Denuncio al mondo ed ai posteri con i miei libri tutte le illegalità tacitate ed impunite compiute dai poteri forti (tutte le mafie). Lo faccio con professionalità, senza pregiudizi od ideologie. Per non essere tacciato di mitomania, pazzia, calunnia, diffamazione, partigianeria, o di scrivere Fake News, riporto, in contraddittorio, la Cronaca e la faccio diventare storia. Quella Storia che nessun editore vuol pubblicare. Quelli editori che ormai nessuno più legge.

Gli editori ed i distributori censori si avvalgono dell'accusa di plagio, per cessare il rapporto. Plagio mai sollevato da alcuno in sede penale o civile, ma tanto basta per loro per censurarmi.

I miei contenuti non sono propalazioni o convinzioni personali. Mi avvalgo solo di fonti autorevoli e credibili, le quali sono doverosamente citate.

Io sono un sociologo storico: racconto la contemporaneità ad i posteri, senza censura od omertà, per uso di critica o di discussione, per ricerca e studio personale o a scopo culturale o didattico. A norma dell'art. 70, comma 1 della Legge sul diritto d'autore: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali."

L’autore ha il diritto esclusivo di utilizzare economicamente l’opera in ogni forma e modo (art. 12 comma 2 Legge sul Diritto d’Autore). La legge stessa però fissa alcuni limiti al contenuto patrimoniale del diritto d’autore per esigenze di pubblica informazione, di libera discussione delle idee, di diffusione della cultura e di studio. Si tratta di limitazioni all’esercizio del diritto di autore, giustificate da un interesse generale che prevale sull’interesse personale dell’autore.

L'art. 10 della Convenzione di Unione di Berna (resa esecutiva con L. n. 399 del 1978) Atto di Parigi del 1971, ratificata o presa ad esempio dalla maggioranza degli ordinamenti internazionali, prevede il diritto di citazione con le seguenti regole: 1) Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.

Ai sensi dell’art. 101 della legge 633/1941: La riproduzione di informazioni e notizie è lecita purché non sia effettuata con l’impiego di atti contrari agli usi onesti in materia giornalistica e purché se ne citi la fonte. Appare chiaro in quest'ipotesi che oltre alla violazione del diritto d'autore è apprezzabile un'ulteriore violazione e cioè quella della concorrenza (il cosiddetto parassitismo giornalistico). Quindi in questo caso non si fa concorrenza illecita al giornale e al testo ma anzi dà un valore aggiunto al brano originale inserito in un contesto più ampio di discussione e di critica.

Ed ancora: "La libertà ex art. 70 comma I, legge sul diritto di autore, di riassumere citare o anche riprodurre brani di opere, per scopi di critica, discussione o insegnamento è ammessa e si giustifica se l'opera di critica o didattica abbia finalità autonome e distinte da quelle dell'opera citata e perciò i frammenti riprodotti non creino neppure una potenziale concorrenza con i diritti di utilizzazione economica spettanti all'autore dell'opera parzialmente riprodotta" (Cassazione Civile 07/03/1997 nr. 2089).

Per questi motivi Dichiaro di essere l’esclusivo autore del libro in oggetto e di tutti i libri pubblicati sul mio portale e le opere citate ai sensi di legge contengono l’autore e la fonte. Ai sensi di legge non ho bisogno di autorizzazione alla pubblicazione essendo opere pubbliche.

Promuovo in video tutto il territorio nazionale ingiustamente maltrattato e censurato. Ascolto e Consiglio le vittime discriminate ed inascoltate. Ogni giorno da tutto il mondo sui miei siti istituzionali, sui miei blog d'informazione personali e sui miei canali video sono seguito ed apprezzato da centinaia di migliaia di navigatori web. Per quello che faccio, per quello che dico e per quello che scrivo i media mi censurano e le istituzioni mi perseguitano. Le letture e le visioni delle mie opere sono gratuite. Anche l'uso è gratuito, basta indicare la fonte. Nessuno mi sovvenziona per le spese che sostengo e mi impediscono di lavorare per potermi mantenere. Non vivo solo di aria: Sostienimi o mi faranno cessare e vinceranno loro. 

Dr Antonio Giangrande  

NOTA BENE

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ANNO 2022

L’ACCOGLIENZA

QUARTA PARTE

L’ATTACCO

NONO MESE

 

DI ANTONIO GIANGRANDE

 

 

L’ITALIA ALLO SPECCHIO

IL DNA DEGLI ITALIANI

 

      

 

 

 

 

 

 

L’APOTEOSI

DI UN POPOLO DIFETTATO

 

Questo saggio è un aggiornamento temporale, pluritematico e pluriterritoriale, riferito al 2022, consequenziale a quello del 2021. Gli argomenti ed i territori trattati nei saggi periodici sono completati ed approfonditi in centinaia di saggi analitici specificatamente dedicati e già pubblicati negli stessi canali in forma Book o E-book, con raccolta di materiale riferito al periodo antecedente. Opere oggetto di studio e fonti propedeutiche a tesi di laurea ed inchieste giornalistiche.

Si troveranno delle recensioni deliranti e degradanti di queste opere. Il mio intento non è soggiogare l'assenso parlando del nulla, ma dimostrare che siamo un popolo difettato. In questo modo è ovvio che l'offeso si ribelli con la denigrazione del palesato.

 

IL GOVERNO

 

UNA BALLATA PER L’ITALIA (di Antonio Giangrande). L’ITALIA CHE SIAMO.

UNA BALLATA PER AVETRANA (di Antonio Giangrande). L’AVETRANA CHE SIAMO.

PRESENTAZIONE DELL’AUTORE.

LA SOLITA INVASIONE BARBARICA SABAUDA.

LA SOLITA ITALIOPOLI.

SOLITA LADRONIA.

SOLITO GOVERNOPOLI. MALGOVERNO ESEMPIO DI MORALITA’.

SOLITA APPALTOPOLI.

SOLITA CONCORSOPOLI ED ESAMOPOLI. I CONCORSI ED ESAMI DI STATO TRUCCATI.

ESAME DI AVVOCATO. LOBBY FORENSE, ABILITAZIONE TRUCCATA.

SOLITO SPRECOPOLI.

SOLITA SPECULOPOLI. L’ITALIA DELLE SPECULAZIONI.

 

L’AMMINISTRAZIONE

 

SOLITO DISSERVIZIOPOLI. LA DITTATURA DEI BUROCRATI.

SOLITA UGUAGLIANZIOPOLI.

IL COGLIONAVIRUS.

SANITA’: ROBA NOSTRA. UN’INCHIESTA DA NON FARE. I MARCUCCI.

 

L’ACCOGLIENZA

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA.

SOLITI PROFUGHI E FOIBE.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI.

 

GLI STATISTI

 

IL SOLITO AFFAIRE ALDO MORO.

IL SOLITO GIULIO ANDREOTTI. IL DIVO RE.

SOLITA TANGENTOPOLI. DA CRAXI A BERLUSCONI. LE MANI SPORCHE DI MANI PULITE.

SOLITO BERLUSCONI. L'ITALIANO PER ANTONOMASIA.

IL SOLITO COMUNISTA BENITO MUSSOLINI.

 

I PARTITI

 

SOLITI 5 STELLE… CADENTI.

SOLITA LEGOPOLI. LA LEGA DA LEGARE.

SOLITI COMUNISTI. CHI LI CONOSCE LI EVITA.

IL SOLITO AMICO TERRORISTA.

1968 TRAGICA ILLUSIONE IDEOLOGICA.

 

LA GIUSTIZIA

 

SOLITO STEFANO CUCCHI & COMPANY.

LA SOLITA SARAH SCAZZI. IL DELITTO DI AVETRANA.

LA SOLITA YARA GAMBIRASIO. IL DELITTO DI BREMBATE.

SOLITO DELITTO DI PERUGIA.

SOLITA ABUSOPOLI.

SOLITA MALAGIUSTIZIOPOLI.

SOLITA GIUSTIZIOPOLI.

SOLITA MANETTOPOLI.

SOLITA IMPUNITOPOLI. L’ITALIA DELL’IMPUNITA’.

I SOLITI MISTERI ITALIANI.

BOLOGNA: UNA STRAGE PARTIGIANA.

 

LA MAFIOSITA’

 

SOLITA MAFIOPOLI.

SOLITE MAFIE IN ITALIA.

SOLITA MAFIA DELL’ANTIMAFIA.

SOLITO RIINA. LA COLPA DEI PADRI RICADE SUI FIGLI.

SOLITO CAPORALATO. IPOCRISIA E SPECULAZIONE.

LA SOLITA USUROPOLI E FALLIMENTOPOLI.

SOLITA CASTOPOLI.

LA SOLITA MASSONERIOPOLI.

CONTRO TUTTE LE MAFIE.

 

LA CULTURA ED I MEDIA

 

LA SCIENZA E’ UN’OPINIONE.

SOLITO CONTROLLO E MANIPOLAZIONE MENTALE.

SOLITA SCUOLOPOLI ED IGNORANTOPOLI.

SOLITA CULTUROPOLI. DISCULTURA ED OSCURANTISMO.

SOLITO MEDIOPOLI. CENSURA, DISINFORMAZIONE, OMERTA'.

 

LO SPETTACOLO E LO SPORT

 

SOLITO SPETTACOLOPOLI.

SOLITO SANREMO.

SOLITO SPORTOPOLI. LO SPORT COL TRUCCO.

 

LA SOCIETA’

 

AUSPICI, RICORDI ED ANNIVERSARI.

I MORTI FAMOSI.

ELISABETTA E LA CORTE DEGLI SCANDALI.

MEGLIO UN GIORNO DA LEONI O CENTO DA AGNELLI?

 

L’AMBIENTE

 

LA SOLITA AGROFRODOPOLI.

SOLITO ANIMALOPOLI.

IL SOLITO TERREMOTO E…

IL SOLITO AMBIENTOPOLI.

 

IL TERRITORIO

 

SOLITO TRENTINO ALTO ADIGE.

SOLITO FRIULI VENEZIA GIULIA.

SOLITA VENEZIA ED IL VENETO.

SOLITA MILANO E LA LOMBARDIA.

SOLITO TORINO ED IL PIEMONTE E LA VAL D’AOSTA.

SOLITA GENOVA E LA LIGURIA.

SOLITA BOLOGNA, PARMA ED EMILIA ROMAGNA.

SOLITA FIRENZE E LA TOSCANA.

SOLITA SIENA.

SOLITA SARDEGNA.

SOLITE MARCHE.

SOLITA PERUGIA E L’UMBRIA.

SOLITA ROMA ED IL LAZIO.

SOLITO ABRUZZO.

SOLITO MOLISE.

SOLITA NAPOLI E LA CAMPANIA.

SOLITA BARI.

SOLITA FOGGIA.

SOLITA TARANTO.

SOLITA BRINDISI.

SOLITA LECCE.

SOLITA POTENZA E LA BASILICATA.

SOLITA REGGIO E LA CALABRIA.

SOLITA PALERMO, MESSINA E LA SICILIA.

 

LE RELIGIONI

 

SOLITO GESU’ CONTRO MAOMETTO.

 

FEMMINE E LGBTI

 

SOLITO CHI COMANDA IL MONDO: FEMMINE E LGBTI.

 

 

L’ACCOGLIENZA

INDICE PRIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI EUROPEI

I Muri.

Quei razzisti come gli italiani.

Quei razzisti come i tedeschi.

Quei razzisti come gli austriaci.

Quei razzisti come i danesi.

Quei razzisti come i norvegesi.

Quei razzisti come gli svedesi.

Quei razzisti come i finlandesi.

Quei razzisti come i belgi.

Quei razzisti come i francesi.

Quei razzisti come gli spagnoli.

Quei razzisti come gli olandesi.

Quei razzisti come gli inglesi.

Quei razzisti come i cechi.

Quei razzisti come gli ungheresi.

Quei razzisti come i rumeni.

Quei razzisti come i maltesi.

Quei razzisti come i greci.

Quei razzisti come i serbi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI AFRO-ASIATICI

 

Quei razzisti come i marocchini.

Quei razzisti come i libici.

Quei razzisti come i congolesi.

Quei razzisti come gli ugandesi.

Quei razzisti come i nigeriani.

Quei razzisti come i ruandesi.

Quei razzisti come gli egiziani.

Quei razzisti come gli israeliani.

Quei razzisti come i libanesi.

Quei razzisti come i sudafricani.

Quei razzisti come i turchi.

Quei razzisti come gli arabi sauditi. 

Quei razzisti come i qatarioti.

Quei razzisti come gli iraniani.

Quei razzisti come gli iracheni.

Quei razzisti come gli afghani.

Quei razzisti come gli indiani.

Quei razzisti come i singalesi.

Quei razzisti come i birmani.

Quei razzisti come i kazaki.

Quei razzisti come i russi.

Quei razzisti come i cinesi.

Quei razzisti come i nord coreani.

Quei razzisti come i sud coreani.

Quei razzisti come i filippini.

Quei razzisti come i giapponesi.

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

GLI AMERICANI

 

Quei razzisti come gli statunitensi.

Kennedy: Le Morti Democratiche.

Quei razzisti come i canadesi.

Quei razzisti come i messicani.

Quei razzisti come i peruviani.

Quei razzisti come gli haitiani.

Quei razzisti come i cubani.

Quei razzisti come i cileni.

Quei razzisti come i venezuelani.

Quei razzisti come i colombiani.

Quei razzisti come i brasiliani.

Quei razzisti come gli argentini.

Quei razzisti come gli australiani.

 

INDICE SECONDA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Fredda.

La Variante Russo-Cinese-Statunitense.

 

INDICE TERZA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LA BATTAGLIA DEGLI IMPERI.

I LADRI DI NAZIONI.

CRIMINI CONTRO L’UMANITA’.

I SIMBOLI.

LE PROFEZIE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. PRIMO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SECONDO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. TERZO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUARTO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. QUINTO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SESTO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. SETTIMO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. OTTAVO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. NONO MESE.

 

INDICE QUARTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’ATTACCO. DECIMO MESE.

 

INDICE QUINTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LE MOTIVAZIONI.

NAZISTA…A CHI?

IL DONBASS DELI ALTRI.

L’OCCIDENTE MOLLICCIO E DEPRAVATO.

TUTTE LE COLPE DI…

LE TRATTATIVE.

ALTRO CHE FRATELLI. I SOLITI COGLIONI RAZZISTI.

LA RUSSIFICAZIONE.

 

INDICE SESTA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

ESERCITI, MERCENARI E VOLONTARI.

IL FREDDO ED IL PANTANO.

 

INDICE SETTIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LE VITTIME.

I PATRIOTI.

LE DONNE.

LE FEMMINISTE.

GLI OMOSESSUALI ED I TRANS.

LE SPIE.

 

INDICE OTTAVA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LA GUERRA DELLE MATERIE PRIME.

LA GUERRA DELLE ARMI CHIMICHE E BIOLOGICHE.

LA GUERRA ENERGETICA.

LA GUERRA DEL LUSSO.

LA GUERRA FINANZIARIA.

LA GUERRA CIBERNETICA.

LE ARMI.

 

INDICE NONA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LA DETERRENZA NUCLEARE.

DICHIARAZIONI DI STATO.

LE REAZIONI.

MINACCE ALL’ITALIA.

 

INDICE DECIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

IL COSTO.

L’ECONOMIA DI GUERRA. LA ZAPPA SUI PIEDI.

PSICOSI E SPECULAZIONI.

I CORRIDOI UMANITARI.

I PROFUGHI.

 

INDICE UNDICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

I PACIFISTI.

I GUERRAFONDAI.

RESA O CARNEFICINA? 

LO SPORT.

LA MODA.

L’ARTE.

 

INDICE DODICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

PATRIA MOLDAVIA.

PATRIA BIELORUSSIA.

PATRIA GEORGIA.

PATRIA UCRAINA.

VOLODYMYR ZELENSKY.

 

INDICE TREDICESIMA PARTE

 

La Guerra Calda.

L’ODIO.

I FIGLI DI PUTIN.

 

INDICE QUATTORDICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

L’INFORMAZIONE.

TALK SHOW: LA DISTRAZIONE DI MASSA. 

 

INDICE QUINDICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

LA PROPAGANDA.

LA CENSURA.

LE FAKE NEWS.

 

INDICE SEDICESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

CRISTIANI CONTRO CRISTIANI.

LA RUSSOFOBIA.

LA PATRIA RUSSIA.

IL NAZIONALISMO.

GLI OLIGARCHI.

LE GUERRE RUSSE.

 

INDICE DICIASSETTESIMA PARTE

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

La Guerra Calda.

CHI E’ PUTIN.

 

INDICE DICIOTTESIMA PARTE

 

SOLITI PROFUGHI E FOIBE. (Ho scritto un saggio dedicato)

Quelli che…le Foibe.

Lo sterminio comunista degli Ucraini.

L’Olocausto.

SOLITO PROFUGOPOLI. VITTIME E CARNEFICI. (Ho scritto un saggio dedicato)

Gli Affari dei Buonisti.

Quelli che…Porti Aperti.

Quelli che…Porti Chiusi.

Il Caso dei Marò.

Che succede in Africa?

Che succede in Libia?

Che succede in Tunisia?

Cosa succede in Siria?

 

 

 

L’ACCOGLIENZA

QUARTA PARTE

L’ATTACCO

NONO MESE

 

 

SOLITA ITALIA RAZZISTA. (Ho scritto un saggio dedicato)

·        La Guerra Calda.

L’ATTACCO. NONO MESE.

Biden: Russia commetterà grave errore se usa il nucleare. Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini e Paolo Foschi su Il Corriere della Sera il 25 Ottobre 2022.

• La guerra in Ucraina è arrivata al 243esimo giorno.

• Il presidente ucraino Zelensky, intervistato dal Corriere, ha parlato del nuovo governo italiano («Piena intesa con Meloni»), di Berlusconi («Ripete le parole di Putin»), della possibilità di arrivare alla pace («Non posso parlare con Mosca con una pistola puntata alla tempia»): la trovate qui

• Mosca accusa Kiev di voler usare la «bomba sporca». Gli ucraini: «Non abbiamo bombe sporche, né pensiamo di acquisirne».

• Usa: «Non abbiamo indicazioni dalla Russia che siano pronti a impegnarsi in un processo negoziale».

Ore 19:29 - Nato sente Usa-Gb, bomba sporca non sia pretesto escalation

«Ho parlato con il Segretario di Stato della Difesa degli Usa Lloyd J. Austin III e con il segretario di Stato alla Difesa britannico Ben Wallace sulla falsa affermazione della Russia secondo cui l’Ucraina si starebbe preparando a usare una bomba sporca sul proprio territorio. Gli alleati della Nato respingono questa accusa. La Russia non deve usarla come pretesto per un’escalation. Restiamo fermi nel nostro sostegno all’Ucraina». Lo scrive in un tweet il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Ore 19:50 - Kiev su bomba sporca, pronti a ispezione, Russia faccia altrettanto

«Gli appelli di Shoigu e Gerasimov, le dichiarazioni di Lavrov e Peskov. La Russia ha avviato una campagna informativa organizzata sulla «bomba sporca» per legalizzare i suoi crimini. L’azione è più importante del parlare. L’Ucraina tiene sempre le porte aperte alle ispezioni dell’Aiea. Mosca è pronta per le ispezioni?». Lo scrive su Twitter Mikhaylo Podolyak consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 21:14 - Usa, non entreremo in guerra con la Russia

«Non entreremo in guerra con la Russia». Lo ha dichiarato, in un briefing con la stampa il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Ned Price, rispondendo a una domanda sulla possibilità che Washington invii l’esercito in Ucraina. «Il presidente Biden è stato chiaro», ha detto, «non entreremo in guerra con la Russia ma forniremo all’Ucraina quello che le serve per contrastare l’aggressione russa». «Faremo tutto quello che serve per sostenere» Kiev, ha proseguito Price, «sia attraverso l’assistenza militare che con sanzioni».

Ore 02:11 - Dagli Stati Uniti attacchi informatici contro la Russia

Gli Stati Uniti «stanno conducendo operazioni informatiche offensive contro la Russia, principalmente attraverso gli specialisti informatici dell’esercito ucraino». Lo ha affermato il vice capo del Dipartimento per la sicurezza internazionale delle informazioni del ministero degli Esteri russo Vladimir Shin in una riunione della prima commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si occupa di questioni di disarmo. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 05:14 - Onu, la Russia vuole sollevare la sua accusa a Kiev per le «bombe sporche»

La Russia intende sollevare oggi al Consiglio di Sicurezza Onu la sua accusa secondo cui l’Ucraina starebbe pianificando un attacco con «bombe sporche» e ha esortato il segretario generale Guterres a fare tutto il possibile per «impedire che questo atroce crimine avvenga». «Considereremo l’uso delle bombe sporche da parte del regime di Kiev come un atto di terrorismo nucleare», ha scritto l’ambasciatore di Mosca alle Nazioni Unite Vassily Nebenzia in una lettera a Guterres e al Consiglio di sicurezza. Intanto gli Stati Uniti ribadiscono che sosterranno l’Ucraina ma non entreranno in guerra. Zelensky pressa Israele, «basta rimanere neutrali».

Ore 05:29 - Almeno 6.374 i morti e 9.776 i feriti tra i civili dall’inzio del conflitto

Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani, citata dal Kyiv independent, al 23 ottobre durante l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sono rimasti uccisi almeno 6.374 civili e ferite almeno 9.776 persone. In tutto sarebbero 16.150 le persone colpite durante i raid. L’agenzia osserva che le cifre effettive potrebbero essere considerevolmente più alte.

Ore 05:43 - Scholz: «Chi sostiene l’Ucraina ora sostiene un futuro membro dell’UE»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen apriranno oggi a Berlino la Conferenza di esperti per la ricostruzione dell’Ucraina, incentrata sulla mobilitazione degli aiuti internazionali all’Ucraina dopo l’aggressione russa. All’incontro, organizzato congiuntamente dalla Commissione Europea e dal G7, di cui la Germania ha la presidenza di turno, parteciperà anche il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva. L’Ucraina sarà rappresentata dal primo ministro Denys Schmyhal e dal ministro delle finanze Serheii Marchenko, mentre tra i leader internazionali presenti alla conferenza ci sarà il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. La conferenza, della durata di un giorno, avrà un formato ibrido, con interventi virtuali del Presidente ucraino Volodymir Zelenski e del Presidente indonesiano Joko Widodo, il cui Paese detiene la presidenza di turno del G20, il gruppo delle potenze industriali e dei Paesi emergenti, di cui la Russia rimane membro. Scholz e Schmyhal avevano già partecipato ieri al Forum economico tedesco-ucraino e poi hanno tenuto un incontro bilaterale preparatorio per la conferenza di oggi. Nel discorso agli uomini d’affari tedeschi, il primo ministro ucraino ha stimato il costo della ricostruzione del Paese in circa 750 miliardi di dollari e ha invitato le aziende europee a partecipare al compito. Scholz ha invitato a investire in Ucraina, un Paese destinato a diventare «un membro a pieno titolo dell’Unione Europea», ha ricordato il leader tedesco. «Chi sostiene l’Ucraina ora sostiene un futuro membro dell’UE», ha sottolineato Scholz, ricordando la decisione dello scorso giugno di riconoscere il Paese come candidato all’adesione all’UE.

Ore 06:35 - Restituita a Kiev la corrente ai residenti. L’invito a un utilizzo parsimonioso

L’operatore energetico ucraino Ukrenergo ha annullato le interruzioni di elettricità introdotte nei giorni scorsi a Kiev al fine di stabilizzare i flussi, restituendo ai residenti la possibilità di attingere per tutto il giorno alla corrente, invitando però la popolazione ad utilizzarla con criterio e parsimonia. Lo ha riferito la società di utility Dtek all’agenzia Unian in una nota. Nel comunicato si sottolinea che la situazione del sistema energetico resta difficile. «Per supportare il sistema elettrico, invitiamo tutti i residenti della capitale a consumare elettricità moderatamente - accendere uno alla volta gli elettrodomestici, ridurre il più possibile il consumo di elettricità al mattino dalle 06:00 alle 11:00 e la sera dalle 17:00 alle 23:00. Chiediamo anche di limitare l’uso dell’illuminazione esterna delle facciate di uffici, ristoranti, centri commerciali», ha esortato Dtek affermando che «questi semplici passaggi aiuteranno a ridurre la necessità di disconnessioni e il numero di utenti disconnessi». L’interruzione delle forniture si era resa necessaria a causa dei danni provocati alle centrali elettriche dai bombardamenti russi.

Ore 07:46 - Zelensky al Corriere: «Piena intesa con Meloni, all’Italia chiedo armi di difesa aerea. Non parlo a Putin con la pistola alla tempia»

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Ieri il presidente Volodymyr Zelensky ci ha concesso questa intervista per circa un’ora nel suo ufficio protetto da sacchetti di sabbia e cavalli di frisia nel centro della capitale ucraina. 

Presidente, in Italia abbiamo un nuovo governo: la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno manifestato chiaramente simpatie pro-Nato in sostegno all’Ucraina. Ma è un governo che ha componenti rilevanti che si sono espresse a favore della Russia sia nel passato che di recente. La preoccupa?

«Per ora posso solo parlare in modo positivo del vostro governo appena insediato, nessuna impressione negativa. Ho avuto una conversazione telefonica con la nuova premier che si è detta chiaramente favorevole alla nostra comune alleanza e mi ha assicurato il suo pieno sostegno per l’Ucraina contro l’aggressione russa».

Ore 07:55 - Steinmeier in visita a Kiev: «Non vedo l’ora di incontrare Zelensky»

Il presidente della Germania, Frank-Walter Steinmeier, è arrivato questa mattina a Kiev per una visita non annunciata. «Non vedo l’ora di incontrare il presidente Volodymyr Zelensky a Kiev», ha detto al suo arrivo nella capitale ucraina.

Ore 07:58 - L’Aiea invierà ispettori in due centrali nucleari ucraine: su richiesta di Kiev per smontare accuse russe sulle «bombe sporche»

Il direttore generale del’Aiea, Rafael Grossi, invierà nei prossimi giorni degli ispettori in due centrali ucraine per «individuare eventuali attività e materiali nucleari non dichiarati». Il capo dell’Aiea ha tenuto a precisare che l’agenzia ha ispezionato una di queste località un mese fa (l’impianto di Zaporizhzhia, ndr), sottolineando che «non sono state trovate attività o materiali nucleari non dichiarati». Ieri il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba aveva chiesto a Grossi di inviare esperti negli impianti nucleari del Paese per smentire le affermazioni russe secondo cui l’Ucraina intende utilizzare una «bomba sporca». In un tweet Kuleba aveva aggiunto: «Non abbiamo nulla da nascondere», anticipando che Grossi aveva «accettato» di «inviare urgentemente esperti nelle strutture in Ucraina».

Ore 08:36 - L’intervista a Zelensky, punto per punto

(Luca Angelini) L’inviato a Kiev Lorenzo Cremonesi è riuscito a intervistare il presidente Volodymyr Zelensky per oltre un’ora. E il leader ucraino dice al Corriere: 

Per ora posso solo parlare in modo positivo del vostro governo appena insediato, nessuna impressione negativa. Ho avuto una conversazione telefonica con la nuova premier che si è detta chiaramente favorevole alla nostra comune alleanza e mi ha assicurato il suo pieno sostegno per l’Ucraina contro l’aggressione russa. (...) Credo che abbiamo costruito un’ottima relazione in continuità con il periodo iniziato da Draghi. Con Draghi il livello delle nostre relazioni bilaterali aveva fatto un salto in avanti e ora continueremo a migliorarlo: le ho detto questo e lei mi ha risposto che certamente era anche la sua intenzione senza distruggere nulla di ciò che è stato costruito. (...) 

E le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sull’origine della guerra in Ucraina? 

Berlusconi ha persino utilizzato le stesse espressioni e la narrativa di Putin. Credo che sia la risposta: non ho visto in quelle frasi le opinioni personali di Berlusconi, si è limitato a ripetere quelle di Putin e ciò mi spaventa meno. Lo vota solo l’8 per cento degli italiani e questa è la risposta confortante del vostro elettorato, ciò mi basta... 

Quanto alla possibilità di trattative di pace, Zelensky ribadisce: 

Io ho sempre voluto parlare, ma non con la pistola puntata alla tempia. Sin dall’inizio non è stato un dialogo, ma una lunga serie di ultimatum imposti con la forza da Putin. I russi sostenevano che venivano a difendere chi parlava russo, ma in verità le violenze peggiori le hanno perpetuate a Kharkiv, Mariupol e nelle zone dove prevalevano la cultura e la lingua russe. Se volete il dialogo non occupate una centrale nucleare, non uccidete civili, non sparate oltre 130 missili in un solo giorno. Non è nelle mie mani di fermare la guerra: ciò che posso fare è non perderla, combattere per difendermi, sono loro che hanno invaso la nostra terra per massacrarci e lo hanno iniziato sin dal 2014 occupando la Crimea. Si combatte in Ucraina, non sul territorio russo. Se si ritireranno, allora sarà possibile iniziare a trattare e cominciare a convivere da Paesi vicini. 

Trovate l’intervista integrale qui; qui il video con le parole su Meloni, qui quello con le parole sull’atomica; qui il giudizio su Biden; qui quelle sul gas.

Ore 08:44 - Gli Usa potrebbero inviare missili Hawk a Kiev

Gli Stati Uniti starebbero valutando l’invio in Ucraina del sistema missilistico di difesa aerea Hawk. A riferirlo all’agenzia Reuters sono stati due funzionari dell’amministrazione statunitense. 

I missili Hawk - pur se non di ultima generazione — rappresenterebbero un passo avanti rispetto agli Stinger che gli Usa hanno già inviato in Ucraina. 

Gli Hawk sono stati sostituiti — nello schema di difesa aerea statunitense — dai Patriot.

Ore 08:52 - Il nuovo colloquio tra i ministri degli Esteri di Usa e Ucraina

Proprio il tema della difesa missilistica è stato al centro del nuovo colloquio telefonico tra il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Un colloquio «approfondito e schietto» — ha scritto Blinken — sui «modi per porre fine al ricatto nucleare della Russia». 

Al centro del colloquio, ha detto Kuleba, «le forniture di difesa aerea e munizioni». 

Blinken — ha fatto sapere il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Ned Price — «ha ribadito il sostegno costante degli Usa all’Ucraina di fronte alla continua aggressione russa, alle atrocità e alla retorica riguardo le cosiddette “bombe sporche” in Ucraina». 

Il segretario di Stato Usa ha sottolineato l’impegno di Washington a «lavorare con alleati e partner per continuare a rispondere alle esigenze di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina sul campo di battaglia».

Ore 09:26 - Altri 500 milioni di aiuti all’Ucraina dalla Banca Mondiale

La Banca Mondiale ha annunciato l’erogazione di ulteriori 500 milioni di dollari per aiutare l’Ucraina a far fronte alle necessità di spesa urgenti causate dall’invasione russa. «Il finanziamento da parte della Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, il principale braccio di credito della banca, è stato supportato da 500 milioni di dollari di garanzie sui prestiti da parte della Gran Bretagna», si legge nel comunicato giunto alla vigilia di una conferenza sulla ricostruzione che si terrà oggi a Berlino. Nel summit leader nazionali, esperti di sviluppo e amministratori delegati discuteranno di come ricostruire l’Ucraina dopo l’invasione russa. «L’invasione russa continua a provocare una massiccia distruzione delle infrastrutture ucraine - comprese le reti idriche, igieniche ed elettriche - proprio mentre si avvicina l’inverno, mettendo ulteriormente in pericolo la popolazione ucraina», ha dichiarato il presidente della Banca Mondiale David Malpass. La nuova quota di finanziamento sarà utilizzata per mantenere i servizi governativi essenziali. La Banca Mondiale ha già mobilitato un totale di 13 miliardi di dollari in finanziamenti di emergenza per l’Ucraina, di cui 11,4 miliardi completamente erogati. Al primo giugno, l’invasione russa aveva causato danni diretti all’Ucraina per oltre 97 miliardi di dollari, ma la ricostruzione del Paese ne potrebbe costare quasi 350 miliardi, stimano la Banca Mondiale, il governo ucraino e la Commissione Europea in un rapporto pubblicato il mese scorso. 

Ore 09:36 - Berlino: acquisti congiunti di gas nella Ue via migliore contro il caro prezzi

Gli acquisti congiunti» di gas «nell’Ue sono il modo più efficiente per mantenere basso il prezzo del gas». Lo ha detto il ministro dell’Economia e dell’Ambiente tedesco, Robert Habeck, arrivando al Consiglio Energia a Lussemburgo. «L’Europa ha un grande potere di mercato e se i Paesi decidono di coordinarsi tra loro e formare dei gruppi di acquisto l’impatto di un’Europa non più in competizione fa scendere i prezzi», ha spiegato il vicecancelliere. «Penso che questo sia lo strumento principale e lo riteniamo più efficiente di uno strumento rischioso come il prezzo al tetto del gas».

Ore 09:56 - Il leader ceceno Kadyrov: «Risposta russa debole, le città ucraine vanno cancellate dalla faccia della Terra»

Il leader ceceno Ramzan Kadyrov considera deboli le risposte di Mosca ai presunti attacchi aerei dell’Ucraina sul territorio russo e propone di «cancellare le città ucraine dalla faccia della terra». «Stiamo rispondendo troppo debolmente», ha detto su Telegram. Secondo Kadyrov servono misure più severe perché le forze armate ucraine «capiscano che non si può nemmeno pensare di sparare nella nostra direzione». «Se una granata vola nella nostra direzione, nella nostra regione, allora dobbiamo spazzare via le città in modo che si possa vedere l’orizzonte lontano, in modo che capiscano che non puoi nemmeno pensare di sparare nella nostra direzione. Non c’è bisogno di guardare a cosa accadrà domani se prendiamo delle decisioni» ha esortato Kadyrov in un messaggio audio sul suo canale Telegram.

Ore 10:11 - Von der Leyen: l’Ue verserà 1,5 miliardi al mese all’Ucraina

«L’Ucraina ha bisogno di una somma compresa fra 3 e 5 miliardi di euro al mese solo per le spese correnti. Io lavoro affinché l’Ue assuma una partecipazione equa in questo sforzo, garantendo 1,5 miliardi al mese, fino a quando sarà necessario» ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo a Berlino alla Conferenza di ricostruzione: «Sono 18 miliardi di euro per il 2023», ha aggiunto. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, aprendo i lavori, aveva sottolineato che «siamo qui per sostenere la visione del futuro dei nostri amici ucraini». «Un futuro di pace”, segnato da “benessere e resilienza”, ha aggiunto. “Quella di oggi non è una conferenza di donatori. Si tratta di qualcosa di più basilare, che riguarda le strutture e i meccanismi» di finanziamento della ricostruzione. «Non possiamo dire quando questa guerra finirà. Ma finirà. E proprio pesando all’esperienza fatta nella nostra storia, sappiamo che la ricostruzione è sempre possibile e che non è mai troppo presto per iniziare ad occuparsene», ha concluso Scholz, aggiungendo che «adesso» è il momento per impegnarsi su questo fronte come comunità internazionale.

Ore 10:39 - In corso l’appello della cestista Brittney Griner arrestata a Mosca per traffico di droga: «Non mi aspetto miracoli»

Brittney Griner non si aspetta «miracoli» dall’appello che si apre oggi a Mosca contro la sua condanna a nove anni per traffico di droga. Spera in una riduzione della pena la campionessa del basket americano arrestata lo scorso febbraio in un aeroporto di Mosca con cartucce di sigarette elettroniche contenenti olio di cannabis . L’arresto è scattato pochi giorni prima che la Russia invadesse l’Ucraina e il suo destino si è intrecciato a doppio filo alle nuove tensioni scaturite tra Mosca e Washington. Griner — che era «molto nervosa» prima dell’udienza, riferiscono i suoi avvocati — oggi non compare in tribunale: partecipa al procedimento tramite un collegamento video dal centro di detenzione in cui è stata detenuta dal suo arresto a febbraio. La sentenza è prevista oggi stesso. Il tribunale può lasciare il verdetto così com’è, ridurre la pena detentiva o annullarlo e rimandarlo al tribunale di grado inferiore, hanno affermato i legali. Se la corte d’appello non annullerà il verdetto , questo entrerà in vigore e la cestista sarà mandata in una colonia penale. «Brittney è molto forte psicologicamente e ha il carattere di una campionessa. Tuttavia, ovviamente, ha i suoi alti e bassi poiché è sottoposta a una quantità crescente di stress ed è stata separata dai suoi cari per oltre otto mesi», hanno detto i sui avvocati.

Ore 12:23 - Il premier ucraino Shmyhal: « 17 miliardi subito per evitare uno tsunami migratorio nella Ue»

Abbiamo bisogno immediatamente di 17 miliardi di euro per la riparazione immediata delle infrastrutture, per sopravvivere all’inverno, per salvare le persone da una catastrofe umanitaria e per salvare il continente europeo da uno tsunami migratorio». Lo ha dichiarato il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, nella conferenza stampa a Berlino con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Ore 12:30 - Kuleba ringrazia l’Aiea: «Dimostrerà che non abbiamo bombe sporche»

«Apprezzo la tempestiva risposta di Rafael Mariano Grossi al nostro invito. Esperti dell’Aiea dovrebbero arrivare a breve e dimostrare che l’Ucraina non ha né “bombe sporche”, né piani per svilupparle». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, mentre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica lavora per l’invio di ispettori nei prossimi giorni in due siti in Ucraina su richiesta di Kiev. «Una buona cooperazione con l’Aiea e i partner ci consente di far fallire la campagna di disinformazione della Russia sulla “bomba sporca”», ha concluso Kuleba.

Ore 12:58 - Il Cremlino: «La proposta di Macron sul coinvolgimento del Papa è positiva»

Mosca oggi ha accolto positivamente la proposta del presidente francese, Emmanuel Macron, di includere papa Francesco e le autorità statunitensi nei colloqui per la soluzione della situazione in Ucraina: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. Ieri Macron ha chiesto al Papa di telefonare al presidente russo, Vladimir Putin, al patriarca ortodosso russo Kirill e al presidente americano, Joe Biden, per «favorire il processo di pace» in Ucraina.

Ore 13:43 - Sunak sceglie suoi toni su guerra, «deve finire»

Il nuovo premier britannico Rishi Sunak ha sfumato apparentemente oggi i toni - almeno a livello verbale - di chi lo ha preceduto a Downing Street sul drammatico dossier dell’invasione russa in Ucraina nel primo discorso alla nazione da capo del governo Tory. «La guerra di (Vladimir) Putin ha destabilizzato il mercato dell’energia e le forniture in tutte il mondo», ha premesso, aggiungendo poi che «questa terribile guerra deve vedere con successo una sua conclusione». Parole che seguono quelle pronunciate oggi stesso dell’uscente Liz Truss, secondo cui Kiev «va sostenuta più che mai contro l’aggressione» e «deve prevalere».

Ore 13:49 - Mosca, processo appello Griner, cestista appare in tribunale in collegamento video

La cestista americana, Brittney Griner, è apparsa in collegamento video nell’aula di tribunale di Krasnogorsk, vicino Mosca, dove si sta tenendo il suo processo d’appello. Durante l’udienza, presieduta da tre giudici, sarà esaminata la condanna in primo grado a nove anni di carcere per possesso e traffico di stupefacenti inflitta a Griner, che è rinchiusa nel carcere di Novoye Grishino, appena fuori Mosca. Alla vigilia dell’appello i suoi due avvocati, Maria Blagovolina e Alexander Boykov, hanno dichiarato di aspettarsi una riduzione della pena.

Ore 15:16 - Mosca, confermata in appello condanna a 9 anni per la cestista Griner

Il tribunale di Krasnogorsk, vicino Mosca, ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati dell’ex cestista americana, Brittney Griner, condannata in primo grado a nove anni di carcere con l’accusa di possesso e traffico di droga. Secondo il tribunale si tratta di una condanna «equa» e per questo l’ha confermata in appello. Intervenuta in collegamento video, Griner si è scusata per quello che ha definito «un errore ingenuo» e si è detta «molto, molto stressata». L’avvocato della donna, Alexander Boykov, ha detto alla corte che «nessun giudice potrà dirà onestamente che la condanna a nove anni di Griner è in linea con il diritto penale russo».

Ore 14:59 - «Subito un negoziato Usa-Russia»: la lettera a Biden di Ocasio Cortez e di altri 29 «liberal» democratici

Trenta deputati democratici, praticamente quasi tutta l’area liberal del partito, ha chiesto ieri al presidente Biden di cambiare rotta sulla guerra in Ucraina, puntando a un negoziato diretto con la Russia. La lettera della sinistra democratica, firmata anche da Alexandria Ocasio Cortez, dalla presidente del caucus congressuale dei progressisti, Pramila Jayapal e da altri parlamentari di primo piano come il californiano Ro Khanna, Jamie Raskin del Maryland e Ilhan Omar del Minnesota, è stata recapitata alla Casa Bianca ieri sera. Il suo testo è stato pubblicato dal Washington Post. 

Come abbiamo riferito venerdì scorso sul Corriere , l’ala trumpiana del partito repubblicano ha già fatto sapere che, se riconquisterà la maggioranza con le elezioni di mid term, punterà a correggere una rotta che fin qui è stata, anche a destra, di pieno sostegno al governo di Kiev.

Ore 16:02 - Kiev, russi sparano su auto, morti padre e figlio 14enne

L’esercito russo ha sparato contro un’auto su cui si trovava una famiglia uccidendo il padre e il figlio di 14 anni, mentre la figlia di 5 anni è rimasta ferita: lo ha reso noto su Facebook Yevhen Ryshchuk, il sindaco di Oleshky, nell’Oblast di Kherson. Alla bambina è stato amputato un dito di una mano. Lo riportano i media ucraini. Ryshchuk ha riferito che le truppe russe sono «molto nervose» e «sparano a tutti coloro che pensano rappresentino una minaccia».

Ore 16:31 - Kiev, Mosca usa armi al fosforo nella regione di Donetsk

La Russia utilizza munizioni al fosforo, vietate dalla normativa internazionale, a Velyka Novosilka, nella regione di Donetsk. È l’accusa lanciata dalla Guardia nazionale ucraina su Telegram, scrive Ukrinform. «L’esercito di occupazione russo continua a usare armi al fosforo vietate dalla Convenzione di Ginevra a Velyka Novosilka, nella regione di Donetsk», si legge su Telegram dove il servizio stampa della Guardia nazionale ha pubblicato un video di come i combattenti della Brigata Dnipro hanno subito questo attacco. «Queste munizioni non solo bruciano tutti gli organismi viventi, ma sono anche estremamente velenose per l’ambiente», ha aggiunto la Guardia Nazionale.

Ore 17:41 - Mosca, proposta Macron su coinvolgimento Papa è positiva

Mosca ha accolto positivamente oggi la proposta del presidente francese, Emmanuel Macron, di includere Papa Francesco e le autorità statunitensi nei colloqui per la soluzione della situazione in Ucraina: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, come riporta la Tass. Ieri Macron ha chiesto al Papa di telefonare al presidente russo, Vladimir Putin, al patriarca ortodosso russo Kirill e al presidente americano, Joe Biden, per «favorire il processo di pace» in Ucraina.

«Questo è positivo, che ci sia un’apertura di questo genere evidentemente si tratta di una apertura generica che si dovrà poi concretizzare tenendo conto di tutti gli aspetti ma che ci sia disponibilità a parlare mi pare un segno». Lo dice il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin apprendendo dai giornalisti le dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Peskov ha spiegato che il Cremlino non è contrario alla partecipazione del Papa e degli Usa alla ricerca di una soluzione del conflitto in Ucraina.

Ore 19:50 - Cremlino: G20? Non ancora deciso se andrà Putin

Mosca non ha ancora deciso chi rappresenterà la Russia al G20 del 15-16 novembre a Bali. «La decisione non è stata ancora presa», ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, quando gli è stato chiesto se la Russia potrebbe essere rappresentata dal primo ministro Mikhail Mishustin, in caso il presidente Vladimir Putin scelga di non andare. Lo riferisce l’agenzia stampa russa Tass.

Ore 21:26 - Biden: Russia commetterà grave errore se usa il nucleare

Un attacco con armi tattiche nucleari da parte della Russia sarebbe un «errore incredibilmente grave». Lo afferma Joe Biden dopo aver ricevuto il suo booster del vaccino per il Covid. «Ho trascorso molto tempo a parlare di questo oggi. la Russia commetterebbe un errore incredibilmente serio se usasse l’arma nucleare tattica», dice Biden.

Ore 00:50 - Mosca a Kiev: fermate le azioni che porteranno a una catastrofe nucleare

«Chiediamo che le autorità di Kiev e i curatori occidentali che le controllano smettano di intraprendere azioni che porteranno il mondo a una catastrofe nucleare e minacciano la vita di civili innocenti»: lo ha affermato il vice capo della delegazione russa all’Onu, Konstantin Vorontsov, in una riunione del Primo Comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, secondo quanto riporta l’agenzia Ria Novosti.

Ore 00:52 - Usa: qualsiasi negoziato per la pace spetta a Zelensky e all’Ucraina

La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha sottolineato che l’amministrazione Biden crede che qualsiasi decisione di negoziare un accordo di pace direttamente con la Russia spetti al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Non c’è niente che riguardi l’Ucraina senza l’Ucraina - ha spiegato - il nostro compito è quello di assicurarci che abbia ciò di cui ha bisogno sul campo».

Ore 01:01 - Sunak: «Ucraina può contare sul sostegno del Regno Unito»

«È un privilegio aver parlato questa sera con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Sia lui che il popolo ucraino possono contare sulla continua solidarietà e sul sostegno del Regno Unito». Così, in un tweet, il neo premier britannico Rishi Sunak. «Staremo sempre con l’Ucraina», aggiunge Sunak.

Ore 01:06 - Usa: «Se la Russia userà la “bomba sporca”, ci saranno conseguenze»

Se la Russia impiega una `bomba sporca´ o altro tipo di armi nucleari in Ucraina, «ci saranno conseguenze»: lo ha detto in un briefing il portavoce del Pentagono Pat Ryder. Queste conseguenze sono state comunicate a Mosca a vari livelli, ha aggiunto, ribadendo che le accuse russe secondo cui Kiev starebbe preparando una `bomba sporca´ sono palesemente false.

Ore 01:29 - Dnipro, attacco russo a un distributore di benzina: uccisa una donna incinta

Una donna incinta e un’altra persona sono morte in un attacco russo a un distributore di benzina avvenuto questa notte a Dnipro, una città nel sud-est dell’Ucraina, secondo fonti locali. Il sindaco di Dnipro, Borys Filatov, ha scritto su Telegram che la donna incinta è morta all’interno di un veicolo mentre l’altra vittima era il gestore di un’autolavaggio. «Oggi è avvenuto un altro attacco missilistico. Di conseguenza, due persone sono morte a Dnipro, inclusa una donna incinta. Tre vittime sono state ricoverate in ospedale», ha poi confermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo account Facebook.

Ore 01:58 - Vicepremier ucraina ai connazionali all'estero: non tornate per l'inverno

Iryna Vereshchuk, vice prima ministra ucraino, ha invitato i connazionali che hanno lasciato il Paese a causa della guerra a trascorrere l'inverno all'estero. Lo riporta Unian. «Vi chiederò di non tornare, dobbiamo sopravvivere all'inverno - ha detto Vereshchuk - vedete cosa sta facendo la Russia. Tornare ora vuol dire esporsi. Se c'è l'opportunità rimanete per l'inverno all'estero».

Ore 03:27 - Usa, 30 deputati dem a Biden: «Subito negoziato per la pace con Mosca»

(Massimo Gaggi) Trenta deputati democratici, praticamente quasi tutta l’area liberal del partito, ha chiesto ieri al presidente Biden di cambiare rotta sulla guerra in Ucraina, puntando a un negoziato diretto con la Russia. 

La lettera della sinistra democratica, firmata anche da Alexandria Ocasio Cortez, dalla presidente del caucus congressuale dei progressisti, Pramila Jayapal e da altri parlamentari di primo piano come il californiano Ro Khanna, Jamie Raskin del Maryland e Ilhan Omar del Minnesota, è stata recapitata alla Casa Bianca ieri sera. 

Il suo testo è stato pubblicato dal Washington Post. 

Come abbiamo riferito venerdì scorso sul Corriere , l’ala trumpiana del partito repubblicano ha già fatto sapere che, se riconquisterà la maggioranza con le elezioni di mid term, punterà a correggere una rotta che fin qui è stata, anche a destra, di pieno sostegno al governo di Kiev.

Ore 03:29 - IL PUNTO MILITARE - Al via le esercitazioni delle forze nucleari russe

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La Russia prosegue con la strategia dell’attenzione. Nelle ultime ore ha alternato raid e dichiarazioni ad effetto, vuole comunque mantenere a livello pubblico l’iniziativa. Da qui i riferimenti alla «bomba sporca», i toni sempre minacciosi, le accuse. 

E sono previste tra il 26 e il 29 esercitazioni lungo la penisola di Kola con la partecipazione delle forze strategiche nucleari, compresi i sottomarini d’attacco. Durante le manovre — annunciate da tempo — è possibile che siano testati dei missili. Il Pentagono, che è stato informato, le ha definite di “routine” mentre il segretario dell’Alleanza Atlantica Stoltenberg ha precisato che saranno da seguire con attenzione. Peraltro i movimenti aeronavali dei russi coincidono con quelli della Nato in Belgio dove sono impegnate unità di 14 Paesi.

Confermati 9 anni a Griner. Papa in campo per mediare. Resta in cella la cestista. Biden: "Processo farsa". Lettera di 30 dem: "Trattiamo". Poi il dietrofront. Valeria Robecco il 26 Ottobre 2022 su Il Giornale.

A circa due mesi dalla sentenza di primo grado una Corte d'appello di Mosca ha confermato la condanna a nove anni di reclusione per la cestista americana Brittney Griner, riconosciuta colpevole di possesso di stupefacenti e in carcere in Russia da quando, nel febbraio scorso, fu arrestata all'aeroporto Sheremetevo della capitale dopo che la polizia aveva trovato nel suo bagaglio sigarette elettroniche con ricariche contenenti olio di hashish (0,72 grammi, come ha precisato in aula il suo avvocato in aula).

La star delle Phoenix Mercury, due volte campionessa olimpica, doveva giocare nel campionato russo nelle fila di una squadra di Ekaterinburg durante la pausa del Wnba, e al processo si è dichiarata colpevole di traffico di droga, aggiungendo che non aveva intenzione di «violare la legge». «Griner continuerà ad essere ingiustamente detenuta in circostanze intollerabili dopo un altro processo farsa», ha commentato il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan, precisando che Joe Biden è stato «molto chiaro nel dire che dovrebbe essere rilasciata immediatamente». Il presidente, ha aggiunto, ha dimostrato «di essere disposto a fare di tutto e a prendere decisioni difficili per riportare a casa gli americani». Sullivan ha assicurato poi che l'amministrazione ha «continuato ad impegnarsi con la Russia attraverso ogni canale disponibile e a fare ogni sforzo per portare a casa Brittney, come pure per sostenere altri americani detenuti nel Paese». Per il segretario di stato Usa Antony Blinken, quanto avvenuto ieri «è un altro fallimento della giustizia»: Mosca «sta detenendo ingiustamente Brittney, e il suo rilascio è la nostra priorità». L'amministrazione Biden e il governo di Vladimir Putin si sono impegnati in negoziati segreti su un possibile scambio di prigionieri e già a giugno Washington ha offerto uno scambio che coinvolgeva Griner, ma i funzionari del Cremlino hanno affermato che era prematuro discutere di un accordo fino a quando il processo giudiziario non avesse fatto il suo corso. Con la decisione di ieri, la migliore speranza di libertà della campionessa di basket dipende probabilmente dall'esito dei delicati colloqui tra Stati Uniti e Russia. Intanto un gruppo di democratici liberal sta incalzando il Comandante in Capo chiedendo di cambiare strategia sull'Ucraina e impegnarsi in negoziati diretti con Putin. In una lettera 30 deputati - tra cui le quattro ultra-progressiste conosciute come la «Squad», Alexandria Ocasio-Cortez, Ilhan Omar, Rashida Tlaib e Ayanna Pressley - hanno scritto che «data la distruzione creata da questa guerra, nonché il rischio di un'escalation catastrofica, crediamo sia nell'interesse dell'Ucraina, degli Stati Uniti e del mondo evitare un conflitto prolungato. Vi esortiamo ad abbinare il supporto militare ed economico che gli Usa hanno fornito a Kiev con una spinta diplomatica proattiva, raddoppiando gli sforzi per un cessate il fuoco». Poi, a sera, la retromarcia imbarazzante. «La lettera era stata redatta alcuni mesi fa ma sfortunatamente è stata diffusa dallo staff senza essere valutata».

Tra i repubblicani, invece, il leader del Grand Old Party alla Camera, Kevin McCarthy, ha espresso il crescente scetticismo del suo partito sul sostegno finanziario a Kiev, avvertendo che se conquisteranno la maggioranza alle elezioni di Midterm non ci saranno «assegni in bianco» all'Ucraina. McCarthy, molto vicino all'ex presidente Donald Trump, è in lizza per diventare speaker della Camera in caso di vittoria Gop (ruolo attualmente ricoperto dalla dem Nancy Pelosi), e ha spiegato che con la recessione in arrivo, gli americani saranno assai meno disposti a fornire aiuti illimitati a Zelensky. Dal Vecchio Continente, invece, il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto a Papa Francesco durante l'incontro in Vaticano di telefonare a Putin, al patriarca ortodosso russo Kirill e a Biden, per «favorire il processo di pace» in Ucraina. E la proposta di includere il Pontefice e le autorità statunitensi nei colloqui è stata accolta positivamente da Mosca, come ha confermato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov.

Biden pronto a tutto per liberare la Griner. Anche a....? Piccole Note il 26 Ottobre 2022 su Il Giornale.

La geopolitica a volte interseca la cronaca e può riservare sorprese. Anche grandi, come potrebbe essere l’inizio di un dialogo tra Russia e Stati Uniti, ora l’un contro l’altro armati.

La condanna dei giudici russi

Ma andiamo ai fatti. Il 25 ottobre la Corte di appello di Mosca ha confermato la condanna dell’americana Brittney Griner, a nove anni di reclusione. La giocatrice di basket, da mesi al centro di una controversia tra Russia e Stati Uniti – che la rivogliono indietro -, è stata condannata per possesso di stupefacenti, accusa ovviamente negata/minimizzata dai suoi legali e dalla madrepatria.

Abbiamo dedicato una nota alla circostanza, spiegando come Biden abbia rigettato la richiesta avanzata da Mosca di un incontro con Putin al G – 20 sull’Ucraina, ma, a sorpresa, ha aggiunto che se sulla guerra non aveva nulla da discutere col presidente russo, se questi volesse parlare di altro, ad esempio del rimpatrio della Griner, avrebbe potuto fare una riflessione ulteriore sull’ipotesi.

Questa sfumatura della risposta di Biden è stata cassata dai report dei media d’Occidente, ma nonostante la censura, resta. Se anche non parlassero di Ucraina, ma solo della liberazione della Griner (e di altri cittadini americani detenuti in Russia), un incontro tra Putin e Biden avrebbe comunque un impatto notevole sulla crisi in corso, ovviamente in senso positivo.

L’ipotesi che avevamo avanzato era appunto che un incontro su tale controversia potrebbe effettivamente aver luogo. Un’ipotesi supportata da due fattori: il primo è che il G – 20 si tiene a metà novembre, dopo le midterm, quindi Biden non avrebbe problemi di tipo elettorale; il secondo è che se il presidente degli Stati Uniti uscisse dall’incontro con in mano il sospirato trofeo, cioè la liberazione dei prigionieri, nessuno, o almeno pochi, lo potrebbero accusare di aver ceduto a Putin.

Il G20 e l’impegno USA per “riportare a casa” la Griner

Di un incontro al G – 20 tra i due presidenti si sta parlando, nonostante tutto, fosse solo per negarlo. E la fase meno conflittuale che si è aperta dopo la conversazioni telefoniche tra il ministro della Difesa russo e quello americano, i quali hanno concordato di restare in contatto, potrebbe favorire tale sviluppo.

Ma a dare un qualche contributo alla nostra ipotesi, che resta comunque aleatoria e preda alle giravolte della geopolitica, sono anche le parole dette dal Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan in una conferenza stampa tenuta dopo la nuova sentenza della magistratura russa.

Riportiamo il report di Sullivan riferito dal sito ufficiale della Casa Bianca: “Oggi siamo venuti a conoscenza della notizia proveniente dalla Russia che Brittney Griner continuerà a essere detenuta ingiustamente in circostanze intollerabili dopo aver dovuto subire un altro finto procedimento giudiziario”.

“Il presidente Biden è stato molto chiaro sul fatto che Brittney dovrebbe essere rilasciata immediatamente. Nelle ultime settimane, l’amministrazione Biden-Harris ha continuato a impegnarsi con la Russia attraverso tutti i canali disponibili e a fare ogni sforzo per riportare a casa Brittney, nonché per sostenere e difendere gli altri americani detenuti in Russia, tra cui  il collega detenuto illegittimamente Paul Whelan”.

“Il presidente ha dimostrato di essere disposto a fare di tutto e a prendere decisioni difficili per riportare a casa gli americani, come ha fatto con successo la sua amministrazione da paesi di tutto il mondo”.

Il neretto è nostro. Una scelta difficile, veramente difficile, sarebbe quella di incontrare Putin per chiedere direttamente a lui la liberazione dei detenuti. Decisione difficile, ma non impossibile. Ad oggi tale ipotesi resta del tutto indicibile, una speranza ineffabile. E però, nel segreto…

Si tenga conto che Sullivan è l’uomo dell’amministrazione Usa più vicino al presidente, da cui la maggiore importanza dell’accenno. E peraltro, si può notare che la decisione della magistratura russa sembra alquanto tempestiva, dal momento che arriva a pochi giorni dall’inizio del G – 20. E si può avere una ragionevole certezza sul fatto che l’agenda dei magistrati, per un caso così importante, sia passata al vaglio della politica moscovita. Vedremo.

A.Bra. per “la Stampa” il 25 ottobre 2022.

«Storicamente la Crimea è sempre stata russa: da un punto di vista culturale, etnico, economico, religioso», come dimostra il referendum del 2014 in cui anche «molti ucraini hanno votato per l'annessione» a Mosca. E l'Ucraina anti russa? Si riconosce dall'uso di «simboli del nazismo». Parole e scritti di Gennaro Sangiuliano, nuovo ministro della Cultura, che scatenano polemiche sui social. 

A pochi giorni dai ragionamenti di Silvio Berlusconi su Putin che hanno messo in allarme i governi di tutto l'Occidente, la rete ripesca da libri e tv opinioni che molto somigliano alla versione russa del conflitto con l'Ucraina. Ospite di La7 nel dicembre del 2018, da poco direttore del Tg2, Sangiuliano ricorda che fu Krusciov a cedere la Crimea all'Ucraina, quindi «chi dice che oggi non è russa avalla una decisione presa da un regime totalitario».

C'è poi il collaborazionismo: «Chi ha studiato la Shoah e la tragica persecuzione degli ebrei sa che in molti campi di sterminio nazisti, oltre ai tedeschi che li guidavano, la bassa forza che sterminava gli ebrei era fatta dagli ucraini. Oggi quei movimenti ucraini che sono fortemente anti russi usano i simboli del nazismo». 

Nel 2015, nel libro "Putin, vita di uno zar", Sangiuliano scriveva del referendum seguito all'invasione russa dell'anno prima, sottolineando il dato del 97,38% di voti favorevoli: «Poiché la popolazione di etnia russa della Crimea è del 58,5% ne risulta che anche molti ucraini hanno votato a favore dell'adesione a Mosca». Seppur il voto «non era stato riconosciuto come legittimo da gran parte della comunità internazionale», per il ministro è ancora più vero che «nessuno «degli osservatori ha mosso «obiezioni sulla regolarità del voto».  

Storie di resistenza. Noi tatari di Crimea siamo da sempre filo-ucraini perché conosciamo il peggio della Russia. Nariman Aliev su L'Inkiesta il 26 Ottobre 2022

Per trecento anni abbiamo combattuto con Mosca per la sopravvivenza. Ogni volta siamo stati sterminati e allontanati dalla nostra terra, con la distruzione della lingua e della cultura. Anche per questo oggi scelgono l’Europa

Sono nato nel 1992 nell’Ucraina sovrana e indipendente, che ho sempre associato all’Europa e ai valori europei. Qui mi sono sempre sentito diverso, perché sono diverso. Di origine sono tataro di Crimea. Tutta la mia famiglia è composta da tatari di Crimea, che, a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, sono tornati nelle loro terre dopo essere stati deportati dal regime sovietico in Asia centrale il 18 maggio 1944: per più di quarant’anni, i tatari di Crimea avevano vissuto da sfollati senza possibilità di tornare a vivere nella propria terra.

Sono cresciuto in un mondo illogico, da tataro di Crimea nella propria terra di origine (la Crimea, appunto), in un Paese chiamato Ucraina, in un ambiente russofono con una netta narrazione filorussa. Io non ho mai associato la Crimea alla Russia e neanche l’Ucraina alla Russia. Con tutta la sua eredità di Stato postsovietico e con un elenco di problemi tuttora da risolvere, l’Ucraina ha sempre cercato di farsi una propria strada dal punto di vista politico e sociale. La Crimea è stata annessa nel XVIII secolo dall’Impero russo e per trecento anni i tatari di Crimea hanno sempre combattuto per la loro sopravvivenza. Venivamo sterminati sistematicamente e spinti fuori dalla nostra terra: per questo non abbiamo mai accolto le idee filorusse. Ci sono due narrazioni diverse in Crimea: e noi tatari siamo filoucraini, e quindi filoeuropei, oppure filorussi? I tatari di Crimea sono stati sempre filoucraini. E abbiamo sempre visto la nostra Crimea come parte integrante dell’Ucraina democratica. Dal 2014 ci chiedono di rinunciare ai valori che condividiamo con gli ucraini e che per noi coincidono con quelli europei. Ce lo impongono con le armi in mano, minacciando di eliminarci del tutto, manipolando i fatti e la storia, rimuovendo i riferimenti che possano testimoniare questa eliminazione.

La Russia non vuole solo controllare l’Ucraina, la vuole annientare. La questione della libertà rimane fondamentale sia per noi sia per il nostro nemico. Per la Russia la libertà dell’Ucraina significa la morte del “mondo russo”, il quale non potrà mai esistere accanto all’Ucraina libera e democratica proprio al di là dei suoi confini. Ma, per quanto la Russia provi a manipolare l’Ucraina attraverso l’espansione politica, culturale, migratoria, ed economica (perché l’espansione militare è solo l’ultimo mezzo al quale può ricorrere un Paese aggressore), l’Ucraina cerca di resistere. Attenzione, però, perché la Russia ha già attivato anche in altre parti d’Europa alcuni tipi di espansione non militare. Nel 2014 abbiamo perso la guerra dell’informazione, una guerra nella quale la Russia investe milioni, miliardi. È sempre più facile credere a una menzogna che smentirla. E le menzogne russe sono come i razzi. Partono in cento e se anche la difesa antiaerea ne abbatte novantasei quattro arrivano a destinazione. E con quelle quattro la Russia comincia a lavorare.

Mosca ha sempre sfruttato i punti deboli dei Paesi che sono il suo obiettivo. Nella primavera del 2014 la vittima era l’Ucraina, la quale, anche se era riuscita a cacciare dal Paese il presidente filorusso Viktor Janukovyč, era in attesa delle elezioni democratiche. Uno dei razzi della propaganda russa si basa sulla narrazione dei “popoli fraterni”. E questo razzo è arrivato a destinazione in Crimea. I militari crimeani consideravano “fratelli” i marinai russi della flotta russa a Sebastopoli. Vivevano negli stessi palazzi, i loro figli andavano nelle stesse scuole, bevevano la stessa vodka. Nessuno si stava preparando a una guerra uno contro l’altro. Quando i militari russi hanno puntato i fucili contro i militari ucraini, gli ucraini non sono stati pronti a rispondere.

La Russia, quando occupa un territorio, inizia a distorcere la realtà, chiude l’accesso all’informazione libera e cancella il collegamento con il mondo esterno e la possibilità di esprimere i propri pensieri liberamente. Nei territori occupati viene costruito il culto della Russia. Il pensiero critico viene eliminato e le persone cominciano a parlare per slogan. In Crimea, insieme a tutto questo, dopo il 2014 è stata anche usata l’espansione migratoria con l’arrivo di nuova popolazione russa. Gli attivisti filoucraini e i tatari di Crimea hanno dovuto lasciare la penisola. Quelli che sono rimasti, sono finiti dietro le sbarre per non aver voluto tradire i propri principi e la propria patria. Tanti di loro sono già usciti dalle prigioni, ma sono tornati a vivere sotto l’occupazione. Tutta questa politica è l’eredità dell’Impero russo e successivamente dell’Unione Sovietica, anche se non nella stessa misura, perché adesso la Russia sta cercando di creare una falsa immagine su come si vive bene sotto occupazione. L’occupante non può essere, per definizione, buono, perché se ne frega del pensiero dei locali, fa quello che gli conviene. Oggi gli conviene dare un pezzo di pane e lo dà, domani invece no, e magari causa una grande carestia come quella del 1932-1933. Contare sulla clemenza degli assassini è stupido.

I tatari di Crimea sono sopravvissuti e hanno tramandato la propria cultura grazie a un meccanismo di conservazione. Quando ti cancellano la soggettività, quando cercano di eliminarti e di assimilarti, quando qualsiasi menzione ufficiale della tua identità viene tolta dai libri, come è successo ai tatari di Crimea dopo il 1944, l’unica cosa che puoi fare è chiuderti in te stesso, per poter preservare briciole di identità, tradizione, lingua, memoria e storia. Siamo stati deportati per più di 45 anni e ora siamo sotto l’occupazione russa della Crimea e non abbiamo più la possibilità di svilupparci liberamente. In Ucraina avevamo almeno la libertà di farlo, la libertà di essere noi stessi.

La nostra lingua sta lentamente morendo. La si usa per parlare e per scrivere, ma non è unificata. È rimasta congelata. Mentre le altre lingue si sono evolute, dando un nome ai nuovi concetti, i nuovi termini della nostra lingua sono di derivazione russa.Quando nel 2014 la Russia ha invaso l’Ucraina, ho capito subito che cosa sarebbe potuto succedere a noi e agli ucraini. La forza degli ucraini sta nell’avere un loro Stato sovrano, un territorio e una cultura. E nell’avere una lingua che, pur essendo stata ferita, distorta, stuprata e repressa dal regime sovietico, si è conservata di più rispetto a quella dei tatari di Crimea. Noi non abbiamo avuto la stessa possibilità. Se la Russia vincerà questa guerra, e raggiungerà i suoi obiettivi, il popolo ucraino, com’è già quasi successo al mio, tra due o tre generazioni non ci sarà più. Gli ucraini hanno sempre lottato, hanno perso, ma hanno sempre continuato a lottare. Non esserci riusciti e non aver fatto niente per riuscirci sono due cose diverse. Ecco, i russi non stanno facendo niente. Loro non credono nemmeno di poter cambiare qualcosa. Forse è questa la cosa più tragica, perché quando una persona non crede di poter fare qualcosa significa che dentro è morta.

Se la Russia fosse riuscita a prendere l’Ucraina nel 2004 o nel 2014, oggi non avrebbe lanciato missili verso Kyjiv, Kharkiv e Odessa, ma verso Varsavia, Vilnius e Praga. E forse questi missili sarebbero partiti dal territorio ucraino, come oggi vengono lanciati dal territorio bielorusso verso il territorio ucraino. La Bielorussia è l’esempio di un Paese che non ha potuto resistere all’espansione russa, pur se del tipo “leggero”. L’Ucraina ha resistito, per questo sono venuti a casa nostra con le armi. L’Ucraina per ora svolge il ruolo di fortezza d’Europa. Se l’Ucraina cade, l’Europa sarà costretta a un faccia a faccia con la Russia. L’Europa non capisce ancora che la localizzazione di questa guerra è soltanto temporanea.

Quando mi chiedono se credo nella possibilità di poter reintegrare la Crimea nell’Ucraina, io rispondo di sì. La Russia cerca di uccidere la nostra speranza e la speranza è l’ultima fortezza per chiunque abbia un obiettivo. I miei nonni e i miei genitori deportati non avevano nessuna possibilità di tornare in patria, ma se non avessero creduto di poter tornare non sarebbero mai tornati. E io non sarei mai nato in Crimea, ma da qualche parte in Asia centrale, e forse non mi sarei mai identificato come un tataro di Crimea. Invece la speranza e la fede che un giorno saremmo potuti ritornare ci ha sempre tenuti a galla e ci ha aiutato a conservare la memoria. E forse questa è la cosa più importante.

I russi reclutano soldati con Aids ed epatite C. Il dettaglio inquietante del braccialetto. Il Tempo il 25 ottobre 2022

Il Gruppo Wagner, compagnia militare privata di mercenari, ha avviato il reclutamento di massa dalle carceri russe di prigionieri affetti da gravi malattie infettive, tra cui l’ Hiv e l’epatite C. Lo ha riferito la Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, come riporta Ukrinform.

Secondo l’intelligence ucraina, nella sola colonia correttiva n. 5 nel villaggio di Metalostroy, nella regione di Leningrado, il Gruppo Wagner ha reclutato più di cento prigionieri con una diagnosi confermata di Aids o epatite C.

Emerge inoltre un dettaglio inquietante. Gli 007 di Kiev hanno verificato che per ’"marcar" i militanti infetti, il Gruppo Wagner li obbliga a indossare dei braccialetti: quelli rossi per la presenza dell’ Hiv, quelli bianchi per la presenza dell’ epatite. Sarebbero un centinaio gli ex carcerati affetti da almeno una di queste malattie, e reclutati all'interno di colonia penale nella città di Metalostroy.

 «Tra i soldati costretti a prestare servizio a fianco degli infetti cresce l'indignazione per questa situazione. È noto che i medici russi si rifiutano sistematicamente di fornire assistenza ai feriti con epatite o Hiv», ha assicurato l'intelligence ucraina. I mercenari tra le fila di Wagner, attualmente sul territorio di Kiev, sarebbero almeno 8mila.

Ucraina, strage di innocenti. E Wagner recluta i malati. Matteo Basile il 26 ottobre 2022 su Il Giornale 

Durante una guerra, piaccia o no, di atti barbari, inumani e raccapriccianti ne succedono tanti. Fa parte della natura stessa di un conflitto: c'è qualcuno che spara e qualcuno che muore. Crudele e inevitabile. Ma se a morire è un uomo o una donna in divisa, qualcuno che per scelta o per costrizione è comunque deputato a combattere, lo si può tollerare. Ma quando a morire è un civile, uno che quel conflitto non lo ha voluto né appoggiato ma soltanto subito, le cose cambiano. E diventano inaccettabili quando la guerra racconta storie come quella capitata nel Kherson. Una famiglia in auto, probabilmente per allontanarsi quanto più possibile dalla zona calda dei combattimenti. Una pattuglia dell'esercito russo che incrocia l'auto e senza nessuna verifica inizia a sparare. Il padre e il figlio di 14 anni vengono uccisi, la piccola di 5 anni che sedeva sul sedile posteriore rimane ferita. Le è stato amputato il dito di una mano. Barbarie. Come altro chiamare atti del genere? La storia è stata raccontata da Yevhen Ryshchuk, il sindaco di Oleshky nella regione del Kherson, aggiungendo che «le truppe russe sono molto nervose e sparano a tutti coloro che pensano rappresentino una minaccia». Cosa che con la guerra non ha nulla a che vedere. 

Eppure la guerra porta alla luce storie che sembravano avere dell'assurdo. Che magari vanno filtrate dall'inevitabile dose di propaganda ma che assurde restano. Secondo quanto riporta l'intelligence di Kiev infatti, la compagnia russa Wagner, impegnata a costruire trincee per arretrare la linea del fronte nel Sud del Paese, ha iniziato a reclutare in massa detenuti anche con gravi malattie come Hiv ed epatite C. Sarebbero più di cento i prigionieri malati che sono stati reclutati nella colonia correttiva, leggasi carcere in stile gulag, nel villaggio di Metalostroy. Non solo. Temendo rischi di contagio, soprattutto in caso di ferimento in battaglia, i prigionieri-soldati sarebbero stati costretti a indossare braccialetti rossi se affetti da Hiv e bianchi se malati di epatite. Tra l'incredibile e il drammatico, spuntano anche storie di speranza. Come quella di Bohdan, un bimbo di 8 anni salvato dalla polizia ucraina. In un bombardamento ha perso entrambi i genitori (la madre era incinta di 7 mesi), vagava da solo per le strade di Bakhmut, nel Donetsk, quando è stato trovato e portato al sicuro.

Intanto, sul campo, continua l'allerta su una possibile escalation nucleare. Mentre Mosca continua ad accusare Kiev di voler usare bombe sporche nel conflitto, (accusa respinta e smentita dal mondo intero), da oggi partono le esercitazioni russe nella penisola di Kola a cui parteciperanno anche forze strategiche nucleari, compresi i sottomarini d'attacco. E non è escluso che vengano testati dei missili. Gli ucraini accusano i russi: «Utilizzano munizioni al fosforo, vietate dalla normativa internazionale, nel Donetsk». Si tratta di armi che «non solo bruciano tutti gli organismi viventi, ma sono anche estremamente velenose per l'ambiente», denuncia la guardia nazionale ucraina. Intanto, nella più grande centrale nucleare d'Europa, a Zaporizhzhia, segnalate attività sospette da parte degli ufficiali russi che hanno preso il controllo della centrale. L'ipotesi è che sia in preparazione un attacco con «materiali nucleari e scorie immagazzinate presso l'impianto».

Vladimir Putin torna a parlare e lancia un avviso ai suoi: «Dobbiamo accelerare il processo decisionale in relazione all'operazione militare speciale in Ucraina», ha detto, chiedendo più coordinamento tra strutture. Messaggio recepito al volo dal suo cane da guardia in Cecenia, Ramzan Kadyrov: «Se un proiettile è volato nella nostra direzione, nella nostra regione, dobbiamo spazzare via le città ucraine dalla faccia della Terra. Per vedere l'orizzonte lontano. Perché capiscano che non possono nemmeno pensare di sparare nella nostra direzione», aggiungendo che secondo lui «la nostra risposta è debole». Andasse a raccontarlo alla famiglia spezzata nel Kherson o al bimbo rimasto orfano nel Donetsk. Quando la barbarie diventa assurda e mira invece ad essere normalità. Ma non lo è.

Putin: «Alto rischio di conflitto mondiale». Kadyrov: «È una jihad». Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 26 Ottobre 2022.

Le notizie di mercoledì 26 ottobre, in diretta. Nato: «Mosca non usi falsi pretesti per l'escalation». Biden: «Conseguenze per Mosca se userà le bombe sporche» 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 244esimo giorno.

• Macron ha fatto sapere di aver chiesto al Papa di telefonare a Putin e Biden per «favorire il processo di pace». Mosca apre alla proposta.

• Una Corte d’appello russa conferma la condanna a 9 anni per la cestista Usa Griner. La Casa Bianca: «Un altro processo farsa».

• Von der Leyen: servono 350 miliardi per la ricostruzione in Ucraina.

• Biden: «La Russia commetterà grave errore se userà il nucleare». Cresce il timore per l’uso di “bombe sporche”.

• Mosca, da oggi le esercitazioni con le forze strategiche nucleari.

Ore 05:16 - Biden: Russia commetterà grave errore se usa il nucleare

Un attacco con armi tattiche nucleari da parte della Russia sarebbe un «errore incredibilmente grave». Lo afferma Joe Biden dopo aver ricevuto il suo booster del vaccino per il Covid. «Ho trascorso molto tempo a parlare di questo oggi. la Russia commetterebbe un errore incredibilmente serio se usasse l’arma nucleare tattica», dice Biden.

Ore 05:19 - Mosca a Kiev: fermate le azioni che porteranno a una catastrofe nucleare

«Chiediamo che le autorità di Kiev e i curatori occidentali che le controllano smettano di intraprendere azioni che porteranno il mondo a una catastrofe nucleare e minacciano la vita di civili innocenti»: lo ha affermato il vice capo della delegazione russa all’Onu, Konstantin Vorontsov, in una riunione del Primo Comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, secondo quanto riporta l’agenzia Ria Novosti.

Ore 05:19 - Usa: qualsiasi negoziato per la pace spetta a Zelensky e all’Ucraina

La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha sottolineato che l’amministrazione Biden crede che qualsiasi decisione di negoziare un accordo di pace direttamente con la Russia spetti al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Non c’è niente che riguardi l’Ucraina senza l’Ucraina - ha spiegato - il nostro compito è quello di assicurarci che abbia ciò di cui ha bisogno sul campo».

Ore 05:24 - Sunak: «Ucraina può contare sul sostegno del Regno Unito»

«È un privilegio aver parlato questa sera con il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Sia lui che il popolo ucraino possono contare sulla continua solidarietà e sul sostegno del Regno Unito». Così, in un tweet, il neo premier britannico Rishi Sunak. «Staremo sempre con l’Ucraina», aggiunge Sunak.

Ore 05:25 - Usa: «Se la Russia userà la “bomba sporca”, ci saranno conseguenze»

Se la Russia impiega una `bomba sporca´ o altro tipo di armi nucleari in Ucraina, «ci saranno conseguenze»: lo ha detto in un briefing il portavoce del Pentagono Pat Ryder. Queste conseguenze sono state comunicate a Mosca a vari livelli, ha aggiunto, ribadendo che le accuse russe secondo cui Kiev starebbe preparando una `bomba sporca´ sono palesemente false.

Ore 05:28 - Dnipro, attacco russo a un distributore di benzina: uccisa una donna incinta

Una donna incinta e un’altra persona sono morte in un attacco russo a un distributore di benzina avvenuto questa notte a Dnipro, una città nel sud-est dell’Ucraina, secondo fonti locali. Il sindaco di Dnipro, Borys Filatov, ha scritto su Telegram che la donna incinta è morta all’interno di un veicolo mentre l’altra vittima era il gestore di un’autolavaggio. «Oggi è avvenuto un altro attacco missilistico. Di conseguenza, due persone sono morte a Dnipro, inclusa una donna incinta. Tre vittime sono state ricoverate in ospedale», ha poi confermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sul suo account Facebook.

Ore 05:29 - Vicepremier ucraina ai connazionali all'estero: non tornate per l'inverno

Iryna Vereshchuk, vice prima ministra ucraino, ha invitato i connazionali che hanno lasciato il Paese a causa della guerra a trascorrere l'inverno all'estero. Lo riporta Unian. «Vi chiederò di non tornare, dobbiamo sopravvivere all'inverno - ha detto Vereshchuk - vedete cosa sta facendo la Russia. Tornare ora vuol dire esporsi. Se c'è l'opportunità rimanete per l'inverno all'estero».

Ore 05:30 - Usa, 30 deputati dem a Biden: «Subito negoziato per la pace con Mosca»

(Massimo Gaggi) Trenta deputati democratici, praticamente quasi tutta l’area liberal del partito, ha chiesto ieri al presidente Biden di cambiare rotta sulla guerra in Ucraina, puntando a un negoziato diretto con la Russia. 

La lettera della sinistra democratica, firmata anche da Alexandria Ocasio Cortez, dalla presidente del caucus congressuale dei progressisti, Pramila Jayapal e da altri parlamentari di primo piano come il californiano Ro Khanna, Jamie Raskin del Maryland e Ilhan Omar del Minnesota, è stata recapitata alla Casa Bianca ieri sera. 

Il suo testo è stato pubblicato dal Washington Post. 

Come abbiamo riferito venerdì scorso sul Corriere , l’ala trumpiana del partito repubblicano ha già fatto sapere che, se riconquisterà la maggioranza con le elezioni di mid term, punterà a correggere una rotta che fin qui è stata, anche a destra, di pieno sostegno al governo di Kiev.

Ore 05:30 - IL PUNTO MILITARE - Al via le esercitazioni delle forze nucleari russe

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La Russia prosegue con la strategia dell’attenzione. Nelle ultime ore ha alternato raid e dichiarazioni ad effetto, vuole comunque mantenere a livello pubblico l’iniziativa. Da qui i riferimenti alla «bomba sporca», i toni sempre minacciosi, le accuse. 

E sono previste tra il 26 e il 29 esercitazioni lungo la penisola di Kola con la partecipazione delle forze strategiche nucleari, compresi i sottomarini d’attacco. Durante le manovre — annunciate da tempo — è possibile che siano testati dei missili. Il Pentagono, che è stato informato, le ha definite di “routine” mentre il segretario dell’Alleanza Atlantica Stoltenberg ha precisato che saranno da seguire con attenzione. Peraltro i movimenti aeronavali dei russi coincidono con quelli della Nato in Belgio dove sono impegnate unità di 14 Paesi.

Ore 09:01 - «La Russia sta reclutando commando afgani per combattere in Ucraina»

Diverse fonti militari e di sicurezza afgane hanno riferito a Foreign Policy che membri del Corpo di commando dell’esercito nazionale afghano affermano di essere stati contattati er unirsi all’esercito russo per combattere in Ucraina. Prima che gli Stati Uniti cedessero l’Afghanistan ai talebani nell’agosto 2021, secondo quanto riferito, gli Stati Uniti avevano speso quasi 90 miliardi di dollari per costruire le forze di difesa e sicurezza nazionali afgane. I commando erano stati addestrati dai Navy SEALS degli Stati Uniti e dal British Special Air Service.

Ore 09:07 - I russi hanno colpito oltre 40 insediamenti in 24 ore

Nelle ultime 24 ore le forze russe hanno lanciato cinque razzi, 30 attacchi aerei e più di 100 attacchi multipli con sistemi missilistici contro più di 40 insediamenti in tutta l’Ucraina. Lo ha reso noto lo Stato Maggiore della Difesa di Kiev. «Violando le norme del diritto umanitario internazionale, le leggi e i costumi di guerra», le forze russe «continuano a colpire le infrastrutture critiche e le case della popolazione civile», ha scritto lo Stato maggiore ucraino nel suo aggiornamento mattutino sul conflitto.

Ore 09:23 - Ucraina: arrivati sistemi difesa anti-drone da Usa

L’Ucraina ha ricevuto nei giorni scorsi dagli Stati Uniti gli attesi sistemi missilistici terra-aria NASAMS, che Kiev dispiegherà per far fronte agli attacchi degli elicotteri, dei missili da crociera ma soprattutto dei micidiali droni kamikaze Shahed-136 di produzione iraniana usati dalle forze russe. Intervistato ieri dalla CNBC, Greg Hayes - amministratore delegato del gruppo aerospaziale e della difesa Raytheon Technologies che produce gli NASAMS - ha infatti affermato che il gruppo ha consegnato due di questi sistemi al Pentagono «un paio di settimane fa», aggiungendo che «oggi (ieri, ndr) vengono installati in Ucraina».

Ore 09:33 - Russia: «”Desatanizziamo” l’Ucraina»

Vladimir Putin ha giustificato l’invasione dell’Ucraina con l’affermazione della necessità di «denazificare» il Paese. Ieri, il consiglio di sicurezza russo è passato dalla «denazificazione» alla «desatanizzazione», con Aleksey Pavlov, assistente segretario del consiglio di sicurezza della Federazione Russa, che ha affermato che c’erano «centinaia di sette» in cui i cittadini hanno abbandonato i valori ortodossi.

Ore 10:33 - Papa: Dio ci porti ad una pace duratura in Ucraina

«Non dimentichiamo di continuare a pregare per la martoriata Ucraina. Che il Signore protegga quella gente e ci porti tutti sulla strada di una pace duratura». Lo ha detto Papa Francesco all’udienza di oggi. Le parole del Papa, ricorrenti ad ogni apparizione in pubblico (sia per un’udienza, sia per l’Angelus), giungono all’indomani di una prima cauta apertura alla possibilità di mediazione della Santa Sede nella guerra scatenata dall’aggressione della Russia in Ucraina. Ancora ieri la stampa francese rilanciava la notizia della richiesta del presidente Macron al Pontefice per l’avvio di un’opera di dialogo, attraverso contatti con il Patriarca ortodosso di Mosca Kirill. 

Un’ipotesi cui il Cremlino ha reagito in modo non negativo. Dell’ipotesi di una mediazione vaticana si era già ragionato nel corso dell’estate. A metà settembre, poi, lo stesso Papa Francesco aveva lasciato intendere la sua disponibilità incontrando i giornalisti sul volo che lo riportava a Roma dal Kazakhstan. «Credo che sia sempre difficile capire il dialogo con gli Stati che hanno incominciato la guerra, e sembra che il primo passo è stato da lì, da quella parte», aveva detto, «È difficile ma non dobbiamo scartarlo, dobbiamo dare l’opportunità del dialogo a tutti, a tutti! Perché sempre c’è la possibilità che nel dialogo si possano cambiare le cose, e anche offrire un altro punto di vista, un altro punto di considerazione. Io non escludo il dialogo con qualsiasi potenza, che sia in guerra, che sia l’aggressore delle volte il dialogo si deve fare così, ma si deve fare, «puzza» ma si deve fare. Sempre un passo avanti, la mano tesa, sempre! Perché al contrario chiudiamo l’unica porta ragionevole per la pace. Delle volte non accettano il dialogo: peccato! Ma il dialogo va fatto sempre, almeno offerto, e questo fa bene a chi lo offre; fa respirare».

Ore 10:53 - Il consigliere di Zelensky avverte della «più pesante delle battaglie» in arrivo a Kherson

Un alto funzionario ucraino ha affermato che le forze russe si stanno preparando alla «battaglia più pesante» nella strategica regione meridionale di Kherson, mentre il Cremlino si prepara a difendere la più grande città sotto il suo controllo dalla controffensiva ucraina. Le forze russe nella regione sono state respinte nelle ultime settimane e rischiano di rimanere intrappolate contro la sponda occidentale del fiume Dnipro, dove il capoluogo di provincia di Kherson è in mano russa dai primi giorni dell’invasione dell’Ucraina otto mesi fa. Le autorità installate dalla Russia stanno evacuando i residenti sulla sponda orientale, ma Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha affermato che non vi era alcun segno che le forze russe si stessero preparando ad abbandonare la città.

Ore 11:27 - Mercedes-Benz è diventata l'ultima azienda a lasciare la Russia

Ore 12:23 - Cremlino: «Truppe Usa in Romania un pericolo per la Russia»

Lo schieramento da parte degli Usa della 101/a divisione aerotrasportata in Romania, annunciata nei giorni scorsi, aumenta i pericoli per la Russia e non porta ad un rafforzamento della stabilità. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Tass.

Ore 12:33 - La Russia alla Cina: Kiev sta sviluppando la “bomba sporca”

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha detto al suo omologo cinese che l’Ucraina sta sviluppando la “bomba sporca”. Dopo averlo comunicato all’Occidente, il Cremlino si rivolge alla Cina che al momento è il più importante alleato, come riporta su Telegram il ministero della Difesa russo, ripreso su Twitter da Max Seddon del Financial Times.

Ore 12:59 - Putin non si congratula con Sunak, Regno Unito Paese ostile

Il presidente russo Vladimir Putin non ha inviato un telegramma di congratulazioni al nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak, poiché il Regno Unito è classificato da Mosca come un Paese ostile. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti.

Ore 13:30 - Putin osserva le esercitazioni nucleari, testati missili balistici

Il presidente russo Vladimir Putin ha osservato a distanza le esercitazioni delle forze di deterrenza strategica (le forze strategiche nucleari), che hanno simulato una risposta ad un attacco nucleare. Lo ha riferito il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, come riporta l'agenzia Ria Novosti. Si tratta di esercitazioni che si fanno ogni anno e sia Russia che Stati Uniti comunicano in anticipo la data di queste esercitazioni. Mosca le aveva già tenute nel mese di febbraio, per il 2022, poco prima dell'invasione in Ucraina.

Durante la sessione sono stati lanciati un missile balistico intercontinentale Yars dal cosmodromo di Plesetsk e un missile balistico Sineva dal Mare di Barents presso il sito di test di Kura in Kamchatka, insieme ad altri missili a lungo raggio. Secondo le Ria Novosti i compiti delle truppe, svolti durante l'addestramento, sono stati completati con successo.

Ore 13:53 - Kiev: finora riesumati mille cadaveri nelle zone liberate

Circa un migliaio di cadaveri di civili e militari ucraini sono stati riesumati nei territori del Paese liberati di recente dall'assedio degli occupanti russi. Lo riferisce l'ufficio stampa del Ministero per il Reinserimento dei territori occupati, citato da Unian. «In particolare, quasi 450 corpi sono stati scoperti (a settembre) a Izyum, nel luogo di una delle sepolture di massa più grandi che siano state trovate», afferma il rapporto sottolineando che stanno emergendo «circostanze scioccanti sulle atrocità commesse dagli occupanti: tra i morti sia adulti che bambini».

Ore 13:54 - Putin: «Ucraina strumento degli Usa, ha perso la sovranità»

«L'Ucraina è diventata uno strumento della politica estera degli Usa e ha praticamente perso la propria sovranità». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin citato dalle agenzie russe.

Ore 14:03 - Putin: «Alto rischio di conflitto mondiale»

«Il potenziale di conflitto nel mondo nel suo insieme, così come a livello regionale, rimane molto alto. Stanno emergendo nuovi rischi e sfide per la sicurezza collettiva, principalmente a causa di un forte aggravamento del confronto geopolitico globale». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in una riunione del Consiglio dei capi delle agenzie di sicurezza e dei servizi speciali dei paesi della Csi. Lo riporta la Tass.

Ore 14:20 - Mosca: esclusi da riunione proliferazione armi, Roma ostile

«L'Italia ha gravemente violato il suo mandato di presidente» estromettendo gli esperti russi dal partecipare a una seduta sulle questioni operative dell'Iniziativa sulla lotta alla proliferazione di armi di distruzione di massa (Psi) apertasi oggi a Roma. È quanto afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Tass. Mosca, ha aggiunto Zakharova, «considera questa mossa di Roma come ostile. Questo è un altro attacco provocatorio alla Russia».

Ore 14:36 - Nato: «La Russia non usi falsi pretesti per escalation»

«Vladimir Putin sta perdendo sul terreno e sta rispondendo con attacchi sui civili e con una retorica nucleare». La Russia «non usi falsi pretesti per una escalation. La Nato non sarà intimidita nel suo sostegno» all'Ucraina. «La Nato difenderà tutti gli Alleati». Lo ha detto il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg ricevendo il premier della Romania Nicolae Ciuca a Bruxelles.

Ore 14:38 - Putin: da sabotaggio Nord Stream danni colossali per Europa

Atti come il sabotaggio compiuto al Nord Stream «infliggono danni colossali all'economia europea e peggiorano significativamente le condizioni di vita di milioni di persone». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass. Per quanto riguarda i responsabili delle esplosioni, Putin ha detto che rimane «il silenzio su chi ha commesso questi atti, su chi ha interesse in essi».

Ore 14:45 - Shoigu: «Esercitazioni per contrattacco nucleare massiccio»

La Russia ha compiuto oggi un'esercitazione che comprendeva «un attacco nucleare massiccio» delle sue forze strategiche in risposta ad un eventuale «attacco nucleare del nemico». Lo ha detto il ministro della Difesa Serghei Shoigu, citato dall'agenzia Tass. «Tutti i missili hanno raggiunto i loro obiettivi», si legge in un comunicato sul sito del Cremlino.

Ore 15:24 - Kiev: controffensiva difficile nel Kherson per il brutto tempo

Il ministro della Difesa ucraina Oleksii Reznikov ha detto in conferenza stampa che la controffensiva sulla linea del fronte di Kherson è resa difficile dalle piogge incessanti e dal terreno fangoso. Il ministro ha dichiarato anche che i russi utilizzano i canali di irrigazione agricola come trincee nelle zone occupate. Intanto, a Kherson, città occupata, prosegue l'evacuazione dei civili.

Ore 15:38 - Kiev: «Dieci militari tornati a casa in un nuovo scambio prigionieri. Restituito il corpo del veterano Usa ucciso in combattimento»

Il capo dell'Ufficio del Presidente dell'Ucraina, Andriy Yermak, ha annunciato un altro scambio di prigionieri, a seguito del quale dieci militari ucraini sono stati rilasciati dalla prigionia. «I nostri sono a casa - ha scritto su Telegram - grazie a un altro scambio di prigionieri. È stato possibile portare a casa 10 militari ucraini. Tra loro c'è un ufficiale e 9 soldati e sergenti». «Continueremo a lavorare finché non porteremo a casa tutta la nostra gente», ha detto Yermak, aggiungendo che è stato consegnato anche il corpo di un volontario americano, il veterano dell'esercito americano Joshua Alan Jones, 24 anni, che ha combattuto dalla parte dell'Ucraina ed è stato ucciso in battaglia nel mese di agosto. Per la restituzione del corpo di Jones, russi e ucraini hanno concordato un cessate il fuoco di due ore a nord di Vasylivka, nella regione di Zaporizhzhia.

Ore 15:54 - Il 31 a Sochi incontro tra leader Russia, Armenia e Azerbaigian

Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha affermato che il 31 ottobre parteciperà ad un incontro trilaterale con il presidente russo Vladimir Putin e il presidente azero Ilham Aliyev. «C'è un invito del presidente russo a tenere un incontro trilaterale a Sochi il 31 ottobre», ha detto Pashinyan in una riunione del governo, e «ho confermato la mia partecipazione». «Onestamente, non so se la parte azerbaigiana ha confermato la sua partecipazione», ha detto ancora, Pashinyan, citato dall'agenzia russa Interfax.

Ore 16:36 - Kadyrov: «Questa guerra è una jihad, l'Ucraina ci appartiene»

In un video pubblicato sul suo canale Telegram, il leader ceceno Ramzan Kadyrov, ha definito la guerra in Ucraina una «jihad». «Vi do la mia parola: li attaccheremo ogni giorno. Non faremo prigionieri questi sheitan (demoni in arabo, ndr). Li bruceremo. Il nostro territorio è Odessa, Kiev, Kharkiv. L'Ucraina ci appartiene interamente», ha detto.

Ore 17:11 - Sanzioni Usa a oligarchi moldavi legati a ingerenze russe

Gli Usa hanno imposto sanzioni a due oligarchi moldavi fuggitivi (in passato leader politici), ad altre sette persone e 12 entità, tutti accusati a vario titolo di essere coinvolti in attività corruttive e negli sforzi legati al Cremlino di interferire nelle elezioni democratiche della Moldova. Lo ha annunciato il segretario di stato Usa Antony Blinken.

