagono la scorsa settimana”.

L’ipotesi di un incontro Biden – Putin al G-20

“[…] Presumibilmente, la nebbia della guerra si sta addensando. O, forse, Austin ha sentito puzza di bruciato poiché Shoigu domenica ha telefonato anche ad altre tre capitali della NATO – Parigi, Ankara e Londra – con cui ha parlato del fatto che la situazione in Ucraina ‘si sta rapidamente deteriorando’, con Shoigu che ha espresso ‘preoccupazioni sulle possibili provocazioni dell’Ucraina attraverso l’uso di una ‘bomba sporca’”.

“È importante sottolineare che il comunicato britannico informava che Wallace ha ribadito a Shoigu il ‘desiderio del Regno Unito di ridurre questo conflitto… con il Regno Unito che è pronto ad aiutare'”.

“È ipotizzabile – conclude Bhadrakumar – che tutto ciò possa preludere a un incontro tra il presidente Biden e il presidente Putin a margine del vertice del G20 che si terrà a Bali, in Indonesia, il 15 e 16 novembre”.

A conferma di una possibile interazione positiva tra le due potenze, secondo Bhadrakumar, anche il voto del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, nel quale Russia e Stati Uniti sono stati concordi nell’inviare un contingente di pace ad Haiti per sedare la situazione fuori controllo (se l’invio di forze sia un bene o un male resta da vedere).

Secondo Bhadrakumar dopo le midterm Biden sarebbe disposto a cambiare politica. Non solo, Bhadrakumar spiega che “quando Shoigu ha menzionato la ‘bomba sporca’ dell’Ucraina a tre ministri della NATO in Europa, stava solo facendo eco a ciò che alcuni americani più prudenti hanno affermato di recente, vale a dire, che l’interesse vitale degli Stati Uniti nell’evitare la guerra con la Russia armata di armi nucleari ‘potrebbe presto scontrarsi con gli obiettivi strategici dell’Ucraina, ovvero il pieno recupero della Crimea e del Donbass’, come ha scritto Patrick Buchanan, influente ideologo del partito Repubblicano, sulla rivista American Conservative“.

Bhadrakumar conclude che tale prospettiva distensiva potrebbe essere solo una tattica per bloccare le operazioni militari e impedire così la controffensiva russa alle porte, in attesa di riaprire il fronte. Ma potrebbe essere anche una reale finestra di opportunità per fermare la guerra (magari solo per poter ricentrare il focus sulla Cina).

I rischi

La prospettiva distensiva qui delineata si scontra con il surge per il quale si stanno agitando i falchi, sul quale abbiamo scritto nella nota pregressa. A tale surge, abbiamo scritto, è necessario un evento catastrofico in Ucraina, tale da innescare un intervento diretto degli Stati Uniti. Tale evento, peraltro, spazzerebbe via ogni possibilità di distensione.

D’altronde, già in due occasioni pregresse la guerra ucraina ha visto finestre di opportunità chiudersi a causa di eventi estremi. È stato così con gli orrori di Bucha, che hanno seppellito gli accordi raggiunti, e non ancora sottoscritti, tra Ucraina e Russia; ed è stato così quando in America si è iniziato a riflettere sull’opportunità di instaurare un canale di dialogo con Putin, ipotesi affondata dall’attentato al ponte di Kerch.

E forse la succitata telefonata di Shoigu ai ministri della Difesa di Gran Bretagna, Francia e Usa serviva proprio a cercare di formare un fronte comune, ovviamente non dichiarabile pubblicamente, per evitare tale disastro.

Insomma, due prospettive si contrappongono, ma il fatto che Biden dopo le midterm sia più libero, avendo avanti due anni di governo senza la preoccupazione di essere rieletto (i suoi non lo vogliono), potrebbe favorire l’apertura di un dialogo.

Biden potrebbe cioè seguire i consigli dell’ex presidente Obama (del quale è stato Vice), il quale di recente, e probabilmente non a caso, ha dichiarato che occorre porre dei limiti all’impegno Usa in Ucraina (Piccolenote).

Ma tante sono le variabili e i rischi all’orizzonte, tanto che Biden, nel corso di una recente intervista, ha detto che potrebbe “morire improvvisamente anche domani”. Un tempo, nei Paesi sovietici, era uso che i governanti invisi all’establishment passassero a miglior vita a causa di banali raffreddori. Ora siamo in tempo di Covid… si spera che il presidente, come si diceva una volta, “si riguardi”.