Ore 17:19 - Farnesina: la Russia sapeva di esclusione, parole pretestuose

La risposta della Farnesina alla Russia che accusa l'Italia di essere stata esclusa dalla riunione contro la proliferazione di armi di distruzione di massa, è arrivata a stretto giro. «La decisione di non coinvolgere esperti russi alla sessione attualmente in corso a Roma» di Esperti della PSI è stata presa «d'intesa con i principali paesi partecipanti all'iniziativa. In uno spirito di trasparenza, era stata preannunciata alla Federazione Russa: «l'esclusione è motivata non solo dalla brutale aggressione all'Ucraina, ma anche alla luce di un atteggiamento sempre più polarizzante e non cooperativo» di Mosca nei fori internazionali di Disarmo e Non Proliferazione. Lo sottolinea la Farnesina definendo le dichiarazioni rilasciate oggi dalla portavoce del Ministero degli Esteri «del tutto pretestuose».

Ore 18:33 - Meloni: la pace si ottiene sostenendo Kiev

«L'unica possibilità, da che mondo è mondo, per favorire i negoziati nei conflitti è che ci sia un equilibrio. A meno che mi vogliate dire che la pace si ottiene con la resa, la pace si ottiene proseguendo con il sostegno all'Ucraina, consentendole di difendersi». Lo dice la premier Giorgia Meloni in replica al Senato in occasione della fiducia al governo.

Ore 18:52 - Zelensky: usati circa 400 droni iraniani dalla Russia

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rallegrato per la «tendenza positiva» emersa nei rapporti con Israele in seguito alla condivisione di informazioni di intelligence fra i due Paesi riguardo in particolare i «400 droni iraniani» utilizzati dalla Russia nelle sue operazioni in Ucraina.

Ore 19:27 - Berlusconi: la mia posizione ferma con l'Ucraina, nessun dubbio

«Noi, naturalmente, in questa situazione non possiamo che essere con l'Occidente, nella difesa dei diritti di un Paese libero e democratico come l'Ucraina. Noi dobbiamo lavorare per la pace e lo faremo in pieno accordo con i nostri alleati occidentali e nel rispetto della volontà del popolo ucraino. Su questo la nostra posizione è ferma e convinta, è assolutamente chiara e non può essere messa in dubbio da nessuno, per nessun motivo». Così il senatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi nella dichiarazione di voto in Aula per la fiducia al governo.

G.D.F. per “la Repubblica” il 27 ottobre 2022.

La banda dei Rotax. Non la banda dei Rolex, ma una gang internazionale specializzata nei furti di oggetti ancora più preziosi: i motori per i droni iraniani usati dai russi nei bombardamenti contro l'Ucraina. 

L'esame dei velivoli telecomandati abbattuti durante i raid ha confermato un sospetto dell'intelligence internazionale: sono dotati di propulsori Rotax, costruiti da una società austriaca. L'unico Mohajer 6 precipitato in mare a Odessa e catturato intatto aveva il modello 912. Di fronte alle foto, l'azienda ha subito avviato un'indagine interna: «Noi non abbiamo mai autorizzato la vendita all'Iran o alla Russia e per questo abbiamo aperto un'inchiesta per scoprire l'origine dei motori».

La ditta, che è controllata dalla canadese Bombardier Recreational Products, sostiene di avere sempre rispettato le sanzioni: le uniche forniture note alla Russia sono anteriori all'occupazione della Crimea. E allo stesso tempo i suoi motori sono adottati dai droni americani Predator e da quelli israeliani Heron: due bestseller aeronautici, con ricche commesse che sarebbero state compromesse dalle cessioni clandestine a Teheran.

E allora come hanno fatto gli iraniani a procurarsi i Rotax? Il sito specializzato Warzone avanza un'ipotesi inquietante: potrebbero essere stati rubati da una banda sofisticata e poi esportati di nascosto fino a Teheran. I propulsori austriaci da cento cavalli infatti sono impiegati pure per i piccoli aerei ultraleggeri, pilotati dagli appassionati in tutto il mondo. E da anni sono presi di mira da una incredibile catena di furti, portati a termine con professionalità e maestria.

Razzie così numerose da avere spinto l'azienda a mettere online i dati sui macchinari trafugati, in modo da ostacolarne la ricettazione: l'elenco ne comprende 130, quasi tutti spariti in Europa, ma c'è la convinzione che sia una lista parziale. Il record si registra nel Regno Unito con 36 prede e non a caso Londra ha affidato le indagini a un team dell'intelligence. Ben 31 sono spariti in Germania. E altri 27 sono stati rubati in Italia. Nel nostro Paese la gang dei Rotax ha colpito in diversi aeroclub della Penisola, dalla Campania alle Alpi.

A Jesi, nelle Marche, nell'aprile 2014 ne sono stati portati via cinque. Stesso bottino ad Aguscello-Ferrara. Altri tre a Ponteventuno-Mantova. Sono tutte operazioni di professionisti, che hanno disattivato gli impianti antifurto e scassinato gli hangar. Poi con calma hanno tagliato la parte anteriore dei velivoli, segando i tubi d'acciaio su cui erano fissati i motori. Sempre e solo Rotax. Scomparsi nel nulla. Tanto da far ipotizzare che i soliti ignoti agissero su commissione. Ma nessuno finora aveva ipotizzato che il mandante potesse essere l'Iran, disposto a pagare prezzi altissimi per far decollare i suoi droni.

Estratto dell'articolo di Giorgia Crolace per “il Messaggero” il 26 ottobre 2022.  

Ci sono anche i maghi dei videogames dietro i bombardamenti russi in Ucraina che hanno fatto stragi di civili. Nerd della programmazione e dell'informatica trasformati in killer dalla guerra sporca di Putin. […] 

La serie di lanci missilistici che, con precisione, hanno colpito infrastrutture energetiche, ma anche edifici residenziali, scuole e altri obiettivi non militari ucraini, è coordinata da tre squadre russe di ingegneri militari con background nella programmazione missilistica, ma anche nel gaming. Lo ha rivelato il sito di giornalismo investigativo Bellingcat. La scoperta è il risultato di un'indagine realizzata in collaborazione con il collettivo investigativo indipendente russo The Insider e Der Spiegel. […]

[…] Circa ottanta i missili puntati su obiettivi civili. […]. Gli ingegneri, di cui Bellingcat pubblica nomi e volti, sarebbero 33, uomini e donne, tra i quali anche una coppia sposata. Alcuni, dopo anni di carriera nell'esercito o nella marina hanno conseguito una specializzazione in ingegneria militare.

Altri, i più giovani (alcuni hanno 24 anni), sono laureati in matematica, informatica e super esperti di gaming. […] Alcuni di questi specialisti hanno lavorato presso il centro di comando militare russo a Damasco dal 2016 al 2021, periodo durante il quale la Russia ha schierato missili da crociera in Siria. […] 

Il gruppo, opera da due sedi. Una è il quartier generale del Ministero della Difesa a Mosca e l'altra è l'Ammiragliato di San Pietroburgo e fa parte del Centro di calcolo principale dello Stato Maggiore delle Forze Armate russe (GVC), diretto dal colonnello Igor Bagnyuk.

Pagine sparse. Diario di un’ucraina a metà tra l’Italia e il suo Paese, prigioniera di realtà distanti tra loro. Yaryna Grusha Possamai su L'Inkiesta il 27 Ottobre 2022

Vivo la guerra tramite i messaggi dei miei parenti e dei miei amici: afferro brandelli di immagini di città bombardate e seguo il canale Telegram dell’esercito. Sono con loro, ma al tempo stesso sono anche lontana, sotto un altro cielo a guardare con il fiato sospeso cosa succede

Mi ricordo il momento preciso in cui è iniziata l’invasione russa nel Donbas. Ero nella mia cucina e dietro le finestre aperte sbocciava il maggio di Kyjiv. Kyjiv è più bella a maggio e a ottobre. Sul davanzale profumava il basilico, che avevo piantato io a marzo, poco prima che la Russia annettesse la Crimea. Avevo appena lavato i piatti, attenta a non bagnare con gli schizzi il computer che era lì accanto per mostrarmi sullo schermo le lunghe file dei camion russi con gli “aiuti umanitari” che attraversavano il confine all’Est dell’Ucraina. Sapevamo benissimo che aiuti erano. È iniziata la guerra, ho pensato, ed era lì, in diretta sul mio schermo del computer. Mi sono aggrappata al lavandino di metallo con la cornice di legno, l’unico punto fermo in quel momento. Il basilico emanava l’odore dell’Italia così lontana e della realtà kyjiviana così vicina, ma io comunque sentivo in bocca il sapore di polvere alzata in aria dalle ruote di quei camion “umanitari”.

Quel sapore impastava la lingua, faceva venire sete, bloccava i polmoni. Da quella cucina ho chiamato i giornalisti italiani con i quali avevo lavorato per tre mesi come fixer durante la rivoluzione della dignità (novembre 2013-febbraio 2014). Erano nel Donbas, cercavo di aiutarli con contatti e consigli, ma erano sicuramente più bravi di me, perché si trovavano sul posto. Che cosa pensavo di poter fare per la loro realtà nel Donbas dalla mia realtà della cucina di Kyjiv?

Non c’era stata una dichiarazione ufficiale di guerra, nessuno di quei discorsi alla radio o in televisione che di solito annunciano l’inizio di un conflitto. Nei successivi otto anni gli ucraini avrebbero dovuto imparare a convivere con il concetto di “guerra ibrida”, una guerra che non si fa soltanto con le armi, ma anche con l’informazione, con le sanzioni economiche, con le (fiacche) pressioni internazionali. Una guerra che, pur non presente fisicamente con le bombe a Kyjiv, Kharkiv, Leopoli, ha segnato tutti gli ucraini assieme agli sfollati dal Donbas che cercavano di inventarsi una realtà nuova, mai chiesta, mai attesa, con il budget statale annuale stanziato per l’esercito, con le notizie dal fronte sui morti e i feriti, con i soldati mutilati in città, che erano afflitti da nevrosi di guerra e che non dormivano più la notte.

Eravamo un Paese con il fronte aperto. Nelle città come Kyjiv, Odessa, Chernihiv si continuavano a costruire nuove case, a mandare i figli all’asilo e a scuola, ad aprire locali e nuove attività, ringraziando i soldati che stavano sul fronte all’Est. Nei notiziari, nelle nostre bacheche dei social continuavano ad apparire i necrologi dei soldati morti al fronte, con la candela accesa inserita con photoshop sulla foto. Loro, dietro quella candela, sapevano perfettamente per mano di chi erano morti, e invece nella realtà mondiale la loro morte e il loro sacrificio veniva chiamato “conflitto a bassa intensità”, “guerra dei separatisti”, “guerra civile”. In città come Berlino, Londra, Parigi, Milano, Barcellona i russi continuavano a investire soldi, a comprare beni di proprietà e a costruire piani per il futuro, dopo essersi accontentati dei (fiacchi) accordi di Minsk e Minsk-2, raccontati con la realtà alternativa da Sputnik e Russia Today.

In questi otto anni tutti noi ucraini ci siamo chiesti in continuazione come sarebbe andata a finire.

Avremmo rivisto il mare della Crimea, dove abbiamo imparato a nuotare? Avremmo rivisitato la città di Donec’k, dove la nazionale di calcio ha giocato le sue partite durante gli Europei del 2012? Avremmo avuto la verità una volta per tutte – non una verità parziale, distorta e pilotata, ma quella che c’è alla fine dei film, quando i cattivi sono stati puniti e i buoni hanno trionfato? In fondo, nella nostra realtà barattata con vari accordi, sapevamo perfettamente che quel fronte sarebbe arrivato a stringerci la gola a tutti.

Mi ricordo il momento preciso un cui è proseguita l’invasione della Russia in Ucraina, questa volta su larga scala. Ero nella mia cucina, appena sveglia e con il cellulare in mano che continuava a ricevere i messaggi «mi dispiace», con l’Italia che era presente dietro le finestre, non solo con il basilico sul davanzale, ma con il Monte Rosa abbastanza visibile nelle giornate con il cielo limpido. In questi otto anni c’è stata l’emigrazione, per scelta, una scelta che potrebbe aver salvato (o no) la mia vita. Sullo schermo della piccola televisione in cucina, però, il cielo di Kyjiv non era limpido. Dalle strade, che avrei riconosciuto a occhi chiusi, si innalzava il fumo dei bombardamenti, sempre in quelle strade c’erano file di macchine che cercavano di abbandonare la città e la loro vita. Era tutto lì, in diretta sullo schermo e con dei commenti poco sensibili da parte dei giornalisti italiani seduti sulle comode poltrone di uno studio ben illuminato. Avremmo avuto la verità, una volta per tutte? Quella di Donec’k e Luhans’k, di Kyjiv e Mariupol’ avrebbe coinciso con quella di Berlino, Parigi e Roma?

Da quella cucina ho chiamato i miei genitori, cercavo di aiutarli consigliando il posto più sicuro in casa e dicendo loro di ascoltare con attenzione gli ordini dei militari ucraini in caso di evacuazione sicura dalle zone che erano ormai in preda all’esercito russo. Ma loro erano sicuramente più bravi di me, perché si trovavano sul posto. Che cosa pensavo di poter fare per la loro realtà a nord di Kyjiv dalla mia realtà in una cucina italiana?

Questa volta, però, c’è stata una dichiarazione ufficiale di guerra, anche se l’hanno chiamata “operazione speciale”. Una realtà distorta, negata soprattutto alle tante vittime di questa dichiarazione.

Siamo un Paese con il fronte aperto, ovunque. Siamo? Posso attribuire alla mia realtà milanese quel “siamo”?

Sono un’ucraina che vive la guerra in diretta tramite i messaggi dei genitori e degli amici, tramite brandelli di immagini che arrivano dalle città assediate, tramite il canale Telegram dell’esercito ucraino, tramite l’applicazione delle sirene impostata sulla città di Kyjiv. Nella mia bacheca social continuano ad apparire i necrologi dei soldati, dei giornalisti, degli amici degli amici arruolatisi volontari e poi uccisi al fronte. Continuano a vivere nelle loro bacheche social, come tra le rovine della città eterna di Roma, con quelle foto sorridenti, con dichiarazioni di speranza nella nostra così vicina vittoria, e poi con un ultimo post dopo il quale arriva il silenzio come una riga che marchia la fine di tutto. Un intero esercito di utenti social mette una lacrimuccia o una faccina che abbraccia il cuoricino sotto la sua foto sorridente, sorridente per sempre. Un lutto condiviso online, un dolore, una morte in diretta. Prima dei video su YouTube sulle tragedie a Mariupol’ e a Severodonec’k partono le pubblicità delle crociere e delle creme solari per l’estate che sta bussando alle porte di qualche altra realtà. Una guida russa, con il microfono attaccato alla testa per avere le mani libere, fa il giro del teatro bombardato a Mariupol’ dagli stessi russi, costruendo qualche altro tipo di realtà per il mondo, un mondo nel quale ormai, oltre ai diversi canali di informazione, abbiamo anche fatti diversi.

Sul mio cellulare scatta la sirena antiaerea a Kyjiv. Immagino i miei amici che si spostano nei posti sicuri. Ci sono posti sicuri nell’Ucraina di oggi? Loro si spostano e io rimango ferma in una città europea che vive l’inizio dell’estate. Rimango ferma anche se nella mia testa seguo ogni loro passo, conosco tutte le porte di casa loro, conosco tutti gli ingressi nella metro vicina a casa loro, che funge da rifugio antiaereo. Non spengo mai il mio cellulare la notte, neanche la suoneria. Ma basta spegnerlo, basta non aprire i social, non guardare i notiziari, non leggere i giornali la mattina, basta circondarsi di crociere e di creme solari per crearsi una realtà alternativa. Per non essere quel “siamo”, ma qualcosa di diverso. Diverso, ma così tremendamente falso.

Casa Bianca: «Biden non intende incontrare Putin al G20». Redazione Online su Il Corriere della Sera il 27 Ottobre 2022.

Le notizie di giovedì 27 ottobre, in diretta

• La guerra in Ucraina è arrivata al 245esimo giorno.

• Putin, il discorso di oggi: «L’Occidente ci vuole sterminare come i nazisti, ma nessuno cancellerà mai la Russia»

• Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che è «alto il rischio di conflitto mondiale».

• La Nato replica: «La Russia non usi falsi pretesti per l’escalation».

• La Russia ha effettuato delle esercitazioni per contrastare un eventuale attacco nucleare nemico.

Ore 01:38 - Usa: accelerano i piani per nuove bombe nucleari nelle basi Nato

«Continueremo a sostenere l’Ucraina, insieme ai nostri alleati e partner in tutto il mondo, mentre si difende dalla brutale aggressione della Russia. Dobbiamo mantenere la Nato forte e unita mentre affrontiamo le minacce di oggi e le minacce di domani». Lo ha detto il presidente americano Joe Biden incontrando i vertici della Difesa americana. Gli Stati Uniti dunque accelerano i piani per aggiornare il dispiegamento di nuove bombe nucleari nelle basi Nato in Europa. Secondo alcune fonti l’arrivo nel Vecchio Continente delle aggiornate bombe a gravità B61-12, in programma originariamente la prossima primavera, è ora previsto in dicembre. L’indiscrezione sulla sostituzione delle armi più datate con versioni nuove arriva in un momento di alta tensione in seguito alle minacce della Russia sul possibile uso del nucleare in Ucraina.

Ore 03:29 - Attacchi russi su Zaporizhzhia. Nessuna informazione su eventuali vittime

Attacchi russi nella notte sull’oblast di Kiev e su Zaporizhzhia, secondo le autorità locali citate dal Kyiv Independent. Il governatore Oleksiy Kuleba ha riferito che Mosca ha preso di mira una delle comunità della regione della capitale, senza specificare quale ma affermando che secondo le prime informazioni non ci sono vittime. Da Zaporizhzhia invece il sindaco ad interim Anatoly Kurtev ha riferito che le forze russe hanno colpito la città e l’area circostante, provocando un incendio. Al momento non sono disponibili informazioni su vittime e altri danni.

Ore 04:38 - L’Onu mapperà via satellite i danni al patrimonio culturale ucraino

Le Nazioni Unite utilizzeranno le immagini satellitari «prima» e «dopo» per monitorare i danni arrecati al patrimonio culturale ucraino dall’aggressione russa: la relativa piattaforma di tracciamento sarà presentata «entro poche settimane». I danni, dal giorno dell’invasione ad oggi, riguarderebbero 207 siti culturali: 88 siti religiosi, 15 musei, 76 edifici di interesse storico e artistico, 18 monumenti e 10 biblioteche. Le aree più colpite si trovano nell’Ucraina orientale e intorno alla capitale: quella di Donetsk la più colpita con 59 siti culturali danneggiati, seguita da Kharkiv con 51, Kiev con 30 e Luhansk con 25. «La nostra conclusione è che il quadro è negativo e potrebbe continuare a peggiorare», ha ammesso Krista Pikkat, direttrice della cultura e delle emergenze dell’Unesco, in un briefing a Ginevra: «La nostra responsabilità principale è assicurarci di avere informazioni disponibili sui siti e sulla situazione in cui si trovano, per farci trovare pronti per il recupero».

Ore 04:42 - L’Ucraina candidata all’adesione alla Ue. Ma il percorso resta lungo

Ucraina: Borne, ingresso accelerato in Ue non auspicabile Premier Francia, barbare violazioni leggi guerra da parte Russia. L’ingresso accelerato dell’Ucraina nell’Unione Europea non è nell’interesse né dell’Ue né di Kiev, ha affermato ieri sera la premier francese Elisabeth Borne citata dai media russi. «L’Ucraina ha ottenuto all’unanimità lo status di Paese candidato all’adesione all’Ue al Consiglio europeo di giugno. Il percorso per l’adesione è lungo e laborioso. Non ci sarà alcuna procedura accelerata o requisiti semplificati. Non sarebbe nell’interesse né dell’Ue né dell’Ucraina», ha affermato la Borne secondo quanto riporta la Tass. In un dibattito al Senato francese sulla guerra in Ucraina, la premier ha sottolineato che la Russia «dovrà rispondere per barbare violazioni delle leggi di guerra», riporta da parte sua l’agenzia francese Afp.

Ore 06:06 - La Russia rafforza Kherson con soldati appena reclutati

Ucraina: Russia rafforza Kherson, reclute come “carne da cannone” Lo ha detto l’intelligence militare ucraina alla Cnn Milano, 27 ott. (askanews) - La Russia sta rafforzando Kherson con reclute usandole come «carne da cannone». L’intelligence militare ucraina afferma che Mosca sta rafforzando la città con i soldati mobilitati di recente. Il capo dell’Agenzia di intelligence per la difesa dell’Ucraina, il generale maggiore Kyrylo Budanov, ha dichiarato alla Cnn che «i russi stanno cercando di rimuovere e portare con sé tutti i resti della loro cosiddetta amministrazione e sta portando a Kherson della nuova “carne da cannone” con soldati russi appena mobilitati, preparandosi per i combattimenti sul campo».

Ore 06:16 - Ambiente, il Cremlino potrebbe bloccare le protezioni marine in Antartide

Le delegazioni di Russia e Ucraina sono tra quelle che si incontreranno in Australia questa settimana per decidere il futuro delle acque incontaminate dell’Antartide. Alcuni esperti affermano che sono assolutamente necessarie nuove aree marine protette e regole per prevenire la pesca eccessiva, ma che la Russia potrebbe usare i suoi poteri di veto per bloccare ancora una volta il progresso. Raggiungere il consenso richiesto per una nuova azione tra questo gruppo eterogeneo di 27, che comprende anche la Cina, gli Stati Uniti e l’Unione Europea, è sempre stata una sfida immensa. E quando due dei membri sono in guerra, e le relazioni tra la Cina e molte nazioni occidentali si sono deteriorate, il consenso è diventato un ostacolo ancora più grande.

Ore 07:40 - Onu ottimista sul ritorno delle forniture di grano ai mercati mondiali

Un alto funzionario delle Nazioni Unite si dice «relativamente ottimista» che l’accordo per la restituzione del grano ucraino, del grano e dei fertilizzanti russi ai mercati mondiali sarà esteso oltre la metà di novembre. Ma l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite afferma che Mosca deve prima vedere il movimento delle proprie esportazioni. Entrambi hanno commentato l’accordo mediato dalle Nazioni Unite e dalla Turchia a luglio. Ha portato a oltre 8,5 milioni di tonnellate di generi alimentari da tre porti del Mar Nero in Ucraina. Ma l’inviato russo dice che la spedizione russa sui mercati mondiali «non è mai avvenuta»

Ore 07:44 - Blinken: «Stiamo facendo tutto il possibile per aiutare l’Europa»

Gli Stati Uniti stanno facendo «tutto il possibile» per aiutare l’Europa a far fronte alle ricadute del conflitto in Ucraina, specie sul fronte dell’insicurezza energetica. Lo ha dichiarato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, nel corso di una intervista a «Bloomberg News» rilanciata dal dipartimento di Stato. Secondo il segretario, «i circa nove mesi dall’inizio dell’aggressione russa (all’Ucraina) sono stati notevoli in termini di allontanamento dell’Europa dalla dipendenza dalla Russia che si era consolidata per decenni». Secondo Blinken, l’Europa ha già ridotto significativamente la propria dipendenza dal petrolio e dal gas russi, uno sviluppo che avrà «un profondo impatto strategico negli anni e nei decenni a venire».

Ore 08:06 - Kiev, 18 attacchi aerei russi nelle ultime 24 ore

Le forze russe hanno lanciato 18 attacchi aerei contro l’Ucraina nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto questa mattina lo Stato Maggiore delle Forze Armate di Kiev, come riporta il Kyiv Independent. L’esercito di Mosca ha inoltre lanciato nello stesso periodo quattro attacchi con missili da crociera e 56 con sistemi missilistici a lancio multiplo (Mlrs). Allo stesso tempo, l’esercito ucraino ha respinto l’offensiva russa vicino a Bilohorivka nella regione di Lugansk e vicino a Bakhmut, Ivanhrad, Soledar, Maiorsk, Krasnohorivka e Marinka nel Donetsk.

Ore 08:37 - Filorussi, nella notte colpita centrale elettrica Crimea

La centrale elettrica della Crimea è stata colpita nella notte da un attacco con droni: lo hanno reso noto le autorità filorusse. «Oggi nella notte c’è stato un attacco UAV (velivoli senza pilota, ndr) alla centrale termica di Balaklava», ha dichiarato su Telegram il governatore di Sebastopoli insediato da Mosca, Mikhail Razvozhayev. «Il trasformatore è danneggiato in modo minimo. Non ci sono state vittime», ha aggiunto.

Ore 09:14 - Putin: grandi sforzi per prosperità e pace Eurasia

Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato un saluto ai partecipanti e agli ospiti del Forum economico eurasiatico di Baku, sottolineando che la Russia continuerà a impegnarsi per creare stabilità e prosperità in Eurasia. Lo riporta Tass. «Ogni anno cresce l’importanza dell’Eurasia, si rafforzano nuovi centri di crescita economica, emergono gruppi di integrazione e si coniugano le loro potenzialità. La cooperazione tra gli Stati della regione si basa sui principi di sovranità, uguaglianza, fiducia reciproca e rispetto. La Russia, da parte sua, continuerà a compiere sforzi attivi volti alla formazione nella Grande Eurasia di uno spazio continentale di pace, stabilità e prosperità», si legge nel messaggio di Putin.

 Ore 09:30 - Energia razionata a Kiev, black out programmati

La società di distribuzione dell’energia elettrica è costretta a razionare l’energia interrompendo a tratti il servizio nella regione di Kiev. Come si legge sulla stampa ucraina, le interruzioni, definite «di stabilizzazione», sono state disposte da NEK Ukrenergo e iniziate questa mattina alle 5,38 ora locale. I consumatori sono stati divisi in tre gruppi e per conoscere gli orari del black out che li riguarda devono consultare il sito di DTEK. «Ogni gruppo verrà disconnesso durante un certo periodo di tempo: per capire a che ora del giorno potresti avere un’interruzione di corrente - specifica il tuo indirizzo e riceverai un programma di possibili arresti durante il giorno e la settimana».

Ore 09:54 - Mosca torna ad agitare spettro «bomba sporca» Kiev all’Onu

La Federazione Russa ritiene «alta» la minaccia dell’uso di una «bomba sporca» da parte di Kiev: ha la capacità di produrla, afferma la missione permanente di Mosca all’Onu.

Ore 09:56 - Bombe russe sul Donetsk, tre civili uccisi ieri

Tre civili sono morti e altri due sono rimasti feriti nel corso degli attacchi russi di ieri nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’Amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, come riporta Ukrinform. «Tre civili della regione di Donetsk sono stati uccisi dai russi a Bakhmut. Altre due persone sono rimaste ferite ieri», ha scritto Kyrylenko aggiungendo che al momento non è possibile stabilire il numero delle vittime a Mariupol e Volnovakha.

Ore 09:57 - Kiev, i russi continuano a fortificare linee difensive a Kherson

Nella regione di Kherson lo stato maggiore ucraino registra nel bollettino mattutino che «continuano le ostilità attive» con «il nemico che ha sparato ancora una volta contro gli insediamenti della regione di Berislav ferendo civili e danneggiando case, negozi, farmacie, fabbriche». Secondo lo stato maggiore delle forze armate ucraine, i russi continuano ad equipaggiare le linee difensive sulla riva sinistra del fiume Dnepr, conducendo operazioni difensive e cercando di mantenere le linee occupate. «Il nemico - spiegano gli ucraini - ha tentato due volte di sfondare le nostre difese. Non ha avuto successo e si è ritirato con perdite».

Ore 11:05 - Mosca, satelliti obiettivi legittimi se usati per Ucraina

«I satelliti commerciali degli Stati Uniti e dei loro alleati potrebbero diventare obiettivi legittimi per Mosca se venissero coinvolti nella guerra in Ucraina»: lo ha detto il vicedirettore del dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri russo, Konstantin Vorontsov. «Le infrastrutture quasi-civili possono essere un obiettivo legittimo per un attacco di rappresaglia - ha affermato, secondo quanto riporta il Guardian -. Stiamo parlando del coinvolgimento di componenti di infrastrutture spaziali civili, anche commerciali, da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati in conflitti armati».

L’anno scorso, Mosca ha lanciato un missile antisatellite per distruggere uno dei suoi satelliti, dimostrando così la sua capacità offensiva nello spazio. Parlando ieri a una riunione del Primo Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Vorontsov ha detto che gli Stati Uniti e i loro alleati stanno cercando di usare lo spazio per imporre il dominio occidentale, sottolineando che l’uso dei satelliti occidentali per aiutare le attività belliche ucraine è «provocatorio» e rappresenta «una tendenza estremamente pericolosa». Vorontsov non ha menzionato una società satellitare specifica, anche se il miliardario americano Elon Musk ha confermato nei giorni scorsi che la sua società SpaceX continuerà a finanziare il suo servizio internet Starlink in Ucraina, citando la necessità di «buone azioni».

Ore 11:10 - Berlino, impossibile usare NordStream 2 dopo esplosioni

Il governo di Berlino considera «tecnicamente impossibile» usare il secondo condotto del gasdotto Nordstream 2. «È molto probabile che il sabotaggio abbia avuto un impatto negativo sui due condotti e che non esista più la possibilità tecnica di utilizzare la struttura, almeno inizialmente», secondo il governo tedesco, citato dal settimanale Der Spiegel. La valutazione dell’esecutivo è contenuta in una risposta ad un’interrogazione di Afd, Alternative fuer Deutschland. Il 12 ottobre il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato che il paese è «pronto a inviare gas in Europa attraverso la diramazione Nord Stream 2 uscita illesa dalle esplosioni» e ha affermato che «la palla è ora nel campo dell’Europa Unione».

Ore 11:11 - Tajani sente il ministro inglese Cleverly: «Difenderemo libertà»

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha avuto una conversazione telefonica col suo omologo britannico, James Cleverly. «Rafforzeremo l’amicizia e la cooperazione tra Italia e Regno Unito. Anche in ottica europea. Insieme continueremo a difendere la libertà del popolo ucraino», ha dichiarato Tajani come riferisce la Farnesina in un tweet. A sua volta, il neo capo della diplomazia di Londra, sempre su Twitter, ha riferito di essersi congratulato per la «recente nomina» del collega italiano e di aver discusso con lui «dell’importanza di un sostegno continuo all’Ucraina».

Ore 11:20 - In Russia sarà vietato dire gay: da Peppa Pig a Guadagnino, Putin contro l’Occidente

I deputati russi hanno votato in prima lettura un inasprimento della controversa legge che reprime la «propaganda Lgbt», nuovo segnale del rafforzamento della linea conservatrice nel Paese in piena offensiva in Ucraina. «Durante la sessione plenaria, i deputati della Duma di stato hanno adottato all’unanimità in prima lettura gli emendamenti alla normativa che vieta la promozione di rapporti sessuali non tradizionali», ha affermato il parlamento sul suo sito internet. Sono ancora previste due letture, prima che la camera alta del Parlamento, il Consiglio della Federazione, lo studi e possa essere sottoposto alla firma del presidente Vladimir Putin, il che costituisce generalmente una semplice formalità. La legge del 2013 che punisce la «propaganda Lgbt» tra i minori è così rafforzata dal divieto della «negazione dei valori familiari» e della «promozione di orientamenti sessuali non tradizionali» anche tra gli adulti.

La legge sui giovani è estesa a tutta la società: «Una lotta di civiltà». All’indice anche il film «Chiamami con il tuo nome» del regista italiano. Vietato anche solo nominare «i rapporti sessuali non tradizionali». Qui l’articolo completo di Marco Imarisio.

Ore 11:29 - Allerta aerea in tutta l’Ucraina: «State nei rifugi»

Stamattina sono risuonate sirene di allerta aerea in tutta l’Ucraina, a Kiev e in alcune regioni le sirene sono suonate due volte. Lo annunciano le autorità invitando ad andare nei rifugi.

Ore 11:30 - Nato: Erdogan, «dialogo va avanti» e attende Stoltenberg

Il dialogo con Svezia e Finlandia va avanti e i rapporti con il nuovo governo svedese sono partiti col piede giusto. È quanto emerso dalla telefonata che ha avuto luogo ieri sera tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il neo premier svedese Ulf Kristersson. Una telefonata che, in base a quanto reso noto dalla presidenza turca, è servita a parlare dei rapporti bilaterali tra i due Paesi e a riprendere in mano la lettera che Erdogan inviò al premier svedese lo scorso 19 ottobre con cui il presidente turco chiedeva «azioni concrete» contro il terrorismo per poi togliere il veto all’ingresso dei Paesi scandinavi nella Nato. Il presidente turco ha poi ribadito la disponibilità a ospitare Kristersson, già arrivata lo scorso giovedì da parte del leader turco, dopo che il neo premier svedese aveva inviato una lettera in cui si era detto pronto a recarsi «immediatamente» in Turchia per convincere Ankara del fatto che la Svezia avrebbe mantenuto gli impegni.

Ore 12:00 - Kiev: i russi potrebbero far esplodere Zaporizhzhia

Lo stato maggiore delle forze armate ucraine non esclude che i russi possano ricorrere ad esplosioni della centrale nucleare di Zaporozhzhia «per disabilitarla in modo permanente e provocare un disastro incolpando l’Ucraina». Lo riporta Ukrainska Pravda. Secondo il generale di brigata Alexei Gromov, considerando le accuse russe sul rischio di una «bomba sporca», è possibile che «gli occupanti possano organizzare esplosioni presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia e provocare un altro crimine contro l’umanità».

Ore 12:02 - Cremlino, Kiev rifiuta di negoziare dietro ordine Usa

Il Cremlino ritiene «del tutto evidente che Kiev rifiuta di negoziare con la Russia su ordine di Washington». Lo ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov, citato da Ria Novosti.

Ore 12:13 - Kiev si prepara a possibile futuro attacco dalla Bielorussia

L’Ucraina si prepara a un possibile futuro attacco lanciato dalla Bielorussia. Lo ha reso noto il vice capo di stato maggiore di Kiev, Oleksii Hromov, precisando di aver potenziato la presenza delle sue forze nella regione settentrionale al confine con la Bielorussia per contrastare ogni possibile nuovo attacco russo. «Al momento non è osservabile la creazione di una forza d’attacco - ha dichiarato Hromov - Ma ci sono e ci saranno minacce. Stiamo reagendo, abbiamo già aumentato le nostre truppe in direzione nord». La Bielorussia è il principale alleato della Russia nel conflitto e ha già consentito alle forze russe di utilizzare il proprio territorio per attaccare l’Ucraina.

Ore 12:22 - Putin: Kiev rifiuta i negoziati su ordine degli Usa

L’Ucraina rifiuterebbe i negoziati con la Russia su ordine degli Stati Uniti. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in un colloquio con il presidente della Guinea-Bissau, secondo quanto riferisce il portavoce del Cremlino citato dalla Tass. Mosca sarebbe pronta ad impegnarsi in trattative sulla base dei suoi interessi ma l’Ucraina è riluttante a fare altrettanto, ha aggiunto il Cremlino.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha poi aggiunto che l’Ucraina utilizzerebbe come «ricatto» la minaccia di un possibile rischio nucleare per ottenere «assistenza militare e finanziaria» dall’occidente. Zakharova ha accusato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di voler «veramente uno scontro nucleare» e ha rivolto un invito all’ Occidente «affinché scoraggi Kiev dal possibile uso di una `bomba sporca´».

Ore 13:20 - Norvegia, rispettiamo Ue ma price cap non è soluzione

«Rispettiamo il lavoro che sta facendo l’Ue» contro il caro energia, ma «non è il governo norvegese a vendere il gas, sono le aziende private. Per questo il modo più ragionevole» per intervenire «è avere un quadro commerciale in cui le aziende si incontrano». Lo ha detto il ministro dell’Energia norvegese, Terje Aasland, in un punto stampa a Oslo con la commissaria Ue per l’Energia, Kadri Simson, rispondendo a una domanda sull’opposizione della Norvegia al price cap sul gas. «Nemmeno la Commissione o io, commissaria Simson, compriamo il gas, lo fanno le aziende. Ma noi vogliamo dare certezza e prevedibilità», ha evidenziato Simson.

Ore 13:41 - Kiev a Romeo: «Certi politici vogliono compiacere Putin»

«La dichiarazione del senatore italiano» Romeo «riflette la sua opinione personale. Il premier Giorgia Meloni ha articolato chiaramente la posizione dell’Italia: la necessità di continuare a sostenere l’Ucraina sullo sfondo dell’aggressione russa e il diritto indiscutibile degli ucraini di determinare il proprio futuro. In quasi tutti i Paesi ci saranno politici che cercheranno di compiacere Putin». Così il portavoce del ministero degli Affari esteri ucraino Oleg Nikolenko ha replicato, dopo una domanda del media ucraino Unian, alle frasi di ieri del capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo sull’Ucraina.

Ore 14:48 - Mosca, Meloni atlantista? Nella Nato c’è la dittatura Usa

«Non capisco cosa voglia dire Giorgia Meloni quando dice che l’Italia continuerà a seguire una linea filo-atlantista. In realtà la Nato non prende in considerazione le posizioni dei singoli Paesi membri, la linea è decisa dal principale membro, gli Stati Uniti. Nella Nato e nella Ue è cominciata una nuova era, l’era della dittatura». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Ore 14:43 - Kiev, trovata fossa comune con 17 cadaveri a Kharkiv

Almeno 17 cadaveri di civili e soldati sono stati trovati in una fossa comune scoperta nel distretto di Boriv nella regione di Kharkiv. Lo afferma in un messaggio sul canale telegram la polizia nazionale ucraina, citata da Unian. «Secondo i dati preliminari, almeno 17 persone sono state sepolte nella tomba: civili e soldati delle forze armate. I residenti hanno detto che gli occupanti hanno raccolto i corpi dei morti in tutta l’area. Il 13 aprile li hanno portati su due camion, hanno scavato una buca profonda fino a 3 metri con un escavatore e hanno scaricato lì tutti i corpi. Poi il il luogo di sepoltura è stato livellato con carri armati», afferma il rapporto.

Ore 14:55 - Mosca, mediazione Papa? Macron la chiede mentre vende armi

«Scusi se rido, ma è impossibile reagire altrimenti vedendo Macron che da un lato tende una mano al Vaticano per una mediazione mentre con l’altra firma contratti per fornire armi a Kiev». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Macron - ha aggiunto la portavoce - dovrebbe trovare un equilibrio o rischia uno sdoppiamento della personalità. O pace e trattative e quindi mediazione, oppure forniture di armi e alimentazione continua del conflitto. Come queste due cose convivano in lui chiedeteglielo voi stessi. Lui vi è più vicino».

Ore 15:09 - Stoltenberg: «Italia alleata solido contributo a Nato»

«Ottima telefonata con il premier Giorgia Meloni. L’Italia è un alleato impegnato, che fornisce un solido contributo alla nostra deterrenza e difesa, ed è fondamentale per il sostegno degli alleati all’Ucraina. La Nato non si lascerà intimidire o dissuadere dal sostenere l’autodifesa dell’Ucraina, fino a quando sarà necessario». Lo scrive in un tweet il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Ore 15:43 - Peskov,«Discorso Putin al Valdai sarà letto e riletto»

Il discorso che il presidente russo Vladimir Putin sta per pronunciare al Valdai Club sarà «piuttosto corposo» e «probabilmente il suo contenuto dovrà essere analizzato per molti giorni a venire, da studiare, leggere e rileggere»: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, preannunciando l’intervento che Putin sta per fare alla riunione plenaria a Mosca del Valdai Club, il principale foro di dialogo nel Paese, un discorso che sarà dedicato alla fine dell’egemonia dell’Occidente. Al termine Putin risponderà anche alle domande dei partecipanti.

Ore 16:24 - Mosca, audio Berlusconi? Per noi conta posizione governo

«Dall’Italia sentiamo dichiarazioni diverse, si può dire che ogni forza politica ha il suo punto di vista. È la democrazia. Ma quello che conta per noi è la posizione ufficiale del governo». Così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha risposto a una domanda dell’ANSA sull’audio di Silvio Berlusconi in cui il Cavaliere sottolineava la sua amicizia con il presidente russo Vladimir Putin ed esprimeva critiche al governo ucraino e al presidente Volodymyr Zelensky.

Ore 16:37 - Putin, l’Occidente ha alimentato l’escalation in Ucraina

«Negli ultimi mesi l’Occidente ha fatto un numero di passi per fomentare l’escalation in Ucraina». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin al club Valdai. «L’Occidente soffre di una cecità da superiorità». Il presidente russo Vladimir Putin ha citato Alexander Solgenitsin per condannare l’atteggiamento di europei e americani nei confronti della Russia in apertura del suo discorso alla Conferenza del Club di Valdai a Mosca.

Ore 16:46 - Putin: «Usa non hanno nulla da offrire se non il loro dominio»

«Gli Usa non hanno nulla da offrire se non il loro dominio». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin all’inizio del suo intervento al Valdaj Forum.

Ore 16:46 - Putin: «Occidente sta organizzando politici intorno a Taiwan»

L’Occidente sta «alimentando la guerra in Ucraina, organizzando politici intorno a Taiwan, destabilizzando i mercati alimentari ed energetici mondiali». Lo ha detto Vladimir Putin nel suo intervento al Valdaj Forum. Per quanto riguarda «l’ultimo» aspetto, ha aggiunto il presidente russo, questo «non è intenzionale, [io] non ne dubito. È dovuto a una serie di errori sistemici commessi dalle autorità occidentali che ho menzionato». Putin ha accusato l’Occidente di giocare a un gioco “pericoloso”.

Ore 16:51 - Putin, la Russia non si ritiene nemica dell’Occidente

«La Russia non si ritiene nemica dell’Occidente». Lo ha dichiarato il leader del Cremlino, Vladimir Putin, intervenendo al Forum Valdai. Il presidente russo ha fatto però una distinzione tra Occidente tradizionale e non. «Il dialogo della Russia con l’Occidente tradizionale darà un contributo al mondo multipolare», ha aggiunto.

Ore 18:11 - Putin: «Solo la Russia può garantire sovranità dell’Ucraina»

«Solo la Russia, che ha creato l’Ucraina, potrebbe garantirne la sovranità». Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin nell’intervento al club Valdai a Mosca, secondo quanto riferisce la Tass.

Ore 18:12 - Putin: «Sappiamo dove l’Ucraina sta facendo la bomba sporca»

Kiev sta usando ogni metodo per coprire le tracce della preparazione all’uso della bomba sporca, ha aggiunto Putin, spiegando che gli ucraini potrebbero caricare di materiale nucleare un missile Tochka-U. Il presidente russo ha inoltre riferito di aver lui stesso ordinato al suo ministro della Difesa, Serghei Shoigu, di telefonare alle sue controparti straniere nei giorni scorsi per informarle dell’intenzione degli ucraini, e ha sollecitato l’Aiea a visitare l’Ucraina per ispezionare i suoi siti nucleari «al più presto».

Ore 18:12 - Putin: «Non useremo l’arma nucleare in Ucraina»

«Non abbiamo bisogno di usare un’arma nucleare in Ucraina, non avrebbe senso, né politicamente né militarmente». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin intervenendo alla conferenza del Club Valdai a Mosca.

Ore 18:12 - Usa: «Arsenale nucleare anche per attacchi convenzionali»

Gli Usa intendono usare il loro arsenale nucleare come deterrenza da «tutte le forme di attacco strategico», compresi quelle con armi convenzionali. Lo afferma il Pentagono in un documento strategico diffuso oggi, sullo sfondo dell’escalation con la Russia per la guerra in Ucraina. «Questo include l’impiego di armi nucleari di qualsiasi dimensione e include attacchi ad alto rischio di natura strategica che usino mezzi non nucleari», ha spiegato un alto dirigente del Pentagono ai reporter.

Ore 18:13 - Casa Bianca: «Biden non intende incontrare Putin al G20»

Joe Biden non ha «alcuna intenzione di incontrarsi» con Vladimir Putin al G20 di Bali: lo ha reso noto la Casa Bianca.

Ore 18:16 - Ucraina, ambasciatore russo in Israele: «Su rapporti con Iran nulla da temere»

L’ambasciatore russo in Israele, Anatoly Viktorov, interviene per “rassicurare” il Paese sui rapporti tra Mosca e Teheran dopo le notizie sulle forniture di droni iraniani mentre prosegue il conflitto in Ucraina. In dichiarazioni alla tv Kan, Viktorov ha affermato di voler «promettere che la Russia non è contro Israele» e «tiene conto, come in altri casi, delle sensibilità di sicurezza di Israele». «Le nostre relazioni con Teheran - ha puntualizzato - non sono anti-Israele». In un messaggio inviato al presidente iraniano Ebrahim Raisi all’indomani dell’attacco a Shiraz, rivendicato dall’Is, il capo del Cremlino ha confermato «la disponibilità» di Mosca «a rafforzare ulteriormente la cooperazione con i partner iraniani nella lotta al terrorismo».

Ore 19:17 - Ambasciata Kiev a Conte: «Manifestazioni impersonali per pace sono ipocrite»

«Dobbiamo trovare il coraggio e l’onore di non inchinarci all’aggressore e aiutare l’Ucraina a combattere lo stato terrorista: fornire le armi e l’assistenza necessarie all’Ucraina e, infine, riconoscere la Russia come sponsor del terrorismo. E questo è l’unico modo efficace per raggiungere la pace. La pace, quando la giustizia e la legalità saranno ripristinate, e il criminale sarà punito e ritenuto responsabile», si legge ancora. L’ambasciatore quindi invita a «tenere conto degli argomenti di cui sopra durante la preparazione e lo svolgimento della manifestazione per la pace prevista per il 5 novembre a Roma». «Ogni voce a sostegno della pace è importante, ma queste voci dovrebbero suonare responsabili ed equilibrate, evitare di confondere “l’aggressore” con “l’aggredito” ed evitare di scaricare la colpa dal criminale alla parte che lo combatte», conclude Melnyk ricordando come «oggi gli ucraini, come nessun altro popolo al mondo, vogliono la pace» ma «non a ogni prezzo. Una pace giusta, legale e duratura».

Ore 19:37 - Putin: «Non ho avvertito Xi su operazione militare speciale»

Il presidente russo Vladimir Putin, parlando al Valdai Forum, ha detto di «non aver avvisato» il leader cinese Xi Jinping in merito ai piani della Russia di «iniziare un’operazione militare speciale» in Ucraina. Lo riportano le agenzie russe.

Ore 01:30 - Usa tracciano le armi donate, temono operazioni russe “false-flag”

Il Dipartimento di Stato americano ha intenzione di monitorare meglio l’uso delle armi fornite all’Ucraina, esprimendo i timori che le forze russe possano catturarle e impiegarle per mettere in scena un attacco da parte delle forze di Kiev. «La cattura di armi ucraine da parte delle forze filo-russe - compreso il materiale donato - è stata finora il principale vettore di diversione e potrebbe comportare trasferimenti successivi. Probabilmente la Russia utilizzerà queste armi anche per sviluppare contromisure, propaganda o per condurre operazioni sotto falsa bandiera» si legge nel rapporto del Dipartimento visionato da `Defense News´.

Ore 01:41 - Zelensky: dall’inizio della guerra 4500 attacchi missilistici contro l’Ucraina

Dall’inizio della guerra «la Russia ha effettuato 4.500 attacchi missilistici e più di 8.000 raid aerei». Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo discorso serale su telegram. Lo riporta l’agenzia Unian. Il leader di Kiev ha poi ringraziato i «guardiani nel nostro cielo». «Taglieremo sicuramente le ali a tutti i mostri di metallo - ha aggiunto - gli aerei, gli elicotteri e i droni nemici cadranno. Solo gli ucraini non cadranno».

Ore 01:44 - Bomba sporca, Aiea effettuerà una “verifica indipendente” in Ucraina

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha annunciato che effettuerà questa settimana una «verifica indipendente (in Ucraina, ndr) per rilevare eventuali appropriazioni indebite di materiale nucleare» che potrebbero consentire la costruzione di una «bomba sporca».

Ore 01:47 - Casa Bianca: «Nelle parole di Putin nessuna novità»

Le parole di Vladimir Putin non sono molte nuove e non hanno indicato un cambio nei suoi obiettivi strategici, anche in Ucraina: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre parlando con i reporter a bordo dell’Air Force One.

Ore 02:18 - Biden: perché Putin continua a parlare di atomica se non vuole usarla?

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è detto scettico nei confronti delle rassicurazioni del presidente russo Vladimir Putin sulla bomba atomica. «Se non ha intenzione di usarla, perché continua a parlarne? Perché sta parlando della capacità di usare un’arma nucleare tattica?» ha detto Biden in un’intervista a NewsNation. «Ha un modo molto pericoloso di affrontare l’argomento» ha aggiunto il presidente Usa.

Ore 02:53 - Putin: «Usare l’atomica? Non avrebbe senso»

(Fabrizio Dragosei) Paragona l’Occidente e soprattutto gli Stati Uniti ai nazisti e ripete la sua visione del mondo con la Russia vittima designata da sempre al centro delle attenzioni dei suoi nemici, i quali vogliono impedirne addirittura la sopravvivenza. Parlando dell’espansione della Nato, che avrebbe provocato a suo dire l’Operazione militare speciale in Ucraina, Vladimir Putin ha intrattenuto a lungo gli ospiti del centro Valdai, una specie di club propagandistico russo che si riunisce per ascoltare il pensiero del grande Capo.

«È l’Occidente che vuole limitare la crescita di altre società» e imporre a tutti il proprio modello allo scopo «di espandere il mercato per i suoi prodotti».

Ore 02:56 - Le elezioni di Midterm e la linea Usa sull’Ucraina

(Federico Rampini) Che cosa rischia l’Ucraina, nelle elezioni americane di metà mandato? Molto. 

Sia perché l’avvicinarsi di quelle elezioni ha fatto emergere all’improvviso delle defezioni inattese, sia a destra che a sinistra, dal fronte della solidarietà americana con Kiev. Sia perché una regola implacabile della politica americana vuole che dopo la votazione di mid-term per il Congresso, si comincerà a parlare della corsa alla Casa Bianca nel 2024. 

L’apertura di quell’altra campagna elettorale rischia di rendere più visibili certe linee di frattura sull’Ucraina. 

Questo può esercitare un effetto «liberi tutti» sugli alleati europei, o almeno su alcuni di loro che già danno segnali di irrequietudine, come la Germania.

Ore 02:58 - IL PUNTO MILITARE - Il direttore della Cia e la missione segreta a Kiev

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) ll direttore della Cia William Burns è stato dal principio l’uomo della crisi. Ha messo in allarme l’Occidente sul pericolo dell’invasione (e non è stato ascoltato), è andato a Mosca per ammonire il Cremlino sui rischi e rendere chiaro ciò che sapeva sulle mosse. Poi, con i suoi uomini e donne, ha garantito un supporto vitale alla resistenza. Ora Burns è di nuovo sotto la luce. Il numero uno dell’agenzia ha compiuto una missione segreta a Kiev all’inizio di ottobre rivelata dai media americani mercoledì. La visita ha accompagnato una fase molto delicata. Gli ucraini provano a sfondare nella regione di Kherson mentre gli invasori continuano a demolire le infrastrutture con missili e droni. In campo occidentale non mancano gli interrogativi su quali siano i limiti di un impegno gravoso.

Ore 04:52 - Usa, nuovi aiuti militari a Kiev per 275 milioni di dollari

L’amministrazione statunitense ha approvato un altro pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di 275 milioni di dollari, lo riferiscono media Usa citati dall’agenzia russa Tass. Secondo fonti ufficiali, l’annuncio formale è previsto entro 24 ore. La nuova consegna includerà principalmente munizioni dalle casse del Pentagono, compresi i razzi Himars. Non includerà tipologie di armi che non sono mai state fornite ancora all’Ucraina.

 Oltre 82mila mobilitati russi già al fronte. Zelensky ha invitato Meloni a Kiev. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 28 Ottobre 2022.

Le notizie di venerdì 28 ottobre. Kuleba all'Iran: «fermi subito la fornitura di armi a Mosca». Twitter, Medvedev a Musk: «Ora lascia perdere Kiev e Starlink» 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 246esimo giorno.

• Putin: «L’Occidente ci vuole sterminare come i nazisti, ma nessuno cancellerà mai la Russia».

• La Nato replica: «La Russia non usi falsi pretesti per l’escalation».

• Perché la tenuta dell’America sull’Ucraina è a rischio, dopo le elezioni di Midterm.

• Il direttore della Cia in missione segreta a Kiev: i contatti servono a fissare le linee.

• Casa Bianca: «Biden non intende incontrare Putin al G20».

Ore 04:59 - Usa tracciano le armi donate, temono operazioni russe “false-flag”

Il Dipartimento di Stato americano ha intenzione di monitorare meglio l’uso delle armi fornite all’Ucraina, esprimendo i timori che le forze russe possano catturarle e impiegarle per mettere in scena un attacco da parte delle forze di Kiev. «La cattura di armi ucraine da parte delle forze filo-russe - compreso il materiale donato - è stata finora il principale vettore di diversione e potrebbe comportare trasferimenti successivi. Probabilmente la Russia utilizzerà queste armi anche per sviluppare contromisure, propaganda o per condurre operazioni sotto falsa bandiera» si legge nel rapporto del Dipartimento visionato da `Defense News´.

Ore 05:01 - Zelensky: dall’inizio della guerra 4500 attacchi missilistici contro l’Ucraina

Dall’inizio della guerra «la Russia ha effettuato 4.500 attacchi missilistici e più di 8.000 raid aerei». Lo ha detto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo discorso serale su telegram. Lo riporta l’agenzia Unian. Il leader di Kiev ha poi ringraziato i «guardiani nel nostro cielo». «Taglieremo sicuramente le ali a tutti i mostri di metallo - ha aggiunto - gli aerei, gli elicotteri e i droni nemici cadranno. Solo gli ucraini non cadranno».

Ore 05:01 - Bomba sporca, Aiea effettuerà una “verifica indipendente” in Ucraina

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha annunciato che effettuerà questa settimana una «verifica indipendente (in Ucraina, ndr) per rilevare eventuali appropriazioni indebite di materiale nucleare» che potrebbero consentire la costruzione di una «bomba sporca».

Ore 05:03 - Casa Bianca: «Nelle parole di Putin nessuna novità»

Le parole di Vladimir Putin non sono molte nuove e non hanno indicato un cambio nei suoi obiettivi strategici, anche in Ucraina: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre parlando con i reporter a bordo dell’Air Force One.

Ore 05:03 - Putin: «Usare l’atomica? Non avrebbe senso»

(Fabrizio Dragosei) Paragona l’Occidente e soprattutto gli Stati Uniti ai nazisti e ripete la sua visione del mondo con la Russia vittima designata da sempre al centro delle attenzioni dei suoi nemici, i quali vogliono impedirne addirittura la sopravvivenza. Parlando dell’espansione della Nato, che avrebbe provocato a suo dire l’Operazione militare speciale in Ucraina, Vladimir Putin ha intrattenuto a lungo gli ospiti del centro Valdai, una specie di club propagandistico russo che si riunisce per ascoltare il pensiero del grande Capo.

«È l’Occidente che vuole limitare la crescita di altre società» e imporre a tutti il proprio modello allo scopo «di espandere il mercato per i suoi prodotti».

Ore 05:06 - Biden: perché Putin continua a parlare di atomica se non vuole usarla?

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si è detto scettico nei confronti delle rassicurazioni del presidente russo Vladimir Putin sulla bomba atomica. «Se non ha intenzione di usarla, perché continua a parlarne? Perché sta parlando della capacità di usare un’arma nucleare tattica?» ha detto Biden in un’intervista a NewsNation. «Ha un modo molto pericoloso di affrontare l’argomento» ha aggiunto il presidente Usa.

Ore 05:19 - Le elezioni di Midterm e la linea Usa sull’Ucraina

(Federico Rampini) Che cosa rischia l’Ucraina, nelle elezioni americane di metà mandato? Molto. 

Sia perché l’avvicinarsi di quelle elezioni ha fatto emergere all’improvviso delle defezioni inattese, sia a destra che a sinistra, dal fronte della solidarietà americana con Kiev. Sia perché una regola implacabile della politica americana vuole che dopo la votazione di mid-term per il Congresso, si comincerà a parlare della corsa alla Casa Bianca nel 2024. 

L’apertura di quell’altra campagna elettorale rischia di rendere più visibili certe linee di frattura sull’Ucraina. 

Questo può esercitare un effetto «liberi tutti» sugli alleati europei, o almeno su alcuni di loro che già danno segnali di irrequietudine, come la Germania.

Ore 05:20 - IL PUNTO MILITARE - Il direttore della Cia e la missione segreta a Kiev

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) ll direttore della Cia William Burns è stato dal principio l’uomo della crisi. Ha messo in allarme l’Occidente sul pericolo dell’invasione (e non è stato ascoltato), è andato a Mosca per ammonire il Cremlino sui rischi e rendere chiaro ciò che sapeva sulle mosse. Poi, con i suoi uomini e donne, ha garantito un supporto vitale alla resistenza. Ora Burns è di nuovo sotto la luce. Il numero uno dell’agenzia ha compiuto una missione segreta a Kiev all’inizio di ottobre rivelata dai media americani mercoledì. La visita ha accompagnato una fase molto delicata. Gli ucraini provano a sfondare nella regione di Kherson mentre gli invasori continuano a demolire le infrastrutture con missili e droni. In campo occidentale non mancano gli interrogativi su quali siano i limiti di un impegno gravoso.

Ore 05:20 - Usa, nuovi aiuti militari a Kiev per 275 milioni di dollari

L’amministrazione statunitense ha approvato un altro pacchetto di aiuti militari all’Ucraina del valore di 275 milioni di dollari, lo riferiscono media Usa citati dall’agenzia russa Tass. Secondo fonti ufficiali, l’annuncio formale è previsto entro 24 ore. La nuova consegna includerà principalmente munizioni dalle casse del Pentagono, compresi i razzi Himars. Non includerà tipologie di armi che non sono mai state fornite ancora all’Ucraina.

Ore 11:37 - Cina, da Russia ok ripresa negoziati con Usa-Kiev

La Russia «ha espresso la volontà di condurre dialoghi con Ucraina e Stati Uniti e di riprendere i negoziati, cosa che la Cina accoglie con favore». Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, sul colloquio telefonico di ieri tra i capi della diplomazia di Pechino e Mosca, Wang Yi e Serghei Lavrov, parlando nel briefing quotidiano. «L’auspicio è che tutte le parti interessate intensifichino gli sforzi diplomatici e spingano per la riduzione e persino la risoluzione della situazione il prima possibile, attraverso canali politici come i negoziati», ha aggiunto Wang.

Ore 11:40 - Colloquio Wang-Lavrov: «Discusso il divieto di utilizzo di armi di distruzione di massa”

Il colloquio telefonico avuto ieri tra i capi della diplomazia di Cina e Russia, Wang Yi e Serghei Lavrov, ha permesso di discutere «del divieto di utilizzo di armi di distruzione di massa», nell’ambito della crisi ucraina. A tal proposito, ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Wang Wenbin, la Cina «ritiene che si dovrebbe evitare l’ulteriore escalation e prevenire i disastri umanitari».

Ore 11:42 - Kadyrov ammette, 23 ceceni uccisi a Kherson

Il leader ceceno, Ramzan Kadyrov ha ammesso che 23 soldati ceceni sono morti nella regione ucraina meridionale di Kherson, in un bombardamento delle forze ucraine. «Molte persone sanno che all’inizio di questa settimana una delle unità cecene è stata bombardata nella regione di Kherson. Tutte le operazioni di soccorso sul sito sono state completate e c’è un elenco finale di morti e feriti», ha scritto nel suo canale Telegram. 

Kadyrov, uno dei maggiori sostenitori della campagna militare russa in Ucraina e i cui uomini — noti come «Kadirovtsi» — stanno combattendo a Donetsk e Kherson, ha spiegato che 23 soldati sono stati uccisi e 58 sono rimasti feriti, quattro dei quali sono in gravi condizioni anche se non sono in pericolo di vita. «Sì, quel giorno abbiamo avuto gravi perdite, ma i ceceni stanno partecipando alla Jihad e stanno combattendo contro le forze di Satana. Morire in una guerra santa è un onore e una grande gioia per ogni vero musulmano. Tutti sogniamo di morire sulla via di Allah», ha detto il leader ceceno.

Ore 11:46 - Steinmeier: «Tempi duri per la Germania a causa della guerra»

«Per la Germania inizia un’epoca di vento contrario. Tempi più duri, difficili», la crisi più profonda dalla riunificazione. Lo ha detto in un discorso alla nazione il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, basato sul messaggio «Rafforzare ciò che ci unisce». Il vecchio modello tedesco di successo economico è sotto pressione dopo il 24 febbraio, dopo il «brutale attacco» all’Ucraina. In Germania «non abbiamo bisogno di una mentalità di guerra, ma capacità di resistenza», ha detto Steinmeier in merito all’importanza dell’esercito tedesco e al ruolo tedesco nella Nato.

 Ore 12:09 - Kiev, riconoscere genocidio da carestia 1932-’33 voluta da Stalin

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha invitato i Parlamenti di tutti i Paesi a riconoscere come genocidio l’Holodomor, la carestia artificiale indotta da Stalin negli anni 1932-1933 in Ucraina. Kuleba ha tenuto un discorso video, come riporta Ukrinform. Il ministro ha affermato che il 26 novembre l’Ucraina onorerà la memoria di milioni di vittime innocenti dell’Holodomor del 1932-1933, ricordando che 90 anni fa il regime sovietico di Stalin usò una carestia artificiale per far morire di fame milioni di ucraini. «Questo atto di genocidio è stato un crimine orribile, perché le autorità sovietiche hanno tolto tutto il cibo ai contadini ucraini e hanno isolato i villaggi affamati con polizia e militari, impedendo alle persone di fuggire in altri luoghi», ha detto Kuleba. «Milioni di persone sono morte di fame sul fertile suolo ucraino. Commettendo questo genocidio, Stalin voleva distruggere il popolo ucraino per solidificare il suo regime totalitario. Chiediamo ai parlamenti di tutte le nazioni di sostenere l’Ucraina oggi, compiendo un semplice passo politico e votando a favore del riconoscimento dell’Holodomor, la carestia artificiale di Stalin, come genocidio del popolo ucraino», ha detto il ministro, «il riconoscimento dell’Holodomor come genocidio è di importanza cruciale, soprattutto ora che la Russia sta commettendo un altro genocidio contro gli ucraini».

Ore 12:46 - Steinmeier: «Guerra segna decenni di fallimenti, anche miei»

L’invasione russa dell’Ucraina segna «il fallimento finale e amaro di anni di sforzi politici, compresi i miei sforzi, per evitare proprio questo momento terribile». Lo ha detto in un discorso alla nazione il presidente tedesco Steinmeier. «Ognuno di voi ricorda quel 24 febbraio. Anch’io. Il grido delle sirene e il fumo scuro su Kiev, le immagini terribili di quella mattina mi sono entrati sotto la pelle». In passato Steinmeier è stato molto aperto alle relazioni con Mosca ma dall’invasione dell’Ucraina ha più volte condannato la «brutale aggressione» russa, che oggi ha descritto come «svolta epocale» verso tempi più bui e difficili.

Ore 14:35 - Medvedev, energia? Kiev riconosca annessioni

«La strada per la stabilità dell’approvvigionamento energetico è diversa. Richiede il riconoscimento della legittimità delle richieste della Russia nell’ambito dell’operazione militare speciale e dei suoi risultati, che si riflettono nella Costituzione. Allora la situazione migliorerà». E’ quanto ha scritto su Telegram il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, secondo quanto riporta l’agenzia Tass con un riferimento ai referendum sulle annessioni delle quattro regioni ucraine. «L’acquisto da parte del regime di Kiev di elettricità dalla Slovacchia porterà a ulteriori aumenti dei prezzi per gli europei e gli ucraini. Ma - ha concluso - non all’auspicata stabilità del sistema di approvvigionamento energetico ucraino».

Ore 14:44 - Kiev replica a Medvedev, l’Ucraina non accetterà di arrendersi

Il consigliere presidenziale di Kiev Mykhailo Podoliak, ha replicato alle affermazioni del vice capo del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che oggi ha dichiarato che la situazione dell’approvvigionamento energetico in Ucraina migliorerà se Kiev riconoscerà le richieste della Russia, avanzate nell’ambito dell’operazione militare speciale e dei risultati dei referendum nelle regioni che Mosca si è annessa. «Fantastico. Il Cremlino ha dichiarato direttamente attraverso Medvedev: che distruggeranno il sistema energetico ucraino e che terrorizzeranno milioni di persone fino a quando l’Ucraina non accetterà di arrendersi - ha scritto Podoliak su Twitter -. In effetti, è una confessione ufficiale di terrorismo a livello statale. Che tipo di negoziazioni possono essere considerate qui? Con chi?».

Ore 15:59 - Twitter: Medvedev a Musk, ora lascia perdere Kiev e Starlink

«Buona fortuna nel superare i pregiudizi politici e la dittatura ideologica su Twitter. E smetti di fare affari con Starlink in Ucraina». Lo ha scritto su Twitter il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, rivolgendosi ad Elon Musk dopo la sua acquisizione della piattaforma di social media.

Ore 16:33 - Razov: «Prima o poi ci sarà la pace anche per questo conflitto»

«Le crisi vanno e vengono e prima o poi sarà superata anche questa. Prima o poi ci sarà la pace anche per questo conflitto». Così Sergey Razov, ambasciatore della Federazione Russa in Italia, nel corso del Forum Economico Eurasiatico a Baku, senza mai pronunciare la parola Ucraina.

Ore 16:39 - Putin: «In corso piano per sviluppo Forze armate»

«Il piano per lo sviluppo delle Forze armate russe è in pieno svolgimento, molto è stato fatto per lo sviluppo delle forze missilistiche strategiche». Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin in un incontro con il ministro della Difesa, Serghei Shoigu. «Abbiamo e stiamo lavorando a un piano per lo sviluppo delle Forze armate. È in fase di attuazione e procede al ritmo e nella misura prevista e concordato a tutti i livelli», ha sottolineato Putin, come riportano le agenzie russe. «Sulla base dell’esperienza dell’operazione militare speciale, dobbiamo riflettere e apportare modifiche alla costruzione di tutti i componenti delle Forze armate, comprese quelle di terra», ha poi aggiunto il presidente russo.

Ore 16:43 - Mosca: oltre 82 mila mobilitati sono già arrivati al fronte

Altri 218.000 russi richiamati alle armi con la mobilitazione parziale stanno completando l’addestramento, oltre agli 82.000 che sono già stati inviati nell’area dell’operazione militare in Ucraina. Di questi ultimi 41.000 sono già inquadrati in unità operative sul terreno. Lo ha precisato il ministro della Difesa Serghei Shoigu, citato dalla Tass. «In questo modo - ha detto Shoigu incontrando il presidente Vladimir Putin - l’obiettivo di 300.000 soldati che lei ha posto è stato raggiunto». Quindi «non si prevedono» altri richiami e le truppe continueranno ad essere integrate solo «con volontari e militari sotto contratto».

Ore 16:57 - Colloquio telefonico tra Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky

Colloquio telefonico tra il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Meloni ha rinnovato il pieno sostegno del Governo italiano a Kiev nel quadro delle alleanze internazionali sul fronte politico, militare, economico, umanitario e per la futura ricostruzione e ha confermato l’impegno dell’Italia per ogni sforzo diplomatico utile alla cessazione dell’aggressione della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina. Il presidente del Consiglio si è detta fiera della grande solidarietà dimostrata dal popolo italiano nei confronti dei cittadini ucraini accolti in Italia e ha poi auspicato il rinnovo dell’intesa sull’esportazione del grano dai porti ucraini, accordo fondamentale per scongiurare una possibile crisi alimentare.

Ore 17:35 - Zelensky: «Ho invitato Meloni in Ucraina»

«Mi sono congratulato con Giorgia Meloni per la sua nomina a primo ministro italiano. Spero in un’ulteriore proficua collaborazione. Abbiamo discusso dell’integrazione dell’Ucraina nell’Ue e nella Nato. Ho parlato della situazione attuale nel nostro paese e l’ho invitata a visitare l’Ucraina». Lo scrive su Twitter Volodymyr Zelensky dopo il colloquio odierno.

Ore 18:00 - Kiev all'Iran: «Fermi subito la fornitura di armi a Mosca»

Teheran smetta «immediatamente» di fornire armi alla Russia. È la richiesta esplicita che Kiev rivolge all'Iran, nelle parole del capo della diplomazia ucraina, il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, in una conversazione telefonica oggi con il suo omologo iraniano Hossein Amirabdollahian.

Ore 18:35 - Kiev annuncia massicce interruzioni di corrente

La compagnia energetica statale ucraina Ukrenergo ha annunciato restrizioni sul consumo di elettricità «senza precedenti». Lo riporta Unian. Per quanto riguarda Kiev, i danni hanno portato a un «deficit energetico del 30% dei consumi», pertanto «per evitare un blackout completo della capitale e delle regioni centrali dell'Ucraina nei prossimi giorni verranno applicate restrizioni più severe e più lunghe». Le nuove misure verranno annunciate all'inizio della prossima settimana.

Ore 20:56 - Zelensky: 4 milioni di ucraini toccati da tagli a elettricità

Sono quattro milioni gli ucraini che risentono delle restrizioni all'erogazione dell'elettricità nel Paese. Lo sottolinea il presidente ucraino Zelensky.

Ore 23:18 - Zelensky: russi stanno trasformando Kherson in zona di esclusione

«La Russia sta trasformando la regione di Kherson in una zona senza civiltà, gli occupanti rubano attrezzature mediche, ambulanze e chiudono ospedali. Prima dell'arrivo della Russia, questa regione era completamente sicura, tutti i servizi sociali erano garantiti. Ora la Russia sta cercando di trasformare Kherson letteralmente in una zona di esclusione». Lo ha affermato il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo messaggio serale su Telegram.

La deportazione con bugia di 300 bambini "Li hanno rapiti con la scusa di una vacanza". Andrea Cuomo su Il Giornale il 29 ottobre 2022. 

Credevano di andare in vacanza, potrebbero non vedere più le loro famiglie. È un orribile stratagemma quello che sarebbe stato usato dalle forze russe di occupazione di Zaporizhzhia nei confronti di almeno trecento bambini ucraini, portati via da Energodar, Kamianka, Vodyane con la scusa delle vacanze nel territorio russo di Krasnodar e mai più restituiti alle loro famiglie.

La denuncia dell'episodio arriva da Ivan Fedorov, sindaco in esilio di Melitopol, città dell'Ucraina sud-orientale nell'oblast di Zaporizhzhia. Fedorov parla di vera e propria «deportazione». «Oggi - attacca parlando con la Novyny Pryazovia - la deportazione dei nostri bambini è una questione estremamente urgente. I russi avrebbero dovuto restituirli una settimana fa, ma questa settimana sono venuti dai loro genitori e hanno detto: Dateci i vestiti invernali per loro, per ora non torneranno».

Il sindaco è poi entrato nel dettaglio raccontando come i russi prtino avanti il loro imbroglio usando sempre la stessa tecnica. «I russi - racconta Fedorov - dicono di prendere i bambini solo per una vacanza e che li porteranno fuori per una settimana». Secondo il sindaco «i genitori sono per lo più d'accordo», fino a quando non si rendono conto che devono attivarsi per recuperare i loro figli e così si recano di persona nella regione di Krasnodar o in Crimea a cercarli. Salvo poi capire nella gran parte dei casi che «è ormai troppo tardi».

Lo scopo di questo rapimento subdolo è quello di ammorbidire i genitori, rendendoli malleabili. «Mentre i bambini sono con i russi, loro sono in una posizione debole e faranno ciò che viene detto loro di fare». Un modo, secondo Fedorov, «per intimidire e creare panico tra la popolazione locale. Perché una popolazione spaventata è più gestibile di quella di un Paese democratico».

Fedorov ha ieri denunciato all'Ukrainska Pravda un'altra prepotenza da parte delle autorità filorusse, che avviene sempre nella regione di Zaporizhzhia, annessa da Mosca in seguito ai controversi (a dir poco) referendum di fine settembre. Gli occupanti hanno annunciato che tutti i residenti della parte temporaneamente occupata della regione riceveranno la cosiddetta «cittadinanza automatica della Federazione Russa» dal 30 ottobre. «I Gauleiters (capo locale nazista, ndr) di Melitopol hanno annunciato che dal 30 ottobre tutti i residenti che vivono negli insediamenti catturati della regione di Zaporizhzhia diventeranno automaticamente cittadini della Federazione Russa», ha detto il sindaco, aggiungendo che l'obiettivo anche in questo caso è intimidire la popolazione Fedorov ha poi ricordato che qualsiasi decreto russo sui territori occupati è legalmente nullo.

Mosca sospende l’accordo sul grano a tempo indeterminato. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Chiara Severgnini e redazione online su Il Corriere della Sera il 29 Ottobre 2022.

Le notizie di sabato 29 ottobre. Il comandante in capo delle Forze armate ucraine Valery Zaluzhny: «Nonostante un aumento del numero delle truppe, i russi non avanzano»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 247esimo giorno.

• Mosca ha dichiarato chiusa la mobilitazione parziale che aveva avviato poche settimane fa. Oltre 82mila mobilitati russi sono già partiti per il fronte.

• Nella notte tra venerdì e sabato, navi e basi della Marina russa sono state colpite a Sebastopoli, in Crimea, da un attacco sferrato con droni. Mosca accusa Londra di aver contribuito a preparare sia questa azione, sia le esplosioni che hanno messo fuori uso il gasdotto Nord Stream. Kiev, da parte sua, lascia intendere che le esplosioni in Crimea potrebbero essere state causate dalla contraerea russa.

• La Russia ha «sospeso a tempo indeterminato» l’accordo siglato a luglio grazie a cui era stato aperto un «corridoio del grano». Il motivo: gli attacchi a Sebastopoli, giudicati «terroristici» da Mosca. Il ministro degli Esteri ucraino accusa la Russia di aver cercato un «falso pretesto» per chiamarsi fuori dall’accordo.

• Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la premier italiana Giorgia Meloni in Ucraina.

Ore 23:18 - Zelensky: russi stanno trasformando Kherson in zona di esclusione

«La Russia sta trasformando la regione di Kherson in una zona senza civiltà, gli occupanti rubano attrezzature mediche, ambulanze e chiudono ospedali. Prima dell'arrivo della Russia, questa regione era completamente sicura, tutti i servizi sociali erano garantiti. Ora la Russia sta cercando di trasformare Kherson letteralmente in una zona di esclusione». Lo ha affermato il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, nel suo messaggio serale su Telegram.

Ore 01:20 - Capo militari Kiev, russi aumentano uomini ma non avanzano

Il comandante in capo delle Forze armate ucraine Valery Zaluzhny ha avuto una conversazione con l’omologo americano Mark Milley. Il capo dei militari di Kiev ha spiegato tramite la sua pagina Telegram che i russi «nonostante l’assoluto vantaggio del fuoco, un aumento del numero delle truppe e, di conseguenza, degli attacchi non stanno avendo successo sul campo di battaglia». Lo riporta Ukrainska Pravda. Pertanto «grazie al coraggio e alla professionalità dei soldati e degli ufficiali ucraini, le linee rimangono invariate e l’operazione difensiva si sta svolgendo con successo secondo il piano». Zaluzhny ha infine spiegato a Milley che «le forze di difesa ucraine stanno concentrando i loro sforzi sul liberare i territori occupati, impedire al nemico di conquistare nuove aree, garantire la protezione delle infrastrutture critiche attraverso la difesa aerea e la difesa antimissilistica, continuare la formazione e l’addestramento di riservisti per lo svolgimento di future ostilità».

Ore 01:55 - Mosca include operazione speciale in libri storia scuole superiori

La «comprensione delle cause e delle conseguenze dell’operazione militare speciale russa in Ucraina» è stata inclusa nel corso di storia di base per studenti delle scuole superiori russe. Lo rende noto «Ria Novosti». L’obiettivo, viene spiegato in un documento del progetto di programmi federali di istruzione generale di base, è quello di dare agli studenti russi «la capacità di interpretare correttamente i fatti storici, valutarli e difendere la verità storica resistendo ai tentativi di falsificazione».

Ore 07:23 - Ambasciatore russo a Washigton: Usa ritirino testate nucleari all’estero

L’ambasciatore russo a Washington, Anatoli Antonov, sollecita gli Stati Uniti a ritirare le testate nucleari dispiegate in Paesi esteri. «In questo momento di tensioni e rischi aumentati, i Paesi nucleari hanno una responsabilità particolare per prevenire l’escalation. Per questo, torno a chiedere a Washington di riportare tutte le testate nucleari dispiegate all’estero in territorio nazionale, di eliminare le infrastrutture all’estero in cui sono immagazzinate e mantenute, e di rinunciare alla pratica delle simulazioni del loro impiego con forze di Paesi non nucleari nel quadro delle missioni della Nato (come l’esercitazione in corso in questi giorni Steadfast Noon) che va contro i principi di base del Trattato di non proliferazione», ha affermato Antonov. Gli Stati Uniti stanno accelerando i loro piani di dispiegare bombe nucleari B61-12 in Europa, «a poca distanza di volo dal confine russo», ha denunciato il diplomatico. «Le nostre armi nucleari tattiche si trovano invece in siti centralizzati in Russia e non sono una minaccia per gli Stati Uniti», ha precisato

Ore 07:34 - Bombe per tutta la notte su Nikopol,danni a rete elettrica

Bombardamenti russi hanno colpito per tutta la notte Nikopol, città dell’Ucraina orientale che si trova di fronte alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: gravi danni alle reti elettriche e alle linee del gas. Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare regionale ucraina di Dnipropetrovsk Valentin Reznichenko, come riporta Unian. «Per tutta la notte l’esercito russo ha lanciato attacchi su Nikopol e nella regione. C’è stato un incendio. Danneggiati condomini e negozi», ha riferito Reznichenko. Le linee elettriche di Nikopol erano state bombardate dalle truppe di Mosca anche ieri mattina

Ore 07:52 - Kiev, tre civili uccisi in attacchi nel Donetsk

Le truppe russe hanno attaccato la regione del Donetsk, uccidendo tre civili e ferendone altri otto nella giornata di ieri. Lo ha riferito il governatore della regione, Pavlo Kyrylenko, come riporta Kiev Independent. Secondo Kyrylenko, le truppe russe hanno ucciso due persone a Kurdiumivka e una a Pivnichne. «Al momento è impossibile determinare il numero esatto delle vittime a Mariupol e Volnovakha», ha aggiunto Kyrylenko.

Ore 08:04 - Gb, intenzione Mosca di accelerare ritiro da Kherson

La rimozione dei resti del famoso statista russo del XVIII secolo, Grigory Potemkin, dalla sua tomba nella cattedrale di Kherson e l’esodo di 70 mila civili dalla città nell’Ucraina meridionale «probabilmente anticipa l’intenzione russa di accelerare il ritiro dall’area». È quanto riferito dall’intelligence britannica nel bollettino quotidiano sulla situazione sul campo.

Ore 08:46 - Filorussi, respinto attacco con droni su baia Sebastopoli

La Marina russa ha respinto questa mattina un attacco di droni nella baia di Sebastopoli, base della Flotta del Mar Nero di Mosca in Crimea. «Le navi della Flotta del Mar Nero stanno respingendo droni nella baia di Sebastopoli», ha dichiarato su Telegram il governatore di Sebastopoli Mikhail Razvozhayev. «Nessuna struttura della città è stata colpita. La situazione è sotto controllo», ha aggiunto.

Ore 08:57 - Mosca dichiara direttore tv indipendente Dojd «agente straniero»

Natalia Sindeeva, direttore generale di Dojd, uno dei pochi media indipendenti russi, che vive in esilio da mesi, è stata dichiarata da Mosca «agente straniero» insieme ad altri due giornalisti del gruppo. I nomi di Natalia Sindeeva, Vladimir Romenskii e Ekaterina Kotrikadze compaiono nell’elenco aggiornato delle personalità classificate come «agenti stranieri» pubblicato dal Ministero della Giustizia russo. La loro inclusione nella lista è ufficialmente giustificata dall«esercizio di attività politiche».

Critico nei confronti del Cremlino, Dojd (pioggia in russo) è stato bloccato all’inizio di marzo in seguito all’offensiva russa in Ucraina, ampiamente condannata dai suoi giornalisti. Da allora Dojd trasmette in esilio dalla Lettonia, Paese confinante con la Russia che ha ospitato diversi media russi liberi. Secondo l’elenco pubblicato venerdì dal ministero della Giustizia russo, anche gli avvocati Mikhail Beniach e lo youtuber Ivan Yakovina sono stati dichiarati «agenti stranieri». Dall’inizio dell’offensiva in Ucraina, la Russia ha registrato un giro di vite senza precedenti. Le autorità hanno introdotto una legge che prevede fino a 15 anni di carcere per qualsiasi pubblicazione di informazioni sull’esercito che le autorità ritengono false.

Ore 09:01 - La Russia terrà conto della modernizzazione delle armi nucleati Usa

Nei piani militari della Russia si terrà conto della modernizzazione delle bombe nucleari statunitensi dispiegate in Europa. Lo rende noto l’agenzia di stampa russa Ria Novosti citando le parole del viceministro russo Esteri Alexander Grushko. All’inizio di questa settimana Politico aveva infatti riferito che gli Stati Uniti starebbero accelerando il dispiegamento del B61-12 modernizzato nelle basi Nato controllate in Europa.

Ore 09:40 - Mosca, abbattuti tutti i droni attacco a Sebastopoli

Sono stati abbattuti tutti i droni dell’attacco nella baia di Sebastopoli, in Crimea. Lo hanno riferito le autorità locali. In precedenza, il governatore della regione annessa unilateralmente da Mosca nel 2014, Mikhail Razvozhayev, aveva riferito dell’attacco in corso, assicurando che la situazione era «sotto controllo».

Ore 09:59 - Kiev, 430 bambini uccisi dall’inizio dell’invasione russa

Sono 430 i bambini rimasti uccisi e 823 quelli feriti dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina: ha riferito la Procura generale di Kiev sottolineando che i numeri non sono completi. Lo riportano i media ucraini. La maggior parte dei minori è stata colpita nelle regioni di Donetsk, Kharkiv, Kiev, Mykolaiv, Zaporizhzhia.

Ore 10:25 - Gb: «Via spoglie Potemkin da Kherson, indica ritiro Mosca»

Le spoglie del principe Grigory Potemkin, del 18/o secolo, sono state rimosse dai russi dalla sua tomba nella cattedrale a est del fiume Dnipro, a Kherson: secondo l’intelligence del Ministero della Difesa britannico si tratta di uno spostamento `simbolico´ che, insieme con l’esodo dei civili, `probabilmente anticipa l’intenzione russa di accelerare il ritiro dalla regione. «Nell’identità nazionale russa, Potemkin è fortemente associato alla conquista russa delle terre ucraine nel 1700 e sottolinea il peso che il presidente Vladimir Putin quasi certamente attribuisce alla giustificazione storica per l’invasione», scrive l’intelligence britannica su Twitter.

Ore 11:07 - Kiev, stop gas ad azienda elettrica regione da domattina

Naftogaz, la compagnia nazionale di petrolio e gas dell’Ucraina ha ordinato alla società di distribuzione del gas Kyivboblgaz di interrompere la fornitura di gas al Trypil Tpp, il più grande produttore di elettricità e di energia termica nella regione di Kiev. Kyivoblgaz dovrà avviare la procedura di disconnessione dalla fornitura di gas al Trypil Tpp già domani mattina. Lo ha annunciato su Facebook il presidente della commissione speciale del Parlamento ucraino sui fenomeni di crisi nel mercato energetico, Oleksiy Kucherenko, come riporta Unian.

Ore 12:17 - Quattro navi russe esplose a Sebastopoli

Alcune fonti open source confermano l’attacco nella baia di Sebastopoli. Anche Kiev comunica che quattro navi da guerra russe sono esplose a causa dell’attacco eseguito con i droni. HI Sutton su Twitter faceva già presente che gli stessi media russi avevano annunciato il danneggiamento di alcune navi, tra cui il vettore di missili da crociera Kalibr Makarov. Inoltre, alcune immagini mostrano del fumo nero che si solleva verso il cielo dal posto di Sebastopoli.

Ore 12:54 - Le accuse di Mosca: l'attacco a Sebastopoli preparato con britannici

Il ministero della Difesa russo ha accusato direttamente la Gran Bretagna di avere contribuito alla preparazione dell'attacco con i droni in Crimea sferrato questa mattina dagli ucraini. 

Secondo quanto affermato dal governo russo, i preparativi per l'attacco sarebbero stati condotti «da specialisti britannici con sede a Ochakov, nell'oblast di Nikolaev». 

La Russia ha anche accusato la Gran Bretagna di essere coinvolta nelle esplosioni che hanno messo fuori uso il gasdotto Nord Stream: «Alcuni rappresentanti di una unità della Marina britannica», ha scritto il ministero della Difesa su Telegram, «hanno preso parte alla pianificazione, alla preparazione e all'attuazione dell'attacco terroristico nel mar Baltico dello scorso 26 settembre, al fine di danneggiare i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2. 

Mosca afferma che i danni causati dall'assalto — non il primo ad arrivare così a fondo nel territorio della Crimea, la penisola ucraina che Mosca ha occupato e annesso illegalmente dal 2014 — sarebbero stati lievi, e avrebbero riguardato anche delle navi dragamine, impegnate nel garantire la sicurezza del trasporto di grano. 

Secondo il governatore filorusso Mikhail Razvozhaev, l'attacco a Sebastopoli è stato il più «massiccio» dall'inizio dell'«operazione militare speciale» — il nome con cui, ancora oggi, Mosca continua a chiamare l'invasione dell'Ucraina.

Ore 13:56 - Kiev, russi spostano malati e feriti da ospedali Kherson

Le truppe russe hanno spostato un gran numero di malati e feriti dagli ospedali nella regione di Kherson nell'Ucraina meridionale, secondo quanto riferito da funzionari militari ucraini. Le autorità installate dal Cremlino nella regione per lo più occupata dalla Russia avevano precedentemente esortato i civili a lasciare la città di Kherson.Anche le autorità nominate da Mosca a Kherson avrebbero abbandonato la città, unendosi a decine di migliaia di residenti che sono fuggiti in altre aree controllate dalla Russia prima della prevista avanzata delle forze ucraine. «Continua la cosiddetta evacuazione degli invasori dal territorio temporaneamente occupato della regione di Kherson, comprese le istituzioni mediche», ha affermato lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un report. «Tutte le attrezzature e le medicine vengono rimosse dagli ospedali di Kherson», si legge ancora.

Ore 14:07 - Mosca, abbattuto un Mig 29 ucraino

Le truppe russe hanno abbattuto un caccia ucraino Mikoyan MiG-29 nella regione di Nikolayev, ha affermato oggi il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, citato dall'agenzia Interfax. «Un aereo da combattimento ha abbattuto un aereo MiG-29 dell'aviazione ucraina vicino all'insediamento di Prishib nella regione di Nikolayev», ha affermato.

Ore 14:09 - 007 Kiev, migliori truppe russe a Kherson, in 40 mila sul Dnipro

Secondo il capo dell'intelligence ucraina Kyrylo Budanov le migliori unità russe sono attualmente a Kherson: in gran parte sono truppe aviotrasportate, forze speciali russe e marines. La Russia ha circa 40.000 soldati sulla riva destra del fiume Dnipro, dove si trova la capitale regionale occupata di Kherson. Budanov lo ha detto in un'intervista a The Drive ripresa dai media ucraini, aggiungendo: «l'operazione militare per liberare Kherson durerà fino alla fine di novembre».

Ore 14:37 - Russia: completata evacuazione civili da Kherson, pronti per difesa

L'evacuazione di civili organizzata dall'esercito russo nella regione meridionale ucraina di Kherson è stata completata: almeno 70mila persone sono state spostate verso la Russia mentre Mosca si prepara a una importante battaglia nell'area. Kiev ha definito l'evacuazione una "deportazione forzata". "Stiamo preparando Kherson per la difesa", ha dichiarato il comandante della milizia russa Alexander Khodakovsky.

Ore 14:52 - Londra, Mosca dice il falso per distrarre da suoi disastri

Il governo britannico respinge le accuse dei russi di un coinvolgimento di Londra nell'attacco odierno alla Crimea e nei sabotaggi al gasdotto Nord Stream. «Per sminuire la loro disastrosa gestione dell'invasione illegale dell'Ucraina, il Ministero della Difesa russo sta ricorrendo a false affermazioni di portata epica», afferma il ministero della Difesa di Londra su Twitter, aggiungendo: «Questa storia inventata dice di più sulle frizioni all'interno del governo russo piuttosto che sull'Occidente».

Ore 15:11 - Kiev rivendica controllo strategica autostrada Lugansk

L'Ucraina ha «sotto controllo» una strategica autostrada nella regione di Lugansk: lo ha riferito Serghei Gaidai, capo dell'amministrazione militare dell'Oblast. Gaidai ha riferito che le truppe di Kiev tengono sotto «controllo del fuoco» l'autostrada che collega le città di Svatove e Kreminna, il che significa che la sta bombardando in modo che non possa essere percorsa.

Le forze armate ucraine stanno cercando di spingersi verso Est in direzione di Lugansk, la regione ucraina che è stata quasi totalmente occupata dai russi; se fosse confermato il controllo dell'autostrada, significa che la Russia non potrebbe più accedere all'Oblast di Lugansk da nord.

Ore 16:18 - Mosca solleverà la questione del presunto coinvolgimento di Londra negli attacchi a Nord Stream e Crimea al Consiglio di sicurezza Onu

Il governo di Mosca intende sollevare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la questione degli «attacchi terroristici commessi nel Mar Nero e nel Mar Baltico con il coinvolgimento di Londra» ai danni di infrastrutture russe: lo ha reso noto all’agenzia russa Tass la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

Ore 16:49 - La Russia sospende l’accordo sull’export del grano

La Russia ha annunciato di aver sospeso a «tempo indeterminato» la sua partecipazione al “grain deal”, l’accordo siglato a luglio sotto l’egida dell’Onu per l’export del grano dall’Ucraina. Lo ha reso noto il ministero della Difesa, spiegando di aver preso la decisione dopo le esplosioni avvenute a Sebastopoli, che Mosca ha giudicato come un attacco terroristico.

Mosca aveva spiegato che le navi attaccate con i droni a Sebastopoli fanno parte della Flotta del Mar Nero che garantisce i corridoi sicuri per le esportazioni.

Ore 17:07 - Kiev replica a Mosca: «Le esplosioni a Sebastopoli causate dalla contraerea russa»

Kiev ironizza sull’attacco con i droni contro la base della flotta del mar Nero a Sebastopoli, denunciato oggi dalle autorità filorusse della Crimea. La portavoce del comando meridionale ucraino, Nataliia Humeniuk, lascia intendere che i danni potrebbero essere stati causati dai missili della contraerea di Mosca.

Ore 17:28 - Kiev accusa Mosca di aver cercato un «falso pretesto» per bloccare il corridoio del grano

Kiev ha denunciato Mosca per aver sospeso «a tempo indeterminato» l’accordo sul grano e la accusa di aver cercato «un falso pretesto» — l’attacco in Crimea — per farlo. «Avevamo avvertito dei piani della Russia per rovinare l’iniziativa sui cereali del Mar Nero. Ora Mosca usa un falso pretesto per bloccare il corridoio del grano che garantisce la sicurezza alimentare a milioni di persone. Invito tutti gli Stati a chiedere alla Russia di smettere di fare i suoi giochi con la fame e di riprendere a rispettare i suoi obblighi», ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba.

L’Onu, intanto, ha già esortato le parti in conflitto ad astendersi da azioni che possano minacciare l’accordo. L’ufficio del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha fatto sapere di essere già in contatto con la Russia; mentre la Turchia — che era stato, insieme all’Onu, mediatore dell’intesa — ha fatto sapere di non aver ancora ricevuto alcuna notifica della sospensione da parte della Russia. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato: «Bloccare il corridoio del grano significa togliere cibo a milioni di persone in povertà. Anche questo significa macchiarsi di gravi azioni contro l’umanità. Mi auguro che la Russia riveda la sua posizione».

Ore 18:26 - Cosa succede se salta l’accordo sul grano?

Firmato il 22 luglio a Istanbul, l’accordo sul trasporto del grano ucraino attraverso il mar Nero, sospeso oggi dalla Russia, ha permesso finora di trasportare quasi otto milioni di tonnellate di cereali e altri prodotti alimentari in oltre 350 viaggi, scongiurando una grave crisi alimentare. Tanto che il presidente turco Erdogan, dopo la firma, aveva dichiarato che l’intesa permetteva di evitare «l’incubo della fame nel mondo». Per arrivare a siglare l’accordo erano serviti intensi negoziati: mesi di contrattazioni, ripensamenti e accuse. L’uomo chiave dei negoziati era stato proprio Erdogan.

Fra i maggiori esportatori di cereali del mondo, prima della guerra l’Ucraina esportava oltre 45 milioni di tonnellate di grano l’anno, oltre a mais e olio di girasole. Kiev rappresenta da sola il 10 per cento degli scambi mondiali di grano: per questo, avverte Coldiretti, la chiusura dei corridoi di pace per l’export favorisce la speculazione e spinge i prezzi dei cereali. «Il blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero rischia di alimentare l’interesse sul mercato delle materie prime agricole della speculazione che - spiega la Coldiretti in una nota - si sposta dai mercati finanziari ai metalli preziosi come l’oro fino ai prodotti agricoli».

Se l’accordo salta davvero, il «rischio carestia» tornerà dunque ad affacciarsi, in particolare — precisa Coldiretti — per i 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione. Ma l’emergenza non sarebbe priva di conseguenze per l’Italia, che «importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti, il 35% del grano duro per la pasta e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame».

Ore 19:09 - «Trattare con Mosca è una perdita di tempo», scrive il consigliere di Zelensky

Mykahilo Podolyak, braccio destro del presidente Volodymyr Zelensky, pensa che la sospensione dell’accordo sull’export del grano da parte della Russia sia la dimostrazione del fatto che trattare con Mosca è «una perdita di tempo».

Dopo le esplosioni di Sebastopoli e la conseguente decisione di Mosca di «sospendere a tempo indeterminato» l’intesa sul grano, il consigliere del presidente ucraino ha affidato a Twitter una dichiarazione: «Ricatti nucleari, terrore energetico, blocco del grano... Putin ha trasformato cibo, freddo e prezzi in armi contro il mondo». Secondo Podolyak, la Russia sta «conducendo una guerra ibrida contro l’Europa, prendendo in ostaggio l’Africa e il Medio Oriente». «Si dimostra ancora una volta che le trattative con la Federazione Russa sono una perdita di tempo», conclude il braccio destro di Zelensky.

Ore 19:43 - Mosca chiede una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu

La Russia ha chiesto per lunedì una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu sull’attacco di oggi a «navi militari e civili russe» al porto di Sebastopoli, in Crimea. Mosca ha spiegato di considerare l’attacco un «atto terroristico» da parte di Kiev.

Ore 20:57 - Gli Usa criticano Mosca: «Usa il cibo come arma»

Washington ha accusato la Russia di usare il cibo «come arma» per la sospensione, a tempo indeterminato, della sua adesione all’accordo per l’export di grano dal Mar Nero. Il presidente Joe Biden ha parlato di una decisione «scandalosa» e di un «pretesto».

Berlusconi: «Per far trattare Kiev, stop alle armi e miliardi per la ricostruzione». Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro su Il Corriere della Sera il 30 Ottobre 2022.

Le notizie sulla guerra di domenica 30 ottobre. Questa diretta è stata chiusa: qui il link per seguire le ultime notizie di oggi. Quattro navi esplose dopo un attacco con i droni. La Russia chiede una riunione al Consiglio di sicurezza dell’Onu 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 248esimo giorno.

• Tra venerdì e sabato, a Sebastopoli, in Crimea, navi e basi della Marina russa sono state colpite da un attacco con droni. Mosca ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per discuterne. Kiev, da parte sua, insinua che le esplosioni siano state causate dalla contraerea russa.

• Mosca ha «sospeso a tempo indeterminato» l’accordo sull’export del grano che era stato siglato a luglio. Il ministro degli Esteri ucraino accusa la Russia di aver cercato un «falso pretesto» per chiamarsi fuori dall’intesa.

• Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato la premier italiana Giorgia Meloni in Ucraina.

Ore 04.40 - Quattro navi russe esplose a Sebastopoli

Alcune fonti open source confermano l’attacco nella baia di Sebastopoli. Anche Kiev comunica che quattro navi da guerra russe sono esplose a causa dell’attacco eseguito con i droni. HI Sutton su Twitter faceva già presente che gli stessi media russi avevano annunciato il danneggiamento di alcune navi, tra cui il vettore di missili da crociera Kalibr Makarov. Inoltre, alcune immagini mostrano del fumo nero che si solleva verso il cielo dal posto di Sebastopoli.

Ore 04:45 - La Russia sospende l’accordo sull’export del grano

La Russia ha annunciato di aver sospeso a «tempo indeterminato» la sua partecipazione al “grain deal”, l’accordo siglato a luglio sotto l’egida dell’Onu per l’export del grano dall’Ucraina. Lo ha reso noto il ministero della Difesa, spiegando di aver preso la decisione dopo le esplosioni avvenute a Sebastopoli, che Mosca ha giudicato come un attacco terroristico.

Mosca aveva spiegato che le navi attaccate con i droni a Sebastopoli fanno parte della Flotta del Mar Nero che garantisce i corridoi sicuri per le esportazioni.

Ore 04:51 - Kiev replica a Mosca: «Le esplosioni a Sebastopoli causate dalla contraerea russa»

Kiev ironizza sull’attacco con i droni contro la base della flotta del mar Nero a Sebastopoli, denunciato oggi dalle autorità filorusse della Crimea. La portavoce del comando meridionale ucraino, Nataliia Humeniuk, lascia intendere che i danni potrebbero essere stati causati dai missili della contraerea di Mosca.

Ore 05:00 - Medici, corpi e tank: le 3 linee del fronte di Kherson

(Andrea Nicastro, nostro inviato) Fronte di Kherson - Non è un caso che proprio qui, secondo Kiev, si prepari la «peggiore battaglia della guerra». Per Putin, Kherson è indispensabile al rifornimento idrico e alla sicurezza delle basi navali in Crimea. Per Zelensky, sarebbe la prima grande riconquista. E allora, il maggiore Sergej detta le regole per visitare il fronte. «Geolocalizzatori spenti. Niente foto sull’esterno dei luoghi dove vivono o combattano i soldati. Anche solo il profilo di un tetto o l’inclinazione del sole. Niente». L’intelligence ucraina sa che i russi setacciano la Rete e da una sola immagine (e i suoi metadati) ricavano le coordinate per i missili. Per una volta, però, le foto non sono così indispensabili. Questa terra è intrisa di odio ed è più facile sentirlo dalle parole di chi lo vive che vederlo.

Ore 05:10 - Mosca chiede una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu

La Russia ha chiesto per lunedì una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu sull’attacco di oggi a «navi militari e civili russe» al porto di Sebastopoli, in Crimea. Mosca ha spiegato di considerare l’attacco un «atto terroristico» da parte di Kiev.

 Ore 05:22 - Gli Usa criticano Mosca: «Usa il cibo come arma»

Washington ha accusato la Russia di usare il cibo «come arma» per la sospensione, a tempo indeterminato, della sua adesione all’accordo per l’export di grano dal Mar Nero. Il presidente Joe Biden ha parlato di una decisione «scandalosa» e di un «pretesto».

Ore 08:07 - Dieci case e un gasdotto colpiti da artiglieria russa

L’esercito russo ha usato l’artiglieria pesante per colpire nella notte Nikopol, nell’Ucraina orientale. Lo rende noto Valentin Reznichenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk. «Dieci condomini e edifici privati, edifici agricoli e un gasdotto sono stati colpiti, è scoppiato un incendio. Non ci sono vittime», ha dichiarato Reznichenko.

Ore 08:36 - Difesa Gb: «Il gruppo Wagner arruola sieropositivi»

Il ministero della Difesa britannico in un tweet ha rivelato che il Gruppo Wagner, la compagnia militare di mercenari che combattono per Putin, ha iniziato a reclutare persone affette da malattie molto gravi, come epatite C e Aids. Questo modo di muoversi sarebbe la conferma delle difficoltà in cui versano i russi sul campo di battaglia, che hanno quindi cominciato a privilegiare la quantità di uomini a discapito della qualità. Tuttavia, molti dei malati reclutati potrebbero anche essere impiagati negli scavi della «Linea Wagner» nell’est dell’Ucraina che ha lo scopo di frenare l’offensiva degli avversari.

Ore 09:35 - Ue esorta Russia a revocare sospensione accordo sul grano

«La decisione della Russia di sospendere la partecipazione all’accordo sul Mar Nero mette a rischio la principale via di esportazione di cereali e fertilizzanti, tanto necessari per affrontare la crisi alimentare globale causata dalla sua guerra contro l’Ucraina. L’Ue esorta la Russia a revocare la sua decisione»: lo afferma, su Twitter, l’alto rappresentante dell’UE Josep Borrell.

Ore 10:44 - Lavrov: «Europa e Usa "giocano" con tema armi nucleari»

Mosca è allarmata dal desiderio di Varsavia di candidarsi per il dispiegamento di bombe nucleari statunitensi. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. «La Polonia chiede un `candidato´ anche per gli americani per piazzare lì le loro bombe nucleari. Questa situazione è molto preoccupante», ha detto il capo del dipartimento diplomatico. Secondo lui, una nuova generazione di politici occidentali sta cercando di «giocare» in modo irresponsabile con il tema delle armi nucleari. «Sono apparse - ha concluso Lavrov - persone in Europa che stanno cercando di `giocare´ con il tema delle armi nucleari in modo piuttosto irresponsabile». Lo riporta la Tass.

Ore 10:46 - Kiev: «Russia blocca grano sufficiente a sfamare 7 mln persone»

«Sospendendo la sua partecipazione all'accordo sul grano con il falso pretesto di esplosioni a 220 chilometri dal corridoio del grano, la Russia blocca 2 milioni di tonnellate di grano su 176 navi già in mare, sufficienti per sfamare oltre 7 milioni di persone. La Russia lo ha pianificato con largo anticipo». Così il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter. «L'attuale coda con il grano si è accumulata nel Mar Nero da settembre, quando la Russia ha iniziato deliberatamente a ritardare il funzionamento del corridoio e cercare di minare l'accordo. La Russia ha preso la decisione di riprendere i suoi giochi della fame molto tempo fa e ora cerca di giustificarlo», ha aggiunto Kuleba.

Ore 14:20 - Pompeo: «Sono molto preoccupato da minaccia nucleare»

L'ex segretario di stato ed ex capo della Cia Usa Mike Pompeo si è detto «molto preoccupato» della minaccia nucleare russa sullo sfondo della guerra in Ucraina. «Sono molto preoccupato», ha detto a margine del Gala a Washington della National Italian American Foundation (Niaf), dove era uno dei premiati. Ma, ha aggiunto, «sono fiducioso che se Usa ed Europa forniranno all'Ucraina ciò di cui ha bisogno per proteggere la sua sovranità Kiev avrà successo».

Ore 15:20 - Mosca, per attacco droni a Crimea usato corridoio sicuro grano

Specialisti del ministero della Difesa russo hanno recuperato frammenti dei droni marini utilizzati ieri, per attaccare le navi della flotta del Mar Nero e le navi civili nelle acque vicino alla città di Sebastopoli, in Crimea. «Dopo aver respinto un attacco terroristico il 29 ottobre contro le navi impegnate a garantire la sicurezza del `corridoio del grano´, sono stati scoperti i resti dei veicoli marini senza pilota utilizzati dal regime di Kiev sotto la guida di rappresentanti britannici», ha affermato il ministero di Mosca in una nota, come riporta Ria Novosti.

«I droni marini si stavano muovendo nella zona sicura del `corridoio del grano´», ha denunciato il ministero, aggiungendo di aver «recuperato» alcuni dei detriti dei droni dal mare. Secondo la ricostruzione russa, uno dei droni potrebbe essere stato lanciato «da una delle navi civili noleggiate da Kiev o dai suoi comandanti occidentali per l'esportazione di prodotti agricoli dai porti marittimi dell'Ucraina». Come risposta all'attacco di ieri a Sebastopoli, Mosca ha sospeso a tempo indeterminato l'accordo per l'esportazione di grano dai porti ucraini sul Mar Nero, adducendo come causa l'impossibilità di garantire la sicurezza delle navi per via delle azioni «terroriste» di Kiev.

Ore 15:23 - Guterres: «Profondamente preoccupato» per export grano

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso «profonda preoccupazione» per l'interruzione delle esportazioni di grano dai porti ucraini, dopo che la Russia ha sospeso la sua partecipazione all'accordo sui corridoi sicuri dell'export, raggiunto con la mediazione di Onu e Turchia. «Il segretario generale è profondamente preoccupato per la situazione in corso per quanto riguarda» l'intesa sulle esportazioni di cereali dal Mar Nero, ha affermato il suo portavoce. Guetrres «ha deciso di ritardare di un giorno la sua partenza per il vertice della Lega Araba ad Algeri per concentrarsi sulla questione», ha aggiunto il portavoce.

Ore 15:57 - Berlusconi: «Senza armi dall’Occidente l’Ucraina potrebbe accettare una trattativa»

Cosa pensa Silvio Berlusconi del conflitto tra Russia e Ucraina? Alcune sue dichiarazioni contenute nel libro di Bruno Vespa «La grande tempesta» (in uscita venerdì 4 novembre da Mondadori Rai Libri) e anticipate dalle agenzie di stampa chiariscono qual è la posizione del presidente di Forza Italia: «Se a un certo punto l’Ucraina capisse di non poter più contare sulle armi e sugli aiuti e se, invece, l’Occidente promettesse di fornirle centinaia di miliardi di dollari per la ricostruzione delle sue città devastate dalla guerra», si legge nel libro, «Zelensky, forse, potrebbe accettare di sedersi al tavolo per una trattativa».

Nel libro di Vespa, Berlusconi torna anche sugli audio all’assemblea dei parlamentari Fi. Sulle venti bottiglie di vodka e di lambrusco, ricorda che dopo aver raccontato ai suoi deputati delle lettere di auguri, uno di loro gli chiese: «E vi siete fatti anche dei regali?» E lui rispose divertito: «Si certo, venti bottiglie di vodka e venti di lambrusco». Ma tutti , dice, avevano capito che scherzava.

Ore 16:22 - Cosa sappiamo di Sebastopoli

Quali sono state le conseguenze reali dell’attacco a Sebastopoli?

Non abbiamo ancora tutti i dati per comprenderle a fondo. Mosca sostiene di avere parato il colpo, ma altre fonti indicano alcune unità importanti danneggiate. Dove sta la verità? Andrea Marinelli e Guido Olimpio fanno il punto qui.

Ore 16:29 - Prodi e Fischer: «L’Europa è marginale, la guerra sarà decisa a Washington e Pechino»

«L’Europa non è una grande potenza, è troppo piccola: senza gli Stati Uniti, non è in grado di contenere la Russia»: è l’opinione dell’ex ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer, che oggi ha partecipato al dibattito «Sicilia, Mediterraneo, Europa» organizzato dall’associazione Incontri a Siracusa. Tra gli ospiti dell’incontro — moderato dal vicepresidente dell’Ispi Paolo Magri e dal corrispondente del Corriere a Berlino, Paolo Valentino — c’era anche Romano Prodi, ex premier italiano ed ex commissario europeo, che ha dichiarato: «Le decisioni prese in un momento di emozione non sempre durano, non sono sicuro che l’apertura europea verso l’Ucraina resisterà in futuro». Il resoconto completo dell’incontro si può leggere qui.

Ore 16:47 - La Nato invita la Russia a rinnovare l’accordo sul grano

La Nato ha invitato Mosca a rinnovare urgentemente l’accordo sul grano che questa estate ha consentito all’Ucraina di riprendere le esportazioni di prodotti cerealicoli dal Mar Nero. Ieri la Russia ha annunciato di aver sospeso «a tempo indeterminato» l’intesa, in risposta a quanto avvenuto a Sebastopoli. «Il presidente Putin deve smettere di usare il cibo come arma e porre fine alla sua guerra illegale contro l’Ucraina», ha detto oggi la portavoce della Nato, Oana Lungescu.

«Chiediamo alla Russia di riconsiderare la sua decisione e di rinnovare l’accordo urgentemente, consentendo che i prodotti alimentari arrivino a coloro che ne hanno più bisogno», ha concluso la portavoce, ricordando che l’intesa ha «contribuito a ridurre i prezzi dei generi alimentari nel mondo».

Cosa si rischia, davvero, se l’accordo sul grano non viene ripristinato? Lo ha spiegato ieri Coldiretti in una nota in cui parla di un possibile «rischio carestia», in particolare per i Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l’alimentazione. L’emergenza non sarebbe priva di conseguenze per l’Italia, che «importa addirittura il 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti, il 35% del grano duro per la pasta e il 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame».Il punto è che lì'Ucraina rappresenta da sola il 10% degli scambi mondiali di grano: per questo, avverte Coldiretti, la chiusura dei corridoi di pace per l’export favorisce la speculazione e spinge i prezzi dei cereali.

Ore 17:04 - Secondo Lavrov, la situazione attuale è «simile alla crisi dei missili di Cuba»

«L’attuale situazione in Ucraina è simile alla crisi dei missili di Cuba, perché vi sono minacce dirette alla nostra sicurezza ai confini della Russia»: il paragone è stato fatto dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista per un film dedicato alla crisi del 1962.

A riferirlo è l’agenzia stampa russa Tass, che ha diffuso anche altre frasi del ministro estrapolate dalla stessa intervista. Tra queste, anche una considerazione sulle trattative con Kiev: «La disponibilità della Russia, compreso il suo presidente, per i negoziati sull’Ucraina, rimane invariata», ha detto Lavrov. «Saremo sempre pronti ad ascoltare quali proposte hanno i nostri partner occidentali per ridurre la tensione. Ovviamente, non dipenderà da noi, come è sempre stato in passato».

«La dichiarazione di Lavrov sulla disponibilità ai negoziati non è altro che un’altra cortina fumogena per guadagnare tempo sullo sfondo delle sconfitte dell’esercito russo», ha risposto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko. Secondo lui, l’unica «proposta realistica» per le trattative dovrebbe essere «l’immediata cessazione della guerra contro l’Ucraina da parte della Russia e il ritiro delle truppe russe dal territorio ucraino oltre i confini a partire dal 1991».

Ore 17:31 - La Turchia sta cercando di salvare l’accordo sul grano

Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar sta tenendo colloqui con la sua controparte russa e ucraina nel tentativo di risolvere lo stop all’intesa per l’export di grano deciso ieri da Mosca.

«Il nostro Ministro della Difesa Hulusi Akar continua i colloqui e il coordinamento con le sue controparti. Inoltre, sono in corso colloqui tra le agenzie interessate», ha dichiarato il ministero turco, citato da Tass.

Ore 17:54 - Mosca sarà presto «in contatto» con Onu e Turchia per discutere dell’accordo sul grano

La Russia avrà presto contatti con la Turchia e le Nazioni Unite per discutere dell’accordo sul grano con l’Ucraina, che Mosca ha sospeso «a tempo indeterminato» dopo l’attacco di Sebastopoli. Ad annunciarlo è stato il viceministro degli Esteri russo Andrey Rudenko, confermando quanto già anticipato nelle ore precedenti dal ministro della Difesa turco. «Questi contatti avranno luogo nel prossimo futuro», ha precisato Rudenko.

Ore 18:39 - Zelensky riunisce il comando delle forze armate per gli ultimi aggiornamenti dal fronte

Il presidente Volodymyr Zelensky ha riunito il comando delle forze armate ucraine per discutere della situazione al fronte. «Lavoriamo per la vittoria senza giorni di riposo», ha poi riferito il leader ucraino sul premier. «Abbiamo ricevuto informazioni su possibili azioni future dell’aggressore. Ci siamo concentrati sulla fornitura di munizioni alle nostre truppe. Infine, sono state analizzate nel dettaglio le azioni già intraprese per la protezione delle infrastrutture e degli impianti energetici. Perseveriamo. Dimostriamo al mondo intero che siamo invincibili», aggiunge Zelensky.

Ore 19:12 - Le reazioni dell’opposizione alle parole di Berlusconi sulla guerra

La ricetta di Silvio Berlusconi per portare Ucraina e Russia al tavolo dei negoziati — sospendere l’invio di armi, offrire a Kiev aiuti per la ricostruzione, indire un nuovo referendum in Donbass — ha suscitato molte critiche da parte dell’opposizione. Per Carlo Calenda, Berlusconi «continua a fare propaganda per Putin», per Simona Malpezzi, presidente dei senatori Pd, le parole del leader di Forza Italia «picconano la credibilità internazionale» dell’Italia. Duro anche il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova: «Per Berlusconi la pace è quella di Putin. Meloni e Tajani non possono più fare finta di nulla, sull’Ucraina la maggioranza non c’è».

Ore 20:02 - Le condizioni di Mosca per riattivare l’accordo sul grano

Per la Russia, ha spiegato il viceministro degli Esteri Andrei Rudenko, «sarà possibile parlare della possibilità di un ritorno all’accordo sul grano dopo un’indagine approfondita su quanto accaduto a Sebastopoli». «Questa è una completa disgrazia, tutte le condizioni precedentemente concordate sono state violate», ha spiegato. La Russia ha convocato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per lunedì, proprio per discutere dell’attacco di Sebastopoli. «Solo dopo si potrà parlare di quali saranno i prossimi passi», ha detto Rudenko.

Ore 22:23 - La Russia ha comunicato a Istanbul lo stop all’intesa sul grano

È ufficiale: La Russia ha deciso di sospendere «a tempo indeterminato» la sua partecipazione all’intesa sull’export di grano, inclusa l’ispezione ad Istanbul delle navi cariche di cereali dall’Ucraina. Dopo averlo annunciato sabato, Mosca lo ha comunicato formalmente al Centro di coordinamento congiunto istituito dall’accordo firmato il 22 luglio tra Russia, Ucraina, Turchia e Onu sull’esportazione di grano dai porti ucraini.

Ore 22:37 - Intesa Onu, Turchia, Ucraina per movimento domani 14 navi

Le Nazioni Unite, la Turchia e l’Ucraina hanno concordato un piano di movimento per domani per 14 navi che si trovano in acque turche. Lo rende noto la missione Onu a Istanbul, come riporta Tass. Il Centro di coordinamento congiunto con sede a Istanbul ha dichiarato in un comunicato che le tre delegazioni hanno anche concordato le ispezioni di 40 imbarcazioni in uscita da effettuare domani, dopo il ritiro della Russia dall’intesa.

Ucraina, mille militari russi morti in un giorno: il dato più alto in nove mesi di guerra. Lo rivela il bollettino del ministero della Difesa ucraino. Completata la mobilitazione russa: in 82mila già al fronte. La Repubblica il 31 Ottobre 2022.

In nove mesi di guerra non erano mai morti così tanti soldati russi in un giorno solo: novecentocinquanta, secondo il bollettino quotidiano del ministero della Difesa ucraino di ieri. La fonte è ovviamente di parte - e fin dall'inizio del conflitto rifiuta di dichiarare le perdite da parte ucraina. Ma il dato record è comunque significativo, perché i numeri del bollettino pubblicato dalla Difesa ucraina non sono di fantasia e sono legati a quello che succede sul terreno.

Turni per dormire di giorno. La vita (precaria) in trincea dove tutti sono «famiglia». Andrea Nicastro su Il Corriere della Sera il 30 Ottobre 2022.

Reportage dalla regione di Mykolaiv, per raccontare come vivono i soldati ucraini al fronte

In trincea si dorme a turni, perché di notte la guerra fa anche più spavento. Sei di guardia oppure esci all’attacco di quelli che, forse, questa volta non ti vedranno. Difficile immaginarli rimestare Nescafé. I nemici hanno qualcosa di diverso, qualche stupidità che li avvicina alle bestie, qualche malvagità che li rende insopportabili. Coltivi l’odio per poterli uccidere. Eliminare loro prima che loro elimino te. E’ parte essenziale della guerra: odio per chi cerca di ammazzarti da lontano, vigliaccamente, con un macchinario potente e rumoroso. Lo stesso che usi tu.

Un carrista di 26 anni spiega che i coscritti russi «sono già arrivati sul fronte» e con lo sguardo dritto dice che «continuano a mandarceli contro a gruppi di 20 e noi ogni giorno ne facciamo fuori 18 e il giorno dopo ne arrivano altri 20 e poi ancora e ancora e ancora». Si chiama Ivan. È un ragazzo, con gli occhiali, i capelli lunghi come piacciono alla fidanzata. Ha l’aspetto del volontario della parrocchia.

È che in trincea i sentimenti si fanno estremi. I commilitoni appena conosciuti diventano fratelli, si diventa tutti uniti come le foglie degli alberi attorno. Ivan è pronto a morire per difenderli e non è un modo di dire. Ogni volta che sale sul carro armato espone il corpo a bombe capaci di carbonizzarlo in un attimo anche dentro la corazza d’acciaio del tank. Degli occhiali da universitario rimarrebbe, forse, qualche pallina di plastica. Ivan da dentro il carro carica, punta e spara: i nemici meritano la peggiore delle fini. Deve essere sicuro di fare la cosa giusta. Altrimenti sarebbero quei 20 ad uccidere lui.

«Ormai lo sappiamo. Anche se hanno già un drone in volo, ci vogliono cinque colpi perché i russi riescano a capire da dove stiamo sparando. Così cinque colpi e non uno di più. Via».

In trincea bisogna riuscire a dormirci anche di giorno e il sacco a pelo sotto terra è il luogo più sicuro dove stare. Si scava almeno due metri e mezzo, poi si copre in modo che nulla spunti da terra. E’ meglio se il soffitto è fatto con travi di cemento armato, altrimenti bisogna farsi bastare i tronchi. A volte si abbattono alberi, altre si raccolgono pali della luce o travi da case bombardate. Non c’è porta in una trincea sotterranea, ma coperte a trattenere il caldo di una piccola stufetta a legna che scarica tra i cespugli.

Per costruire quella stanza sotterranea si ricicla l’enorme spreco della guerra. Le scatole che trasportano le munizioni diventano buone per isolare le pareti dall’umidità. Una sopra l’altra fanno da perlinato con tanto di decorazione: calibro, marca, numero di serie. I bossoli delle cariche esplosive che spingono la bomba nelle canne dei carri armati vanno benissimo a rinforzare i gradini. Il risultato pare l’incrocio tra la casa sull’albero di bambini disordinati, una miniera e un campeggio da rave party. Non c’è tempo di rassettare. La trincea si spera sempre provvisoria. «Presto vinceremo». Altrimenti bisognerà indietreggiare e questo rifugio rimarrà a far meravigliare i bambini.

La fortuna serve anche perché ci sia sempre qualcuno più disponibile di altri a cucinare. Così una pentola è sempre calda sui fornelli. Pomodoro, scatolette di carne, barbabietole, patate, cipolle: il rancio è qualcosa di più di un modo per riempire lo stomaco, è un rito che ricorda casa, dà un senso di continuità alla vita come dovrebbe essere e non com’è ora. A volte basta del pepe a scatenare ricordi che tengono a galla.

In trincea si sta come in famiglia, senza vergogna, tra generazioni diverse. Spesso il comandante ha meno anni di alcuni dei sottoposti e le cose funzionano se tutti capiscono di non saper leggere, capire e decidere bene come lui. I vecchi però risolvono sempre molti problemi. Ci sanno fare con pala, chiodi e martello. Sono loro a costruire la trincea, i giovani, come in famiglia, escono più spesso e rischiano anche di più.

Tutti, tutti i gruppi di combattimento che si rifugiano in trincea hanno un cane. Ci sono sensori e satelliti, ma è ancora il cane a dare il conforto delle greggi contro i lupi che le vogliono divorare. Possono essere cani grandi o piccoli. Di giorno ciondolano, evitano cingoli e ricevono pacche e avanzi di cibo. Di notte si accucciano vicino alla sentinella e raddoppiano il numero di orecchie.

Le caserme è più sano evitarle, con l’aviazione nei cieli non si possono costruire campi tendati, ciascuna trincea, come una squadra di boyscout, deve pensare da sé a come dormire, mangiare e proteggersi. Non tutto può essere in trincea. Non c’è da lavare e lavarsi, ad esempio.

Al volante di auto civili, le più vecchie e brutte possibile (le loro oppure quelle trovate abbandonate o requisite) si lascia la camera sotterranea a si va nelle retrovie. Se si è fortunati si trova una casa col pozzo, la stufa e il bagno dove lavarsi.

I villaggi alle spalle delle trincee diventano così caserme diffuse dove sono le radio o i social media sul telefonino (Whatsapp, Viber o Telegram) a tenere il collegamento tra le unità. Poi ogni mese, ogni due o tre mesi, ecco la vera licenza. L’Ucraina ha il vantaggio, rispetto alla immensa Russia, di poter mandare a casa i propri soldati dopo un tempo di utilizzo in trincea relativamente breve. Può farlo perché l’intero Paese non è poi così lontano dalla guerra. Dalla zuppa in trincea alla pizza con la famiglia si impiegano al massimo 8 o 10 ore. La vita normale è così vicina da non poter evitare di combattere per difenderla. Così vicina che è una follia.

Piccolo repertorio. Le cose e i ricordi che abbiamo messo in valigia, con cui ricostruiremo il nostro Paese. Volodymyr Sheiko su L'Inkiesta il 31 Ottobre 2022

Da quando è cominciato l’attacco russo che ha distrutto case e monumenti, anche le cianfrusaglie sono diventate preziosissime. Ci danno sicurezza, ci garantiscono che il domani verrà e andrà tutto bene. Perché se Kyjiv non è caduta ora, non cadrà mai

A febbraio di quest’anno, ancora prima che le bombe russe cadessero sulle città ucraine e prendesse piede l’invasione russa su larga scala, milioni di ucraini si sono affrettati a fare i loro kit di emergenza. Hanno preparato le cose di prima necessità e gli animali domestici per una possibile fuga. Hanno lasciato le loro case per trovare un posto sicuro, la salvezza e l’incertezza. Ma quelli che hanno fatto le borse di emergenza in anticipo, coscienti che la grande guerra sarebbe arrivata, erano una minoranza. In questo esodo biblico alcuni credevano di partire per una settimana, altri fino all’estate avanzata, altri ancora sapevano di lasciare la loro casa per sempre.

Alcuni hanno avuto la fortuna di partire con una macchina, magari propria o di amici e parenti, caricando fino all’impossibile il portabagagli. Altri hanno affollato le stazioni aspettando i treni di evacuazione, sistemandosi in dieci o in quindici in uno scompartimento da quattro persone. Hanno dovuto lasciare i loro animali domestici e i loro oggetti personali, preparati in anticipo, direttamente sui binari, perché sui treni non c’era più posto libero. Le persone salvano le persone. Migliaia e migliaia di ucraini sono diventati sfollati e sono rimasti senza niente, perché le loro case sono state distrutte dai missili o dai carri armati russi.

Quando penso a quei disperati giorni, mi torna sempre in testa la domanda: che cosa c’era in quelle valigie? Quali oggetti personali portavano gli ucraini con sé e quali abbandonavano? Come si fa a far stare una vita – le cose più importanti e più care – dentro una valigia? Che cos’era diventato per loro il simbolo di questa guerra?

Quando ho preso la decisione di lasciare la mia Kyjiv, oltre a un paio di cose invernali, ho preso il ritratto di mia mamma, i manoscritti con le sue poesie, i testi per il teatro e i racconti inediti, l’archivio delle vecchie foto di famiglia, alcune delle mie grafiche preferite di artisti ucraini, i diplomi universitari, le perle e i gioielli che ha ereditato mia mamma da mia nonna. Se avessi perso quelle cose, avrei perso qualcosa di importante, addirittura me stesso. Forse non è un comportamento normale in un mondo che tende a rompere con la cultura materialista. Oggi la flessibilità viene apprezzata più dell’appartenenza al posto, e le identità diventano più liquide e inafferrabili.

Gli ucraini hanno un rapporto particolare con la cultura materiale. Gli oggetti e gli artefatti del passato sono quelli che ci aiutano a ricomporre il puzzle della nostra storia e e della nostra identità. Ci aiutano a trovare i punti fermi in un presente turbolento e sbilanciato. Certo, la cultura ucraina è ricca anche di cose non materiali, come i testi delle canzoni, la musica, il folclore, la lingua, i miti famigliari, la memoria collettiva. Però oggi, quando l’esercito russo sta cancellando dalla faccia della terra intere città ucraine, proprio il mondo materiale assume un peso simbolico importante.

Negli ultimi mille anni, l’Ucraina ha perso numerosi edifici e monumenti, memorie della travagliata storia ucraina. Nel 1240 l’esercito mongolo guidato da Batu Khan ha distrutto la Kyjiv con le cattedrali in pietra della Rus’ di Kyjiv. La tradizionale cultura delle costruzioni in legno dell’Ucraina settentrionale, carpaziana e centrale, è stata continuamente distrutta dagli incendi. La Rivoluzione russa del 1917, la guerra russo-ucraina e l’occupazione bolscevica dell’Ucraina, hanno distrutto completamente la cultura della vita dei contadini e dei cittadini ucraini e tutto ciò che la rappresentava: mobili, stoviglie, reliquie famigliari. La nazionalizzazione bolscevica della proprietà privata ha tolto il diritto di possedere un terreno, una casa, un’attività commerciale, il che per decenni ha allontanato gli ucraini dai risultati del loro duro lavoro. Il progetto sovietico formava un nuovo tipo di persona: priva di storia, radici, identità e cultura organica, sottomessa alle esigenze ideologiche ed estetiche del regime totalitario.

Negli anni Trenta, conducendo una lotta contro la religione e l’identità ucraina, il regime comunista ha distrutto in Ucraina centinaia di chiese medievali e barocche e ha abbattuto senza pietà altri siti architettonici per costruirci al posto loro le nuove città socialiste. La collettivizzazione dell’agricoltura e l’Holodomor, lo sterminio per fame dei contadini ucraini, hanno cancellato milioni di vite. Le purghe staliniane hanno cancellato quasi tutta l’intellighenzia ucraina: scrittori, pittori, musicisti, registi, scienziati. La deportazione forzata degli ucraini in Siberia e dei tatari di Crimea nell’Asia centrale hanno troncato il legame della gente con la propria terra. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, intere città sono diventate ruderi e, al contrario delle città dell’Europa centrale, non sono state ricostruite secondo la loro immagine originale. Un gran numero di opere di artisti ucraini e intere collezioni dei musei sono state portate via dall’Ucraina e installate nei musei di Mosca e di San Pietroburgo. I grandi artisti ucraini di conseguenza sono diventati artisti russi, perché le colonie non possono e non devono avere un proprio pantheon culturale.

La guerra contro l’Ucraina oggi è una conseguenza quasi naturale della solita politica coloniale dell’Impero russo, poi dell’Unione Sovietica e ora della Russia di Putin. Questa guerra, come negli ultimi 350 anni, non si combatte solo al fronte. È una guerra contro la cultura e contro l’identità ucraina, la minaccia più grossa al progetto imperiale russo. La Russia nega l’esistenza dell’Ucraina, la sua diversità, originalità e appartenenza storica all’Europa. Prendere atto di questo aiuta a capire perché l’Ucraina non vuole arrendersi, perché non vuole cedere i territori né scendere a compromessi. Quando ti dicono: «Devi cessare di esistere», l’unica scelta che hai è combattere fino a vincere.

Per questi motivi la guerra è così spietata ed è così globale. Dopo l’ennesimo tentativo di sottomettere l’Ucraina, la Russia è arrivata alla triste conclusione che la sottomissione può avvenire solo attraverso la cancellazione di un popolo intero dalla faccia della terra, attraverso lo sterminio fisico delle persone e degli oggetti materiali della loro cultura. Solamente nella Mariupol’ distrutta, la decima città per numero di abitanti dell’Ucraina e una delle sue più grosse capitali culturali, l’esercito russo ha ucciso approssimativamente ventimila civili. Più di quattrocento siti culturali sono stati distrutti o danneggiati in tutto il territorio ucraino.

Tra questi, il ginnasio di Lysychans’k, che era parte del patrimonio architettonico belga della città, memore della sua storia industriale legata direttamente all’Europa Occidentale. I teatri drammatici di Mariupol’ e di Severodonec’k e la casa di cultura a Irpin’ sono eredità concettuale di Andrea Palladio e dei suoi edifici classici di Vicenza; la piazza (Majdan) della Costituzione a Kharkiv, la simbiosi di Art déco, Art nouveau, Stile eclettico e Impero, è un altro esempio di un legame forte tra l’architettura ucraina e quella europea.

La materialità, cioè lo spazio reale e dimensionale della cultura, è un forte e innegabile segno di appartenenza storica di un popolo alla propria terra, un testimone fedele della sua storia. Forse per questo motivo è così indispensabile per l’Ucraina e per gli ucraini. Proprio in questo spazio cresce la rete invisibile delle relazioni tra le persone, creando di conseguenza la matrice dell’esistenza di qualsiasi città, comunità e regione. Sono legati indissolubilmente e non possono esistere uno senza l’altro. Finché vivranno le persone, finché staranno in piedi le città da loro costruite, finché la cultura creata da loro sarà presente e nota nel mondo, noi saremo indistruttibili.

Da quando sono rientrato a Kyjiv mi piace passeggiare per le vie della capitale ancora quasi vuote e poi ogni volta ricevere un’ulteriore conferma che la città è rimasta in piedi e che non cadrà mai più. Quando le sirene antiaeree squarciano il cielo, guardo il ritratto di mia mamma, sfoglio i libri della mia biblioteca, mi immergo nei ricordi degli oggetti in casa mia. Anche le cianfrusaglie all’improvviso sono diventate preziosissime è in loro che cerco la sicurezza, che il domani ci sarà e che tutto andrà bene.

Una mia amica volontaria di Kharkiv porta gli aiuti umanitari e assiste i giornalisti nelle zone da poco liberate dall’occupazione russa. Per qualche motivo gli abitanti locali non la portano a vedere le case distrutte, ma con grande entusiasmo le mostrano le vigne sopravvissute al rogo. I genitori di un mio amico lo chiamano da Kherson arrabbiati: «Quando libereranno la nostra Kherson? Dobbiamo andare in campagna a sistemare il giardino!». Un’altra amica pensa al vestito indossato al primo appuntamento con un attivista kyjiviano giovane e bello. Lui si è arruolato ed è morto eroicamente a giugno, nell’est del Paese. Sono venute migliaia di persone al suo funerale nel centro di Kyjiv e non sono bastate le lacrime per consumare il dolore.

Due donne meravigliose, le direttrici dei musei di Kyjiv, si illuminano nei loro volti raccontandomi come hanno fatto evacuare in un posto sicuro le loro collezioni e niente le può consolare più delle pareti dei loro musei. Un’amico, rientrato a casa nella Irpin’ distrutta, guarda con preoccupazione il pezzo di missile caduto nella sua casa stranamente rimasta intatta. Per fortuna è l’unico oggetto estraneo entrato in casa sua assieme alla guerra. Una militante dei diritti umani, che ha superato con difficoltà l’assedio e i bombardamenti di Kyjiv, mette il rossetto rosso e si fa un selfie sorridente nel centro della città nei primi giorni di primavera. Un’altra amica, che per qualche motivo ha portato con sé fuori dall’Ucraina due grandi calici, ora ci versa un buon vino, ovviamente brindando «alla vittoria».

Le foto, le vigne, i quadri, le tombe, le chiese e le stazioni, i ritratti delle persone care, i vestiti, il raccolto, il rossetto rosso, i pezzi di missile, i calici con il vino, proprio con questi e con milioni di altri mattoni inestimabili ricostruiremo passo dopo passo le nostre case.

*Volodymyr Sheiko è organizzatore di vari progetti culturali in Ucraina e all’estero e il primo direttore dell’Ukrainian Institute, l’istituzione che dal 2018 promuove la cultura ucraina all’estero. Esperto di management culturale, marketing e comunicazioni, fino al 2018 è stato direttore FOTO DI STANISLAV SENYK dei programmi internazionali di cultura al British Council.

Missili su Kiev, l'80% dei residenti senza acqua. Pezzi di razzo caduti in Moldavia. di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 31 Ottobre 2022.

Le notizie sulla guerra di lunedì 31 ottobre. Lanciati 50 missili russi sull'Ucraina, 44 sono stati abbattuti. Lukashenko: «Presto vedrò Putin». Dodici navi con il grano sono in partenza verso la Turchia

• La guerra in Ucraina è arrivata al 249esimo giorno.

• Secondo Lavrov, la situazione in Ucraina è simile alla crisi di Cuba, poiché ci sono «minacce dirette alla nostra sicurezza ai confini della Russia».

• Nella notte tra venerdì e sabato, a Sebastopoli, navi e basi russe sono state colpite da un attacco con droni. Qui quello che sappiamo.

• Diffuse alcune frasi di Berlusconi sulla guerra, estratte da un libro di Bruno Vespa in uscita. Il leader di FI spiega la sua ricetta per la pace: sospendere l’invio di armi, offrire a Kiev aiuti per la ricostruzione.

Ore 02:02 - Le condizioni di Mosca per riattivare l’accordo sul grano

Per la Russia, ha spiegato il viceministro degli Esteri Andrei Rudenko, «sarà possibile parlare della possibilità di un ritorno all’accordo sul grano dopo un’indagine approfondita su quanto accaduto a Sebastopoli». «Questa è una completa disgrazia, tutte le condizioni precedentemente concordate sono state violate», ha spiegato. La Russia ha convocato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per lunedì, proprio per discutere dell’attacco di Sebastopoli. «Solo dopo si potrà parlare di quali saranno i prossimi passi», ha detto Rudenko.

Ore 05:23 - La Russia ha comunicato a Istanbul lo stop all’intesa sul grano

È ufficiale: La Russia ha deciso di sospendere «a tempo indeterminato» la sua partecipazione all’intesa sull’export di grano, inclusa l’ispezione ad Istanbul delle navi cariche di cereali dall’Ucraina. Dopo averlo annunciato sabato, Mosca lo ha comunicato formalmente al Centro di coordinamento congiunto istituito dall’accordo firmato il 22 luglio tra Russia, Ucraina, Turchia e Onu sull’esportazione di grano dai porti ucraini.

Ore 05:37 - Intesa Onu, Turchia, Ucraina per movimento domani 14 navi

Le Nazioni Unite, la Turchia e l’Ucraina hanno concordato un piano di movimento per domani per 14 navi che si trovano in acque turche. Lo rende noto la missione Onu a Istanbul, come riporta Tass. Il Centro di coordinamento congiunto con sede a Istanbul ha dichiarato in un comunicato che le tre delegazioni hanno anche concordato le ispezioni di 40 imbarcazioni in uscita da effettuare domani, dopo il ritiro della Russia dall’intesa.

Ore 07:18 - Nuove esplosioni a Kiev, missili russi su tutto il Paese

Un testimone citato dall’agenzia Reuters riferisce di nuove esplosioni nella capitale ucraina. Conferme arrivano anche via Twitter e da giornalisti della francese Afp che si trovano in città. Il Kyiv Independent parla di almeno 7-8 esplosioni a Kiev e nella regione della capitale, mentre testimoni citati da Reuters ne hanno contate una decina. Colpita anche Kharkiv da almeno due missili russi, riferisce il sindaco. Il consigliere presidenziale Anton Gerashchenko ha affermato che «40 missili da crociera russi» sono stati lanciati sull’Ucraina: l‘allarme aereo è scattato in tutto il Paese. Sono state colpite diverse infrastrutture e zone dell’Ucraina sono in blackout.

Ore 07:58 - Diversi quartieri senza elettricità a Kiev

Diversi quartieri della capitale ucraina sono rimasti senza elettricità dopo i raid russi di questa mattina, in parte respinti dalla difesa anti-aerea. Lo riferisce Vitaly Klitschko, il sindaco della città, citato dai media locali: «Parte della capitale è priva di energia elettrica e alcune zone sono rimaste senza fornitura di acqua», ha dichiarato Klitschko.

Ore 08:22 - La cronaca da Kiev

(dal nostro inviato Lorenzo Cremonesi) Ancora esplosioni nella capitale ucraina. Le abbiamo sentite distintamente questa mattina dopo le sette, sembravano lontano dal centro, circa un’ora dopo i media e social locali stanno ancora cercando di identificare le località colpite. Molti quartieri della città sono al momento privi di elettricità, ma la novità è che alcune aree sono prive d’acqua corrente, compreso il nostro albergo. Sulla rete circolano già alcune immagini di nubi di fumo nero che si alzano nel cielo di Kiev. «Restate nei rifugi, l’allarme continua», ripetono gli avvisi della municipalità. L’ondata di attacchi coinvolge anche Kharkiv, Zaporizhzhia, Vinnitza e altre località nel Paese. Ancora prese di mira sono soprattutto le infrastrutture civili. I bombardamenti russi erano attesi sin dal pomeriggio di sabato scorso, dopo che erano emersi in dettagli dell’attacco con i droni contro la flotta russa del Mar Nero ancorata a Sebastopoli. Da allora a Kiev gli allarmi sono stati frequenti. Ieri sera gli allarmi sono stati ripetuti e hanno continuato nella notte. Questa mattina la prima sirena è stata attorno alle sei. Kiev era già stata pesantemente bombardata con i missili il 10 ottobre, quando erano morti una ventina di civili. Il 17 ottobre uno sciame di droni era tornato a colpire, causando 4 morti. Oggi ancora dalla municipalità ripetono che ci sono state tre ondate di missili distinti, la maggioranza dei quali sarebbero stati colpiti dalla contraerea. In alcuni momenti non è distinguibile se i rombi sono causati da proiettili «in partenza» o «in arrivo». Viene anche ribadito che si attendono altri missili «a ripetizione». Mentre scriviamo queste note l’allarme continua a suonare, non è stato reso noto al momento alcun bilancio di eventuali vittime.

Ore 08:37 - Colpita la centrale idroelettrica di Zaporizhzhia, 50 missili sull’Ucraina

I missili russi lanciati questa mattina sull’Ucraina hanno centrato anche la centrale idroelettrica di Zaporizhzhia, lungo il corso del fiume Dnepr. Nei video diffusi su Twitter si vede una grossa colonna di fumo nero salire dalla diga adiacente alla centrale. In tutto, secondo le autorità di Kiev, almeno 50 missili da crociera hanno colpito il Paese questa mattina.

Ore 08:42 - Pechino a Washington: «Proseguire negli sforzi per la pace». Kiev: «Negoziati solo dopo il ritiro delle truppe russe»

Sulla crisi in Ucraina «tutte le parti dovrebbero intensificare gli sforzi diplomatici per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente o addirittura sfugga al controllo». Lo ha affermato il ministro degli Esteri cinese Wang Yi al Segretario si Stato americano Antony Blinken, durante un colloquio telefonico. «Finché c’è una possibilità dell’uno per cento, devono essere compiuti sforzi al cento per cento per la pace». Intanto il ministero degli Esteri ucraino, attraverso un portavoce, ha ribadito che i negoziati possono essere avviati solo dopo il ritiro di tutte le truppe russe dal territorio del Paese: «L’unica proposta realistica sarebbe la fine immediata della guerra russa contro l’Ucraina e il ritiro delle forze armate russe dal territorio ucraino».

Ore 09:34 - Prosegue il trasporto di grano verso la Turchia

Dodici navi mercantili cariche di grano sono salpate questa mattina dai porti ucraini, dirette verso le coste della Turchia. Lo riporta il sito specializzato Marin Traffic. Altre quattro navi giungeranno in Ucraina entro sera: una, battente bandiera turca, è già salpata, fa sapere il Centro di coordinamento che vigila sull’accordo sulle esportazioni di grano ucraino attraverso il mar Nero. Sabato la Russia aveva sospeso l’accordo sul trasporto id grano e altre derrate alimentari, dopo l’attacco sferrato contro la sua flotta in Crimea.

Ore 09:50 - 007 Gb: mobilitati russi scarsamente equipaggiati

«Da metà ottobre la Russia ha trasferito diverse migliaia di riservisti appena mobilitati in prima linea in Ucraina. In molti casi sono scarsamente equipaggiati». Lo ha scritto l’intelligence britannica su Twitter, aggiungendo che «a settembre, gli ufficiali russi erano preoccupati per l’arrivo in Ucraina di alcuni riservisti mobilitati di recente senza armi». «Le immagini open source indicano che i fucili in dotazione ai riservisti mobilitati sono in genere fucili d’assalto Akm, un’arma introdotta per la prima volta nel 1959 - si legge nel comunicato del ministero della Difesa britannico - Molti di essi sono probabilmente quasi inutilizzabili a causa della scarsa manutenzione. L’Akm spara cartucce da 7,62 mm, mentre le normali unità da combattimento russe sono armate principalmente con fucili d’assalto AK-74M o AK-12 da 5,45 mm».

Ore 10:05 - Abbattuti 44 dei 50 missili lanciati dalla Russia

Le forze ucraine hanno abbattuto 44 degli oltre 50 missili lanciati dai russi nelle prime roe di questa mattina sulle infrastrutture critiche del Paese: lo ha reso noto su Telegram il comando delle forze aeree ucraine.

Ore 10:51 - Lukashenko: «Presto vedrò di nuovo Putin»

Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha annunciato un incontro a breve con il suo omologo russo Vladimir Putin, come riporta Interfax. «Riassumeremo i risultati finali di quest’anno. Inoltre, stabiliremo i nostri compiti per il prossimo anno, almeno a livello presidenziale», ha detto Lukashenko durante un incontro con il primo ministro bielorusso Roman Golovchenko.

Ore 10:57 - Missile abbattuto da ucraini precipita in Moldavia

I frammenti di un missile russo, abbattuto dai sistemi di difesa ucraini, è caduto stamane sul territorio della Moldavia, provocando danni, ma non si registrano vittime. Il razzo è precipitato vicino al villaggio di Naslavcha, nel nord del Paese, vicino alla frontiera ucraina. Lo riferisce il ministero dell'Interno moldavo citato dall'agenzia russa Ria Novosti.

Ore 11:15 - Kiev: 80% residenti senza acqua, 350mila case senza luce

I nuovi attacchi missilistici russi lanciati questa mattina hanno lasciato senza acqua l'80% degli utenti di Kiev e interrotto la fornitura di energia elettrica a 350mila case: lo ha reso noto su Telegram il sindaco della capitale Vitali Klitschko.

Ore 11:37 - Iran firma accordo con Gazprom per 6,5 milioni di dollari

L'Iran ha firmato un accordo sul petrolio e sul gas con la russa Gazprom, per un valore di 6,5 milioni di dollari, per lo scambio di 10 milioni di tonnellate di petrolio all'anno, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri Mehdi Safari, aggiungendo che entro un mese i due Paesi sigleranno altri accordi per un valore di 40 miliardi di dollari sulla base di precedenti protocolli d'intesa. «Presto concluderemo accordi con la Russia per acquistare gas e poi esportare il nostro gas nei Paesi vicini», ha detto Safari.

Ore 12:38 - Peskov: accordo sul grano pericoloso senza la Russia

Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che senza la partecipazione della Russia un accordo per esportare il grano dai porti ucraini è «difficilmente fattibile». Lo riporta l'agenzia Interfax. «Nelle condizioni in cui la Russia parla dell'impossibilità di garantire la sicurezza della navigazione in queste aree, un accordo del genere è difficilmente fattibile, e assume un carattere diverso: molto più rischioso, pericoloso e non garantito», ha dichiarato Peskov.

Ore 12:53 - Putin a Sochi per il vertice con i premier di Armenia e Azerbaigian

Il presidente russo Vladimir Putin ha cominciato oggi un vertice a Sochi con il presidente azero Aliyev e con il primo ministro armeno Pashinyan invitandoli a lavorare per arrivare ad una definitiva soluzione di pace. «Ci conto», ha affermato Putin, citato dall'agenzia Interfax.

Ore 13:48 - Michel: la strategia di Mosca per seminare paura non funzionerà

«Condanniamo con la massima fermezza gli attacchi missilistici russi contro Kiev e le infrastrutture critiche in altre regioni. La strategia di Mosca di seminare paura non funzionerà. Continueremo a restare al fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario». Lo scrive in un tweet il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Ore 13:53 - Oslo: alzeremo prontezza militare, nessuna minaccia diretta

La Norvegia aumenterà il livello di prontezza militare: lo ha annunciato il premier norvegese Jonas Gahr Store precisando tuttavia che non è stata registrata alcuna minaccia diretta al Paese che confina con la Russia nell'Artico. «Da domani i militari aumenteranno la loro preparazione in Norvegia. Al momento non abbiamo motivo di credere che la Russia voglia coinvolgere direttamente la Norvegia o qualsiasi altro Paese nella guerra, ma il conflitto in Ucraina significa che è necessario che tutti i Paesi della Nato stiano sempre più in guardia», ha affermato.

Ore 14:26 - Zelensky fa auguri a Lula: contribuirà alla pace nel mondo

Auguri al presidente eletto del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky via Twitter. Nel testo Zelensky afferma che i buoni rapporti con Lula contribuiranno a garantire «democrazia, pace, sicurezza e prosperità in Ucraina, in Brasile e nel mondo intero».

Ore 14:29 - Nbc, Biden irritato da una telefonata con Zelensky

Il presidente Usa Joe Biden «ha perso la pazienza» nel corso di una telefonata con Zelensky, perché il presidente ucraino «ha chiesto altri aiuti» dopo che l'inquilino della Casa Bianca gli aveva annunciato il via libera a un miliardo di dollari all'Ucraina. Lo riporta l'emittente Usa Nbc. Secondo alcune fonti della Nbc, riguarderebbe un colloquio telefonico che si è svolto nel mese di giugno.

Ore 14:59 - Mosca: Gb ha cercato reclutare addetto militare in Olanda

Il ministero degli Esteri russo ha convocato l'ambasciatore olandese a Mosca, Gilles Plug, per trasmettergli una nota di protesta affermando che i servizi d'intelligence britannici hanno cercato di reclutare l'addetto militare nell'ambasciata russa all'Aia. Durante la conversazione, afferma il ministero degli Esteri in una nota citata dall'agenzia Tass, «è stato sottolineato che tali azioni provocatorie sono inaccettabili e contrarie alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e ostacolano il normale funzionamento delle missioni russe all'estero».

Ore 15:27 - Premier ceco a Kiev: qui si combatte per intera Europa

«Gli ucraini non stanno combattendo solo per il loro Paese, ma per l'Europa intera. Il nostro sostegno deve continuare». Lo ha scritto su Twitter il primo ministro ceco Petr Fiala condividendo una foto di se stesso mentre cammina per Kiev e un'altra dove stringe la mano al primo ministro ucraino Denys Shmyal.

Ore 15:41 - Ministero Difesa russo: stop alla mobilitazione parziale

Sono terminate tutte le operazioni relative alla mobilitazione parziale dei riservisti russi da inviare in Ucraina. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Mosca, come riporta l'agenzia di stampa Ria Novosti. I punti di raccolta dei riservisti verranno quindi chiusi e le postazioni riportate al loro precedente utilizzo, prosegue il ministero. Gli ufficiali militari ai quali era stato affidato il compito di gestire le operazioni di mobilitazione parziale dovranno rientrare nei loro compiti abituali, prosegue la nota.

Ore 16:10 - Mosca: con attacco Crimea Gb ha creato «casus belli»

La Gran Bretagna ha collaborato al recente attacco ucraino contro la flotta del Mar Nero a Sebastopoli, in Crimea, e ciò si configura come un casus belli, sebbene la Russia non intenda rispondere nell’immediato. È l’accusa, riporta Ria Novosti, lanciata dal portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, che ha inoltre accusato Londra del sabotaggio ai danni dei gasdotti Nord Stream. «Si tratta di una partecipazione diretta e non indiretta dell’esercito britannico a un atto militare contro una struttura russa critica», ha sottolineato Konashenkov, spiegando che tuttavia «questo non significa affatto che la Russia dovrebbe rispondere immediatamente alla Gran Bretagna».

In ogni caso, ha proseguito il portavoce, «le azioni provocatorie di Londra sono di certo un punto di non ritorno nei nostri già difficili rapporti e non possono restare senza una forte reazione da parte nostra» dal momento che «un atto di aggressione senza risposta contro la Russia crea un sentimento di impunità nel nemico e lo incoraggia a intraprendere azioni più avventurose».

Ore 17:15 - Telefonata Mosca-Ankara su sospensione accordo grano

Telefonata tra i ministri della Difesa di Russia e Turchia, Sergei Shoigu e Hulusi Akar, in merito alla sospensione russa dell’accordo sull’esportazione di grano dai porti ucraini. Mosca si è limitata a riferire che «sono state discusse domande» in merito. Stamane Akar ha sottolineato come «la sospensione dell’accordo non ha vincitori, ma solo perdenti. Fermare le navi ha ricadute su tutta l’umanità. Faremo il possibile per far ripartire l’accordo e giungere a un cessate il fuoco».

Il ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha poi avuto un colloquio telefonico con il collega russo Sergei Shoigu, al quale ha chiesto che Mosca riveda la decisione di sospendere l’attuazione dell’accordo sull’export di grano.

Ore 17:25 - Sindaco Kiev: riattivata parte rete idrica, 40% senz’acqua

Il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko, ha reso noto che parte della rete idrica della capitale ucraina è stata ripristinata, in particolare nei quartieri sulla riva sinistra del Dnepr: i residenti senz’acqua sono così passati dall’80 al 40%. I tecnici «stanno lavorando per stabilizzare il funzionamento delle stazioni idriche il prima possibile. Stamattina, a causa dei danni a un impianto energetico vicino a Kiev, l’80% dei consumatori della capitale era senza approvvigionamento idrico e 350.000 appartamenti senza elettricità. Adesso, il 40% dei consumatori è ancora senz’acqua» mentre sono «270.000 gli appartamenti senza elettricità».

Ore 17:28 - Onu: accordo grano è troppo importante per fallire

Anche il capo degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, alla riunione del Consiglio di Sicurezza sull’Ucraina ha parlato della necessità di mantenere l’accordo sul grano. «Siamo incoraggiati dall’assicurazione della Russia che non si starà ritirando dall’Iniziativa sul grano del Mar Nero e sospenderà solo temporaneamente le attività - ha aggiunto - L’iniziativa è troppo importante per fallire, per quanto tempestose siano le acque».

«Stiamo perdendo tempo, il settore delle spedizioni sta sprecando denaro e stiamo ritardando la consegna di cibo quando milioni di persone hanno fame e non possono pagare i conti», ha aggiunto.

Ore 17:35 - Il ruolo dei droni iraniani nella campagna di terrore di Putin

In queste ultime settimane una parte della «missione» russa è stata condotta da droni con testata esplosiva, trasformati in «kamikaze». Un buon numero sono d’origine iraniana, una collaborazione ben documentata, con smentite da parte di Teheran seguite da mezze ammissioni. I Mujaheddin Khalq (Mek), movimento di oppositori al regime dei mullah, hanno redatto un rapporto con alcuni dettagli importanti: almeno 8 le industrie coinvolte, alcune operano sotto l’etichetta «civile». 

Ore 19:05 - Mosca: «Kiev deve smilitarizzare i corridoi del grano»

La Russia chiede «l’impegno» dell’Ucraina alla demilitarizzazione dei corridoi per il grano nel Mar Nero. Lo ha comunicato il ministero della Difesa di Mosca, secondo quanto riporta la Tass, aggiungendo che non si può consentire il traffico di navi mercantili se Kiev utilizza questi corridoi per azioni «ostili» nei confronti della Russia. E quindi «non si può discutere di garantire la sicurezza di qualsiasi cosa in quest’area fino a quando l’Ucraina non assumerà ulteriori impegni a non utilizzare questa via per scopi militari».

Ore 21:19 - Putin: «Kiev garantisca la sicurezza del traffico del grano»

Ore 21:42 - Gas, Putin: «Molti in Europa vogliono accordi, hub in Turchia velocemente»

Un hub del gas in Turchia può essere costruito «abbastanza velocemente». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin citato dall’agenzia di stampa Ria Novosti. «Sono sicuro che verranno firmati contratti sul gas, ci sono molti in Europa che lo vorranno», ha aggiunto. «Ci sono sempre acquirenti di gas. Questo prodotto è molto richiesto nel mondo. E’ l’idrogeno più ecologico e una fonte di energia primaria ideale per il periodo di transizione verso l’energia verde», ha detto Putin in una conferenza stampa a seguito di un incontro trilaterale con il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azerbaigiano Ilham Aliyev a Sochi. «So che ci sono molti consumatori. E ci sono anche molti che vogliono comprare gas russo», ha aggiunto.

 Ore 21:46 - Grano, Putin: «Per la Russia partecipazione ad accordo è sospesa»

«Non stiamo parlando di porre fine alla nostra partecipazione all’accordo sul grano, no. Stiamo parlando di cosa stiamo sospendendo». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una conferenza stampa a Sochi, citato da Ria Novosti. La Russia, ha aggiunto, ha accettato un accordo sul grano per aiutare i paesi più poveri, ma solo dal 3 al 5% è andato a coloro che ne hanno bisogno.

Quando la Z assume il significato della beffa. Mauro Indelicato su Inside Over l'1 novembre 2022.

La controffensiva ucraina su Kherson ha avuto inizio lo scorso 4 ottobre. Quasi un mese dunque, dove le forze di Kiev sono riuscite a recuperare parte dell’oblast dichiarato, il 30 settembre 2022, come definitivamente annesso al proprio territorio dal Cremlino. Gli ucraini sono riusciti a rompere le difese nella parte nord della regione, sfondando le linee nel dipartimento di Beryslav. E c’è un sospetto che nelle ultime settimane è emerso sia in ambienti filo ucraini che in quelli filo russi: gli uomini di Kiev potrebbero essere riusciti a entrare nell’oblast conteso camuffando i propri mezzi. In particolare, avrebbero dipinto con la lettera Z i carri armati.

Il significato della Z

La guerra in Ucraina è anche una battaglia di simboli e significati. Una battaglia cominciata prima del via libera di Vladimir Putin alle operazioni militari. Il 21 febbraio su InsideOver Paolo Mauri ha annotato la presenza della lettera Z sui carri armati piazzati a ridosso del confine ucraino. In quel momento il conflitto era solo un’eventualità e la comparsa della Z è valsa quasi come una certificazione dell’imminenza dell’intervento russo. Quando poi tre giorni dopo Mosca ha attaccato, a valicare i confini ucraini c’erano in effetti soprattutto mezzi con la lettera Z dipinta in bianco sulle fiancate.

Come spiegato sempre da Mauri il primo marzo, la necessità di contrassegnare i carri armati e i veicoli usati per l’operazione in Ucraina è nata soprattutto per evitare fuoco amico. Russi e ucraini stanno usando nella guerra mezzi non così diversi, avendo in dotazione materiale proveniente dall’eredità sovietica. Da qui i timori sulle difficoltà di distinguere il campo nemico da quello amico. In Ucraina nei mesi di guerra sono stati avvistati mezzi con la Z compresa in un riquadro oppure una Z semplice, a seconda delle direttrici di avanzata.

Ma la Z nel frattempo è diventata ben altro. Non solo una lettera con cui poter distinguere i mezzi russi da quelli ucraini, ma anche il simbolo stesso dell’operazione militare. Tanto è vero che in Ucraina, così come in Lituania, Germania e Polonia, l’esposizione in pubblico della Z è stata vietata. Mentre, al contrario, in Russia la si ostenta ovunque. Così come spiegato dal ministero della Difesa russo il 3 marzo scorso, con la lettera Z si vuole indicare l’abbreviazione della frase “Za pobedu“, traducibile con il significato di “per la vittoria”. Quando il 18 marzo Vladimir Putin ha parlato allo stadio Luzhniki di Mosca, in occasione dell’ottavo anniversario dell’annessione della Crimea, la Z dominava la scenografia alle spalle del presidente russo.

La beffa di Kherson

Gli ucraini sono riusciti a rompere per la prima volta le linee difensive a Kherson il 4 ottobre. Ma non dal quadrante da cui pressavano da diversi mesi, ossia quello a ovest della città. Al contrario, lo sfondamento si è verificato a nord. Pochi giorni dopo, su alcuni gruppi Telegram filo ucraini è stata avanzata un’ipotesi sul perché Kiev sia riuscita a sfondare. In particolare, alcuni reparti avrebbero disegnato la lettera Z sui propri carri armati. In tal modo, i russi potrebbero essere stati ingannati.

La Z quindi, da lettera presa come emblema dell’operazione, per Mosca potrebbe essersi trasformata in una beffa. Circostanza sottolineata in altri gruppi Telegram, ma posizionati politicamente più vicini al Cremlino. Da Kiev occorre dire che non è arrivata alcuna conferma ufficiale. Tuttavia sono sempre di più, tra le fonti ritenute ben accreditate con uomini della difesa ucraina, coloro che raccontano dell’inganno attuato a Kherson.

E che la Z si stia trasformando da simbolo della vittoria a potenziale criticità per le operazioni, lo hanno dimostrato altri episodi accaduti sempre a Kherson nei giorni della controffensiva ucraina. Sul Washington Post alcuni soldati ucraini hanno raccontato in che modo sono riusciti a scovare i primi obiettivi russi da colpire. Dei droni hanno intercettato mezzi con la Z a circa 25 miglia dalla linea del fronte. “Abbiamo trasmesso tutto ai reparti di artiglieria – raccontano i soldati intervistati dal quotidiano Usa – e loro hanno iniziato a bombardare”. Sono stati creati così ulteriori squarci tra le linee russe. E quando gli ucraini sono riusciti ad avanzare, hanno trovato altro materiale contrassegnato con la Z. Intuendo in tal modo la direzione verso cui le truppe di Mosca si sono ritirate.

Con l’inerzia del conflitto in questo momento in mano a Kiev, c’è stata una vera e propria mutazione del significato della Z per gli ucraini. Non più simbolo della minaccia russa, ma lettera con cui ingannare Mosca e certificare la propria avanzata a danno dei soldati del Cremlino. Una circostanza che non mancherà di essere notata anche nella capitale russa, lì dove quindi adesso l’obiettivo sarà quello di far tornare la Z, nell’ambito dell’attuale guerra dei simboli, al suo significato originario.

Guerra in Ucraina, trapelano le prime informazioni sulle armi inviate dall’Italia. Valeria Casolarosu L'Indipendente il 31 ottobre 2022.

Tra le armi che l’Italia ha donato all’Ucraina vi sarebbero alcune delle dotazioni più moderne a disposizione del nostro esercito e della NATO. Tra questi figurerebbero anche i MLRS, armi a lunga gittata che, nelle dichiarazioni del vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, avrebbero sensibilmente aumentato il rischio di un’escalation verso un conflitto mondiale. Intanto, è atteso per metà novembre il sesto pacchetto di armi che Roma dovrebbe inviare a Kiev, che dovrebbe comprendere anche i sistemi di difesa antiaerea dei quali il presidente ucraino Zelensky aveva fatto domanda alla premier Giorgia Meloni.

Le indiscrezioni circa la natura delle armi inviate all’Ucraina dal governo Draghi sono state riportate da un articolo del quotidiano La Repubblica, che spiega come gli ultimi pacchetti inviati a Kiev contenessero alcune delle dotazioni più moderne delle quali il nostro esercito dispone. Tra questi vi sono i semoventi MLRS, versioni aggiornate degli Himars americani, che possono trasportare 12 razzi con guida satellitare GPS e portata di 70 chilometri muovendosi su di un veicolo cingolato e corazzato. L’Italia, che dispone di 18 MLRS, ne ha donati a Kiev 2. Riguardo a tali armi si era espresso qualche settimana Dmitry Medvedev, che aveva dichiarato: «La strada più veloce per far degenerare il conflitto in Ucraina fino alle irreversibili conseguenze di una guerra mondiale è quello di fornire agli psicopatici di Kiev le armi a lungo raggio MLRS».

Insieme ai MLRS, l’Italia avrebbe inviato anche i PZH2000, obici semoventi che dispongono di un cannone da 155 millimetri a caricamento automatico e direzione di tiro computerizzata, capaci di colpire obiettivi fino a 40 chilometri di distanza (che arrivano a 70, se caricati con munizioni speciali) sparando venti proiettili in tre minuti. Dei 68 PZH2000 dei quali dispone il nostro Paese, 6 stanno per essere inviati a Kiev, che avrebbe intenzione di schierarli a Bakhmut, città chiave dei combattimenti di questi giorni.

Con l’ultimo decreto Draghi, poi, sarebbero stati messi a disposizione anche armamenti pesanti di più vecchia data, quali venti o trenta (non si conosce con certezza il numero) semoventi M109L, fotografati lungo le autostrade del Nord con il simbolo del reggimento di Torino ben visibile. Si tratta anche in questo caso di cingolati corazzati con cannoni da 155 millimetri. E poi veicoli di trasporto truppe M113, obici Fh70, fuoristrada blindati Lince, mortai da 120 millimetri e mitragliatrici pesanti e leggere (questi ultimi donati a fine primavera).

A coordinare il trasferimento di tutto l’arsenale è stato il Comando Vertice Interforze (il COVI), diretto dal generale Francesco Paolo Figliuolo. Ora è atteso, per metà novembre circa, il sesto pacchetto di armi all’Ucraina, che dovrebbe comprendere i sistemi di difesa antiaerea chiesti da Zelensky alla Meloni. La gittata dei nuovi armamenti non dovrebbe permettere agli ucraini di attaccare in territorio russo, secondo quanto dichiarato da fonti della maggioranza. A fine anno, inoltre, scadrà il decreto legge riguardante l’invio di armi siglato da Mario Draghi, rendendo necessaria una nuova risoluzione, un nuovo voto parlamentare e quindi un nuovo decreto (o il rinnovo di quello attuale) per proseguire con tale politica nel 2023. [di Valeria Casolaro]

Medvedev: «Pronti a usare il nucleare per le regioni annesse» di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Redazione Online su Il Corriere della Sera l'1 Novembre 2022.

Le notizie di martedì 1° novembre. Razov: «Non escludo che l'Italia abbia inviato uomini in Ucraina». Cremlino: «Londra ha diretto l'attacco a Nord Stream, valuteremo come rispondere». Il Regno Unito respinge le accuse sul gasdotto 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 250esimo giorno

• Putin a Erdogan: «Kiev dia garanzie sul rispetto dell'accordo sul grano». Domani nessuna nave in partenza dall'Ucraina.

• Missili russi nella notte su Mykolaiv, colpita una scuola, una vittima civile.

• Il ministro della Difesa russo conferma che 87mila mobilitati sono stati mandati al fronte. Kiev: uccisi 650 soldati russi in un giorno.

• Il reportage sulla vita (precaria) in trincea dove tutti sono «famiglia».

Ore 00:17 - Putin, attacchi infrastrutture risposta a droni Crimea

I raid russi contro le infrastrutture energetiche ucraine e il congelamento dell’accordo sul grano sono la risposta agli «attacchi terroristici» di Kiev contro la base navale di Sebastopoli, in Crimea: lo ha affermato il presidente russo, Vladimir Putin in una conferenza stampa. «In parte lo sono, ma non sono tutto ciò che potremmo fare», ha sottolineato minacciosamente il capo del Cremlino. Fonti di Kiev hanno riferito che nei bombardamenti sono stati colpite dighe per l’energia idroelettrica con conseguenti blackout in molte zone del Paese. Il governatore di Kharkiv, Oleh Synehubov, ha riferito che 140mila persone sono rimaste senza elettricità nella sua regione.

Ore 04:58 - Aiea, un reattore Zaporizhzhia è senza energia

L’esplosione di una mina ha interrotto il collegamento di alimentazione principale a uno dei reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, afferma l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in un comunicato. Si tratta «dell’ultimo incidente che sottolinea la fragile situazione di sicurezza e protezione nucleare dell’impianto durante l’attuale conflitto militare», afferma il direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi. L’esplosione è avvenuta la sera del 30 ottobre all’esterno della recinzione perimetrale della centrale, scollegando la linea elettrica esterna da 750 kilovolt tra il quadro dell’impianto e il trasformatore elettrico principale dell’unità del reattore 4. Tale unità sta ricevendo l’elettricità necessaria per il raffreddamento e altre funzioni essenziali di sicurezza e protezione nucleare da una linea di riserva che collega la centrale al piazzale della vicina centrale termica, spiega Grossi riferendosi alle informazioni fornite dal team di esperti dell’Aiea presenti presso la più grande centrale nucleare d’Europa.

Ore 08:18 - Kiev, ieri forze russe hanno lanciato 60 missili e 15 attacchi aerei

Ieri le forze russe hanno lanciato 60 missili e hanno effettuato 15 attacchi aerei. Lo riferisce `Ukrainska Pravda´ che cita lo Stato maggiore delle Forze armate dell’Ucraina. Gli attacchi delle forze russe sono stati effettuati da aree di oltre 50 insediamenti, in particolare: Soledar, Vuhledar, Yakovlivka, Vesele, regione di Donetsk.

Ore 08:24 - Ripristinate forniture acqua ed energia elettrica a Kiev

Le forniture di acqua e di energia elettrica a Kiev sono state ripristinate dopo gli attacchi missilistici russi di ieri: lo ha reso noto il sindaco della capitale, Vitaly Klitschko. «Le forniture di acqua alle case dei residenti di Kiev sono state completamente ripristinate.... Anche le forniture di elettricità a Kiev sono state ripristinate», ha scritto Klitschko sui social media.

Ore 08:55 - Ambasciatore russo in Iran: «Intenzione reciproca di espandere ulteriormente le relazioni»

L’ambasciata russa in Iran afferma che l’ambasciatore russo, Alexei Dedov, ha incontrato il ministro degli esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian. Secondo l’ambasciata, i due avrebbero «espresso la loro intenzione reciproca di espandere ulteriormente le relazioni russo-iraniane» .

Ore 09:21 - Kiev, i bombardamenti hanno tolto l'elettricità a 270 mila case

Dopo i bombardamenti di lunedì, l'Ucraina ha subito gravi blackout e in molte zone di Kiev le forniture d'acqua sono state tagliate. Il comandante in capo dell'esercito ucraino, Valeriy Zaluzhnyi, ha dichiarato su Telegram che la Russia ha lanciato 55 missili da crociera e dozzine di altre munizioni contro «obiettivi civili» in tutto il Paese, pochi giorni dopo che la Russia ha accusato l'Ucraina di attacchi di droni alla sua flotta nel Mar Nero. Il consigliere presidenziale Oleksiy Arestovich ha definito il bombardamento «uno dei bombardamenti più massicci del nostro territorio». Ma ha notato che, grazie al miglioramento delle difese aeree, «la distruzione non è così critica come potrebbe essere». 

Il primo ministro Denys Shmygal ha affermato che gli attacchi hanno ancora causato interruzioni di corrente in «centinaia» di aree in sette regioni ucraine.

Ore 10:18 - Kiev, 5 civili uccisi negli attacchi russi di ieri

Cinque civili sono stati uccisi e altri nove sono rimasti feriti durante gli attacchi russi di ieri in Ucraina: lo ha reso noto su Telegram il vice capo dell'Ufficio del presidente, Kyrylo Tymoshenko, come riporta Ukrinform. Tymoshenko ha precisato che quattro vittime sono state segnalate nella regione di Donetsk (oltre a una persona uccisa in precedenza), insieme a tre feriti, e una nella regione di Mykolaiv, oltre a cinque feriti. Nella regione di Kharkiv, inoltre, una persona è rimasta ferita.

Ore 10:48 - Tre navi cariche di grano salpano dai porti ucraini

Tre navi cariche di grano sono partite dai parti ucraini. Lo riferisce il centro di coordinamento che supervisiona l’applicazione dell’intesa sull’esportazione dei cereali dall’Ucraina, intesa dalla quale la Russia si è ritirata. «Il movimento di queste navi è stato concordato dalle delegazioni ucraine, turche e Onu e la delegazione russa è stata informata», comunica il centro di coordinamento.

Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, ha telefonato all'omologo ucraino, Oleksiy Reznikov, e al ministro delle Infrastrutture di Kiev, Oleksandr Kubrakov, per assicurare loro che Ankara continuerà a «fare la sua parte» per garantire l'applicazione dell'accordo sull'esportazione di grano dai porti ucraini, dopo la sospensione dell'adesione russa.

Ore 11:00 - Kiev: Putin ha le mani sporche di sangue, sia espulso da G20

Su Twitter il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, ha scritto: «Putin ha riconosciuto pubblicamente di aver ordinato attacchi missilistici contro i civili ucraini e le infrastrutture energetiche. Con le mani sporche di sangue, non gli deve essere permesso di sedersi al tavolo dei leader mondiali. L’invito di Putin al vertice di Bali deve essere revocato e la Russia deve essere espulsa dal G20».

Ore 11:36 - Bombardamenti notturni su Mykolaiv, una vittima

Questa notte le forze russe hanno bombardato Mykolaiv con missili S-300, uccidendo una donna e danneggiando numerosi edifici civili, tra cui una scuola. Lo ha riferito su Telegram il sindaco della città ucraina, Oleksandr Sienkovych.

Ore 11:38 - Shoigu: 87mila mobilitati mandati al fronte

Sono 87mila le persone inviate nelle zone di combattimento in Ucraina sulle 300mila richiamate con la mobilitazione parziale. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu nel corso di una videoconferenza, spiegando che «dopo un ulteriore addestramento e coordinamento del combattimento, 87mila persone sono state inviate nelle aree delle ostilità». Circa tremila istruttori che hanno ricevuto esperienza di combattimento stati coinvolti nel lavoro con i mobilitati.

Ore 11:48 - La Russia multa Wikimedia per gli articoli sulla guerra

Un tribunale russo ha multato il proprietario della Fondazione Wikimedia Stanislav Kozlovsky in merito alla diffusione di articoli sulla guerra in Ucraina. In particolare è stata inflitta una multa del valore di due milioni di rubli, l'equivalente di 32.600 dollari, per non aver rimosso articoli che la Russia aveva chiesto di cancellare.

Ore 11:51 - Mosca: «Pronti a fornire grano a prezzi ragionevoli»

La Russia continuerà il dialogo con l'Onu e la Turchia sul futuro dell'accordo sul grano, ma è anche pronta a fornire grano a prezzi ragionevoli a tutti i Paesi interessati: lo ha detto il premier russo, Mikhail Mishustin, durante una riunione del Consiglio dei capi di governo dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai che si è tenuta oggi in videoconferenza. «La parte ucraina ha sferrato un attacco terroristico contro navi e imbarcazioni civili russe nello specchio d'acqua della baia di Sebastopoli alla fine della scorsa settimana. Attualmente è impossibile garantire la sicurezza del corridoio umanitario che è stato creato. E siamo stati costretti a sospendere la partecipazione all'accordo sul grano», ha affermato Mishustin.

Tuttavia, Mosca continuerà «il dialogo con l'Onu e la Turchia su questioni rilevanti nel quadro degli accordi firmati a Istanbul», ha osservato il premier russo. «A prescindere dal futuro dell'accordo sul grano, considerando il raccolto di quest'anno, la Russia è pronta a fornire fino a 500mila tonnellate di grano gratuitamente ai Paesi che ne hanno più bisogno, così come a consegnare grano a prezzi ragionevoli a tutti gli Stati interessati», ha aggiunto.

Ore 12:01 - Peskov: Londra ha diretto e coordinato attacco a Nord Stream

Il Cremlino accusa il Regno Unito di aver «diretto e coordinato» il sabotaggio al gasdotto Nord Stream. «I nostri servizi di intelligence dispongono di prove che suggeriscono che l'attacco è stato diretto e coordinato da specialisti militari britannici», ha dichiarato alla stampa il portavoce Dmitry Peskov. Aggiungendo che per quanto riguarda la riparazione del gasdotto «non è stata ancora presa una decisione su come la Russia interverrà». Quello che per la Russia è certo è il coinvolgimento della Gran Bretagna in quello che ha definito «un attacco terroristico». Mosca sta valutando «ulteriori azioni» in risposta a questo attacco, ha detto Peskov. Secondo il portavoce di Putin , i «consulenti militari britannici» hanno diretto e coordinato anche l'attacco alla flotta russa nel Mar Nero.

Ore 12:06 - Papa: «La pace non è mai violenta, non è mai armata»

Durante l'Angelus, nella solennità di Tutti i Santi, Papa Francesco ha parlato di pace: «Noi siamo portati a credere che la pace arrivi con la forza e la potenza», ha detto ma «la pace non si raggiunge conquistando o sconfiggendo qualcuno, non è mai violenta, non è mai armata». E ancora: «Per favore, non dimentichiamoci della martoriata Ucraina. Preghiamo per la pace, preghiamo perché in Ucraina ci sia la pace».

Ore 12:11 - Shoigu: «Gli ucraini continuano a bombardare la centrale di Zaporizhzhia»

Le truppe ucraine continuano a bombardare la centrale nucleare di Zaporizhzhia, i punti di evacuazione e i siti di distribuzione degli aiuti umanitari: lo ha detto oggi il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, come riporta la Tass.

Ore 12:31 - Regno Unito rende pubblico il piano di aiuti anti hacker a Kiev

Il Regno Unito ha reso pubblico il suo piano di sostegno informatico anti-hacker all'Ucraina perché mantenerlo segreto non è più ritenuto necessario. Piano che, come si legge sul sito della Bbc, ha previsto un pacchetto da 6 milioni di sterline rivolto a contrastare i cyber-attacchi senza precedenti in arrivo dai servizi di intelligence di Mosca. Attacchi che sono arrivati a ondate, a partire dalla seconda metà del 2021 e si sono intensificati con l'inizio dell'invasione lo scorso febbraio per poi ridursi negli ultimi mesi. Il danno causato dagli hacker russi sarebbe stato «molto significativo» se non ci fosse stata l'assistenza britannica, ha affermato il sottosegretario agli Esteri Leo Docherty. Ha poi cercato di minimizzare il fatto che questo tipo di coinvolgimento da parte di Londra possa essere visto dalla Russia come una forma di intervento diretto nella guerra in corso. Invece Docherty lo ha paragonato all'invio di armi all'esercito di Kiev da parte del Regno Unito.

Ore 13:00 - Erdogan parlerà con Putin e Zelensky dell'accordo sul grano

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan discuterà con gli omologhi di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, dell'accordo per l'esportazione del grano dai porti ucraini che Mosca ha abbandonato nei giorni scorsi. Lo ha fatto sapere il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, come riporta Trt.

Ore 13:01 - Zelensky sente Macron: decisioni su rafforzamento difesa ucraina

Ho avuto una «conversazione estremamente importante e produttiva con il presidente francese Emmanuel Macron. Decisioni specifiche sul rafforzamento delle capacità di difesa dell'Ucraina. Iniziative specifiche per ripristinare le infrastrutture energetiche distrutte. Grazie, amico mio, per il tuo incrollabile supporto». Lo ha scritto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter.

Ore 13:37 - Pentagono: invieremo 8 sistemi difesa aerea Nasams a Kiev

Il governo degli Stati Uniti invierà otto sistemi missilistici terra-aria Nasams all'Ucraina e due di essi arriveranno nel prossimo futuro: lo ha annunciato un alto funzionario del Pentagono, come riporta il ministero della Difesa statunitense sul suo sito. «Gli Stati Uniti hanno già fornito (all'Ucraina) 1.400 Stinger, che sono sistemi di difesa aerea a corto raggio, e anche i nostri alleati e partner hanno fornito un numero considerevole di sistemi di difesa aerea a corto raggio - ha affermato il funzionario -. Gli Stati Uniti si sono inoltre impegnati a fornire otto Nasams e relative munizioni, e due di questi saranno in Ucraina nel prossimo futuro, mentre altri sei saranno forniti in seguito. Ci siamo anche impegnati a fornire una serie di sistemi aerei senza pilota, tra cui il sistema Vampire, e altri sistemi radar, poiché sappiamo che la minaccia degli Uas (i sistemi dei velivoli senza pilota, ndr) è una minaccia seria in questo momento». La settimana scorsa l'amministratore delegato del gruppo aerospaziale e della difesa Raytheon Technologies che produce i Nasams, Greg Hayes, aveva detto alla Cnbc che l'Ucraina ha già ricevuto due di questi sistemi.

Ore 14:01 - Kiev: la presenza della Russia al G20 scredita il gruppo dei leader

«Qual è il valore aggiunto di mantenere la Russia nel G20? Non contribuisce alla crescita economica globale, né promuove la convivenza pacifica e la prosperità. La politica estera russa cerca di raggiungere i suoi obiettivi usando morte e distruzione. Dare il palco a Putin compromette solo il G20». Lo ha scritto su Twitter il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko.

Ore 14:16 - Kiev: 650 soldati russi uccisi in un giorno

Sono 650 i soldati russi che sono stati uccisi nell'ultima giornata in Ucraina dalle forze armate di Kiev. Lo rende noto lo Stato Maggiore dell'esercito ucraino nel suo bollettino quotidiano, aggiornando a 72.470 il numero dei militari russi che hanno perso la vita dall'inizio dell'invasione. I carri armati russi distrutti dall'inizio del conflitto sono invece 2.698.

Ore 14:21 - Russia: valuteremo la risposta agli attacchi del Regno Unito

Accusando l'intelligence britannica di aver diretto e coordinato l'attacco al gasdotto Nord Stream e anche l'attacco alla flotta russa nel Mar Nero a Sebastopoli, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha spiegato che ci saranno conseguenze. «Queste azioni non possono essere lasciate passare — ha precisato —. Ovviamente penseremo ai nostri prossimi passi, non c'è dubbio su questo. Peskov ha definito il sabotaggio al Nord Stream «un attacco terroristico ad un'infrastruttura energetica critica» che «non è una infrastruttura russa ma internazionale». Lo riferisce l'agenzia Interfax.

Ore 14:34 - Londra respinge di nuovo le accuse russe sul Nord Stream

Le nuove accuse russe su un asserito ruolo guida britannico nell'attacco contro il gasdotto Nord Stream e nel coordinamento dei più recenti raid ucraini in Crimea fanno parte del «manuale di distrazione dalla realtà» usato dal Cremlino. Lo ha detto un portavoce del premier Rishi Sunak, ribadendo la smentita di Londra rispetto alle affermazioni rimbalzate dalla Russia (che sostiene di avere prove d'intelligence). Già ieri il ministro degli Esteri, James Cleverly, aveva rinfacciato a Mosca di essere «sempre più staccata dalla realtà» e di voler solo «distrarre l'attenzione» dai propri presunti «fallimenti sui campi di battaglia».

Ore 14:50 - Kiev: Iran invierà altri 200 droni militari alla Russia

L'Iran invierà oltre duecento droni da combattimento all'inizio di novembre alla Russia. Lo ha affermato il ministero della Difesa ucraino in una nota spiegando che il nuovo invio prevede droni Shahed-136, Mohajer-6 e Arash-2. «Saranno inviati attraverso il mar Caspio fino al porto di Astrakhan», ha detto il ministero di Kiev. I droni arriveranno disassemblati e i russi dovranno comporli.

Ore 15:11 - Erdogan a Putin: fiducioso in una soluzione sull'accordo del grano

I presidenti turco e russo, Erdogan e Putin, hanno discusso al telefono della situazione relativa all'accordo sull'export del grano dai porti ucraini. Lo riferisce la presidenza turca, come riportano i media locali. Nel colloquio, Erdogan - riporta la nota - si è detto fiducioso nel fatto che sarà trovata una soluzione sulle forniture di grano.

Ore 17:05 - Putin: garanzie sicurezza Kiev per tornare a accordo grano

La Russia potrebbe rientrare nell'accordo sul grano dopo che sarà conclusa un'indagine sull'attacco alla base della flotta del Mar Nero a Sebastopoli e se Kiev fornirà garanzie di sicurezza sul corridoio del grano. Lo ha detto oggi il presidente Vladimir Putin al suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan durante un colloquio telefonico. Lo riferisce l'agenzia Tass.

Putin, durante il colloquio, si è lamentato del fatto che l'obiettivo di privilegiare le esportazioni di cibo verso i Paesi più bisognosi non è stato raggiunto dall'accordo sul grano. Il presidente russo ha anche ribadito che l'accordo sul grano è fallito nella parte che doveva permettere le libere esportazioni di prodotti agricoli e di fertilizzanti della Russia, ribadendo che Mosca è pronta ad esportare gratuitamente grano e fertilizzanti ai Paesi africani.

Ore 16:34 - Medvedev: pronti a usare il nucleare per le regioni annesse

«L'Occidente spinge il mondo verso una guerra globale, solo la vittoria russa è una garanzia contro la guerra mondiale». Lo scrive Dmitri Medvedev su Telegram, aggiungendo: l'Occidente continua a ripetere che «non si può permettere alla Russia di vincere. Che significa? Se non vince la Russia, deve vincere l'Ucraina. E l'obiettivo di Kiev è il ritorno di tutti i territori che in precedenza le appartenevano. Questa è una minaccia all'esistenza stessa del nostro Stato. E rappresenta una ragione diretta per l'applicazione della clausola 19 dei Fondamenti della politica della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare».

Ore 16:46 - Ue: da Mosca accuse infondate a Londra su Nord Stream

L'Unione Europea definisce «un'accusa del tutto infondata» la dichiarazione del Cremlino secondo cui vi sarebbe il Regno Unito dietro gli attacchi ai gasdotti nel mar Baltico. «Gli attacchi contro Nord Stream 1 e 2 devono ancora essere indagati», nota una portavoce della Commissione Ue. «Siamo favorevoli a qualsiasi indagine volta a fare piena chiarezza su ciò che è accaduto e sul perché e adotteremo ulteriori misure per aumentare la nostra resilienza nella sicurezza energetica. È chiaro, tuttavia, che negli ultimi tempi solo la Russia ha usato l'energia come arma».

Ore 16:28 - Ben Affleck chiama capo ufficio Zelensky, attore invitato a Kiev

L'attore Ben Affleck ha tenuto una videoconferenza con il capo dell'ufficio di Zelensky, Andriy Yermak, che lo ha invitato a visitare Kiev. È importante, ha detto l'ufficio di Zelensky in una nota, il ruolo di «personalità famose» per mantenere alta l'attenzione sul conflitto in Ucraina. «Andriy Yermak ha discusso con Ben Affleck dei modi per fornire un sostegno ancora maggiore all'Ucraina e ai suoi cittadini», recita la nota.

Ore 15:44 - Razov: non escludo che l'Italia abbia inviato uomini in Ucraina

«Non escludo» che l'Italia, oltre alle armi, abbia mandato in Ucraina anche uomini. Lo ha detto l'ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, rispondendo ad una domanda sul Donbass, in un'intervista a Oval media, a margine del Verona Eurasian Economic Forum che si è tenuto il 27-28 ottobre 2022 a Baku. L'intervista è stata rilanciata sui canali social dell'ambasciata russa a Roma.

Ore 17:06 - Onu: domani nessuna nave in partenza dall'Ucraina

«Le delegazioni di Ucraina, Turchia e Onu hanno deciso di non pianificare per il 2 novembre movimenti di navi nell'ambito dell'iniziativa nel mar Nero per il grano». Lo rende noto la delegazione delle Nazioni Unite presso il centro di Istanbul per il coordinamento delle esportazioni di grano dai porti ucraini. Il responsabile dell'Onu presso il centro, Amir Abdulla, si tiene in contatto con Ankara per tentare di ristabilire la piena partecipazione all'accordo sul grano, dopo che Mosca si è ritirata nei giorni scorsi.

Ore 17:27 - Kiev deve riparare la rete elettrica e aumentare lo scudo aereo: la guerra è in fase di logoramento

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Kiev ammette di avere seri problemi nel trovare ricambi per le strutture elettriche distrutte dai bombardamenti. Parliamo di componenti semplici ma anche di quelle costose, le fonti indicano cifre gigantesche che prevedono spese «per centinaia di milioni di dollari». Così la popolazione si ritrova di fatto in prima linea. Qualche alleato si è mosso nel tentativo di fronteggiare l’emergenza, da rimarcare il caso della Germania che ha stanziato 20 milioni di euro destinati all’acquisto di generatori e sistemi mobili. Una goccia in un mare di richieste. Se la missione dei tecnici è di tappare le falle al network che gestisce acqua e luce, quella dei generali è aumentare lo scudo. La difesa annuncia spesso l’abbattimento di cruise, elicotteri, caccia e velivoli. Tuttavia, a giudicare dall’impatto dei raid sulla vita quotidiana, è chiaro che gli ordigni sparati dagli invasori hanno effetto. Per questo l’Ucraina sta investendo nella messa a punto di droni anti-drone: mobilitate le industrie e avviati contatti con compagnie straniere (alcuni programmi sono già in corso). Deve essere garantita la produzione, necessaria una filiera che possa funzionare mentre l’invasione mantiene la sua pressione.

Ore 17:47 - Zelensky: gravemente danneggiato 40% infrastrutture energetiche

I bombardamenti russi hanno «seriamente danneggiato» circa il 40% delle infrastrutture energetiche dell'Ucraina, in particolare centrali termiche, centrali termoelettriche e centrali idroelettriche. Lo ha detto Zelensky durante l'incontro con Kadri Simson, commissaria dell'Unione europea per gli affari energetici, ricevuta oggi a Kiev. Zelensky e Simon hanno discusso di come l'Ucraina sia stata costretta a interrompere l'esportazione di elettricità in Europa a causa dei danni prodotti dai bombardamenti. «Sono sicuro che ripristineremo tutto e, in un momento più calmo — ha affermato il presidente ucraino —, quando la situazione nel nostro sistema energetico si sarà stabilizzata, continueremo ad esportare elettricità in Europa».

Ore 18:03 - Ambasciata russa precisa: Razov ha parlato di cannoni italiani e non persone

Nel corso dell’intervista rilasciata dall’ambasciatore russo in Italia Sergey Razov al canale televisivo Oval Media il 28 ottobre scorso a margine del XV Verona Eurasian Economic Forum a Baku, in Azerbaijan, il diplomatico ha parlato di «cannoni italiani» e non di persone inviate dal nostro Paese nel Donbass. Lo precisa l’ambasciata russa a Roma in una nota. Letteralmente, l’ambasciata ricostruisce che l’intervistatore Franco Fracassi ha detto: «Io quest’estate ad agosto sono stato in Donbass e due cose mi hanno fatto veramente impressione. La prima, a Donetsk ogni 40 secondi si sentiva un’esplosione di cannone e a Donetsk non c’è la guerra perché il fronte sta a centinaia di chilometri». Razov ha annuito e Fracassi ha aggiunto «perché erano arrivati i cannoni italiani che bombardavano la città. Non gli italiani, ma, con i cannoni italiani». A quel punto Razov ha detto «forse italiani». Fracassi quindi ha chiesto «forse anche italiani?». E Razov: «non escludo, si». L’ambasciata russa afferma che «come si può vedere, non si tratta di persone, ma di cannoni usati per bombardare Donetsk, che potrebbero essere anche di produzione italiana, ma la parte russa non ne ha certezza».

Ore 18:05 - Usa: l’Iran continua a sostenere la Russia

«È evidente che l’Iran continua a sostenere la Russia e le sue operazioni per uccidere gli ucraini». Lo ha detto il portavoce per del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby, in un briefing virtuale con la stampa.

Ore 18:10 - Mosca ribadisce: nucleare se minaccia regioni annesse

La Russia torna a minacciare l’uso dell’arma nucleare, in caso Kiev volesse riconquistare i territori annessi da Mosca. Su Telegram, il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha ammonito che se l’Occidente vuole che sia l’Ucraina a vincere la guerra e se l’obiettivo di Kiev è riprendere tutti i territori che in precedenza le appartenevano e quindi «strapparli alla Russia, minacciandone l’esistenza come Stato, questo farebbe scattare «la clausola 19 dei Fondamenti della politica statale della Federazione russa in campo di deterrenza nucleare». «Non è questa una diretta provocazione di una guerra mondiale con l’uso di armi nucleari?», chiede l’ex presidente, sottolineando quindi che appoggiando Kiev «l’Occidente sta provocando una guerra globale». «Solo la vittoria della Russia è garanzia di pace», ha aggiunto.

Ore 18:29 - Zelensky incontra commissaria Ue, danni gravi a 40% reti energia

La Russia ha gravemente danneggiato circa il 40% delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky incontrando oggi a Kiev la commissaria Ue per gli affari energetici Kadri Simson. Lo riporta il Guardian, aggiungendo che si è discusso di come l’Ucraina sia stata costretta a interrompere l’esportazione di elettricità in Europa «a causa degli attacchi con missili e droni kamikaze da parte della Federazione russa».

«Sono sicuro che ripristineremo tutto e, in un momento più tranquillo, quando la situazione nel nostro sistema energetico si sarà stabilizzata, continueremo a esportare elettricità in Europa», ha affermato Zelensky, spiegando a Simson che le forze russe hanno «seriamente danneggiato» circa il 40% delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina, in particolare centrali termiche, centrali termoelettriche e centrali idroelettriche. «Oltre il 30% dell’infrastruttura energetica in Ucraina è stata colpita dagli attacchi mirati della Russia e per riparare o sostituire l’Ucraina ha bisogno di strumenti specifici», ha scritto su Twitter la commissaria europea. «Assicurando al presidente Zelensky che stiamo contattando i partner per aiutare con il supporto dedicato necessario».

Ore 18:40 - La Gran Bretagna rilancia le accuse all’Iran: «Ha fornito a droni a Mosca»

Il Regno Unito si unisce agli Usa nelle accuse contro Teheran sulle presunte forniture militari alla Russia di armi utilizzate poi da Mosca in Ucraina. «A dispetto delle smentite del Cremlino e del governo iraniano - si legge sul profilo Twitter del ministero degli Esteri britannico -, un funzionario russo ha ammesso che l’Iran ha fornito droni usati dalla Russia per prendere di mira infrastrutture civili ucraine». «Il sostegno dell’Iran alla guerra brutale e illegale di Putin è deplorevole», prosegue il testo, che rivendica poi «le sanzioni» già adottate da Londra il 20 ottobre, come da altri alleati occidentali, contro individui e strutture iraniane ritenute «coinvolte» in queste attività. Il Foreign Office, seguito a ruota dall’account ufficiale del dicastero della Difesa britannico, retwitta quindi il video di un audio rubato giorni fa durante la pausa di un talk show televisivo russo a tale «Ruslan Pukhuv», indicato come «consigliere della Difesa» di Mosca, il quale a microfono «inavvertitamente aperto» avrebbe «ammesso l’utilizzo russo di droni iraniani».