Lo scambio di accuse tra Kiev e Mosca. Cos’è la “bomba sporca”, l’arma che l’Ucraina potrebbe utilizzare (secondo Mosca) e le accuse reciproche di ‘false flag’. Fabio Calcagni su Il Riformista il 24 Ottobre 2022 

Utilizzare una ‘bomba sporca’ sul proprio territorio per poi accusare la Russia di utilizzare armi di distruzione di massa. Sarebbe questo, secondo Mosca, il piano pensato dalle alte gerarchie dell’esercito di Kiev e, ovviamente, dal presidente Volodymyr Zelensky.

L’accusa è arrivata per bocca del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. che avrebbe fatto cenno a questa ipotetica strategia delle forze armate ucraine nel corso di alcune conversazioni avute domenica 23 ottobre con i suoi omologhi di Francia, Turchia e Regno Unito.

In particolare secondo l’agenzia stampa russa Tass Shoigu ne avrebbe discusso col ministro francese Sebastien Lecornu, al quale il fedelissimo di Vladimir Putin avrebbe espresso preoccupazione per l’andamento del conflitto in corso ormai dallo scorso 24 febbraio in Ucraina “che ha una tendenza costante a un’ulteriore escalation incontrollata”, sottolineando quindi le “possibili provocazioni da parte dell’Ucraina con l’uso di una bomba sporca”.

Cos’è una bomba sporca

Per bomba sporca si intende un ordigno che combina esplosivo tradizionale e materiale radioattivo: i suoi effetti sono diversi da una ‘normale’ bomba nucleare perché non dà luogo ad una reazione a catena, non essendo alimentata da materiale fissile come plutonio o uranio arricchito, bensì da ‘semplice’ materiale radioattivo prelevato da altre attrezzature nucleari.

Insomma, l’eventuale esplosione di una bomba sporca non avrebbe gli effetti drammatici di un ordigno nucleare, sia per numero di vittime che per capacità distruttiva. Anche l’impatto ambientale del materiale radioattivo sarebbe più limitato rispetto a quello di una bomba nucleare ‘vera e propria’, potendo diffondere radiazioni in un’area circoscritta.

Secondo la United States Nuclear Regulatory Research (US.NRC), un’agenzia indipendente del governo statunitense, nella maggior parte dei casi non produrrebbe abbastanza materiale radioattivo da provocare la morte delle persone o causare gravi problemi di salute.

Le smentite di Kiev e la reazione occidentale

Alle parole di Shoigu è arrivata l’immediata reazione e smentita da parte di Kiev. Per il presidente Volodymyr Zelensky “se la Russia chiama e dice che l’Ucraina starebbe preparando qualcosa, questo significa solo una cosa: che la Russia l’ha già preparata. Credo che il mondo debba reagire il più duramente possibile”.

Le accuse sono sostanziali bugie anche per il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, che ha smentito ogni ipotesi di utilizzare un simile ordigno da parte di Kiev dopo un colloquio col suo omologo statunitense, il segretario di Stato Antony Blinken: “Entrambi – si legge in un tweet di Kuleba – abbiamo convenuto che la campagna di disinformazione della ‘bomba sporca’ della Russia potrebbe mirare a creare un pretesto per un’operazione sotto falsa bandiera. Abbiamo anche discusso di ulteriori misure pratiche per rafforzare la difesa aerea dell’Ucraina. Il segretario ha affermato che gli Stati Uniti non risparmiano sforzi a tal fine”.

Kuleba, ha anche chiesto al capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica Rafael Grossi di inviare esperti negli impianti nucleari ucraini per smentire le affermazioni russe: “Non abbiamo nulla da nascondere“, ha sottolineato il ministro degli Esteri di Kiev. Il capo dell’Aiea, da parte sua, ha accettato di “inviare urgentemente esperti nelle strutture in Ucraina”.

Ma sulle parole di Shoigu sono intervenuti con una nota congiunta anche i ministri degli Esteri francese, britannico e americano, che hanno respinto le “accuse palesemente false della Russia” spiegando che “nessuno si lascerebbe ingannare” se Mosca utilizzasse il pretesto dell’uso da parte di Kiev di una “bomba sporca” per intensificare gli attacchi.

Fabio Calcagni. Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket

(ANSA il 24 Ottobre 2022) - L'account Twitter di Rt (nuova denominazione della Tv Russia Today) è stato oscurata in seguito a un ricorso legale. Ieri il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha esortato i governi a bandire l'emittente Russia Today (RT) accompagnando la richiesta con un estratto di un programma in cui si incita alla violenza contro gli ucraini.

L'anchorman Anton Krasovsky - ha sottolineato Kuleba ritwittando un post del Russian media monitor - suggeriva di "annegare o bruciare bambini ucraini, facendo commenti orribili sugli stupri dei soldati russi, e affermando che l'Ucraina non dovrebbe esistere e che gli ucraini che resistono alla Russia dovrebbero essere fucilati". 