Ore 19:01 - Kiev: «Non abbiamo difese adatte per i missili balistici iraniani»

I missili balistici che la Russia intende acquistare dall’Iran saranno probabilmente collocati al confine settentrionale dell’Ucraina. Lo ha detto nel corso di un briefing il portavoce dell’aeronautica militare di Kiev, Yury Ignat, come riporta la Cnn. Avvertendo che le forze armate ucraine non sarebbero in grado di difendersi. «Utilizzeremo tutti i mezzi di protezione contro questi missili. Verranno probabilmente consegnati nel nord dell’Ucraina, da dove potranno minacciare l’intero Paese», ha spiegato, parlando di missili da «300 km» e da «700 km» di raggio. E avvertendo: «Non abbiamo una difesa efficace. In teoria è possibile abbatterli, ma in realtà è molto difficile farlo con i mezzi che abbiamo a disposizione. Abbiamo la difesa aerea, non quella missilistica», ha spiegato, stimando che la Russia abbia richiesto i missili all’Iran «perché stanno finendo le scorte dei loro Iskander». Sempre la Cnn, citando funzionari di un paese occidentale, ha reso noto che l’Iran si starebbe preparando ad inviare alla Russia, entro la fine dell’anno, circa 1.000 armi aggiuntive: oltre a nuovi droni, anche missili balistici a corto raggio terra-terra. Il Washington Post già nelle scorse settimane aveva rivelato di un’intesa tra Mosca e Teheran per l’invio anche di missili balistici Fateh-110 e Zolfaghar.

Ore 20:35 - Filorussi annunciano nuove evacuazioni da Kherson

Le autorità filorusse di Kherson hanno annunciato nuove evacuazioni dalla regione occupata nel sud dell’Ucraina. La richiesta è di partire «immediatamente» per l’alto rischio di un’escalation militare. Lo riferisce la Tass.

Lo stato maggiore delle forze armate ucraine, come riporta il Guardian, aggiunge che mentre le autorità filorusse hanno trasferito circa 70.000 civili dalla riva sinistra del fiume Dnepr, il governo di occupazione russa nella regione di Kherson ha spostato la sua amministrazione più a sud, a Skadovsk. Lo stato maggiore ucraino ha descritto queste tattiche come «intimidazioni dei residenti civili».

Ore 21:26 - Ue, Simson: stoccaggi gas ucraini al 32%, prossimo anno più duro

«Le strutture di stoccaggio di gas dell’Ucraina, che sono enormi, sono piene al 32% al momento: l’Ucraina e l’Ue hanno abbastanza scorte per affrontare questo inverno». Lo ha detto la commissaria all’energia Kadri Simson nel corso della sua visita a Kiev. «Il prossimo anno sarà duro sul fronte degli stoccaggi ed è per questo che abbiamo previsto gli acquisti congiunti a livello europeo e l’Ucraina potrà partecipare», ha sottolineato.

Ore 21:37 - Guterres: lavoriamo per mantenere accordo su cereali

«Le Nazioni Unite stanno lavorando con tutte le parti interessate per mantenere l’accordo sui cereali del Mar Nero e rimuovere gli ostacoli all’esportazione di cibo e fertilizzanti russi». Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel corso di un discorso pronunciato in apertura della 31a sessione del vertice della Lega Araba ad Algeri, a cui ha partecipato su invito dell’Algeria come ospite d’onore.

Andrea Nicastro per il “Corriere della Sera” l'1 novembre 2022.

«Generale come sta?». È prima mattina e la chiamata WhatsApp video con Teheran funziona a meraviglia. L'uomo gira il cellulare e mostra la carriola che ha appena caricato con la pala. «Sono fortunato perché ho un permesso di lavoro, do da mangiare alla famiglia e non mi faccio espellere verso l'Afghanistan. Con quello che ho fatto per sconfiggere i talebani, non uscirei vivo da un loro arresto». 

La riconquista di Kabul da parte degli «studenti del Corano» ha creato decine di migliaia di soldati in fuga. Sono militari, ex mujaheddin, ufficiali dello sconfitto «nuovo Afghanistan filooccidentale».

Militari addestrati a spese soprattutto di Washington e poi lasciati senza aviazione davanti all'avanzata talebana. 

Per vent' anni hanno combattuto «gli insorti barbuti» e dal 15 agosto 2021 sono scappati all'estero o si sono nascosti nello stesso Afghanistan per evitare la vendetta dei loro nemici. Alcuni si sono uniti in Tagikistan alla resistenza del figlio del comandante Massud. Altri, pochi, sono stati evacuati in Occidente. In Italia ne sono arrivati un centinaio.

I 65 della prima ondata hanno in gran parte ottenuto asilo politico e possono quindi sperare di costruirsi un futuro da noi.

Chi non ce l'ha fatta sino all'Europa o agli Usa, ma si è rifugiato nei Paesi ex sovietici o in Iran è a rischio di espulsione. Come il generale-muratore. E, allora, ecco l'idea del Cremlino: saldare la sconfitta dell'Unione sovietica in Afghanistan nel 1989 a quella americana del 2021 per cercare di vincere almeno l'invasione dell'Ucraina del 2022.

«Dall'Iran - dice l'ex generale - calcolo siano già partiti per combattere in Ucraina nei ranghi russi almeno 2mila ex soldati afghani. Non hanno scelta. Morire per mano dei talebani o in battaglia per le armi dei nostri ex alleati americani è la stessa cosa. Meglio provare a combattere».

Il modulo che circola sui social è in persiano. Il titolo: Domanda di arruolamento per volontari dell'esercito libero di Russia. Nome, nome del padre, del nonno, del villaggio (tra i burocrati di Mosca c'è una grande esperienza delle complessità anagrafiche afghane). «I volontari che saranno ammessi nel programma dell'esercito libero di Russia - si legge - riceveranno 1500 dollari di salario mensile e dopo 6 mesi di attività di addestramento e di battaglia otterranno il passaporto della Federazione russa».

Sono soldati professionisti, esperti. L'offerta di 1500 dollari senza pensione, assistenza sanitaria, ecc. ecc. è da discount del mercenario. Ma Mosca ha capito che può approfittare della loro precarietà. Fermare la controffensiva delle truppe di Kiev sta costando decine di vite ogni giorno. Quelle dei soldati afghani abbandonati dall'Occidente sono lì, a disposizione di chi le prende per primo. 

Dal suo esilio in Germania, Farid Ahmadi, ex comandante delle operazioni speciali afghane, cerca di trattenere i suoi ex soldati. «Non arruolatevi - dice ai siti in persiano - è una strada senza ritorno». Secondo il modulo, basta che gli afghani si presentino ai «rappresentanti russi in Iran» e saranno arruolati. L'asse Mosca-Teheran funziona non solo per i nuovi droni suicidi che attaccano le centrali elettriche di Kiev, ma anche per il rastrellamento della carne da cannone.

Diario di un’ucraina. La guerra dei russi ci ha reso sporchi, grigi e malconci, ma aspettiamo ostinati la vittoria. Olena Stiazhkina su L'Inkiesta il 2 Novembre 2022

La scrittrice in passato era sfollata dal Donbas, ma stavolta non ha lasciato Kyjiv e se ora le chiedono «come stai, mobiletto?» invece di offendersi a morte risponde «reggo»

In una Makariv liberata dagli occupanti ci sono tante case distrutte. Sulla soglia di una di queste case c’è un cane. È di razza alabai. È grigio, sporco, malconcio, affamato. Prende il cibo e l’acqua dai volontari. Si lascia accarezzare. Però non segue nessuno. Non si schioda dal suo posto. Guarda negli occhi della gente che passa. Guarda oltre quelli che si avvicinano. Aspetta i suoi. Aspetta ostinato. Forse i suoi non ci sono più. Forse aspetta invano, o forse non è poi così invano. Lui mangia, lui beve. Solo che non segue nessuno. Lui crede che tutti quelli a cui vuole bene torneranno. Prima o poi. I volontari lo chiamano “il nostro Hachi”.

Oggi sono tornati i nostri vicini di pianerottolo. Li sentiamo oltre la parete. Sembra che quella parete tra di noi non ci sia neanche. Le nostre orecchie hanno imparato i nuovi suoni dal cielo ancora prima dell’arrivo delle sirene. Che cosa vuoi che sia allora quella parete?

Oggi il confine con la Polonia lo hanno attraversato 24mila persone. Stanno tornando a casa. Loro qua sono molto attesi, anche se non c’è più nessuno ad aspettarli.

Mi sembra che tutti noi siamo degli “Hachi”. Nelle città distrutte e desolate siamo sporchi, grigi e malconci e aspettiamo ostinati il senso della nostra vita. Stiamo aspettando i nostri soldati, i vicini di casa, gli amici. Stiamo aspettando la vittoria e non ci schiodiamo da questo posto anche se sarà difficile e lunga. Solo che al posto del cibo e dell’acqua a noi servono armi.

Lo chiamo l’infuso concentrato della tragedia. Si tratta di un corpo ucraino, che sa già dove fa male, poiché fa male ovunque. Sentiamo ogni movimento delle auto bucate dalle pallottole nei corridoi umanitari russi, il tricolore russo disegnato sui cartelli all’ingresso in città, le fosse comuni sui territori occupati che si vedono sulle foto dei satelliti. Il collo non si muove, gli occhi sono secchi, le orecchie non sentono, la schiena non si piega…

Ed è proprio sulla schiena, che non vuole piegarsi, che sono scritti tutti i nomi e i toponimi. Sono tatuati sulla schiena che non vuole piegarsi. Su quella schiena che non vuole piegarsi ci sono la rabbia, la furia, il dolore e le armi. Oltre quella schiena c’è l’infuso della tragedia. Se farai un movimento, i cristalli tradiranno la loro fragilità. Le lacrime scioglieranno tutto, le orecchie sentiranno tutto, il collo riacquisterà la propria forza. Ma la schiena non vuole piegarsi.

L’infuso concentrato della tragedia sarà sul nostro tavolo ancora per tanto tempo, come lo scudo e la spada.

Nel dizionario internazionale ci sono delle novità: il lemma “russo” ora significherà la stessa cosa che “nazista”. La parola “Ucraina” però potrebbe essere rivista come una versione nuova della storia di Davide o Golia. Per via dell’Ucraina questa parabola non sembrerà più così esagerata.

Da allora il nostro incubo più grande e senza fine sono le torture, inflitte ai bambini davanti ai nostri occhi. Non sono stati i russi a inventarle, ma sono stati loro a perfezionarle: bambini stuprati con i denti tolti, le unghie strappate, le braccia e le gambe spezzate. I bambini ammazzati sono il loro marchio di qualità, per il quale l’intero battaglione riceve le onorificenze militari.

Ogni volta che incontri un russo devi tenere in mente che lui, suo figlio, sua figlia, il suo parente, il suo vicino, il suo collega – tutti loro, insieme o separatamente — tortureranno i bambini. La questione di un russo che abita in Europa non cambia niente.

Come fare allora? Il piano d’azione c’è. Anzi sono due. E tutti e due sono imperfetti. Il primo consiste nel non avere i russi da nessuna parte. Il secondo nell’avere le armi. Nelle condizioni di necessità un’arma puntata contro un russo potrebbe salvare dal non essere torturati a morte.

Mettere in atto il primo piano è difficile, per via dell’indifferenza dell’anima del mondo moderno. È difficile convincere gli europei non stuprati che i loro figli saranno i prossimi. La difficoltà del secondo piano sta nel distribuire le armi tra i bambini per dar loro la possibilità di morire in fretta ed evitare le torture.

Tutti i territori occupati sono campi di concentramento. Tutte le persone che ci si sono trovate dentro sono condannate. Oggi, domani o dopodomani. Sono condannate.

Anche nella tranquillità apparente di Donets’k e Kherson, rimangono tranquille solo le case ancora non distrutte, che verranno comunque distrutte alla prima necessità.

Le persone sono vive solo perché non è stato ancora dato un ordine di ammazzarle o c’è ancora bisogno di tenerle in vita. Le donne non sono state stuprate non perché non sono uscite in strada, ma perché gli animali non sono entrati nelle loro case. Ma per gli uomini la morte è già arrivata: vengono arruolati come carne da macello nell’esercito degli invasori. Non si può scappare. Se provi a scappare ti spareranno alla nuca o ti toglieranno le budella dal ventre.

È impossibile andare via. Ai posti di blocco nemici si gioca alla roulette russa, come dice il loro capo: piace, non piace… Se qualcuno non piace, un orco gli potrà fare qualsiasi cosa, e se qualcuna invece piace anche con lei faranno qualsiasi cosa.

Se nel 2014 ero diventata esperta nei suoni e nei segni delle “peonie”, dei “giacinti” e dei “tulipani”, ora sto imparando i nomi delle armi nuove e più moderne. Dubito che potrò applicare queste nozioni nella pratica. Però mi piacciono. E non soltanto a me.

C’è una vignetta che gira nei social, in cui un bambino e una bambina piccoli giocano nella sabbia. Lei lo guarda e gli chiede: «Come ti chiami?». E lui risponde: «Bayraktar. E tu?». « Io sono Javelina».

L’amica di Leopoli dice: «Ho paura. Solo ora ho iniziato ad avere paura. Penso che sarà Leopoli…». «In che senso “sarà Leopoli”? Certo che sarà Leopoli o avete deciso di chiamare la città diversamente?». « Ma no. Penso, che le armi nucleari tattiche verranno usate a Leopoli. E dopo?». « Ah, menomale. Non ti preoccupare, cara, hanno detto che verranno distrutti tutti i centri di comando. E dove sono? Esatto! A Kyjiv! A casa mia! ». « Non mi hai tranquillizzata per niente… Quindi che cosa facciamo?». « Ce ne freghiamo. Un po’ di fatalismo non farà male alla fiducia nel nostro esercito ». « E dove devo andarlo a cercare ’sto fatalismo?».

Nel nostro centro di volontariato c’è una signora della città di Popasna. Tranquilla, silenziosa, assente. Dice: «Ragazze, avete una fotocopiatrice qui? ». « Possiamo trovarla, per che cosa le serve? ». « Si potrebbe anche fare una foto con il telefono. Perché ce l’ho su un pezzo di carta… Ma dobbiamo cancellare tutte le foto dal telefono, perché, se si capita in mano a quelli, loro, per prima cosa, guardano i telefoni. Il pezzo di carta puoi nasconderlo nel reggiseno o nelle mutande… ». « Allora fotocopiamolo! ». « Però fatelo vedere a tutti, non dimenticatelo. Un terzo del nostro Paese ormai è una Popasna. Ma io di questo foglio ne ho una sola copia ».

Sul pezzo di carta c’è la lista dei morti. Accanto ad alcuni nomi ci sono le date e gli indirizzi. Accanto ad altri solo le date e i nomi. In alcuni casi non ci sono neppure i nomi, solo “una donna”, “un uomo vecchio”, “una ragazza”.

« Erano ancora lì, mentre io lasciavo la città. Non a Popasna, ma sulla strada. Prendevo nota di quelli che ho visto. Non ho visto tutti, ma alcuni sì… Sono sotto la riga. Sopra la riga ci sono i nostri… ».

Perché sto scrivendo questo diario? Che senso ha, se l’unico senso che può esserci per noi, per quelli non al fronte, è fare le mappe con dei punti con i nostri morti?

*Olena Stiazhkina è una storica e scrittrice, insegna all’Università di Donec’k (che ha poi trasferito la sua sede a Vinnycia, in seguito all’occupazione del Donbas nel 2014). È autrice del romanzo La morte del leone Sesil aveva un senso, scritto a metà in russo e a metà in ucraino, con una scelta-manifesto che mostra la sua decisione di passare dal russo all’ucraino come lingua di scrittura.

Ucraina Russia, le notizie del 2 novembre. Redazione Online su Il Corriere della Sera il 2 Novembre 2022

Le notizie di mercoledì 2 novembre. L’inchiesta del quotidiano economico: «È la raffineria siciliana della Lukoil a Priolo il passaggio che consente al greggio russo di aggirare le sanzioni americane per la guerra in Ucraina e di arrivare negli Stati Uniti, tornando a volte in Europa»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 251esimo giorno.

• Il Cremlino accusa il Regno Unito di aver «diretto e coordinato» il sabotaggio al gasdotto Nord Stream.

• Il vice-presidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev: pronti al nucleare se c’è minaccia nelle regioni annesse.

• Razov: non escludo l’invio di uomini dall’Italia a Kiev. Poi la retromarcia dell’ambasciata russa: parlava di cannoni.

• Il presidente ucraino Zelensky: le forze russe hanno «seriamente danneggiato» circa il 40% delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina.

• L’Iran prevede di inviare un lotto di oltre 200 droni da combattimento alla Federazione Russa all’inizio di novembre.

Ore 20:35 - Filorussi annunciano nuove evacuazioni da Kherson

Le autorità filorusse di Kherson hanno annunciato nuove evacuazioni dalla regione occupata nel sud dell’Ucraina. La richiesta è di partire «immediatamente» per l’alto rischio di un’escalation militare. Lo riferisce la Tass.

Lo stato maggiore delle forze armate ucraine, come riporta il Guardian, aggiunge che mentre le autorità filorusse hanno trasferito circa 70.000 civili dalla riva sinistra del fiume Dnepr, il governo di occupazione russa nella regione di Kherson ha spostato la sua amministrazione più a sud, a Skadovsk. Lo stato maggiore ucraino ha descritto queste tattiche come «intimidazioni dei residenti civili».

Ore 21:26 - Ue, Simson: stoccaggi gas ucraini al 32%, prossimo anno più duro

«Le strutture di stoccaggio di gas dell’Ucraina, che sono enormi, sono piene al 32% al momento: l’Ucraina e l’Ue hanno abbastanza scorte per affrontare questo inverno». Lo ha detto la commissaria all’energia Kadri Simson nel corso della sua visita a Kiev. «Il prossimo anno sarà duro sul fronte degli stoccaggi ed è per questo che abbiamo previsto gli acquisti congiunti a livello europeo e l’Ucraina potrà partecipare», ha sottolineato.

Ore 21:37 - Guterres: lavoriamo per mantenere accordo su cereali

«Le Nazioni Unite stanno lavorando con tutte le parti interessate per mantenere l’accordo sui cereali del Mar Nero e rimuovere gli ostacoli all’esportazione di cibo e fertilizzanti russi». Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, nel corso di un discorso pronunciato in apertura della 31a sessione del vertice della Lega Araba ad Algeri, a cui ha partecipato su invito dell’Algeria come ospite d’onore.

Ore 05:56 - Wsj: petrolio russo elude sanzioni Usa tramite raffineria siciliana di Priolo

(Giuliana Ferraino) La raffineria a Priolo di Lukoil, secondo gruppo russo di raffinazione, sarebbe la scappatoia per aggirare le sanzioni americane che vietano agli Stati Uniti di importare petrolio dalla Russia, dopo la guerra di Vladimir Putin all’Ucraina. La denuncia è frutto di un’indagine del Wall Street Journal , che ha ricostruito e tracciato le rotte delle navi che arrivano a Siracusa per scaricare greggio e caricare prodotti trasformati dall’impianto siciliano di raffinazione, gassificazione e cogenerazione di energia della Lukoil, che riceve fino al 93% di greggio dalla Russia per produrre benzina che poi manda negli Stati Uniti a gruppi come Exxon, senza violare ufficialmente le sanzioni. Come? La grande maggioranza del petrolio della raffineria basata a Priolo proviene dalla Russia. In Sicilia il petrolio russo viene raffinato, un processo che lo fa diventare «italiano», secondo una prassi consolidata che permette al greggio di cambiare in base al luogo dove viene raffinato. Qui l’articolo completo.

Ore 07:53 - Ucraina, dichiarato allarme aereo in sette regioni

L’allarme aereo è stato dichiarato questa mattina in sette regioni dell’Ucraina: secondo i dati della mappa l’allerta riguarda le regioni di Dnipropetrovsk, Poltava, Cherkassy, Kirovograd, Mukolaiv, Kharkiv e la parte della regione di Zaporozhzhia controllata da Kiev. Lo riferisce l’agenzia di stampa russa Tass.

Ore 08:31 - Lo Stato maggiore di Kiev: i russi avanzano nel Donetsk

Mentre nelle aree di Kherson l’esercito russo velocizza le operazione della ritirata, nella regione del Donetsk, in Donbass, l’Armata avanza in tre direzioni, verso le città di Bakhmut, Avdiivka e Novopavliv: «L’avversario sta cercando di tenere i territori temporaneamente catturati», afferma l’esercito di Kiev

Ore 09:29 - A Kiev oltre 1.000 punti di riscaldamento comune

Kiev si sta preparando all’inverno e gli attacchi russi alle reti municipali di riscaldamento ha spinto le autorità a prendere delle precauzioni: in città sono in allestimento oltre 1.000 punti di riscaldamento, ha comunicato ieri il sindaco Vitali Klitschko: «Lo scenario peggiore è quello in cui non ci saranno elettricità, acqua e riscaldamento», ha dichiarato. I punti saranno dotati di generatori e di scorte di beni di prima necessità, come l’acqua.

Ore 10:00 - La Polonia costruisce un muro sul confine russo di Kaliningrad

La Polonia ha iniziato la costruzione di una recinzione lungo il confine con l’exclave russa di Kaliningrad. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Varsavia, Mariusz Blaszczak, sottolineando i sospetti che la Russia voglia facilitare l’ingresso in Polonia di immigrati di origine asiatica e africana. Il muro sarà provvisorio e correrà lungo i 210 chilometri del confine: alto 2,5 metri e profondo 3 metri, sarà costruito dai soldati dell’esercito nazionale e i lavori termineranno nel 2023.

Ore 10:37 - Kiev: «47 attacchi russi su 25 località in un solo giorno»

Venticinque tra città e località più piccole sono state colpite in Ucraina meridionale e orientale nell’arco di un solo giorno dall’esercito russo con 47 attacchi aerei e 7 missili. Secondo lo Stato Maggiore di Kiev altri attacchi sono previsti con il lancio di droni dalla Bielorussia, come riporta Unian. Intanto in Donetsk, a Zavitne Bazhanya, le unità russe hanno aperto un nuovo ospedale: «Attualmente è pieno di militari feriti dell’esercito russo», ha riferito lo Stato Maggiore, osservando che nonostante la fine ufficiale della mobilitazione, «le convocazioni continuano a essere inviate agli uomini in età di leva».

Ore 10:39 - Il ministro Esteri spagnolo a Kiev, dona 30 ambulanze

Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares è a Kiev, in Ucraina, per donare trenta ambulanze alle autorità locali. «Sono arrivato a Kiev per portare il sostegno della Spagna al popolo e al governo dell’Ucraina impegnata a difendere la sua sovranità, la sua pace e la sua libertà», lo ha scritto Albares su Twitter.

 Ore 10:42 - Mosca: «Kiev vuole armi nucleari Nato sul suo territorio»

Gli Usa e gli Stati europei ignorano il ricatto nucleare dell’Ucraina. La Russia è a conoscenza dei tentativi di Kiev di creare una bomba nucleare «sporca» e della sua disponibilità a schierare armi nucleari della Nato sul suo territorio. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu, citato dalla Tass, a un meeting con la Bielorussia.

Ore 11:06 - La Russia ha convocato l’ambasciatrice del Regno Unito

L’ambasciatrice britannica a Mosca, Deborah Bronnert, sarà presto convocata al ministero degli Esteri russo in merito al presunto coinvolgimento di specialisti britannici nella preparazione degli attacchi alla Marina delle Federazione Russa a Sebastopoli. Lo ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, come riporta Tass. «Queste azioni di Kiev sono state condotte sotto la guida di specialisti britannici, come annunciato dal ministero della Difesa. La Federazione Russa ha informato la comunità internazionale nel corso di una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. A questo proposito, l’ambasciatore britannico sarà convocato nel prossimo futuro presso il ministero degli Esteri russo», ha detto Zakharova.

Ore 11:09 - Nyt: «Capi militari russi parlano di armi nucleari»

I capi militari russi hanno discusso l’uso di armi nucleari tattiche in Ucraina: lo riferiscono funzionari statunitensi, secondo quanto riporta il New York Times. Le conversazioni hanno allarmato l’amministrazione Biden perché dimostrano la frustrazione di Mosca per i suoi insuccessi sul campo di battaglia in Ucraina.

Ore 11:18 - Lavrov si reca in Giordania e negli Emirati

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov parte oggi per una visita ufficiale in Giordania e negli Emirati Arabi Uniti. Lo rende noto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova citata dalla Ria Novosti. «Oggi inizia la visita del ministro degli Esteri russo in Medio Oriente Si prevede che una delegazione guidata da Sergei Lavrov visiterà la Giordania e gli Emirati Arabi Uniti», ha affermato durante un briefing.

Ore 11:20 - Turchia: «La Russia ha annunciato la ripresa dell’accordo sul grano»

Il ministro della Difesa russo ha detto al suo omologo turco che Mosca ha accettato di tornare a un accordo mediato tra Turchia e Nazioni Unite per consentire la spedizione di milioni di tonnellate di grano ucraino attraverso il Mar Nero. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha detto che il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha chiamato l’omologo turco Hulusi Akar e lo ha informato che l’accordo sul corridoio del grano sarebbe «continuato come prima» a partire da mercoledì. Erdogan ha aggiunto che l’accordo darebbe la priorità alle spedizioni verso le nazioni africane, tra cui Somalia, Gibuti e Sudan, in linea con le preoccupazioni della Russia secondo cui la maggior parte del grano sarebbe finito nelle nazioni più ricche.

Ore 11:52 - Mosca: «Nessun uso militare dei corridoi grano, garanzie Kiev»

Mosca ha ricevuto garanzie scritte dall’Ucraina sull’inammissibilità dell’uso del corridoio dei cereali per azioni militari contro Mosca, ha affermato lo Stato maggiore russo, citato dalla Tass.

Ore 12:32 - Onu: «Grazie Turchia per ritorno Russia all’accordo sul grano»

Le Nazioni Unite hanno ringraziato la Turchia per la mediazione offerta da Ankara con l’obiettivo di riportare la Russia all’interno dell’accordo per l’esportazione di grano dai porti ucraini. «Accolgo il ritorno della Federazione Russa nell’attuazione dell’iniziativa del Mar Nero sul grano per facilitare l’esportazione di cibo e fertilizzanti dall’Ucraina. Sono grato all’assistenza turca. Attendo con impazienza di lavorare ancora con tutti i partecipanti all’iniziativa», ha scritto su Twitter il coordinatore Onu dell’accordo per l’esportazione del grano dai porti ucraini Amir Abdulla.

Ore 12:39 - Gran Bretagna: «Governo sanziona due soci in affari di Abramovich»

Il governo del Regno Unito ha sanzionato due soci in affari di Roman Abramovich, legati al produttore di acciaio russo Evraz, nell’ambito delle restrizioni a quattro oligarchi russi. Alexander Abramov e Alexander Frolov hanno visto congelare i loro beni nel Regno Unito per il loro ruolo in «settori di grande importanza» per lo sforzo bellico russo in Ucraina.

Si pensa che Abramov abbia un patrimonio netto globale di 4,1 miliardi di sterline (4,76 miliardi di euro) e Frolov di 1,7 miliardi (1,97 miliardi di euro). Una dichiarazione del governo afferma che, insieme, entrambi hanno investimenti immobiliari nel Regno Unito per un valore di 100 milioni di sterline. A entrambi è vietato entrare o soggiornare nel Regno Unito, hanno restrizioni sugli aerei o sulle barche di loro proprietà per lo sbarco nel Regno Unito o l’attracco nei porti del Regno Unito e i loro beni sono stati congelati.

Ore 12:48 - Kiev: «Otto giornalisti ucraini uccisi durante la guerra»

Sono otto i giornalisti ucraini rimasti uccisi dal 24 febbraio, data dell’invasione russa. Secondo il Sindacato dei giornalisti ucraini, «la Russia dovrebbe essere portata davanti alla giustizia per i crimini di guerra, lo spargimento di sangue e la morte di decine di migliaia di persone, compresi i giornalisti», si legge in una note del sindacato riportata dal Kyiv Independent.

Ore 12:53 - Stoltenberg da domani in Turchia: vedrà Erdogan

Il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg si recherà da domani al 5 novembre in Turchia. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri turco. «Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg visiterà il nostro Paese dal 3 al 5 novembre 2022. In questa occasione, Stoltenberg sarà ricevuto dal nostro presidente e incontrerà anche il nostro ministro (degli Esteri Cavusoglu, ndr) e il ministro della Difesa nazionale» Akar, ha spiegato il ministero degli Esteri turco.

Ore 12:54 - Presunta omicida di Daria Dugina nella lista dei ricercati internazionali

La principale sospettata dell’omicidio di Daria Dugina è stata inserita in una lista di ricercati internazionali, ha dichiarato alla Tass l’ufficio stampa del Tribunale di Mosca. «Natalia Vovk è stata inserita in una lista internazionale di ricercati», ha dichiarato un portavoce del tribunale. Secondo gli inquirenti, dopo aver commesso il crimine, Vovk e sua figlia sono fuggite in Estonia attraverso la regione russa di Pskov. Gli investigatori hanno anche stabilito che prima del crimine la donna aveva affittato un appartamento nello stesso edificio residenziale, dove viveva la vittima. Daria Dugina, 29 anni, è rimasta uccisa il 20 agosto nell’esplosione della sua auto sull’autostrada M1 della regione di Mosca. Il Servizio di sicurezza federale russo ha comunicato alla Tass che il suo omicidio è stato risolto. Secondo l’agenzia, l’omicidio è stato compiuto dai servizi segreti ucraini e l’autore è una cittadina ucraina di nome Natalia Vovk. Il Centro per le relazioni pubbliche del Servizio di sicurezza federale russo il 22 agosto ha comunicato che l’indagine è stata risolta: l’omicidio è stato compiuto dai servizi segreti ucraini e la responsabile è una cittadina ucraina di nome Natalia Vovk.

Ore 13:07 - Kiev: bombardato ospedale di Toretsk, nella regione del Donetsk

Secondo un tweet del primo viceministro degli Affari Esteri ucraino Emine Dzheppar, il reparto maternità e l’ambulatorio dell’ospedale di Toretsk, nella regione di Donetsk, sono stati danneggiati dai bombardamenti russi durante la notte. Dzheppar ha postato le foto aggiungendo che abitazioni, condomini ed edifici amministrativi sono stati presi di mira nell’attacco.

Ore 13:15 - Mosca: attesa segnali Kiev per colloqui anche su nuovi territori

Mosca attende da Kiev segnali chiari e inequivocabili della sua volontà di riprendere i colloqui in conformità con le nuove realtà territoriali. Lo afferma il ministero degli Esteri russo, come riporta la Tass.

Ore 13:28 - Mosca: a Gb prove responsabilità attacco flotta e gasdotto

La Russia presenterà all'ambasciatore britannico a Mosca Deborah Bronnert le prove del coinvolgimento della Gran Bretagna nell'attacco alla base della Flotta del Mar Nero a Sebastopoli e nell'atto di sabotaggio contro i gasdotti del Nord Stream. Quindi divulgherà il materiale, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova in un briefing informativo. Lo riferisce la Tass.

Ore 13:36 - Peskov: «Putin non ha ancora deciso se ricandidarsi alla presidenza»

Il presidente russo Vladimir Putin non ha ancora deciso se ricandidarsi alla guida del Cremlino. Lo ha detto in conferenza stampa Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, rispondendo a una domanda sulle elezioni presidenziali che si terranno nel 2024. Putin è al potere dal 1999. È stato presidente della Russia dal 2012 e in precedenza tra il 2000 e il 2008. E' stato anche primo ministro dal 1999 al 2000 durante la presidenza di Boris Eltsin, e di nuovo dal 2008 al 2012. L'anno scorso Putin ha firmato una legge che gli consentirebbe di candidarsi per altri due mandati presidenziali di sei anni, estendendo potenzialmente il suo governo fino al 2036.

Ore 13:54 - Usa: nessun segnale che Mosca stia per usare armi nucleari

- «Nessun segnale che la Russia si stia preparando a usare armi nucleari contro l'Ucraina»: lo afferma il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Kirby aggiungendo di non avere commenti sull'articolo del New York Times secondo cui ci sono state discussioni tra i leader militari russi sull'uso di armi nucleari. «Siamo stati chiari fin dall'inizio — ha precisato Kirby —, le parole della Russia sul potenziale uso delle armi nucleari sono profondamente preoccupanti e le prendiamo sul serio. Continuiamo a monitore ma non vediamo indicazioni che la Russia si stia preparando per tale uso».

 Ore 14:07 - Johnson: «Non credo Putin userà armi nucleari»

«Non credo che Vladimir Putin userà armi nucleari, sarebbe un pazzo a farlo». Lo ha dichiarato l’ex primo ministro britannico, Boris Johnson, in un’intervista trasmessa dal canale televisivo Sky News. Se usasse questo genere di armi, «la Russia rassegnerebbe immediatamente le dimissioni dal club delle nazioni civilizzate», ha aggiunto l’ex leader del Regno Unito, sottolineando che per Mosca sarebbe un «disastro totale» in quanto l’economia del Paese verrebbe di fatto «congelata».

Ore 14:15 - Zelensky: «Mosca mente sui negoziati, servono passi indietro»

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha parlato dei negoziati con la Russia in un’intervista alla televisione ceca. «La loro diplomazia è una bugia, loro mentono», ha detto Zelensky. «Ieri hanno detto che loro erano pronti a fermare la guerra mentre l’Ucraina no, ma poi ci hanno attaccato con 54 missili. Sono pazzi? Sono malati? Non riesco a capire. Di cosa possiamo parlare con loro se ci attaccano con 54 missili in mezza giornata? Penso che vivano su un altro pianeta». «Non è una questione di compromessi. Certo, conta solo la vittoria. Ma la Russia deve fare dei passi indietro», ha detto ancora Zelensky.

Ore 14:45 - Domani partiranno 8 navi cariche di grano dall’Ucraina

Otto navi partiranno domani dai porti dell’Ucraina dopo che la Russia ha deciso di rientrare nell’accordo sul grano raggiunto lo scorso 22 luglio a Istanbul grazie alla mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite. Lo ha annunciato il ministro delle Infrastrutture ucraino Oleksandr Kubrakov spiegando che otto navi cariche di cereali attraverseranno domani il corridoio del grano.

Ore 14:50 - Ucraina, ministro degli Interni: «Scoperte 23 camere di tortura nella regione di Kharkiv»

«Sono state scoperte 23 camere di tortura nella regione di Kharkiv, 3 nella regione di Kherson e una nella regione di Donetsk. Nel territorio di Kupyansk c’erano 8 camere di tortura». Lo ha affermato il ministro degli Affari interni dell’Ucraina Denys Monastyrsky, come riportato da Ukrinform.

Monastyrsky ha aggiunto che sono in corso indagini per documentare i crimini e identificare le persone coinvolte negli abusi contro gli ucraini nei campi di tortura. «Sono ottimista sulla possibilità di trovare i responsabili di questi casi di tortura. Per quanto riguarda alcuni di loro, abbiamo già capito chi c’era».

Il ministro si è detto molto colpito dalla camera di tortura di Balaklia: «Ci sono state centinaia di detenuti. Si trovava in una stazione di polizia, dove potrebbero essere state trattenute nelle celle fino a 40 persone contemporaneamente».

Ore 14:55 - Usa: «La Corea del Nord sta fornendo munizioni alla Russia»

La Corea del Nord sta fornendo alla Russia «una quantità significativa di proiettili d’artiglieria». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per sicurezza nazionale americana, John Kirby, secondo quanto riportato dalla Cnn.

«A settembre - si legge in un comunicato di Kirby alla Cnn - la Corea del Nord ha negato pubblicamente l’intenzione di fornire munizioni alla Russia». «Tuttavia, le nostre informazioni indicano che Pyongyang stia fornendo segretamente a Mosca un numero significativo di proiettili di artiglieria per la sua guerra in Ucraina, fingendo di spedire le armi in Paesi del Medio Oriente o del Nord Africa», sottolinea ancora il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana.

Ore 15:34 - Kishida parla con Meloni: «Inaccettabili minacce di Mosca sull’uso delle armi nucleari»

Il Premier giapponese Fumio Kishida ha parlato al telefono per 20 minuti con la Premier italiana Giorgia Meloni: lo rende noto il ministero degli Esteri giapponese. Kishida ha accolto con favore la posizione di Meloni, per cui l’Italia continuerà a fornire pieno sostegno all’Ucraina e i due leader hanno confermato la necessità di mantenere l’unità della comunità internazionale e di mantenere e rafforzare le sanzioni contro la Russia insieme al supporto per l’Ucraina.

La minaccia della Russia di usare le armi nucleari è assolutamente inaccettabile, non bisogna consentirne l’uso ed è essenziale per la comunità internazionale inviare un messaggio chiaro, ha sottolineato Kishida. Le accuse false della Russia sulle “bombe sporche” sono anche questa inaccettabili, per il Premier giapponese. Entrambi i leader hanno confermato che continueranno a lavorare insieme in questo senso.

Ore 15:42 - Putin: «Lasceremo di nuovo l’accordo grano in caso violazioni Kiev»

«La Russia si riserva il diritto di lasciare l’accordo sul grano in caso di nuova violazione da parte dell’Ucraina dei suoi obblighi». Lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, citato da Interfax.

Ore 15:53 - «Armi nucleari» nelle conversazioni dei generali russi intercettate dall’intelligence Usa

(Giuseppe Sarcina) L’intelligence americana ha intercettato conversazioni tra alcuni generali russi, mentre stavano discutendo il possibile ricorso alle bombe tattiche nucleari in Ucraina. I colloqui, scrive il New York Times, sono avvenuti a metà ottobre, cioè proprio nei giorni in cui Joe Biden avvertiva ripetutamente Vladimir Putin: in caso di attacco atomico ci sarebbero state «conseguenze catastrofiche» per il Cremlino.

Ore 15:58 - Usa: «Sempre più preoccupati da uso arma nucleare russa»

Gli Stati Uniti sono «sempre più preoccupati» dal possibile uso di armi nucleari da parte della Russia. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing virtuale con la stampa ribadendo tuttavia che non c’è nessun segnale di minaccia imminente. «Gli Usa continuano a prendere sul serio la minaccia da parte di Putin di usare l’arma nucleare. Lo abbiamo fatto sin dall’inizio della guerra in Ucraina», ha aggiunto il funzionario della Casa Bianca, sottolineando che «continuiamo a monitorare al meglio delle nostre possibilità la minaccia».

Ore 16:20 - Navalny «di nuovo in isolamento, settima volta in 2 mesi»

Alexey Navalny, il rivale numero uno di Putin in carcere per motivi politici, ha annunciato su Twitter di essere stato mandato in una cella di punizione per la settima volta in poco più di due mesi: questa volta per 11 giorni. Secondo Radio Liberty e il Moscow Times, ieri Navalny ha spiegato che il motivo ufficiale questa volta è che non avrebbe pulito adeguatamente il cortile e che si sarebbe rivolto a una guardia chiamandola per grado e cognome invece che per cognome e patronimico.

Questi continui provvedimenti nei confronti dell’oppositore sono inflitti per motivi pretestuosi e sono ritenuti un sopruso delle autorità, e Navalny li sta contestando in tribunale. In passato, Navalny è stato punito con 12 giorni di cella di isolamento per aver avuto il coraggio di condannare la mobilitazione ordinata dal Cremlino per il conflitto in Ucraina durante un’udienza in tribunale, e a tre giorni soltanto perché aveva un bottone slacciato.

Ore 16:50 - Mosca: useremo armi nucleari solo in risposta a un'aggressione

La Russia «ipoteticamente consente una reazione utilizzando armi nucleari esclusivamente in risposta all'aggressione con l'utilizzo di armi di distruzione di massa o ad un'aggressione con armi convenzionali quando l'esistenza stessa dello Stato è minacciata». Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri russo in una nota citata da Interfax. «Confermiamo pienamente il nostro impegno per la dichiarazione congiunta dei leader dei cinque Stati che dispongono di armi nucleari sulla prevenzione di una guerra nucleare e sulla prevenzione di una corsa agli armamenti del 3 gennaio 2022», ha affermato il ministero. «Chiediamo agli altri Stati dotati di armi nucleari di dimostrare in pratica la loro volontà di lavorare per risolvere questo compito prioritario, e di abbandonare i pericolosi tentativi di violare gli interessi vitali reciproci mentre restano in equilibrio sull'orlo di un conflitto armato e incoraggiano provocazioni con armi di distruzione di massa che possono portare a conseguenze catastrofiche», afferma il documento.

Ore 17:48 - G7: domani riunione ministri Esteri: basta dipendenza dalla Russia

Riunione domani e venerdì a Munster, in Germania, dei ministri degli Esteri del G7. In visita a Samarcanda, la responsabile della diplomazia di Berlino, Annalena Baerbock, ha anticipato che i temi al centro dei colloqui saranno la guerra in Ucraina, con un focus sulla riduzione della dipendenza dalla Russia, e la Cina. I ministri degli Esteri del G7, ha sottolineato, parleranno di «come posizionarci insieme in quanto democrazie e forti Paesi industrializzati». In generale, ha detto Baerbock, «non dovremmo più essere dipendenti in modo fondamentale da un Paese che non condivide i nostri valori in modo da evitare di essere ricattati».

Ore 18:17 - Così la pressione di Putin sulla rete elettrica ucraina può spaccare l’alleanza occidentale

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) I flussi di armi e gli scenari futuri: il taccuino militare della crisi ruota attorno a questi due temi, strettamente connessi. (...) Secondo le analisi dell’istituto britannico Rusi e dell’ex generale australiano Mick Ryan Vladimir Putin proseguirà con la massima pressione sui civili con i bombardamenti. Inoltre manovrerà per spaccare l’alleanza occidentale creando contrasti tra governi e opinioni pubbliche sul proseguimento dell’assistenza a Kiev.

Ore 18:40 - Svizzera: sanzioni a Iran per i droni a Mosca

La Svizzera ha introdotto delle sanzioni contro un'azienda iraniana e tre membri dell'esercito dopo che Teheran ha venduto droni alla Russia per la guerra in Ucraina. Lo riferisce il Guardian. All'azienda e alle tre persone sanzionate dalla Svizzera sono stati congelati beni e imposti divieti di viaggio.

Ore 18:45 - Novaya Gazeta: da inizio mobilitazione morte più di 100 reclute

Dall'inizio della mobilitazione, lo scorso 21 settembre, più di 100 reclute sono morte in Russia, al fronte o durante l'addestramento, stima Novaya Gazeta Europe, dopo aver raccolto i nomi di 89 di loro. Il numero maggiore di lutti è negli Urali. Solo a Ekaterinburg, le famiglie di almeno 24 reclute hanno ricevuto notizia della morte dei loro cari. In addestramento sono morte 23 reclute per ragioni svariate, dall'alcol, agli stupefacenti al suicidio e agli incidenti.

Ore 18:47 - La Spagna manda nuovi aiuti militari e sanitari in Ucraina

L'Ucraina sta ottenendo dalla Spagna nuovi «pacchetti» di aiuti finanziari e militari, in particolare un sistema di difesa anti-aerea, e ha ricevuto in giornata 30 ambulanze allestite con strumenti di assistenza a donne incinte: lo ha spiegato il ministro degli Esteri iberico, José Manuel Albares nel corso di una visita a Kiev. «Il nostro impegno a fianco dell'Ucraina è irremovibile», ha aggiunto su Twitter il premier Pedro Sanchez. Albares, che ha tenuto una conferenza stampa insieme al suo omologo ucraino Dmytro Kuleba, ha spiegato che preferisce non dare «troppi dettagli» sul materiale militare fornito per non dare «indizi» alla Russia. Dopo aver incontrato Kuleba, Albares ha anche fatto visita a Zelensky.

Ore 18:58 - Tajani parla con Cavusoglu: impegno comune per una pace giusta

Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha avuto oggi un colloquio telefonico con il collega turco Mevlut Cavusoglu. Ne dà notizia in un tweet la Farnesina, secondo cui Tajani ha ricordato che «Italia e Turchia, amici di lunga data, puntano a rafforzare la cooperazione». E il titolare della Farnesina ha ribadito «l'impegno comune per una pace giusta in Ucraina».

Ore 19:01 - Zelensky ringrazia Erdogan per l'accordo sul grano

Su Twitter il presidente ucraino Zelensky ha ringraziato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per la sua «attiva partecipazione per preservare l'accordo sul grano, per il suo costante sostegno all'integrità territoriale dell'Ucraina». Zelensky ha anche scritto sui social di aver affrontato con Erdogan altre questioni relative al rimpatrio dei prigionieri ucraini e dei prigionieri politici, precisando di contare sul sostegno del presidente turco anche su questi temi.

Ore 23:05 - Zelensky, su grano risultato importante per mondo intero

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky elogia «l’importanza per il mondo intero» della continuazione dell’accordo sul grano con la Russia. «Oggi abbiamo un risultato diplomatico importante per il nostro Paese e per il mondo intero: prosegue l’attuazione dell’iniziativa per l’esportazione di cereali», ha detto, nel suo consueto intervento quotidiano diffuso attraverso i social network. Le richieste di garanzie di sicurezza avanzate da Mosca per rientrare nell’accordo sul grano «mostrano il fallimento della sua aggressione» in Ucraina, ha aggiunto.

Ore 21:23 - Biden, truppe Usa nei Paesi Nato? Rimarranno a lungo

Le truppe Usa che sono state inviate dopo l’inizio della guerra in Ucraina a difesa del fianco est della Nato rimarranno in Polonia e in altri Paese dell’alleanza «ancora molto a lungo». Lo ha detto il presidente americano, Joe Biden, rispondendo ad una domanda dei giornalisti al seguito a margine di un evento alla Casa Bianca.

La battaglia di Izyum, spiegata. Mauro Indelicato il 2 Novembre 2022 su Inside Over. 

La battaglia di Izyum è una delle più importanti relative alla guerra russo-ucraina scoppiata il 24 febbraio 2022. Si divide in due fasi principali: nella prima, iniziata nel marzo 2022 e conclusa tra aprile e maggio, i russi prendono la città di Izyum e arrivano a occupare i territori circostanti fino a Lyman. Nella seconda invece, avvenuta a settembre, gli ucraini riescono a organizzare una controffensiva e a recuperare tutto il terreno perduto.

L'importanza strategica di Izyum

Izyum viene definita la “porta del Donbass”. Della regione cioè principale obiettivo strategico dei russi in Ucraina. La cittadina, 51mila abitanti prima della guerra e la nomina di “città dolce d’Ucraina” per via delle storiche coltivazioni di uva passa e fregola, è situata all’interno dell’oblast di Kharkiv, ma la sua posizione la rende vitale per avere gli accessi negli oblast di Lugansk e Donetsk. Ossia i due principali del Donbass.

Attraversata dal fiume Siversky Donetsk e chiusa verso est dal fiume Oskil, chi riesce a prendere Izyum può puntare ad avere il controllo della regione circostante. Nella storia già diverse volte la città assume un ruolo strategico in alcune battaglie storiche. La presenza dei due fiumi rende ad esempio Izyum punto di confine dell’impero zarista nel XVII secolo e nel suo territorio viene istituita una frontiera. Più di recente, nel 1942 va in scena nella seconda guerra mondiale la battaglia di Kharkiv-Izyum, con i tedeschi in grado in un primo momento di avanzare prima di subire il ritorno dell’armata rossa.

Nel 2022 ovviamente i russi spingono per la sua conquista con l’obiettivo di poter controllare tutti i territori a nord del Siversky Donetsk e puntare, da questa strategica posizione, ai territori di Slovjansk e Kramatorsk. Prendere Izyum poi vuol dire poter estendere il controllo verso est, conquistando un’altra importante cittadina, quella di Lyman.

L'avanzata russa a sud di Kharkiv

Subito dopo il via libera del presidente russo Vladimir Putin alle operazioni militari in Ucraina, i soldati russi si dirigono verso Kharkiv, seconda città del Paese. Con al suo interno una vasta popolazione russofona, il Cremlino punta a chiudere in pochi giorni la battaglia. Tuttavia la resistenza delle forze di Kiev costringe i russi a indietreggiare dalla metropoli.

Poco più a sud però si apre un altro fronte. I militari entrati dalla regione russa di Belgorod infatti, procedono all’occupazione di vaste porzioni di territorio compreso tra i confini amministrativi dell’oblast di Kharkiv e quello di Lugansk.

Obiettivo dei soldati penetrati in quest’area è la creazione di un corridoio in cui far affluire mezzi e rifornimenti verso Izyum. Quest’ultima già nei primi giorni di guerra viene vista come una località strategica per entrambe le parti in campo: per gli ucraini è bastione da difendere, mentre per i russi è da conquistare.

L'arrivo dei russi nella periferia di Izyum

La regione a sud di Kharkiv per le forze di Kiev si dimostra difficile da difendere. Le barriere naturali costituite dai fiumi principali dell’area si trovano a ridosso di Izyum e delle principali località su cui Mosca pone gli occhi nelle prime settimane di conflitto. Gli ucraini quindi indietreggiano mentre gli uomini inviati dal Cremlino avanzano verso Izyum.

Considerando anche l’avanzata nelle regioni meridionali, dove i russi entro la prima decade di marzo conquistano Melitopol, l’area a sud di Zaporizhzhia e la periferia di Mariupol, l’impressione sembra essere quella della creazione imminente di una vasta sacca tra Izyum, Severodonetsk e Kramatorsk in cui gli ucraini rischiano di rimanere intrappolati.

Nel frattempo i cittadini di Izyum intuiscono di essere in guerra a causa dei copiosi bombardamenti sia dell’aviazione russa che dell’artiglieria. Il 3 marzo si ha notizia di vittime tra i civili e di significativi danneggiamenti subiti da uno degli ospedali della città. L’avanzata russa diventa ancora più prorompente il 6 marzo, quando le prime avanguardie di Mosca raggiungono la periferia di Izyum. Molte famiglie a quel punto lasciano il territorio e si dirigono verso ovest, lì dove le regioni sono considerate più sicure.

La battaglia urbana

Tra il 6 e il 7 marzo avvengono i primi scontri all’interno di Izyum. I russi, in particolare, conquistano due quartieri settentrionali e mettono le mani sulla più importante stazione ferroviaria della zona. Alcune fonti filorusse parlano di una conquista totale della città avvenuta la sera del 7 marzo, ma le indiscrezioni vengono smentite sia da Kiev che da Mosca.

La battaglia urbana appare molto dura. Gli ucraini infatti inviano rinforzi: è presente anche la 81esima brigata aerea, così come affluiscono molti volontari inquadrati all’interno delle forze di difesa territoriali. L’obiettivo è difendere soprattutto i quartieri meridionali di Izyum. Questi ultimi infatti si trovano al di là del Siversky Donetsk e il vero vantaggio tattico per i russi sarebbe proprio l’attraversamento del fiume. Questo darebbe la possibilità a Mosca di avere a portata un’avanzata verso il Donbass.

Non è un caso quindi che i maggiori rinforzi Kiev li invia nelle zone a sud del centro di Izyum. La parte settentrionale tuttavia non cade facilmente: soltanto il 12 marzo, così come rivelato da numerosi video inseriti in rete, i russi possono rivendicare la conquista dei quartieri nord. A questo punto all’interno di Izyum vengono meno le comunicazioni e questo sia per i danni materiali alle reti e sia per la volontà, tanto dei russi quanto degli ucraini, di non pubblicare video e impedire la visualizzazione delle rispettive postazioni al nemico. Per cui in questa fase della battaglia urbana gli unici aggiornamenti che arrivano sono quelli delle intelligence straniere, statunitensi e britanniche in primis, e dei vari istituti di guerra internazionali. È ad esempio il Dipartimento di Stato degli Usa a parlare il 17 marzo di un’importante avanzata russa all’interno dell’area urbana di Izyum. Quel giorno tuttavia analisti dell’ISW, l’Istituto di studio della guerra, smentiscono questa ricostruzione.

Mosca schiera sul campo di battaglia le sue forze speciali e la prima armata di fanteria. La difesa ucraina viene messa a dura prova anche nei villaggi circostanti Izyum, specie in quelli situati lungo le sponde del Siversky. Un episodio significativo si ha tra il 19 e il 20 marzo: il reggimento degli ingeneri infatti, sfruttando il controllo di buona parte del nord e del centro di Izyum, prova a costruire un ponte di barche per attraversare il fiume. I soldati però cadono in un’imboscata: almeno 19 membri del reggimento ingegneri vengono uccisi, tra questi anche il loro comandante Nikolay Ovcharenko.

Nonostante le gravi perdite, alla fine però tra il 20 e il 21 marzo si ha notizia dell’attraversamento del fiume da parte dei russi. Media ucraini parlano il 22 marzo di un contrattacco da parte delle forze di Kiev, l’azione però non ha successo.

Un funzionario dell’amministrazione locale descrive la situazione di Izyum il 24 marzo come molto critica: la parte nord è definitivamente caduta in mano russa, a sud ci sono aspri scontri tra russi e ucraini, con le forze di Mosca che avanzano nel territorio circostante il perimetro urbano. La città viene poi descritta come un gigantesco cumulo di macerie.

Il definitivo sfondamento a sud da parte delle truppe del Cremlino avviene il 25 marzo. Anche in questo caso a parlarne è il dipartimento di Stato Usa, rifacendosi a fonti vicine all’intelligence di Washington. Mosca riesce a prendere tra il 27 e il 29 marzo il villaggio di Kamyanka, poco a sud di Izyum, chiudendo in una sacca gli ultimi combattenti ucraini rimasti in città.

1 aprile: i russi prendono il controllo di Izyum

I combattimenti a Izyum cessano definitivamente il primo aprile. I russi già da prima rivendicano il totale controllo della città, ma soltanto quel giorno l’ammissione della fine della battaglia arriva anche da fonti di Kiev. A parlarne su Ukrinform è il vice sindaco di Izyum, Volodymyr Matsokin, secondo cui le truppe di Mosca hanno il totale controllo del territorio e l’80% degli edifici della città è andato distrutto.

Mosca dilaga verso est e prende Lyman

Con la presa di Izyum e l’attraversamento del Seversky Donetsk, i russi spostano il baricentro della battaglia verso est. Obiettivo è guadagnare terreno lungo l’intera sponda settentrionale del fiume e catturare Lyman. Da qui poi puntare il mirino verso Slovjansk, città che insieme a Kramatorsk rappresenta l’ultimo bastione ucraino nel Donbass e nell’oblast di Donetsk.

Per tutto il mese di aprile si assiste a una lenta ma costante avanzata dei russi verso Lyman. Gli ucraini provano a frenare l’azione russa sfruttando la conoscenza del territorio e le indicazioni ricevute dall’intelligence britannica e statunitense.

I russi raggiungono la periferia di Lyman nella prima decade di maggio, ma riescono a prendere la cittadina soltanto il 28 di quel mese. Quasi due mesi dopo la caduta di Izyum. In tal modo, Mosca si assicura la presa sull’intera regione tra Kharkiv e Lugansk. Obiettivo di Mosca è attaccare oltre il Siversky Donetsk e dilagare in direzione di Slovjansk.

La controffensiva ucraina del settembre 2022

Durante l’estate il fronte entra in una fase di stallo. I russi fermano di fatto la loro avanzata e non riescono ad andare con le proprie truppe verso le ultime aree del Donbass in mano a Kiev. Gli ucraini a questo punto, sfruttando la superiorità numerica generata dalla mobilitazione imposta a partire da febbraio, decidono di passare al contrattacco.

L’8 settembre i soldati ucraini sfondano le difese a Balakilia, a ovest di Izym. I russi adesso sono costretti alla difensiva. Cambia l’inerzia della battaglia e le truppe di Mosca per non perdere troppe unità preferiscono procedere a un graduale ritiro dalle zone comprese tra Kharkiv e Izyum.

La pressione costante di Kiev però rende precarie tutte le linee di difesa russe nell’area. Nel giro di 48 ore gli ucraini riescono ad avanzare fino al fiume Oskil, occupando Kupyansk. Il 10 settembre il nuovo corso del conflitto coinvolge anche Izyum. La città viene abbandonata dai russi, i quali si ritirano verso Lyman e provano a rioganizzare lì la propria difesa.

Izyum quindi, dopo circa quattro mesi, torna in mano ucraina. Stessa sorte il 3 ottobre 2022 tocca a Lyman. La cittadina sulle rive del Siversky Donetsk è ripresa, dopo vari tentativi, dalle forze di Kiev.

Danilo Ceccarelli per “La Stampa” il 2 novembre 2022.

«Forse è meglio quella panchina lì in fondo». Si guarda in giro con aria sospetta, Alexander Zlodeev, mentre cammina nel parco di Parigi scelto per l'intervista. Un senso di diffidenza e di preoccupazione che trapela anche mentre parla del suo passato, di quando combatteva con i russi nel Donbass e, soprattutto, del periodo in cui lavorava per il Gruppo Wagner, detto anche l'Orchestra, la compagnia privata di mercenari considerata il braccio armato non ufficiale del Cremlino.  

Oggi, però, Alexander è un oppositore del presidente Vladimir Putin. Dopo aver militato nel suo Paese come dissidente, il 53enne russo, che si definisce «slavofilo» e «nazionalista», è scappato in Francia, dove vivono anche i suoi figli, e ha chiesto l'asilo politico. Ma nonostante la fuga, Alexander si sente in «pericolo di vita» e teme «ritorsioni». 

Come è entrato nel Gruppo Wagner? 

«Sono stato notato a Lugansk, nel Donbass. Hanno visto che ero un buon combattente, così nel 2015 mi hanno inviato nel villaggio di Molkin, in una struttura del ministero della Difesa russo. Sono rimasto nella compagnia fino al 2017, con incarichi di ufficio».  

Si parla spesso dei crimini di guerra commessi dai mercenari russi, la maggior parte delle volte sui civili. 

«Quando ne facevo parte io, i soldati si concentravano esclusivamente sul conflitto. Le popolazioni locali non li vedevano nemmeno. È un gruppo con regole molto rigide e sono i più anziani che le fanno rispettare. Ricordo che se qualcuno era trovato ubriaco o intento a scattare delle foto veniva picchiato e buttato dentro dei container speciali utilizzati come prigioni.  

Lì dentro si poteva rimanere anche per diversi giorni senza cibo e acqua. Episodi simili avvenivano di rado perché erano tutti mercenari professionisti e accettavano questa 

disciplina. Certo, in Ucraina le cose potrebbero essere cambiate, vista la situazione».  

Perché ne è uscito? 

«Non ero d'accordo con alcune scelte logistiche che mettevano in pericolo la vita dei militari impegnati in Siria. I comandanti mandavano gli uomini a combattere contro l'Isis senza utilizzare prima l'aviazione e l'artiglieria per bombardare le postazioni dei terroristi. Per questo molti soldati morivano inutilmente». 

Come giudica l'aggressione russa all'Ucraina?

 «Son stato contrario fin dal primo giorno perché si parla di due popoli fratelli in conflitto tra di loro. Sono attivo sui social, ho organizzato marce di protesta contro il presidente Putin. Ma in Russia è difficile far aprire gli occhi alla gente attraverso Internet, vista la massiccia propaganda che viene fatta in televisione».  

E non ha mai avuto problemi? 

«Ho sempre lavorato in incognito, spostandomi in continuazione all'interno del mio Paese per far perdere le tracce. Senza queste accortezze, sarei già finito in prigione o, peggio ancora, ucciso». 

Come vede il futuro di questa crisi?

 «La Russia non vincerà mai perché questa non è la nostra guerra».  

Lei è rimasto in contatto con alcuni ex compagni oggi impegnati in Ucraina. Che informazioni le arrivano? 

«L'esercito russo è in forte difficoltà. Uno dei miei contatti mi ha parlato di pesanti perdite, stimate a circa l'80% dei soldati».  

La stupisce? 

«Per niente. Già quando ero in Siria avevo notato la gestione disastrosa delle forze armate. Gira molto alcool tra i soldati, e i dirigenti militari si disinteressano completamente delle truppe. Non seguono nemmeno le operazioni. La Wagner è un'altra storia: si tratta di un gruppo speciale con una lunga esperienza in diversi angoli del mondo come la Libia, il Sudan o la Cecenia».  

Ma anche loro stanno affrontando dei problemi. Si parla di detenuti malati di Hiv o epatite reclutati nelle prigioni russe. Come è possibile che una forza così preparata possa far affidamento a persone simili?

GRUPPO WAGNER 5

 «Quella è carne da macello, utilizzata come scudo umano. I combattenti professionisti non entrano mai in contatto con loro, ma li mandano in prima linea per testare le forze ucraine. Sono utilizzati per vedere come reagisce il nemico, dove è posizionato e quale è il suo modo di combattere».  

Quale è lo stato d'animo dei membri del Gruppo Wagner in Ucraina? 

«C'è chi non ne può più, ma non possono certo rifiutarsi di combattere. Da quello che so, però, molti spingono per cambiare teatro, chiedendo trasferimenti in alcuni Paesi africani dove la milizia è attiva, come il Mali o la Repubblica centrafricana».

 Ha mai conosciuto il fondatore del gruppo, Yevgeniy Prigozhin? Secondo il Washington Post si sarebbe lamentato con Putin per la gestione della guerra.

 «Sono entrato in contatto con lui quando ero in Siria. Francamente mi sembra impossibile. Stiamo parlando del cane da guardia del presidente russo, non si permetterebbe mai di andargli contro. Prigozhin oggi è lì perché ce lo ha messo Putin».  

Si è pentito di aver fatto parte del Gruppo Wagner? 

«No, perché lì ho conosciuto dei veri amici e degli ottimi soldati. Rimpiango però il fatto di essere entrato nel Donbass con un mitra in mano».

Quarto Reich. La Russia ha perso il Nocevento e a causa di Putin perderà anche il ventunesimo secolo. Andrea Graziosi su L'Inkiesta il 3 Novembre 2022

Nel suo nuovo libro edito da Laterza, lo storico Andrea Graziosi analizza gli episodi scatenanti del conflitto contro l’Ucraina, l’ideologia putiniana e i legami con il regime sovietico

A quasi sei mesi dall’invasione russa, proprio grazie alla scelta di resistere, e quindi di combattere e forse di morire – bene illustrata dalla triste determinazione delle donne armate –, gli ucraini hanno già affermato e conquistato questa possibilità e conseguito una prima vittoria, anche se le sorti della guerra restano aperte.

L’Ucraina, di cui prima pochi sapevano qualcosa, un qualcosa spesso fatto di dubbi e sospetti – una terra di confine più che una nazione, uno Stato la cui esistenza era quasi casuale, conteso da diverse anime, con un passato non sempre raccomandabile ecc. –, oggi esiste. Moltissimi conoscono la sua bandiera, ne riconoscono la volontà di vivere scegliendo la propria strada, e hanno imparato che l’ucraino è diverso dal russo quanto le lingue neolatine lo sono tra di loro e, soprattutto, che ci si può sentire ucraini anche parlando russo. Tanti, infine, rispettano le sue scelte coraggiose e la determinazione con cui i suoi cittadini le hanno difese e le difendono a costo di grandi sacrifici.

Grazie a questi sacrifici gli ucraini hanno già conseguito anche un’altra importante vittoria, garantendo l’esistenza di uno Stato ucraino libero, associato all’Unione Europea e con Kyïv come sua capitale. Certo, la ferocia e la determinazione di Vladimir Putin e della sua cerchia, che hanno bisogno di una vittoria e di conquiste territoriali per garantirsi la sopravvivenza, così come la sproporzione delle forze in campo, spingono a ritenere che questo nuovo Stato subirà probabilmente mutilazioni dolorose, specie per gli abitanti dei territori amputati.

Per la comunità internazionale sarà difficile riconoscere queste mutilazioni, e i confini orientali dell’Ucraina (e perciò dell’Unione Europea) saranno quindi probabilmente a lungo confini instabili e armistiziali. L’ampiezza delle mutilazioni sarà decisa sul campo di battaglia, dove gli ucraini hanno dimostrato quanto possano valere morale e tenacia, specie quando sono sostenuti da una tecnologia che mette in discussione il dominio dei carri armati, uno dei simboli più mostruosi delle logiche di prevaricazione del XX secolo.

Pesa, però, anche la soverchiante forza russa, frenata tuttavia dalle difficoltà politiche che Putin incontra nell’ordinare una mobilitazione generale che mostrerebbe l’ipocrisia di una «operazione speciale» trasformata così formalmente in guerra; contraddirebbe le teorie sull’Ucraina Stato e nazione inesistente (e a cui non era quindi necessario muovere guerra); e troverebbe poco sostegno specie presso la parte più giovane e istruita del paese.

È quindi possibile che l’andamento del conflitto, che ha già costretto Mosca a ridurre le ambizioni dell’«operazione speciale», rinunciando al controllo su gran parte dell’Ucraina, la costringa a rinunciare anche al controllo dell’intera costa del Mar Nero fino alla Transnistria. Anche il progetto «Nuova Russia» conoscerebbe così un ridimensionamento, almeno temporaneo, e un Donbas incompleto legato alla Crimea da una larga fascia di territori si trasformerebbe nell’obiettivo «da sempre desiderato».

Altre opzioni sono tuttavia possibili, gli scenari finali sono molti, e sarà naturalmente la guerra a decidere, una guerra che a fine agosto ha già fatto probabilmente ben più di 100.000 morti e ancor più feriti. I dati sono ancora controversi, ma le stime parlano di decine di migliaia di civili uccisi, essenzialmente ucraini e residenti delle repubbliche popolari del Donbas, e di altrettanti soldati morti o dispersi, di cui 30-40.000 russi. A fine agosto i rifugiati in Europa erano invece quasi sette milioni, circa due milioni dei quali in Russia, dove molti si sono diretti per mancanza di alternative e altri sono stati portati con la forza, senza che vi sia chiarezza sul loro trattamento, le loro condizioni, i loro diritti e il loro futuro.

I pericoli, quindi, sono grandissimi e le reazioni ufficiali russe – almeno quelle oggi visibili – alle prime, inattese sconfitte e all’andare in frantumi delle speranze iniziali sono inquietanti, come dimostra l’evoluzione della fantastica categoria della «denazificazione», che analizzerò alla fine della prima parte di questo libro. Al momento in cui scrivo vi sono indiscutibili evidenze di crimini contro l’umanità, ma non sembra essere ancora possibile parlare di genocidio, o almeno spero non lo sia, visto che non è dato sapere quanto accade nei territori occupati e non è escluso che gruppi specifici di persone vi siano stati «liquidati», per usare l’espressione staliniana.

Ma certo il discorso putiniano, a suo modo già potenzialmente genocidario quando negava il diritto dell’Ucraina di esistere come soggetto (ricalcando quanto si dicevano Adolf Hitler e Vjačeslav Molotov della Polonia nel 1939), e quello di ampi strati di una incultura russa che tradisce e avvelena una grande e nobile tradizione hanno assunto toni apertamente genocidari, come dimostrano i testi e i discorsi cominciati ad apparire dopo la sconfitta a Kyïv.

La speranza è riposta, oltre che sulle capacità degli ucraini e sugli aiuti che molti paesi stanno prestando loro, sulla relativa debolezza russa. Putin vuole «make Russia great again» su basi più fragili di quelle su cui Donald Trump ha costruito il suo discorso per gli Stati Uniti e dopo una sconfitta/catastrofe maggiore, che non è stata però della Russia (che dopo il 1991 ha a lungo festeggiato il giorno della sua dichiarazione di sovranità), bensì dello Stato sovietico, uno Stato che l’anticomunista Putin oggi identifica erroneamente con la Russia.

Non è escluso che queste basi, oggettivamente limitate (basti pensare alle dimensioni dell’economia russa e a una crisi demografica in parte simile alla nostra, malgrado alcune importanti differenze), siano state minate anche da una corruzione che ha allignato ovunque, corrodendo i vertici di forze armate e servizi di sicurezza un tempo rispettati, e non solo quelli di un regime famoso per i suoi oligarchi.

Il tempo dirà se Putin assomigliava anche a Mussolini, ma si può già dire che le sue scelte porteranno la Russia, che – come sosteneva Aleksandr Solženicyn – aveva già perso il XX secolo per le tragedie causate dal 1917, a perdere anche il XXI, aperto da un brusco peggioramento delle prospettive della sua popolazione. Tuttavia, non bisogna mai dimenticare il già ricordato assoluto bisogno che Putin ha di vincere, la superiorità delle sue forze, la ferocia già dimostrata nella seconda guerra cecena o in Siria. 

Da L’Ucraina e Putin tra storia e ideologia di Andrea Graziosi, Laterza, 200 pagine, 16 euro

Kherson, scompare la bandiera russa dal palazzo dell'amministrazione. Redazione Online su Il Corriere della Sera il 3 Novembre 2022.

Le notizie di giovedì 3 novembre, in diretta. Zelensky: «Non parteciperò al G20 se ci sarà Putin». Aiea: «Nessuna prova di bomba sporca in tre centrali ucraine». Scambio di 107 prigionieri per parte 

• La guerra in Ucraina è arrivata al 252esimo giorno.

• Grazie alla mediazione della Turchia, la Russia ha accettato di dare seguito a un nuovo accordo sul grano: sono 8 le navi in partenza oggi dall’Ucraina.

• Gli Stati Uniti sono «sempre più preoccupati» dal possibile uso di armi nucleari da parte della Russia. Tuttavia, l’ex premier britannico Boris Johnson ha dichiarato che Putin «sarebbe un pazzo» a usarle.

Ore 21:23 - Biden, truppe Usa nei Paesi Nato? Rimarranno a lungo

Le truppe Usa che sono state inviate dopo l’inizio della guerra in Ucraina a difesa del fianco est della Nato rimarranno in Polonia e in altri Paese dell’alleanza «ancora molto a lungo». Lo ha detto il presidente americano, Joe Biden, rispondendo ad una domanda dei giornalisti al seguito a margine di un evento alla Casa Bianca.

Ore 00:03 - Zelensky, su grano risultato importante per mondo intero

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky elogia «l’importanza per il mondo intero» della continuazione dell’accordo sul grano con la Russia. «Oggi abbiamo un risultato diplomatico importante per il nostro Paese e per il mondo intero: prosegue l’attuazione dell’iniziativa per l’esportazione di cereali», ha detto, nel suo consueto intervento quotidiano diffuso attraverso i social network. Le richieste di garanzie di sicurezza avanzate da Mosca per rientrare nell’accordo sul grano «mostrano il fallimento della sua aggressione» in Ucraina, ha aggiunto.

Ore 02:02 - Onu respinge richiesta Russia inchiesta su armi biologiche

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha respinto la richiesta della Russia di avviare un’indagine formale sulla sua accusa che Washington e Kiev abbiano programmi di armi biologiche in Ucraina. Accuse che i due paesi hanno ripetutamente negato. Solo la Cina ha votato con la Russia a favore della bozza di risoluzione mentre Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno votato contro, e i restanti 10 membri del consiglio si sono astenuti. I funzionari Onu per il disarmo hanno detto a più riprese di non essere a conoscenza di alcun programma di armi biologiche in Ucraina.

Ore 02:04 - Zelensky, ricatto russo su grano non ha funzionato

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky celebra il «risultato diplomatico» della ripresa dell’iniziativa sull’esportazione del grano: «continuerà a funzionare - ha detto nel suo discorso serale - Il ricatto russo non ha portato a nulla». Turchia, Onu e «anche altri soggetti di spicco delle relazioni internazionali hanno reagito in modo tempestivo ed equo. Ancora una volta, tutti erano convinti che nella nostra regione esiste una sola minaccia alla sicurezza alimentare globale, ed è la Federazione Russa, e nessun altro».

Ore 04:18 - Bombe russe nel sud, colpito impianto energia

Un drone kamikaze Shahed-136 di fabbricazione iraniana lanciato dalle forze russe nelle ultime ore sulla città di Kryvyi Rih, nell’Ucraina meridionale, ha colpito un impianto energetico: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare, Oleksandr Vilkul, come riporta la Ukrainska Pravda. Vilkul ha parlato di danni significativi, aggiungendo che «diverse aree della città sono prive di elettricità e acqua».

Ore 05:20 - Piovono bombe, media: «Esplosioni a Nikopol, Kharkiv e Nikolayev»

Esplosioni hanno scosso nella notte la città ucraina di Nikopol, nella regione di Dnepropetrovsk (sud): lo riporta la Tass, che cita Strana, il notiziario online filorusso basato in Ucraina. In precedenza Strana aveva riferito di esplosioni a Kharkiv e Nikolayev.

Ore 05:37 - Esercito Kiev distrugge 4 depositi di armi russe a Sud

L’esercito ucraino ha effettuato circa 150 missioni di fuoco e un attacco aereo contro le posizioni russe nel sud dell’Ucraina, distruggendo quattro depositi di munizioni russe e carri armati che trasportavano carburante, ha dichiarato il Comando meridionale dell’Ucraina. Il comando ha anche riferito che la Russia ha ora sette navi nel Mar Nero, tra cui una nave da guerra e una portamissili di superficie con otto missili da crociera Kalibr a bordo.

Ore 06:38 - Ucraina ed energia oggi a vertice ministri Esteri di Munster

I ministri degli Esteri del G7, il club delle nazioni industrializzate, si riuniranno oggi a Munster (Germania occidentale), dove discuteranno, tra le altre cose, della guerra in Ucraina e del suo impatto sui prezzi dell’energia. L’incontro inizierà questo pomeriggio con un discorso del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock, che ospiterà i suoi omologhi di Stati Uniti, Canada, Giappone, Regno Unito, Francia e Italia. Uno dei temi centrali sarà la lezione da trarre dalla passata dipendenza energetica della Russia, compresa la necessità di diversificare l’approvvigionamento, ha dichiarato Baerbock ai media tedeschi. Non si deve diventare dipendenti da un Paese «che non condivide i nostri valori» fino al punto di poterlo ricattare, ha detto, sottolineando ancora una volta l’incrollabile sostegno all’Ucraina da parte del club delle nazioni industrializzate. Il capo della diplomazia tedesca ha invitato all’incontro diversi rappresentanti degli Stati africani, un continente che può contribuire alla diversificazione dell’approvvigionamento e che ha bisogno di sostegno per sviluppare le proprie fonti rinnovabili. Fonti diplomatiche francesi hanno indicato la scorsa settimana che un’altra questione sul tavolo sarà il disaccordo sulla riduzione dei prezzi dell’energia, dato che la situazione attuale avvantaggia i Paesi esportatori come gli Stati Uniti e il Canada. La scelta di Munster per l’incontro ha il significato simbolico di essere la città dove nel 1648 fu firmata la Pace di Westfalia, il primo congresso diplomatico moderno. Secondo gli storici, fu lì che venne fondato un nuovo ordine politico in Europa centrale, basato sul concetto di sovranità nazionale e integrità territoriale.

Ore 07:45 - Blackout a Zaporizhzhia per bombe sull’alta tensione

A causa dei bombardamenti russi, le ultime due linee di comunicazione ad alta tensione della centrale nucleare di Zaporizhzhia con il sistema elettrico ucraino sono state danneggiate e sono ora completamente scollegate. Lo afferma in una nota la Società nazionale ucraina per la produzione di energia nucleare Emergoatom, come riporta Unian. «La centrale nucleare di Zaporizhzhia è completamente scollegata dal sistema elettrico ucraino: le ultime due linee di comunicazione dell’impianto con il sistema elettrico ucraino sono state danneggiate. La centrale è in modalità di blackout completo. Nove generatori diesel sono in funzione».

Ore 08:51 - La Turchia: «Sei navi di grano sono partite dai porti ucraini»

«Dopo la ripresa dell’iniziativa sul grano, 6 navi sono partite dai porti ucraini». Lo ha affermato il ministro della Difesa turco Hulusi Akar, come riporta Anadolu, confermando la completa normalizzazione del corridoio marittimo per l’esportazione di prodotti alimentari dall’Ucraina, dopo che ieri la Russia è tornata a fare parte dell’iniziativa che aveva abbandonato temporaneamente nei giorni scorsi.

Ore 09:03 - Attacco Sebastopoli, ambasciatrice Gb convocata a Mosca

L’ambasciatrice della Gran Bretagna in Russia, Deborah Bronnert, è stata convocata al ministero degli Esteri di Mosca per protestare per il coinvolgimento di Londra nell’attacco condotto da Kiev a Sebastopoli. Lo riferisce la Ria Novosti spiegando che Bronnert è arrivata al ministero degli Esteri russo intorno alle 10 di questa mattina. Davanti al ministero, scrive l’agenzia, si erano riuniti alcuni manifestanti che hanno iniziato a urlare «la Gran Bretagna è un paese terrorista».

Ore 09:31 - Ue: bene corridoio grano, grazie a ruolo Onu e Turchia

«L’Ue è grata per il ruolo dell’Onu e della Turchia nella decisione della Russia di tornare all’Iniziativa per il grano sul Mar Nero». Lo scrive in un tweet l’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue Josep Borrel dopo la riapertura del corridoio marittimo per l’esportazione di prodotti alimentari dall’Ucraina. «Il cibo non dovrebbe mai essere usato come arma di guerra - aggiunge Borrell -. L’esportazione di grano è fondamentale per affrontare la crisi alimentare globale esacerbata dalla Russia. Invito tutte le parti a rinnovare l’Iniziativa».

Ore 09:37 - Kiev: Putin mente, su grano non abbiamo dato nuove «garanzie»

Il ministero degli Esteri ucraino ha smentito la dichiarazione del presidente russo Vladimir Putin secondo cui l'Ucraina avrebbe assunto alcuni nuovi obblighi per riportare Mosca all'accordo sul grano. Lo ha affermato il rappresentante del ministero degli Affari esteri dell'Ucraina Oleg Nikolenko, come riporta Ukrainska Pravda. «Vladimir Putin ha affermato che la Russia ha deciso di sbloccare l'accordo sul grano dopo che l'Ucraina ha fornito «garanzie» per non utilizzare il corridoio del grano per scopi militari. L'Ucraina non ha utilizzato e non prevedeva di utilizzare il corridoio del grano per scopi militari. La parte ucraina aderisce rigorosamente alle disposizioni dell'accordo sul grano», ha detto Nikolenko. Nikolenko ha ricordato che in base a tale accordo le parti si sono impegnate a garantire un ambiente sicuro e affidabile per il funzionamento del corridoio del grano. «L'Ucraina non ha mai messo in pericolo la via del grano. Il nostro stato non ha assunto nuovi obblighi che andrebbero oltre i limiti di quelli già esistenti nell'accordo sul grano», ha osservato Nikolenko. Mosca è tornata all'accordo sul grano grazie all'attiva diplomazia del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres e del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ha aggiunto il relatore.

Ore 10:02 - Dombrovskis: oltre 400 mld di danni, l'aggressore paghi

«Stiamo già lavorando a un piano di ricostruzione dell'Ucraina che richiederà uno sforzo enorme. La Banca mondiale ha stimato che i danni causati all'Ucraina superano i 400 miliardi di euro, dunque sarà necessaria una grande mobilitazione della comunità internazionale ma dovremo anche capire come fare in modo che venga seguito il principio che a pagare deve essere l'aggressore». Lo ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, nel suo intervento in un dibattito organizzato dalla Banca centrale della Lettonia a Riga. «Sarà responsabilità della Russia risarcire l'Ucraina», ha aggiunto Dombrovskis, e per questo l'Ue sta valutando «come utilizzare gli asset russi congelati» per effetto delle sanzioni.

Ore 10:20 - Mosca accusa Kiev per black out centrale Zaporizhzhia

Continua lo scambio di accuse tra vertici ucraini e russi. Non è vero che l'interruzione dell'energia elettrica alla centrale nucleare di Zaporozhzhia è dovuta ai bombardamenti russi: lo sostiene il consigliere del direttore generale di Rosenergoatom, l'agenzia russa per l'energia nucleare, Renat Karchaa, che attribuisce la responsabilità a una decisione strategica del governo di Kiev. «Non sono riusciti a organizzare un attacco terroristico. Hanno preso un'altra strada, limitandosi a spegnere due linee che fornivano energia alle unità elettriche. Come risultato di queste azioni, ora dobbiamo raffreddare i reattori, usando generatori diesel, e ora la fornitura di riscaldamento agli edifici sarà ritardata. Secondo le informazioni provvisorie, molto probabilmente hanno interrotto queste linee, usando quello che chiamiamo un interruttore principale», ha detto Karchaa al canale televisivo Rossiya-24. Nelle prime ore del giorno, le autorità ucraine hanno interrotto le reti, accusando le truppe russe di aver bombardato le linee elettriche, ha detto Karchaa.

Ore 10:40 - Gb, esercito russo perde 40 carrarmati al giorno in Ucraina

L'esercito russo sta perdendo circa 40 veicoli corazzati al giorno in Ucraina, che è «più o meno equivalente all'equipaggiamento di un battaglione». Lo ha scritto su Twitter l'intelligence del Ministero della Difesa britannico in relazione al report quotidiano sulla situazione in Ucraina. «Le unità corazzate e l'artiglieria sono al centro del sistema di guerra della Russia», si legge nel rapporto. Nelle ultime settimane, la Russia ha acquisito almeno 100 carri armati e veicoli da combattimento di fanteria aggiuntivi dalla Bielorussia, tuttavia, secondo il Ministero, le truppe russe sono deluse di dover prestare servizio in vecchi veicoli da combattimento, che descrivono come «lattine di alluminio». Le forze di Mosca in Ucraina «stanno lottando in parte a causa delle difficoltà nel reperire munizioni di artiglieria e sufficienti veicoli corazzati sostitutivi riparabili», ha aggiunto l'intelligence britannica.

Ore 10:42 - First lady Zelenska con Unicef per salute mentale bambini

La first lady dell'Ucraina Olena Zelenska ha partecipato a una sessione strategica dedicata allo sviluppo di modelli di servizi per la salute mentale e il supporto psicosociale per bambini e adolescenti in Ucraina. Specialisti di salute mentale, esperti, rappresentanti di Ministeri e dipartimenti, dei governi locali, di organizzazioni pubbliche e internazionali e di aziende si sono incontrati in un evento organizzato dall'Unicef in Ucraina. La sessione strategica è stata realizzata a supporto del Programma Nazionale per il Supporto alla Salute Mentale e Psicosociale, avviato dalla first lady Olena Zelenska. «Migliaia di bambini ucraini hanno visto persone morire, le loro vite sono minacciate, affrontano pericoli e paure e tutti sono diventati inaspettatamente maturi», ha dichiarato Zelenska. «Ma restano dei bambini e sono vulnerabili. Il nostro compito è quello di proteggere la salute fisica e mentale dei nostri bambini. Non possiamo consentire che il peso delle loro esperienze gli rovini il futuro. Dobbiamo supportarli a livello mentale e assicurare loro quanta più assistenza possibile».

Ore 10:55 - Kiev: 10 civili uccisi da attacchi russi nelle ultime 24 ore

Dieci civili ucraini sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore in Ucraina a causa degli attacchi russi: otto morti e cinque feriti nella regione di Donetsk; due vittime e sette feriti nella regione di Kharkiv; quattro feriti nella regione di Kherson. Lo ha reso noto il vice capo dell'Ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko citato da Ukrinform.

Ore 10:58 - Kiev, esplosioni a Melitopol

Il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, ha detto che ci sono state esplosioni a Melitopol, nella zona occupata della regione di Zaporizhzhia, nelle prime ore del mattino. Come riportano i media ucraini, Fedorov ha spiegato che una parte della fabbrica di ingegneria della refrigerazione Refma potrebbe essere stata distrutta. Le forze russe hanno utilizzato uno degli edifici della fabbrica come importante base per il loro personale.

Ore 11:17 - Lavrov: accordo va applicato anche a grano e fertilizzanti russi

L'accordo raggiunto lo scorso 22 luglio a Istanbul sull'esportazione dei cereali bloccati nei porti dell'Ucraina «va applicato anche al grano e ai fertilizzanti russi, ma non ci sono segnali in questa direzione». Lo ha ribadito il ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov in visita ad Amman, in Giordania, dicendo che da parte delle Nazioni Unite andrebbero prese misure serie per sbloccare «al più presto» l'export di prodotti alimentari e fertilizzanti russi. «Come sapete, è ripresa l'attuazione della parte ucraina dell'accordo, ma non si vede ancora alcun risultato per quanto riguarda la seconda parte del pacchetto, proposta a suo tempo dal segretario generale dell'Onu Guterres e che comporta la rimozione di ogni ostacolo all'esportazione di fertilizzanti e cereali russi», ha affermato il ministro degli Esteri russo citato dalla Ria Novosti. «Abbiamo ancora una vota chiesto al Segretario generale delle Nazioni Unite di rispettare gli impegni che ha preso di sua iniziativa», ha aggiunto Lavrov in conferenza stampa.

Ore 11:20 - Putin vede patriarca Kirill

Il presidente russo Vladimir Putin incontrerà oggi il capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill. Lo ha annunciato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in conferenza stampa.

Ore 11:22 - Onu, in Italia una delle navi con grano partite da Ucraina

La nave «Rio», carica di 9,100 tonnellate di grano destinate all'Italia, è tra le sette imbarcazioni partite dai porti ucraini oggi dopo la ripresa dell'iniziativa per l'esportazione di cereali e altri prodotti alimentari dall'Ucraina. Lo rende noto la delegazione dell'Onu presso il centro di Istanbul che coordina le esportazioni attraverso il corridoio nel Mar Nero facendo sapere che le navi partite oggi trasportano in tutto oltre 290mila tonnellate di grano e prodotti alimentari. A parte l'Italia, le destinazioni delle altre imbarcazioni in movimento oggi sono Cina, Spagna, Oman e Olanda.

Ore 11:25 - Accordo grano, il Cremlino frena

Il ritorno della Russia nell'accordo sull'esportazione di cereali raggiunto lo scorso 22 luglio a Istanbul non equivale a una proroga dell'accordo stesso. Lo ha chiarito il portavoce del Cremlino Dmytri Peskov in conferenza stampa, spiegando che dopo la sua scadenza andrà valutata l'efficacia dell'accordo per valutarne l'estensione. La Russia lamenta che non è stata rispettata la parte dell'accordo che prevede l'esportazione di grano e di fertilizzanti russi. «Dobbiamo ancora discutere ufficialmente della proroga, il termine non è ancora scaduto, funziona ancora. Entro il 19, prima di prendere una decisione sulla prosecuzione, ovviamente sarà necessario valutare l'efficacia dell'accordo», ha affermato Peskov.

Ore 11:35 - Kherson, la bandiera russa tolta dal palazzo dell'amministrazione

La bandiera russa è stata rimossa dall'edificio dell'amministrazione statale regionale di Kherson, che è sotto il controllo della Federazione. Lo ha annunciato su fb il primo vicepresidente del consiglio regionale in esilio Yuriy Sobolevskyi postando la foto dell'edificio senza il tricolore della Federazione. Lo riportano i media ucraini che pubblicano l'immagine scattata a Kherson. «La foto è stata scattata oggi. Misteriosa scomparsa della bandiera russa. Kherson era, è e sarà solo ucraina», ha scritto. Sui social intanto girano post in cui si dice che i russi lasciano i posti di blocco a Chornobayivka, Stepanivka e Bilozerka. La bandiera ancora ventola sull'edificio di fronte.

Ore 11:39 - Mattarella: non possiamo arrenderci a deriva, sostegno senza riserve a Kiev

«La guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l'Ucraina sta riportando indietro di un secolo l'orologio della storia. Non possiamo arrenderci a questa deriva.áDa quiáil sostegno senza riserve a Kiev». Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia al Quirinale di consegna delle decorazioni dell'Ordine militare d'Italia.

Ore 12:06 - Zelensky al presidente Indonesia: «Noi garanti sicurezza alimentare globale»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto oggi un colloquio telefonico con il presidente indonesiano Joko Widodo, che il 15 e 16 novembre ospiterà a Bali il vertice del G20. In un tweet Zelensky ha scritto di aver discusso «l’importanza di continuare l’iniziativa del grano: l’Ucraina è pronta a continuare a essere il garante della sicurezza alimentare globale». «Attenzione è stata data anche ai preparativi per il summit del G20», ha sottolineato ancora il presidente ucraino.

Ore 12:16 - Peskov: «Su rinnovo intesa grano ancora non deciso»

Mosca ancora non ha deciso sul rinnovo dell'accordo sull'esportazione di grano dai porti ucraini. «Prima è necessaria una valutazione complessiva dell'efficacia dell'intesa», ha sottolineato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ricordando che non è stata ancora raggiunta la scadenza e «l'accordo è ancora in vigore».

Ore 12:27 - Filorussi: «Scambio di 107 prigionieri con l'Ucraina»

Il capo ad interim della Repubblica popolare di Donetsk Denis Pushilin ha annunciato uno scambio di prigionieri con l'Ucraina secondo la formula 107 per 107: «Oggi stiamo riavendo 107 dei nostri combattenti tenuti nei sotterranei ucraini. Stiamo restituendo lo stesso numero di prigionieri all'Ucraina, soprattutto soldati. Sessantacinque persone rilasciate, provengono dalle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Presto potranno abbracciare i loro cari», ha detto Pushilin , come riporta Ria Novosti.

Ore 12:37 - Kiev: «I russi hanno spostato il quartier generale a Kherson»

Le forze russe hanno spostato il loro quartier generale regionale di Kherson, nel sud dell'Ucraina, dalla riva destra a quella sinistra del fiume Dnipro: lo rende noto il Centro di resistenza nazionale ucraino che fa riferimento al ministero della Difesa di Kiev. Lo riporta il Guardian. La Russia da giorni sta spostando i residenti fuori da Kherson occupata, sostenendo che l'Ucraina sta pianificando di inondare intenzionalmente la regione colpendo una diga sul fiume. L'Ucraina ritiene invece che sia proprio la Russia ad avere il programma di organizzare un attacco sotto falsa bandiera e inondare la regione.

Ore 13:12 - Mosca, Gb addestra Kiev a sabotaggi con droni sottomarini

Il ministero degli Esteri russo ha presentato all’ambasciatrice britannica a Mosca una «decisa protesta» per «la partecipazione di specialisti militari britannici nell’addestramento delle forze ucraine a scopo di sabotaggio» nel Mar Nero e nel Mar d’Azov. Lo riferisce l’agenzia Tass. «Siamo in possesso di informazioni che la Marina britannica ha fornito alla parte ucraina droni sottomarini», si aggiunge nella nota.

Ore 13:45 - Il presidente della Grecia in visita a Kiev

La presidente della repubblica di Grecia Katerina Sakellaropoulou e il ministro della Difesa greco Nikos Panagiotopoulos sono giunti stamane nella capitale ucraina. A Kiev sono in programma colloqui con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro della Difesa Oleksii Reznikov.

Ore 13:50 - «Massiccio attacco contro le imbarcazioni russe a Kherson»

Massiccio attacco ucraino sulla riva destra del fiume Dnipro a Kherson: sono state colpite le imbarcazioni russe e le chiatte con cui le truppe russe stavano spostando le attrezzature militari. Il ponte Antoniv è passato al momento sotto il controllo ucraino. «Ieri sera, gli occupanti hanno annunciato che la cosiddetta evacuazione è terminata e il movimento con il trasporto fluviale è vietato ai privati. Lo hanno annunciato gli occupanti subito dopo che l’artiglieria ucraina ha lavorato in modo molto potente», ha detto in un briefing Sergii Khlan, consigliere del capo dell’amministrazione militare regionale di Kherson, citato da Unian.

Ore 13:55 - Mosca: pericolo di escalation per le azioni di Londra in Ucraina

Azioni da parte della Gran Bretagna quali l’addestramento di militari ucraini a scopo di sabotaggio in mare, portano «la minaccia di una escalation della situazione e possono provocare conseguenze imprevedibili e pericolose». «Tutta la responsabilità delle conseguenze dannose» che potranno derivarne «ricadrà interamente sulla parte britannica». È quanto affermato dal ministero degli Esteri russo all’ambasciatrice britannica a Mosca, convocata oggi per ricevere una protesta in merito. Lo si legge in un comunicato del ministero.

Ore 14:04 - Kiev, 74mila militari russi morti dall’inizio della guerra

Secondo le stime dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, dall’inizio della guerra, il 24 febbraio scorso, sono 74mila i militari russi rimasti uccisi in battaglia. Di cui 730 nelle ultime 24 ore.

Ore 14:27 - La Bulgaria decide di inviare armi e munizioni a Kiev

La Bulgaria inizierà a fornire armi e munizioni all’Ucraina. La decisione è stata presa oggi dal parlamento di Sofia. Il parlamento ha dato il termine di un mese al governo ad interim per precisare quali saranno gli armamenti da inviare all’ Ucraina. Successivamente dovrebbe essere firmato un accordo tra Sofia e Kiev, in base alle richieste ucraine e agli armamenti che Sofia è in grado di inviare. Il ministro della Difesa ad interim Dimitar Stoyanov ha dichiarato ai giornalisti che Sofia non è in grado di inviare armamenti pesanti all’Ucraina in quanto tale passo renderebbe vulnerabile la difesa bulgara. Secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin avrebbe chiesto alle autorità di Sofia di inviare in Ucraina i suoi sistemi missilistici antiaerei di produzione sovietica, per i quali i militari ucraini sono addestrati.

In diverse occasioni le autorità di Sofia avevano dichiarato di non voler inviare armamenti e munizioni in Ucraina ma soltanto aiuti umanitari. È noto però che sin dall’inizio del conflitto, Sofia effettua forniture di armi e munizioni prodotte nel paese alla Polonia, da dove vengono riesportate in Ucraina. La Bulgaria - che si affaccia sul Mar Nero, di fronte alla Russia - fa parte del fianco orientale della Nato.

Ore 14:41 - Baerbork: «G7 non permetterà alla Russia di affamare ucraini»

Il G7 non permetterà alla Russia di «affamare» gli ucraini quest’inverno. Lo ha detto la ministra degli esteri tedesca nel suo intervento di apertura della riunione di Munster.

Ore 14:55 - Guterres: pace obiettivo comune ma ancora lontana

«La pace in Ucraina è l’obiettivo di tutti noi ma penso che siamo ancora lontani, e dobbiamo fare di tutto per accelerare il processo». Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, parlando con i giornalisti al Palazzo di Vetro.

Ore 15:02 - Kiev: 868 corpi civili trovati nei territori liberati

In alcuni insediamenti delle regioni di Kharkiv, Donetsk e Kherson sono stati trovati i corpi di 868 civili uccisi durante l’occupazione russa. Lo ha riferito Aleksey Sergeev, capo del Dipartimento per il supporto organizzativo, analitico e la risposta rapida della polizia nazionale ucraina, durante un briefing, secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda. Dall’inizio della liberazione di quei territori, «la polizia nelle regioni di Donetsk, Kharkiv e Kherson ha trovato i corpi di 868 civili, tra cui 24 bambini. Solo nelle ultime 24 ore, i corpi di 14 persone sono stati trovati in queste regioni», un fatto che conferma che «la Russia sta effettivamente compiendo il genocidio del popolo ucraino».

Ore 15:33 - Aiea: nessuna prova di bomba sporca in 3 centrali ucraine

Gli ispettori nucleari non hanno trovato prove di «attività nucleari non dichiarate» in tre centrali in Ucraina. Lo ha affermato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), citata da Sky News. L’Ucraina ha chiesto agli ispettori di visitare le sue centrali nucleari per smentire le affermazioni della Russia secondo cui Kiev intende utilizzare una «bomba sporca». «La nostra valutazione tecnica e scientifica dei risultati che abbiamo finora è che non c’è alcun segno di attività e materiali nucleari non dichiarati in queste tre località», ha affermato l’Aiea, aggiungendo che saranno analizzati campioni ambientali prelevati.

Ore 15:46 - Media, Turchia non approverà l’ingresso della Svezia nella Nato entro l’anno

Il parlamento turco non ratificherà i protocolli di adesione alla Nato della Svezia entro la fine dell’anno. Lo hanno detto a Bloomberg funzionari turchi, che seguono il dossier e che hanno chiesto l’anonimato, sostenendo che ci sono poche possibilità che la ratifica arrivi anche prima delle prossime elezioni in Turchia, in programma a giugno del 2023. Secondo le fonti, la mancata ratifica nei prossimi mesi è dovuto al programma fitto del Parlamento turco fino a fine 2022 e al fatto che la Svezia non ha ancora soddisfatto le richieste della Turchia rispetto all’estradizione di sospetti militanti, ritenuti da Ankara terroristi.

Ore 16:03 - Al G7 Esteri sull’Ucraina anche Kuleba in videocollegamento

«Dobbiamo respingere le azioni che violano ogni regola da parte di Putin» in Ucraina. Lo ha detto Annalena Baerbock dopo aver accolto i colleghi del G7, nell’intervento (aperto alla stampa) che ha inaugurato il primo panel di discussione. La ministra tedesca per l’occasione ha dato il benvenuto ad Antonio Tajani, alla sua prima partecipazione come rappresentante del nuovo governo italiano. Nel confronto sull’Ucraina, ha cui si collegherà anche il ministro ucraino Dmytro Kuleba, il G7 discuterà del coordinamento delle azioni di supporto agli ucraini in vista dell’inverno, ha spiegato Baerbock, ricordando i danni prodotti dai raid russi alle reti elettriche e alle forniture d’acqua. Successivamente ai ministri del G7 si uniranno anche colleghi dell’Africa, a causa della crisi alimentare prodotta dal conflitto in Ucraina. Che ha colpito soprattutto i Paesi più poveri.

Ore 16:20 - Zelensky, non parteciperò al G20 se ci sarà Putin

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky non parteciperà al vertice del G20 in Indonesia se sarà presente il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Lo ha detto Zelensky in un briefing con i giornalisti a Kiev, come riporta Unian. «La mia posizione personale e quella dell’Ucraina è che se parteciperà il leader della Federazione Russa, allora l’Ucraina non ci sarà», ha detto spiegando che nella telefonata di oggi il presidente indonesiano Joko Widodo lo ha «invitato di nuovo». «Vedremo, mancano pochi giorni», ha chiarito Zelensky.

Ore 17:08 - Metsola a Meloni: «Italia centrale in Ue, dobbiamo restare uniti»

«Benvenuta Presidente Giorgia Meloni al Parlamento europeo. L’Italia ha sempre avuto un ruolo centrale nell’Ue. Più che mai - con l’invasione Russa dell’Ucraina, prezzi dell’energia alle stelle e inflazione in aumento - dobbiamo rimanere uniti. Siamo più forti se stiamo insieme». Lo scrive su Twitter Roberta Metsola, presidente del parlamento Ue.

Ore 17:50 - Regno Unito vieta il trasporto di petrolio russo sopra price cap

Il Regno Unito cercherà d'impedire il trasporto internazionale del petrolio venduto a un prezzo superiore al tetto fissato dai governi occidentali fra le sanzioni decise contro Mosca in risposta alla guerra in Ucraina. Lo ha annunciato il governo di Rishi Sunak, precisando che il divieto diventerà peraltro effettivo dal 5 dicembre. L'obiettivo è ostacolare «la machina bellica di Putin e rendere per lui più difficile trarre profitto della sua guerra illegale», ha detto il cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, evocando anche «buoni progressi» verso la definitiva messa «al bando dell'importazione del petrolio russo» nel Regno.

Ore 17:58 - L'esplosione a Melitopol e la guerra dietro le linee della resistenza

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) L’ingresso della città di Melitopol, in mano ai russi da febbraio «Esplosivo al posto della sveglia per gli occupanti di Melitopol». La frase è del sindaco ucraino in esilio Ivan Fedorov, racconta di un nuovo attacco nella città in mano ai russi dalla fine di febbraio. Anche se non sono emersi troppi dettagli, è la conferma della grande instabilità nelle regioni occupate: i depositi vengono inceneriti con i razzi degli Himars, altri obiettivi devastati da ordigni.

Ore 18:06 - Mosca testa missile balistico Bulava

Le forze di Mosca hanno testato oggi con successo un missile balistico, il Bulava, che è stato lanciato da un sottomarino nucleare nelle acque del Mar Bianco per raggiungere il suo obiettivo nella penisola della Kamchatka, dopo avere sorvolato gran parte dell'immenso territorio russo. Il missile, precisa l'agenzia Ria Novosti, è partito dal sottomarino Generalissimo Suvorov e ha colpito come previsto il poligono di Kura, nella regione dell'Estremo Oriente.

Ore 18:20 - Casa Bianca: funzionari Usa hanno incontrato Brittney Griner

Funzionari dell'ambasciata Usa a Mosca hanno incontrato oggi Brittney Griner, la cestista statunitense detenuta in Russia. Lo ha riferito la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre. «Nonostante la mancanza di buona fede» da parte russa, ha aggiunto, gli Stati Uniti hanno continuato a negoziare con Mosca per il rilascio della Griner e di Paul Whelan, l'altro cittadino Usa detenuto, la cui liberazione rimane una delle «principali priorità» dell'Amministrazione.

Ore 18:31 - Kiev: raid russi su più di 25 insediamenti

Le forze russe hanno lanciato oggi tre missili e 16 attacchi aerei e hanno effettuato più di 40 attacchi con sistemi di lancio multiplo di razzi su più di 25 insediamenti. Lo ha affermato lo stato maggiore delle forze armate ucraine, riporta il Guardian. In particolare, Pavlohrad nell'oblast di Dnipropetrovsk e Avdiivka e Vuhledar nell'oblast di Donetsk sono stati duramente colpiti.

Ore 18:47 - Zelensky incontra senatori Usa, focus su aiuti all'Ucraina

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha informato i senatori statunitensi Christopher Coons e Rob Portman sulla situazione al fronte e sul terrore missilistico russo, oltre a discutere di difesa e aiuti economici all'Ucraina. «Ho avuto un incontro con i veri amici dell'Ucraina: i senatori statunitensi Coons e Portman. Abbiamo discusso della situazione al fronte, del terrore missilistico della Federazione russa e delle aree prioritarie di aiuto per l'Ucraina: difesa ed economia. Crediamo nella vittoria congiunta!», ha sottolineato Zelensky su Twitter. Il presidente ucraino ha anche espresso la sua gratitudine al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, alla Casa Bianca e al suo team per la potente assistenza fornita all'esercito ucraino.

Ore 19:17 - Zelensky: «Se Russia usa l'arma atomica cesserà di esistere»

«Se la Russia usasse le armi nucleari, il mondo in cui viviamo non esisterà più. Cioè, ci sarà un mondo completamente diverso, in cui la potenza che ha usato armi nucleari cesserà definitivamente di esistere. Io sono assolutamente certo di questo». Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Kiev con la presidente della Grecia, Katerina Sakellaropoulou, secondo quanto riferito da Ukrinform.

Ore 19:20 - Kuleba: discusso con Tajani dei prossimi aiuti militari

Su Twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha scritto di aver avuto un colloquio telefonico con l'omologo italiano Tajani: «Nella nostra telefonata, io e il mio interlocutore italiano Antonio Tajani ci siamo concentrati sui modi per accelerare la consegna dell'ultimo pacchetto di assistenza italiana alla sicurezza dell'Ucraina e abbiamo anche discusso del prossimo pacchetto di aiuti militari: ho sottolineato l'importanza di includervi i sistemi di difesa aerea».

Ore 00:01 - Kiev, diverse esplosioni udite a Mykolaiv

Nuovi allarmi di attacchi dell’esercito russo nel sud dell’Ucraina. Diverse esplosioni sono state udite a Mykolaiv, città meridionale del Paese, dove sono suonate le sirene antiaeree. Lo scrive il Kyiv Independent.

Ore 00:48 - Ue, Michel: «Con Meloni scambio costruttivo; lavoriamo insieme»

Costruttivo incontro tra il presidente del consiglio europeo Charles Michel e la premier Giorgia Meloni. «Al lavoro con l’Italia. Con Giorgia Meloni ho avuto uno scambio di opinioni approfondito e costruttivo sulla nostra agenda comune. In particolare: Ucraina, crisi energetica, economia, green deal e migrazione. Lavoreremo insieme, a beneficio dei cittadini italiani e comunitari». Lo scrive in un tweet Charles Michel, al termine dell’incontro - e cena - con la presidente del Consiglio.

Zelensky: «Siamo pronti per una pace giusta». Redazione Online su Il Corriere della Sera il 4 Novembre 2022

Le notizie di venerdì 4 novembre, in diretta.Esplosioni a Mykolaiv, nel sud del Paese. Zelensky «Per gli attacchi russi, 4,5 milioni di ucraini senza elettricità». Cina: «Sosteniamo il ruolo della Ue nella ricerca di un accordo in Ucraina»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 253esimo giorno.

• Udite diverse esplosioni a Mykolaiv, nel sud dell’Ucraina.

• Zelensky: «Da Aiea prove inconfutabili assenza bomba sporca».

• Gli Stati Uniti sono «sempre più preoccupati» dal possibile uso di armi nucleari da parte della Russia. Tuttavia, l’ex premier britannico Boris Johnson ha dichiarato che Putin «sarebbe un pazzo» a usarle.

Ore 04:30 - Kuleba mostra pezzi drone iraniano al G7

Il ministro ucraino degli Esteri Dmytro Kuleba ha mostrato frammenti di un drone iraniano ai colleghi del G7. Lo ha raccontato lo stesso Kuleba su Twitter, allegando le immagini della sua dimostrazione in collegamento video. «L’Iran - ha sottolineato - deve cessare di fornire alla Russia armi utilizzare per uccidere gli ucraini, altrimenti dovrà affrontare una pressione globale ancora più dura».

Ore 04:41 - Zelensky, 4,5 milioni senza elettricità per attacchi russi

Ad essere private dell'elettricità sono «in particolare Kiev e dieci regioni - ha precisato Zelensky -: quella di Kyiv, Dnipropetrovsk, Zhytomyr, Zaporizhzhia, Sumy, Kirovohrad, Kharkiv, Chernihiv, Khmelnytskyi, Cherkasy». Per il leader ucraino «sono inoltre possibili interruzioni elettriche anche in altre regioni». Zelensky, nel suo consueto discorso serale, ha poi sottolineato che la Russia ricorre al terrore contro l'industria energetica a causa della sua debolezza. «Non possono sconfiggere l'Ucraina sul campo di battaglia ed è per questo che stanno cercando di spezzare il nostro popolo in questo modo: umiliare gli ucraini, colpire lo spirito del nostro popolo e la resistenza. Credo che la Russia non avrà successo», ha aggiunto, citato da Ukrainska Pravda.

Ore 04:49 - Zelensky, da Aiea prova inconfutabile assenza bomba sporca

La conclusione «ovvia» dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) rappresenta «una prova chiara e inconfutabile» che non ci sono stati preparativi per una «bomba sporca» in Ucraina. Lo ha affermato oggi il presidente ucraino Voldymyr Zelensky. «Abbiamo dato piena libertà d'azione» alla missione di ispezione dell'Aiea e dopo la sua conclusione, «abbiamo prove chiare e inconfutabili che nessuno in Ucraina ha creato o sta producendo bombe sporche», ha aggiunto.

Ore 05:02 - Ue, Michel: «Con Meloni scambio costruttivo; lavoriamo insieme»

Costruttivo incontro tra il presidente del consiglio europeo Charles Michel e la premier Giorgia Meloni. «Al lavoro con l’Italia. Con Giorgia Meloni ho avuto uno scambio di opinioni approfondito e costruttivo sulla nostra agenda comune. In particolare: Ucraina, crisi energetica, economia, green deal e migrazione. Lavoreremo insieme, a beneficio dei cittadini italiani e comunitari». Lo scrive in un tweet Charles Michel, al termine dell’incontro - e cena - con la presidente del Consiglio.

Ore 05:09 - Ucraina, l’esplosione a Melitopol e la guerra dietro le linee della resistenza

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) «Esplosivo al posto della sveglia per gli occupanti di Melitopol». La frase è del sindaco ucraino in esilio Ivan Fedorov, racconta di un nuovo attacco nella città in mano ai russi dalla fine di febbraio. Anche se non sono emersi troppi dettagli, è la conferma della grande instabilità nelle regioni occupate: i depositi vengono inceneriti con i razzi degli Himars, altri obiettivi devastati da ordigni.

Ore 05:14 - «Tra Trump e Putin un “accordo” per l’invasione dell’Ucraina»: la rivelazione del New York Times

Un «accordo», o almeno un intreccio di interessi d’affari tra Donald Trump e Vladimir Putin: sul piatto, da un lato, il provvidenziale intervento degli hacker russi a favore del primo nella campagna presidenziale 2016; dall’altro, nientemeno, l’invasione dell’Ucraina. Un’inchiesta del New York Times sembra unire i puntini, tra Manhattan e Mosca.

Ore 05:21 - Kiev, diverse esplosioni udite a Mykolaiv

Nuovi allarmi di attacchi dell’esercito russo nel sud dell’Ucraina. Diverse esplosioni sono state udite a Mykolaiv, città meridionale del Paese, dove sono suonate le sirene antiaeree. Lo scrive il Kyiv Independent

Ore 05:42 - Ucraina: dalla Russia scorsa settimana 68 missili e 30 droni

Ancora violenti scontri tra l’esercito russo e la resistenza ucraina. «Gli invasori di Mosca hanno usato 68 missili e 30 droni suicidi contro l’Ucraina la scorsa settimana», fa sapere Ukrinform citando il vice capo del dipartimento delle operazioni principali dello stato maggiore delle forze armate ucraine, Oleksii Hromov. In un briefing, Hromov ha descritto le offensive russe sferrate tra il 27 ottobre 2022 e il 3 novembre 2022 in territorio ucraino.

«Le truppe russe - ha detto - stanno tentando di condurre attivamente la ricognizione con vari veicoli aerei senza pilota in regioni come Kiev, Sumy, Chernihiv e Kharkiv. L’esercito ucraino sta contrastando tali azioni con tutti i mezzi disponibili, vale a dire i moderni sistemi di guerra elettronica». In particolare, secondo Hromov, l’Uav russo Orlan-10 è stato intercettato con un’arma anti drone nella regione di Kharkiv il 31 ottobre 2022. Nell’ultima settimana, le forze di difesa ucraine hanno abbattuto quattro aerei russi e nove elicotteri, principalmente voli operanti dalla Crimea «temporaneamente occupata».

Ore 07:56 - Ucraina: ritiro truppe russe da Kherson potrebbe essere una trappola

L’Ucraina ha affermato di essere cauta sul possibile ritiro delle truppe russe da Kherson e ha dichiarato di temere che si possa trattare di una trappola. Natalia Humeniuk, portavoce del comando militare meridionale dell’Ucraina, ha affermato che le operazioni di presunto ritiro nell’area potrebbero precedere “una provocazione”, “dando l’impressione che gli insediamenti siano abbandonati, che sia sicuro entrarci mentre si preparano per una battaglia strada per strada”. “Continuiamo a combattere, anche in direzione Kherson, nonostante il nemico stia cercando di convincerci che stanno lasciando gli insediamenti e creano l’effetto di un’evacuazione totale”, ha concluso.

Ore 08:36 - Kiev, senza luce 45 mila case, il doppio dei giorni scorsi

Da questa mattina 450 mila abitazioni a Kiev sono senza corrente elettrica. Si tratta di quasi il doppio in più rispetto ai giorni precedenti. Le interruzioni della stabilizzazione si verificano a causa del sovraccarico del nodo centrale del sistema elettrico del Paese. Lo scric su Telegram il sindaco della Capitale ucraina Vitali Klitschko, che lancia un appello ai cittadini: «Risparmiate energia elettrica il più possibile, perché la situazione rimane difficile». Il presidente Volodymr Zelensky ieri sera ha detto che circa 4,5 milioni di ucraini non hanno elettricità.

Ore 08:39 - Gb, Mosca minaccia di sparare ai suoi soldati in ritirata

La Russia minaccia di sparare ai propri soldati in ritirata: lo scrive l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano sulla situazione in Ucraina. Il rapporto, pubblicato dal ministero della Difesa di Londra, indica che probabilmente Mosca ha iniziato a schierare al fronte le cosiddette «truppe di sbarramento» o «unità di blocco», il cui compito è quello di costringere i sodati a combattere con la minaccia di ucciderli se tentano la ritirata. Gli esperti dell’ntelligence di Londra indicano che probabilmente i generali russi hanno chiesto ai loro comandanti di usare le armi contro i disertori, autorizzando eventualmente anche la fucilazione. Ed è probabile quindi che anche i generali vogliano mantenere le posizioni difensive fino alla morte. La tattica di sparare ai disertori, conclude il rapporto, testimonia probabilmente la bassa qualità, il basso morale e l’indisciplina delle forze russe .

Ore 09:04 - Mattarella: pace è valore da coltivare e preservare

«La pace è un valore da coltivare e preservare e, più che mai, l’odierna aggressione scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina, ci chiama alla responsabilità di testimoniare concretamente le nostre convinzioni, sottolineando la necessità di presidiare, con i nostri alleati, i principi su cui si fonda la cooperazione internazionale». Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio al ministro della Difesa Crosetto in occasione del giorno dell’Unità nazionale della festa delle forze armate. .

Ore 09:56 - Medvedev: «Noi contro Satana e i cani dell’Occidente»

«L’obiettivo è fermare il comandante supremo dell’inferno, non importa il nome che usa: Satana, Lucifero o Iblis». È una delle farneticanti dichiarazioni dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, in un messaggio in occasione della Giornata dell’unità nazionale. Per l’ex presidente i russi stanno combattendo contro «un branco di pazzi nazisti tossicodipendenti, persone drogate e con un grosso branco di cani che abbaiano dal canile occidentale».

Ore 10:09 - Missili russi su Mykolaiv: il bilancio dei danni

Missili S-300 sono stati lanciati ieri sera contro la città di Mykolaiv e la sua regione provocando gravi danni che si contabilizzano oggi: sono stati distrutti edifici residenziali e amministrativi, un incendio è scoppiato dopo un’esplosione. Lo ha scritto su Facebook il servizio stampa dell’amministrazione regionale di Mykolaiv.

Ore 10:19 - Xi Jinping: «Colloqui di pace in Ucraina, sosteniamo l’Europa»

In margine all’incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz questa mattina a Pechino, il presidente cinese Xi Jinping dichiara che «la Cina sostiene la Germania e l’Unione Europea nel loro «importante ruolo per promuovere negoziati di pace in Ucraina, con l’obiettivo di raggiungere una cornice di sicurezza europea che sia bilanciata, effettiva e sostenibile».

Ore 10:38 - Scholz invita Putin a estendere accordo su grano

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sollecitato il presidente russo Vladimir Putin a prolungare l’accordo che consenta il passaggio sicuro delle spedizioni di grano dall’Ucraina per evitare una seria crisi alimentare. «Esorto il presidente russo a non rifiutare di estendere l’accordo sul grano che scade tra pochi giorni», ha affermato il cancelliere incontrando i media a Pechino dopo aver incontrato il presidente Xi Jinping e il premier Li Keqiang, nell’ambito della sua missione di un giorno in Cina. «La fame non deve essere usata come arma», ha aggiunto Scholz

Ore 10:43 - Scholz, chiesto a Xi di usare influenza su Russia

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha chiesto al presidente Xi Jinping di usare «la sua influenza sulla Russia» per porre fine alla «guerra di aggressione» ai danni dell’Ucraina. «Ho detto al presidente cinese che è importante che la Cina usi la sua influenza sulla Russia», ha affermato Scholz. «Questo riguarda la necessità di rispettare i principi della Carta dell’Onu che tutti abbiamo sottoscritto. Si tratta di principi come quello della sovranità e dell’integrità territoriale, importanti anche per la Cina», ha osservato il cancelliere in un incontro con i media a Pechino.

Ore 11:07 - Scholz: «Su Taiwan cambio status quo deve essere consensuale»

Durante la visita in Cina, il cancelliere tedesco Scholz ha detto che «qualsiasi cambiamento dello status quo delle relazioni nello Stretto di Taiwan deve essere pacifico e consensuale».

Ore 11:37 - Kiev: «Mykolaiv bombardata per 211 giorni su 255 di guerra»

Durante i 255 giorni dell'invasione russa, la città dell'Ucraina meridionale di Mykolaiv è stata bombardata dall'esercito di Mosca per 211 giorni: ha affermato il sindaco Oleksandr Senkevich durante un briefing, come riporta l'Ukrainska Pravda. «In 255 giorni di guerra, Mykolaiv non è stata colpita dai missili russi solo per 44 giorni, tutti gli altri giorni siamo stati torturati. Le persone hanno lasciato la città. Prima ell'invasione c'erano 486.000 residenti, ora ne sono rimasti circa 220-230», ha detto Senkevich.

Ore 12:16 - Mattarella, abituati a pace, ora si muore nel cuore d’Europa

«Ci siamo abituati alla pace. L’Europa unita è stata per 70 anni l’antidoto più forte a egoismi e nazionalismi. Diverse generazioni sono nate e cresciute in un Continente che sembrava aver cancellato non soltanto la parola guerra ma talvolta persino la sua memoria. Poi improvvisamente la guerra - la tragedia della guerra - è riapparsa nel nostro Continente. È accaduto a causa della sciagurata e inaccettabile aggressione che la Russia ha scatenato contro l’Ucraina e il suo popolo. Dalla fine di febbraio si combatte, si muore nel cuore d’ Europa». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando a Bari in occasione del 4 novembre.

Ore 12:29 - Putin ribadisce, evacuare i civili da Kherson

Il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito l’esigenza di evacuare i civili dalle zone di combattimento nella regione ucraina di Kherson. «La popolazione civile non deve soffrire», ha sottolineato Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti.

Putin ha parlato dopo aver deposto dei fiori sulla Piazza Rossa davanti al monumento a Kuzma Minin e Dmitry Pozharsky in occasione della Giornata dell’Unità nazionale, festività istituita nel 2005, che ricorda la liberazione dagli invasori polacchi nel 1612. Il mercante Minin e il principe Pozharsky guidarono le milizie che sconfissero gli invasori.

Ore 13:02 - Scholz, Cina e Germania contrari all’uso di armi nucleari

Germania e Cina sono contrarie all’uso di qualsiasi arma nucleare nella guerra in Ucraina: lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz incontrando i media a Pechino dopo gli incontri avuti con il presidente Xi Jinping e il premier Li Keqiang. «Qui in Cina tutti sanno che un’escalation della guerra in Ucraina avrebbe conseguenze per tutti noi - ha detto Scholz -. Ecco perché è molto importante per me sottolineare che tutti dicono chiaramente che un’escalation attraverso l’uso di un’arma nucleare tattica è esclusa».

Ore 13:19 - Xi, opposizione a uso e minaccia armi nucleari

Il presidente Xi Jinping ha invitato la comunità internazionale a «rifiutare l’uso e la minaccia delle armi nucleari» per prevenire una «crisi nel continente eurasiatico», nelle sue osservazioni più dirette sulla necessità di impedire l’escalation della guerra russa in Ucraina. Nel suo incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Xi ha anche parlato della necessità congiunta di garantire la stabilità delle catene di approvvigionamento alimentare ed energetico, entrambe interrotte dall’invasione dell’Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin.

Ore 13:28 - Kiev, Mykolaiv bombardata per 211 giorni su 255 di guerra

Durante i 255 giorni dell’invasione russa, la città dell’Ucraina meridionale di Mykolaiv è stata bombardata dall’esercito di Mosca per 211 giorni: ha affermato il sindaco Oleksandr Senkevich durante un briefing, come riporta l’Ukrainska Pravda.

Ore 14:21 - Tajani a Blinken, condividiamo legami storici indissolubili

«Il ministro Antonio Tajani ringrazia il segretario di Stato Antony Blinken per la profonda amicizia. Condividiamo legami storici e indissolubili, che affondano le radici nei valori comuni e nell’impegno per libertà e principi democratici. Continueremo a lavorare insieme in ogni ambito a partire dall’Ucraina». Lo riporta un tweet della Farnesina dopo il bilaterale tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il segretario di Stato americano Blinken, a margine del G7 di Munster.

Ore 14:31 - 007 Usa, Iran chiede aiuto a Russia su programma nucleare

L’Iran vuole l’aiuto della Russia per rafforzare il suo programma nucleare in cambio delle armi che sta fornendo a Mosca nella sua guerra contro l’Ucraina. Lo riferiscono funzionari dell’intelligence Usa alla Cnn. Secondo le fonti, il regime iraniano ha chiesto la collaborazione della Russia per l’acquisto di ulteriori materiali nucleari e per la produzione di combustibile nucleare. Il carburante potrebbe aiutare l’Iran ad alimentare i suoi reattori e accelerare i tempi per lo sviluppo dell’arma nucleare.

Ore 14:47 - G7, Mosca fermi subito l’aggressione all’Ucraina

Il G7 «chiede ancora una volta alla Russia di fermare immediatamente la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina e di ritirare tutte le sue forze e l’equipaggiamento militare. Insieme al ministro Kuleba condanniamo la recente escalation della Russia, compresi i suoi attacchi contro civili e infrastrutture civili, in particolare impianti energetici e idrici, in tutta l’Ucraina utilizzando missili, droni e addestratori iraniani. Attraverso questi attacchi, la Russia sta cercando di terrorizzare la popolazione civile. Condanniamo anche la violazione dello spazio aereo moldavo». Lo si legge nel comunicato finale del G7 a Munster.

Il G7 definisce «inaccettabile l’irresponsabile retorica nucleare russa. Qualsiasi uso di armi chimiche, biologiche o nucleari da parte della Russia avrebbe gravi conseguenze. Respingiamo anche le false affermazioni della Russia secondo cui l’Ucraina starebbe preparando una bomba sporca. Le ispezioni dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica hanno confermato che queste accuse sono infondate e lodiamo l’Ucraina per la sua trasparenza». Il G7 assicura che «continuerà a imporre costi economici alla Russia e ad altri paesi, individui o entità che forniscono supporto militare alla guerra di aggressione di Mosca, come molti di noi hanno già fatto per quanto riguarda la fornitura di veicoli aerei senza pilota (UAV) alla Russia da parte dell’Iran», si aggiunge nel comunicato, in riferimento alle sanzioni europee contro Teheran.

Ore 14:56 - G7 crea meccanismo coordinamento per riparare reti ucraine

«Oggi stabiliamo un meccanismo di coordinamento del G7 per aiutare l’Ucraina a riparare, ripristinare e difendere le sue infrastrutture critiche per l’energia e l’acqua. Attendiamo con impazienza la conferenza internazionale del 13 dicembre a Parigi volta a sostenere la resilienza civile dell’Ucraina, organizzata da Francia e Ucraina. Accogliamo inoltre con favore i risultati della Conferenza internazionale di esperti del 25 ottobre a Berlino e rimaniamo impegnati a contribuire alla ripresa, alla ricostruzione e alla modernizzazione dell’Ucraina. Resteremo fermamente con l’Ucraina per tutto il tempo necessario». Lo sottolinea il G7.

Ore 14:57 - Kiev riceve il primo lotto di blindati dalla Grecia

L’Ucraina ha ricevuto il primo lotto di veicoli blindati dalla Grecia. Il presidente Volodymyr Zelensky ha ringraziato la collega greca Katerina Sakellaropoulou per il primo lotto di veicoli da combattimento BMP-1 inviato da Atene. Sakellaropoulou ha detto a Zelensky che la Grecia è stata dalla parte dell’Ucraina fin dal primo giorno: «Sosteniamo la determinazione a proteggere la tua integrità territoriale e ti sosterremo per tutto il tempo necessario», ha affermato. Lo riferisce il Kyiv Independent.

Ore 15:06 - Kiev, 70 attacchi contro le postazioni russe nel Sud

Nel Sud dell’Ucraina durante la notte scorsa le unità missilistiche e di artiglieria delle Forze di Difesa ucraine hanno lanciato 70 attacchi contro le postazioni russe. Lo ha dichiarato il Comando operativo Sud ucraino in un post su Facebook, come riporta Ukrinform. Secondo l’esercito di Kiev, le truppe di Mosca stanno fortificando le posizioni sulla riva sinistra del fiume Dnipro e costringendo i residenti degli insediamenti circostanti a lasciare i loro luoghi di residenza sulla riva destra del fiume. Allo stesso tempo, non smettono di limitare l’uso delle imbarcazioni e l’accesso alla riva. «Come risultato della barbara strategia di esplosioni massicce di imbarcazioni e navi situate vicino ai moli e agli ormeggi del Dnipro e dei suoi affluenti, i russi hanno creato una colossale minaccia ecologica. Tonnellate di carburante fuoriuscito dalle imbarcazioni danneggiate si stanno ora dirigendo a valle nel delta, verso l’area protetta del Parco naturale nazionale di Nyzhniodniprovskyi», si legge nel rapporto.

Ore 15:16 - Putin: «Lo scontro con l’Ucraina era inevitabile»

«Lo scontro della Russia con il regime neonazista emerso sul territorio dell’Ucraina era inevitabile, e se a febbraio non fossero state intraprese azioni appropriate da parte nostra, tutto sarebbe stato lo stesso, solo da una posizione peggiore per noi»: lo ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, ripreso dall’agenzia di stampa statale russa Tass. La propaganda del Cremlino dipinge falsamente il governo ucraino come un covo di fascisti e questo è stato uno dei pretesti usati dal Cremlino per attaccare l’Ucraina dicendo di volerla «denazificare».

Ore 16:51 - Filorussi annunciano il coprifuoco 24 ore su 24 a Kherson

Le autorità filorusse hanno annunciato un coprifuoco di 24 ore su 24 a Kherson, città dell’Ucraina meridionale in mano ai russi. Lo riferiscono le agenzie russe Tass e Ria Novosti.

Ore 16:57 - Il re del Bahrein è pronto a mediare tra Russia e Ucraina

Il re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa è pronto a mediare tra Russia e Ucraina. Lo ha annunciato l’ambasciata del Bahrein a Mosca alla Tass. «Sua Maestà il re Hamad bin Isa Al Khalifa del Bahrein ribadisce la disponibilità del Bahrein ad agire da intermediario tra Russia e Ucraina per fermare il conflitto», ha precisato l’ambasciata. Papa Francesco si trova in questi giorni in Bahrein e ha incontrato, tra gli altri, il sovrano del Paese del Golfo.

Ore 17:17 - Dietrofront dei filorussi, nessun coprifuoco a Kherson

Le autorità di occupazione russe hanno assicurato che nessun coprifuoco sarà attuato nella città di Kherson, nel sud dell’Ucraina. Pochi minuti prima il vice capo dell’autorità filorussa a Kherson, Kirill Stremousov, aveva annunciato che sarebbe stato «decretato un coprifuoco nella città per 24 ore al giorno». Stremousov ha cancellato il suo video iniziale in cui annunciava la misura, sostituendolo con uno simile ma modificato nei contenuti, e dove il coprifuoco non viene più menzionato, senza però spiegare i motivi di tale modifica.

Ore 17:23 - Usa, l’Ucraina sta facendo progressi nel sud e nel nord est

«Gli ucraini continuano a fare progressi nel sud e nel nord est, dove stanno respingendo le linee russe». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing virtuale con la stampa. Quanto alla specifica situazione a Kherson, il funzionario della Casa Bianca ha specificato di non voler «entrare nel dettaglio e di preferire che parli il governo di Kiev».

Ore 17:33 - Usa, 400 mln aiuti militari a Kiev e comando in Germania

Gli Usa manderanno a Kiev altri 400 milioni di aiuti militari e creeranno un quartier generale in Germania per l’assistenza alla sicurezza che sovrintenderà a tutti i trasferimenti di armi e all’addestramento militare per l’Ucraina: lo ha annunciato la portavoce del Pentagono Sabrina Singh. Il nuovo comando, chiamato “Security Assistance Group Ukraine”, segna un programma più permanente e a lungo termine per continuare a sostenere Kiev nella sua resistenza all’invasione russa.

Ore 17:44 - Usa: «Iran e Russia sempre più vicini, segno di isolamento»

«L’Iran e la Russia si sono molto avvicinati negli ultimi 8 mesi, questo è un segno di quanto i due Paesi siano sempre isolati e delle difficoltà di Putin in Ucraina». È la valutazione del portavoce del Consiglio per la sicurezza americana, John Kirby. «Entrambi i Paesi vogliono sputare in faccia al diritto internazionale che il resto del mondo rispetta», ha aggiunto il funzionario della casa Bianca in un briefing con la stampa. «Putin dimostra di voler proseguire la guerra», ha spiegato Kirby, e «l’Iran dimostra di volerlo aiutare in questo».

Ore 18:02 - Zelensky ringrazia gli Usa per nuovo pacchetto aiuti da 400 mln

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha «ringraziato il presidente Usa Joe Biden e gli americani per il nuovo pacchetto di assistenza militare da 400 milioni di dollari». Lo scrive su Twitter lo stesso leader ucraino precisando: «I veicoli blindati ci aiuteranno a liberare la terra ucraina. Apprezziamo questo continuo supporto!».

Ore 18:04 - Baerbock: «Il G7 sosterrà l'Ucraina finché sarà necessario»

Il G7 «resterà al fianco dell'Ucraina finché sarà necessario, anche se saranno giorni duri anche per noi». Lo ha detto la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock nella conferenza stampa di chiusura del G7 di Munster, aggiungendo che l'obiettivo immediato è fornire aiuti alla popolazione per superare l'inverno, come «generatori elettrici, impianti sanitari, case container». «Oltre 8 mesi di guerra e distruzione, un perfido attacco contro l'ordine internazionale hanno segnato la nostra presidenza come mai prima di oggi. Ogni giorno che passa è un giorno di troppo per le persone innocenti ed è una mancata occasione per Putin di fermare questa guerra e rimandare le sue truppe in territorio russo», ha sottolineato Baerbock.

Ore 18:38 - Kiev: riserve gas sufficienti per inverno nonostante raid russi

L’Ucraina ha forniture di gas sufficienti per questo inverno, tenendo conto delle importazioni pianificate. Lo ha detto il primo ministro Denys Shmyhal, mentre il Paese si prepara a ulteriori attacchi russi contro i suoi sistemi energetici. Lo riporta la Reuters sul suo sito. Parlando ad una riunione di gabinetto, Shmyhal ha affermato che l’Ucraina ora dispone di 14,5 miliardi di metri cubi di gas naturale nei suoi depositi sotterranei.

Ore 18:50 - Stoltenberg in Turchia: adesione Finlandia-Svezia rafforza la Nato

«Fantastico essere ospitato dal presidente Recep Tayyip Erdogan a Istanbul. Ho ringraziato il presidente per il suo ruolo fondamentale nel garantire la prosecuzione dell’accordo sul grano in Ucraina. Abbiamo anche discusso della finalizzazione dell’adesione alla Nato di Finlandia e Svezia, che renderà la nostra alleanza più forte». Lo scrive in un tweet il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Ore 19:01 - Cosa sta succedendo a Kherson (e perché Putin la vuole a tutti i costi)

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli osservatori faticano a capire quanto sta avvenendo sui fronti. Sono costretti a seguire da lontano, c’è la propaganda che inganna, i contendenti sparano la cortina fumogena, mascherano ovviamente le loro azioni. L’attenzione è concentrata sulla zona di Kherson con un paio di teorie.

La prima. I russi stanno preparando il loro ritiro dalla città, l’unica capitale regionale conquistata dal 24 febbraio, per creare una migliore posizione difensiva.

La seconda. Il comando ucraino non è convinto, afferma che sono stati portati via migliaia di civili ma l’Armata ha schierato rinforzi proprio per contrastare una nuova spinta.

La località è troppo importante per il Cremlino: la regione di Kherson si trova infatti subito sopra la Crimea occupata militarmente da Putin nel 2014, e da qui arrivano i rifornimenti idrici per la penisola, attraverso un canale di origine sovietica bloccato otto anni fa dagli ucraini e riaperto dai russi dopo l’invasione. Per Kherson passa anche l’ultimo miglio del corridoio che permetterebbe di collegare la Crimea via terra alla madre patria, attualmente raggiungibile soltanto attraverso il ponte di Kerch, colpito dagli ucraini il mese scorso.

Ore 19:07 - Kiev: cadaveri civili in aree liberate del Kherson

Le forze ucraine hanno rinvenuto i cadaveri di tre civili uccisi con colpi di arma da fuoco in un villaggio di un distretto liberato dai russi della regione di Kherson. Lo riferisce Unian. Secondo le informazioni preliminari, i tre civili «sono stati uccisi e seppelliti dai militari russi» nel villaggio di Visokopylla. Sono in corso esami forensi sui cadaveri.

Ore 19:13 - A San Pietroburgo apre il primo «ufficio» dei mercenari Wagner

La famigerata società di contractor russa Wagner ha aperto il suo primo quartier generale ufficiale a San Pietroburgo, in Russia. Evgheni Prigozhin, noto anche come lo «chef di Putin» per i suoi legami con il presidente russo, ha recentemente confermato di aver fondato il gruppo su cui fino a poco fa vigeva il massimo segreto, e di aver schierato mercenari in Paesi dell'America Latina, dell'Africa e in Ucraina. Prigozhin ha annunciato l'apertura dell'ufficio in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale, oggi, in un comunicato stampa pubblicato sul sito web della sua azienda.

Ore 19:46 - Sullivan vede Zelensky a Kiev: «Usa al fianco dell'Ucraina»

Il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, ha incontrato oggi a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il capo dell'ufficio del presidente Andriy Yermak, il ministro della Difesa Reznikov per sottolineare il fermo sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina e al suo popolo mentre difendono la propria sovranità e integrità territoriale. Sullivan ha colto l'occasione per annunciare all'Ucraina un ulteriore pacchetto di assistenza alla sicurezza da parte degli Stati Uniti da 400 milioni di dollari.

Ore 20:19 - Sullivan: «Kiev ha un forte bisogno di difesa aerea»

Il Consigliere per la sicurezza americana, Jake Sullivan, in visita a Kiev, ha detto che in questo «momento critico l'Ucraina ha un forte bisogno di difesa aerea». Il consigliere del presidente Joe Biden ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e altr membri del governo.

A sua volta Zelensky ha ringraziato Sullivan per l'appoggio costante degli Stati Uniti. «Sono grato al Consigliere del Presidente degli Stati Uniti Jake Sullivan per aver sostenuto il nostro Paese in un momento difficile per noi — ha detto il presidente ucraino — . Ho avuto l'onore di consegnare a Jake l'Ordine del Principe Yaroslav il Saggio di II grado a nome di tutto il popolo ucraino per aver rafforzato la cooperazione interstatale, sostenendo la sovranità dello Stato e l'integrità territoriale dell'Ucraina».

Ore 20:45 - Pentagono: 90 carri armati in nuovo pacchetto aiuti

Nel nuovo pacchetto di aiuti militari all'Ucraina da 400 milioni di dollari, gli Stati Uniti inviano a Kiev, oltre a droni, mezzi corazzati e missili per la difesa aerea, anche, per la prima volta carri armati. Si tratta, ha spiegato la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, di 90 tank T-72 che arrivano dalla Repubblica Ceca, la metà dei quali sono stati rimodernizzati con fondi degli Usa, mentre per gli altri 45 i fondi sono arrivati dall'Olanda. Sin dall'inizio dell'invasione russa il 24 febbraio scorso, Kiev ha chiesto alla Nato nuovi carri armati, l'invio annunciato oggi - e che potrà concludersi con gli ultimi tank alla fine di dicembre - è il primo di questo tipo da parte degli Stati Uniti.

Ore 21:36 - Zelensky: la disponibilità di Mosca a negoziati è «falsa»

«Tutto quello che la Russia dice ad alcuni leader stranieri sulla sua presunta disponibilità a negoziare è falso». Lo ha denunciato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo ultimo video messaggio diffuso su Telegram. «Quando qualcuno pensa a negoziati non cerca il modo di ingannare tutti intorno a sé, mandando altre decine o centinaia di migliaia di persone, riservisti o mercenari, nel tritacarne», ha detto il leader di Kiev.

Ore 21:37 - Meloni: sulle armi a Kiev manteniamo gli impegni

«Lavoriamo per mantenere tutti gli impegni internazionale. Al di là delle sfumature» io «non prevedo problemi» nella maggioranza che ha sempre votato «seriamente a sostegno della causa ucraina». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo il Cdm interpellata sul prossimo decreto armi. Meloni ha rimarcato la necessità che l'Italia resti «nella sua dimensione occidentale» ed europea affermando che questa è «una condizione fondamentale» anche per chiedere comprensione «quando ce n'è necessità».

Ore 22:31 - «I soldati russi hanno saccheggiato il museo d'arte a Kherson»

I soldati russi hanno saccheggiato il Museo d'arte di Kherson portando fuori dal museo per quattro giorni opere d'arte, inclusa una collezione del XVII-XX secolo. Lo riporta la pagina Facebook del Museo, come riporta Ukrainska Pravda. «Il museo d'arte di Kherson è stato saccheggiato dagli occupanti russi. Secondo loro, questo si chiama "evacuazione", secondo noi è un saccheggio» ha scritto il museo nel post.

Ore 00:35 - Kiev: entro fine anno in arrivo sistemi di difesa aerea

Il ministro degli Affari esteri ucraino, Dmytro Kuleba , prevede che entro la fine dell’anno saranno realizzati alcuni accordi con partner internazionali in materia di sistemi di difesa aerea e missilistica per l’Ucraina. Lo riporta Unian.

Ore 23:42 - Cnn: offline 1.300 unità Starlink in dotazione esercito

I timori dell'Ucraina che le sue truppe possano perdere l'accesso al cruciale servizio di telecomunicazione satellitare Starlink, del miliardario Elon Musk, si sono intensificati la scorsa settimana, dopo che 1.300 unità satellitari in dotazione dell'esercito sono andate offline. Lo riporta la Cnn citando due fonti anonime, «che hanno familiarità» con l'accaduto. Il 24ottobre, Musk ha assicurato che Starlink avrebbe continuato a operare indipendentemente dai finanziamenti del Pentagono. Il vice primo ministro di Kiev, Mikhailo Fedorov, aveva confermato le parole dell'imprenditore e Ceo di SpaceX aggiungendo che questa tecnologia «è di fondamentale importanza per l'Ucraina».

Ore 23:53 - Zelensky: «Siamo pronti per una pace giusta»

«Siamo pronti per la pace, per una pace giusta, la cui formula abbiamo espresso più volte: rispetto per la Carta delle Nazioni Unite, rispetto per la nostra integrità territoriale, rispetto per il nostro popolo, assicurare alla giustizia tutti coloro che sono colpevoli e pieno risarcimento dei danni che ci ha causato la Russia». Lo ha detto nel suo video messaggio serale, diffuso su Telegram, il presidente ucraino Voldymyr Zelensky.

Ore 01:22 - IL PUNTO MILITARE - Ecco che cosa sta succedendo a Kherson

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli osservatori faticano a capire quanto sta avvenendo sui fronti. Sono costretti a seguire da lontano, c’è la propaganda che inganna, i contendenti sparano la cortina fumogena, mascherano ovviamente le loro azioni. L’attenzione è concentrata sulla zona di Kherson con un paio di teorie.

La prima. I russi stanno preparando il loro ritiro dalla città, l’unica capitale regionale conquistata dal 24 febbraio, per creare una migliore posizione difensiva.

La seconda. Il comando ucraino non è convinto, afferma che sono stati portati via migliaia di civili ma l’Armata ha schierato rinforzi proprio per contrastare una nuova spinta.

La località è troppo importante per il Cremlino: la regione di Kherson si trova infatti subito sopra la Crimea occupata militarmente da Putin nel 2014, e da qui arrivano i rifornimenti idrici per la penisola, attraverso un canale di origine sovietica bloccato otto anni fa dagli ucraini e riaperto dai russi dopo l’invasione.

Ore 01:29 - Kiev, il lungo buio tra paure del nucleare e boom di incidenti stradali

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Vero che adesso tutti sono muniti di fari, ma sono piccoli, si confondono nei bagliori del traffico. Risultato è che gli ospedali segnalano l’aumento esponenziale di ciclisti e pedoni ricoverati: in genere sono slogature e fratture agli arti, meno gravi dei feriti per gli incidenti stradali, che sono cresciuti come minimo del 25% da settembre, però costituiscono il sintomo dei gravi disagi causati dalla crisi dell’energia.

«Bambini controllate le batterie nelle lampade, non attraversate mai soli che non vi vedono!», gridava preoccupato ieri all’imbrunire un padre ai tre figli piccoli, che in sella alle biciclettine stavano lasciando la passeggiata del lungofiume, il Dnepr, di fronte ad un lampione spento. Poco lontano, Sergey Chekushkin, un 54enne sfollato da Kharkiv sei mesi fa, stava disponendo le candele di Natale sui tavoli del suo ristorante Budmo, aperto sabato scorso. «L’atmosfera natalizia non c’entra. Queste candele sono le uniche che ho trovato, le tengo pronte per quando salta la corrente», spiega, comunque deciso a resistere. «Ci stiamo attrezzando con le bombole del gas per i fornelli, i generatori costano troppo. Purtroppo dopo le sette c’è molta meno gente disposta a uscire per cena», confida.

Kiev è al buio.

Ore 01:37 - Sottomarino nucleare Usa nel Mediterraneo, segnale a Mosca

Il super sottomarino nucleare americano USS Rhode Island è arrivato tre giorni fa nel porto di Gibilterra in una mossa a sorpresa che, secondo gli esperti, si tratta di un messaggio di avvertimento alla Russia. Secondo i media americani del settore, l’operazione arriva a due settimane dall’annuncio che un altro sottomarino nucleare, l’USS West Virginia, si stava dirigendo nel Mar Arabico. La marina americana ha confermato la notizia sottolineando che si tratta della prima volta che un sottomarino balistico americano visita Gibilterra dal giugno del 2021. USS Rhode Island è uno degli strumenti di deterrenza nucleare più potenti dell’arsenale americano e può trasportare fino a 20 missili balistici Trident D5 in grado di colpire a 18mila chilometri di distanza. Ognuno di questi missili, spiegano i media specializzati, può essere armato con 14 testate nucleari.

Ore 01:55 - Thailandia pronta a ospitare colloqui di pace Russia-Ucraina

La Thailandia è pronta a fornire una sede negoziale per consentire un dialogo diretto tra Mosca e Kiev volto a risolvere la crisi ucraina: lo ha detto alla Tass l’ambasciatore thailandese in Russia Sasiwat Wongsinsawat. «La Thailandia - ha detto - è pronta a fornire una sede negoziale per tutte le parti coinvolte nel conflitto qualora siano pronte per un dialogo diretto finalizzato a trovare una soluzione pacifica della crisi ucraina».

Ore 02:13 - Ambasciatore russo: occorre trovare soluzione negoziale per la guerra

«Dobbiamo pensare oggi non a pompare Kiev con armi aggiuntive, ma a come trovare una soluzione negoziale. È impossibile risolvere completamente il problema sul campo di battaglia»: lo ha affermato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov parlando alla stampa, secondo quanto riporta la Tass, aggiungendo che un miglioramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti non è all’orizzonte in una prospettiva di medio termine. «Riguardo alle nuove decisioni dell’amministrazione americana su forniture aggiuntive di armi all’Ucraina, vorrei sottolineare che i nostri cosiddetti partner continuano con una politica sbagliata credendo che il problema possa essere risolto sul campo di battaglia e continuano a spendere più energie e mezzi. Ora stanno accumulando forze armate vicino ai confini russi», ha detto Antonov. L’ambasciatore, parlando a San Francisco, ha poi lamentato che «il personale degli uffici del consolato russo negli Stati Uniti continuerà a diminuire perché i termini della missione del personale scadono e la parte americana non sta rilasciando nuovi visti per loro».

Ore 03:11 - Usa: «La Cina sviluppa il programma nucleare più rapidamente di noi»

I vertici delle forze armate statunitense lanciano un nuovo allarme: «La Cina sta sviluppando il suo programma nucleare molto più rapidamente degli Usa». Queste le parole del capo del comando strategico militare di Washington, Charles Richard che, secondo quanto riporta Cnn, ha messo in guardia dai progressi di Pechino sul campo. Richard ha definito la questione un «problema a breve termine». L’allarme arriva peraltro in un momento di relazioni molto complicate con la Cina, a causa delle crescenti tensioni sulla questione di Taiwan, ma anche per il ruolo ambiguo della Cina sulla questione ucraina. Nello scacchiere asiatico, inoltre, sul tema del nucleare un altro punto dolente per gli Stati Uniti è rappresentato dalla corsa agli armamenti atomici della Corea del Nord, isolata dalla comunità internazionale ma comunque legata a Pechino.

Ore 03:57 - Mosca: Kiev bombarda con missili Himars la città di Svatovo

L’esercito ucraino ha bombardato nella notte la città di Svatovo, nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk (LPR) con quattro razzi Himars, secondo quanto riferito dalla missione LPR al Centro congiunto di controllo e coordinamento per il cessate il fuoco, ripreso dalla Tass. Secondo la missione, l’esercito ucraino ha sparato quattro razzi contro Svatovo all’1.20 ora di Mosca. Sono ancora in corso le verifiche su eventuali vittime o danni. Secondo la missione, l’esercito ucraino avrebbe sparato oltre 375 razzi Himars dall’inizio del conflitto.

Ucraina: il Pentagono invia soldati Usa e commandos afghani. Piccole Note il 4 Novembre 2022 su Il Giornale.

Gli Stati Uniti hanno inviato militari in Ucraina. Un passo che contrasta nettamente con l’affermazione di Biden che gli Stati Uniti non avrebbero mai inviato soldati nella guerra che contrappone Kiev a Mosca.

Tale improvvida iniziativa segna un piccolo punto di svolta del conflitto, dal momento che finora gli Usa si erano limitati a inviare le proprie truppe speciali sotto forma di mercenari, per lo più veterani delle guerre infinite.

Con questa iniziativa le cose cambiano, e molto, come scrive Melkulangara Bhadrakumar su Indianpunchline (articolo ripreso dal Ron Paul Institute) perché i militari americani potrebbero essere uccisi nel corso dei combattimenti, sia al fronte che in seguito a un attacco in profondità dei russi.

Se succedesse, c’è il rischio che gli Stati Uniti possano esser coinvolti ancor più apertamente nel conflitto, coinvolgendo peraltro anche i Paesi Nato. Un rischio da non sottovalutare, come spiega Bhadrakumar, che aggiunge come la spiegazione data per l’invio del personale militare in Ucraina suoni alquanto “ingegnosa”.

Infatti, i soldati dell’US Army avrebbero il compito di vigilare sugli armamenti inviati in Ucraina, per garantire che tutto proceda secondo quanto stabilito.

Dai consiglieri militari del Vietnam ai vigilantes ucraini

Il funzionario che ha rivelato ai media l’esistenza di questi strani vigilantes, continua Bhadrakumar, “ha affermato che ciò faceva parte di una più ampia campagna statunitense, annunciata la scorsa settimana dal Dipartimento di Stato, ‘intesa a garantire che le armi fornite all’Ucraina non finiscano nelle mani delle truppe russe, dei loro alleati o di altri gruppi estremisti”. Spiegazione alquanto ingegnosa, infatti, quanto poco credibile. Avranno compiti precisi, bellici.

La notizia fa il paio con un’altra, proveniente sempre dagli Stati Uniti, che cioè il Pentagono ha deciso di inviare nel teatro di guerra anche i commandos afghani addestrati dagli Stati Uniti durante la lunga occupazione di Kabul (Responsible Statecraft).

La prima notizia sembra rinverdire i fasti del Vietnam, quando gli Stati Uniti inviarono nel Paese del Sud-Est asiatico i propri militari in qualità di “consiglieri”, in realtà dei veri e propri combattenti. Un passo che precedette quello dell’invio ufficiale del proprio esercito.

Tale notizia, insieme a quella dei commandos, segnala che le cose in Ucraina non vanno proprio come racconta la narrativa ufficiale. Se gli Stati Uniti devono inviare il proprio personale militare, vuol dire che quello in loco non regge più.

Sembra così confermato quanto dicono e scrivono i russi (propaganda, ovviamente), che cioè l’esercito ucraino nelle recenti controffensive, celebrate dai media d’Occidente per le sue gloriose conquiste, ha subito perdite pesantissime, tanto che serve con urgenza un qualche correttivo sotto forma di rinforzi non più mascherati (di mercenari provenienti da diversi Paesi Nato, in particolare polacchi, l’Ucraina è già piena).

Ma la notizia dell’invio dei commandos afghani ha destato in noi un interesse ulteriore. Anzitutto per la paga che percepiranno, riferita da Responsable Statecraft: 1500 dollari al mese.

Ecco, nel composito novero degli aiuti all’Ucraina elargiti da tanti Stati, tra cui il nostro, sono presenti anche questi capitoli di spesa, cioè la paga dei mercenari, che è ovviamente variabile, dal momento che un marines veterano della guerra irachena percepirà un salario ben più alto. Non si va a rischiare la pelle gratis, men che meno per ideali buoni solo per la propaganda.

La sinistra fama dei commandos afghani

L’altro corno di questa notizia è che i commandos afghani che gli Stati Uniti si apprestano a mandare in Ucraina hanno una fama alquanto sinistra, che val la pena di essere raccontata.

Dei commandos afghani che operavano al soldo della Cia nel corso della lunga occupazione americana di Kabul ce ne siamo occupati al tempo del ritiro delle forze Usa dal Paese asiatico, spiegando come fossero stati evacuati non tanto per ragioni umanitarie, quanto perché potevano “risultare utili in qualche guerra sporca del mondo“. Non fummo profeti, semplice buonsenso.

La storia di questi commandos è stata riferita da The Intercept, sito al quale rimandiamo per i dettagli del caso, il quale raccontava di come queste unità si muovessero nel territorio in modalità invisibile, uccidendo senza scrupoli donne e bambini che nulla avevano a che fare con la guerra in corso contro i ribelli.

Ma l’aspetto più inquietante riguardo i militari afghani è il loro vizietto, che li porta ad abusare dei bambini. A denunciare la pedofilia dilagante tra il personale militare afghano durante la lunga occupazione statunitense non è stato un qualche oscuro sito cospirazionista, ma l’autorevole New York Times, che riportò le testimonianze di alcuni soldati americani che avevano provato a denunciare tale perversa pratica, venendo silenziati dai loro superiori (alcuni di essi sono stati anche uccisi).

La denuncia del New York Times portò addirittura l’U.S. Army ad aprire un’inchiesta interna, che accertò alcuni casi di pedofilia senza però rendere pubblici i risultati finali della stessa (sempre se l’inchiesta ha continuato il suo corso), i quali sono stati procrastinati sine die.

I soldi inviati all’Ucraina serviranno anche per le paghe di questi tagliagole pedofili, con buona pace degli ideali sottesi alla lotta degli Stati liberi contro l’autoritarismo.

Estratto dell'articolo di Daniele Raineri per "la Repubblica" il 5 novembre 2022.

Come tutti gli altri russi in età militare da ieri anche i detenuti nelle carceri potranno essere arruolati e spediti a combattere in Ucraina, perché il presidente Putin ha firmato una legge che annulla la loro esclusione dalla mobilitazione. Soltanto i condannati per determinati reati come pedofilia, terrorismo, tradimento e traffico di materiale nucleare continueranno a non essere considerati arruolabili.

Si chiude in questo modo il mercato del reclutamento nelle prigioni russe, cominciato a luglio con una campagna del gruppo Wagner, una compagnia privata di mercenari molto vicina al presidente che prometteva ai volontari uno stipendio e l'amnistia in cambio di sei mesi al fronte. L'idea era poi stata seguita dal governo russo ma adesso c'è la legge ufficiale, che mette i prigionieri allo stesso livello di tutti gli altri - con la differenza che non possono scappare all'estero per evitare la guerra come hanno già fatto trecentomila russi.

La legge arriva per supplire in qualche modo alla carenza di combattenti. I detenuti sono soprattutto impiegati sulla linea del fronte del Donbass - che da Luhansk scende giù per centinaia di chilometri fino a Vulhedar nel Donetsk - dove le truppe di Putin tentano tutti i giorni di applicare una pressione forte e contraria all'avanzata ucraina che arriva da ovest, nella speranza di essere loro e non i soldati di Kiev a guadagnare qualche chilometro.

Ogni giorno la manovra è la stessa: i russi escono dalle loro linee fortificate, spingono anche soltanto alcune centinaia di metri e tentano di aprire una breccia nel fronte ucraino. Ogni giorno l'esito è uguale, le sortite finiscono sotto al fuoco e sono ridotte a zero prima che possano raggiungere i nemici. I dati di questi giorni sono paradossali: le posizioni sulla cartina non si spostano ma c'è un eccidio di soldati russi. (...)

Le prime vittime di questa coazione a ripetere del comando russo sono i detenuti, che secondo alcune intercettazioni telefoniche di soldati sono piazzati in prima linea, quella più pericolosa. (...) 

Ora Mosca arruola anche i criminali. E minaccia i soldati "Ucciso chi fugge". Luigi Guelpa su Il Giornale il 5 novembre 2022

Putin sta raschiando il fondo del barile, chiede armi a Iran e Corea del Nord, ma è a corto anche di uomini. Secondo i servizi di sicurezza ucraini, la Russia avrebbe perso dall'inizio dell'Operazione Speciale 65mila soldati. Il ministro della difesa Shoigu ha provato a tamponare le perdite arruolando riservisti, siriani e persino miliziani dell'Afghanistan. Dalla prossima settimana verranno svuotate le carceri. Il presidente russo ha firmato una legge che consente la mobilitazione delle persone che hanno commesso reati gravi. Il provvedimento riguarda anche soggetti con condanne in corso. La legge esclude invece i condannati per abusi sessuali su minori, tradimento, spionaggio o terrorismo. Putin ha anche annunciato che la Russia ha mobilitato finora 318mila persone nelle sue forze armate, oltre l'obiettivo di 300mila fissato dal ministero della Difesa.

Sul campo i generali sono però alle prese con le continue diserzioni, e minacciano di sparare ai propri soldati in ritirata. Lo scrive l'MI6 britannico nel suo bollettino quotidiano. Nel rapporto si legge che Mosca ha iniziato a schierare al fronte «truppe di sbarramento e unità di blocco, il cui compito è quello di costringere i soldati a combattere con la minaccia di ucciderli se tentano la ritirata». La tattica di sparare ai disertori testimonia la scarsa qualità, il basso morale e l'indisciplina delle forze russe. Da parte sua, Putin se la prende con l'Occidente, colpevole «di provare a toglierci il terreno sotto i piedi, ma questi tentativi falliranno».

Non c'è quindi da stupirsi se gli uomini del comandante Zaluznyj stiano facendo importanti progressi nel sud e nel nord est del Paese. L'ha ribadito il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa, ma lo si evince anche dalle immagini che circolano sui social e che mostrano i russi in ritirata su più fronti. Nel sud le unità missilistiche e di artiglieria hanno lanciato 70 attacchi contro le postazioni russe. A Zaporizhzhia, gli invasori hanno chiuso i posti di blocco, a Kamianka l'ufficio di comando. Secondo l'esercito di Kiev, le truppe di Mosca stanno fortificando le posizioni sulla riva sinistra del Dnipro, all'altezza di Kherson (il cui coprifuoco è stato annunciato dai filorussi e poi cancellato), costringendo i residenti a lasciare i luoghi di residenza sulla riva destra del fiume. A est, in particolare nel Lugansk, gli invasori stanno cercando di sfondare la difesa nelle direzioni di Svatove e Kreminna, ma con perdite colossali. Il capo dell'amministrazione regionale Sergiy Gaidai parla di russi che «tentano l'avanzata camminando sui cadaveri dei loro compagni. Dopo il bombardamento, la tattica è quella di inviare una nuova unità. La situazione è tale che non recuperano neppure i morti».

Sono scene di una guerra sempre più cruenta e dopo Mariupol si staglia all'orizzonte la sagoma di un'altra città martoriata. Si tratta di Mykolaiv, nel sud, bombardata per 211 giorni durante i 255 dell'invasione russa, anche ieri con due missili kalibr. A ricordarlo è il sindaco Oleksandr Senkevich. «Solo per 44 giorni non abbiamo sentito il ruggito dei missili, per tutto il resto del tempo siamo stati torturati». C'erano quasi 500mila residenti, ne sono rimasti poco più di 200mila. A Mykolaiv manca tutto: luce, acqua, riscaldamento. Manca la luce anche a Kiev, quasi mezzo milione di abitanti sono al buio. I missili russi sulle centrali elettriche, in particolare sulla Dtek Energo, hanno provocato danni incalcolabili.

E intanto l'inverno si avvicina e il meteo locale parla già di neve. Candidi fiocchi che Tatiana Mudrenko, infermiera di 56 anni, non vedrà più. È stata impiccata in pubblico a Skadovsk, non distante da Kherson, per avere scandito slogan contro gli occupanti. È l'ennesimo crimine perpetrato da Mosca e documentato dagli ispettori che da qualche giorno, con una troupe della Cnn al seguito, vanno di porta in porta nelle zone liberate alla ricerca di prove degli scempi (spesso anche di natura sessuale) ai danni della popolazione.

Kiev: «Nuove restrizioni nell’erogazione dell’elettricità». Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 5 Novembre 2022.

Le notizie di sabato 5 novembre. Nella notte razzi ucraini colpiscono la città di Svatovo, nella regione di Lugansk

• La guerra in Ucraina è arrivata al 254esimo giorno.

• Il presidente Xi Jinping ha invitato la comunità internazionale a «rifiutare l’uso e la minaccia delle armi nucleari», proprio nel giorno della visita del cancelliere tedesco Scholz a Pechino.

• Gli Usa manderanno altri 400 milioni di aiuti militari a Kiev.

• Zelensky: «Da Aiea prove inconfutabili, nessuna bomba sporca».

• I filorussi annunciano il coprifuoco a Kherson, ma poi fanno dietrofront.

• Cosa sta succedendo a Kherson (e perché Putin la vuole a tutti i costi).

• Reportage da Kiev: il lungo buio, tra paura del nucleare e boom di incidenti in strada.

Ore 05:09 - Zelensky: pronti a trattare per una pace giusta

«Siamo pronti per la pace, per una pace giusta, la cui formula abbiamo espresso più volte: rispetto per la Carta delle Nazioni Unite, rispetto per la nostra integrità territoriale, rispetto per il nostro popolo, assicurare alla giustizia tutti coloro che sono colpevoli e pieno risarcimento dei danni che ci ha causato la Russia». Lo ha detto nel suo video messaggio serale, diffuso su Telegram, il presidente ucraino Voldymyr Zelensky.

Ore 05:11 - Kiev: in arrivo entro fine anno i sistemi di difesa aerea

Il ministro degli Affari esteri ucraino, Dmytro Kuleba , prevede che entro la fine dell’anno saranno realizzati alcuni accordi con partner internazionali in materia di sistemi di difesa aerea e missilistica per l’Ucraina. Lo riporta Unian.

Ore 05:17 - IL PUNTO MILITARE - Ecco che cosa sta succedendo a Kherson

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Gli osservatori faticano a capire quanto sta avvenendo sui fronti. Sono costretti a seguire da lontano, c’è la propaganda che inganna, i contendenti sparano la cortina fumogena, mascherano ovviamente le loro azioni. L’attenzione è concentrata sulla zona di Kherson con un paio di teorie. 

La prima. I russi stanno preparando il loro ritiro dalla città, l’unica capitale regionale conquistata dal 24 febbraio, per creare una migliore posizione difensiva. 

La seconda. Il comando ucraino non è convinto, afferma che sono stati portati via migliaia di civili ma l’Armata ha schierato rinforzi proprio per contrastare una nuova spinta. 

La località è troppo importante per il Cremlino: la regione di Kherson si trova infatti subito sopra la Crimea occupata militarmente da Putin nel 2014, e da qui arrivano i rifornimenti idrici per la penisola, attraverso un canale di origine sovietica bloccato otto anni fa dagli ucraini e riaperto dai russi dopo l’invasione.

Ore 05:18 - Kiev, il lungo buio tra paure del nucleare e boom di incidenti stradali

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Vero che adesso tutti sono muniti di fari, ma sono piccoli, si confondono nei bagliori del traffico. Risultato è che gli ospedali segnalano l’aumento esponenziale di ciclisti e pedoni ricoverati: in genere sono slogature e fratture agli arti, meno gravi dei feriti per gli incidenti stradali, che sono cresciuti come minimo del 25% da settembre, però costituiscono il sintomo dei gravi disagi causati dalla crisi dell’energia.

«Bambini controllate le batterie nelle lampade, non attraversate mai soli che non vi vedono!», gridava preoccupato ieri all’imbrunire un padre ai tre figli piccoli, che in sella alle biciclettine stavano lasciando la passeggiata del lungofiume, il Dnepr, di fronte ad un lampione spento. Poco lontano, Sergey Chekushkin, un 54enne sfollato da Kharkiv sei mesi fa, stava disponendo le candele di Natale sui tavoli del suo ristorante Budmo, aperto sabato scorso. «L’atmosfera natalizia non c’entra. Queste candele sono le uniche che ho trovato, le tengo pronte per quando salta la corrente», spiega, comunque deciso a resistere. «Ci stiamo attrezzando con le bombole del gas per i fornelli, i generatori costano troppo. Purtroppo dopo le sette c’è molta meno gente disposta a uscire per cena», confida.

Kiev è al buio.

Ore 05:37 - Sottomarino nucleare Usa nel Mediterraneo, segnale a Mosca

Il super sottomarino nucleare americano USS Rhode Island è arrivato tre giorni fa nel porto di Gibilterra in una mossa a sorpresa che, secondo gli esperti, si tratta di un messaggio di avvertimento alla Russia. Secondo i media americani del settore, l’operazione arriva a due settimane dall’annuncio che un altro sottomarino nucleare, l’USS West Virginia, si stava dirigendo nel Mar Arabico. La marina americana ha confermato la notizia sottolineando che si tratta della prima volta che un sottomarino balistico americano visita Gibilterra dal giugno del 2021. USS Rhode Island è uno degli strumenti di deterrenza nucleare più potenti dell’arsenale americano e può trasportare fino a 20 missili balistici Trident D5 in grado di colpire a 18mila chilometri di distanza. Ognuno di questi missili, spiegano i media specializzati, può essere armato con 14 testate nucleari.

Ore 05:37 - Thailandia pronta a ospitare colloqui di pace Russia-Ucraina

La Thailandia è pronta a fornire una sede negoziale per consentire un dialogo diretto tra Mosca e Kiev volto a risolvere la crisi ucraina: lo ha detto alla Tass l’ambasciatore thailandese in Russia Sasiwat Wongsinsawat. «La Thailandia - ha detto - è pronta a fornire una sede negoziale per tutte le parti coinvolte nel conflitto qualora siano pronte per un dialogo diretto finalizzato a trovare una soluzione pacifica della crisi ucraina».

Ore 05:38 - Ambasciatore russo: occorre trovare soluzione negoziale per la guerra

«Dobbiamo pensare oggi non a pompare Kiev con armi aggiuntive, ma a come trovare una soluzione negoziale. È impossibile risolvere completamente il problema sul campo di battaglia»: lo ha affermato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov parlando alla stampa, secondo quanto riporta la Tass, aggiungendo che un miglioramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti non è all’orizzonte in una prospettiva di medio termine. «Riguardo alle nuove decisioni dell’amministrazione americana su forniture aggiuntive di armi all’Ucraina, vorrei sottolineare che i nostri cosiddetti partner continuano con una politica sbagliata credendo che il problema possa essere risolto sul campo di battaglia e continuano a spendere più energie e mezzi. Ora stanno accumulando forze armate vicino ai confini russi», ha detto Antonov. L’ambasciatore, parlando a San Francisco, ha poi lamentato che «il personale degli uffici del consolato russo negli Stati Uniti continuerà a diminuire perché i termini della missione del personale scadono e la parte americana non sta rilasciando nuovi visti per loro».

Ore 05:41 - Usa: «La Cina sta sviluppando il nucleare più rapidamente di noi»

I vertici delle forze armate statunitense lanciano un nuovo allarme: «La Cina sta sviluppando il suo programma nucleare molto più rapidamente degli Usa». Queste le parole del capo del comando strategico militare di Washington, Charles Richard che, secondo quanto riporta Cnn, ha messo in guardia dai progressi di Pechino sul campo. Richard ha definito la questione un «problema a breve termine». L’allarme arriva peraltro in un momento di relazioni molto complicate con la Cina, a causa delle crescenti tensioni sulla questione di Taiwan, ma anche per il ruolo ambiguo della Cina sulla questione ucraina. Nello scacchiere asiatico, inoltre, sul tema del nucleare un altro punto dolente per gli Stati Uniti è rappresentato dalla corsa agli armamenti atomici della Corea del Nord, isolata dalla comunità internazionale ma comunque legata a Pechino.

Ore 05:41 - Mosca: nella notte 4 missili Himars contro la città di Svatovo

L’esercito ucraino ha bombardato nella notte la città di Svatovo, nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk (LPR) con quattro razzi Himars, secondo quanto riferito dalla missione LPR al Centro congiunto di controllo e coordinamento per il cessate il fuoco, ripreso dalla Tass. Secondo la missione, l’esercito ucraino ha sparato quattro razzi contro Svatovo all’1.20 ora di Mosca. Sono ancora in corso le verifiche su eventuali vittime o danni. Secondo la missione, l’esercito ucraino avrebbe sparato oltre 375 razzi Himars dall’inizio del conflitto.

Ore 15:21 - Nuovo video shock sul massacro dei civili a Bucha

Gli orrori subiti lo scorso marzo da oltre 400 civili a Bucha, in Ucraina, da parte dei soldati russi, ritornano in un video shock realizzato dall’Associated Press e dalla tv Usa Pbs. Quattordici minuti di immagini, interviste e persino un plastico della città in 3D per ricostruire i crimini di guerra commessi dalle truppe di Vladimir Putin. Lo scorso maggio il New York Times aveva pubblicato due filmati su una delle città martiri dell’invasione russa. In questo nuovo video ci sono anche le drammatiche testimonianze delle famiglie delle 450 persone, tra le quali anche tanti bambini, massacrati. Nel documentario c’è anche il racconto dei testimoni che parlano delle torture subite e intercettazioni delle forze di Mosca che ammettano di aver «fatto pulizia». Sulle atrocità di Bucha la procura di Kiev ha aperto un’inchiesta e ha dichiarato di aver trovato le prove di «un’esecuzione di massa».

Ore 15:27 - Kiev, nuove restrizioni in erogazione elettricità

«Restrizioni supplementari» nell’erogazione di elettricità sono state introdotte nella capitale ucraina Kiev e in diverse altre regioni. Lo comunica l’operatore locale.

 Ore 15:34 - Kiev a Teheran, ci saranno conseguenze per complicità con Mosca

Le conseguenze della «complicità» iraniana con Mosca «saranno più importanti dei benefici». Lo afferma su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko a proposito della fornitura di droni a Mosca da parte di Teheran. «Teheran deve rendersi conto che le conseguenze della complicità nei crimini... della Russia contro l’Ucraina saranno di gran lunga maggiori del beneficio del sostegno della Russia», precisa Nikolenko.

Ore 16:32 - Occupanti russi ripristinano statua Lenin a Melitopol

Le autorità di occupazione russe hanno annunciato il ripristino della statua di Lenin nella città dell'Ucraina sudorientale di Melitopol. Il monumento era stato rimosso dopo la rivoluzione di Maidan del 2014. Il capo dell'autorità regionale di Zaporizhzhia istituita da Mosca, Vladimir Rogov, ha pubblicato sulle piattaforme sociali diverse fotografie della statua del leader bolscevico nella città occupata. «Dopo sette anni, la statua di Vladimir Lenin riprende il proprio posto a Melitopol» ha commentato, spiegando che il monumento fu smontato nel 2015 al pari di altre statue di Lenin presenti in Ucraina, allo scopo di «decomunistizzare» gli spazi pubblici. Mosca ha condannato più volte il tentativo di Kiev di cancellare il passato sovietico e l'influenza della Russia, dove invece le città principali conservano una statua del fondatore dell'Unione Sovietica nei loro centri storici.

Ore 17:22 - Odessa vota per smantellare la statua di Caterina II

La guerra della Russia contro l'Ucraina passa anche dalle statue simbolo della storia dei due Paesi. La popolazione della città portuale ucraina di Odessa ha votato in una consultazione online per smantellare il monumento che raffigura l'imperatrice russa Caterina II, in un gesto di protesta contro l'invasione di Mosca. Mentre a Melitopol le autorità dell'occupazione russa hanno riferito di aver ripristinato una statua di Lenin, sette anni dopo che era stata demolita a seguito della rivoluzione pro-Ue. Secondo quanto riferito dal Guardian, a Odessa - dove vivono migliaia di russofoni - l'invasione ha suscitato dibattiti sul futuro del monumento a Caterina II.

A settembre, la statua è stata imbrattata con vernice rossa, mentre il mese scorso è stata coperta con un cappello da boia. Sul destino del monumento è stata realizzata una votazione sulla piattaforma Publicly Active Citizen, e la maggioranza ha scelto per la rimozione della statua da piazza Kateryninska. Sulla questione ora dovrà votare il consiglio comunale di Odessa. «Credo che i risultati del voto sulla piattaforma Publicly Active Citizen saranno presi in considerazione dai rappresentanti del consiglio comunale, che prenderanno la decisione finale», ha spiegato il sindaco della città, Hennadiy Trukhahov, citato dall'agenzia di stampa Euromaidan.

Intanto, le autorità russe a Melitopol hanno affermato di aver rimesso in piedi una statua di Lenin demolita nel 2014. Il capo della regione di Zaporizhzhia insediato dai russi, Vladimir Rogov, ha pubblicato una fotografia dei lavoratori che ripristinano il monumento al rivoluzionario russo, ha riferito la France Presse. «Dopo sette anni la statua di Vladimir Lenin è tornata al suo posto a Melitopol», ha affermato. L'Ucraina ha smantellato le statue di Lenin in tutto il Paese dopo che la rivoluzione del 2014 ha rovesciato il governo sostenuto da Mosca. Quasi tutte le città della Russia hanno una statua di Lenin nelle loro piazze centrali.

Ore 17:46 - Russi saccheggiano Kherson, portate via opere d'arte

Ambulanze, trattori e auto. Ma anche archivi, dipinti e sculture. Sono parte del bottino di guerra portato via dai saccheggi delle truppe russe a Kherson, secondo quanto riporta il Guardian. Anche le ossa dell'amico e amante di Caterina la Grande, Grigory Potemkin, sono state trafugate da una cripta nella cattedrale di Santa Caterina. I soldati russi stanno trasportando tutto attraverso il fiume Dnepr, sulla riva sinistra della regione di Kherson, riferisce il quotidiano britannico.

Ieri, il Museo d'arte di Kherson ha denunciato in un post su Facebook che dal 31 ottobre al 3 novembre, «le "autorità" occupanti hanno portato al museo da tre a quattro dozzine di persone, che hanno portato via opere d'arte e attrezzature per ufficio». I dipinti «non erano imballati in un modo speciale per il trasporto, ma avvolti in stracci», afferma il museo sul post.

I camion che trasportavano le opere erano diretti verso la Crimea, ma non è chiaro se quella sia la loro destinazione finale, ha scritto il museo. Intanto, il dipartimento di polizia di Kherson ha aperto un'inchiesta sul saccheggio, nell'ambito di una serie di indagini sui crimini di guerra russi nell'oblast, riporta il Kyiv Independent. La collezione del museo comprende più di 10.000 opere d'arte.

Ore 17:53 - Il punto militare: il nuovo comando americano per gestire il flusso degli aiuti occidentali

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La coalizione che sostiene l’Ucraina sarà coordinata da un nuovo comando americano, il Sag-U: lo snodo, la cui creazione era stata anticipata in estate, è ora atteso al battesimo del fuoco. Basato in Germania, composto da uno staff di 300 elementi, guidato da un generale — secondo il New York Times potrebbe essere Antonio Aguto — dovrà facilitare e gestire il flusso di equipaggiamenti. Di fatto, renderà operative le decisioni prese dai quasi 40 Paesi che appoggiano l’azione contro gli invasori. La missione non è per nulla facile vista la differenza di modelli e caratteristiche del materiale, solo per le artiglierie parliamo di una dozzina di tipi diversi. L’obiettivo resta multiplo: provare a standardizzare per quanto possibile, lavorare sul lungo termine, curare il training per preparare forze fresche.

Ore 17:59 - Kiev, Putin va emarginato e isolato, ha commesso genocidio

«La presenza di Putin al G20 è un segnale totalmente sbagliato per le e'lite politiche globali». Lo scrive su Twitter Mykahilo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, aggiungendo che «è stato superato il punto di non ritorno: chi commette un genocidio in Ucraina deve essere emarginato, isolato dal mondo civile. Non è ancora troppo tardi per farlo».

Ore 18:04 - Kiev, i russi conducono azioni offensive in tre direzioni a est

Le truppe russe stanno attualmente conducendo azioni offensive in tre direzioni: Bakhmutsky, Avdiivskyi e Novopavlivskyi, nell'est dell'Ucraina. Lo riferisce lo Stato maggiore delle forze armate ucraine, informando sulla situazione operativa per quanto riguarda l'invasione russa. Lo scrive l'agenzia Unian. «L'avversario sta cercando di mantenere il controllo dei territori temporaneamente catturati e sta conducendo azioni offensive nelle direzioni Bakhmut, Avdiiv e Novopavliv», si legge nella nota.

Ore 18:17 - Scholz: «Russia dica che non userà armi nucleari in Ucraina»

«Non è consentito, è inaccettabile usare armi nucleari in questo conflitto». Lo ha detto sulla guerra in Ucraina il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha aggiunto: «Chiediamo alla Russia di dichiarare chiaramente che non lo farà. Questa sarebbe una linea che non deve essere superata». Lo riporta Dpa. Scholz ha parlato oggi a un incontro della Spd a Berlino.

Ore 18:46 - Situazione incerta a Kherson, prosegue evacuazione

Continua a essere poco chiara la situazione sul campo a Kherson, la regione ucraina occupata dalla Russia nelle prime fasi dell'invasione e ora oggetto di una controffensiva delle forze di Kiev. Continuano a rincorrersi voci contraddittorie sull'andamento delle operazioni, tra chi parla di una ritirata russa e chi riferisce di un rafforzamento delle posizioni di Mosca. Appare invece ragionevolmente certo che l'evacuazione dei civili dal capoluogo sia ancora in corso e che le autorità filorusse stiano incontrando qualche resistenza nella popolazione.

«Molte volte (l'evacuazione) è molto difficile per le persone, perché devono lasciare le loro case, le loro vite», ha ammesso oggi il vice governatore filorusso Kiril Stremousov. La partenza dei residenti della città e di altre località dell'omonima provincia avviene in un quadro di forte incertezza sui futuri sviluppi bellici. Dai media russi per ora non filtra nulla sui piani del comando militare ma viene esclusa la possibilità che i territori annessi lo scorso settembre vengano restituiti a Kiev, dove i segnali di un possibile ritiro vengono presi con grande cautela.

 Ore 20:15 - Zelensky: «Aspettiamo buone notizie su difesa aerea e missilistica»

È «necessario proteggere completamente i cieli ucraini e per questo sarà fatto tutto il possibile e l'impossibile». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky stando a quanto scrive l'agenzia Ukrinform. «Nelle prossime settimane - ha avvertito -, l'Ucraina si aspetta buone notizie per quanto riguarda la difesa aerea e la difesa missilistica». Inoltre, ha assicurato Zelensky, l'Ucraina lavora a stretto contatto con i partner per ottenere più carri armati, più armature, più artiglieria.

«Oggi vorrei prestare particolare attenzione ai membri della Guardia Nazionale che difendono il nostro stato nella regione di Lugansk - ha aggiunto -. In particolare, i soldati della 27/a Brigata Pechersk della Guardia Nazionale, che, insieme alle unità delle forze di terra, eliminano in modo molto efficace l'equipaggiamento nemico e gli occupanti. Grazie ragazzi!». Il presidente ha infine elogiato le guardie di frontiera che continuano a rafforzare i confini nelle regioni di Sumy, Chernihiv e Kharkiv nonostante i continui bombardamenti e le provocazioni delle forze russe.

Ore 20:51 - Zelensky lancia campagna raccolta fondi per droni marini

Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato che la prossima settimana l'Ucraina lancerà una campagna di raccolta fondi per una flotta di droni marini. «È per la protezione della nostra area marittima. Non rivendichiamo nulla che non ci appartenga», ha precisato Zelensky nel suo consueto discorso serale, citato dal Kyiv Independent. L'Ucraina sta anche lavorando a stretto contatto con i partner per ottenere più carri armati, armature, artiglieria e difesa aerea, ha aggiunto il leader ucraino.

 Ore 22:55 - Media, battaglione russo eliminato da forze Kiev nell'est

Il media russo indipendente Verstka ha reso noto che il 2 novembre scorso un intero battaglione di coscritti russi è stato eliminato dal fuoco ucraino, vicino al villaggio di Makiivka nell'oblast di Lugansk. Le vittime sarebbero centinaia, secondo Verstka, che cita un sopravvissuto, il militare Oleksiy Agafonov. Il battaglione era formato da militari mobilitati dalla regione russa di Voronezh. La notte del 2 novembre l'unità è stata bombardata dall'artiglieria ucraina, mentre i comandanti russi fuggivano dalle loro posizioni, ha raccontato Agafonov ipotizzando che più di 500 militari potrebbero essere morti o feriti.

Agafonov ha raccontato la drammaticità di quei momenti prima del bombardamento ucraino. «Ci hanno detto di scavare, avevamo però solo tre pale per battaglione e non c'era alcun supporto - ha riferito il militare sopravvissuto a Verstka -. Abbiamo scavato come meglio potevamo e poi al mattino sono iniziati i bombardamenti con artiglieria, missili, mortai ed elicotteri». Il militare ha poi descritto la realtà della guerra: «Fanno vedere in tv che tutto è bello, ma la realtà è un'altra. Nella regione di Lugansk le persone mobilitate vengono buttate al fronte», mentre i militari «a contratto e i volontari si trovano in terza linea e degli ufficiali non vi è alcuna traccia».

Una vicenda che ha gettato nello sconforto i parenti dei soldati mobilitati, prosegue Verstka, che hanno organizzato un raduno vicino all'edificio dell'ufficio del procuratore di Voronezh, chiedendo di dire loro la verità su quanto accaduto ai loro cari. «Ci viene detto per telefono che i nostri figli sono vivi, sani e stanno facendo il loro dovere militare. Ma chi può essere vivo e vegeto quando lì sono stati uccisi tutti?», si è lamentata Oksana Kholodova, la madre del soldato Andrey Kholodov. Drammatica anche la testimonianza di Anna, moglie di un altro soldato coscritto: «Loro (i nostri soldati russi, ndr) hanno paura, sono bombardati, sono stati abbandonati senza preparazione, senza niente».

Ore 01:29 - Usa a Zelensky, non chiudere pubblicamente negoziati con Putin

L’amministrazione Biden sta incoraggiando privatamente i leader ucraini a segnalare pubblicamente un’apertura a negoziare con la Russia e a non dichiarare più che si rifiutano di partecipare ai colloqui di pace con il presidente Vladimir Putin al potere. Lo rivelano fonti informate al «Washington Post». La richiesta dei funzionari americani non mira a spingere l’Ucraina al tavolo dei negoziati, hanno precisato le fonti che, invece, hanno definito l’operazione un tentativo per garantire che il governo di Kiev mantenga il sostegno di Paesi che non vogliono che la guerra continui ancora a lungo.

Le fonti riferiscono al «Washington Post» che i funzionari statunitensi condividono la valutazione delle loro controparti ucraine secondo cui Putin, per ora, non è serio riguardo ai negoziati di pace. Tuttavia ritengono che il veto espresso da Zelensky sul leader del Cremlino abbia creato preoccupazione in alcune parti dell’Europa, dell’Africa e dell’America Latina, dove gli effetti della guerra in termini di costo della vita e carenze alimentari si fanno sentire più distintamente. «Le difficoltà causate dal conflitto Ucraina sono una questione molto reale per alcuni dei nostri partner», ha detto uno dei funzionari americani.

La posizione degli Stati Uniti, sostiene il «Washington Post», potrebbe essere un segnale di preoccupazione in vista delle prossime elezioni di midterm. Il sostegno tra i Repubblicani delle misure a favore dell’Ucraina si sta riducendo. Una vittoria dei conservatori martedì potrebbe mettere in seria difficoltà la linea della Casa Bianca di appoggiare Kiev senza indugi. Finora Washington ha garantito agli ucraini aiuti militari per oltre 17 miliardi di dollari, il più grande intervento finanziari o dai tempi della Guerra fredda.

Kiev: «Situazione sotto controllo, esclusa evacuazione totale». Redazione online su Il Corriere della Sera il 6 Novembre 2022.

Le notizie di domenica 6 novembre, in diretta. Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina, contro la presenza di Putin al G20 di Bali

• La guerra in Ucraina è arrivata al 255esimo giorno.

• Kiev ha rinnovato l'avvertimento nei confronti di Teheran: «Le conseguenze della complicità nei crimini contro l’Ucraina saranno di gran lunga maggiori del beneficio del sostegno della Russia», ha dichiarato il ministero degli Esteri.

• La popolazione di Odessa vuole smantellare il monumento che raffigura l'imperatrice russa Caterina II.

• Nel frattempo, gli occupanti russi di Melitopol hanno annunciato il ripristino della statua dedicata a Lenin.

Ore 01:29 - Usa a Zelensky, non chiudere pubblicamente negoziati con Putin

L’amministrazione Biden sta incoraggiando privatamente i leader ucraini a segnalare pubblicamente un’apertura a negoziare con la Russia e a non dichiarare più che si rifiutano di partecipare ai colloqui di pace con il presidente Vladimir Putin al potere. Lo rivelano fonti informate al «Washington Post». La richiesta dei funzionari americani non mira a spingere l’Ucraina al tavolo dei negoziati, hanno precisato le fonti che, invece, hanno definito l’operazione un tentativo per garantire che il governo di Kiev mantenga il sostegno di Paesi che non vogliono che la guerra continui ancora a lungo.

Le fonti riferiscono al «Washington Post» che i funzionari statunitensi condividono la valutazione delle loro controparti ucraine secondo cui Putin, per ora, non è serio riguardo ai negoziati di pace. Tuttavia ritengono che il veto espresso da Zelensky sul leader del Cremlino abbia creato preoccupazione in alcune parti dell’Europa, dell’Africa e dell’America Latina, dove gli effetti della guerra in termini di costo della vita e carenze alimentari si fanno sentire più distintamente. «Le difficoltà causate dal conflitto Ucraina sono una questione molto reale per alcuni dei nostri partner», ha detto uno dei funzionari americani.

La posizione degli Stati Uniti, sostiene il «Washington Post», potrebbe essere un segnale di preoccupazione in vista delle prossime elezioni di midterm. Il sostegno tra i Repubblicani delle misure a favore dell’Ucraina si sta riducendo. Una vittoria dei conservatori martedì potrebbe mettere in seria difficoltà la linea della Casa Bianca di appoggiare Kiev senza indugi. Finora Washington ha garantito agli ucraini aiuti militari per oltre 17 miliardi di dollari, il più grande intervento finanziari o dai tempi della Guerra fredda.

Ore 06:22 - Kiev, bombe russe su Zaporizhzhia, colpito edificio

L’esercito russo ha bombardato nella notte Zaporizhzhia colpendo un edificio residenziale in cui è poi scoppiato un incendio. Lo ha detto Anatolii Kurtiev, segretario del consiglio comunale di Zaporizhzhia, in un post su Telegram, secondo quanto riferisce Ukrinform. Sono ancora in corso verifiche su eventuali vittime o danni.

Ore 06:24 - «Putin, la presenza del presidente russo al G20 di Bali segnale sbagliato alle élite politiche globali»

Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina, lo ha detto su Twitter, secondo quanto riporta Ukrinform. «La presenza di Putin al G20 — un segnale totalmente sbagliato alle élite politiche globali. Soprattutto per chi vuole la “corona di un autocrate”. È stato superato il punto di non ritorno: chi commette un genocidio in Ucraina deve essere un emarginato, isolato dal mondo civile. Eppure non è troppo tardi per risolverlo», ha detto Podolyak.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in precedenza aveva affermato che l’Ucraina non avrebbe partecipato al vertice del G20 a Bali se il presidente russo fosse stato presente lì. Dal 15 al 16 novembre, l’Indonesia ospiterà il vertice del G20. Il presidente ucraino è stato invitato a partecipare all’evento. Il ministero degli Esteri ucraino chiede che la Russia venga espulsa dal G20 dopo che Putin ha ammesso di aver ordinato attacchi missilistici sulle infrastrutture dell’Ucraina.

Ore 08:07 - Il sindaco di Kiev non esclude un blackout totale

Il sindaco di Kiev, Vitaliy Klitschko, non esclude la possibilità di un blackout totale nella capitale ucraina a causa della mancanza di elettricità, riscaldamento, acqua, comunicazioni e invita i residenti a fare scorte di cibo o trasferirsi temporaneamente fuori città. Lo riporta la Ukrainska Pravda. «Stiamo facendo di tutto per evitare che ciò accada», ha detto Klitschko durante una conferenza stampa a chi gli chiedeva del rischio di un blackout totale. «Ma siamo sinceri: i nostri nemici stanno facendo di tutto perché la città sia senza riscaldamento, senza elettricità, senza approvvigionamento idrico. In generale (vogliono che) moriamo tutti. E quanto saremo preparati alle diverse situazioni, dipende dal futuro del Paese e dal futuro di ognuno di noi... Non lo escludiamo. Ipotizziamo i diversi scenari per resistere, per prepararci», ha aggiunto. Il sindaco ha poi chiesto ai residenti di tenere scorte di acqua potabile e cibo in case, oltre a batterie cariche, ed ha ricordato che è prevista l’installazione di un migliaio di siti con impianti di riscaldamento nella capitale, ma ha osservato che potrebbero non essere sufficienti per una città di tre milioni di abitanti. «Questo non è abbastanza - ha detto -. Ecco perché mi rivolgo anche alle persone: in caso di uno scenario negativo, se non abbiamo elettricità e fornitura di acqua, se avete parenti o conoscenti alla periferia di Kiev, dove c’è una rete idrica separata e riscaldamento, siete pregati di prendere accordi per rimanere lì temporaneamente».

Ore 08:31 - Bombe russe nell’est dell’Ucraina, ucciso un civile

Un civile è morto durante gli attacchi russi di ieri nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, come riporta Ukrinform. «Il 5 novembre i russi hanno ucciso un civile nella regione di Donetsk, a Toretsk», ha scritto Kyrylenko aggiungendo che tre civili sono rimasti feriti.

Ore 08:59 - Kiev, un morto in attacco a edificio Zaporizhzhia

Una persona è morta nella notte in un attacco russo a un edificio a due piani a Zaporizhzhia. Lo hanno riferito le autorità locali, spiegando che dopo l’esplosione, nel palazzo è scoppiato un incendio.

Ore 11:11 - Gb, Mosca nomina Linkov al posto di Lapin silurato a ottobre

Il colonnello generale russo Alexander Lapin, rimosso il mese scorso, sarebbe stato sostituito con il maggiore generale Alexander Linkov nell’ultima di una «serie di licenziamenti» di alti comandanti militari dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano dell’intelligence sulla situazione nel Paese. Secondo il rapporto, Linkov sarebbe stato nominato giovedì comandante ad interim del Distretto militare centrale russo, in sostituzione di Lapin, che era stato silurato a fine ottobre. «Lapin è stato ampiamente criticato per le scarse prestazioni sul campo di battaglia in Ucraina sia dal leader ceceno Ramzan Kadyrov sia dal capo del (gruppo) Wagner Yevgeny Prigozhin - scrive il ministero -. Questi licenziamenti rappresentano un modello di biasimo nei confronti degli alti comandanti militari russi per il mancato raggiungimento degli obiettivi russi sul campo di battaglia. In parte si tratta probabilmente di un tentativo di isolare e deviare la colpa dai vertici russi in patria».

Ore 13:30 - Il Nyt: «Kiev prepara evacuazione in caso di blackout totale»

«Kiev ha iniziato a pianificare l’evacuazione dei circa tre milioni di residenti rimasti in città nel caso si verifichi un blackout totale nella capitale». La notizia è stata pubblicata dal New York Times, che cita un alto funzionario del governo locale Roman Tkachuk, direttore della sicurezza del governo municipale: «Se si dovesse arrivare a quel punto (il blackout totale, ndr) inizieremo a informare i tre milioni cittadini e chiederemo loro di andarsene».

Ore 14:37 - Filorussi, Kherson senza luce e acqua dopo attacco Kiev

«A seguito di un attacco terroristico, organizzato dalla parte ucraina, tre tralicci di cemento che trasportavano linee ad alta tensione sono stati danneggiati sull’asse Berislav-Kakhovka», hanno affermato le autorità di occupazione della regione di Kherson in una nota a Telegram. «Attualmente non c’è elettricità o acqua in città e in alcuni distretti della regione», hanno aggiunto.

Ore 15:27 - Kiev, per ora esclusa evacuazione di massa

La situazione a Kiev è sotto controllo, e al momento non c’è motivo di considerare un’evacuazione di emergenza della popolazione della capitale ucraina. Lo ha dichiarato il capo del dipartimento di sicurezza municipale presso l’amministrazione statale della città di Kiev, Roman Tkachuk, citato da Ukrinform. «Al momento non c’è motivo di parlare di evacuazione», ha detto Tkachuk. «Il sistema di protezione civile deve essere preparato per varie opzioni, ma questo non significa che ora ci stiamo preparando a lanciare un’evacuazione. Per reagire nel modo giusto, dobbiamo avere un piano per tutti gli scenari possibili», ha aggiunto.