Oggi la capo redattrice dell'emittente Margarita Simonyan ha reso noto su Twitter che l'anchorman Anton Krasovsky è stato sospeso in seguito alle sue dichiarazioni che incitavano alla violenza contro la popolazione ucraina. L'account di RT è stato sospeso in Italia, Portogallo, Finlandia, Svezia, Irlanda, Slovenia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Ungheria, Malta, Germania, Grecia, Romnania, Olanda, Bulgaria, Austria, Lussembrugo, Lituania, Regno Unito, Danimarca, Croazia, Lettonia, Estonia, Cipro, Francia, Spagna, Belgio.

Da leggo.it il 24 Ottobre 2022. 

Evidentemente le sue esortazioni erano eccessive persino per la tv russa. Anton Krasovsky, anchorman della tv RT (ex Russia Today) è stato sospeso dopo le sue dichiarazioni choc che incitavano alla violenza contro la popolazione ucrania, a otto mesi dall'inizio del conflitto. Krasovsky era finito nella bufera dopo che, in una trasmissione, aveva suggerito di «annegare o bruciare i bambini ucraini».

Ieri il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, aveva esortato i governi a bandire l'emittente accompagnando la richiesta con un estratto di una trasmissione in cui si incita alla violenza contro gli ucraini. Krasovsky, aveva fatto notare Kuleba ritwittando un post del Russian media monitor, suggerisce di «annegare o bruciare bambini ucraini, fa commenti orribili sugli stupri dei soldati russi, dice che l'Ucraina non dovrebbe esistere e che gli ucraini che resistono alla Russia dovrebbero essere fucilati».

La sospensione è stata resa nota su Twitter dalla capo redattrice dell'emittente, Margarita Simonyan. «Per ora sto interrompendo la nostra collaborazione...», ha scritto Simonyan: «La dichiarazione di Anton Krasovsky è selvaggia e disgustosa. Forse Anton spiegherà quale follia temporanea ha causato» queste parole.

"I bambini ucraini vanno bruciati oppure annegati". L'infamia in diretta sulla tv dello Zar. Roberto Fabbri il 25 Ottobre 2022 su Il Giornale.  

«Beh, succede. Sei in onda, ti lasci trasportare e non riesci a fermarti. Mi scuso con tutti coloro che sono rimasti stupiti da ciò che ho detto». Anton Krasovsky è un conduttore della televisione satellitare russa RT (già Russia Today), nota come subdolo strumento di propaganda del Cremlino e per questo da tempo bandita dalle frequenze in Europa, Italia compresa. Per essere sospeso per indegnità da una televisione dedita alla più becera propaganda in favore della guerra d'aggressione russa all'Ucraina, e indotto a porgere pubbliche scuse, devi averla fatta davvero grossa. E Krasovsky aveva passato i limiti perfino per la sua direttrice Margarita Simonyan, che di quella linea non si è mai vergognata, inducendola a sospenderlo con parole severe di riprovazione. Più per i danni che simili bestialità apportano alla causa russa che per effettivo disgusto nei loro confronti, immaginiamo, visto che RT nega sistematicamente i crimini di guerra commessi dall'esercito di Mosca contro i civili ucraini e documentati da immagini visibili in tutto il mondo.

Ecco in sintesi cosa Krasovsky ha detto giovedì scorso su RT. Un suo ospite, lo scrittore Sergei Lukianenko, aveva raccontato di suoi incontri negli anni Ottanta, ancora in epoca sovietica, con ragazzini ucraini che definivano i russi occupanti. Il conduttore ha reagito suggerendo che quei bambini venissero «gettati dritti dentro un fiume con una forte corrente, oppure bruciati dentro le loro capanne». Aggiungendo per buona misura che l'Ucraina «non dovrebbe esistere» (peraltro ricalcando esattamente il pensiero di Vladimir Putin), giustificando gli stupri commessi da soldati russi su donne ucraine e sostenendo che gli ucraini che resistono alla Russia dovrebbero essere fucilati.

Le reazioni non si sono fatte attendere. In seguito a un ricorso di un utente online anche l'account Twitter di RT è stato sospeso in decine di Paesi europei, Italia compresa. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha chiesto il bando di RT in tutti i Paesi che non lo hanno ancora fatto, promettendo di mandare Krasovsky a processo per «esortazione al genocidio». Intanto una sconcertata Simonyan definiva «disgustosi» i commenti del suo anchorman e annunciava «la momentanea sospensione della sua collaborazione». «Forse ha scritto su Telegram la direttrice di RT Anton vorrà spiegare quale temporanea follia lo abbia spinto a tali affermazioni». La spiegazione l'abbiamo già vista: un richiamo, postato su VKontakte solo ieri mattina, a una momentanea perdita di ragione, ma a ben vedere nessuna autocritica sui pazzeschi contenuti dei commenti andati in onda giovedì scorso: Krasovsky infatti si scusa «con chi si sia sentito scioccato», «con Margarita e con tutti coloro che hanno giudicato (i miei commenti) selvaggi, inconcepibili o inaccettabili». Che lui stesso li giudichi tali, da queste parole non emerge e comunque, a suo dire, «succede».