Ore 15:45 - Kiev, 1.100 strutture mediche bombardate dai russi da febbraio

Dall’invasione su vasta scala dell’Ucraina, le truppe russe hanno bombardato 1.100 strutture mediche ucraine e ora sono necessari più di 38 miliardi in Grivnia ucraina (Uah) per la loro ricostruzione. Lo ha annunciato il ministero della Salute ucraino, stando a quanto scrive Ukrinform. Il ministero ha poi precisato che gli invasori russi durante gli otto mesi di guerra hanno danneggiato 1.100 strutture mediche, di cui 144 completamente distrutte. «Novantanove strutture mediche sono già state completamente restaurate. Altre 204 sono state parzialmente restaurate», ha poi aggiunto la stessa fonte.

Ore 16:32 - Von der Leyen sente Zelensky, in arrivo 1,5 miliardi al mese

La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha parlato oggi con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al centro del colloquio la garanzia di un sostegno finanziario Ue a Kiev nei prossimi mesi, fino a 1,5 miliardi di euro al mese, per un totale di 18 miliardi di euro, che contribuirà in modo significativo a coprire il fabbisogno finanziario dell’Ucraina per il 2023. La telefonata fa seguito all’annuncio della presidente al termine dell’ultimo Consiglio europeo. Entrambi i leader hanno riconosciuto l’importanza di garantire un finanziamento prevedibile e regolare delle funzioni statali essenziali.

Il sostegno sotto forma di prestiti a lungo termine altamente agevolati, con copertura dei costi di interesse, contribuirebbe inoltre a sostenere le riforme dell’Ucraina e il suo percorso verso l’adesione all’Ue. La Presidente von der Leyen ha confermato il lavoro in corso per continuare a fornire un sostegno umanitario immediato all’Ucraina, in particolare durante l’inverno. I leader hanno anche discusso dell’importanza di garantire che le esportazioni agricole dell’Ucraina possano raggiungere il mondo. Infine i leader hanno discusso del rafforzamento delle sanzioni, nonché del ruolo negativo svolto dal sostegno dell’Iran all’aggressione russa e di come rispondere.

Ore 16:42 - Zelensky, con von der Leyen parlato anche di grano e Iran

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky ha riferito di aver parlato con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen per «discutere degli aiuti macro-finanziari» a Kiev, dell’accordo sul grano, delle sanzioni e del ruolo dell’Iran. «Ho discusso di aiuti macro-finanziari all’Ucraina per l’anno in corso e il 2023 con la Presidente della Commissione Europea. Ho rilevato l’importanza di continuare l’iniziativa sui cereali per la sicurezza alimentare mondiale. Ho discusso delle sanzioni crescenti e delle azioni opposte dell’Iran, che sostiene l’aggressione», ha scritto il leader ucraino su Twitter.

Ore 17:38 - Kiev: in tv e metro messaggi per il morale dei cittadini

Tenere alto il morale della popolazione ucraina è fondamentale, di fronte all'invasione russa. Per questo motivo, si moltiplicano i messaggi positivi, consigli sulla salute mentale ed esempi su come «fare la propria parte» nell'ecosistema informativo del Paese, per sostenere lo spirito degli ucraini durante la guerra. «Insieme alla vittoria», «Il coraggio è andare avanti» o «Solo un po' di più e diventerà più facile», sono alcuni dei messaggi motivazionali che passano nelle pubblicità sul sistema della metropolitana, riferisce il Guardian. E quasi ogni giorno, gli psicologi sono invitati a programmi televisivi per offrire consigli su come gestire l'ansia, mentre le interruzioni pubblicitarie sono piene di video a sostegno dell'esercito. Gli esperti affermano che questo approccio svolgerà un ruolo significativo nel sostenere gli ucraini durante quello che probabilmente sarà un inverno duro.

I canali tv ucraini stanno pubblicando una serie di annunci su come le persone possono risparmiare energia, tra le richieste del governo ai consumatori di ridurre i consumi. Sotto lo slogan «Le regole di un Paese caldo», un video consiglia alle persone di utilizzare metodi alternativi per riscaldarsi, incluso l'uso di borse dell'acqua calda o l'abbraccio dei gatti, oltre a riunirsi con i propri vicini. Sui social media, gli ucraini stanno condividendo infografiche su quali elettrodomestici utilizzano più elettricità, e video del trend recente sulla realizzazione di candele-fornelli per i soldati in trincea. Per questo inverno, l'Ucraina si trova ad affrontare la prospettiva di temperature sotto lo zero con periodi di mancanza di elettricità, acqua e persino riscaldamento. Nell'ultimo mese, la Russia ha preso di mira infrastrutture del settore energetico ucraino con missili, razzi e droni.

Ore 17:45 - Kiev, russi invitano ucraini a Kherson a evacuare in fretta

L'esercito ucraino ha dichiarato che i residenti della città ucraina di Kherson, occupata dalla Russia, hanno ricevuto messaggi di avvertimento sui loro telefoni che li esortavano a evacuare il prima possibile. Lo riporta il Guardian. I soldati russi hanno avvertito i civili che l'esercito ucraino si starebbe preparando per un massiccio attacco e hanno detto alle persone di partire immediatamente per raggiungere la riva destra della città. Nataliya Humenyuk, portavoce delle forze meridionali dell'Ucraina, ha detto alla televisione di Stato che la Russia sta «occupando ed evacuando» Kherson contemporaneamente, cercando di convincere gli ucraini che se ne stanno andando quando in realtà stanno tenendo le loro posizioni.

Ore 20:23 - Tajani: «Promuovere la pace è fermare l’invasione»

«Dobbiamo promuovere la pace, ma impedendo che ci sia un’invasione dell’Ucraina da parte della Russia perché la pace sia una pace giusta, che significa la libertà dell’Ucraina. E poi si può trattare attorno a un tavolo, Zelensky e Putin devono trovare un accordo. Ma l’accordo non si trova se c’è uno sconfitto, quindi bisogna permettere all’Ucraina di difendersi, di sostenere l’offensiva dei russi e poi puntare alla liberazione di questo Paese, per poi raggiungere una pace. Tutti quanti la vogliamo». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg1.

Ore 23:19 - Ucraina: domani a Kiev blackout d’emergenza più lunghi

Domani a Kiev l’erogazione di corrente elettrica sarà sottoposta a blackout d’emergenza più lunghi del previsto, per far fronte alla crisi energetica causata dai raid sulle infrastrutture ucraine. Serhiy Kovalneko, ceo del fornitore Yasno, ha reso noto che il 7 novembre la carenza di elettricità aumenterà del 32% rispetto al previsto. «È molto ed è dovuto a cause di forza maggiore», ha spiegato citato dai media ucraini, secondo cui i blackout cominceranno di prima mattina. Secondo l’operatore di rete statale Ukrenergo, i blackout sono programmati a Kiev e in altri 6 oblast: Chernihiv, Cherkasy, Zhytomyr, Sumy, Kharkiv, Poltava.

Da corriere.it il 6 novembre 2022.

Un video di Associated Press e Frontline-Pbs descrive nei dettagli quanto accaduto nella città ucraina nel marzo 2022. Immagini, testimonianze, intercettazioni telefoniche e una ricostruzione in 3D mostrano come hanno agito i soldati di Mosca 

Immagini delle telecamere di sicurezza, testimonianze e interviste ai sopravvissuti, intercettazioni telefoniche dei soldati russi e un modello 3D della città per ricostruire quanto accaduto a Bucha nel marzo 2022. 

Un documentario realizzato dalla Associated Press, in collaborazione con la trasmissione Frontline della tv pubblica Usa Pbs e Situ research mostra nel dettaglio come hanno agito i militari di Mosca nella città ucraina, alle porte di Kiev, dove hanno compiuto un vero e proprio massacro.

Centinaia i civili ucraini prelevati dai russi dalle proprie abitazioni, torturati e giustiziati perché ritenuti un potenziale pericolo. Nelle intercettazioni i militari parlano di «fare pulizia». Nel documentario è stato realizzato un modello 3D di Bucha per mappare dove sono stati trovati i corpi di 450 persone, tra uomini, donne e bambini. I sopravvissuti raccontano quanto accaduto in quelle ore nella città mentre nelle intercettazioni telefoniche i soldati russi ammettono il massacro raccontando ai parenti a casa le atrocità commesse.

Sul massacro di Bucha è stata aperta un'inchiesta della procura generale dell'Ucraina e gli inquirenti di Kiev hanno individuato come responsabile la 76esima divisione di assalto russa.

Cuore di tenebra Il turismo di guerra sta portando molte persone in Ucraina. Elisabetta Rosso su L’Inkiesta il 7 Novembre 2022.

Nelle ultime settimane sono aumentati i viaggi verso Kyjiv e altre città. Chi parte vuole sostenere e contribuire alla sua economia, o vuole magari cerca solo emozioni e paure che altrove non potrebbe provare

Dvirtseva Square è una colata di cemento cotta dal sole. Matteo è fermo sotto una tettoia di plastica rovente di Leopoli, qui si sente l’odore di celluloide bruciata. Sopra la sua testa c’è un grande cartellone blu elettrico che segna gli orari dei bus. Quelli che partono e quelli che ritornano, quelli che hanno consumato avanti e indietro il confine che separa la Polonia dall’Ucraina.

In quel preciso punto, di solito, ci sono madri con i loro bambini, anziani che fuggono, famiglie che rientrano, fidanzati che si rincontrano. Matteo non è nessuna di queste cose. È un turista di guerra.

«C’è chi dice che lo fa per dare un sostegno all’Ucraina, per l’economia, ma penso sia una scusa», aspira l’ultimo tiro di sigaretta, «non hanno il coraggio di dire perché vengono qui per davvero. La verità è che vuoi vedere qualcosa di orribile, e ti serve vedere perché vuoi conoscere quel tipo di emozione».

Certo, c’è anche la ricaduta economica. Gli alberghi, i ristoranti, i negozi, sono tutti aperti e troppo vuoti. Eppure come spiega Matteo «se vuoi aiutare mandi i soldi in beneficenza, non fai un viaggio».

Matteo ha trentadue anni, lavora in una comunità vicino Milano. Ha i capelli rasati, gli occhi azzurri liquidi, una maglietta blu a strisce e una Nikon D810 pro al collo. Si siede su una panchina giallo metallico e sposta lo zaino a terra. Porta con sé un adattatore universale, asciugamani in microfibra, una scatola di rullini fotografici, magliette, pantaloncini, una borraccia, un cuscino gonfiabile da viaggio, e un kit per la barba. Ha anche una mappa stropicciata infilata nella tasca laterale, quella di solito non c’è, ma ha saputo che durante gli attacchi missilistici l’elettricità salta, internet si interrompe. «Ho pensato potesse tornarmi utile», dice «e infatti…» lascia la frase in sospeso e prova a ricaricare il feed del suo Instagram. La connessione va a singhiozzo.

A sette chilometri di distanza, nemmeno dieci ore prima le forze aeree ucraine hanno intercettato sette missili da crociera lanciati dai bombardieri strategici russi Tu-95. Un ottavo missile ha colpito una postazione antiaerea nella regione di Leopoli. «Per poco non ho sentito le sirene suonare, vorrei poterle ascoltare con le mie orecchie», dice. Cercano anche questo i turisti di guerra. I gargarismi insistenti degli allarmi, quei tetti di suono che schiacciano il cielo. Diventano altro. «Può sembrare curiosità, ma è di più», dice.

D’altronde il turismo di guerra non è una novità. Mark Twain nel 1856 guidava i più coraggiosi tra le rovine di Sebastopoli, simbolo della guerra di Crimea. A Manassas, Virginia, nel 1861, l’élite di Washington organizzava pic nic per guardare a ragionevole distanza la prima battaglia di Bull Run.

Rick Sweeney ha fondato War Zone Tours nel 2008, e nel 2010 c’era chi pagava quarantamila dollari per visitare Baghdad durante la seconda Guerra del Golfo. Oggi c’è chi vuole sentire le sirene che segnalano l’arrivo dei bombardieri russi.

Matteo non è l’unico ad aver scelto come meta estiva l’Ucraina. Secondo i dati registrati da Visit Ukraine, la più grande piattaforma turistica del Paese, sono, al mese, un milione e mezzo le persone che hanno visitato la piattaforma. Settantamila tedeschi, quasi venticinquemila italiani, oltre trentamila americani e ventitremila inglesi.

Visit Ukraine ha segnato un aumento del cinquanta per cento delle visite rispetto ai numeri prima della guerra.

Gli annunci sono spuntati a luglio, poi sempre più pacchetti sono apparsi sul portale. Soprattutto tour giornalieri per gruppi di dieci persone, durano tre o quattro ore ma possono essere ampliati, in base alle richieste.

Le guide turistiche traducono e accompagnano, danno indicazioni dettagliate su dove mettere i piedi e soprattutto dove non metterli. Propongono il tour Città coraggiose: «Strong and Invincible Bucha e Iprin», «Indestructible Kharkiv» e «Unconquered Mykolaiv».

«Quei pacchetti fanno vedere le città distrutte, uno di questi fa anche salire la gente sui carri armati, o simula un allarme antiaereo, per esempio fanno correre i turisti verso i bunker», spiega Matteo. Ma ci sono anche proposte che sono lontane dalla guerra, come l’itinerario Relax a Leopoli, il Family Tour nei Carpazi, o la visita alle catacombe di Odessa.

A Matteo, però, questi tour non interessano, «diciamo che se hai tempo e puoi cercare ci sono cose meno turistiche»: lui lo sa perché è entrato in un gruppo Telegram, «guarda», mostra lo schermo e comincia a scorrere immagini. Sono screenshot di chat con indirizzi cerchiati in rosso, numeri di telefono in sovraimpressione. «Vedi? Qua puoi trovare qualcosa di più interessante. Per esempio feste clandestine dentro fabbriche abbandonate, oppure c’è la possibilità di vivere giorni dentro a un bunker, per capire cosa si prova». È un turismo sotterraneo, fatto di mazzette, parole in codice, appuntamenti a ore specifiche in quei posti che Matteo ha cerchiato di rosso sul suo smartphone.

Il Dipartimento di Stato classifica l’Ucraina come Paese di livello quattro: non viaggiare. Eppure entrare non è così difficile. «Io ho preso l’aereo fino a Cracovia, e poi da lì il pullman, io l’ho prenotato su internet, ho pagato trenta euro», dice Matteo. Si può entrare anche dal confine rumeno o dalla Moldavia. «E poi qui ci sono treni, autobus, l’unica scocciatura è che ci metti un po’ di ore dato che i voli sono tutti sospesi. Parto da Leopoli e poi provo a spingermi più a est possibile». Matteo ha anche prenotato tre alberghi: «Non sono costati molto, li ho prenotati su Booking, giusto per avere dei punti di appoggio e poi giro e vedo cosa trovo».

Intorno i pullman continuano a partire, arrivare, le persone si disperdono ai bordi di Dvirtseva Square e poi spariscono. «Io scelgo di fare i conti con l’orribile, guardandolo in faccia», dice Matteo. «Vorrei avere più consapevolezza della morte».

Il suo è un esorcismo sporcato dall’indiscreto fascino della catastrofe. Dentro c’è il sublime, il perturbante, e poi c’è altro. C’è una guerra che assume una dimensione mitica ed estetizzata, un movimento che crea distanza. Una guerra di slogan che si riduce a spettacolo e per questo chiama a sé nuove platee. Diminuisce la percezione del pericolo, aumenta il desiderio di diventare spettatori, o meglio, protagonisti. «Sinceramente, tra vent’anni dire io c’ero, per me avrà un valore. Ti dà l’idea di essere parte di qualcosa di più grande. Non nego di avere un po’ di paura, ma cerco anche quella forse, ho voglia di vedere qualcosa che non mi appartiene, poterlo fare un po’ mio, esserne parte». Matteo vuole sporcarsi gli occhi per poter guardare in modo diverso, sentire quelle sirene antiaeree che gli ronzano nei timpani. E poi tornare.

A pochi centimetri si ferma un bus color mattone con una scritta gialla fosforescente che lampeggia. Dentro non c’è nessuno. Matteo carica lo zaino in spalla, sale e sparisce. Dalla parte opposta della strada c’è un’altra fermata. È identica, ma con altre persone, con altri zaini, zaini diversi. Dentro hanno tutto quello che gli resta, gli ultimi oggetti strappati in corsa prima di fuggire. Loro non sono turisti di guerra. Loro, viaggiano. In direzione opposta.

Kiev: i russi preparano attacchi contro le aree residenziali di Kherson.  Redazione Online su Il Corriere della Sera il 7 Novembre 2022

Le notizie di lunedì 7 novembre, in diretta. Il cuoco di Putin: «Abbiamo interferito nel voto Usa e continueremo». Filorussi: «Completata l’evacuazione di Kherson»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 256esimo giorno.

• Il ceo del fornitore di elettricità Yasno ha reso noto che oggi la carenza di elettricità aumenterà del 32% rispetto al previsto a Kiev e altri 6 oblast. La misura serve per far fronte alla crisi energetica causata dai raid russi.

• Zelensky ha avuto un colloquio con Ursula von der Leyen: nei prossimi mesi saranno garantiti all’Ucraina fino a 1,5 miliardi di euro al mese.

• Kiev ha comunicato che dall’inizio dell’invasione russa sono state bombardate 1.100 strutture mediche ucraine, di cui 144 sono state completamente distrutte.

Ore 03:03 - Kiev a rischio blackout, Kherson senza luce e acqua

Allarme a Kiev per i danni alle infrastrutture causati dalle bombe russe. Oggi l’erogazione di elettricità nella capitale ucraina sarà sottoposta a lunghi blackout d’emergenza. I filorussi informano che Kherson è senza acqua e luce dopo un attacco. Preoccupa anche il Kosovo: ieri sera una molotov contro la casa di una famiglia serba in una enclave vicino Pristina.

Ore 03:17 - Allarme aereo in 5 regioni ucraine

Dichiarato l’allarme aereo in cinque regioni ucraine: Kharkiv, Dnipropetrovsk, Poltava, Kirovohrad e Cherkassy, secondo i dati della mappa online degli allarmi aerei del governo di Kiev. Secondo il servizio, l’allarme suona nelle 5 regioni indicate nonché nella parte della regione di Zaporozhye controllata dall’Ucraina.

Ore 06:52 - Zelensky alla popolazione: «Inverno difficile, dobbiamo essere forti»

Il sindaco di Kiev Vitali Klitschko avverte i residenti che devono prepararsi al peggio quest’inverno se la Russia continuerà a colpire le infrastrutture energetiche del paese, e questo significa che non si può escludere che non ci saranno elettricità, acqua e riscaldamento per proteggersi dal freddo gelido. «Stiamo facendo di tutto per evitarlo. Ma siamo sinceri, i nostri nemici stanno facendo di tutto perché la città sia senza riscaldamento, senza elettricità, senza approvvigionamento idrico, in generale, così moriremo tutti. E il futuro del Paese e il futuro di ciascuno di noi dipende da quanto siamo preparati per le diverse situazioni», ha detto Klitschko ai media statali. Intanto il presidente Volodymyr Zelensky ha dichiarato domenica nel suo discorso video notturno alla nazione che circa 4,5 milioni di persone sono senza elettricità. Ha invitato gli ucraini a sopportare le difficoltà e che «dobbiamo superare questo inverno ed essere ancora più forti in primavera di adesso». Dal canto suo, la Russia si è concentrata sul colpire le infrastrutture energetiche dell’Ucraina nell’ultimo mese, causando carenze di energia e interruzioni di servizio in tutto il paese. Kiev ha avuto blackout a intermittenza domenica in alcune parti della città e nella regione circostante. Sono stati segnalati blackout continui anche nelle regioni di Chernihiv, Cherkasy, Zhytomyr, Sumy, Kharkiv e Poltava, ha affermato l’operatore energetico statale ucraino, Ukrenergo.

Ore 07:59 - Il sindaco di Kiev: «Lasciare città se ci sarà blackout completo»

Il sindaco di Kiev ha invitato i residenti della capitale a considerare l’ipotesi di lasciare la città in caso di blackout completo. Vitali Klitschko ha affermato di non poter escludere la prospettiva di un blackout completo per Kiev mentre la Russia continua la sua campagna di raid contro le infrastrutture energetiche. Parlando con United News, un programma di notizie trasmesso su tutti i canali locali, Klitschko ha detto alle persone di prepararsi acquistando power bank e vestiti pesanti. In caso di blackout totale, ha spiegato che i residenti di Kiev dovrebbero cercare di stare con i parenti fuori dalla capitale. «Se avete una famiglia allargata o amici fuori Kiev, dove c’è un approvvigionamento idrico autonomo, un forno, il riscaldamento, tenete presente la possibilità di rimanere lì per un certo periodo di tempo», ha commentato.

Ore 07:36 - Numerose esplosioni nel Donetsk occupato

Numerose esplosioni sono state segnalate durante la notte nella parte del Donetsk occupata dai russi. La notizia è stata data dal Kyiv Independent, che cita i media statali russi. Secondo le prime informazioni, un grande incendio è scoppiato in un edificio dell’amministrazione ferroviaria nel distretto di Voroshylivskyi. Per il momento non ci sono notizie di feriti o vittime.

Ore 08:07 - I russi attaccano la regione di Sumy, un morto

Almeno una persona è morta negli attacchi di ieri delle forze russe nella regione di Sumy, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto il governatore Dmytro Zhyvytskyi, come riporta il Kyiv Independent. Secondo Zhyvytskyi i russi hanno lanciato oltre 200 razzi colpendo diverse comunità, tra cui Bilopillia, Esman, Vorozhba, Krasnopillia, Khotin, Seredyna-Buda e Shalyhyne. Nella comunità di Vorozhba, una donna è stata uccisa e un’altra è rimasta ferita.

Ore 08:30 - Kiev: «Blackout in sette regioni compresa la capitale»

Blackout sono previsti per oggi in sette regioni dell’Ucraina. Lo ha reso noto la compagnia energetica statale ucraina, spiegando che sarà coinvolta anche la regione di Kiev e la stessa capitale. Le altre regioni colpite saranno quelle di Chernihiv, Cherkasy, Zhytomyr, Sumy, Kharkiv e Poltava.

Ore 08:52 - Vucic (presidente Serbia): «Momento difficile, battaglia per Kherson decisiva»

Il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, si aspetta che la battaglia per Kherson sarà l’evento decisivo della guerra in Ucraina. «Abbiamo un momento difficile davanti a noi, il prossimo inverno sarà ancora più difficile di questo, perché stiamo affrontando la battaglia di Stalingrado, la battaglia decisiva nella guerra in Ucraina, la battaglia per Kherson, in cui entrambe le parti utilizzano migliaia di carri armati, aerei, artiglieria», ha detto il presidente serbo, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa statale russa Tass. «L’occidente pensa che in questo modo sarà in grado di distruggere la Russia, la Russia crede che in questo modo sarà in grado di proteggere ciò che ha preso all’inizio della guerra e di porre fine alla guerra. Questo creerà ulteriori problemi ovunque», ha aggiunto Vucic.

Ore 09:04 - Medvedev: «Operazione speciale dopo minaccia Kiev su nucleare»

La decisione della Russia di organizzare un’operazione militare speciale è stata in gran parte influenzata dalle minacce di Kiev di riprendere il suo programma nucleare, ha scritto oggi il vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev sulla sua pagina VKontakte, come riporta la Tass. Medvedev ha dichiarato che il regime di Kiev «è profondamente in lutto per la decisione presa in base al Memorandum di Budapest del 1994 di ritirare l’arsenale nucleare ereditato dall’Urss situato sul loro territorio». «E inoltre i leader ucraini hanno detto che lo avrebbero usato contro di noi e contro i loro cittadini con grande piacere», ha aggiunto Medvedev. «Cosa che hanno lasciato intendere in modo inequivocabile, minacciando di riprendere il programma nucleare che ha causato in gran parte l’operazione militare speciale», ha scritto.

Ore 09:27 - Ucraina: «Un francobollo italiano ricorda i profughi»

I profughi Ucraini causati dall’invasione russa sono ricordati da un francobollo italiano emesso oggi. Il valore postale è valido per la posta ordinaria spedita in Europa e nel bacino Mediterraneo. La vignetta raffigura le bandiere dell’Ucraina e dell’Italia in cui il colore bianco diventa, idealmente, una strada che collega i due Paesi. La tiratura è di 315.000 esemplari e l’annullo speciale «primo giorno di emissione» è disponibile a Roma.

Ore 09:40 - Kiev: «Attacchi russi su regione Sumy, morta una donna»

Le forze russe hanno colpito una serie di centri della regione ucraina di Sumy e a Vorozhba una donna è rimasta uccisa e un’altra persona è rimasta ferita. Lo annuncia il governatore di Sumy, Dmytro Zhyvytskyi, citato dal Kiev Independent, aggiungendo che le comunità colpite sono Bilopillia, Esman, Vorozhba, Krasnopillia, Khotin, Seredyna-Buda e Shalyhyne e che gli attacchi sono stati effettuati ieri. Almeno 7 case sono state danneggiate dai bombardamenti, come pure un cimitero, due auto,m un bar e linee elettriche, aggiunge Zhyvytskyi.

Ore 09:48 - Filorussi: «Oltre 500 civili uccisi in Donetsk da febbraio»

Più di 500 civili, tra cui 23 bambini, sono stati uccisi nell’autoproclamata repubblica del Donetsk (Dpr) dall’inizio dell’escalation nel febbraio di quest’anno: lo hanno riferito oggi i rappresentanti filorussi della Dpr presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento dei crimini di guerra in Ucraina, come riporta l’agenzia di stampa statale russa Tass. «In 263 giorni di escalation sono stati uccisi 503 civili, tra cui 23 bambini», hanno affermato i filorussi in una nota pubblicata su Telegram, specificando che 3.718 persone sono rimaste ferite, tra cui 234 bambini.

Ore 10:04 - Capo chiesa ucraina Shevchuk in Vaticano, incontra il Papa

Il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, incontrerà questa mattina papa Francesco in Vaticano. Lo si apprende da una nota della stessa Chiesa. È la prima volta che Shevchuk lascia il Paese dall’inizio della guerra, il 24 febbraio scorso, se si esclude un breve incontro in Polonia per il sinodo. L’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, arrivato ieri a Roma, resterà nella Capitale per una settimana per - si legge nella nota - «portare il grido del popolo ucraino al cuore della cristianità, con la speranza di una pace giusta che renda giustizia al popolo ucraino aggredito».

Ore 10:40 - Kiev: «Abbattuto caccia russo in cieli Kherson»

I soldati ucraini hanno abbattuto un caccia russo Su-25 sui cieli della regione di Kherson. Lo riferisce il comando delle forze aeree dell’esercito ucraino, citato da Unian. La testata sottolinea che il Su-25 Hrach è un aereo d’attacco sovietico progettato per il supporto diretto delle truppe di terra sul campo di battaglia, di giorno e di notte, in linea di vista diretta del bersaglio, nonché per la distruzione di oggetti con determinate coordinate, 24 ore su 24, in qualsiasi condizione meteorologica. Il Su-25 decollò per la prima volta il 22 febbraio 1975. Aerei di questo tipo sono in funzione dal 1981 e hanno partecipato a diversi conflitti militari.

Ore 10:54 - Kiev, a Mosca rimasti 120 missili, chiuso accordo con Iran

Per attaccare le infrastrutture civili dell’Ucraina, la Russia ha utilizzato circa l’80 per cento dei suoi missili. Lo afferma il rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino Vadim Skibitsky, citato da Ukrainska Pravda, aggiungendo che alla Russia «sono rimasti 120 Iskander». Secondo Skibitsky, l’intelligence militare ucraina è venuta a conoscenza dei piani del Cremlino per acquisire missili balistici Fateh-110 e Zolfaghar dall’Iran e inviarli per via aerea in Crimea e via mare nei porti russi sul Mar Caspio. «Sappiamo che gli accordi sono già stati raggiunti», ha spiegato.

Ore 11:10 - Cremlino: diremo questa settimana se Putin andrà al G20

Il Cremlino annuncerà questa settimana se il presidente Vladimir Putin presenzierà al vertice del G20, in programma il 15 e 16 novembre a Bali. Lo ha detto il portavoce Dmitry Peskov citato dall’agenzia Interfax.

Ore 11:33 - Cremlino non commenta i «contatti Usa» a favore dialogo

Il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, non ha voluto commentare l’indiscrezione secondo cui ci sarebbero stati contatti diretti tra Mosca e Washington sull’Ucraina né i negoziati che gli Usa avrebbero avviato con Kiev per incoraggiare il dialogo con la Russia: Peskov ha detto di non sapere se si tratti di notizie vere oppure speculazioni. Secondo il Wall Street Journal, ci sono stati contatti negli ultimi mesi tra il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e l’assistente presidenziale russo per gli affari internazionali, Yuri Ushakov, e il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev. «Non abbiamo nulla da dire. Chiedete al giornale o alla Casa Bianca», ha tagliato corto Peskov. Il Washington Post ha invece sostenuto che l’amministrazione Biden sta chiedendo in maniera riservata alla leadership ucraina di mostrare apertura ai negoziati con la Russia: «Non sappiamo se sia vero o meno, perché ripeto, ci sono anche segnalazioni veritiere, ma soprattutto segnalazioni che sono speculazioni o menzogne. Quindi non commentiamo senza essere sicuri», ha detto Peskov.

Ore 12:21 - Ungheria, «Contrari a nuovi crediti Ue per aiutare Kiev»

«L’Ungheria è pronta a continuare a sostenere finanziariamente l’Ucraina su base bilaterale, ma non accetteremo in nessun caso che l’Ue prenda dei crediti per pagare questo scopo». È quanto ha affermato il ministro dell’Ungheria Peter Szijjarto secondo quanto reso noto in un tweet dal portavoce del governo di Budapest, Zoltan Kovacs. L’opposizione ungherese potrebbe bloccare l’approvazione del nuovo pacchetto di sostegno finanziario per il 2023 che la Commissione, come annunciato da Ursula von der Leyen al presidente Volodymyr Zelensky, è chiamata a discutere questa settimana.

Ore 12:30 - Kiev, arrivati sistema difesa aerea da Usa, Norvegia e Spagna

I nuovi sistemi di difesa aerea Nasams e Aspide inviati da Stati Uniti, Spagna e Norvegia sono arrivati in Ucraina. Lo ha reso noto il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, su Twitter, come riporta Unian. «Queste armi rafforzeranno in modo significativo l’esercito ucraino e renderanno i nostri cieli più sicuri. Continueremo ad abbattere i bersagli nemici che ci attaccano. Ringraziamo i nostri partner: Norvegia, Spagna e Stati Uniti», ha scritto Reznikov.

Ore 12:52 - Papa: riceve capo chiesa ucraina, «vicino a popolo martoriato

Papa Francesco ha ricevuto questa mattina il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, ribadendo la sua vicinanza al «martoriato popolo ucraino». Le parole del Santo Padre sono riportate dalla stessa Chiesa in una nota, nella quale si spiega che Shevchuk ha donato a Francesco il frammento di una mina russa che ha distrutto la facciata dell’edificio della chiesa greco-cattolica ucraina nella città di Irpin, vicino a Kiev, nel mese di marzo. Un dono particolarmente simbolico - si legge nella nota - «non solo perché Irpin è una delle prime `città martiri´ colpite dall’aggressione russa all’Ucraina, ma anche perché simili pezzi di mina si estraggono dai corpi di militari, civili e bambini ucraini, segno visibile della distruzione e della morte che ogni giorno porta la guerra». Papa Francesco, inoltre, ha incoraggiato l’arcivescovo maggiore e i suoi pastori ad un «servizio evangelico di prossimità al popolo sofferente, oppresso dalla paura e dalla violenza bellica». Il Pontefice anche ribadito l’impegno della Santa Sede per la fine dell’aggressione e l’arrivo alla pace. L’impegno del Vaticano, ha detto il Papa, è anche quello di promuovere la solidarietà per il popolo ucraino, oltre a dare sostegno negli sforzi di pace.

Ore 13:42 - Filorussi: completa evacuazione da Kherson

L’ultima nave di civili ha lasciato la città di Kherson per approdare sulla riva sinistra del Dnepr. Lo ha annunciato su Telegram, Kirill Srtemousov, vice-governatore dell’amministrazione filorussa della regione, come riporta Tass. Srtemousov ha dichiarato conclusa l’evacuazione organizzata dei residenti, che ora potranno lasciare Kherson solo con mezzi propri.

Ore 13:45 - Ue: pronti a nuove sanzioni se Iran dà armi a Mosca

«L’Ue è pronta a intraprendere ulteriori azioni per infliggere ulteriori costi a coloro che forniscono supporto militare alla Russia. Gli stati membri dell’Ue e i membri del G7 stanno seguendo da vicino e sono pronti ad agire se saranno disponibili ulteriori prove sul fatto che l’Iran continui le consegne di queste armi alla Russia ». Lo ha affermato il portavoce per gli Affari esteri della Commissione europea, Peter Stano, nel briefing quotidiano con la stampa. «Qualunque equipaggiamento militare venga consegnato alla Russia, è inaccettabile e ci saranno conseguenze se il gli Stati membri trovano prove sufficienti che ciò sta accadendo», ha aggiunto.

Ore 14:02 - Prigozhin: abbiamo interferito in voto Usa e continueremo

L’uomo d’affari russo vicino al Cremlino, Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo di mercenari russi Wagner e soprannominato «il cuoco di Putin», ha ammesso di essersi «intromesso» nelle elezioni americane, alla vigilia di un importante voto di metà mandato negli Stati Uniti, dove Mosca è da anni accusata di interferenze. «Abbiamo interferito, stiamo interferendo e continueremo a farlo. In modo accurato, preciso, chirurgico, in un modo che è unico per noi», ha dichiarato Prigozhin in un post sui social media della sua azienda Concord. Prigozhin è sottoposto a sanzioni statunitensi per il suo presunto ruolo nell’ingerenza nelle elezioni presidenziali del 2016.

Ore 14:36 - Sunak e Meloni: proseguire forte azione di sostegno a Kiev

«I leader hanno deciso di continuare a intraprendere un’azione forte per sostenere l’Ucraina e chiedere conto alla Russia delle sue azioni». Lo riferisce in una nota Downing Street, dopo l’incontro tra il premier britannico, Rishi Sunak e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni al vertice sul clima Cop27.

Ore 14:40 - Kiev: missili russi hanno distrutto un asilo a Kherson

L’esercito russo ha distrutto un asilo nella regione di Kherson colpendolo con missili Grad: lo ha reso noto la Procura regionale su Facebook, come riporta Ukrinform. Prima dell’invasione russa, 60 bambini frequentavano l’asilo.

Ore 14:53 - Ambasciatore in Gb: presto Sunak in visita a Kiev

Il premier britannico Rishi Sunak si recherà «molto presto» a Kiev. Lo ha affermato l’ambasciatore ucraino nel Regno Unito, Vadym Prystaiko. Il nuovo capo di Downing Street aveva promesso che il suo primo viaggio all’estero sarebbe stato in Ucraina, per ribadire il sostegno di Londra contro l’invasione russa, ma alla fine ha scelto l’Egitto dove in questi giorni si tiene la conferenza internazionale Onu sul clima Cop27.

Ore 14:54 - Nyt, Russia ha ripreso a interferire online per Midterm

Tornano le interferenze russe online sulle elezioni americane. Nei mesi precedenti il voto di Midterm, sono stati riattivati account falsi per prendere di mira Joe Biden e i dem, nonché suscitare la rabbia degli elettori conservatori e minare la fiducia nel sistema elettorale Usa. Quest’anno c’è però un obiettivo nuovo: contestare gli aiuti militari a Kiev usando i soldi dei contribuenti. Lo rivela il New York Times, citando tra i responsabili principali la Internet Research Agency dell’oligarca Ievgheni Prigozhin, lo chef di Putin.

Ore 15:04 - Canale russo: Nato dà a ucraini munizioni dell’Italia Anni 60

Un canale Telegram di propaganda russo, Open Ukraine, ha pubblicato oggi le fotografie di proiettili di artiglieria americani arrivati alle truppe ucraine dopo una serie di passaggi che, negli anni ‘60, toccarono anche l’Italia. Secondo quanto scrive Open Ukraine, che pubblica alcune fotografie, i proiettili, gli M-107, sono stati trovati nei cannoni semoventi polacchi Krab forniti da Varsavia a Kiev. Quasi 60 anni fa, sottolinea il canale Telegram, questi proiettili furono dismessi dall’esercito statunitense e mandati all’Italia. A loro volta le forze armate italiane li dismisero più tardi per inviarli alla Polonia. E ora i polacchi li hanno consegnati agli ucraini. «Tale è il ciclo naturale delle armi della Nato», commenta sarcastico Open Ukraine, un canale con quasi 200 mila follower.

Ore 15:21 - «Blackout d’emergenza per altre due settimane»

I blackout di emergenza in Ucraina continueranno per altre due settimane. Lo riferisce il direttore esecutivo della società Dtek, Dmytro Sakharuk, citato da Unian, secondo cui c’è una grande carenza di elettricità nelle regioni centrali e settentrionali del Paese. Sakharuk ha spiegato che i tecnici saranno in grado di riparare il sistema elettrico nel prossimo futuro, se non ci saranno altri bombardamenti. Secondo le stime, citate dai media ucraini, il 40% delle infrastrutture energetiche è distrutto o danneggiato.

Ore 15:35 - Kiev nazionalizza aziende strategiche per «necessità militari»

Le attività di alcune aziende considerate «strategiche» dal governo di Kiev per la guerra contro la Russia sono state nazionalizzate e passano ora sotto il controllo del ministero della Difesa ucraino. Lo ha riferito il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale, Oleksiy Danilov, come riporta Ukrinform. Le azione la cui gestione è stata trasferita al ministero della Difesa ucraino per «necessità militari» sono Motor Sich, Zaporizhtransformator, AvtoKrAZ, Ukrnafta e Ukrtatnafta. Dopo la fine della legge marziale, le aziende possono essere restituite ai loro proprietari o il loro valore può essere rimborsato, ha spiegato ancora Danilov.

Ore 15:39 - Putin: 50mila mobilitati in servizio con unità di combattimento

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che 50mila soldati russi che sono stati richiamati con la mobilitazione parziale stanno combattendo in Ucraina. Lo riporta l’agenzia di Interfax. «Ora abbiamo circa 50mila unità da combattimento — ha spiegato Putin —. Il resto non sta ancora prendendo parte alle ostilità. Ma ce ne sono fino a 80mila nella zona dell’operazione speciale. Il resto dei mobilitati è nei campi di addestramento».

Ore 16:00 - Media, i russi potrebbero preparare una trappola a Kherson

Le forze dell’esercito russo potrebbero preparare una trappola a Kherson, città nella quale oggi è stata completata l’evacuazione, secondo le autorità filorusse. Lo riferisce l’esperto militare Denys Popovych a Unian, spiegando che è stato registrato un comportamento singolare da parte delle truppe di Mosca nella regione. L’esperto ha sottolineato che a Kherson alcuni militari indossano abiti civili e occupano le case dei residenti. «Per qualche motivo, i russi si cambiano in abiti civili e rimangono lì — detto Popoviych —. Da un lato, stanno ritirando unità di personale, dall’altro stanno rafforzando le loro posizioni e lasciano personale militare esperto travestito in abiti civili. Stanno formano gruppi di sabotaggio». Per questo motivo, secondo Popoviych, l’esercito ucraino non dovrà avere alcuna fretta nell’attaccare Kherson.

Ore 16:38 - Presidente Indonesia: «Non credo Putin sarà al G20»

Il presidente indonesiano Joko Widodo ha ammesso oggi per la prima volta che il presidente russo Vladimir Putin potrebbe non recarsi la prossima settimana a Bali per il G20. Parlando con il Financial Times, Widodo ha detto di avere «la forte impressione» che Putin non sarà al summit. Oggi, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto che entro la settimana sarà annunciata la decisione di Putin sulla sua partecipazione o meno al G20. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva già comunicato che avrebbe partecipato in videoconferenza soltanto in assenza di Putin.

Ore 16:47 - Podolyak: «Negozieremo con il prossimo leader russo»

«L’Ucraina non ha mai rifiutato di negoziare». Lo ha ribadito Mykahilo Podolyak, consigliere di Zelensky, dopo che il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha sostenuto che la Russia rimane «aperta» a negoziati con l’Ucraina, denunciando che l’ostacolo all’avvio delle trattative è il rifiuto di Kiev a sedersi al tavolo. «La nostra posizione» in merito ai negoziati è «nota», ha ribadito Podolyak, sottolineando che prima le truppe russe devono ritirarsi dall’Ucraina e «poi viene tutto il resto». «Putin è pronto? Ovviamente no - ha aggiunto - Pertanto siamo costruttivi nella nostra valutazione: parleremo con il prossimo leader della Federazione Russa».

Ore 17:39 - Zelensky ha incontrato Howard Buffett

Zelensky ha incontrato a Kiev l’uomo d’affari e filantropo americano Howard Buffett. «L’ho ringraziato per il sostegno al progetto per la creazione di una fabbrica di cucine, avviato dalla first lady Olena Zelenska. Questo progetto è di grande importanza», ha scritto il presidente ucraino su Telegram, aggiungendo che «è stata presa in considerazione anche la possibilità della partecipazione di Buffett al Fondo per la ricostruzione dell’Ucraina». Il presidente ha consegnato a Buffett, figlio del miliardario Warren, il grado V dell’Ordine di Yaroslav «per aver sostenuto la sovranità statale e l’integrità territoriale dell’Ucraina».

Ore 17:44 - Kiev: potremmo dover colpire missili nemici direttamente in Russia

L’aviazione ucraina ha comunicato che i sistemi di difesa aerea occidentali appena arrivati aiuteranno ad affrontare la nuova minaccia dei missili balistici iraniani acquistati dalla Russia. Secondo Yuriy Ihnat, portavoce dell’Aeronautica ucraina, Kiev potrebbe prendere di mira i missili iraniani nei loro siti di lancio, quindi in territorio russo. «Devono in qualche modo essere distrutti, probabilmente da dove vengono lanciati. Perché non abbiamo mezzi efficaci per combattere i missili balistici, ad eccezione della loro distruzione nella fase di lancio», ha detto Ihnat, aggiungendo che i missili iraniani hanno «una gittata di 3-700 chilometri, che in linea di principio non creerà nulla di nuovo per l’Ucraina. Penso che sia la leadership militare che i nostri partner stiano cercando modi efficaci per contrastare queste nuove minacce».

Ore 17:54 - Prigozhin crea campi di addestramento della Wagner

(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) Il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin continua a comportarsi e a parlare come fosse l’unico capace di rispondere alle esigenze della Russia: sul campo di battaglia, in politica, nel reclutamento di riservisti (detenuti e criminali inclusi).

Ore 18:29 - Kiev, accordo Russia-Iran per fornitura missili già raggiunto

È stato già raggiunto l’accordo per la fornitura di missili iraniani alla Russia. Lo ha detto all’Economist il vicecapo dell’intelligence militare ucraina, Vadim Skibitskiy, «Sappiamo che sono già stati fatti accordi», ha detto Skibitskiy rilanciato da Kyiv Independent. A quanto scrive il settimanale, citando diversi funzionari ucraini, i missili iraniani Fateh-110 e Zolfghar verranno consegnati per via aerea nella Crimea occupata e via mare nei porti russi del mar Caspio.

Ore 18:41 - Kiev, russi preparano attacchi contro aree residenziali di Kherson

Nei prossimi giorni, le truppe russe potrebbero bombardare le aree residenziali della regione di Kherson. Lo ha riferito Yaroslav Yanushevich, capo dell’amministrazione militare della regione di Kherson, citando la direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa, come riporta Ukrinform.

Ore 19:16 - Meloni incontra Scholz, fra i temi Ucraina, energia e migranti

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un cordiale incontro bilaterale a margine dei lavori della Cop27 con il Cancelliere della Repubblica federale di Germania, Olaf Scholz. L’incontro ha fatto seguito alla conversazione telefonica che Meloni e Scholz avevano avuto il 28 ottobre. I due Capi di governo hanno discusso dei principali temi europei e internazionali, dalla guerra di aggressione russa all’Ucraina alla conseguente crisi energetica e alla gestione dei flussi migratori. Meloni e Scholz hanno inoltre confermato l’intenzione di consolidare le relazioni bilaterali tra l’Italia e la Germania.

Ore 21:12 - Casa Bianca: cercheremo sforzo bipartisan dopo voto

Gli Usa continueranno a sostenere l'Ucraina, dalla sicurezza all'assistenza umanitaria, e la Casa Bianca lavorerà sodo per garantire che ci sia uno sforzo bipartisan per Kiev dopo le elezioni di Midterm: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, rispondendo ad una domanda sul rischio di una frenata degli aiuti in caso di vittoria repubblicana.

Ore 22:28 - Tajani, Kiev va aiutata per sedersi a tavolo con Russia

«La pace va perseguita agendo. L'Ucraina deve essere aiutata a sedersi al tavolo con la Russia per chiudere una stagione di guerra.» Lo ha detto il ministro egli Esteri Antonio Tajani ospite di Tg2 Post. Interpellato sulle recenti manifestazioni per la pace in Italia, Tajani ha sottolineato che, a suo avviso, «sembravano più manifestazioni di partito che manifestazioni a sostegno della Pace. Nulla a che vedere con una manifestazione pacifista nel vero senso della parola. Quando si è divisi vuol dire che c'è qualche cosa che non funziona».

Ore 00:57 - Zelensky: stiamo respingendo il nemico a est e a sud

«Le truppe ucraine avanzano, respingendo il nemico a est e a sud»: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso video alla nazione, riportato da Ukrinform. Nell’occasione, Zelensky ha anche fatto sapere di essersi congratulato al telefono con Benjamin Netanyahu, per la vittoria elettorale del suo partito in Israele. «Abbiamo discusso i principali aspetti delle relazioni tra i nostri Stati. - ha detto - Penso che sia chiaro a tutti cosa sottolinea l’Ucraina e quale enfasi sulla sicurezza pone Israele. Credo che possiamo rafforzare in modo significativo i nostri Stati, soprattutto perché le minacce che ci riguardano sono correlate». «Oggi - ha proseguito Zelensky - gli occupanti hanno colpito più di 50 insediamenti nel nostro Paese. Donbas, Zaporizhzhia, regione di Kherson, regione di Mykolaiv, regione di Kharkiv, regione di Dnipropetrovsk... Missili, aviazione, MLRS. Rispondiamo ovunque. Abbiamo i risultati necessari: un altro aereo russo è stato abbattuto. Abbiamo anche ricevuto nuovi sistemi che rafforzano significativamente la nostra difesa aerea». Il «terrorismo russo» «ha solo portato il mondo a rispondere con nuovi aiuti all’Ucraina. Faremo di tutto affinché il maggior numero possibile di Paesi si unisca a questo aiuto», ha detto ancora.

Ore 01:07 - IL PUNTO MILITARE - Il ruolo di Prigozhin, il gerarca vicino a Putin

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Nel taccuino quotidiano sulla guerra in Ucraina brilla, di nuovo, il nome di Evgeny Prigozhin e della Wagner, il lungo braccio armato del Cremlino.

Il gerarca, molto vicino a Putin, si è vestito da troll ironizzando sulle intromissioni nel voto americano: è vero, lo abbiamo sempre fatto e lo rifaremo. Un modo per far parlare di se stesso, alimentando reazioni e commenti fino oltre Oceano. Interferisce senza interferire. Al tempo stesso ha confermato che la sua compagnia di sicurezza ha creato centri d’addestramento a Kursk e Belgorod, non lontano dalla frontiera ucraina. Nelle scorse settimane aveva anche ipotizzato la creazione di una milizia per proteggere le installazioni spesso colpite o sabotate dal nemico. Quasi nelle stesse ore, sempre a Belgorod, è stato segnalato un incendio nel termine petrolifero di Golvochino, evento attribuito ad «un attacco terroristico».

Ore 03:18 - Corea del Nord: non abbiamo fornito e non forniremo armi alla Russia

La Corea del Nord ha respinto le accuse degli Stati Uniti secondo cui Pyongyang starebbe fornendo armi alla Russia per la guerra in Ucraina, affermando che sono «prive di fondamento», riporta l’agenzia di stampa statale Kcna. «Chiariamo ancora una volta che non abbiamo mai avuto `accordi di fornire armi´ alla Russia e non abbiamo intenzione di farlo in futuro», ha dichiarato in un comunicato il vice direttore degli affari militari esteri del Ministero della Difesa nazionale della Corea del Nord. Quanto sostengono gli Stati Uniti è un «tentativo ostile di infangare l’immagine» della Corea del Nord «a livello internazionale».

«A Kiev dall'Italia sistemi di difesa aerea». Conte: «Diremmo no all’invio di armi». Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi e Redazione online su Il Corriere della Sera l’8 Novembre 2022.

Le notizie di martedì 8 novembre, in diretta. Le città ucraine ancora sotto le bombe, continuano i raid russi contro le infrastrutture. Zelensky: «Stiamo respingendo il nemico a est e a sud»

La guerra in Ucraina è arrivata al 257esimo giorno.

• L’aviazione ucraina ha comunicato che i sistemi di difesa aerea occidentali aiuteranno ad affrontare la nuova minaccia dei missili balistici iraniani acquistati dalla Russia.

• Zelensky parteciperà al G20 in modalità online.

• L’esperto militare Denys Popovych ha rivelato che le forze dell’esercito russo potrebbero preparare una trappola a Kherson.

Ore 05:27 - Tajani, Kiev va aiutata per sedersi a tavolo con Russia

«La pace va perseguita agendo. L'Ucraina deve essere aiutata a sedersi al tavolo con la Russia per chiudere una stagione di guerra.» Lo ha detto il ministro egli Esteri Antonio Tajani ospite di Tg2 Post. Interpellato sulle recenti manifestazioni per la pace in Italia, Tajani ha sottolineato che, a suo avviso, «sembravano più manifestazioni di partito che manifestazioni a sostegno della Pace. Nulla a che vedere con una manifestazione pacifista nel vero senso della parola. Quando si è divisi vuol dire che c'è qualche cosa che non funziona».

Ore 05:29 - Zelensky: stiamo respingendo il nemico a est e a sud

«Le truppe ucraine avanzano, respingendo il nemico a est e a sud»: lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso video alla nazione, riportato da Ukrinform. Nell’occasione, Zelensky ha anche fatto sapere di essersi congratulato al telefono con Benjamin Netanyahu, per la vittoria elettorale del suo partito in Israele. «Abbiamo discusso i principali aspetti delle relazioni tra i nostri Stati. - ha detto - Penso che sia chiaro a tutti cosa sottolinea l’Ucraina e quale enfasi sulla sicurezza pone Israele. Credo che possiamo rafforzare in modo significativo i nostri Stati, soprattutto perché le minacce che ci riguardano sono correlate». «Oggi - ha proseguito Zelensky - gli occupanti hanno colpito più di 50 insediamenti nel nostro Paese. Donbas, Zaporizhzhia, regione di Kherson, regione di Mykolaiv, regione di Kharkiv, regione di Dnipropetrovsk... Missili, aviazione, MLRS. Rispondiamo ovunque. Abbiamo i risultati necessari: un altro aereo russo è stato abbattuto. Abbiamo anche ricevuto nuovi sistemi che rafforzano significativamente la nostra difesa aerea». Il «terrorismo russo» «ha solo portato il mondo a rispondere con nuovi aiuti all’Ucraina. Faremo di tutto affinché il maggior numero possibile di Paesi si unisca a questo aiuto», ha detto ancora.

Ore 05:31 - IL PUNTO MILITARE - Il ruolo di Prigozhin, il gerarca vicino a Putin

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Nel taccuino quotidiano sulla guerra in Ucraina brilla, di nuovo, il nome di Evgeny Prigozhin e della Wagner, il lungo braccio armato del Cremlino.

Il gerarca, molto vicino a Putin, si è vestito da troll ironizzando sulle intromissioni nel voto americano: è vero, lo abbiamo sempre fatto e lo rifaremo. Un modo per far parlare di se stesso, alimentando reazioni e commenti fino oltre Oceano. Interferisce senza interferire. Al tempo stesso ha confermato che la sua compagnia di sicurezza ha creato centri d’addestramento a Kursk e Belgorod, non lontano dalla frontiera ucraina. Nelle scorse settimane aveva anche ipotizzato la creazione di una milizia per proteggere le installazioni spesso colpite o sabotate dal nemico. Quasi nelle stesse ore, sempre a Belgorod, è stato segnalato un incendio nel termine petrolifero di Golvochino, evento attribuito ad «un attacco terroristico».

Ore 05:32 - Corea del Nord: non abbiamo fornito e non forniremo armi alla Russia

La Corea del Nord ha respinto le accuse degli Stati Uniti secondo cui Pyongyang starebbe fornendo armi alla Russia per la guerra in Ucraina, affermando che sono «prive di fondamento», riporta l’agenzia di stampa statale Kcna. «Chiariamo ancora una volta che non abbiamo mai avuto `accordi di fornire armi´ alla Russia e non abbiamo intenzione di farlo in futuro», ha dichiarato in un comunicato il vice direttore degli affari militari esteri del Ministero della Difesa nazionale della Corea del Nord. Quanto sostengono gli Stati Uniti è un «tentativo ostile di infangare l’immagine» .

Ore 08:19 - Mosca: 100 mila rubli a chi lascia Kherson per Russia

Le forze separatiste ucraine pro-Mosca a capo della regione annessa di Kherson hanno promesso 100 mila rubli (1.630 euro) per «ogni residente evacuato» che si trasferisce in Russia. «Oggi è l’ultimo giorno di evacuazione organizzata dalla riva destra della regione di Kherson», ha sottolineato il responsabile locale Kirill Stremousov. Una volta prelevati in autobus, gli sfollati verranno «trasportati in Crimea» e poi «in altre regioni della Federazione Russa» dove riceveranno i 100 mila rubli e «un certificato di alloggio».

Ore 08:25 - Presidenza Ue: 18 miliardi di prestiti nel 2023, 3 miliardi a gennaio

«Nel 2023 forniremo 18 miliardi di euro di assistenza macro-finanziaria all’Ucraina, di cui 3 miliardi a gennaio». Lo ha affermato il ministro dell’Economia della Repubblica Ceca (presidenza di turno dell’Ue), Zbynek Stanjura, al suo arrivo alla riunione dell’Ecofin a Bruxelles.

Ore 08:26 - 007 Gb, sforzi della Russia per rafforzare le difese dietro il fronte

«La Russia sta compiendo uno sforzo significativo per preparare in profondità le difese dietro l’attuale linea del fronte, probabilmente per prevenire qualsiasi rapida avanzata ucraina in caso di sfondamento». È quanto riportato dall’intelligence britannica nel bollettino quotidiano sulla situazione sul campo in Ucraina. Gli 007 di Londra riferiscono che le truppe di Mosca stanno «rafforzando le linee in tutte le aree di occupazione»: hanno «iniziato a costruire strutture difensive intorno alla città occupata di Mariupol, nel sud dell’Ucraina», inviando anche i cosiddetti “denti di drago” «a Zaporizhzhia e Kherson».

Ore 09:13 - Kiev: liberati dai russi 30 militari catturati su isola Serpenti

Secondo il commissario per i diritti umani del parlamento ucraino Dmytro Lubinets, trenta prigionieri di guerra ucraini catturati sull'isola dei Serpenti sono stati rilasciati dai russi. Lo riporta il Guardian. Le autorità stanno continuando a lavorare per liberare i restanti soldati dalla prigionia, ha aggiunto Lubinets. L'esercito della Federazione russa aveva lasciato l'avamposto ucraino nel Mar Nero nel giugno scorso.

Ore 09:50 - Kiev: truppe cecene arrivate nella regione di Kherson

Nell’area di Novosofiivka, nella regione di Kherson, l’esercito di occupazione russo è stato rafforzato da un’unità proveniente dalla Repubblica cecena, che ha partecipato al saccheggio delle abitazioni dei residenti evacuati. Lo ha dichiarato lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino, come riporta Unian. Intanto, nella città di Energodar, nell’Ucraina sud-orientale, i russi continuano a rafforzare le misure amministrative e di controspionaggio: «Gli occupanti raccolgono dati personali dei residenti, controllano gli smartphone, perquisiscono le residenze private e detengono illegalmente cittadini ucraini», afferma lo Stato Maggiore, aggiungendo che è stata confermata la distruzione dei depositi di munizioni russe nei giorni scorsi negli insediamenti di Horlivka nella regione di Donetsk e Svatov nella regione di Lugansk.

Ore 10:27 - Kiev: «Minsk continua a sostenere l'aggressione di Mosca»

La Bielorussia continua a sostenere l'aggressione armata della Russia contro l'Ucraina: attualmente, nel territorio bielorusso è in corso la formazione di un gruppo di truppe russo-bielorusse: lo ribadisce lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine nel suo rapporto quotidiano pubblicato su Facebook questa mattina. Lo riporta Ukrinform. «La Repubblica di Bielorussia continua a sostenere l'aggressione armata della Federazione Russa contro l'Ucraina, fornendo alla Federazione Russa infrastrutture, territorio e l'uso dello spazio aereo - si legge nel rapporto -. È in corso la formazione di un gruppo di truppe russo-bielorusse nel territorio della Bielorussia».

Ore 10:43 - Kiev: raffica di attacchi russi ieri, colpiti 25 insediamenti

Le forze russe hanno lanciato nella giornata di ieri nove attacchi missilistici, 37 raid aerei e oltre 100 attacchi con sistemi a lancio multiplo, colpendo le aree di oltre 25 insediamenti: lo riferisce lo Stato Maggiore delle Forze Armate. Lo riporta Ukrinform. «Il nemico cerca di tenere i territori temporaneamente occupati, concentra gli sforzi per limitare le azioni delle Forze di Difesa in alcune aree, passa all'offensiva nelle direzioni di Bakhmut, Avdiivka e Novopavlivka», si legge nel rapporto. Nelle ultime 24 ore, prosegue lo Stato Maggiore, le truppe ucraine hanno respinto gli attacchi di Mosca nelle aree di Krasnohorivka, Bakhmut, Ivanhrad, Opytne, Klishchiivka, Marinka, Pavlivka, Vodiane e Mayorsk nella regione di Donetsk e Bilohorivka nella regione di Lugansk. Allo stesso tempo, le forze russe bombardano le unità ucraine lungo la linea di contatto, rafforzano le linee in alcune direzioni, conducono ricognizioni aeree e continuano a colpire infrastrutture critiche e case civili in violazione del diritto umanitario internazionale, delle leggi e degli usi di guerra. In particolare, i russi hanno colpito le aree di oltre 25 insediamenti delle regioni di Kharkiv, Lugansk, Donetsk, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk, Kherson e Mykolaiv.

Ore 10:49 - Kiev: integrità territoriale prima condizione per negoziati

Il ritorno dell'integrità territoriale dell'Ucraina è la «condizione principale» per la ripresa dei negoziati con la Russia. Lo ha scritto su Twitter il Segretario generale del Consiglio di sicurezza ucraino, Oleksiy Danilov, sottolineando che Kiev ha bisogno di «garanzie» date dalla difesa aerea moderna, aerei, carri armati e missili a lungo raggio.

Ore 10:59 - «A Kiev dall'Italia sistemi missilistici di difesa aerea»

A seguito del colloquio di ieri tra il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, sarebbe emersa la necessità di fornire all'Ucraina, nel sesto decreto aiuti, l'invio di sistemi missilistici di difesa aerea. L'esercito italiano avrebbe a disposizione sistemi Samp/T, Stinger e Aspide.

Ore 11:21 - Podolyak: inaccettabile la resa all'ultimatum russo

L'Ucraina non si arrenderà mai agli ultimatum russi: lo ha ribadito il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, in un post su Twitter, alla luce delle voci sugli incoraggiamenti rivolti dagli Usa a Kiev perché sia aperta a un dialogo con Mosca. «Una domanda ai "peacekeeper": cosa intendente con la parola negoziati? Gli ultimatum russi sono noti: "Siamo arrivati con i carri armati, ammettete la sconfitta e la perdita di territori"». Questo è inaccettabile. Quindi di cosa parlate? Oppure nascondete la parola "resa" dietro quella di "accordo"?», ha scritto Podolyak.

Ore 11:33 - Zelensky parteciperà al G20 in videocollegamento

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parteciperà al G20 «molto probabilmente in modalità online». Lo afferma l'addetto stampa presidenziale Sergei Nikiforov, come riporta Ukrainska Pravda. «In qualche modo Vladimir Zelensky prenderà parte al vertice del G20. Non posso dire di più», ha detto Nikiforov.

Ore 12:00 - Zelensky a vigilia Midterm: «Usa continui a sostenerci»

«Grazie per il sostegno, al Presidente Biden, a entrambi i partiti del Congresso e a tutti i cittadini americani! Sappiate che non sostenete solo un Paese o il suo leader, ma milioni di persone che, come voi, hanno a cuore la libertà». Così alla vigilia del voto Usa di Midterm, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lancia un appello su Telegram ringraziando per aver ricevuto la Liberty Medal, «un premio che dimostra davvero come e per cosa si batte il popolo ucraino». E poi: «Vi esorto a mantenere questo costante sostegno all'Ucraina fino al giorno in cui potremo ripristinare pienamente l'integrità territoriale del nostro Stato».

Ore 12:09 - Mosca: nessuna condizione preliminare a negoziati con Kiev

La Russia «non pone condizioni preliminari» all'apertura di trattative con l'Ucraina, «tranne che Kiev dimostri buona volontà». Lo ha detto il vice ministro degli Esteri Andrey Rudenko, citato dall'agenzia Interfax, aggiungendo che Russia e Stati Uniti non stanno effettuando negoziati sull'Ucraina.

Ore 12:17 - Lavrov: possibile produzione congiunta di armamenti con l'India

La Russia e l'India stanno discutendo la possibilità di una «produzione congiunta di armamenti moderni». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov dopo un colloquio a Mosca con il suo omologo indiano Subrahmanyam Jaishankar. «Abbiamo discusso l'attuale situazione e le prospettive future della nostra cooperazione tecnico-militare, compresa la produzione congiunta di armamenti moderni», ha affermato Lavrov, citato dalla Tass, in una conferenza stampa congiunta.

Ore 12:59 - Forze Kiev: continua senza successo offensiva russa in Donetsk e Luhansk

Le forze russe continuano in modo inefficace i loro tentativi di attacco nelle regioni del Donetsk e del Luhansk. Lo ha comunicato in un rapporto di oggi il Comando dell'esercito ucraino, aggiungendo che, nelle ultime 24 ore, le truppe di Mosca hanno attaccato per 12 volte le linee ucraine nel Luhansk con sistemi lanciarazzi multipli, 24 volte con l'artiglieria e oltre 20 volte con i mortai. Nei giorni passati le forze russe hanno attaccato il Donetsk 19 volte con lanciarazzi multipli, 90 con l'artiglieria e 100 con i mortai.

Ore 13:36 - Zelensky vuole estendere legge marziale e mobilitazione

Il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha depositato in Parlamento le proposte di legge per l'approvazione dei suoi decreti di estensione della legge marziale e della mobilitazione generale in Ucraina. Lo riferisce Ukrinform. Il testo e i documenti di supporto non sono ancora stati resi pubblici. Il 15 agosto, la Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) aveva esteso la legge marziale e la mobilitazione in Ucraina per 90 giorni, fino al 21 novembre.

Ore 14:14 - Via libera dei ministri Ecofin a 18 mld di prestiti nel 2023 a Kiev

«I ministri hanno dato il loro via libera per il pacchetto di 18 miliardi di assistenza macro finanziaria all'Ucraina nel 2023 con la prima erogazione già a gennaio». Lo ha dichiarato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis al termine dell'Ecofin. «La Commissiobne presenterà la proposta domani e spero che Consiglio e Parlamento riescano ad approvare entro fine anno», ha aggiunto.

Ore 14:20 - Comandante Usa in Europa: «Crimea liberata entro l'estate»

«Stiamo ancora parlando della situazione otto mesi dopo, e molte cose accadranno sul campo di battaglia in tutta l'Ucraina, ma anche in Russia. Quando le forze ucraine inizieranno a usare armi di precisione in ogni aeroporto e in ogni base navale in Crimea, le forze russe diventeranno molto vulnerabili». Lo ha detto l'ex comandante delle forze di terra statunitensi in Europa, il tenente generale Ben Godges, in un'intervista a Radio Liberty, esprimendo ancora una volta fiducia che «le truppe ucraine libereranno la Crimea occupata dalla Russia entro la prossima estate». Secondo Godges, la pressione sulla Russia è in aumento e gli ucraini stanno ottenendo sempre più opportunità: «I russi non hanno potuto proteggere il ponte di Kerch - ha sottolineato - e penso che gli ucraini continueranno a tentare di attaccare questo ponte. E se le forze russe non possono rifornirsi via terra tramite Mariupol, allora penso che si renderanno conto che sono nei guai seri lì, e lo stato maggiore russo dovrà decidere quanto sono disposti a perdere».

Ore 15:07 - 007 Kiev: «Prove droni iraniani a Mosca dopo inizio guerra»

Membri dell’intelligence ucraina hanno trovato informazioni che potrebbero indicare che l’Iran ha fornito alla Russia droni kamikaze dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Lo riporta il Kiev Independent, spiegando che un rappresentante dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino ha affermato che alcune parti di un drone Mohajer-6 «sono state prodotte solo nel febbraio 2022». «È servito tempo per consegnare i droni alla Russia», ha commentato il rappresentante dell’intelligence ucraina, sottolineando che la data di produzione e i tempi di consegna fornirebbero le prove che i droni iraniani sono stati consegnati a Mosca dopo il 24 febbraio, data di inizio della guerra in Ucraina.

L’Iran ha negato di aver fornito qualsiasi tipo di arma alla Russia dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. La scorsa settimana il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha riconosciuto che il suo paese aveva fornito droni alla Russia, ma ha affermato che la consegna è avvenuta prima dell’inizio della guerra contro Kiev.

Ore 15:16 - Cavusoglu: «Massimo sforzo per la pace»

La Turchia continuerà a mettere in campo tutti gli sforzi possibili per porre fine al conflitto in Ucraina. Lo ha ribadito oggi il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, intervenuto nella capitale Ankara. «Tutti i miei interlocutori riconoscono il ruolo svolto dalla Turchia in questi mesi e mi chiedono di continuare a lavorare per la pace. E noi continueremo a sforzarci al massimo in questa direzione. L’Occidente all’inizio ci criticava per il dialogo con la Russia, ora ci chiede di andare avanti. Il nostro obiettivo è’ abbassare la tensione attraverso la solidarietà», ha detto Cavusoglu, che ha poi rivendicato i risultati delle mediazioni effettuate dalla Turchia. «Siamo il Paese che più di tutti ha dato un contributo alla sicurezza alimentare globale. Grazie all’accordo per il corridoio del grano( siglato da Russia s Ucraina a Istanbul lo scorso 22 luglio ndr) i prezzi sono scesi del 9%, secondo Food Price Index il calo maggiore degli ultimi 13 anni. Ma abbiamo contribuito a mediare anche in Serbia, Kosovo, Bosnia, Etiopia, Somalia, Filippine e Venezuela», ha detto il ministro.

Ore 16:17 - Kiev: «Tre civili uccisi in raid russi nella regione di Kherson»

L’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina ha reso noto che nei territori liberati della regione di Kherson le forze dell’ordine ucraine, insieme ad agenti di polizia e ad un esperto medico legale, hanno scoperto i corpi di tre civili, uccisi dall’esercito russo. Lo scrive Ukrinform. Sarebbero residenti locali.

Due di loro sono stati uccisi nei bombardamenti delle forze russe, mentre il corpo della terza vittima presenta segni di una morte violenta. I corpi sono stati inviati al medico forense, mentre sono in corso le indagini per stabilire le circostanze di quanto accaduto. Ukrinform ricorda che il 4 novembre nel villaggio liberato di Vysokopillia, nella regione di Kherson, le forze dell’ordine scoprirono i corpi di tre civili, torturati e uccisi dalle forze russe.

Ore 16:21 - Shoigu fra le truppe, ispeziona posto di comando

Il ministro russo della Difesa, Sergey Shoigu, ha condotto un’ispezione a un posto di comando delle truppe russe nella zona in cui è in corso l’operazione militare speciale, in Ucraina. Lo riferisce la Tass citando il ministero russo della Difesa.

Ore 16:25 - Gli Stati Uniti non confermano uccisione volontario statunitense

Il Dipartimento di Stato americano non ha confermato ufficialmente la morte di Timothy Griffin, membro della Legione Internazionale ucciso ieri in Ucraina, limitandosi ad affermare di essere stato informato ma di non poter rilasciare commenti per “motivo di privacy”.(Segue) Mgi 081621 nov 22 Roma, 8 nov. (askanews) - Il decesso di Griffin - il sesto combattente di nazionalità statunitense ucciso in Ucraina - era stato annunciato ieri dalla rete televisiva Nbc ed è stato confermato oggi della stessa Legione Internazionale. Secondo quanto reso noto dalla stessa Legione Griffin era impegnato a fianco delle truppe ucraine nella regione di Kharkiv e sarebbe stato “ucciso in combattimento” nel corso di un attacco russo.

Ore 16:55 - Kiev chiede l’ampliamento dell’accordo sul grano

L’Ucraina vuole che l’accordo sull’esportazione di grano dal Mar Nero venga ampliato per includere più porti e merci, e spera che la prossima settimana venga presa la decisione di estenderlo per almeno un anno: lo ha affermato il viceministro delle infrastrutture dell’Ucraina Yuriy Vaskov, come riporta il Guardian. «Ci auguriamo che entro la prossima settimana con i nostri partner Turchia e Nazioni Unite avremo un’intesa e che anche l’intero mercato avrà un chiaro segnale sull’ulteriore funzionamento e continuazione dell’iniziativa», ha affermato Vaskov precisando che l’Ucraina ha chiesto inoltre un ampliamento dell’accordo per includere i porti della regione meridionale che fornivano il 35% delle esportazioni alimentari ucraine prima dell’invasione della Russia. L’accordo, che scade il 19 novembre ed è stato firmato a luglio, ha consentito di consegnare ai mercati esteri circa 10,5 milioni di tonnellate di cereali ucraini, principalmente grano.

Ore 17:12 - Il gruppo Wagner tiene conferenze pro-guerra per le scolaresche

L’organizzazione di mercenari russi Gruppo Wagner ha tenuto una serie di conferenze a favore della guerra per bambini delle scuole nel suo nuovo quartier generale di San Pietroburgo. Lo riferisce il canale Telegram Sota, rilanciato da Times of Moscow. Un video dell’evento mostra bambini che ascoltano discorsi in collegamento video dalle regioni occupate dell’Ucraina: gli oratori affermano che la guerra è colpa dell’Occidente, che vuole «distruggere» il futuro della Russia «uccidendo i bambini». All’uscita, i bambini ricevono degli snack e grandi sacchi di caramelle.

Ore 17:27 - Cop27, Zelensky: «Non ci può essere una efficace politica sul clima senza la pace»

«Devo essere onesto, ci sono ancora molti che non prendono sul serio l’agenda sul clima, sono persone che ostacolano l’attuazione degli obiettivi climatici». Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky interviene in chiusura dell’assemblea plenaria dei capi di Stato e di Governo della Cop27 a Sharm el Sheik e sottolinea che «non ci può essere una efficace politica sul clima senza la pace. Per questo chiedo a tutti, Europa, Asia, Africa, America, Australia, di sostenere la nostra azione».

Ore 17:36 - D’Alema: «L’idea di una Russia isolata non è reale»

«Quello in Ucraina è un conflitto che sta scavando nelle contraddizioni europee, oltre ad aprire una prospettiva lacerante per il nostro continente. L’idea di una Russia isolata non è reale perché durante questo conflitto sono aumentate di gran lunga le relazioni tra Russia, Cina e India, mentre i Paesi dell’Unione Europea non riescono a mantenere una linea univoca. Dobbiamo sbrigarci per trovare una strada per risolvere questo conflitto perché il destino della Russia e dell’Europa sono legati in modo indissolubile». Lo afferma Massimo D’Alema durante la conferenza «Appunti per la Pace» presso l’Hotel Nazionale di Roma.

Ore 17:54 - Speranza: «Sulla guerra servono momenti di riflessione»

«La mia opinione è che c’è bisogno di momenti di riflessione sulla guerra, perché bisogna migliorare la qualità di dibattito su questo tema. Se chiedi con forza la pace allora non stai difendendo fino in fondo le ragioni dell’Ucraina, mentre se difendi con forza le ragioni di un paese aggredito non stai cercando la pace. Il dibattito politico italiano è fatto di questo meccanismo, ma dibattiti come quello di oggi servono ad andare oltre questa visione. I prossimi anni saranno segnati a lungo da quanto accaduto il 24 febbraio e gli italiani hanno il dovere di tornare ad avere una propria idea su argomenti delicati come questo». Lo afferma il segretario del partito Articolo 1 Roberto Speranza durante la conferenza «Appunti per la Pace» che si è tenuta all’Hotel Nazionale di Roma.

Ore 18:03 - La Corea del Nord realizza uniformi invernali per soldati russi in Ucraina

Almeno tre fabbriche a Pyongyang e altre in diverse zone della Corea del Nord stanno producendo «grandi quantità» di uniformi invernali, biancheria intima e calzature per i soldati russi impegnati nel conflitto contro l’Ucraina. Lo ha riferito Radio Free Asia, che cita fonti anonime.

Ore 18:47 - L’ambasciatore Zazo vede il viceministro degli Esteri ucraino: «Continuo supporto all’Italia»

L’ambasciatore d’Italia a Kiev, Pier Francesco Zazo, ha incontrato il viceministro ucraino degli Esteri Yevhen Perebynis e durante il colloquio ha assicurato il continuo supporto dell’Italia a Kiev. È stato inoltre discusso il processo di integrazione euro-atlantica dell’Ucraina e le sue riforme istituzionali. E la tutela degli interessi delle imprese italiane che operano in Ucraina. Lo si legge sul profilo Twitter dell’ambasciata d’Italia a Kiev.

Ore 22:39 - Conte: «Voteremmo no all’invio di armi in Ucraina»

L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che — se potesse — lui e il Movimento 5 Stelle voterebbero no all’invio di armi in Ucraina.

«Non abbiamo mai votato sull’invio di armi perché, per come è concepito, il decreto madre non prevede alcun voto. Se ci fosse consentito voteremmo no. Se ci consentissero di votare, voteremmo no all’invio delle armi», ha detto.

Ore 22:43 - Zelensky e l’Oscar di Sean Penn

Sean Penn, attore e regista statunitense, non ha mai fatto mistero del suo sostegno alla causa ucraina. Ma nel suo terzo viaggio a Kiev, incontrando il presidente Zelensky, si è spinto oltre, regalando al leader ucraino uno dei suoi due Oscar.

Il video del loro incontro, e della consegna della statuetta, è stato postato su Telegram dallo stesso Zelensky, che ha ricambiato consegnando all’ormai amico l’Ordine al Merito dell’Ucraina.

«Sean ha portato la sua statuetta dell’Oscar come simbolo di fiducia nella vittoria del nostro Paese. Resterà in Ucraina fino alla fine della guerra», ha scritto su Telegram Zelensky, che prima di diventare presidente dell’Ucraina era un attore comico.

Ore 01:51 - Annunciato blackout in tutto il paese

Il gestore del servizio di trasmissione dell’elettricità dell’Ucraina Ukrenergo annuncia blackout in tutto il Paese. Secondo quanto riferisce l’agenzia «Ria Novosti» la maggior parte delle interruzioni della corrente elettrica avverrà nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Cherkasy, Zhytomyr, Sumy, Kharkiv, Poltava, Dnipropetrovsk e Kirovohrad, e parte della regione di Zaporizhzhia controllata da Kiev. Ukrenergo è l’unico operatore delle linee di trasmissione ad alta tensione del Paese ed è posseduto al 100% dal governo ucraino. Ma - si fa presente - che «non sono stati ancora annunciati arresti di emergenza» in Ucraina. Le infrastrutture energetiche dell’Ucraina sono state prese di mira dagli attacchi della Russia; alcune sono state danneggiate. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky - aveva ricordato nell’ultimo messaggio alla nazione - come siano «in corso lavori di riparazione in tutti gli impianti energetici danneggiati». Inoltre conferma l’arrivo dei blackout: «A partire da questa sera, circa 4 milioni di ucraini in 14 regioni e nella città di Kiev sono scollegati dalla rete elettrica».

Ore 02:39 - Istituito a Kiev un Consiglio consultivo internazionale per l’energia

Presso il Ministero dell’Energia dell’Ucraina è stato istituito un Consiglio consultivo internazionale per l’energia di alto livello, che mira a fornire supporto e assistenza alle società energetiche ucraine nel superare le sfide e le minacce poste dalla guerra in atto. Le principali aree di attività del Consiglio sono la sicurezza energetica e adeguate azioni di solidarietà per garantire la sicurezza energetica; assistenza nelle riparazioni urgenti di infrastrutture energetiche; assistenza nella protezione delle infrastrutture energetiche critiche; sicurezza dell’approvvigionamento di carburante; sicurezza e protezione degli impianti di energia nucleare; efficienti rotte di transito e trasporto di petrolio e gas; sicurezza informatica del settore energetico; applicazione di tecnologie innovative nei processi di ripristino delle infrastrutture energetiche; cooperazione delle organizzazioni internazionali. La prima riunione del Consiglio si è tenuta il 1° novembre a Kiev sotto la copresidenza del Ministro dell’Energia dell’Ucraina Herman Galushchenko e del Commissario europeo per l’Energia Kadri Simson.

Ore 04:15 - Kiev approva una bozza di legge per attirare investimenti austriaci

Il Governo ucraino ha approvato una bozza di legge sulla ratifica dell’accordo quadro con il Governo della Repubblica d’Austria sulla cooperazione economica nello sviluppo di progetti. «L’approvazione della legge creerà basi legali per l’entrata in vigore dell’accordo quadro, che faciliterà la cooperazione economica con l’Austria nello sviluppo di progetti prioritari. In particolare, l’ospedale Okhmatdyt e la clinica universitaria di Kiev, il Centro nazionale di riabilitazione di Lviv», ha affermato il ministro dell’Economia, Yuliya Svyridenko. Si tratta di importi superiori ai 600 milioni di euro.

Niccolò Dainelli per leggo.it l’8 novembre 2022. 

La guerra in Ucraina non accenna a smettere e il video condiviso su TikTok dal propagandista russo Igor Girkin sta gelando il web. Nelle immagini terribili si vede una fila interminabile di tombe di soldati russi mandati a morire da Vladimir Putin.

 Immagini davvero toccanti che danno un'idea del sacrificio di vite umane pagato dal popolo russo per l'invasione dell'Ucraina. Le riprese inquadrano il bordo di una strada in un luogo imprecisato dove compare una fila sterminata di corone funebri, bandiere dei reparti di appartenenza e qualche foto. Tutti soldati che dall'inizio della guerra sono morti per la causa russa in un'invasione che il resto del mondo ancora fatica a spiegarsi.

Il filmato è stato girato a Lugansk, la repubblica secessionista annessa alla Russia. Dove si sta combattendo da mesi e dove migliaia di persone tra russi e ucraini hanno perso la vita. Nel frattempo Zelensky e Putin continuano con i loro proclami ma, sul campo, si continua a morire. Zelensky ha dichiarato che la Russia prepara altri attacchi alle infrastrutture, alle quali l'Ucraina risponderà. 

Putin nel frattempo spaventa il mondo intero facendo riferimento alla bomba atomica di Hiroshima, lanciando un monito forte e chiaro: «Le guerre possono finire anche così». Una guerra che non accenna a smettere e che dalle immagini che girano sui social, continua ad essere spaventosamente sanguinosa.

Ucraina, da inizio guerra uccisi 8mila civili e 430 bambini. Redazione Tgcom24 l’8 novembre 2022.

In Ucraina, dall'inizio della guerra, sono stati uccisi quasi 8mila civili e 430 bambini. Sono dati riferiti dal difensore civico ucraino, Dmytro Lubinets, citato da Ukrainska Pravda. In seguito all'invasione armata della Russia, inoltre, 10.897 persone sono rimaste ferite e in 14 milioni si sono ritrovati senza casa. Gli sfollati interni sono 6,2 milioni mentre i rifugiati (o coloro che hanno ricevuto protezione temporanea fuori dal Paese) sono 11,7 milioni. 

 (ANSA il 10 novembre 2022) - WASHINGTON, 09 NOV - Più di 100.000 soldati russi sono stati uccisi o feriti dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina: lo ha detto il capo di Stato maggiore americano, il generale Mark Milley, aggiungendo che le perdite sono probabilmente dello stesso ordine da parte ucraina. "Si contano oltre 100.000 soldati russi uccisi e feriti", ha detto Milley parlando al New York Economic Club. 

"Lo stesso probabilmente dalla parte ucraina", ha aggiunto il generale Usa. Tali cifre sono le più precise fornite fino ad oggi da Washington. L'alto funzionario militare americano ha detto anche di sperare anche che i colloqui possano mettere fine alla guerra, poiché secondo lui la vittoria militare potrebbe non essere possibile né per la Russia né per l'Ucraina. "Deve esserci un riconoscimento reciproco del fatto che la vittoria nel senso proprio della parola probabilmente non è ottenibile con mezzi militari e quindi bisogna guardare ad altri metodi", ha spiegato Milley. Secondo lui c'è "una finestra di opportunità per la negoziazione".

 (ANSA il 10 novembre 2022) Nel ritirarsi, le forze russe hanno distrutto diversi ponti e probabilmente hanno posato mine per rallentare e ritardare l'avanzata delle forze ucraine: la perdita della sponda occidentale di Kherson impedirà probabilmente alla Russia di realizzare la sua aspirazione strategica di un ponte terrestre che raggiunga Odessa. Lo scrive su Twitter l'intelligence del ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano sull'Ucraina. Con punti di passaggio limitati, le forze russe saranno vulnerabili nell'attraversare il fiume Dnipro. È probabile che il ritiro avvenga nell'arco di diversi giorni, con posizioni difensive e fuoco di artiglieria che coprono le forze in ritirata, aggiunge il report.

Centomila soldati russi morti o feriti, altrettanti gli ucraini. Gli eserciti stremati si fermeranno? Andrea Nicastro su Il Corriere della Sera il 10 novembre 2022.

La «non guerra» di Putin costa al popolo russo 15 vittime all’ora, più di 35 al giorno, oltre 10 mila al mese. Ai primi di agosto il Pentagono stimava che erano già morti o feriti in Ucraina circa 80 mila soldati russi. Ora il capo dello stato maggiore congiunto americano, Mark Milley, aggiorna la cifra a 100 mila. Tra chi si difende le cose non vanno meglio anche perché alle vittime in divisa bisogna aggiungere almeno 40 mila civili. Tutti ucraini, ovviamente. Se anche l’invasione si fermasse domani, sarebbe già una delle guerre più dolorose degli ultimi cinquant'anni.

Le perdite in battaglia sono un’informazione strategica e a maggio il presidente Zelensky la usò per convincere chi non voleva dargli le armi per difendersi. «Cento ucraini vengono uccisi ogni giorno sul fronte est» disse creando sgomento. Il mese dopo Zelensky scendeva a «60-100 soldati uccisi ogni giorno con altri 500 feriti». A luglio, «30 morti al giorno con 250 feriti». In quei mesi la media delle vittime militari ucraine sarebbe quindi stata sopra le 20 mila al mese. A quel ritmo ci si mette poco ad arrivare ai 100 mila stimati dagli Usa. Ma se gli ucraini hanno poca scelta dovendo difendersi, è lo sprezzo russo per la vita dei propri soldati a lasciare interdetti.

La carrozza a tre cavalli del truffatore che galoppa follemente nel finale delle «Anime Morte» di Gogol’ dice già tutto. «Corre la tròika, corre! E non corri forse anche tu Russia?» «Gli altri popoli e gli altri imperi si fanno da parte, guardandola male». Dalla tattica della terra bruciata alle offensive da milioni di morti, la storia imperiale zarista e sovietica è una continua affermazione della superiorità della patria, anzi della Madre Russia, rispetto all’individuo. Il soldato è condannato a servire l’idea, a sacrificarsi come un numero, non una persona. Per questo hanno stupito le giustificazioni russe di mercoledì sul ritiro dalla città di Kherson: «Dobbiamo preservare la vita dei nostri soldati» ha detto il ministro della Difesa Shoigu. Se non è la prima volta è comunque un’eccezione rispetto alla condotta generale dell’invasione.

Video correlato: I soldati russi caduti in guerra: le immagini della fila infinita di tombe una accanto all'altra

«Lungo il fronte — ha dichiarato lunedì il presidente Zelensky — le nostre forze sono in difesa attiva. Donetsk rimane l’epicentro della più grande follia degli invasori: muoiono a centinaia ogni giorno. La terra davanti alle postazioni ucraine è disseminata dei loro corpi».

In quell’area la linea di contatto è ferma dal 24 febbraio, primo giorno di guerra. I russi non sono riusciti a sfondare verso Kramatorsk e l’artiglieria di Kiev ha ancora nel proprio raggio d’azione il capoluogo di Donetsk conquistato dai filorussi nel 2014. È lì, verso la cittadina di Bakhmut, che 30 mila soldati di Putin attaccano ogni giorno, da mesi. La zona è «appaltata» ai mercenari della Wagner e il fondatore non esita a lanciare avanti la tròika del suo «capitale umano» per dimostrare al Cremlino di essere un condottiero migliore dei generali con le stellette. I morti guadagnano medaglia e diploma. A nord, verso Luhansk, i russi hanno fermato la riconquista ucraina di settembre con un muro di bombe. La Wagner ha aggiunto fossati e ostacoli di cemento. Ancora più a Nord il terreno perduto dai russi attorno a Kharkiv resta sotto attacco missilistico di Mosca, ma non ci sono tentativi di avanzata. Lungo il fronte di Zaporizhzhia l’artiglieria lavora a distanza. Si cerca di sopravvivere nelle trincee e nessuno tenta sortite. Le piogge d’autunno renderanno i campi impraticabili almeno sino al gelo di gennaio e febbraio.

Sui mille chilometri di fronte, il lato più dinamico è oggi Kherson. Dopo l’annuncio del ritiro russo dalla città, ieri le avanguardie ucraine hanno trovato liberi una dozzina di villaggi. Kherson città resta a 10 chilometri, una trappola o un dono? Anche senza conquiste e ritirate la guerra però uccide. «In sei mesi al fronte — ha raccontato al Corriere un chirurgo sulla prima linea — ho curato 4 mila soldati e solo 5 erano feriti d’arma da fuoco. Gli altri vittime delle bombe». Sull’Ucraina ne cadono a tonnellate ogni giorno. È con quelle che si fa macelleria di umani.

Ucraina Russia, le notizie sulla guerra del 9 novembre.  Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 9 Novembre 2022.

Le notizie di mercoledì 9 novembre. Sean Penn dona uno dei suoi Oscar al presidente ucraino. Le città ucraine sotto le bombe, continuano i raid russi. Zelensky: «Stiamo respingendo il nemico a est e a sud»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 258esimo giorno.

• Zelensky parteciperà al G20 in modalità online. E apre ai negoziati.

• L’esperto militare Denys Popovych ha rivelato che le forze dell’esercito russo potrebbero preparare una trappola a Kherson.

Ore 21:16 - Sean Penn a Kiev, dona la sua statuetta dell’Oscar a Zelensky

L’attore e registra americano Sean Penn è in visita in Ucraina ed è la terza volta dall’inizio della guerra. Ad annunciarlo è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Telegram dove pubblica anche un video dell’incontro fra i due, durante il quale Sean Penn gli consegna la statuetta dell’Oscar che ha vinto in due occasioni. Il presidente ucraino ricambia consegnando all’ormai amico l’Ordine al Merito dell’Ucraina. «Questa volta il nostro incontro è stato speciale - scrive Zelensky su Telegram - Sean ha portato la sua statuetta dell’Oscar come simbolo di fiducia nella vittoria del nostro Paese. Resterà in Ucraina fino alla fine della guerra». Nel video, poi, si vede Zelensky che conduce Penn per le strade di Kiev fino a raggiungere una targa in una piazza della città che porta proprio il nome dell’attore e la data del 24 febbraio 2022, il giorno dell’inizio dell’invasione russa, quando Sean Penn si trovava proprio a Kiev per un documentario.

Ore 23:26 - Conte, voteremmo no a invio armi

«Non abbiamo mai votato sull'invio di armi perché, per come è concepito, il decreto madre non prevede alcun voto. Se ci fosse consentito voteremmo no. Se ci consentissero di votare, voteremmo no all'invio delle armi». Lo ha detto il presidente del M5s, Giuseppe Conte, a Cartabianca, su Rai tre.

Ore 01:51 - Annunciato blackout in tutto il Paese

Il gestore del servizio di trasmissione dell’elettricità dell’Ucraina Ukrenergo annuncia blackout in tutto il Paese. Secondo quanto riferisce l’agenzia «Ria Novosti» la maggior parte delle interruzioni della corrente elettrica avverrà nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Cherkasy, Zhytomyr, Sumy, Kharkiv, Poltava, Dnipropetrovsk e Kirovohrad, e parte della regione di Zaporizhzhia controllata da Kiev. Ukrenergo è l’unico operatore delle linee di trasmissione ad alta tensione del Paese ed è posseduto al 100% dal governo ucraino. Ma - si fa presente - che «non sono stati ancora annunciati arresti di emergenza» in Ucraina. Le infrastrutture energetiche dell’Ucraina sono state prese di mira dagli attacchi della Russia; alcune sono state danneggiate. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky - aveva ricordato nell’ultimo messaggio alla nazione - come siano «in corso lavori di riparazione in tutti gli impianti energetici danneggiati». Inoltre conferma l’arrivo dei blackout: «A partire da questa sera, circa 4 milioni di ucraini in 14 regioni e nella città di Kiev sono scollegati dalla rete elettrica».

Ore 04:20 - Kiev approva una bozza di legge per attirare investimenti austriaci

Il Governo ucraino ha approvato una bozza di legge sulla ratifica dell’accordo quadro con il Governo della Repubblica d’Austria sulla cooperazione economica nello sviluppo di progetti. «L’approvazione della legge creerà basi legali per l’entrata in vigore dell’accordo quadro, che faciliterà la cooperazione economica con l’Austria nello sviluppo di progetti prioritari. In particolare, l’ospedale Okhmatdyt e la clinica universitaria di Kiev, il Centro nazionale di riabilitazione di Lviv», ha affermato il ministro dell’Economia, Yuliya Svyridenko. Si tratta di importi superiori ai 600 milioni di euro.

Ore 08:04 - Altri 3 corpi di civili in zone liberate di Kherson

Le autorità ucraine scoperto altri tre corpi di civili uccisi dalle forze russe nei territori liberati della regione di Kherson, nell’Ucraina meridionale: lo ha riferito l’Ufficio del Procuratore Generale, come riporta Ukrinform. Secondo alcune testimonianze, le vittime erano tutti residenti locali. Due di loro sono morti a causa dei bombardamenti russi, mentre sul corpo della terza vittima sono stati trovati segni di violenze.

Ore 08:25 - Zelensky apre ai colloqui di pace: «Forzare Mosca a trattare»

(Lorenzo Cremonesi) C’è una relazione diretta tra il voto americano di midterm e l’Ucraina in guerra. Preoccupato dalla prospettata buona riuscita elettorale repubblicana e dalle pressioni che comunque stanno crescendo da Washington per cercare di dare spazio al negoziato con Mosca, Volodymyr Zelensky abbandona l’opposizione di principio a trattare con Vladimir Putin e lancia un appello alla comunità internazionale affinché «costringa la Russia a veri colloqui di pace».

Ore 08:32 - Patrushev a Teheran per colloqui su sicurezza russo-iraniana

Il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev, è a Teheran per colloqui con funzionari iraniani su questioni legate alla sicurezza. Lo riporta l’agenzia di stampa Tass spiegando che «a Teheran Patrushev terrà consultazioni sulla sicurezza russo-iraniana con la partecipazione di esperti del Consiglio di sicurezza e rappresentanti dei ministeri e delle agenzie di entrambi i Paesi». La visita arriva mentre l’Iran è sotto accusa per la fornitura di droni kamikaze alle forze armate russe, usati nella guerra in Ucraina. Nel fine settimana l’Iran ha ammesso per la prima volta di aver inviato «un piccolo numero» di droni a Mosca, ma di averlo fatto prima che iniziasse la guerra.

Ore 08:38 - Droni kamikaze russi su Dnipro: 4 feriti

Quattro civili sono rimasti feriti la notte scorsa durante un attacco con droni lanciato dalle forze russe sulla città di Dnipro, nell’Ucraina meridionale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko. Lo riporta Ukrinform. «Quattro feriti a causa degli attacchi russi su Dnipro... Durante la notte gli occupanti hanno attaccato massicciamente la regione con droni kamikaze», ha scritto Reznichenko. I feriti sono dipendenti di una società di logistica di Dnipro colpita dai droni. «L’attacco nemico ha causato un enorme incendio. Sono bruciati più di 3.000 metri quadrati. I vigili del fuoco hanno già spento le fiamme. I magazzini dell’azienda sono stati distrutti», ha proseguito il governatore. Inoltre, i russi hanno lanciato attacchi con sistemi missilistici a lancio multiplo e artiglieria pesante sul distretto di Nikopol (sud), colpendo Myrove e Marhanets. In quest’ultima comunità sono state danneggiate alcune case private e una società.

Ore 08:52 - Bombe russe sul Donetsk, ieri tre morti

Tre civili sono morti e altri 11 sono rimasti feriti durante gli attacchi di ieri delle forze russe nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Pavlo Kyrylenko, come riporta Ukrinform. «L’8 novembre si è saputo che tre civili sono stati uccisi dai russi nella regione di Donetsk: a Kostiantynivka, Chasiv Yar e Avdiivka», ha scritto Kyrylenko aggiungendo che i feriti sono 11. Inoltre, le forze dell’ordine hanno scoperto tre corpi di civili uccisi durante l’occupazione a Yampil.

Ore 08:59 - Kiev: Bielorussia crea unità operatori droni d’attacco

Le autorità bielorusse stanno formando unità di operatori di droni d’attacco che verranno schierate con le truppe di confine: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine nel suo rapporto quotidiano sulla situazione in Ucraina. Lo riporta Ukrinform.

Ore 09:28 - Papa: «I conflitti non si risolvono con armi, ma col dialogo»

«Quanto bisogno abbiamo di incontrarci! Penso alla folle guerra, folle, di cui è vittima la martoriata Ucraina, e a tanti altri conflitti, che non si risolveranno mai attraverso l’infantile logica delle armi, ma solo con la forza mite del dialogo». Così il Papa nell’udienza generale, in cui ha ripercorso il suo viaggio in Bahrein. «Ma a parte l’Ucraina, che è martoriata - ha continuato -, pensiamo agli altri conflitti: alla Siria, più di dieci anni di guerra, pensiamo ai bambini dello Yemen, pensiamo al Myanmar. Cosa fanno le guerre? Distruggono l’umanità, distruggono tutto»

Ore 10:05 - Gb, ponte Crimea pienamente operativo solo a settembre 2023

È improbabile che il ponte di Crimea sia pienamente operativo, almeno fino al settembre 2023: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano dell’intelligence sulla situazione nel Paese. Il rapporto pubblicato su Twitter ricorda che il ponte, parzialmente distrutto da un attentato l’8 ottobre scorso, doveva essere chiuso ieri per consentire l’installazione di una campata sostitutiva di 64 metri. Saranno necessarie altre tre campate per sostituire le sezioni stradali danneggiate, aggiunge. Sebbene le autorità della Crimea abbiano affermato che queste campate aggiuntive saranno installate entro il 20 dicembre, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato in un briefing che i lavori sull’altra carreggiata causeranno disagi al traffico stradale fino a marzo 2023.

Allo stesso tempo, i lavori sulla parte ferroviaria danneggiata dovrebbero essere completati entro il prossimo settembre, anche se il vice primo ministro russo ha dichiarato che i tempi saranno accelerati. Un binario è attivo, ma il trasporto ferroviario rimane limitato. L’attacco al ponte ha interrotto le forniture logistiche russe per la Crimea e l’Ucraina meridionale, riducendo la capacità della Russia di trasportare attrezzature militari e truppe nell’area, conclude il rapporto commentando che i danni al ponte, il recente attacco alla Flotta del Mar Nero a Sebastopoli e il probabile ritiro da Kherson complicano la capacità di Mosca di presentare un quadro di successo militare.

Ore 10:10 - Papa: «Pace per l’Ucraina, tante crudeltà dai mercenari»

«Rinnovo il mio invito alla preghiera per la martoriata Ucraina: chiediamo al Signore la pace per questa gente così tribolata, e che soffre tanta crudeltà, tanta crudeltà, da parte dei mercenari che fanno la guerra». Così il Papa al termine dell’udienza generale.

Ore 10:27 - Allarme aereo in 3 regioni del sud e dell’est

L’allarme aereo è scattato oggi in tre regioni del sud e dell’est dell’Ucraina: lo ha reso noto il Servizio di allerta ufficiale del Paese, come riporta la Tass. Secondo le informazioni fornite, si tratta delle regioni di Dnepropetrovsk, Kirovograd e Mykolaiv.

Ore 10:29 - Mosca: respinti tentativi di controffensiva a Kherson

Le forze russe hanno respinto una serie di tentativi ucraini di sfondare le linee di difesa nella regione di Kherson, in particolare nel settore di Snigiryovka, dove si sono svolti combattimenti durante la notte. Lo ha affermato il vicecapo dell’amministrazione regionale filorussa, Kirill Stremousov. Il vicegovernatore aveva affermato che riserve ucraine erano state trasferite da altre aree per tentare di sfondare le linee di difesa in tre settori: Posad-Pokrovsky, Berislav e Snigiryovka. A partire da martedì sera, ha aggiunto Stremousov, le truppe di Kiev sono riuscite a guadagnare posizioni lungo un binario ferroviario alla periferia settentrionale di Snigiryovka, nella regione di Mykolaiv, a circa 50 chilometri da Kherson. Questo territorio era stato annesso dai russi lo scorso agosto alla regione di Kherson.

Ore 10:35 - Oms: 663 attacchi alla sanità con 100 morti e 129 feriti

L’Organizzazione mondiale della sanità ha verificato altri 24 attacchi all’assistenza sanitaria in Ucraina. Al 9 novembre gli eventi confermati sono stati 663 dall’inizio dell’invasione russa e hanno causato 100 morti e 129 feriti. L’Oms aggiorna il bilancio su Twitter, ribadendo che «l’assistenza sanitaria non dovrebbe mai essere un obiettivo».

Ore 10:47 - Bombe russe sulla regione di Zaporizhzhia, due feriti

Due persone sono rimaste ferite durante i bombardamenti russi di ieri nella regione di Zaporizhzhia, che è stata attaccata più di 80 volte con colpi di artiglieria: lo ha reso noto su Telegram il vice capo dell’ufficio del presidente ucraino, Kyrylo Tymoshenko, come riporta Ukrinform. Sono state prese di mira le infrastrutture civili di 17 insediamenti nella regione.

Ore 10:52 - Peskov: le relazioni Usa-Russia rimarranno negative

Le relazioni tra gli Usa e la Russia rimarranno negative indipendentemente dai risultati delle elezioni di Midterm americane. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass, pur ammettendo che Mosca «segue scrupolosamente» i risultati.

Ore 11:10 - Kiev snellisce il governo, riduce i ministeri da 20 a 14

Zelenskyy ha tenuto ieri una riunione con il primo ministro, i vice primi ministri e diversi membri dell’esecutivo durante la quale è stato concordato uno snellimento del governo che molto probabilmente comporterà una riduzione dei ministeri dagli attuali 20 a 14: lo scrive il sito di notizie ucraino ZA.UA. Tra i principali cambiamenti, il ministero dello Sviluppo delle Comunità e dei Territori, il ministero delle Infrastrutture e l’Ufficio del Governo per il Reinserimento dei Territori Occupati Temporaneamente dovrebbero essere assorbiti dal ministero dello Sviluppo delle Infrastrutture e dei Territori. Inoltre, il ministero dello Sviluppo delle Comunità e dei Territori, il ministero delle Infrastrutture e l’Ufficio del Governo per il Reinserimento dei Territori Occupati Temporaneamente dovrebbero confluire nel ministero dello Sviluppo delle Infrastrutture e dei Territori. Il piano prevede anche una riduzione del numero di dipendenti dei ministeri e degli altri organi esecutivi centrali, che dovrebbero passare dagli attuali 9.200 a 2.800.

Ore 11:30 - Peskov: a giorni la risposta di Putin sulla partecipazione al G20

Arriveranno «tra qualche giorno» informazioni più precise sulla partecipazione del presidente russo, Vladimir Putin, ai prossimi summit internazionali. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, riferendosi agli appuntamenti dell’Apec a Bangkok e del G20 di Bali in programma la prossima settimana. «Vi informeremo — ha detto Peskov — stiamo discutendo dei vari formati poi prenderemo una decisione».

Ore 11:36 - Meloni: «L’Ucraina lotta contro una brutale aggressione»

«È una lotta per la libertà quella che sta portando avanti il popolo Ucraino per difendere la propria nazione da una brutale aggressione». Lo sottolinea il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel giorno in cui ricorre la caduta del muro di Berlino.

Ore 11:43 - Filorussi, 80.000 civili evacuati dalla regione di Kherson

Circa 80.000 civili sono stati evacuati dalla regione di Kherson annessa alla Russia, per ragioni di sicurezza: lo ha detto alla Tass il vice governatore della regione, Kirill Stremousov. «Molti se ne sono andati. Sono state evacuate circa 80.000 persone. Noi aiutiamo tutti coloro che vogliono lasciare Kherson», ha affermato Stremousov.

Ore 12:14 - Kiev: distrutti due depositi russi di munizioni nel sud

Le forze di Kiev hanno distrutto due depositi russi di munizioni nell’Ucraina meridionale. Lo ha reso noto il comando operativo ucraino del sud su Facebook, precisando che i depositi si trovavano a Snihurivka, nella regione di Mykolaiv, e a Kostromka, nella vicina Kherson.

Ore 12:26 - Zelensky: 4 milioni di persone senza elettricità

Sono circa 4 milioni le persone rimaste senza elettricità nelle 14 regioni dell’Ucraina, inclusa Kiev. Lo ha riferito il presidente Zelensky, come riportano i media ucraini. La maggior parte delle persone è senza elettricità a seguito di una serie di blackout programmati dall’operatore Ukrenergo dopo che le truppe russe hanno colpito diverse infrastrutture critiche, ha spiegato Zelensky, aggiungendo che «sono in corso lavori di riparazione in tutti gli impianti danneggiati».

Ore 12:55 - Ungheria: no al prestito Ue a Kiev da 18 miliardi

Il governo ungherese ha annunciato che non sosterrà la proposta di un prestito agevolato da 18 miliardi di euro all’Ucraina che la Commissione europea dovrebbe presentare oggi. «Diciamo sì al sostegno dell’Ucraina, ma ci opponiamo a un prestito congiunto», ha detto ai giornalisti Gergely Gulyas, ministro dell’ufficio del premier nazionalista Viktor Orban. Il pacchetto di assistenza deve essere approvato da tutti gli Stati membri dell’Ue, poiché comporta nuove emissioni di debito garantite dal bilancio comunitario. «Non è un veto, perché è una decisione congiunta e se non la sosteniamo non ci sarà alcuna decisione», ha spiegato il ministro.

Ore 13:06 - Kiev: l’esercito russo sta minando i sobborghi di Mariupol

L’esercito russo sta minando i sobborghi di Mariupol occupata dopo aver rafforzato nei giorni scorsi il perimetro della città con blocchi di cemento, i cosiddetti denti di drago. Lo scrive su Telegram il consigliere del sindaco in esilio Petro Andryushchenko, citato da Unian: «Sulla linea Agrobaza-Berdyanske-Shevchenko-Priazovske, gli occupanti hanno iniziato a minare strade e campi e accelerano con la fortificazione della città». Secondo l’intelligence del Ministero della Difesa britannico, la Russia ha avviato la costruzione di strutture di difesa intorno a Mariupol per prevenire un’improvvisa controffensiva da parte delle Forze armate ucraine. In particolare, due stabilimenti producono allo scopo blocchi anticarro in cemento.

Ore 13:07 - Russia: verso il corso preparazione militare base nelle scuole

Un corso di preparazione militare di base verrà introdotto nelle scuole russe a partire dal prossimo anno scolastico: lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione russo, Serghiei Kravtsov. «Lo finalizzeremo entro il primo gennaio, poi ci sarà l’approvazione e le scuole potranno metterlo in pratica a partire dal prossimo anno», ha detto Kravtsov secondo l’agenzia Interfax. Stando all’agenzia di stampa, «durante le lezioni, gli studenti discuteranno dei diritti e doveri dei cittadini durante la leva e il servizio militare e studieranno temi relativi all’attività militare professionale dei cittadini e al primo soccorso». Secondo il Moscow Times, l’istruzione militare di base è stata cancellata dalle scuole russe nel 1993, nelle lezioni si imparava a reagire ad attacchi nucleari o chimici, prestare primo soccorso e maneggiare armi da fuoco.

Ore 13:20 - Fonti governo Kiev: nessuna pressione degli alleati per negoziare

Non c’è nessuna pressione dei partner stranieri di Kiev per spingere l’Ucraina ad aprire negoziati con Mosca. È quanto scrive Ukrainska Pravda, citando alte fonti governative ucraine. «Non ci stanno spingendo ad aprire negoziati, ma stanno semplicemente dicendo ”è meglio non rifiutare così categoricamente i russi” in modo da tranquillizzare gli europei», scrive il sito. Attualmente non vi è alcun lavoro preparatorio in vista di possibili negoziati con Mosca.

Nei giorni scorsi i media americani avevano scritto che l’amministrazione Biden aveva fatto pressione su Kiev perché non dicesse più di rifiutare ogni negoziato con Putin. Ieri il vice ministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, ha dichiarato che Mosca non pone precondizioni a negoziati con Kiev. Ma gli ucraini ritengono sia una mossa propagandistica.

Ore 13:48 - Russia-Iran: Patrushev incontra Raisi a Teheran

Il presidente del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolai Patrushev, ha incontrato a Teheran il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, con il quale ha discusso «vari aspetti della cooperazione russo-iraniana nella sicurezza e alcune questioni globali». Lo riferisce un comunicato delle autorità di Mosca. Patrushev ha inoltre incontrato il suo omologo iraniano, Ali Shankhani, con il quale ha affrontato i temi dell’Ucraina, della «interazione sull’arena internazionale» e del «contrasto all’interferenza dei servizi di sicurezza occidentali negli affari interni di Russia e Iran».

Ore 13:52 - Von der Leyen: proposti 18 miliardi a Kiev nel 2023

«L’Ue continua a essere solidale con l’Ucraina. Oggi proponiamo un pacchetto di sostegno di 18 miliardi di euro per il 2023. Finanziamenti in tranche regolari per favorire la ripresa a breve termine e rafforzare le istituzioni. Preparando il terreno per una ricostruzione che proceda sulla strada dell’Ue». Lo dice su Twitter la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen nel giorno in cui è stata presentata la proposta.

Il pacchetto offre «un'elevata flessibilità e condizioni molto favorevoli per l'Ucraina, tenendo conto della situazione attuale del Paese». I fondi saranno erogati «attraverso prestiti altamente agevolati, da rimborsare in un periodo massimo di 35 anni, a partire dal 2033». In un'ulteriore espressione di solidarietà, l'Ue propone anche di coprire i costi dei tassi di interesse dell'Ucraina, attraverso ulteriori pagamenti mirati da parte degli Stati membri al bilancio dell'Ue.

Ore 14:15 - Kiev: i russi si ritirano sulla riva destra del Dnipro a Kherson

Secondo il consigliere dell'amministrazione regionale di Kherson in esilio Sergii Khlan «oggi i russi hanno effettivamente iniziato a far crollare l'intera linea del fronte in direzione di Kherson e hanno iniziato una ritirata di massa. Nella direzione di Berislav, gli occupanti sono scomparsi da un certo numero di località. I soldati russi se ne vanno in massa, ma quando se ne vanno fanno saltare in aria i ponti», ha detto Khlan. Lo riferisce Espreso Tv. Il vice del consiglio regionale ha anche aggiunto che gli occupanti stanno cercando di rafforzare alcune posizioni al fine di garantire il ritiro sicuro delle proprie truppe.

Ore 14:28 - «I russi hanno fatto saltare in aria 5 ponti a Kherson»

Per rallentare l'assalto delle forze armate ucraine, le unità russe stanno facendo saltare i ponti nella regione di Kherson: dapprima quelli di Daryiv e Tyagin, poi il ponte all'uscita da Snigurivka sul canale, successivamente quelli di Novokairy e di Mylovi. Cinque in tutto. Lo riferisce Unian citando il consigliere dell'amministrazione regionale di Kherson Sergii Khlan.

Ore 14:35 - Ucciso il vicegovernatore filorusso di Kherson

Kirill Stremousov, il vicegovernatore dell'amministrazione filorussa di Kherson, è rimasto ucciso oggi in un incidente stradale. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti. Non sono ancora noti dettagli sulle circostanze della morte del funzionario. Secondo WarGonzo, uno dei blogger filorussi più seguiti su Telegram, l'incidente costato la vita a Stremousov è avvenuto nei pressi della città di Henichesk, come ha dichiarato l'autista del vicegovernatore.

Ore 14:42 - Podolyak: da Mosca «isteriche richieste di trattative»

«Il Cremlino è esausto. Le risorse della Russia stanno raggiungendo i loro limiti. Da qui le isteriche richieste di pausa («trattative»). Da qui la visita di Patrushev a Teheran: alla ricerca di un modo per continuare la guerra, ottenere missili/droni, superare l'esaurimento dei suoi missili». Lo scrive su Twitter il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak, sottolineando che «è il momento ideale per raddoppiare gli aiuti all'Ucraina».

Ore 14:46 - Mosca: negoziamo sulla base della situazione attuale

La Russia rimane aperta a negoziati con l'Ucraina sulla base della «attuale situazione». Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova rispondendo a un commento di Berlino secondo cui Kiev intende negoziare, ma Mosca mostra «una mancanza di volontà» di intavolare trattative.

Ore 14:55 - Taccuino militare: Iran e Russia, due Paesi «comunicanti»

(Guido Olimpio) Secondo la rete britannica Sky in agosto Mosca ha versato ai mullah 140 milioni di euro ed ha inviato alcuni esemplari di sistemi bellici catturati in Ucraina. In particolare gli anti-tank Javelin (americano), NLAW (inglese) e l’anti-aereo Stinger. Un pacchetto in valuta e mezzi in cambio di equipaggiamento bellico. La supposizione è che gli iraniani, come hanno fatto per i droni, possano cercare di copiare e produrre loro versioni. Restano sempre i dubbi sulla reale efficacia dei modelli, anche se molto dipende dal teatro dove saranno impiegati. In quello ucraino i droni ceduti dagli ayatollah, per quanto poco sofisticati, hanno provocato danni alle infrastrutture.

L’agenzia Tass, intanto, ha annunciato una missione a Teheran di Nikolay Patrushev, il capo del consiglio di sicurezza del Cremlino. Nel comunicato ufficiale si cita la cooperazione economica e quella in campo internazionale. Frasi formali. La visita è in parallelo alle informazioni ricorrenti su altre forniture da parte del regime islamico, da nuovi droni-kamikaze ai missili terra-terra, apparati necessari per continuare la campagna di terrore.

Non solo armi. Un’associazione legata al Comune di Amsterdam donerà un camion di biciclette Kapstein, saranno distribuite alla popolazione ucraina. In Occidente sono numerose le raccolte di fondi per acquistare ambulanze, materiale per i civili, generatori, qualsiasi cosa possa alleviare le sofferenze.

Ore 15:07 - Sunak: forniremo lotto di 25mila abiti invernali a militari Kiev

La Gran Bretagna fornirà un lotto di equipaggiamento invernale alle forze armate ucraine per aiutarle a difendere il loro Paese durante il rigido inverno. Lo ha reso noto il primo ministro britannico Rishi Sunak. «Dobbiamo continuare a sostenere il popolo ucraino nella sua resistenza alla brutalità di Putin — ha affermato il premier : Sono lieto che l'equipaggiamento donato dalla Gran Bretagna riscalderà e garantirà la sicurezza delle forze armate ucraine in un momento in cui devono affrontare una pericolosa lotta invernale per la loro Paese». La Gran Bretagna trasferirà in Ucraina altri 12mila set letto e 150 tende riscaldate. «Entro la metà di dicembre, consegnerà più di 25mila abiti per il freddo estremo, in modo che le truppe possano operare e sopravvivere alle basse temperature in Ucraina», ha affermato il governo britannico. I kit per il freddo estremo si aggiungono ai 7mila per il freddo normale distribuiti alle reclute nell'ambito dell'operazione Interflex.

Ore 16:04 - Blinken denuncia trasferimento Griner a «carcere remoto»

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha denunciato il trasferimento della giocatrice di basket americana, Brittney Griner, in «una remota colonia penale» della Russia. «Attendiamo che le autorità russe diano ai nostri funzionari d'ambasciata accesso regolare a tutti i cittadini statunitensi detenuti in Russia, compresa Brittney» ha dichiarato Blinken. Oggi i legali dell'atleta hanno reso noto che Griner stava per essere trasferita da Mosca a un altro carcere aggiungendo di «non avere alcuna informazione sulla località precisa o sulla sua destinazione finale». Il presidente Usa Joe Biden ha chiesto alla sua amministrazione di fare il possibile affinché il Cremlino migliori il trattamento e le condizioni dell'atleta detenuta, secondo quanto ha riferito la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre. Blinken, per parte sua, ha assicurato di lavorare «in modo instancabile» per riportare Griner a casa. La cestista fu arrestata a febbraio all'aeroporto di Mosca dopo il ritrovamento nel bagaglio di olio di hashish, proibito in Russia, ed è stata condannata a nove anni per possesso e contrabbando di droga.

Ore 16:14 - Shoigu ordina alle truppe russe di ritirasi da Kherson

Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha ordinato alle truppe di ritirarsi dalla riva ovest del fiume Dnipro. Lo riportano l'agenzia Reuters e la Tass. L'ordine di ritirata dalla città di Kherson, l'unico capoluogo di regione conquistato dai russi dall'inizio dell'invasione, è stata presa da Shoigu dopo aver ricevuto un rapporto dal comandante delle forze russe in Ucraina, generale Surovikin. «Iniziate con il ritiro delle truppe e prendete tutte le misure per garantire il trasferimento sicuro di personale, armi e attrezzature attraverso il fiume Dnipro», ha spiegato Shoigu.

Ore 16:38 - Mosca: nuova linea difensiva sulla sponda sinistra del Dnipro

Dopo l'ordine di ritirata da Kherson, il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha approvato la proposta del comandante russo in Ucraina, il generale Surovikin, di rischierare le truppe sulla riva sinistra del Dnipro per organizzare una nuova linea difensiva. La decisione è stata presa perché sulla riva destra del fiume le forze russe rischiavano un isolamento totale e i civili rimasti erano a rischio per i bombardamenti ucraini. Lo riferisce l'agenzia russa Interfax. «La decisione di ripiegare sulla riva orientale del Dnipro non è facile ma allo stesso tempo salveremo la vita di nostri militari», ha spiegato Sergei Surovikin in televisione.

Ore 16:52 - Comandante russo: situazione in Ucraina «stabilizzata»

Secondo il generale Sergei Surovikin, comandante russo sul fronte di Kherson, la situazione delle truppe russe in Ucraina è stata «stabilizzata» e le forze di Mosca sono state incrementate grazie all'arrivo di soldati mobilitati e di volontari. Il generale ha aggiunto che da agosto gli ucraini hanno perso 9.500 uomini negli attacchi nella regione di Kherson, «sette o otto volte» più delle perdite russe.

Ore 17:31 - La ritirata da Kherson: inizia una nuova fase nella guerra

(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) La giustificazione del ritiro di Kherson l’ha data con parole il comandante del contingente russo, Sergei Surovikin, un duro: non eravamo più in grado di rifornirla. Per questo il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha dovuto impartite l’ordine per il quale si erano preparati: una comunicazione lasciata ai militari ma dalle implicazioni politiche. La città, l’unica conquistata dai russi a ovest del fiume Dnipro, è infatti fondamentale per il Cremlino: la regione di Kherson si trova sopra la Crimea occupata militarmente da Putin nel 2014, e da qui arrivano i rifornimenti idrici per la penisola, attraverso un canale di origine sovietica bloccato otto anni fa dagli ucraini e riaperto dai russi dopo l’invasione. Per Kherson passa anche l’ultimo miglio del corridoio che permetterebbe di collegare la Crimea via terra alla madre patria, attualmente raggiungibile soltanto attraverso il ponte di Kerch, quello colpito dagli ucraini il mese scorso. Anche per l’esercito di Zelensky la riconquista di Kherson sarebbe di vitale importanza, una vittoria simbolica in chiave militare e diplomatica. Le prossime ore diranno di più sui modi, la reale situazione, le perdite, le eventuali sorprese. Gli invasori, peraltro, avevano già costituito tre linee difese sulla riva destra del Dnipro, una scelta calcolata in vista di mesi che si preannunciano duri.

Ore 18:09 - Kiev: non vediamo segnali di ritirata russa da Kherson

Il consigliere del presidente ucraino Mykhaylo Podolyak ha dichiarato che Kiev non vede «alcun segno» che le forze russe si stiano ritirando dalla città meridionale di Kherson. «Non vediamo alcun segno che la Russia stia lasciando Kherson senza combattere», ha scritto Podolyak su Twitter, suggerendo che l’annuncio potrebbe essere una manovra e definendo l’ordine del ministro della Difesa Shoigu una «dichiarazione televisiva inscenata».

Ore 18:57 - Stoltenberg: in Usa forte sostegno bipartisan, nulla cambia con risultato voto

Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha negato che i seggi guadagnati di repubblicani alle elezioni di mid term Usa possano inficiare il sostegno militare occidentale per l’Ucraina. Dopo aver parlato con il Premier britannico Rishi Sunak, Stoltenberg ha detto che «c’è sostegno bipartisan forte negli Usa per il proseguimento del sostegno per l’Ucraina e questo non è cambiato».

Ore 19:14 - Stoltenberg: Russia ha perso l’iniziativa

«La Russia ha perso l’iniziativa militare in Ucraina». Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un’intervista con l’emittente britannica Sky News nel corso della sua visita nel Regno Unito. «Mosca è stata costretta a cedere territorio», ha aggiunto rispondendo a una domanda sul ritiro delle truppe russe da Kherson. «Ma ha ancora forze e la capacità per colpire le città dell’Ucraina».

«Il presidente Putin ha commesso diversi grossi errori quando ha invaso l’Ucraina, errori strategici, come sottovalutare gli ucraini e i partner della Nato nella loro capacità di sostenere Kiev», ha aggiunto Stoltenberg, a margine di una visita nel Regno Unito dove ha incontrato a Downing Street il premier britannico Rishi Sunak e in precedenza ha visitato unità militari ucraine addestrate dall’esercito di sua maestà. «Quello che abbiamo visto è che gli alleati e i partner della Nato hanno fornito un sostegno senza precedenti all’Ucraina - ha affermato Stoltenberg - E quello che vediamo quando guardiamo ai sondaggi d’opinione, ai messaggi politici dei diversi Paesi della Nato, è che siamo pronti a fornire il nostro supporto per tutto il tempo necessario». Durante l’incontro fra i due leader a Downing Street, Sunak ha rivendicato il ruolo della Gran Bretagna come primo contribuente europeo dell’Alleanza atlantica mentre Stoltenberg ha ribadito l’elogio a Londra per il sostegno all’Ucraina e per l’addestramento dei soldati di Kiev.

Ore 00:02 - Biden: non abbiamo dato a Ucraina «assegni in bianco»

«Non abbiamo dato assegni in bianco all’Ucraina». Lo ha detto il presidente americano Joe Biden alla Casa Bianca riferendosi ad un’accusa del leader dei repubblicani Kevin McCarthy. «Kiev ci aveva chiesto sistemi di difesa aerea che non abbiamo dato perché non vogliamo che scoppi la Terza Guerra Mondiale», ha sottolineato.

Ore 00:45 - Putin non va al vertice del G20, Cremlino manda Lavrov

Vladimir Putin non parteciperà il vertice del G20 in programma il 15 e 16 novembre in Indonesia. Lo riferisce Bloomberg, citando alcune fonti, secondo cui il Cremlino manderà il ministro degli Esteri Lavrov.

Secondo The Kyiv Independent - che riprende quanto riferisce Bloomberg - il presidente russo non sarà a Bali perché «il Cremlino punta a proteggerlo da possibili tensioni» internazionali sulla guerra in Ucraina. Per la Russia - in base alle fonti di Bloomberg - dovrebbe esserci il ministro degli Esteri Sergey Lavrov. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è stato invitato al prossimo G20; potrebbe partecipare in diretta online.

Ore 02:21 - Generale Usa: «Almeno 40mila civili ucraini uccisi da inizio guerra»

Un bilancio impressionante è quello fornito dal più alto generale dell'esercito americano. Il capo di Stato maggiore congiunto delle forze armate degli Stati Uniti Mark Milley, ha stimato che 40mila civili ucraini siano stati uccisi dall'inizio della guerra in Ucraina a febbraio. Il generale americano ha inoltre stimato che l'esercito russo ha subìto più di 100mila perdite, soldati uccisi e feriti in Ucraina, aggiungendo che le forze armate di Kiev «probabilmente» hanno subito un livello simile di vittime durante la guerra. Molta sofferenza umana, ha detto il generale dell'esercito intervenendo all'Economic Club di New York, come ha riportato Reuters.

Ucraina Russia, le notizie del 10 novembre. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi e Redazione online su Il Corriere della Sera il 10 Novembre 2022.

Le notizie di giovedì 10 novembre. Il ministro della difesa russo ha annunciato la ritirata: «Salveremo la vita dei nostri militari». Putin non parteciperà al summit del G20 in Indonesia

• La guerra in Ucraina è arrivata al 258esimo giorno.

• I russi si ritirano da Kherson e fanno saltare in aria cinque ponti (qui il punto militare: perché inizia una nuova fase nella guerra) .

• Il ministro della Difesa di Mosca Shoigu ha approvato la proposta di rischierare le truppe sulla riva sinistra del Dnepr perché sulla riva destra le forze russe rischiavano l’isolamento.

• Ucciso il vice governatore dell’amministrazione filorussa di Kherson Kirill Stremousov : «Un incidente stradale», secondo la Tass.

• L’Ue presenta un piano da 18 miliardi per Kiev, ma Orban frena.

Ore 04:41 - Zelensky apre ai colloqui di pace: «Forzare Mosca a trattare»

(Lorenzo Cremonesi) C’è una relazione diretta tra il voto americano di midterm e l’Ucraina in guerra. Preoccupato dalla prospettata buona riuscita elettorale repubblicana e dalle pressioni che comunque stanno crescendo da Washington per cercare di dare spazio al negoziato con Mosca, Volodymyr Zelensky abbandona l’opposizione di principio a trattare con Vladimir Putin e lancia un appello alla comunità internazionale affinché «costringa la Russia a veri colloqui di pace».

Ore 04:47 - Ungheria: no al prestito Ue a Kiev da 18 miliardi

Il governo ungherese ha annunciato che non sosterrà la proposta di un prestito agevolato da 18 miliardi di euro all’Ucraina che la Commissione europea dovrebbe presentare oggi. «Diciamo sì al sostegno dell’Ucraina, ma ci opponiamo a un prestito congiunto», ha detto ai giornalisti Gergely Gulyas, ministro dell’ufficio del premier nazionalista Viktor Orban. Il pacchetto di assistenza deve essere approvato da tutti gli Stati membri dell’Ue, poiché comporta nuove emissioni di debito garantite dal bilancio comunitario. «Non è un veto, perché è una decisione congiunta e se non la sosteniamo non ci sarà alcuna decisione», ha spiegato il ministro.

Ore 04:52 - Ucciso il vicegovernatore filorusso di Kherson

Kirill Stremousov, il vicegovernatore dell'amministrazione filorussa di Kherson, è rimasto ucciso oggi in un incidente stradale. Lo riferisce l'agenzia russa Ria Novosti. Non sono ancora noti dettagli sulle circostanze della morte del funzionario. Secondo WarGonzo, uno dei blogger filorussi più seguiti su Telegram, l'incidente costato la vita a Stremousov è avvenuto nei pressi della città di Henichesk, come ha dichiarato l'autista del vicegovernatore.

Ore 04:59 - Mosca: nuova linea difensiva sulla sponda sinistra del Dnipro

Dopo l'ordine di ritirata da Kherson, il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, ha approvato la proposta del comandante russo in Ucraina, il generale Surovikin, di rischierare le truppe sulla riva sinistra del Dnipro per organizzare una nuova linea difensiva. La decisione è stata presa perché sulla riva destra del fiume le forze russe rischiavano un isolamento totale e i civili rimasti erano a rischio per i bombardamenti ucraini. Lo riferisce l'agenzia russa Interfax. «La decisione di ripiegare sulla riva orientale del Dnipro non è facile ma allo stesso tempo salveremo la vita di nostri militari», ha spiegato Sergei Surovikin in televisione.

Ore 05:06 - La ritirata da Kherson: inizia una nuova fase nella guerra

(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) La giustificazione del ritiro di Kherson l’ha data con parole il comandante del contingente russo, Sergei Surovikin, un duro: non eravamo più in grado di rifornirla. Per questo il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha dovuto impartite l’ordine per il quale si erano preparati: una comunicazione lasciata ai militari ma dalle implicazioni politiche. La città, l’unica conquistata dai russi a ovest del fiume Dnipro, è infatti fondamentale per il Cremlino: la regione di Kherson si trova sopra la Crimea occupata militarmente da Putin nel 2014, e da qui arrivano i rifornimenti idrici per la penisola, attraverso un canale di origine sovietica bloccato otto anni fa dagli ucraini e riaperto dai russi dopo l’invasione.

Per Kherson passa anche l’ultimo miglio del corridoio che permetterebbe di collegare la Crimea via terra alla madre patria, attualmente raggiungibile soltanto attraverso il ponte di Kerch, quello colpito dagli ucraini il mese scorso. Anche per l’esercito di Zelensky la riconquista di Kherson sarebbe di vitale importanza, una vittoria simbolica in chiave militare e diplomatica. Le prossime ore diranno di più sui modi, la reale situazione, le perdite, le eventuali sorprese. Gli invasori, peraltro, avevano già costituito tre linee difese sulla riva destra del Dnipro, una scelta calcolata in vista di mesi che si preannunciano duri.

Ore 05:15 - Kiev: non vediamo segnali di ritirata russa da Kherson

Il consigliere del presidente ucraino Mykhaylo Podolyak ha dichiarato che Kiev non vede «alcun segno» che le forze russe si stiano ritirando dalla città meridionale di Kherson. «Non vediamo alcun segno che la Russia stia lasciando Kherson senza combattere», ha scritto Podolyak su Twitter, suggerendo che l’annuncio potrebbe essere una manovra e definendo l’ordine del ministro della Difesa Shoigu una «dichiarazione televisiva inscenata».

Ore 05:20 - Stoltenberg: Russia ha perso l’iniziativa

«La Russia ha perso l’iniziativa militare in Ucraina». Lo ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un’intervista con l’emittente britannica Sky News nel corso della sua visita nel Regno Unito. «Mosca è stata costretta a cedere territorio», ha aggiunto rispondendo a una domanda sul ritiro delle truppe russe da Kherson. «Ma ha ancora forze e la capacità per colpire le città dell’Ucraina».

«Il presidente Putin ha commesso diversi grossi errori quando ha invaso l’Ucraina, errori strategici, come sottovalutare gli ucraini e i partner della Nato nella loro capacità di sostenere Kiev», ha aggiunto Stoltenberg, a margine di una visita nel Regno Unito dove ha incontrato a Downing Street il premier britannico Rishi Sunak e in precedenza ha visitato unità militari ucraine addestrate dall’esercito di sua maestà. «Quello che abbiamo visto è che gli alleati e i partner della Nato hanno fornito un sostegno senza precedenti all’Ucraina - ha affermato Stoltenberg - E quello che vediamo quando guardiamo ai sondaggi d’opinione, ai messaggi politici dei diversi Paesi della Nato, è che siamo pronti a fornire il nostro supporto per tutto il tempo necessario». Durante l’incontro fra i due leader a Downing Street, Sunak ha rivendicato il ruolo della Gran Bretagna come primo contribuente europeo dell’Alleanza atlantica mentre Stoltenberg ha ribadito l’elogio a Londra per il sostegno all’Ucraina e per l’addestramento dei soldati di Kiev.

Ore 05:33 - Biden: non abbiamo dato a Ucraina «assegni in bianco»

«Non abbiamo dato assegni in bianco all’Ucraina». Lo ha detto il presidente americano Joe Biden alla Casa Bianca riferendosi ad un’accusa del leader dei repubblicani Kevin McCarthy. «Kiev ci aveva chiesto sistemi di difesa aerea che non abbiamo dato perché non vogliamo che scoppi la Terza Guerra Mondiale», ha sottolineato.

Ore 05:39 - Putin non va al vertice del G20, Cremlino manda Lavrov

Vladimir Putin non parteciperà il vertice del G20 in programma il 15 e 16 novembre in Indonesia. Lo riferisce Bloomberg, citando alcune fonti, secondo cui il Cremlino manderà il ministro degli Esteri Lavrov e lo zar potrebvbe prendere parte in video.

Secondo The Kyiv Independent - che riprende quanto riferisce Bloomberg - il presidente russo non sarà a Bali perché «il Cremlino punta a proteggerlo da possibili tensioni» internazionali sulla guerra in Ucraina. Per la Russia - in base alle fonti di Bloomberg - dovrebbe esserci il ministro degli Esteri Sergey Lavrov. Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è stato invitato al prossimo G20; potrebbe partecipare in diretta online.

Ore 05:54 - Usa: uccisi o feriti 100mila soldati russi, altrettanti quelli ucraini

Un bilancio di morte impressionante è quello fornito dal più alto generale dell'esercito americano. Più di 100.000 soldati russi sono stati uccisi o feriti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina: lo ha detto il capo di Stato maggiore americano, il generale Mark Milley, aggiungendo che le perdite sono probabilmente dello stesso ordine tra le fila dei soldati ucraini.

«Si contano oltre 100.000 soldati russi uccisi e feriti», ha detto Milley parlando al New York Economic Club. «Lo stesso probabilmente dalla parte ucraina», ha aggiunto il generale Usa. Mentre sono circa 40mila i civili ucraini rimasti uccisi. Tali cifre sono le più precise fornite fino ad oggi da Washington. L’alto funzionario militare americano ha detto anche di sperare anche che i colloqui possano mettere fine alla guerra, poiché secondo lui la vittoria militare potrebbe non essere possibile né per la Russia né per l’Ucraina. «Deve esserci un riconoscimento reciproco del fatto che la vittoria nel senso proprio della parola probabilmente non è ottenibile con mezzi militari e quindi bisogna guardare ad altri metodi», ha spiegato Milley. Secondo lui c’è «una finestra di opportunità per la negoziazione».

Ore 07:50 - Biden: «I russi in ritirata da Kherson? Hanno problemi reali»

Joe Biden ha affermato che la decisione della Russia di ritirarsi dalla città ucraina di Kherson mostra che i suoi militari hanno «dei problemi reali». Il presidente degli Stati Uniti ha detto che si aspettava questa mossa «da tempo» e che ritiene consentirà a entrambe le parti di «ricalibrare le proprie posizioni» durante l’inverno. Kherson è l’unica grande città ucraina ancora in mano alle forze russe. «Trovo interessante che abbiano aspettato fino a dopo le elezioni per fare quella valutazione» ha considerato Biden rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa alla Casa Bianca dopo il voto di metà mandato. «Credo che l’approccio bipartisan di affrontare l’aggressione russa in Ucraina» continui, ha detto.

Ore 08:05 - Erdogan: «La ritirata russa da Kherson è un passo positivo»

La decisione della Russia di ritirare le truppe vicino alla città di Kherson, nel sud dell’Ucraina, è un passo positivo, ha affermato questa mattina il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Il «sultano» stava rispondendo a una domanda sulle prospettive di colloqui tra Mosca e Kiev in una conferenza stampa prima di partire per una visita in Uzbekistan.

Ore 08:11 - Il consigliere di Zelensky al Corriere: «Non crediamo alla ritirata russa da Kherson. Noi andiamo avanti, Putin perderà»

Mykhailo Podolyak, come legge l’annuncio del ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, sul loro ritiro militare da Kherson? «L’Ucraina non presta attenzione alle dichiarazioni russe, in genere le loro azioni sono poi molto diverse dalle loro parole. Noi vediamo ancora una parte delle truppe russe attestate a Kherson, non è escluso che le loro unità restino posizionate e nascoste tra le vie e le case della città. I nostri soldati continuano ad operare secondo i piani già programmati. Le nostre truppe si muovono sulla base delle informazioni dell’intelligence e non di confusi annunci tv. Sino a quando la bandiera ucraina non sventolerà sulla città di Kherson non ha senso parlare della ritirata russa». Risponde così al Corriere uno tra i più ascoltati consiglieri del presidente Volodymyr Zelensky.

Ore 08:13 - Londra: improbabile che i russi riescano a creare un ponte terrestre verso Odessa

La perdita della riva occidentale del fiume Dnipro a Kherson probabilmente impedirà alle forze russe di realizzare la loro aspirazione strategica di realizzare un ponte terrestre che porta a Odessa, sostiene il ministero della Difesa britannico. «Con punti di attraversamento limitati, le forze russe saranno vulnerabili nell’attraversare il fiume Dnipro», si legge nell’ultimo rapporto dell’intelligence di Londra. È probabile che il ritiro della Russia avverrà nell’arco di diversi giorni con posizioni difensive e colpi di artiglieria che copriranno le forze in ritirata, ha aggiunto il ministero.

Ore 09:03 - Gli ucraini temono una trappola a Kherson

I russi lasciano Kherson? Si ritirano dall’unico capoluogo che sono riusciti a conquistare? Sì, al più presto, assicura Mosca.

Forse, verifichiamo prima di crederci, riflette Kiev. Il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato ieri il ripiegamento dalla riva destra del grande fiume Dnipro che divide l’Ucraina in due. In termini territoriali si tratta solo del 10% della provincia di Kherson con l’80% che resterebbe comunque in mano russa.

Ore 10:29 - Kiev: «morti 740 militari russi nelle ultime 24 ore»

La Russia ha perso nell’ultimo giorno 740 uomini, facendo salire a 78mila 690 le perdite fra le fila russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio.

Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 78.690 uomini, 2.804 carri armati, 5.682 mezzi corazzati, 1.805 sistemi d’artiglieria, 393 lanciarazzi multipli, 205 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 278 aerei, 260 elicotteri, 4.242 autoveicoli, 16 unità navali e 1.499 droni.

Ore 10:53 - Kiev, probabile ritiro da Kherson è risultato nostra offensiva

Lo Stato maggiore delle Forze armate ucraine non conferma né smentisce il ritiro delle truppe di occupazione russe da Kherson ma «il risultato è frutto della nostra offensiva». Lo afferma il vice capo della direzione operativa principale dello stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina, il generale di brigata Alexei Gromov, nel briefing riportato da Ukrainska Pravda.

«Proprio come il nemico ha lasciato Kiev, ha lasciato l’Isola dei Serpenti, la probabile uscita da Kherson è il risultato delle nostre azioni attive. Direttamente nella direzione di Kherson, le forze di difesa ucraine hanno distrutto le rotte logistiche e il sistema di rifornimento del nemico, violando il suo sistema di comando e controllo. Pertanto, non hanno lasciato al nemico altra scelta che ricorrere alla fuga. Ma al momento non possiamo confermare le informazioni sul cosiddetto ritiro delle truppe russe da Kherson. Continuiamo a condurre l’operazione offensiva secondo il nostro piano».

Ore 11:41 - Stoltenberg: «Sostegno privati in difesa cyberspazio Ucraina»

Per la difesa del ciberspazio ucraino, la Nato lavora «a stretto contatto anche con società private, che hanno svolto un ruolo chiave»: lo ha affermato stamane il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. «I satelliti Starlink consentono comunicazioni sicure e accesso a Internet. Microsoft e Amazon sono state in grado di caricare i dati dei ministeri del governo ucraino sul cloud proprio mentre i suoi server venivano presi di mira dai bombardamenti russi. YouTube e le società di social media hanno bloccato o limitato gli account di troll e media statali russi», ha ricordato Stoltenberg prendendo la parola all’«evento «NATO Cyber Defense Pledge Conference 2022», co-organizzato alla Farnesina da Italia e Stati Uniti con il supporto dell’International Staff della Nato. «La cooperazione tra governi e aziende tecnologiche è aumentata in modo significativo», ha detto ancora, aggiungendo che, «ad esempio, la Nato e la Microsoft si scambiano informazioni per mitigare gli effetti degli attacchi di malware sugli alleati e sull’Ucraina. Al vertice di Madrid di giugno abbiamo deciso di portare ulteriormente avanti la nostra partnership con l’industria, ampliare la nostra cooperazione per sviluppare standard e norme di comportamento online», perché, ha sottolineato, «il cyberspazio non dovrebbe essere un «selvaggio West».

Ore 11:50 - Kiev: «In un solo giorno avanzamento di 2 chilometri nel Lugansk»

Nella giornata di ieri le truppe ucraine in alcune aree sono avanzate fino a due chilometri in direzione di Lugansk : lo afferma il generale Alexei Gromov, vice capo della direzione operativa dello Stato Maggiore ucraino, citato dall’Ukrainska Pravda. «Il raggruppamento delle forze di difesa continua a liberare gradualmente la terra ucraina dagli invasori. Quindi nella regione di Lugansk, solo nell’ultimo giorno, unità delle nostre truppe sono avanzate in alcune direzioni durante le ostilità a distanza fino a 2 chilometri», ha detto il generale.

Ore 12:32 - Kiev: «Abbiamo riconquistato 12 villaggi a Kherson»

L’Ucraina afferma di aver riconquistato da ieri 12 villaggi a Kherson. L’annuncio di Kiev arriva dopo che l’esercito russo ha annunciato di aver iniziato a ritirarsi dalla regione di Kherson, obiettivo di una controffensiva delle forze di Kiev nell’Ucraina meridionale, per riposizionarsi sulla sponda orientale del fiume Dnepr. Il ritiro, annunciato ieri, implica la partenza dall’omonima città di Kherson, l’unico capoluogo di regione conquistato dal Cremlino dopo l’offensiva di fine febbraio in Ucraina.

Ore 12:35 - Kiev: «La Russia accumula missili per nuovo attacco a infrastrutture»

La Russia sta accumulando missili per un attacco massiccio all’Ucraina: lo ha dichiarato il portavoce del Comando dell’Aeronautica ucraina Yuriy Ihnat, citato da Ukrinform. «È probabile che stiano accumulando alcune riserve per lanciare un attacco massiccio. Questa probabilità non è esclusa, perché il nemico non ha abbandonato l’intenzione di distruggere le nostre infrastrutture critiche», ha affermato Ihnat, aggiungendo che i generali della Federazione si sono resi conto che i risultati di attacchi sporadici con missili o droni «non sono sufficienti», quindi Mosca sta probabilmente cercando di accumulare riserve per un attacco massiccio. Gli impianti russi ora lavorano su tre turni per rifornire le scorte di missili da crociera, ha osservato Ihnat.

Ore 12:58 - Stoltenberg, se russi via da Kherson altra vittoria per Kiev

«Se i russi abbandoneranno Kherson sarà un’altra vittoria per l’Ucraina». Lo ha detto il segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, nella dichiarazione al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Ore 13:01 - Zelensky: «Se Mosca fa saltare la diga dichiara guerra al mondo»

Qualsiasi tentativo delle forze russe di far saltare in aria la diga della centrale idroelettrica di Kakhovka, inondando il territorio ucraino e prosciugando la centrale nucleare di Zaporizhzhia, significherà che Mosca sta «dichiarando guerra al mondo intero»: lo ha affermato il presidente Volodymyr Zelensky, come riporta il Kyiv Independent. Secondo gli analisti militari la Russia potrebbe cercare di far saltare in aria la diga di Kakhovka per coprire il suo ritiro e «impedire alle forze ucraine di inseguire le forze russe in profondità nell’oblast di Kherson».

Ore 13:07 - Meloni: «Prioritario lavorare per rafforzare la Nato»

«Considero prioritario lavorare per rafforzare l’Alleanza nel suo complesso con un forte pilastro che deve essere anche europeo con l’obiettivo di renderla ancora piu forte e capace di rispondere alle minacce da ogni direzione». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella dichiarazione al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Ore 13:12 - Stoltenberg: «Putin mette a rischio sicurezza europea»

«Non vedo l’ora di lavorare a stretto contatto con te e accolgo con entusiasmo il tuo forte impegno personale con la Nato. È importante lavorare insieme in questo momento critico per la nostra sicurezza». Lo ha detto il segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, rivolgendosi alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella dichiarazione al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. «L’Italia - ha aggiunto - è uno dei membri fondatori della nostra Alleanza, e svolge ruolo fondamentale nella Nato. La sicurezza europea è messa a rischio a causa della campagna brutale di aggressione di Putin contro l’Ucraina».

Ore 13:25 - Zelensky: «La Russia ha subito perdite 10 volte superiori a noi»

In un’intervista alla Cnn, ripresa da Unian, il presidente ucraino Volodymyr Zelensly ha affermato che secondo le sue stime la Russia ha subito perdite «10 volte» superiori all’Ucraina. Il capo dello stato ucraino ha aggiunto di non poter indicare le cifre esatte, ma che c’è una «differenza molto significativa» tra le perdite dei due Paesi.

Ore 13:30 - Scala: console ucraino, non aprite con Boris Godunov

Il console ucraino a Milano Adrii Kartysh ha scritto al sovrintendente della Scala Dominique Meyer, al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al presidente della Lombardia Attilio Fontana per chiedere di «rivedere» la programmazione del teatro, non inaugurando la stagione il prossimo 7 dicembre con l’opera russa Boris Godunov, ed evitando anche altri spettacoli per non assecondare «eventuali elementi propagandistici».

Ore 13:32 - Tajani: «Con l’Olanda strategie comuni per il bene dell’Ue»

«Ho incontrato all’Aja il Ministro degli Esteri olandese WB Hoekstra. Patto di stabilità, prezzi dell’energia, immigrazione e guerra in Ucraina. Questi i temi principali del nostro colloquio. Regole e strategie comuni per il bene di tutti i Paesi Ue». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Ore 14:40 - Telefonata Zelensky-Sunak, discussa assistenza a difesa Kiev

«Ho avuto una telefonata con il primo ministro della Gran Bretagna Rishi Sunak. Abbiamo discusso del multiforme sostegno alla difesa dell’Ucraina e dell’assistenza per superare il periodo invernale. Ci siamo anche espressi a favore della continuazione dell’«accordo sul grano e abbiamo concordato le posizioni alla vigilia di importanti eventi internazionali». Lo riferisce il premier ucraino Volodymyr Zelensky su twitter.

Ore 14:49 - Il punto militare: quali sono le conseguenze militari e diplomatiche del ripiegamento russo

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il ripiegamento russo sulla riva orientale del Dnipro può innescare nuove dinamiche nel conflitto, dagli aspetti militari a quelli — non meno importanti — diplomatici. In campo ucraino c’è soddisfazione per il successo, ma non enfasi. Le reazioni ufficiali sono state un mix di prudenza, realismo e diffidenza. Un approccio condiviso da fonti statunitensi e rimbalzato nei titoli dei grandi media. Lo Stato Maggiore di Zelensky è infatti consapevole che gli invasori sono ben schierati sulla riva orientale del Dnipro, il fiume è un ostacolo naturale, attraversarlo presenta rischi.

Ore 16:09 - La Spagna manda altri due lancia-missili Hawk

La Spagna prevede di fornire all'Ucraina altri due lancia-missili Hawk, che si aggiungeranno ai quattro già inviati a Kiev insieme a un sistema anti-aereo Aspide: lo ha reso noto la ministra della Difesa, Margarita Robles, in un incontro con giornalisti ripreso dalle agenzie Efe ed Afp. Nel corso della riunione, Robles e alti responsabili dell'Esercito hanno dato dettagli sull'addestramento a cui si stanno sottoponendo in Spagna alcune decine di militari ucraini: una sessione, ad esempio, ha riguardato l'utilizzo del sistema Aspide, mentre altre vertono su temi che vanno dal trattamento di mine all'allenamento del «tiro di precisione» con armi da fuoco e all'uso di pezzi d'artiglieria. Nel prossimo pacchetto di aiuti militari, sono compresi anche alcuni obici, hanno aggiunto responsabili dell'Esercito spagnolo.

Ore 16:26 - Intesa in Ue: stop a passaporti russi rilasciati in Ucraina

Accordo tra Consiglio Ue e il Parlamento europeo sulla non accettazione dei documenti di viaggio russi rilasciati nelle aree occupate dell' Ucraina e della Georgia. Il testo concordato è soggetto all'approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo prima di passare alla procedura di adozione formale. «Questa decisione è una risposta all'aggressione militare immotivata e ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e alla pratica russa di rilasciare passaporti internazionali russi ai residenti delle regioni occupate. Fa inoltre seguito alla decisione unilaterale della Russia di riconoscere l'indipendenza dei territori georgiani dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud nel 2008», si legge in una nota delle due istituzioni europee. «I documenti di viaggio russi rilasciati nelle regioni occupate dall'Ucraina o nei territori secessionisti della Georgia, o a persone residenti in tali regioni, non saranno accettati come documenti di viaggio validi per l'ottenimento di un visto o per l'attraversamento dei confini dell'area Schengen», si aggiunge.

Ore 16:57 - Media: regione di Mykolaiv ora è libera dalle truppe russe

Il media ucraino Kyiv Post ha affermato che la regione di Mykolaiv è ora libera dalle truppe russe. L'angolo sud-orientale dell'area è stato incorporato nella regione di Kherson, occupata dalla Russia, il 30 settembre, ma la controffensiva dell'Ucraina ha spinto le forze russe ad allontanarsi.

Ore 17:11 - Tajani: «Ritiro da Kherson può agevolare trattativa»

La decisione di ritirare le truppe russe da Kherson «può essere una mossa che può agevolare l'inizio di una trattativa ma bisogna vedere e valutare quanto accade. Se si riesce ad arrivare ad un tavolo di pace siamo contenti». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando con i giornalisti ad Amsterdam.

Ore 17:48 - «I russi hanno trafugato oggetti di valore dal museo di Kherson»

I russi hanno trafugato «tutti gli oggetti di valore dal Kherson Art Museum». Lo ha riferito la responsabile dell’amministrazione militare della città, Galina Luhova. Lo riporta Unian. Aggiungendo: «Ci stanno portando via il nostro patrimonio culturale».

Ore 17:52 - Londra ha congelato beni russi per 21 miliardi da inizio guerra

Il Regno Unito ha congelato beni russi per un ammontare di 18,4 miliardi di sterline (21 miliardi di euro) nell’ambito delle sanzioni imposte a Mosca. È quanto risulta dai dati del ministero del Tesoro britannico, secondo cui emerge il «ruolo chiave» di Londra nel contrastare la Russia per la sua «invasione illegale». Le misure anti-Mosca hanno colpito «1.200 persone e più di 120 entità, congelando i beni di 19 banche russe». Il valore degli asset congelati non include i tanti immobili colpiti dalle sanzioni.

Ore 17:55 - Zelensky sente Trudeau: discusso di espansione e sostegno

Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con il premier canadese Justin Trudeau. «Ho ringraziato per il supporto di Difesa su larga scala per l’Ucraina e abbiamo discusso le possibilità della sua espansione. Abbiamo anche convenuto sull’importanza di continuare l’accordo sul grano. Conto sul sostegno del Canada alle iniziative ucraine al G20 e all’Onu», ha scritto il leader di Kiev su Twitter.

Ore 18:07 - Dagli Usa un altro nuovo pacchetto di armi da 400 milioni a Kiev

Gli Stati Uniti invieranno altri 400 milioni di dollari di aiuti militari all'Ucraina. Lo riferiscono fonti dell'amministrazione all'Associated Press. L'annuncio è previsto per oggi.

Ore 18:37 - Kiev: ci sono oltre 2.000 corpi non identificati in Ucraina

Ci sono oltre 2.000 corpi non identificati in Ucraina. La afferma il viceministro dell'Interno Meri Akopyan, scrive Ukrinform, precisando che viene prestata molta attenzione ai test del dna e allo sviluppo di laboratori forensi in Ucraina. Akopyan ha affermato che il governo degli Stati Uniti ha fornito il primo e unico, finora, laboratorio mobile, che consente agli esperti di condurre esami e test del dna direttamente sul campo, come i luoghi delle sepolture di massa nella regione di Kharkiv. Il viceministro ha poi osservato che l'Ucraina ha bisogno di diverse decine di laboratori di questo tipo, in quanto tutto ciò accelererà il lavoro degli esperti. La Germania ha fornito a Kiev 80.000 campioni di reagenti e sostanze chimiche per un valore di quasi 2 milioni di euro, che vengono utilizzati per il test del dna.

Ore 19:27 - Casa Bianca: nessun incontro Biden-Lavrov al G20

Un incontro tra Joe Biden e il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov è stato escluso dalla Casa Bianca. «Non c'è niente in programma», ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un briefing con la stampa. Lavrov rappresenterà la Russia al vertice in Indonesia dal momento che Vladimir Putin ha dato forfait.

Ore 19:58 - Crosetto vede Stoltenberg: pieno sostegno all'Ucraina

«Ribadiamo la nostra linea atlantica e l'adesione convinta alla Nato, nonché il nostro sostegno, senza se e senza ma, alla coalizione occidentale che sostiene l'Ucraina. L'Italia onorera' tutte le decisioni che verranno prese insieme ai nostri alleati». Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a margine dell'incontro oggi a a Roma, con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. I due hanno avuto «un lungo ed intenso colloquio privato», confrontandosi sui principali scenari di crisi internazionali. Oggetto dell'incontro: il supporto fornito dal nostro Paese sul Fianco Est dell'Alleanza con particolare riferimento alla guerra in Ucraina nonché alle crescenti minacce nel cyberspazio.

Ore 21:00 - Regno Unito invierà altri mille missili terra-aria a Kiev

La Gran Bretagna invierà all'Ucraina altri mille missili terra-aria e 25 mila kit di equipaggiamento per aiutare i soldati a resistere al freddo estremo. Lo ha annunciato il primo ministro britannico, Rishi Sunak, durante la sua telefonata odierna con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si legge in una nota di Downing Street.

Ore 21:06 - Kiev: raid russi nell'oblast di Sumy, registrate 49 esplosioni

Oggi i russi hanno bombardato le aree di confine dell'oblast di Sumy e sono state registrate 49 esplosioni. Lo ha annunciato il capo dell'amministrazione militare regionale di Sumy Dmytro Zhivytskyi, scrive l'Ukrainska Pravda.

Ore 23:45 - Zelensky: buone notizie dal sud, 41 insediamenti liberati

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, nel consueto video serale, ha annunciato che «arrivano buone notizie dal sud» con «41 insediamenti sono già stati liberati dai difensori dell'Ucraina». Aggiungendo: «Il numero di bandiere ucraine che tornano ai loro legittimi posti nel quadro dell'operazione di difesa in corso è già di decine. 41 insediamenti sono stati liberati. Grazie a tutti i nostri eroi che garantiscono questo».

Ore 00:01 - Reznikov: per ritiro russo da Kherson serve almeno una settimana

Servirà almeno una settimana perché la Russia completi il ritiro dei suoi soldati da Kherson. Lo ha dichiarato alla Reuters il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov. «Non è così facile ritirare queste truppe da Kherson in uno o due giorni. Ci vorrà almeno una settimana», ha affermato il ministro, secondo il quale il contingente russo nella regione ammonta a 40 mila effettivi. Reznikov ha poi definito «assurdo» il timore che i russi facciano saltare la diga di Nova Kakhovka, in quanto la distruzione dell'infrastruttura «porterebbe all'allagamento dei territori controllati dai russi e bloccherebbe anche l'accesso all'acqua dolce nella Crimea occupata».

Ore 00:31 - Trudeau a Meloni: Canada e Italia collaborino su clima e Ucraina

«Ho parlato oggi al telefono con la premier Giorgia Meloni. Ci impegniamo a lavorare insieme per affrontare le questioni che contano di più per canadesi e italiani: dalla creazione di posti di lavoro, all’aumento delle opportunità commerciali, al sostegno dell’Ucraina, allo sviluppo di energia pulita». Lo ha scritto su Twitter il premier canadese Justin Trudeau.

Ore 00:39 - Usa acquisteranno dalla Corea del Sud munizioni per l’artiglieria ucraina

Gli Stati Uniti acquisteranno dalla Corea del Sud proiettili d’artiglieria destinati all’Ucraina. Lo rivelano funzionari americani al Wall Street Journal. Si tratta di un fatto senza precedenti, segno della difficoltà anche di Washington di reperire armi per aiutare Kiev nella guerra contro la Russia. Secondo le fonti, gli Stati Uniti acquisteranno 100.000 proiettili da 155mm, sufficienti a rifornire le truppe ucraine per diverse settimane.

Ore 03:09 - Quanti sono i morti in guerra? Le cifre spaventose sui due fronti

(di Andrea Nicastro, inviato a Mykolaiv) La «non guerra» di Putin costa al popolo russo 15 vittime all’ora, più di 35 al giorno, oltre 10 mila al mese. Ai primi di agosto il Pentagono stimava che erano già morti o feriti in Ucraina circa 80 mila soldati russi. Ora il capo dello stato maggiore congiunto americano, Mark Milley, aggiorna la cifra a 100 mila. Tra chi si difende le cose non vanno meglio anche perché alle vittime in divisa bisogna aggiungere almeno 40 mila civili. Tutti ucraini, ovviamente. Se anche l’invasione si fermasse domani, sarebbe già una delle guerre più dolorose degli ultimi cinquant'anni.

Ore 03:16 - IL PUNTO MILITARE - Che cosa vuol dire il ritiro russo da Kherson

(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) L'annunciato ripiegamento russo sulla riva orientale del Dnipro può innescare nuove dinamiche nel conflitto, dagli aspetti militari a quelli — non meno importanti — diplomatici. Gli esperti restano guardinghi, vogliono vedere le mosse effettive. Non bastano i comunicati.

In campo ucraino c’è soddisfazione per il successo, ma non enfasi. Le reazioni ufficiali sono state un mix di prudenza, realismo e diffidenza. Un approccio condiviso da fonti statunitensi e rimbalzato nei titoli dei grandi media. Lo Stato Maggiore di Zelensky è infatti consapevole che gli invasori sono ben schierati sulla riva orientale del Dnipro, il fiume è un ostacolo naturale, attraversarlo presenta rischi. I russi hanno sì lasciato la città di Kherson, l’unica conquistata sulla sponda occidentale del fiume, ma controllano ancora gran parte dell’omonima regione che resta di fondamentale importanza strategica. È opinione comune tra gli analisti che i russi cercheranno di sfruttare le tre linee di difesa e sembra che ne stiano preparandone di altre più a sud, verso la Crimea. Il generale Surovikin ha ridotto l’area operativa e ha una forza consistente a disposizione. Restano da capire molte cose...

Ore 03:23 - Zelensky: liberati 41 villaggi nel sud, ma il ritiro russo da Kherson sarà lento

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Ha un bel dire la propaganda di Mosca, che per indorare la pillola della sconfitta paragona l’abbandono di Kherson alle «ritirate strategiche» che hanno fatto grande la storia della Russia di fronte alle avanzate napoleoniche e ai corazzati di Hitler. Per la precisione, i portavoce russi neppure parlano di ritirata, bensì di «manovre» volte a raggruppare le unità militari sulla sponda orientale del Dnipro per organizzare le difese in vista del rilancio dell’offensiva.

Vista da Kiev, a due giorni dall’annuncio del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu sul ritiro da Kherson, l’intera operazione non è altro che un’ulteriore prova della debolezza del nemico e una nuova tappa sulla via della liberazione delle terre occupate. Ieri Volodymyr Zelensky ha confermato quanto detto dal generale Valeriy Zaluzhny: dal primo ottobre sono stati liberati 41 tra villaggi e cittadine, di cui ben 12 nelle ultime 24 ore. «Incalzati dalla preponderanza delle nostre forze e l’accuratezza dei bombardamenti, ai russi non è rimasto che scappare», ha osservato in toni più determinati che non gli appelli alla cautela lanciati dal presidente Volodymyr Zelensky e dai suoi consiglieri subito dopo l’annuncio di Shoigu.

Ucraina Russia, le ultime notizie sulla guerra dell’11 novembre. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera l’11 Novembre 2022.

Le notizie di venerdì 11 novembre, in diretta. Liberata la città di Kherson: i soldati russi vanno via a piedi. Cremlino: «Il ritiro non è un'umiliazione». Bombe su Mykolaiv, Zelensky: «È la risposta cinica ai nostri successi»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 259esimo giorno.

• Morti o feriti 100 mila soldati russi, altrettanti ucraini: il bilancio Usa.

• Kiev annuncia di aver liberato la regione di Mykolaiv, dopo la ritirata dei russi da Kherson: le conseguenze di questo ripiegamento.

• Gli Usa invieranno all'Ucraina un altro pacchetto di armi per 400 milioni.

• Il console ucraino alla Scala: non aprite la stagione con un'opera russa.

Ore 04:53 - Zelensky: liberati 41 villaggi nel sud, presa anche Mykolaiv

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Ha un bel dire la propaganda di Mosca, che per indorare la pillola della sconfitta paragona l’abbandono di Kherson alle «ritirate strategiche» che hanno fatto grande la storia della Russia di fronte alle avanzate napoleoniche e ai corazzati di Hitler. Per la precisione, i portavoce russi neppure parlano di ritirata, bensì di «manovre» volte a raggruppare le unità militari sulla sponda orientale del Dnipro per organizzare le difese in vista del rilancio dell’offensiva.

Vista da Kiev, a due giorni dall’annuncio del ministro della Difesa russo Sergei Shoigu sul ritiro da Kherson, l’intera operazione non è altro che un’ulteriore prova della debolezza del nemico e una nuova tappa sulla via della liberazione delle terre occupate. Ieri Volodymyr Zelensky ha confermato quanto detto dal generale Valeriy Zaluzhny: dal primo ottobre sono stati liberati 41 tra villaggi e cittadine, di cui ben 12 nelle ultime 24 ore. «Incalzati dalla preponderanza delle nostre forze e l’accuratezza dei bombardamenti, ai russi non è rimasto che scappare», ha osservato in toni più determinati che non gli appelli alla cautela lanciati dal presidente Volodymyr Zelensky e dai suoi consiglieri subito dopo l’annuncio di Shoigu.

Ore 04:53 - IL PUNTO MILITARE - Che cosa vuol dire la ritirata da Kherson

(Andrea Marinelli e Giudo Olimpio) L'annunciato ripiegamento russo sulla riva orientale del Dnipro può innescare nuove dinamiche nel conflitto, dagli aspetti militari a quelli — non meno importanti — diplomatici. Gli esperti restano guardinghi, vogliono vedere le mosse effettive. Non bastano i comunicati.

In campo ucraino c’è soddisfazione per il successo, ma non enfasi. Le reazioni ufficiali sono state un mix di prudenza, realismo e diffidenza. Un approccio condiviso da fonti statunitensi e rimbalzato nei titoli dei grandi media. Lo Stato Maggiore di Zelensky è infatti consapevole che gli invasori sono ben schierati sulla riva orientale del Dnipro, il fiume è un ostacolo naturale, attraversarlo presenta rischi. I russi hanno sì lasciato la città di Kherson, l’unica conquistata sulla sponda occidentale del fiume, ma controllano ancora gran parte dell’omonima regione che resta di fondamentale importanze strategica. È opinione comune tra gli analisti che i russi cercheranno di sfruttare le tre linee di difesa e sembra che ne stiano preparandone di altre più a sud, verso la Crimea. Il generale Surovikin ha ridotto l’area operativa e ha una forza consistente a disposizione. Restano da capire molte cose...

Ore 04:56 - Quanti sono i morti in guerra: Le cifre spaventose elaborate dagli Usa

(Andrea Nicastro, inviato a Mykolaiv) La «non guerra» di Putin costa al popolo russo 15 vittime all’ora, più di 35 al giorno, oltre 10 mila al mese. Ai primi di agosto il Pentagono stimava che erano già morti o feriti in Ucraina circa 80 mila soldati russi. Ora il capo dello stato maggiore congiunto americano, Mark Milley, aggiorna la cifra a 100 mila. Tra chi si difende le cose non vanno meglio anche perché alle vittime in divisa bisogna aggiungere almeno 40 mila civili. Tutti ucraini, ovviamente. Se anche l’invasione si fermasse domani, sarebbe già una delle guerre più dolorose degli ultimi cinquant'anni.

Ore 04:56 - Gli Usa acquisteranno dalla Corea del Sud proiettili d’artiglieria per Kiev

Gli Stati Uniti acquisteranno dalla Corea del Sud proiettili d’artiglieria destinati all’Ucraina. Lo rivelano funzionari americani al Wall Street Journal. Si tratta di un fatto senza precedenti, segno della difficoltà anche di Washington di reperire armi per aiutare Kiev nella guerra contro la Russia. Secondo le fonti, gli Stati Uniti acquisteranno 100.000 proiettili da 155mm, sufficienti a rifornire le truppe ucraine per diverse settimane.

Ore 04:57 - Trudeau a Meloni: collaboriamo insieme su clima e Ucraina

«Ho parlato oggi al telefono con la premier Giorgia Meloni. Ci impegniamo a lavorare insieme per affrontare le questioni che contano di più per canadesi e italiani: dalla creazione di posti di lavoro, all’aumento delle opportunità commerciali, al sostegno dell’Ucraina, allo sviluppo di energia pulita». Lo ha scritto su Twitter il premier canadese Justin Trudeau.

Ore 04:57 - Reznikov: per ritiro russo da Kherson serve almeno una settimana

Servirà almeno una settimana perché la Russia completi il ritiro dei suoi soldati da Kherson. Lo ha dichiarato alla Reuters il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov. «Non è così facile ritirare queste truppe da Kherson in uno o due giorni. Ci vorrà almeno una settimana», ha affermato il ministro, secondo il quale il contingente russo nella regione ammonta a 40 mila effettivi. Reznikov ha poi definito «assurdo» il timore che i russi facciano saltare la diga di Nova Kakhovka, in quanto la distruzione dell'infrastruttura «porterebbe all'allagamento dei territori controllati dai russi e bloccherebbe anche l'accesso all'acqua dolce nella Crimea occupata».

Ore 05:03 - Biden: «La guerra finirà quando Putin lascerà l’Ucraina»

Il conflitto in Ucraina «non finirà finché Putin non lascerà il Paese». Lo ha detto il presidente americano Joe Biden ai giornalisti al seguito prima di salire sull’Air Force One che lo porterà alla Cop27 a Sharm el Sheikh.

Ore 06:30 - Russia, bombe su infrastrutture energetiche a Vinnytsia

Nella notte la Russia ha colpito le infrastrutture energetiche a Vinnytsia. Lo rende noto il Governatore dell’Oblast, Serhii Borzov, citato da The Kyiv Independent. Secondo quanto riportato, non ci sarebbero vittime.

Ore 08:16 - La Corea del Sud nega la vendita di proiettili per Kiev

La Corea del Sud ha negato la vendita di proiettili di artiglieria agli Stati Uniti: le munizioni sarebbero state destinate all’Ucraina. Secondo Seul, se i negoziati in corso avranno esito positivo le munizioni saranno destinate solo alle forze americane.

L’accordo prevede l’acquisto di 100 mila proiettili di artiglieria da 155 mm. Secondo il Wall Street Journal, che cita «funzionari statunitensi», i proiettili sarebbero invece destinati alle forze armate ucraine. «Per alleviare la mancanza di scorte di munizioni da 155 mm negli Stati Uniti, sono in corso negoziati» tra Washington e una società sudcoreana «per esportare munizioni», afferma in una nota il ministero della Difesa sudcoreano. «Questo nel presupposto che gli Stati Uniti saranno gli utilizzatori finali» dei proiettili, si legge ancora nel comunicato, dove si specifica che la «politica sudcoreana di non fornire armi letali all’Ucraina rimane invariata».

Ore 08:29 - Colpito un palazzo residenziale a Mykolaiv

Il sindaco di Mykolaiv riferisce di un attacco su un quartiere residenziale della città, in particolare contro un palazzo di diversi piani, con un bilancio di quattro morti e due feriti. In un tweet, citato anche dal Guardian, il sindaco Alexander Senkevich ha segnalato «distruzione dal quinto al primo piano» dell’edificio, «Al momento si sa di due morti e due feriti. Proseguono le ricerche dei servizi di soccorso».

Ore 08:43 - L’accusa di Kiev: «I russi distruggono Kherson mentre si ritirano»

«Gli invasori russi continuano a depredare gli insediamenti dai quali si stanno ritirando. Il nemico sta anche cercando di danneggiare il più possibile le linee elettriche e altri elementi dei trasporti e delle infrastrutture critiche della regione di Kherson». Lo ha riferito lo stato maggiore delle forze armate ucraine, facendo il punto sulla ritirata delle truppe di Mosca dalla regione di Kherson, aggiungendo che le stesse continuano a sgomberare con la forza i residenti locali da alcuni insediamenti. «Nel villaggio di Zelenivka - riferisce il comando - il nemico ha proibito ai residenti di muoversi intorno all’insediamento e sta ricomponendo il sistema delle linee difensive. A Tyaginka e Kozatskyi, gli occupanti hanno minato strade e infrastrutture. Le forze di Kiev hanno respinto gli attacchi russi vicino a Novoselivskyi, Myasozharivka, Makiivka e Bilogorivka, nella regione di Luhansk, così come Vesely, Soledar, Bakhmut, Andriivka, Krasnohorivka, Opytny, Pervomaisky, Nevelsky, Maryinka e Pavlivka, nella regione di Donetsk».

Ore 08:47 - Zelensky: «Stiamo costruendo scudo aereo insieme agli Usa»

«Grazie a Joe Biden e all’amichevole popolo americano per un’altra dimostrazione di solidarietà: un pacchetto di aiuti contenente sistemi di difesa aerea Avenger e missili per i sistemi di difesa aerea Hawk. Insieme stiamo costruendo uno scudo aereo per proteggere gli ucraini pacifici e ci stiamo avvicinando alla vittoria sull’aggressore». Lo ha scritto su Twitter il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, ringraziando il presidente statunitense per il nuovo pacchetto di aiuti militari stanziato dall’amministrazione Usa. I mezzi di difesa aerea sono «proprio ciò che è necessario, ciò che abbiamo chiesto», ha affermato Zelensky nel suo videomessaggio serale.

Ore 09:03 - Putin in calo nei sondaggi ufficiali

Vladimir Putin è in calo nei sondaggi ufficiali. «La maggioranza dei russi (75%) valuta bene il lavoro del presidente russo Vladimir Putin nelle sue mansioni e lo stesso numero di intervistati ha espresso fiducia nel capo dello Stato, secondo i risultati di un sondaggio della Public Opinion Foundation» (Fom), scrive oggi l’agenzia russa Ria Novosti. Il sondaggio FOMnibus è stato condotto dal 4 al 6 novembre (quindi prima dell’annuncio della ritirata russa dalla ucraina Kherson) tra 1,5mila intervistati di età pari o superiore a 18 anni in 104 insediamenti in 53 regioni russe. Sul sito della stessa fondazione, allineata con il potere centrale, i risultati delle settimane precedenti alla domanda «Pensi che il presidente Vladimir Putin stia facendo il suo lavoro piuttosto bene o piuttosto male?». La curva del «piuttosto bene» vede una flessione dal 16 ottobre quando aveva toccato l’80%. Una ricerca parallela sempre del Fom indica che i russi hanno cominciato a notare più spesso l’aumento dei prezzi di alcuni prodotti alimentari, tra cui pane, latte, uova e ma anche altri generi di consumo non alimentari.

Ore 09:13 - Ambasciatore russo in Usa: «Washington non destabilizzi oltre»

Gli Usa devono evitare «di destabilizzare ulteriormente» la situazione in Ucraina e «chiarire ai loro clienti a Kiev che lo scontro militare con la Russia è fatale». Lo ha detto l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, in un’intervista alle Izvestia. Quanto alle relazioni tra Usa e Russia, esse «sono in profonda crisi e non c’è ancora la luce in fondo al tunnel», ha aggiunto il diplomatico nell’intervista, ripresa dall’agenzia Tass.

Ore 09:21 - Erdogan: «Porre fine alla guerra con una pace equa»

Una pace equa. Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si pronuncia sul conflitto che imperversa in Europa durante il nono vertice dei capi di Stato dei Paesi turchi a Samarkand, in Uzbekistan. «Ci stiamo impegnando per porre fine al conflitto che dura da 9 mesi in Ucraina attraverso una pace equa e stiamo mettendo in pratica gli interventi necessari per impedire la crisi alimentare».

Ore 09:33 - Zelensky: «Attacco a Mykolaiv è una risposta cinica a nostri successi»

«Mykolaiv. La cinica risposta dello stato terrorista ai nostri successi al fronte. Un colpo a un edificio residenziale di cinque piani. Distrutto dal 5° al 1° piano. Purtroppo ci sono morti e feriti. Sono in corso le operazioni di ricerca e soccorso. La Russia non abbandona le sue spregevoli tattiche. Noi non rinunceremo alla nostra lotta. Gli occupanti saranno responsabili di ogni crimine contro l’Ucraina e gli ucraini». Lo ha scritto Volodymyr Zelensky su Telegram, riferendosi all’attacco russo della scorsa notte in una zona residenziale di Mykolaiv, nel quale un razzo ha colpito un edificio di 5 piani, provocando la morte di sei persone e il ferimento di altre due.

Ore 10:26 - Kiev abolisce insegnamento della lingua russa nelle scuole

Il consiglio comunale di Kiev ha completamente escluso la lingua russa dai programmi di studio delle scuole comunali prescolastiche e secondarie. La decisione è stata sostenuta da 64 deputati alla sessione plenaria del consiglio comunale di Kiev. Il membro della Consiglio municipale di Kiev Vadym Vasylchuk ha dichiarato che la Commissione per l’Istruzione e la Scienza, la Famiglia, la Gioventù e lo Sport ha definito inappropriato e sbagliato studiare la lingua russa nelle scuole e nelle materne della capitale nelle condizioni di guerra con la Russia.

Ore 10:28 - Il Cremlino: «Kherson resta territorio russo»

Il ritiro delle forze russe da Kherson non cambia lo status della regione che Mosca ha proclamato parte della Russia a settembre dopo un finto referendum. A ribadirlo p il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: «Lo status della regione è fisso e definito — ha detto —. Nessun cambiamento è possibile».

Ore 11:00 - Cremlino: Kiev non vuole trattative, la guerra continua

Kiev non vuole trattative secondo il Cremlino. Il portavoce Dmitry Peskov ha detto che «negoziati pacifici, come sappiamo, a causa della posizione assunta dalla parte ucraina, sono impossibili». E dunque la guerra in Ucraina verrà portata avanti dalla Russia: «L’operazione militare speciale continua», ha detto Peskov secondo i canali Telegram del Cremlino.

Ore 11:30 - L’ambasciatore russo in Usa: «Biden può fermare la guerra»

Gli Stati Uniti potrebbero porre fine al conflitto in Ucraina con «uno schiocco di dita», se lo volessero, e Kiev non oserebbe disobbedire alle istruzioni di Washington. Lo ha dichiarato l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, in un’intervista al quotidiano russo Izvestija, ripresa dalla Tass. «Tuttavia, questo non sta accadendo», ha aggiunto Antonov, «il regime di Zelensky continua a essere spinto a fare dichiarazioni bellicose e ad aumentare le azioni militari».

Ore 11:40 - Distrutto parzialmente il ponte Antonovsky a Kherson

Il ponte Antonovsky sul fiume Dnpr, a Kherson, è stato parzialmente distrutto. Lo riportano media ucraini e russi. In particolare, il giornalista russo della Komsomolskaya Pravda, Oleksandr Kots, ha pubblicato su Telegram un video della distruzione del ponte, al quale mancano due campate. Al momento non ci sono commenti ufficiali da parte delle autorità locali e della leadership politico-militare dell’Ucraina in merito alla distruzione del ponte.

Ore 11:45 - La Russia: il ritiro da Kherson è completato

Il ministero della Difesa russo ha annunciato delle forze militari dalla città di Kherson alla sponda orientale del fiume Dnepr . Nel suo aggiornamento quotidiano il ministero ha dichiarato: «Alle 05:00 di questa mattina, ora di Mosca (le 3 italiane), è stato completato il riposizionamento delle unità russe sulla riva sinistra del fiume Dniepr». Nella dichiarazione sono poi stati elencati i presunti successi dell’esercito russo in Ucraina nelle ultime 24 ore.

Ore 12:13 - Una bandiera ucraina sventola nel centro di Kherson

Su Twitter WarMonitor pubblica una foto della bandiera ucraina issata nel centro di Kherson. «I nostri partigiani hanno issato la bandiera ucraina nel centro di Kherson», hanno detto le autorità, aggiungendo che la bandiera si trova in Piazza della Libertà, dove ci sono i principali uffici del governo.

Ore 12:36 - Medvedev: «Tutto tornerà alla Russia, non date al nemico motivo di gioire»

«Il concetto di sovranità territoriale non è scomparso nel nostro Paese. Tutto tornerà a casa. Alla Federazione russa». Lo ha scritto su Telegram il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, sottolineando che «l'allarmismo può essere abbastanza comprensibile, ma l'isteria no». E ha esortato a «non dare al nemico vicino e lontano motivo di gioire», anzi «ricordagli spesso la grandezza del mondo russo».

Ore 12:38 - Mosca: al Cairo incontro con gli Usa sul nucleare

Inviati russi e americani si incontreranno al Cairo per discutere la ripresa delle ispezioni nell'ambito del New Start, l'unico trattato per la riduzione degli arsenali nucleari ancora in vigore tra i due Paesi. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov. Ma quello delle ispezioni, ha aggiunto Ryabkov, citato dalla Tass, «non è affatto l'unico e, direi, non il tema principale. In passato abbiamo accumulato molti argomenti che bisogna discutere con gli americani».

Ore 12:46 - Cnn, truppe ucraine entrano nella città di Kherson

L'esercito ucraino è entrato nella periferia occidentale della città di Kherson, secondo alcune immagini sui social media geolocalizzate dalla Cnn. Secondo quanto riferito, le truppe ucraine sono state accolte dai residenti in festa nel distretto di Shumenskyi del capoluogo ucraino. Nelle immagini geolocalizzate dal canale Usa, i cittadini hanno inondato la piazza centrale della città, sventolando e alzando bandiere ucraine per festeggiare la liberazione della città dagli occupanti russi.

Ore 13:11 - Kuleba: «A Kherson un'importante vittoria»

Il ritiro russo da Kherson è una «importante vittoria» dell'Ucraina. A dirlo in un tweet è il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba. «"La Russia è qui per sempre", diceva un poster a Bilozerka vicino a Kherson. Beh, non proprio! A tutti nel mondo, compreso l'Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico) dove mi trovo attualmente: l'Ucraina sta ottenendo un'altra importante vittoria in questo momento e dimostra che qualunque cosa la Russia dica o faccia, l'Ucraina vincerà», ha scritto Kuleba.

Ore 13:30 - I russi lasciano Kherson a piedi

Su Twitter è stato postato un video che probabilmente mostra i soldati russi mentre lasciano Kherson a piedi, dopo la distruzione del ponte Antonovsky. Le immagini sono di ieri. E mentre si è completata la ritirata dell'Armata, i residenti della città di Kherson festeggiano in piazza, come fa vedere un altro video pubblicato sui social.

Ore 13:46 - Peskov: nessuna umiliazione dal ritiro da Kherson

Il Cremlino ha negato che il ritiro delle truppe russe da Kherson sia stata un'umiliazione per Mosca. Il portavoce Dmitri Peskov ha risposto seccamente «no» quando è stato interpellato in merito dai giornalisti durante il briefing. Aggiungendo che la Russia non ha nessun rammarico per l'annessione della regione ucraina alla fine di settembre, celebrata in pompa magna.

Ore 14:08 - Gli ucraini entrano a Kherson: accolti da una folla con bandiere e palloncini

Accolti dalla popolazione, in una giornata di sole, le truppe ucraine entrano nella città di Kherson accolte da una folla di persone con bandiere e palloncini gialli e blu. Il video rimbalza sui social network.

Ore 14:35 - Russi bombardano distretto in regione di Kherson, vittime

Le forze russe hanno bombardato il distretto di Beryslav nella regione di Kherson con l'artiglieria pesante, e ci sono delle vittime. A riferirlo è la polizia regionale, citata da Ukrinform. «Villaggi pacifici sono finiti sotto il fuoco nemico. Ci sono vittime» ed «edifici residenziali danneggiati» insieme a veicoli, negozi e altre strutture, ha riferito la polizia. Nell'attacco è stato distrutto anche un deposito di grano. Secondo quanto riferito, l'esercito russo ha inoltre colpito due volte il villaggio di Novooleksandrivka, nel Donbass, con i mortai, danneggiando case private, un asilo e un liceo, senza provocare vittime.

Ore 14:52 - Kiev conferma: il nostro esercito è entrato a Kherson

L'esercito ucraino è entrato nella città di Kherson. Lo ha annunciato il ministero della Difesa ucraino, confermando le prime notizie e i video diffusi sui social media che mostrano i soldati di Kiev nel capoluogo liberato dall'occupazione russa.

Ore 14:55 - Scambio prigionieri, rilasciati 45 militari ucraini

C'è stato uno scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina in seguito al quale 45 militari ucraini sono stati rilasciati. Lo riportano il Kyiv Independent e l'agenzia Interfax.

Ore 15:03 - Funzionario Kherson: soldati russi nascosti con abiti civili

Un funzionario ucraino ha riconosciuto che la città di Kherson è «quasi sotto il controllo delle forze armate ucraine», ma ha avvertito che alcuni soldati russi potrebbero essere rimasti in città, nascosti in abiti civili. In una foto pubblicata su Twitter prima dell'arrivo dei soldati ucraini in città, si vede un uomo in tuta nera dietro un albero che ha accanto a sé uno zaino militare: questo dettaglio potrebbe indicare che si tratta di un russo in abiti civili.

Serhii Khlan, membro del consiglio regionale ucraino di Kherson, ha dichiarato in un briefing online che la liberazione della città di Kherson e della riva occidentale del Dnipro «è nella fase finale», aggiungendo che molte truppe russe «hanno buttato via le loro uniformi militari e ora si nascondono con abiti civili». «Stanno tramando provocazioni», ha affermato. «C'è molto lavoro da fare per lo sminamento e lo sgombero della città».

Secondo Khlan, un gran numero di truppe russe sarebbe annegato mentre cercava di fuggire dalla città, affermazione che i media al momento non possono confermare. Il funzionario ucraino ha riferito che nella ritirata, le forze russe hanno fatto detonare esplosivi nella centrale di Kherson e distrutto parte di un'antenna televisiva, le cui immagini sono circolate questa mattina su Telegram.

Ore 15:44 - Kiev chiede ai soldati russi rimasti a Kherson di arrendersi

La direzione dell'intelligence ucraina ha fatto appello a tutti i soldati russi rimasti a Kherson affinché si arrendano. Come riporta Cnn, sul proprio canale Telegram l'intelligence di Kiev ha scritto un messaggio rivolto alle truppe russe ancora presenti sulla parte occidentale della regione di Kherson, dopo il ritiro ordinato da Mosca. «Come previsto, dopo la ritirata del principale gruppo di truppe dell'esercito russo da Kherson, il vostro comando vi ha lasciati alla mercé del destino. I vostri comandanti vi esortano a cambiarvi in abiti civili e a cercare di scappare da Kherson da soli. Ovviamente non sarai in grado di farlo. Ogni soldato russo che resisterà sarà ucciso», recita il messaggio dell'intelligence ucraina. «In caso di resa volontaria, l'Ucraina vi garantisce la vita e la sicurezza. Rispettiamo le Convenzioni di Ginevra, garantiamo ai prigionieri di guerra cibo, cure mediche e la possibilità di uno scambio con i militari delle forze armate ucraine tenuti prigionieri nella Federazione Russa», si legge nella nota dell'intelligence ucraina.

Ore 15:54 - Mosca: oltre 30mila soldati russi su riva sinistra del Dnipro

Oltre 30mila soldati russi sono stati riposizionati sulla riva sinistra del fiume Dnipro dopo il ritiro da Kherson. Lo ha reso noto il ministero della Difesa russo, come riportano le agenzie russe. Il ministero della Difesa ha poi comunicato che anche tutto l'equipaggiamento militare è stato trasferito, e sulla riva destra del fiume non è stata lasciata alcun tipo di armamento.

Ore 17:40 - Kherson liberata: ponte distrutto e russi «annegati»

(Andrea Nicastro, inviato a Odessa) Prima dell’alba, quando in Italia erano le tre, tutte le forze russe sulla riva destra del fiume Dnipro hanno lasciato la città di Kherson e hanno ripiegato verso Oriente. Il ministro della Difesa Mosca, Sergei Shoigu, l’ha annunciato come uno squillo di fanfara. Operazione perfettamente riuscita. L’ordine per il ritiro era stato ufficializzato mercoledì e in meno di tre giorni è stato portato a termine. Se fosse tutto vero ciò che riferisce Mosca, in modo decisamente brillante.

Ore 18:29 - Zelensky esulta: «Kherson è nostra»

Il presidente ucraino Zelensky esulta: «Kherson è nostra». Aggiungendo: «Oggi è una giornata storica. Ci riprendiamo Kherson. Per ora, i nostri difensori sono alla periferia della città. Ma le unità speciali sono già in città».

Ore 18:51 - Ryabkov: «Russia pronta ai negoziati senza precondizioni»

La Russia è pronta a negoziati con l’Ucraina senza precondizioni. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov. «Posso confermare la posizione, ovvero che siamo aperti al dialogo, senza precondizioni. Eravamo già pronti per questo», ha detto Ryabkov ai giornalisti a Mosca. I colloqui con Kiev, ha aggiunto, sono stati interrotti da parte ucraina.

Ore 18:52 - Mosca: nella «lista nera» portavoce e familiari di Biden

Mosca ha inserito nella sua «lista nera», che prevede il divieto di ingresso in Russia, la sorella e i due fratelli del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Lo ha comunicato il ministero degli Esteri russo, come riporta Tass. Nella blacklist di Mosca è inserita anche la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, e 200 cittadini statunitensi.

Ore 19:09 - Kiev ha costruito muro al confine con Bielorussia

Le autorità ucraine stanno costruendo un muro al confine con la Bielorussia, alleato di Mosca nella guerra contro Kiev. Lo ha detto il vice capo dell’ufficio di Zelensky, Kyrylo Tymoshenko, condividendo le foto del muro sui social. Finora, ha detto Tymoshenko, sono stati costruiti tre chilometri di muro e i lavori continuano nelle regioni di Volyn, Rivne e Zhytomyr.

Ore 19:19 - L’amministrazione Usa divisa sul proseguimento del conflitto

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il binario della crisi: l’abbandono di Kherson da parte di Mosca è accompagnato dai segnali contrastanti sulle possibili iniziative diplomatiche in grado di fermare le ostilità. Un percorso sempre stretto.

Una ricostruzione sul New York Times getta luce sui contrasti all’interno dell’amministrazione Usa, divisa tra due «anime», come testimoniato da dichiarazione pubbliche. Giovedì, a sorpresa, il capo di Stato Maggiore americano Mark Milley, dopo aver evidenziato l’alto numero di perdite (100 mila tra morti e feriti in ognuno dei due schieramenti), ha affermato che si è aperta un’opportunità di trattativa. Una sortita che avrebbe irritato la Casa Bianca. Joe Biden ha subito reagito ripetendo lo slogan che spetta all’Ucraina decidere. Il botta e risposta disegna le posizioni. Il vertice del Pentagono ritiene che nessuno possa conseguire una vittoria schiacciante, per questo serve trovare alternative. La valutazione risente anche dei timori di un conflitto infinito, con molte vittime e l’alto dispendio di risorse (armi, scorte). Il presidente non è contrario al dialogo, ci sono stati contatti riservati con i russi, però non vuole fare passare il messaggio che sia lui a dettare l’agenda a Kiev — così darebbe ragione alla propaganda del Cremlino — e recepisce l’appello di quanti ritengono sia un errore fare regali agli aggressori. Specie quando le cose vanno male per loro, costretti a ritirare quasi 30 mila uomini dalla regione di Kherson.

Ore 19:24 - Cnn, immagini satellite mostrano danni a diga vicino Kherson

Nuovi danni sarebbero stati inflitti nelle ultime 24 ore alla diga della centrale idroelettrica di Kakhovka che attraversa il fiume Dnipro a Nova Kakhovka nella regione di Kherson, secondo le immagini satellitari della Maxar Technologies ottenute dalla Cnn. L’acqua continua a scorrere da tre paratoie della struttura. Tuttavia l’emittente precisa che al momento non è chiaro come sia stato causato l’ultimo danno vicino alla riva occidentale del fiume, sebbene ieri sera siano state riportate su Telegram voci di esplosioni intorno alla diga.

Le paratoie sotto le sezioni distrutte del ponte sono le uniche a rilasciare acqua, ma dalle immagini satellitari non è chiaro se siano state danneggiate nell’esplosione e se il rilascio di acqua sia controllato o impedito dalle sezioni crollate del ponte. Sebbene le forze armate ucraine abbiano liberato vaste aree di territorio a Kherson, non sembra abbiano ancora preso il controllo della diga di Nova Kakhovka.

Ore 19:51 - Zelensky: è una giornata storica, mai persa la speranza

«Oggi è una giornata storica» per l’Ucraina. «Stiamo tornando a Kherson. Per ora i nostri difensori si stanno avvicinando alla città, ma le unità speciali sono già in città». Lo scrive su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo che le truppe ucraine hanno ripreso il controllo di Kherson a seguito del ritiro russo dalla città. «La gente di Kherson stava aspettando. Non hanno mai rinunciato all’Ucraina», continua Zelensky nel messaggio, riportato dal Guardian. «La speranza per l’Ucraina è sempre giustificata e l’Ucraina restituisce sempre la propria». Mentre «la città non è stata ancora completamente ripulita dalla presenza del nemico, gli stessi abitanti di Kherson stanno già rimuovendo i simboli russi dalle strade e dagli edifici, e ogni traccia della permanenza degli occupanti a Kherson». «Ringrazio ogni soldato e ogni unità delle forze di difesa che stanno rendendo possibile questa operazione offensiva nel sud», ha affermato il presidente ucraino.

Ore 20:05 - Invito alla cautela per i cittadini di Kherson: pericoloso tornare ora

È un appello alla cautela quello che le autorità ucraine hanno rivolto agli abitanti di Kherson, ansiosi di tornare nella zona liberata dalla presenza dei militari russi. «E’ ancora troppo pericoloso qui adesso», ha detto il capo dell’amministrazione militare regionale di Kherson, Yaroslav Yanushevych. «Capisco che tutti hanno nostalgia di casa e sono ansiosi di tornare il prima possibile», ha continuato, ma «vi chiedo di aspettare un po’. C’è un’alta probabilità che il nemico colpirà gli insediamenti appena liberi. Oltre a ciò, l’area dovrebbe essere esaminata da esperti di esplosivi. Purtroppo, ci sono già molte vittime civili causate da ordigni esplosivi».

Ore 21:21 - Zelensky: dopo sminamento Kherson garantiremo accesso ai media

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky ha affermato che, visto che lo sminamento non è nemmeno iniziato, le autorità non possono garantire l’accesso dei rappresentanti dei media a Kherson. «Subito dopo che le nostre forze di difesa avranno raggiunto i confini designati, a Kherson, allora inizieranno le misure di stabilizzazione, come è avvenuto ovunque - ha affermato Zelensky nel suo consueto messaggio serale, scrive Unian -. Stiamo costantemente eliminando i pericoli. Il primo sono le mine. Gli occupanti hanno lasciato molte mine ed esplosivi, in particolare su oggetti vitali.»

Ore 21:23 - Kiev: regione di Mykolaiv quasi tutta liberata dai russi

Quasi tutta la regione ucraina di Mykolaiv è stata liberata dal controllo russo. A riferirlo è il governatore della regione, Vitaliy Kim, secondo quanto riportato da Sky News. In un post su Telegram, Kim ha detto che solo il territorio di Capo Kinburn non è ancora tornato in mano alle forze di Kiev.

Ore 21:24 - Domani interruzioni di corrente in 7 regioni

Domani «12 novembre, i blackout pianificati saranno in vigore in sette regioni: Kiev, Chernihiv, Cherkasy, Zhytomyr, Sumy, Kharkiv e Poltava. Non sono previsti blackout in altre regioni di Ucraina». Lo ha annunciato l’operatore di rete statale Ukrenergo, scrive l’Ukrainska Pravda. «Ukrenergo» ha esortato gli ucraini ad «abbandonare le loro abitudini» e consumare in modo responsabile l’elettricità, soprattutto durante le ore di punta.