Il passaggio in cui Krasovsky esprime i suoi sentimenti verso i bambini e le donne ucraine è stato cancellato dagli account di RT sui social. Stessa fine ha fatto un commento della portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, in cui si poteva leggere che Krasovsky, da lei definito «un commentatore dal fantastico talento di informazioni oggettive e veritiere» era fatto oggetto di «un attacco mediatico mirato». Poi, perfino al Cremlino hanno capito che stavano dandosi la zappa sui piedi, ma non è più tempo di sbianchettamenti e la traccia è rimasta.

Cavi in fibra ottica tranciati, giallo negli abissi europei: l'ipotesi del sabotaggio russo. Garantivano le comunicazioni tra Scozia, Norvegia e il resto d'Europa. Christian Campigli su Il Tempo il 25 ottobre 2022

Il lato oscuro di un conflitto ben lontano dal potersi definire concluso. Una spy story dai contorni ancora poco chiari. Che apre però a scenari dannatamente complicati ed estremamente pericolosi. E riporta alla mente gli straordinari e intricati romanzi di John Le Carrè, Ian Fleming e Ken Follett. «Due cavi in fibra ottica danneggiati sul fondale del Mare del Nord, tre nel Golfo di Marsiglia: a quanto sembra il confronto nella quinta dimensione tra Russia e Occidente, inaspritosi con l'invasione dell'Ucraina, sta debordando nel mondo reale.

I problemi di connessione e di telefonia che da giorni isolano gli abitanti delle Far Oer e delle Shetland e affliggono l'Europa meridionale con ripercussioni globali verranno presto risolti con la riparazione dei cavi, ma pongono un serio problema sulla difesa attiva di infrastrutture critiche vitali per il funzionamento del web. La quinta dimensione, quella del cyberspace e digitale, diventa vittima attraverso la fisicità dei cavi». Parole allarmanti, quelle pronunciate da Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan, polo italiano della cybersicurezza del Gruppo Tinexta, che ieri ha commentato le notizie riportate dalla BBC e Canada Today riguardo il tranciamento di due cavi in fibra ottica sottomarini che collegano la Scozia alle isole Far Oer e alle Shetland e di tre cavi in fibra ottica posati sui fondali del Golfo di Marsiglia che collegano la città portuale francese con Barcellona, Lione e Milano.

«Se il governo scozzese per ora imputa i danni alle attività di navi da pesca di altura, pur riconoscendo la singolarità che un simile evento colpisca contemporaneamente due cavi, Canada Today parla apertamente di sottomarini russi - prosegue Iezzi - Questo incidente avvenuto, dopo i danni al gasdotto North stream e alla rete ferroviaria tedesca - conclude il Ceo di Swascan - solleva nuovamente l'importanza del mondo cavi, che diventa l'elemento di interconnessione delle 5 dimensioni. Questo tema è particolarmente importante per l'Italia, che costituisce anche fisicamente una importante dorsale nel bacino mediterraneo. Viviamo in un mondo di nodi connessi dalle reti: nel tempo ci siamo concentrati a tutelare i nodi, dimenticandoci di proteggere e tutelare gli archi di connessione».

Durante la campagna elettorale, tra i vari punti messi al centro del dibattito dal futuro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vi era anche il mantenimento della proprietà statale dei cavi della Telecom. Una scelta inizialmente bollata come un eccesso di nazionalismo, giudicato da molti, anche tra gli economisti più attenti, c o m e un'idea de modé. In realtà quella proposta non sottintendeva la difesa del lavoro o dell'italianità di una grande azienda. Vi era, al centro di quella valutazione, la consapevolezza che, attraverso il controllo dei cavi, vi è la possibilità di deviare, ascoltare o rendere meno veloci le comunicazioni. Di avere accesso, in poche parole, ad informazioni riservate. «La vulnerabilità dei cavi sottomarini può mettere a rischio la nostra economia ed il modo di vivere. I sottomarini della Russia hanno intensificato la loro attività intorno ai cavi dati nel Nord Atlantico - denunciava nel lontano 2017 il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg - Siamo dinanzi ad un atteggiamento navale aggressivo che ha spinto la Nato a riaprire un comando dell'era della Guerra Fredda». Una previsione nefasta, che oggi si rivela drammaticamente vera ed attuale.