Ore 21:55 - Kiev: dopo Kherson la guerra continua, nessuno vuole congelarla

Dopo la liberazione di Kherson, la guerra continuerà poiché l’esercito ucraino non ha alcuna intenzione di congelare il conflitto. Lo ha affermato il segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa (Nsdc) del Paese, Oleksiy Danilov, come riporta Ukrinform . «Non possiamo congelare nulla. Non siamo un frigorifero. Dobbiamo liberare i nostri territori indipendentemente dal tempo, indipendentemente dalla stagione. Non possiamo perdere nessuna tappa perché la nostra gente è lì e vediamo come sta soffrendo», ha detto Danilov. Secondo l’alto funzionario della sicurezza, il compito assegnato dal presidente Zelensky alle forze armate ucraine è semplice e chiaro: «la liberazione dei territori ucraini dagli invasori che avverrà, ci vuole solo tempo», ha aggiunto Danilov.

Ore 21:58 - Ucraina ammette di aver colpito navi russe a Sebastopoli a ottobre

L’Ucraina ha ammesso oggi di aver attaccato la flotta russa al porto di Sebastopoli in Crimea alla fine di ottobre. È quanto si legge sul sito della presidenza ucraina, ricordando la piattaforma di raccolta fondi United24 lanciata dal presidente Volodymyr Zelenskyy per finanziare una flotta di droni navali. «Il 29 ottobre 2022 il primo attacco navale della storia è stato effettuato esclusivamente con mezzi senza equipaggio — si legge sul sito —, droni navali hanno attaccato la flotta russa a Sebastopoli. Hanno colpito tre navi della Federazione Russa, in particolare la nave ammiraglia Makarov». Mosca aveva riferito solo di danni a un dragamine.

Ore 00:24 - Ucraina: russi lasciano Kherson senza elettricità e Tv

L’inno nazionale ucraino è risuonato nel centro di Kherson, dopo il ritiro delle truppe russe che, prima di partire, hanno fatto saltare la rete elettrica e la torre della televisione che è stata ripristinata. In un video pubblicato dal Parlamento di Kiev, si vede una piccola folla di persone, vicina ad un falò che rischiara la notte, cantare sotto la bandiera gialla e blu che sventola su un edificio governativo. Nella vicina provincia di Mykolaiv, che i russi non sono riusciti a catturare dopo mesi di attacco, il governatore Vitaliy Kim ha affermato che l’intera regione, fatta eccezione per il promontorio di Kinburn nel sud, è tornata sotto il controllo ucraino.

Non c'è energia elettrica nella città di Kherson, appena liberata dalle forze armate ucraine. Lo ha detto — come riporta il Kiev Independent — Dmytro Sakharuk, direttore esecutivo del più grande produttore privato di energia dell'Ucraina. Sakharuk ha aggiunto che ci vorranno circa 30 giorni per ripristinare la rete di energia elettrica a Kherson.

Il ministero della Difesa russo ha confermato che sono stati evacuati «oltre 30mila militari russi e circa 5mila mezzi». Kherson è stato il primo grande centro urbano a cadere, dopo l’invasione del 24 febbraio scorso. La sua piena riconquista da parte di Kiev potrebbe aprire la porta all’intera regione, con accesso sia al Mar Nero, a ovest che al Mar d’Azov, a est. «L’Ucraina sta ottenendo un’altra importante vittoria in questo momento e dimostra che qualunque cosa la Russia dica o faccia, l’Ucraina vincerà», ha scritto il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba sui social media.

Ore 00:41 - Kiev, liberati 3.000 kmq territorio in un giorno

L'esercito ucraino ha liberato quasi 3.000 chilometri quadrati nel sud dell'Ucraina. Lo ha detto — secondo quanto riportato dal Kiev Independent — Natalia Humeniuk, portavoce del comando operativo meridionale delle forze armate dell'Ucraina, riferendosi alla giornata dell'11 novembre.

Ore 01:43 - Aiea, gravi danni a centro ricerca nucleare Kharkiv

«Sebbene i livelli di radiazioni fossero normali, l'entità dei danni a questa struttura di ricerca nucleare è drammatica e scioccante, anche peggiore del previsto». È quanto dichiara, in una nota, il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Mariano Grossi, al termine di una missione di esperti di sicurezza nucleare in un centro di ricerca nucleare nella città di Kharkiv, in Ucraina, che è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti. Il sopralluogo si è svolto dall'8 al 10 novembre al Kharkiv Institute of Technology e la delegazione ha visitato anche l'impianto di gestione dei rifiuti radioattivi Radon che è rimasto intatto.

«In precedenza avevamo ricevuto informazioni dall'Ucraina — ha spiegato Grossi — su ingenti danni alla struttura di ricerca nucleare della città, ma questa è stata la prima volta che abbiamo potuto vedere la struttura di persona». L'Aiea riferisce che non vi è stato alcun aumento delle radiazioni nel sito nonostante i danni alle sue infrastrutture, al sistema di raffreddamento e all'edificio del generatore diesel. Il sito ha subito un centinaio di attacchi missilistici e bombardamenti durante le prime tre settimane del conflitto ed era rimasto senza elettricità e acqua per più di un mese.

Ore 02:58 - Kherson, aperti 53 procedimenti per crimini guerra

La polizia ucraina ha aperto 53 procedimenti penali per crimini di guerra commessi dalle truppe russe nell'oblast di Kherson. La notizia è riportata dal Kiev Independent . Tra gli episodi segnalati c'è l'uccisione alla fine di ottobre di un settantenne nel villaggio di Kachkarivka dopo che le truppe russe hanno lanciato una mina nel suo cortile di casa. Inoltre, secondo la polizia l'esercito russo ha anche rapito un residente di Ivanivka che stava cercando di fuggire nel territorio controllato dall'Ucraina

Ore 03:16 - Mosca, negoziati con Kiev dipendono da Usa e paesi europei

«I negoziati tra Mosca e Kiev avranno sicuramente luogo, ma i tempi del loro svolgimento dipendono dalla posizione dei partner dell'Ucraina», facendo riferimento agli Stati Uniti e ai Paesi europei. Lo ha detto alla Tass il senatore Sergei Tsekov, membro del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione russa. «I negoziati tra Russia e Ucraina alla fine avranno luogo — ha precisato — ma saranno molto difficili, molto complicati. Se continuano a alimentare il conflitto, non ci saranno negoziati». «Oggi il raggiungimento di qualsiasi risultato a seguito dei negoziati sembra improbabile — ha aggiunto Tsekov — dal momento che Kiev assume una posizione inaccettabile, chiedendo alla Russia la restituzione dei territori perduti e un risarcimento. Dobbiamo ricordare come è iniziata l'operazione militare speciale: le questioni della smilitarizzazione e della denazificazione non sono state rimosse dall'agenda».

Ore 03:44 - Sullivan (Usa), Russia deve decidere per tavolo pace

La ritirata russa ha «implicazioni strategiche più ampie», incluso l'alleviare la minaccia a lungo termine della Russia ad altre città dell'Ucraina meridionale come Odessa. Così il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan. Sul percorso di pace, Sullivan ha dichiarato che è «la Russia, non l'Ucraina, a dover decidere se andare o meno al tavolo». «È un grande momento ed è dovuto all'incredibile tenacia e abilità degli ucraini, supportati dal sostegno incessante e unito degli Stati Uniti e dei nostri alleati», ha detto.

La Russia, ha aggiunto, continua a fare «affermazioni stravaganti» sulle sue autodichiarate annessioni di terre ucraine, anche se si ritira dai contrattacchi ucraini. L'esponente dell'amministrazione Biden, ha osservato che «l'Ucraina è la parte della pace in questo conflitto e la Russia è la parte della guerra. La Russia ha invaso l'Ucraina. Se la Russia decidesse di smettere di combattere in Ucraina e se ne andasse, sarebbe la fine della guerra. Se l'Ucraina decidesse di smettere di combattere e di arrendersi, sarebbe la fine dell'Ucraina», ha detto. «In questo contesto, la nostra posizione rimane la stessa di prima e fondamentalmente è in stretta consultazione e sostegno del presidente Zelensky».

Ore 05:25 - Ministro Esteri ucraino: la guerra continua dopo successo Kherson

«La guerra continua, dopo il successo di Kherson». Lo ha affermato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba. Parlando al vertice del sud-est asiatico in Cambogia, Kuleba ha affermato che rivendicare la città è stato «un bell’esercizio». «Ma la guerra continua. Capisco che tutti vogliono che questa guerra finisca il prima possibile. Siamo sicuramente quelli che lo vogliono più di chiunque altro», ha detto Kuleba durante un incontro con il primo ministro australiano, Anthony Albanese, a margine del summit.

La città "eternamente russa" torna nelle mani degli ucraini. La gente in piazza con le bandiere ma resta il pericolo di agguati. Conclusa la ritirata dell'Armata rossa occupante che fuggendo distrugge il ponte Antonovsky: "Quella terra rimane ancora nostra". Le paure di Kiev: potrebbero essere rimasti in abiti civili. Andrea Cuomo il 12 Novembre 2022 su Il Giornale.

La guerra brutta sporca e cattiva va avanti. Ma ieri è stato un giorno di gioia per l'Ucraina e per l'Occidente che sostiene la sua lotta per la sopravvivenza. Kherson, la più importante città finita sotto il tallone dei russi dopo l'invasione, l'unico capoluogo di oblast, la «città eternamente russa» come l'aveva definita il Cremlino, è tornata nelle mani gialloblù. L'esercito russo ha completato a tempo di record l'evacuazione della città, annunciato appena tre giorni fa, trasferendo secondo quanto afferma il ministero della Difesa di Mosca oltre 30mila soldati e 5mila tra mezzi militari e armamenti sulla sponda sinistra del fiume Dnipro. E poche ore dopo gli abitanti di Kherson hanno potuto dopo molti mesi issare di nuovo la bandiera ucraina su un monumento sulla piazza della Libertà. Un video caricato su Telegram mostra il solenne gesto compiuto da alcuni cittadini davanti allo sguardo felice di decine di altri in una piazza per il resto deserta. Si sentono persone urlare: «Morte al nemico!» e «Gloria all'Ucraina!». Altri video mostrano automobili girare per la città con le bandiere nazionali, come dopo una vittoria calcistica. Solo che in questo caso la corsa ebbra avviene per strade spettrali. Perché i civili, quasi tutti almeno, sono stati mandati via dai russi nelle ultime settimane. Kherson è di nuovo una città libera. Ma resta una città fantasma.

Una giornata di gioia, dunque, con il presidente Volodymyr Zelensky a esultare: «Kherson è nostra!». Ma ci sono molte ombre che si allungano su questo indubbio successo di Kiev. Intanto c'è che i russi, pur arretrati, continuano a rivendicare la città come «parte della Russia. Non ci sono e non ci possono essere cambiamenti», come avverte il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Va ricordato che la regione di Kherson è tra le quattro annesse de facto dalla Russia a fine settembre dopo lo svolgimento dei famosi referendum farsa. Inoltre i russi hanno lasciato terra bruciata lasciando la zona, distruggendo tra l'altro il ponte Antonovsky, il principale collegamento della città di Kherson alla sponda orientale del fiume Dnepr, dove si sono ritirate le forze russe. L'emittente ucraina Suspilne ha mostrato immagini in cui si vede chiaramente l'infrastruttura priva di intere sezioni. Il ponte era stato ripetutamente colpito nei giorni scorsi da parte dell'artiglieria ucraina. I russi avrebbero anche fatto detonare esplosivi nella centrale della città e distrutto parte di un'antenna televisiva.

C'è poi il rischio che Kherson si riveli una trappola per l'esercito di Kiev. Malgrado ieri i soldati ucraini abbiano preso possesso della città, galvanizzando i pochi civili ancora presenti, Serhii Khlan, membro del consiglio regionale ucraino della città, ha avvertito tutti del pericolo che alcuni militari russi possano essere rimasti in città camuffati con abiti civili. «Stanno tramando provocazioni. C'è molto lavoro da fare per lo sminamento e lo sgombero della città». Secondo Khlan, inoltre, un gran numero di truppe russe sarebbe annegato mentre cercava di fuggire dalla città, contraddicendo la versione di Mosca di una ritirata efficiente, pacifica e senza perdite.

Russi che in altre zone dell'Ucraina hanno battuto diversi colpi. A Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina, non lontana da Kherson, un attacco contro un quartiere un edificio in un quartiere residenziale della città, ha provocato almeno quattro morti, oltre a numerosi feriti. Una «risposta cinica dello Stato terrorista ai nostri successi sul fronte» da parte di una Russia che «non rinuncia alle sue tattiche spregevoli. E noi non rinunceremo alla nostra lotta», lo sfogo amaro di Zelensky. Un giorno di gioia, ma la pace è lontana.

Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di sabato 12 novembre. Redazione Esteri 1947 su Il Corriere della Sera il 12 Novembre 2022.

Le notizie di sabato 12 novembre: l’Ucraina festeggia la riconquista di Kherson. I timori per la rappresaglia di Putin

• La guerra in Ucraina è arrivata al 260esimo giorno.

• «Kherson è nostra», esulta il presidente ucraino Zelensky. L’esercito di Kiev è entrato nella città dopo il ritiro dei soldati russi. Festa e bandiere nelle strade.

• Il Cremlino ribadisce che la regione resterà russa, nonostante la ritirata e che non considera il ritiro un’umiliazione.

•Il ministero della Difesa russo afferma che oltre 30.000 soldati e 5.000 mezzi militari e armamenti sono stati trasferiti sulla sponda sinistra del fiume Dnipro.

• L’amministrazione Usa divisa sul proseguimento del conflitto.

Ore 07:21 - Nikopol, cinquanta attacchi russi nella notte

L’esercito russo ha colpito con l’artiglieria pesante più di 50 volte durante la notte il distretto di Nikopol, la zona si trova di fronte alla principale centrale nucleare di Zaporizhzhia, nell’Ucraina sud-orientale. Lo ha reso noto su Telegram il governatore di Dnipropetrovsk Valentyn Reznichenko: edifici residenziali sono stati danneggiati ma non ci sono vittime, come riporta il Kyiv Independent.

Ore 07:41 - Kuleba: «Dopo la liberazione di Kherson, comunque la guerra continua»

«Stiamo vincendo battaglie sul campo. Ma la guerra continua» dopo la liberazione di Kherson. Lo ha dichiarato ai giornalisti il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kouleba, a seguito di un colloquio con il primo ministro australiano, Anthony Albanese, a Phnom Penh, in Cambogia. «Capisco che tutti vogliono che questa guerra finisca il prima possibile. Certamente siamo quelli che la vogliono più di chiunque altro», ha proseguito il capo della diplomazia di Kiev. «Ma finché la guerra continuerà e vedremo la Russia mobilitare altri coscritti e inviare altre armi in Ucraina, continueremo ovviamente a contare sul vostro continuo sostegno», ha osservato.

Ore 08:19 - Kherson, i filorussi scelgono un nuovo capoluogo per la regione

La città di Genichesk è da oggi temporaneamente la capitale amministrativa della regione di Kherson — «annessa» alla Russia dai referendum di settembre — ha dichiarato all’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti Alexander Fomin, addetto stampa del vicepresidente filorusso del governo regionale. «Oggi, la capitale amministrativa temporanea della regione di Kherson è Genichesk. Tutte le principali autorità sono concentrate lì», ha affermato. Genichesk, località turistica e città portuale dell’Ucraina, si trova nel sud della regione, sulla costa del Mar d’Azov.

Dall’alba di ieri Kherson è libera, lasciata dai russi che hanno battuto in ritirata.

Ore 08:21 - Kiev: la ripresa dei negoziati con Mosca per ora è «impossibile»

L’Ucraina non sta prendendo in considerazione colloqui con la Russia per porre fine alla guerra: ha detto il procuratore generale dell’Ucraina Andriy Kostin in un’intervista alla Bbc rilanciata da Ukrinform. «Non credo che la questione della ripresa dei negoziati sia possibile», ha dichiarato con fermezza aggiungendo che la Russia deve essere ritenuta responsabile della guerra che ha iniziato. Kostin sta cercando di istituire uno speciale tribunale internazionale e ha ribadito la richiesta di riparazioni di guerra attraverso la confisca dei beni russi

Ore 10:04 - Tre graffiti di Banksy sono apparsi in Ucraina, a Borodyanka

Banksy è in Ucraina: o almeno, tre graffiti attribuiti all’artista anonimo più famoso del mondo sono apparsi nella località di Borodyanka, nei pressi di Kiev, come riporta il quotidiano britannico The Guardian. Tre immagini dei uno dei graffiti sono state diffuse su Instagram sull’account dello stesso Banksy, accompagnati dalla singola farse “Borodyanka, Ucraina”, senza altri dettagli. Uno di questi raffigura un bambino che, con una mossa di Judo, atterra il presidente russo Putin.

Ore 10:55 - Il ritiro da Kherson, e il punto della situazione

(Alessandro Trocino) Lacrime, abbracci, bandiere. I soldati di Kiev sono arrivati ieri, dopo il via libera dell’intelligence, e sono stati accolti da una grande festa. «Kherson è nostra», annuncia Volodymyr Zelensky: «Oggi è un giorno storico. Ci riprendiamo il Sud del Paese». Quarantamila fanti russi sono andati via da Kherson. Una ritirata che è un ripiegamento tattico verso est, nella versione ufficiale russa, che smentisce che si tratti di «un’umiliazione». Ma dopo Kiev e Karkiv, è la terza sconfitta russa.

La ritirata resta un mistero, come racconta Andrea Nicastro, visto che Kherson due mesi fa, dopo il referendum farsa, doveva diventare «eternamente russa». Si può spiegare, forse, con trattative segrete. Ma quel che è certo è che i russi hanno messo in salvo armi e attrezzature pesanti, salvando i soldati. Il rischio ora, paventato da Kiev, è che Putin decida di punire la città con i lanciamissili, come rappresaglia.

Intanto Putin non va al vertice G20 di Bali, che inizia il 15 novembre. La motivazione è che non può, «per impegni pregressi», anche se non è prevista una partecipazione neanche da remoto. Evidentemente il leader russo non può e non vuole lasciare Mosca.

Intanto Andrea Marinelli e Guido Olimpio, nel loro punto militare, ci raccontano le due anime dell’amministrazione Biden, divisa sul proseguimento del conflitto. Il capo di Stato Maggiore Usa Mark Milley vede un’opportunità di trattativa. Parole che hanno irritato Joe Biden, secondo il quale spetta all’Ucraina decidere.

Ore 11:01 - «Un danno significativo per la reputazione russa»

«Il ritiro è un riconoscimento ufficiale delle difficoltà incontrate dalle forze russe sulla sponda occidentale del fiume Dnipro a Kherson».

A scriverlo su Twitter, nel consueto aggiornamento militare, è l’intelligence del Ministero della Difesa britannico.

Secondo il report — da sempre «sbilanciato» a favore degli ucraini, ma anche estremamente prezioso per le sue analisi — «è realisticamente possibile che i mezzi militari e le forze russe in abiti civili siano stati evacuati insieme agli 80.000 civili dichiarati nelle ultime settimane».

«È probabile che il processo di ritiro sia iniziato già il 22 ottobre 2022, quando dirigenti insediati dai russi a Kherson hanno esortato i civili a lasciare la città», afferma l’intelligence britannica.

E aggiunge: «È probabile che l’Ucraina abbia riconquistato vaste aree dell’oblast di Kherson, sulla sponda occidentale del fiume Dnipro, e che le sue forze abbiano ora il controllo della stessa città di Kherson. È verosimile che la Russia stia ancora cercando di evacuare le forze da altre aree dell’oblast attraverso il fiume per raggiungere posizioni di difesa sulla riva orientale».

Il ritiro da Kherson, in ogni caso, rappresenta per Mosca un «danno di reputazione significativo», in quanto era l’unica città capoluogo che era stata occupata dall’inizio dell’invasione, il 24 febbraio scorso.

Ore 11:07 - «I russi non si daranno pace, e attaccheranno Kherson con missili e colpi di artiglieria»

A dare voce alle preoccupazioni, diffuse, da parte degli ucraini sulle intenzioni dei russi su Kherson — la città da cui le truppe di Mosca si sono ritirate nei giorni scorsi — è il portavoce dello Stato maggiore ucraino, Vladyslav Seleznyo.

«Gli occupanti russi non ci daranno pace», ha detto, «e Kherson dovrà affrontare il destino delle regioni in prima linea. Dovremo aspettarci un massiccio attacco missilistico e di artiglieria lanciato dalle forze di Mosca passate sulla riva sinistra del fiume Dnipro.

Secondo Yuriy Ignat, portavoce dell’Aeroanautica militare dell’esercito ucraino, la Russia potrebbe lanciare un massiccio attacco missilistico contro l’Ucraina il 15-16 novembre, nei giorni del G20 a Bali : «Mosca ama molto le date simboliche e il vertice è pienamente percepito in questo paradigma», ha detto.

Ore 11:09 - La possibile rappresaglia di Putin, vista da Kiev

(Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Per una volta, almeno su di un punto la narrativa di Kiev e quella di Mosca coincidono: i russi in ritirata da Kherson durante le ultime settimane sono riusciti a mettere in salvo gran parte delle loro armi e attrezzature pesanti, evitando che venissero prese dalle unità ucraine in avanzata.

[...] La versione ucraina differisce però da quella russa per ciò che riguarda i soldati delle retroguardie destinati a facilitare il passaggio dei compagni sul Dnipro, che nel tratto prospiciente la città di Kherson è largo oltre 1.200 metri. «Le loro ultime azioni hanno mirato a boicottare le infrastrutture civili: hanno fatto saltare la centrale termica e quella elettrica di Oblenergo, oltre alla torre dei ripetitori televisivi e telefonici. Poi però anche loro hanno provato a fuggire, mentre la nostra artiglieria sparava sui passaggi del fiume. Sappiamo che molti sono stati presi dal panico. Abbiamo colpito proprio l’area dell’Antonivskiy e gli ultimi ponti di chiatte. Tanti tra loro sono annegati: nel delta del fiume per lungo tempo nel futuro troveremo cadaveri di russi», aggiunge Khalan.

In serata le unità ucraine arrivate al centro di Kherson avevano ricevuto l’ordine di trincerarsi. Cresce il timore che i russi stiano concentrando lanciamissili sulla sponda orientale del Dnipro, ormai fortificata e trasformata in prima linea, con l’intenzione di colpire duro tutta la zona della città. «Putin vuole punirci per rappresaglia», aggiunge Polyakov. Sembra che un’unità della flotta russa del Mar Nero stia incrociando al largo della Crimea col suo carico di missili balistici S300. Non sono neppure da sottovalutare possibili tiri contro la zona di Kiev e le infrastrutture civili nel centro del Paese.

Intanto, però, lo Stato maggiore ucraino sta riorganizzando le truppe per rilanciare l’offensiva volta a liberare tutte le zone occupate, compresa la Crimea persa nel 2014. Sono da attendersi prossimi blitz nel Donbass e non è esclusa una nuova offensiva diretta questa volta verso Mariupol.

Ore 11:17 - La diga danneggiata dai russi mentre si ritiravano

Appena passati sulla sponda sinistra del fiume Dnipro, i russi hanno danneggiato significativamente non solo i ponti che consentono l’attraversamento, ma anche la diga di Nova Kakhovka.

La diga veniva utilizzata anche per attraversare il fiume.

La distruzione di una sezione della diga è visibile nelle immagini della società di immagini satellitari Maxar (qui sotto).

Le paratoie sotto le sezioni distrutte del ponte sono le uniche a rilasciare acqua, ma dalle immagini satellitari non è chiaro se siano state danneggiate nell’esplosione e se il rilascio di acqua sia controllato o impedito dalle sezioni crollate del ponte.

Ore 11:58 - Il filosofo Dugin «ha attaccato Putin per Kherson»: poi il post viene rimosso

In una autocrazia «diamo al sovrano pienezza assoluta dei poteri per salvarci tutti», quindi «pieni poteri in caso di successo, ma anche totalità delle responsabilità in caso di fallimento».

A scriverlo su Telegram sarebbe stato il filosofo Alexander Dugin in quello che — secondo quanto riportato dal Mirror, un tabloid britannico — è stato un duro attacco a Vladimir Putin dopo la ritirata a Kherson.

Secondo il quotidiano britannico, il post — di due giorni fa — è stato rimosso «poco dopo essere stato messo online».

Nel post, Dugin — che ha perso la figlia in un clamoroso attentato organizzato, secondo quanto riportato dal New York Times, da elementi dell’intelligence ucraina — avrebbe specificato di non avere «niente contro Surovikin», ossia il capo delle operazioni militari in Ucraina.

«Il colpo», avrebbe scritto, «non è diretto a lui. È un colpo per voi-sapete-chi».

Nel suo post, Dugin avrebbe fatto riferimento a una storia citata nel libro di James Frazer «Il ramo d’oro», nella quale un sovrano viene ucciso e sventrato perché non è riuscito a riportare la pioggia, ponendo fine a una lunga siccità.

«Se il sovrano si circonda di mer..., o se sputa sulla giustizia sociale, questo non è piacevole. ma è accettabile se il sovrano ci salva. Se no — il destino del “re delle piogge”».

«Quanto avvenuto non è semplicemente un tradimento: è un passo verso l’Armageddon», avrebbe scritto. «Le condizioni dell’Occidente, questa civiltà satanica, non saranno mai accettabili per Mosca. Questo significa che ci resta a disposizione il nostro arsenale di atomiche tattiche e strategiche. Questo è il punto finale.

Abbiamo già fatto molte correzioni e modifiche all’operazione militare speciale: non ha funzionato. L’ultima risorsa è l’ideologia. Quella vera, non quella che l’amministrazione presidenziale, spaventata a morte da quanto sta accadendo, tenta di venderci. Basta girarci intorno: serve l’Idea Russa. Solo questo. È stupido pensare alla possibilità della distruzione di tutta l’umanità solo per paura dell’Idea Russa, della nostra ideologia. Non c’è altro modo: le autorità russe non possono ritirarsi da altro, il limite è ormai stato raggiunto. La guerra deve diventare una vera, e piena, guerra del popolo. Ma perché questo avvenga, lo Stato deve tornare a essere del popolo — russo, cioè. E non come è oggi».

Ore 12:50 - Il malumore di Solovyov: «Ci serve un esercito più grande, in grado di sostenere una guerra a tutto campo in Europa»

Il malumore dei fedelissimi di Putin di fronte alla ritirata da Kherson non è visibile solo attraverso il post — rimosso — di Dugin. Anche Vladimir Solovyov, uno dei principali megafoni della propaganda russa, ha detto in tv che «la Russia ha bisogo di un esercito più grande, in grado di sostenere una guerra a tutto campo in Europa».

Non solo: chiede che i «gravi problemi» insorti nell’operazione militare, «ormai in stallo», vengano «risolti con il pugno di ferro», e che gli obiettivi originari devono rimanere gli stessi.

Ore 12:59 - Putin ora ha un enorme problema, scrive la Bbc

Steve Rosenberg, corrispondente da Mosca della Bbc, è uno dei giornalisti più utili per capire quello che si stia muovendo in Russia.

In un articolo — intitolato «Putin non può sfuggire alle conseguenze del ritiro russo in Ucraina» — spiega quale sia l'enorme problema che ora Putin si trova di fronte.

Putin, scrive Rosenberg, ha cercato in tutti i modi di distanziarsi dalla decisione di ritirarsi da Kherson: non a caso, l'annuncio è arrivato in tv, ma a parlare erano il generale Surovikin — comandante delle forze sul campo — che ha «consigliato» al ministro della Difesa Shoigu di ritirarsi dalla città; e a quel punto, Shoigu ha «accolto» il suggerimento e dato l'ordine alle truppe.

«È stato il ministro della Difesa a prendere la decisione, non ho nulla da dire su questo punto», ha commentato infatti il portavoce di Putin, Dmitry Peskov.

«Il Cremlino cerca di far sembrare l'esercito responsabile di quanto accaduto. Ma è stato il presidente Putin a ordinare l'invasione dell'Ucraina. Quella che definisce "operazione militare speciale" è stata una sua idea. E prendere le distanze da qualsiasi aspetto di questa operazione non sarà semplice», scrive Rosenberg.

«C'è un pericolo per Putin, in questa situazione: un pericolo che c'era già prima della ritirata da Kherson. Gli eventi degli ultimi 9 mesi rischiano di cambiare il modo in cui Putin viene visto in patria: non tanto dal pubblico, quanto — ed è cruciale — dall'élite russa, dalle persone che ha intorno, dalle persone al potere. Per anni hanno visto Putin come un infallibile stratega, come qualcuno in grado di emergere sempre come vincitore. Lo hanno considerato il punto fermo del sistema di cui fanno parte, e che è stato costruito intorno a lui.

Ma le vittorie scarseggiano, dal 24 febbraio a oggi. L'invasione non è andata secondo i piani. Non solo ha portato morte e distruzione in Ucraina, ma ha anche causato significative perdite nell'esercito russo. Putin aveva promesso che soltanto soldati di professione si sarebbero sobbarcati l'onere di combattere: e poi ha mobilitato centinaia di migliaia di cittadini russi perché prendano parte alla guerra. I costi economici sono a loro volta stati considerevoli. Il Cremlino ha sempre dipinto Putin come "mister stabilità", per la Russia. Ma questa narrazione è diventata ben più complicata, ora».

Ore 13:14 - I russi hanno «distrutto l'intero sistema elettrico di Kherson»

Che gli ucraini avrebbero trovato una città largamente danneggiata dai russi, dopo la loro ritirata, era in qualche misura previsto. Ma le dimensioni della distruzione lasciata in eredità da Mosca sembrano essere più grandi del previsto.

Secondo il direttore esecutivo dell'operatore elettrico ucraino Dtek, Dmytro Saharuk, la Russia ha distrutto l'intero sistema elettrico di Kherson.

Saharuk ha aggiunto che la società elettrica nazionale fornirà subito attrezzature e materiali per ripristinare al più presto le infrastrutture energetiche a Kherson e nel territorio liberato della regione.

Ore 13:25 - Medvedev: «Non abbiamo ancora usato tutto l'arsenale»

«Mosca continuerà a riprendersi i territori russi e per ovvie ragioni non ha ancora utilizzato tutto il suo arsenale di possibili armi di distruzione» in Ucraina.

A dirlo è l'ex presidente russo, Dmitri Medvedev, che ha spiegato: «Questo non solo per la nostra gentilezza umana, ma tutto ha il suo tempo».

«Ricordiamo - ha aggiunto alludendo al ritiro da Kherson - che noi stiamo cercando di salvare il più possibile le vite dei nostri militari e civili mentre i nostri nemici no. E qui sta la nostra grande differenza morale con loro». 

Ore 14:13 - Russia impone restrizioni a traffico navale nello stretto di Kerch

Mosca ha vietato il traffico attraverso lo stretto di Kerch a tutte le navi che non sono state caricate in Russia. Annunciata dal canale Telegram della Tass, la notizia viene rilanciata da Ukrainska pravda, secondo la quale i russi potrebbero aver preso la misura nel timore di altre esplosioni sul ponte ferroviario e stradale che attraversa lo stretto.

Lo scorso 8 ottobre il ponte, che unisce la Crimea alla Russia, è stato gravemente danneggiato da un’esplosione. La Russia ha accusato l’Ucraina, parlando di un camion saltato in aria mentre sulla ferrovia passava un treno carico di carburante.

Tuttavia non c’è certezza sulla dinamica dell’esplosione che, secondo alcune ipotesi, potrebbe essere stata causata da un ordigno posto su una imbarcazione.

Ore 14:28 - Medvedev: Russia non ha ancora usato tutto suo arsenale

«Il ritorno alla Russia delle sue terre ancestrali continuerà», Mosca «non ha ancora utilizzato in Ucraina tutto il suo arsenale di armi» e «sta cercando di salvare il più possibile la vita dei civili e dei suoi militari». Lo ha dichiarato su Telegram l’ex presidente russo e numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev.

Ore 14:42 - Kuleba non esclude incontro con Lavrov all’Asean

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, si è detto pronto a valutare l’idea di incontrare l’omologo russo, Serghei Lavrov, in caso di una proposta in questo senso da parte di Mosca.

Lavrov «non ha chiesto un incontro, come è consuetudine in diplomazia. Se lo fa, valuteremo attentamente la sua richiesta, tenendo conto di tutti gli aspetti e le realtà della situazione attuale», ha dichiarato Kuleba dal vertice dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), come riporta il Phnom Penh Post rilanciato dalle agenzie russe.

Il viceministro degli Esteri di Mosca, Serghei Ryabkov, aveva affermato in precedenza che la Russia è aperta al dialogo sull’Ucraina senza precondizioni.

Ore 14:48 - Dopo il ritiro da Kherson i filorussi spostano la capitale provvisoria

L’amministrazione filorussa di Kherson ha scelto la nuova `capitale amministrativa´ provvisoria della regione ucraina da cui Mosca ha annunciato il ritiro, pur continuando a rivendicarne il controllo.

La scelta è ricaduta sulla cittadina di Genichesk sulle rive del Mare d’Azov, con una popolazione inferiore ai 20 mila abitanti. Ad annunciare la nuova `capitale´ è stato l’addetto stampa del vicepresidente del governo regionale, Aleksandr Fomin, secondo il quale anche l’amministrazione filorussa di Kherson si è trasferita lì. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 15:17 - Per il ritorno dell’elettricità a Kherson servirà un mese

La città di Kherson, rioccupata dalle truppe ucraine dopo il ritiro delle forze russe, è senza energia elettrica a causa della distruzione delle infrastrutture e per il ristabilimento delle forniture potrebbe occorrere un mese: lo ha annunciato l’azienda energetica ucraina Dtek. Secondo la compagnia elettrica la situazione peggiore tuttavia si registra nel centro e nel nord del paese, e in particolare nella zona della capitale Kiev.

Ore 16:15 - Biden vedrà Meloni il 15 novembre: in agenda Cina e Ucraina

Joe Biden incontrerà la premier Georgia Meloni il 15 novembre a Bali a margine del G20. È quanto emerge dall’agenda del presidente americano, resa nota dalla Casa Bianca. I due leader «discuteranno della cooperazione sulle sfide globali, incluse quelle poste dalla Cina e gli sforzi in corso per aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione della Russia», afferma la Casa Bianca.

Ore 18:26 - Blinken vede Kuleba: «Tempi e modi eventuale negoziato spettano a Kiev»

Il segretario di Stato americano Antony J. Blinken ha incontrato oggi a Phnom Penh il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. I due - spiega il portavoce Ned Price - hanno discusso «dell’impegno incrollabile degli Stati Uniti ad assistere l’Ucraina nel mitigare gli effetti dei continui attacchi della Russia alle infrastrutture critiche, anche con aiuti umanitari accelerati e sforzi di svernamento». Blinken e Kuleba inoltre hanno riaffermato «l’importanza del rinnovo della «Black Sea Grain Initiative» prima che scada il 19 novembre e il suo ruolo nel sostenere la sicurezza alimentare globale e hanno anche discusso della continua efficacia dell’Ucraina sul campo di battaglia». Blinken infine ha ribadito che «i tempi e il contenuto di qualsiasi quadro negoziale rimangono una decisione dell’Ucraina».

Ore 18:35 - La colletta della resistenza ucraina per comprare droni navali: un indizio sul futuro della guerra

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il primo drone navale lo hanno battezzato «Kherson», in onore alla città liberata. Il secondo si chiamerà «Sebastopoli», la base russa attaccata il 29 ottobre con mezzi marittimi guidati in remoto. Entrambi sono stati acquistati attraverso una colletta lanciata via web dagli ucraini, iniziativa segnalata dal presidente Zelensky nel messaggio di venerdì notte. Mescolando toni ad effetto e desideri, gli ucraini hanno detto che questi droni marittimi «serviranno a tenere aperti i corridoi per i mercantili con il grano».

Ore 18:43 - Zelensky: «Come Kherson libereremo anche il Donbass e il Crimea»

«Non dimentichiamo nessuno, non lasceremo nessuno indietro. Sarà lo stesso a Henicesk e Melitopol. Verremo in tutte le nostre città e villaggi del Donbass. Vedremo sicuramente le forze ucraine incontrare le bandiere ucraine in Crimea, che tengono lì, e ce ne saranno centinaia per le strade il giorno della liberazione». Così su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia che gli ucraini non si fermano dopo la liberazione di Kherson. «Ringrazio tutti coloro che lottano e lavorano per la vittoria dell’Ucraina! Grazie a tutti quelli che nel mondo ci aiutano!», aggiunge.

Ore 19:28 - Dugin: «Nessuno ha voltato le spalle a Putin»

«L’Occidente sta iniziando a mandare in onda la finzione secondo cui io e i patrioti russi ci saremmo rivoltati contro Putin dopo la resa di Kherson e che presumibilmente ne stiamo chiedendo il rovesciamento. Questo non viene da nessuna parte e si basa su un mio messaggio che avrei presumibilmente cancellato. Ovviamente nessuno ci crederà, ma per ogni evenienza: nessuno ha voltato le spalle a Putin, io e tutti i patrioti russi lo supportiamo incondizionatamente». Lo scrive in un lungo comunicato su Telegram Alexander Dugin, filosofo nazionalista russo da sempre molto vicino al leader del Cremlino. Il dolore per la perdita di Kherson è una cosa - aggiunge - l’atteggiamento verso il comandante in capo è un’altra. Siamo fedeli a Putin e sosteniamo fino alla fine l’operazione militare speciale della Russia».

Ore 19:30 - Dugin: «Russia e Putin non capitoleranno mai»

«L’Occidente, che sta esercitando pressioni eccessive, non comprende che la Russia e Putin non capitoleranno in nessun caso. Il presidente è stato chiaro: non molliamo. Catturare la Russia è un suicidio per l’Occidente e per l’umanità». Lo scrive in un lungo comunicato su Telegram Alexander Dugin, filosofo nazionalista russo da sempre molto vicino al leader del Cremlino.

Ore 00:57 - Ucraina: razzi su villaggio vicino Kherson, due donne morte

Ancora bombardamenti e ancora vittime civili. Il villaggio di Hornostaivka, sulla riva sinistra del Dnipro e occupato dai russi, è stato bombardato da Mosca con razzi Grad per convincere i residenti all’evacuazione. Lo riferisce - come riporta il Kiev Independent - il governatore dell’Oblast di Kherson, Yaroslav Yanhushevych, aggiungendo che nell’attacco due donne sono state uccise e sei case sono state distrutte. «Con questi metodi - ha scritto Yanhushevych su Telegram - i russi stanno cercando di fare pressione sui residenti di Hornostaivka in una cosiddetta “evacuazione”. Gli stessi soldati russi sono costretti a nascondersi nelle cantine con i residenti».

Valerio Salviani per leggo.it il 12 novembre 2022.

Il re è nudo. La ritirata delle truppe russe da Kherson ha aperto una nuova fase della guerra in Ucraina. Vladimir Putin, ormai isolato dal resto del mondo (resiste solo Xi Jinping), non è mai stato così in difficoltà. E adesso i nemici se li ritrova anche in casa. L'ultima umiliazione non è andata giù agli uomini del potere russo, che chiedono la sua testa. Il mormorio nei corridoi del Cremlino si è fatto insistente, nessuno guarda più lo zar con lo stesso timore e lo stesso rispetto di prima. 

Ha fatto rumore l'attacco di Aleksandr Dugin, neonazista soprannominato "Il cervello di Putin", che ha paragonato la sorte del presidente al «re della pioggia», sacrificato se non riesce a «salvare il suo popolo». Un messaggio chiaro, che è fomentato da gran parte dell'elite russa: «Putin va rovesciato». Dugin, che ha perso la figlia in un attentato avvenuto a Mosca durante la guerra (che per l'intelligence americana è stato opera di Kiev), è sempre stato uno degli uomini di riferimento per Putin. Per questo adesso le sue parole - pubblicate su Telegram e poi rimosse - tengono lo zar in ansia. «Chi non è arrabbiato per la perdita di Kherson non è un vero russo», ha scritto Dugin.

Dugin è solo uno dei tanti ultranazionalisti preoccupati per le sorti del Paese. L'economia russa sta crollando per le sanzioni, l'Europa sta trovando nuovi fornitori di gas e sul campo di battaglia si collezionano umiliazioni, mentre Putin prova a fare la voce grossa millantando attacchi nucleari che suonano come mosse della disperazione. Ma lo zar, che tramite il suo portavoce Peskov ha dato la colpa di quanto successo a Kherson «ai militari», non può permettersi una rivolta interna. Per questo a Mosca è in corso una vera e propria caccia ai traditori. La "Zrada", come viene chiamata. Chi si oppone alla guerra finisce in manette.

Eppure il dissenso non manca. Lo scrittore Zakhar Prilepin, storico sostenitore del presidente, parlando della sconfitta a Kherson ha definito Putin un «comandante supremo tratto in inganno» da innominabili ignoti. Nessuno crede alla storia della ritirata strategica, mentre in piazza nella città riconquistata gli ucraini fanno festa e innalzano le bandiere in segno di vittoria. Mikhail Leontiev, il portavoce del potente capo di Rosneft Igor Sechin, ha attaccato il Cremlino in tv: «Deve essere la politica ad assumersi la responsabilità». Nella vittoria tutti uniti, nella sconfitta si scoprono le carte. E Putin, che ha annunciato il forfait al G20, adesso trema.

Cosa sta succedendo tra Dugin e Putin. Francesca Salvatore il 13 Novembre 2022 su Inside Over. 

Dopo la morte della figlia Darya, nell’attentato che sembra avere ancora oggi cento padri, la figura di Aleksandr Dugin, filosofo ed esponente di spicco del nazionalismo russo, aveva subito un boom di popolarità. L’attentato fu però anche l’occasione per riflettere, a livello di media e analisti internazionali, su quanto l’oscura figura di Dugin fosse più popolare in certi circoli europei filoputiniani che in Russia stessa.

Dugin, ideologo dell’Eurasiatismo colto, istruito, a suo modo raffinato, contrariamente a quanto molti pensano, ha avuto un’influenza molto limitata all’interno della corte di Putin almeno fino all’ultimo mandato, sebbene Dugin sia da tempo il maître à penser dell’impero mediatico del magnate Konstantin Malofeev. Eppure, dopo la morte di Darya e in concomitanza con l’escalation russa in Ucraina, Dugin sembrava aver compiuto un salto di qualità in termini di influenza, addirittura accolto nel cerchio magico di chi detta la comunicazione di Mosca.

Il post della discordia: cosa voleva dire Dugin?

Il filosofo si è reso nelle ultime ore di un episodio di dubbio sapore. Dugin, avrebbe definito il ritiro da Kherson come l’ultimo possibile, avvertendo che, in caso di nuovi rovesci militari, “chi è al potere dovrebbe essere eliminato”. Lo aveva fatto con un articolo sul proprio blog, successivamente al ritiro delle truppe russe dalla città di Kherson; si tratterebbe di una critica al presidente Vladimir Putin, mai nominato ma sottinteso. Ne è seguito un lungo post su Telegram, poi rilanciato su tutte le piattaforme social prima che fosse cancellato. Sebbene il testo in questione sia stato rimosso, alcuni media sono riusciti a copiarne il contenuto prima della cancellazione. Lo riferisce il Mirror, aggiungendo che, in seguito, il post (di 2 giorni fa) è stato rimosso. L’articolo originale, tuttavia, è ancora su Tsargrad.tv.

Dugin ha definito la ritirata da Kherson “l’ultima linea rossa” accettabile per l’operazione militare speciale russa in Ucraina: “Le autorità in Russia non possono più cedere nulla. Il limite è stato raggiunto”, ha scritto il filosofo, che ha definito Kherson “una città russa, capoluogo di una delle regioni della Russia” che “è andata perduta”. Nel testo si legge una riflessione sulla responsabilità del Cremlino e sulle possibili conseguenze per gli errori commessi. Rivolgendosi al potere, Dugin lo definisce “responsabile” del ritiro, per poi fornire una definizione di autocrazia: “Diamo al sovrano la pienezza assoluta del potere per proteggerci tutti – il popolo e lo Stato – in un momento critico. Se per questo si circonda di spiriti maligni o sputa sulla giustizia sociale, ciò è spiacevole, ma sappiamo che ci protegge. E se non ci proteggesse? In quel caso lo aspetta il destino del Re delle piogge. Anche l’autocrazia ha un aspetto negativo. Totalità del potere in caso di successo, ma anche totale responsabilità in caso di fallimento”.

Uccidere il “Re delle piogge”?

L’esegesi dell’intellettuale Dugin, non è semplice. Parole molto criptiche, che rimandano a Il ramo d’oro. Studio sulla magia e la religione, opera dell’antropologo britannico James Fraser del 1890, in cui si descrive il culto africano del “Re delle piogge”. Questa figura è considerata una sorta di mago che invia la pioggia ogni volta che viene invocata; ma se il “Re delle piogge” non si rivela all’altezza delle aspettative e si verifica una prolungata siccità, deve essere lapidato.

Leggendo l’articolo, il primo consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Vadim Denisenko, ha evidenziato il parallelismo che Dugin farebbe tra il “Re delle piogge” e il presidente Putin. “Di fatto, Dugin avverte Putin: o la situazione migliora, o Putin deve essere rimosso”, ha affermato Denisenko. Tuttavia, nel suo articolo, il politologo russo non afferma mai esplicitamente tale posizione, accennando solo a possibili rischi di disordini pubblici o potenziali rivolte in Russia. Se un personaggio come Dugin avanza una simile ipotesi, la sensazione è che, come afferma anche Denisenko, il sistema di potere nella Federazione Russa sia “ancora sotto controllo, ma sta affrontando le prime profonde crepe”.

E la perdita di Kherson potrebbe diventare per la Russia una sorta di spinta a cercare un caprio espiatorio.

La risposta di Dugin

La risposta di Dugin non ha tardato ad arrivare: “L’Occidente ha iniziato a far credere che io e i patrioti russi ci siamo rivoltati contro Putin dopo la resa di Kherson, chiedendo presumibilmente le sue dimissioni. Questo non proviene da nessuna parte e si basano su un mio presunto messaggio cancellato”. “Io e tutti i patrioti russi lo sosteniamo incondizionatamente. Il dolore per la perdita di Kherson è una cosa; l’atteggiamento nei confronti del Comandante in capo è un altro. Siamo fedeli a Putin e sosteniamo la SMO e la Russia fino alla fine” ha proseguito Dugin. “L’Occidente – ha aggiunto – che sta esercitando una pressione eccessiva sulla Russia, non capisce che la Russia e Putin non capitoleranno in nessun caso. Il presidente è stato chiaro: non ci arrenderemo. Mettere all’angolo la Russia è un suicidio per l’Occidente e per l’umanità”. Sull’uso del nucleare Dugin ha anche allontanato l’idea di un ricorso della Russia all’atomica sostenendo che dopo aver mobilitato la società spiritualmente e ideologicamente, la Russia ce la farà anche senza armi nucleari”.

Una risposta che decisamente cozza con le dichiarazioni di Putin, Medvedev e tanti altri nelle ultime settimane. Nel tentativo di riabilitarsi, Dugin ha quindi attaccato l’élite al potere, bollata come la vera voltagabbana della situazione, colpevole di tradire la Guida Suprema: “Solo noi, i patrioti russi e il popolo russo, gli siamo fedeli”.

Perché Dugin si espone?

Le ipotesi sull’articolo di Dugin sono molteplici. Come è possibile che un uomo che solo pochi anni fa non aveva autorevolezza alcuna ora si permette di attaccare-pur attraverso un enorme giro di metafore-il comandante supremo di Mosca? Certo è che questo aumento della virulenza delle affermazioni di personaggi piuttosto silenti come Dugin dà molto da pensare. Stessa cosa dicasi per un uomo del calibro di Medvedev, i cui post su Telegram ormai viaggiano ciascuno su una media di oltre 2 milioni di visualizzazioni.

La sensazione è che i falchi della Russia neozarista ora incalzino Putin più del dovuto, costringendolo ad agire più drasticamente di quanto il presidente stesso può (o immaginava). Il fatto che un uomo come Dugin critichi così apertamente il Cremlino è però anche segno di due cose: o si ritiene sufficientemente protetto oppure a Mosca sono saltati i freni inibitori che oggi permettono a un numero sempre più folto di nazionalisti di mettere alla berlina Putin. Del resto, lo aveva fatto anche Ramzan Kadyrov, con la differenza che quest’ultimo ha un’intera piccola nazione sul libro paga di Mosca. E ci resterà ancora a lungo.

Ucraina Russia, le notizie sulla guerra del 13 novembre. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 13 Novembre 2022.

Le notizie di domenica 13 novembre. L’Ucraina festeggia la riconquista della città: «Non lasceremo indietro nessuno». Razzi russi uccidono due donne nel villaggio di Hornostaivka, sulla riva sinistra del Dnipro

• La guerra in Ucraina è arrivata al 261esimo giorno.

• L’Ucraina intera sta festeggiando la liberazione di Kherson, l’unico capoluogo di regione che i russi avevano conquistato dal 24 febbraio. E Zelensky annuncia: «Come Kherson libereremo anche Donbass e Crimea»

• La sconfitta a Kherson ha lasciato sconcertati gli ambienti dell’élite di Mosca. E l’«ideologo di Putin», Aleksandr Dugin, in un post subito rimosso critica Putin: «Paga con la vita il sovrano che non ci salva».

• Come proseguirà la guerra, dal punto di vista militare? Un indizio arriva da una colletta della resistenza ucraina: tutti i dettagli nel «punto militare».

Ore 04:41 - Il ritiro da Kherson, e il punto della situazione

(Alessandro Trocino) Lacrime, abbracci, bandiere. I soldati di Kiev sono arrivati ieri, dopo il via libera dell’intelligence, e sono stati accolti da una grande festa. «Kherson è nostra», annuncia Volodymyr Zelensky: «Oggi è un giorno storico. Ci riprendiamo il Sud del Paese». Quarantamila fanti russi sono andati via da Kherson. Una ritirata che è un ripiegamento tattico verso est, nella versione ufficiale russa, che smentisce che si tratti di «un’umiliazione». Ma dopo Kiev e Karkiv, è la terza sconfitta russa.

La ritirata resta un mistero, come racconta Andrea Nicastro, visto che Kherson due mesi fa, dopo il referendum farsa, doveva diventare «eternamente russa». Si può spiegare, forse, con trattative segrete. Ma quel che è certo è che i russi hanno messo in salvo armi e attrezzature pesanti, salvando i soldati. Il rischio ora, paventato da Kiev, è che Putin decida di punire la città con i lanciamissili, come rappresaglia.

Intanto Putin non va al vertice G20 di Bali, che inizia il 15 novembre. La motivazione è che non può, «per impegni pregressi», anche se non è prevista una partecipazione neanche da remoto. Evidentemente il leader russo non può e non vuole lasciare Mosca.

Intanto Andrea Marinelli e Guido Olimpio, nel loro punto militare, ci raccontano le due anime dell’amministrazione Biden, divisa sul proseguimento del conflitto. Il capo di Stato Maggiore Usa Mark Milley vede un’opportunità di trattativa. Parole che hanno irritato Joe Biden, secondo il quale spetta all’Ucraina decidere.

Ore 04:48 - La colletta della resistenza ucraina per comprare droni navali: un indizio sul futuro della guerra

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Il primo drone navale lo hanno battezzato «Kherson», in onore alla città liberata. Il secondo si chiamerà «Sebastopoli», la base russa attaccata il 29 ottobre con mezzi marittimi guidati in remoto. Entrambi sono stati acquistati attraverso una colletta lanciata via web dagli ucraini, iniziativa segnalata dal presidente Zelensky nel messaggio di venerdì notte. Mescolando toni ad effetto e desideri, gli ucraini hanno detto che questi droni marittimi «serviranno a tenere aperti i corridoi per i mercantili con il grano».

Ore 04:52 - L’esercito di Kiev non vuole fermarsi: ora l’obiettivo diventa Melitopol?

(Lorenzo Cremonesi, nostro inviato) Non ci sarà tregua, né pausa per riorganizzarsi o tirare il fiato dopo i lunghi mesi di difficile battaglia: appena terminata la liberazione di Kherson, lo Stato maggiore ucraino intende approfittare della sconfitta russa e dello slancio d’ottimismo tra le sue truppe per riprendere velocemente ad avanzare. Anche l’argomento della «guerra congelata» a causa dell’inverno pare trovare pochi sostenitori: tra fine febbraio e metà marzo le temperature nelle notti attorno alla capitale sfioravano i -20°, ma soldati e volontari ucraini furono in grado di fermare i russi. Oggi la colonnina di mercurio è a 0° e il morale del Paese è alle stelle, non c’è alcun motivo per cercare riparo nei ricoveri caldi.

Ore 05:01 - Dugin contro Putin, il giallo del post subito rimosso. Poi la marcia indietro: «Nessuno gli volta le spalle»

Un post, durissimo e difficilmente equivocabile, subito rimosso. E una dichiarazione pubblica che suona, a tutti gli effetti, come una marcia indietro. Alexander Dugin, filosofo ultranazionalista russo, è da ore al centro di un mistero. Iniziato quando, sul suo canale Telegram, è apparso un post ferocemente critico nei confronti di Putin.

In una autocrazia — si leggeva nel post, secondo quanto riportato dal Mirror, un tabloid britannico — «diamo al sovrano pienezza assoluta dei poteri per salvarci tutti», quindi «pieni poteri in caso di successo, ma anche totalità delle responsabilità in caso di fallimento».

Ore 05:15 - Kherson, libera e stremata: «I russi hanno portato via tutto». Gli abbracci dopo il terrore

(Andrea Nicastro, nostro inviato) Non c’è elettricità, internet, acqua corrente o riscaldamento a Kherson, ma chi è rimasto in città adesso è felice. Davanti ai telefonini dei militari ucraini è una festa. Cittadini che fino a qualche giorno fa non osavano sollevare lo sguardo sulle pattuglie russe si sono avvolti nelle bandiere gialle e blu e hanno tagliato i crisantemi nei giardini. Li offrono ai soldati, li appoggiano sui blindati. Chi è rimasto a Kherson ieri ha riempito l’enorme piazza del municipio per abbracciare i soldati, applaudirli, intonare con loro l’inno nazionale. A marzo quella stessa piazza, dominata da un palazzone d’epoca sovietica, sprigionava tutt’un altro sentimento. «Kherson è ucraina» gridavano i manifestanti in faccia ai soldati di Mosca. I «liberatori» russi tenevano il dito sul fucile, sopportavano per qualche minuto e poi sparavano in aria per disperdere il corteo. Venerdì, i liberatori ucraini hanno lasciato le armi appese alle spalle per abbracciare la gente. È facile vedere la differenza.

Ore 05:30 - Zelensky: «Come Kherson libereremo anche il Donbass e il Crimea»

«Non dimentichiamo nessuno, non lasceremo nessuno indietro. Sarà lo stesso a Henicesk e Melitopol. Verremo in tutte le nostre città e villaggi del Donbass. Vedremo sicuramente le forze ucraine incontrare le bandiere ucraine in Crimea, che tengono lì, e ce ne saranno centinaia per le strade il giorno della liberazione». Così su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky annuncia che gli ucraini non si fermano dopo la liberazione di Kherson. «Ringrazio tutti coloro che lottano e lavorano per la vittoria dell’Ucraina! Grazie a tutti quelli che nel mondo ci aiutano!», aggiunge.

Ore 05:56 - Ucraina: razzi su villaggio vicino Kherson, due donne morte

Ancora bombardamenti e ancora vittime civili. Il villaggio di Hornostaivka, sulla riva sinistra del Dnipro e occupato dai russi, è stato bombardato da Mosca con razzi Grad per convincere i residenti all’evacuazione. Lo riferisce - come riporta il Kiev Independent - il governatore dell’Oblast di Kherson, Yaroslav Yanhushevych, aggiungendo che nell’attacco due donne sono state uccise e sei case sono state distrutte.

«Con questi metodi - ha scritto Yanhushevych su Telegram - i russi stanno cercando di fare pressione sui residenti di Hornostaivka in una cosiddetta “evacuazione”. Gli stessi soldati russi sono costretti a nascondersi nelle cantine con i residenti».

Ore 07:31 - Il giallo delle critiche a Putin da parte del suo «ideologo», Dugin

(Marco Imarisio) Uno conta poco, l’altro meno di quel che vuole far sembrare. Ma hanno i nomi, e un passato che giustifica l’attenzione nei loro confronti. Da presunto ideologo del Cremlino il primo, addirittura da presidente il secondo. E con le loro ultime dichiarazioni, che più divergenti non potrebbero essere, danno l’idea dell’attuale spaesamento di quello che per brevità viene chiamato il partito russo della guerra totale.

«In una autocrazia, diamo al sovrano pienezza assoluta dei poteri per salvarci tutti, e pieni poteri in caso di successo, ma anche responsabilità totale in caso di fallimento». Aleksandr Dugin, filosofo di una destra nazionalista così estrema da essere impraticabile persino per le revisioni storiche di Vladimir Putin, ha buone ragioni per essere deluso. Ma nulla faceva immaginare una reazione del genere, mirata all’uomo alla cui benevolenza in fondo deve la sua fama. «I russi piangono e soffrono» per la resa di Kherson.

Tre giorni fa, in un lungo post su Telegram, Dugin si è lasciato andare a una invettiva mascherata da riflessione sulla natura del potere russo. «Se per salvare il suo popolo il sovrano si circonda di schifezze o sputa sulla giustizia sociale, è spiacevole, ma è giustificato». Al contrario, «se non ci riesce, il suo destino è quello del Re della pioggia», ovvero la morte, osserva il filosofo, citando un saggio dell’antropologo scozzese James Frazer. Più chiaro di così. Persino troppo.

Allo spiritualissimo Dugin devono essere infatti arrivati inviti molto terreni alla rettifica, cosa che dopo un maldestro tentativo di cancellare il testo incriminato è avvenuta con un nuovo post pubblicato ieri. «L’Occidente sta mandando in onda la finzione secondo cui io e i patrioti russi ci saremmo rivoltati contro Putin. Ovviamente nessuno ci crederà, ma per ogni evenienza: nessuno volta le spalle al presidente, tutti noi lo supportiamo incondizionatamente».

La colpa non può mai essere del capo, come accadeva durante il secolo sovietico.

Ore 07:36 - Chi è Dugin, il più duro dei duri che sogna «l’impero moscovita»

(Fabrizio Dragosei) Il fatto che tutti lo considerino l’ideologo più ascoltato dal leader del Cremlino e l’aver da poco perduto la figlia in un attentato lo hanno spinto ad andare «oltre» e a dover fare rapidamente marcia indietro cancellando la provocazione.

Ma questo è Aleksandr Dugin, fonte inesauribile di teorie più o meno deliranti, tutte volte a legittimare e a «santificare» l’intervento militare in Ucraina.

Più duro dei duri come Kadyrov o Prigozhin, il cuoco di Putin, giustifica la sua posizione con la «visione» di quello che Mosca è destinata inevitabilmente a diventare: la Terza Roma (dopo la Città Eterna e Costantinopoli). La Russia, nel suo cammino verso un destino ineluttabile, «ha lanciato apertamente una sfida all’Occidente come civiltà; per questo adesso dobbiamo andare fino in fondo», sostiene. E ancora: «La partecipazione all’Operazione militare speciale è un’impresa eroica in una guerra santa… Contro di noi c’è l’Occidente; contro di noi c’è il diavolo».

È da quando era giovane e si esibiva come cantautore rock-esoterico che Aleksandr Dugin è ossessionato da teorie che potremmo come minimo definire fuori dal comune. Nei primi anni Novanta fondò assieme a Eduard Limonov il partito Nazional-bolscevico. Un raggruppamento che voleva mettere assieme quello che i due credevano ci fosse di «buono» nel nazionalsocialismo e nel comunismo. I nazional-bolscevichi finirono fuori legge e Limonov ruppe con Dugin perché lo considerava troppo di destra.

Le idee sulla superiorità morale della Russia, sulla necessità di rifondare un impero per contrastare i mali che arrivavano dall’Europa, lo hanno portato a essere notato da Vladimir Vladimirovich, anche se per il filosofo non c’è un ruolo ufficiale.

Ma si sa che il presidente lo stima molto e apprezza le sue tesi sulla nascita di un grande impero euroasiatico in grado di contrastare i valori di democrazia e di libertà che vengono da Ovest e che sono visti come dannosissimi per la Russia e per il mondo intero.

Si ispira a molte delle cose dette da Dugin il famigerato, lunghissimo articolo fatto pubblicare da Putin per spiegare ai russi e al mondo l’inesistenza di una Ucraina autonoma e separata dalla «madrepatria».

Ore 07:38 - Lo choc a Mosca per il ritiro da Kherson: «La nostra peggior sconfitta dal crollo dell’Urss»

(Marco Imarisio) «La peggiore sconfitta dai tempi del crollo dell’Unione Sovietica».

Così tre giorni fa scriveva di getto sulla resa di Kherson il solitamente accorto Sergey Markov, vecchia volpe della verticale del potere putiniano, consigliere del presidente dal 2011 al 2019, suo alter ego ai vertici dove c’era da mettersi l’elmetto, come i colloqui bilaterali con Polonia e Paesi baltici.

Facevano impressione, le sue parole di sconforto. Perché provenivano da un fedelissimo del Cremlino, premiato per i servizi resi con la direzione dell’Istituto di Ricerche politiche, amico e commensale di personaggi importanti come il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, tra gli altri.

«Non sono affatto pentito, e non credo di avere esagerato» dice parlando dalla sua casa immersa nei boschi di Arkhangelskoe, periferia per ricchi moscoviti, abitata da politici e oligarchi. «Non puoi far passare per cioccolata quel che cioccolata non è».

Se tradotta con fedeltà, la frase sarebbe molto più cruda di così e avrebbe una assonanza assoluta con un nostro modo di dire alquanto volgare. Ma è proprio questo il dilemma nel quale si dibatte la galassia degli osservatori di matrice nazionalista, in pratica l’intero mondo dei media di Stato russi. Per dirla in modo più fine, come mettere un vestito elegante a una cattiva notizia, ovvero il ritiro russo sulla sponda orientale del Dnipro.

Ore 07:55 - Zelensky: «Attenti alle mine, è presto per ripristinare luce e acqua»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che le forze russe hanno distrutto tutte le infrastrutture «sensibili» prima di lasciare Kherson, e ha promesso di ripristinare infrastrutture di comunicazione, forniture di acqua, riscaldamento ed elettricità. Tuttavia, Zelensky, durante il suo discorso quotidiano, ha proseguito spiegando che non è ancora giunto il momento di realizzare questi lavori e ha chiesto alla popolazione di fare attenzione e di non controllare da soli la stabilità degli edifici, né gli oggetti lasciati dagli occupanti russi. Il presidente ucraino ha spiegato in dettaglio che ci sono dieci gruppi di esperti che lavorano per disattivare tutti i tipi di esplosivi e ne hanno già neutralizzati 2.000 tra mine, cavi elettrici e munizioni inutilizzate. Zelensky ha inoltre riferito che nel pomeriggio di ieri le forze ucraine hanno recuperato 60 insediamenti nella regione di Kherson, dove la polizia ha iniziato ad adottare misure di stabilizzazione, in corso anche in città.

Ore 08:14 - Le bombe a grappolo su Zaporizhzhia

Le autorità ucraine hanno evacuato i residenti del distretto di Shevchenkiv, nella regione di Zaporizhzhia, regione sud-orientale dell’Ucraina dove si trova la più grande centrale nucleare d’Europa.

La decisione è stata presa dopo che, in un attacco missilistico russo, la zona è stata disseminata da ordigni esplosivi, lasciati da un missile Iskander-K con una carica a grappolo.

«Elementi esplosivi sono sparsi in tutta l’area residenziale. A causa del fatto che quel tipo di munizioni può esplodere in qualsiasi momento, è stata effettuata un’evacuazione temporanea della popolazione. Lo sminamento è in corso», ha detto la polizia.

Ore 08:19 - Biden «ha ascoltato il discorso di Lavrov al vertice Asean»

La notizia arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova: ed è molto interessante che a trasmetterla, con tanto di foto, sia stata una delle voci che più forti, in questi mesi, si sono alzate a minacciare l’Ucraina e l’Occidente.

Zakharova ha postato su Telegram una foto, per dire al mondo che gli Stati Uniti hanno ascoltato il messaggio del governo di Mosca, al vertice dell’Asean, in Cambogia. E lo hanno fatto al più alto livello.

«La delegazione americana guidata dal presidente Joe Biden ha ascoltato il discorso del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov intervenuto al vertice dell’Asean in Cambogia», ha scritto l’agenzia di stampa russa Ria Novosti. «La foto dell’evento è stata postata su Telegram dalla portavoce del ministero Maria Zakharova e dimostra che gli americani, insieme a Biden, sono seduti in sala durante il discorso del ministro russo».

Che cosa abbia detto Lavrov — ai giornalisti, almeno — le agenzie russe lo riportano poco dopo: gli Stati Uniti e la Nato, secondo il ministro degli Esteri russo, «stanno cercando di dominare la regione Asia-Pacifico militarizzandola con l’ovvio obiettivo di contenere la Cina e gli interessi russi».

Il vertice - ha sottolineato Zakharova — è iniziato tardi perché «hanno aspettato Biden per mezz’ora».

Ore 09:29 - L’allerta ucraina: «Allarme aereo in tutto il Paese, caccia da Bielorussia»

Il governo di Kiev è stato costretto, nella mattinata di oggi, a dichiarare l’allerta aerea in tutta l’Ucraina, dopo informazioni sul decollo dal territorio bielorusso di un MiG-31K, in grado di trasportare missili Kinzhal e di un altro caccia.

I cittadini sono stati invitati a recarsi immediatamente nei rifugi e rimanere al sicuro fino alla conclusione dell’allarme.

Ore 10:04 - Secondo l’Ucraina la Russia sarà pronta a negoziare dopo liberazione Donbass

La presidenza ucraina ritiene che la Russia sarà effettivamente pronta a negoziare la pace e ritirare le sue truppe dal Paese dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk: lo scrive su Twitter il l consigliere del presidente Mykhailo Podolyak.

«Politicamente e psicologicamente, la Russia non è ancora matura per veri negoziati e ritiro delle truppe. Ma accadrà. Subito dopo la liberazione di Donetsk e Lugansk», ha affermato Podolyak, aggiungendo che ora il sostegno alla guerra nella stessa Russia sta «rapidamente cadendo verso il basso». Tutti «dall’oligarca al calzolaio» si stanno formando l’opinione che «è ora di finirla».

Ore 10:20 - I ceceni occupano un villaggio vicino a Melitopol

Unità cecene sono entrate nel villaggio di Plodorodne, vicino alla città sud-orientale di Melitopol (caduta in mani russe a febbraio), dove stanno facendo sventolare le bandiere con l’immagine del loro leader, Ramzan Kadyrov. Lo riferisce Unian.

Secondo i residenti nel villaggio sono arrivati anche molti russi e buriati che occupano le case abbandonate dalla popolazione in fuga. Il sito di notizie ucraino Ria-Melitopol scrive che «ad ogni incrocio di Plodrodnyi è stato allestito un posto di blocco. Nel villaggio si è insediato anche un «osservatore» ceceno di nome Beno, che offre ai cittadini «servizi di protezione».

Ore 11:11 - Decollati due jet da Bielorussia, allarme in tutto il Paese

L’allarme è scattato stamane in tutto il territorio ucraino dopo il decollo di due aerei da guerra dalla Bielorussia. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa ucraina Unian, precisando che la popolazione è stata invitata a recarsi immediatamente nei rifugi e a rimanervi fino a nuove disposizioni. Secondo i media locali, un Mig-31K, in grado di trasportare missili `Dagger´, è decollato da Machulishchi, nel sud-ovest della Bielorussia. Un altro jet da combattimento era decollato da Baranovichi pochi minuti prima.

Ore 11:28 - Il Papa: «Questa Terza guerra mondiale è così crudele»

«Anch’io faccio questa domanda oggi: che cosa ci sta dicendo il Signore davanti a questa terza guerra mondiale? Che cosa ci sta dicendo il Signore? Non fuggire e farsi la domanda: cosa mi dice il Signore e cosa posso fare io di bene?».

Così il Papa a braccio nell’omelia nella messa per la Giornata Mondiale dei Poveri.

«Oggi ognuno di noi deve interrogarsi davanti a tante calamità, davanti a questa terza guerra mondiale così crudele, davanti alla fame di tanti bambini, di tante gente - ha aggiunto -: io posso sprecare, sprecare i soldi, sprecare la mia vita, sprecare il senso della mia vita senza prenderne coraggio e andare avanti?»

Il Papa è poi tornato a parlare della guerra in Ucraina anche più tardi, durante l'Angelus: «Rimaniamo vicini ai nostri fratelli e sorelle della martoriata Ucraina, con la preghiera e la solidarietà concreta. La pace è possibile, non rassegniamoci alla guerra».

Ore 11:43 - Bombardamento russo sulla regione di Nikopol

Pesantemente bombardata dall’esercito russo nel corso della notte la regione orientale ucraina di Nikopol: artiglieria e missili Grad hanno colpito condutture del gas, reti elettriche e decine di condomini, i soccorritori hanno spento due incendi. Lo ha reso noto su Telegram il capo del consiglio regionale di Dnipropetrovsk, Mykola Lukashuk aggiungendo che le truppe di Mosca hanno attaccato anche il villaggio di Marhanetska. Lukashuk ha postato le foto delle distruzioni.

Ore 12:37 - La bandiera russa non sventola più a Melitopol: un segnale?

Questa mattina la bandiera tricolore della Russia è stata tolta dalla piazza principale di Melitopol, città dell'Ucraina sud-orientale caduta nelle mani dell'esercito di Mosca a febbraio.

Secondo la testata locale Ria-Melitopol, la bandiera è scomparsa all'improvviso.

Le autorità di occupazione hanno già riferito che si tratta solo di manutenzione: ma i media ucraini osservano che a Kherson il ritiro dei russi è cominciato proprio con la sparizione della bandiera dall'edificio dell'amministrazione.

Ore 13:04 - La brigata Wagner e il video choc dell'esecuzione di un presunto disertore

La brigata Wagner, gruppo di mercenari russo impegnato nella guerra all'Ucraina, ha pubblicato sui suoi canali social un video raccapricciante dell'esecuzione di un loro stesso miliziano che aveva disertato, fuggendo verso Kiev.

Evgeny Nuzhin — questo il nome del miliziano — era un detenuto che la milizia ha arruolato, insieme a centinaia di altri prigionieri, per rafforzare il contingente in Ucraina. Nuzhin aveva pianificato di fuggire verso Kiev, ma era poi stato catturato dai suoi vecchi compagni, che lo hanno ucciso a colpi di mazza in testa, filmando l'esecuzione.

Il fondatore del Gruppo Yevgeny Prigozhin, molto vicino al presidente russo, ha commentato il video sui social: «Per quanto riguarda colui che è stato ucciso con un martello, questo spettacolo mostra che non ha trovato la felicità in Ucraina, ha incontrato persone scortesi ma giuste. Penso che il titolo di questo video sia "Il cane merita la morte del cane"».

Ore 13:17 - Gli Usa: le implicazioni della ritirata russa da Kherson

La ritirata dell’esercito russo da Kherson «ha anche implicazioni strategiche più ampie, perché essere in grado di spingere i russi dall’altra parte del fiume significa ridurre la minaccia a lungo termine per luoghi come Odessa e la costa del Mar Nero rispetto a prima». Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan parlando con i giornalisti a bordo dell’Air Force One in rotta verso il vertice dell’Asean. «Non è certo il capolinea, ma è un grande momento. Ed è dovuto all’incredibile tenacia e abilità degli ucraini, sostenuti dal supporto incessante degli Stati Uniti e dei nostri alleati». Lo riporta il Guardian pubblicando un tweet dell’ambasciata ucraina negli Usa.

Ore 14:41 - In Georgia 700 mila russi fuggiti alla mobilitazione militare

Circa 700 mila cittadini russi sono partiti per la Georgia dopo che Vladimir Putin ha annunciato una mobilitazione parziale in Russia in seguito al conflitto in Ucraina. Lo ha detto la presidente georgiana Salome Zurabishvili a Radio France. Secondo la leader di Tbilisi «circa 100mila vogliono restare in Georgia e 600 mila potrebbero dirigersi verso altri Paesi». «In generale, i russi venuti in Georgia sono persone che chiaramente non vogliono condividere la guerra di Putin ed esserne coinvolti».

Ore 16:40 - Autorità di Kiev: «Lasciare la città in inverno per blackout»

Le autorità di Kiev hanno raccomandato ai residenti della capitale ucraine di lasciare la città nei mesi invernali per evitare problemi con le interruzioni di energia. Il primo ministro ucraino Denys Shmyhal ha affermato che le autorità potrebbero organizzare l’evacuazione dei residenti di Kiev solo in caso di emergenza e come ultima risorsa, ma nella situazione attuale non è necessario farlo.

Ore 16:46 - Kiev: «In 7 giorni liberati 179 insediamenti sulla riva destra del Dnepr»

Nell’ultima settimana le forze armate di Kiev hanno liberato 179 insediamenti sulla riva destra del Dnepr. Lo riporta Unian citando il portavoce del comando operativo Sud dei militari ucraini. «Stiamo effettuando misure di stabilizzazione, compreso lo sminamento», viene spiegato.

Ore 17:39 - Wsj: «Gli Stati Uniti invitano Zelensky a posizione negoziale realistica»

Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan ha consigliato al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di prendere in considerazione una posizione negoziale «realistica» nella possibilità di avviare colloqui con la Russia, ha riferito il Wall Street Journal, citando fonti diplomatiche vicine al dossier.

Secondo i diplomatici, Sullivan, che ha chiesto anche un approccio più aperto al dialogo con Mosca, ha invitato Zelensky e i suoi funzionari a formulare richieste e priorità realistiche per i colloqui, possibilmente riconsiderando il loro obiettivo dichiarato di ripristinare il controllo sulla Crimea. Le proposte sarebbero state avanzate durante un incontro a Kiev il 4 novembre.

Ore 17:55 - Al fianco delle truppe russe arriva la compagnia militare della Chiesa ortodossa

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) È avvenuto in Siria e ora si ripete in Ucraina: la moltiplicazione di milizie per fiancheggiare l’azione del contingente inviato da Mosca. Il taccuino di oggi parte da un annuncio, vedremo se avrà un seguito concreto.

Ore 18:40 - Le autorità di Kherson: «Evacuate dalle zone liberate»

Il presidente dell’amministrazione regionale di Kherson, Yaroslav Yanushevich, ha invitato i residenti dei territori liberati della regione ad evacuare a causa dell’alto rischio di bombardamenti russi. Lo riporta Ukrainska Pravda. «Nella regione di Kherson, sulla riva destra, rimane un’alta probabilità di bombardamenti nemici», ha scritto Yanushevich su Telegram, aggiungendo che «i vili nemici prima di fuggire hanno causato seri danni alla nostra infrastruttura critica che fornisce elettricità, calore e acqua. Pertanto, vi consigliamo vivamente di evacuare in regioni più sicure».

Ore 19:07 - Esercito Kiev: «La Russia ammassa truppe vicino a Melitopol»

Le forze russe stanno ammassando le loro truppe nell’area di Melitopol della regione di Zaporizhzhia, e le stanno riducendo in una serie di insediamenti sulla riva sinistra del Dnepr nella regione di Kherson. Lo sostiene lo Stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina, citato da Ukrainska Pravda. «C’è un aumento delle truppe di occupazione nella zona di Melitopol della regione di Zaporizhzhia. Fortificazioni vengono costruite attorno al perimetro della città. Ai civili è vietato avvicinarsi all’area dell’aeroporto», ha riferito lo Stato Maggiore. «Negli insediamenti di Kakhovka, Tavriysk e Novaya Kakhovka della regione di Kherson temporaneamente occupata dal nemico, si osserva una diminuzione del numero del personale nemico. Un numero minimo di invasori resta nelle città, le pattuglie si muovono lungo le strade», ha sottolineato.

Ore 21:07 - Zelensky, scoperti 400 crimini di guerra russi a Kherson

«Gli investigatori hanno già documentato più di 400 crimini di guerra russi, sono stati trovati corpi di civili e militari» ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale riferendosi a Kherson. E ha dichiarato che la situazione nella regionè ancora molto pericolosa: «Prima di tutto, le mine. Sfortunatamente, uno dei nostri genieri è morto. Altri 4 sono rimasti feriti mentre sminavano». Il presidente ucraino ha aggiunto che nella regione di Kherson continua la detenzione di soldati e mercenari russi che sono stati abbandonati in questo territorio.

I tre graffiti di Bansky apparsi a Borodyanka in Ucraina. Notizie.it il 12 novembre 2022. Banksy

Banksy è in Ucraina: o almeno, tre graffiti attribuiti all’artista anonimo più famoso del mondo sono apparsi nella località di Borodyanka, nei pressi di Kiev.

Alcune immagini di uno dei graffiti sono state diffuse anche su Instagram sull’account dello stesso Banksy, accompagnati dalla singola farse “Borodyanka, Ucraina”, senza altri dettagli. L’opera mostra una ginnasta in equilibrio su un edifico danneggiato dai bombardamenti; le altre due raffigurano due bambini che giocano con un ostacolo anticarro e un incontro di judo in cui un bambino sconfigge un adulto somigliante al presidente russo Vladimir Putin.

Borodyanka è stata una delle località della zona di Kiev maggiormente colpite durante la prima fase dell’invasione russa: conquistata dalle truppe di Mosca a febbraio, è stata liberata nell’aprile scorso e da allora sono iniziate le operazioni di ricostruzione.

DAGONEWS il 17 novembre 2022.

In Ucraina sono apparse un paio di nuove opere di Banksy, dopo che l'artista britannico ha confermato di essersi recato nel Paese la scorsa settimana, postando sui social le immagini di alcuni nuovi lavori.

Uno dei murales raffigura una donna che indossa una vestaglia ed una maschera antigas e che porta con sé un estintore rosso. Il suo volto è girato verso verso l'alto in direzione delle bruciature che fuoriescono una finestra di un edificio giallo a Hostomel, a nord di Kiev. 

Un secondo graffito mostra un uomo barbuto che si lava la schiena mentre fa il bagno, questa volta nel villaggio di Gorenka. Il personaggio, dipinto su una parete interna di un edificio distrutto, sembra guardare i passanti che si aggiravano lungo una strada adiacente.

Le speculazioni sul fatto che l’artista si trovasse nel Paese devastato dalla guerra sono iniziate la settimana scorsa, dopo la comparsa di una serie di murales nella città di Borodyanka, a circa un'ora di macchina a nord-ovest della capitale, vicino a Hostomel.

L'artista ha confermato i sospetti quando venerdì ha postato un trio di immagini dei murales agli 11,1 milioni di follower che ha su Instagram.

Jacopo Iacoboni per lastampa.it il 13 novembre 2022.

Il video pubblicato su Internet da alcuni canali telegram collegati alla Brigata mercenaria Wagner è oltre lo spaventoso, probabilmente il singolo video più spaventoso tra i tanti usciti durante l’aggressione della Russia in Ucraina.  

Vi si vede quello che ci viene descritto come un soldato della brigata Wagner, che era stato reclutato nelle prigioni, mentre viene ammazzato con un martello gigante che gli spacca la testa. L’uomo, secondo diverse fonti – non solo quelle legate a Wagner - si chiamava Evgeny Nuzhin, e viene accusato in questi canali di essere scappato dal fronte.

La storia è tremenda, ma l'identità dell’uomo è confermata anche in maniera indipendente, e dunque merita di essere raccontata, anche perché racconta il livello di abisso alla quale è arrivato ormai il fronte aggressore russo.  

Secondo Grey Zone, forse il principale strumento di Wagner su Telegram, la vicenda è riassumibile così: «Quest’uomo è fuggito dal fronte e si è arreso volontariamente all'esercito ucraino il 4 settembre 2022. Durante la prigionia ha iniziato immediatamente a rivelare tutti i fatti di cui era a conoscenza, oltre a lanciare accuse che in realtà non esistono, sperando così di ottenere clemenza da parte ucraina. 

E sembravano credergli, così, ad esempio, il 12 ottobre 2022 ha persino rilasciato un'intervista ai loro media, dicendo di voler combattere per l'Ucraina, e a giudicare dai commenti, anche gli spettatori ucraini credevano nella sua sincerità.  

Ma a quanto pare non a Wagner, poiché chiunque sia approssimativamente nel giro sa che la mazza e i traditori sono strettamente connesse, per “l’orchestra” [il nomignolo con cui spesso tra loro si chiamano i membri della brigata Wagner, ndr.].

E così, scomparso improvvisamente secondo un'indagine a Kiev, il traditore ha ricevuto la tradizionale punizione wagneriana». Tuttavia, lo stesso Nuzhin afferma che l'11 novembre, mentre si trovava a Kiev, è stato colpito alla testa, ha perso conoscenza e si è risvegliato in un garage nel quale gli è stato detto che «sarebbe stato processato» (modalità e frasi tipiche del terrorismo). 

 Il canale Telegram del VCK-OGPU ha riportato che Nuzhin era tornato in Russia durante l'ultimo scambio di prigionieri di guerra. E questa storia viene avallata anche da alcune fonti in Ucraina. Lo scambio sarebbe avvenuo esattamente venerdì, l’orribile esecuzione sabato. 

Il video ovviamente non è postabile e non lo posteremo. Fonti ucraine confermano l’identità di questa vittima. Dimko Zhluktenko, il fondatore di Dzyga’s Paw Charity Fund, una charity tecnologica che fornisce attrezzature hi tech all’esercito ucraino, «era un prigioniero di guerra catturato dal battaglione Skala e io ero lì esattamente quando è stato catturato e tenuto come prigioniero di guerra, prima di essere scambiato. Questo ragazzo e altri sono stati scambiati con 23 difensori ucraini venerdì. E il sabato è stato ucciso con un martello gigante». 

«Era stato condannato per omicidio e aveva visto il reclutamento nelle carceri come un'opportunità per scappare dalla prigione all'Ucraina - almeno questo è ciò che mi ha detto», spiega Zhluktenko. Qualcosa che evidentemente Evgheny Prigozhin, il fondatore del Gruppo Wagner, non poteva sopportare. Ma questa volta l’oligarca e i suoi mercenari stanno facendo di più: usano la vicenda a fini di propaganda del terrore: ecco cosa capita a chi tradisce.

Traditore ucciso a martellate. Video choc del gruppo Wagner. "Al cane la morte del cane". Maria Sorbi su Il Giornale il 14 novembre 2022.

Gli fracassano la testa a martellate, fino a spappolargliela. E lo lasciano a terra, esanime. A tanto è arrivata l'atrocità della brigata Wagner, gruppo di mercenari russo impegnato nella guerra all'Ucraina, che ha pubblicato sui suoi canali social un video raccapricciante (stile Isis) dell'esecuzione di un loro stesso miliziano che aveva disertato, cercando di fuggire a Kiev. La guerra è guerra, ma certe follie vanno - se possibile - oltre.

I video sono stati pubblicati su Twitter dal sito indipendente di notizie bielorusso Nexta e in un attimo hanno fatto il giro dei social di tutto il mondo prima di essere, per ovvie ragioni, oscurati.

Evgeny Nuzhin questo il nome del combattente ucciso era un detenuto che la milizia ha arruolato, insieme a centinaia di altri prigionieri, per rafforzare il contingente in Ucraina. Nel video, Nuzhin che dice di avere 55 anni spiega che la sua intenzione era quella di passare «dalla parte dell'Ucraina, per fare qualcosa contro Putin». «Sono andato al fronte per combattere contro i russi. Il 4 settembre ho messo in atto il mio piano. L'11 novembre però, quando mi trovavo in una via di Kiev, qualcuno mi ha picchiato in testa, facendomi perdere i sensi. Mi sono risvegliato in questa cantina, dove mi è stata comunicata la mia condanna a morte». Secondo un'altra versione della vicenda, Nuzhin potrebbe essere tornato in territorio russo nell'ambito di uno scambio di prigionieri, ed essere stato subito identificato e catturato dal gruppo Wagner.

Dopo aver pronunciato queste parole, Nuzhin viene ucciso a colpi di mazza in testa dai suoi ex compagni, che filmano l'esecuzione. Nessuno esita, nessuno dice basta. Eppure sono miliziani che hanno indossato la stessa divisa e condiviso gli stessi addestramenti con la loro vittima.

Così la fazione filonazista più crudele della Russia lancia un avvertimento a tutti quelli che stanno meditando la fuga. Il fondatore del Gruppo Yevgeny Prigozhin, uomo d'affari molto vicino al presidente russo, commenta il video sui social: «Questo spettacolo mostra che colui che è stato ucciso con un martello non ha trovato la felicità in Ucraina, ha incontrato persone scortesi ma giuste. Penso che questo film si possa intitolare: il cane merita la morte del cane».

Ma chi sono i miliziani del gruppo Wagner? Il nome deriva dalla passione del suo leader, Dmitry Valeryevich Utkin, per Richard Wagner e per la sua opera L'anello del Nibelungo, la stessa amata da Adolf Hitler.

Il gruppo di mercenari è diventato noto a livello internazionale durante la guerra del Donbass, dove operò in aiuto delle forze separatiste delle auto-dichiarate repubbliche popolari di Doneck e di Lugansk dal 2014 al 2015. I suoi appartenenti hanno partecipato anche a diversi conflitti, come le guerre civili in Libia e Siria, la seconda guerra civile nella Repubblica Centrafricana e la guerra in Mali, operando a favore di forze allineate o simpatizzanti col governo russo. E sembra siano presenti anche in Kosovo dove la Russia, alleata della Serbia nei Balcani, ha interesse a soffiare sul fuoco delle rinnovate tensioni: in base al lavoro di intelligence della Nato, sembrerebbe che vari membri della formazione siano entrati e usciti illegalmente dal territorio del Kosovo, coinvolti in contrabbando di armi e cibo.

Rapporti dell'Onu accusano il gruppo di aver commesso crimini di guerra nelle aree in cui ha operato. Si tratta di un mini esercito di circa 10mila uomini che si raggruppano sotto l'immagine nera di un teschio che potrebbe avere legami molto stretti con il Ministero della Difesa russo che ne avrebbe curato anche l'addestramento. Nel 2021 l'Unione Europea ha adottato una serie di misure restrittive rivolte sia al gruppo stesso sia a otto persone e tre società a esso collegate.

L'ideologia estremista è più o meno simile a quella, altrettanto atroce, del reggimento Azov, che combatte, inserito nell'esercito ucraino, nel Donbass contro l'invasione russa.

Da repubblica.it il 13 novembre 2022.

Il governo russo ha ordinato il ritiro delle sue truppe da Kherson, cedendo a settimane di pressioni dopo una forte controffensiva di Kiev nella regione che Mosca ha occupato a febbraio all'inizio della sua invasione e poi annesso illegalmente.  

La decisione del Cremlino rappresenta l'ultima grande battuta d'arresto del presidente Putin nella guerra che ha lanciato quasi nove mesi fa. In un video diffuso sui social si può vedere un camion carico di soldati russi lasciare la città quando scoppia una lite a bordo. 

Nel retro due militari, di cui non si conosce il grado, hanno un alterco che termina quasi con il lancio fuori dalla vettura di uno dei due. Non è dato sapere la motivazione dello scontro, ma è noto che da mesi le truppe di Mosca in Ucraina sono particolarmente demotivate, scarsamente addestrate e non per ultimo costrette a combattere dopo la mobilitazione “parziale” lanciata a settembre da Putin.

Colloquio Usa-Russia in Turchia sul nucleare. Zelensky a Kherson: «Pronti per la pace». Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 14 Novembre 2022.

Le notizie di lunedì 14 novembre, in diretta. Giallo su Lavrov: «Portato in ospedale in Indonesia». Mosca smentisce e pubblica il video del ministro degli Esteri russo in pantaloncini

• La guerra in Ucraina è arrivata al 262esimo giorno.

• Lo choc per il ritiro da Kherson: «È la peggiore sconfitta dal crollo dell’Urss».

• Al fianco delle truppe russe la compagnia militare della Chiesa ortodossa.

• Kherson, libera e stremata: «I russi hanno portato via tutto». Qui il reportage. Zelensky in visita alla città liberata: «Siamo pronti per la pace».

• La Georgia annuncia: «Arrivati 700 mila russi in fuga».

Ore 18:40 - Le autorità di Kherson: «Evacuate dalle zone liberate»

Il presidente dell’amministrazione regionale di Kherson, Yaroslav Yanushevich, ha invitato i residenti dei territori liberati della regione ad evacuare a causa dell’alto rischio di bombardamenti russi. Lo riporta Ukrainska Pravda. «Nella regione di Kherson, sulla riva destra, rimane un’alta probabilità di bombardamenti nemici», ha scritto Yanushevich su Telegram, aggiungendo che «i vili nemici prima di fuggire hanno causato seri danni alla nostra infrastruttura critica che fornisce elettricità, calore e acqua. Pertanto, vi consigliamo vivamente di evacuare in regioni più sicure».

Ore 19:07 - Esercito Kiev: «La Russia ammassa truppe vicino a Melitopol»

Le forze russe stanno ammassando le loro truppe nell’area di Melitopol della regione di Zaporizhzhia, e le stanno riducendo in una serie di insediamenti sulla riva sinistra del Dnepr nella regione di Kherson. Lo sostiene lo Stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina, citato da Ukrainska Pravda. «C’è un aumento delle truppe di occupazione nella zona di Melitopol della regione di Zaporizhzhia. Fortificazioni vengono costruite attorno al perimetro della città. Ai civili è vietato avvicinarsi all’area dell’aeroporto», ha riferito lo Stato Maggiore. «Negli insediamenti di Kakhovka, Tavriysk e Novaya Kakhovka della regione di Kherson temporaneamente occupata dal nemico, si osserva una diminuzione del numero del personale nemico. Un numero minimo di invasori resta nelle città, le pattuglie si muovono lungo le strade», ha sottolineato.

Ore 21:07 - Zelensky, scoperti 400 crimini di guerra russi a Kherson

«Gli investigatori hanno già documentato più di 400 crimini di guerra russi, sono stati trovati corpi di civili e militari» ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale riferendosi a Kherson. E ha dichiarato che la situazione nella regionè ancora molto pericolosa: «Prima di tutto, le mine. Sfortunatamente, uno dei nostri genieri è morto. Altri 4 sono rimasti feriti mentre sminavano». Il presidente ucraino ha aggiunto che nella regione di Kherson continua la detenzione di soldati e mercenari russi che sono stati abbandonati in questo territorio.

Ore 01:20 - Allarme aereo in sette regioni dell’Ucraina

Un’allerta aerea è stata dichiarata per questa notte in sette regioni dell’Ucraina. Lo afferma la Tass, citando fonti ufficiali. Secondo la fonte, l’allerta aerea è stata dichiarata nelle regioni ucraine di Dnepropetrovsk, Kirovograd, Nikolaev, Odessa, Poltava, Kharkov e Cherkasy.

Ore 02:50 - Zelensky: «Sentiamo tutti che la vittoria si avvicina»

«Sentiamo tutti che la nostra vittoria si avvicina». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo videomessaggio trasmesso questa sera. «Ci sono sempre persone che combattono e lavorano per la nostra vittoria», ha affermato ringraziando soldati, medici e diplomatici che sono stati in servizio in Ucraina 24 ore su 24 per più di 260 giorni dall’inizio della guerra di aggressione russa.

Ore 08:34 - Borrell: «L’Europa addestra l’esercito ucraino»

Negoziati di pace ora? «L’Ucraina deciderà cosa fare. Nostro dovere è sostenerla». Lo ha dichiarato l’Alto rappresentante della Ue per la politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Affari esteri a Bruxelles. «Oggi daremo il via libera alla missione di addestramento per l’esercito ucraino. Sarà operativa in un paio di settimane. Avverrà in Polonia e vi parteciperanno molti Paesi, coinvolgendo 15 mila soldati ucraini. Le notizie dalla guerra sono buone per gli ucraini — ha continuato Borrell —. Oltre alla riconquista di Kherson, l’esercito russo si sta ritirando. Questo dimostra che la scelta di sostegno militare ucraino era quella giusta. Dobbiamo continuare il nostro sostegno».

Ore 08:43 - Sul campo di battaglia arriva il «generale inverno»

«L’inverno porterà un cambiamento nelle condizioni di conflitto, tra cui meno offensive, linee difensive più statiche e un maggiore rischio di malfunzionamento delle armi. La riduzione delle ore di luce diurna, il cambiamento della temperatura e del tempo presenteranno sfide uniche per i soldati che combattono». Lo afferma l’ultimo rapporto sul conflitto in Ucraina pubblicato su Twitter dell’intelligence britannica. «Con il calo delle temperature, è molto probabile che le forze prive di abbigliamento e alloggio per il clima invernale subiscano danni dovuti al freddo», prosegue il ministero della Difesa britannico. «Un aumento delle precipitazioni, della velocità del vento e delle nevicate fornirà ulteriori sfide al già basso morale delle forze russe».

Ore 08:47 - Kiev revoca i permessi per Cnn e Sky News a Kherson

Le autorità ucraine hanno revocato l’accreditamento di almeno sei giornalisti, tra cui quelli che lavorano per Cnn e Sky News, per aver effettuato servizi da Kherson. Lo ha riportato — a quanto riferisce l’agenzia di stampa russa Ria Novosti — il quotidiano ucraino Detector Media, citando fonti. Il ministero degli Interni ucraino ha dichiarato ieri che a numerosi rappresentanti dei media stranieri sono stati revocati i permessi di lavoro e annullate le tessere stampa per aver coperto la situazione nella città di Kherson malgrado il divieto di attività di informazione nella regione.

Ore 09:27 - Yellen: la fine della guerra è la cosa migliore per aiutare l'economia

Mettere fine alla guerra in Ucraina è il «modo migliore» per riparare e aiutare l'economia mondiale, dice la segretaria al Tesoro americano Janet Yellen. «Mettere fine alla guerra è un imperativo morale e la singola cosa migliore che possiamo fare per l'economia».

Ore 09:40 - Antenne, ponti, acquedotti: Kherson è ferita. Così i russi in fuga hanno fatto terra bruciata

(Andrea Nicastro, inviato ad Arkhangelskoye) C’è un modo di conquistare le città, simile a quello di Gengis Khan, dei Crociati o degli antichi romani. E ce n’è un altro più moderno. Anche questo uccide, ma insomma è diverso. Mariupol è stata demolita a cannonate dai russi sino a che i difensori non si sono arresi. Città e civili obbligati a condividere la sorte dei loro protettori in armi. Un metodo d’assedio arrivato identico dalla notte dei tempi passando per Stalingrado, Dresda e Berlino. Diverso è stato l’assedio che ha permesso all’Ucraina di riconquistare Kherson.

Le immagini che arrivano dalla città mostrano palazzi e strade sostanzialmente intatti. Missili di precisione hanno colpito basi militari, depositi, linee di collegamento, postazioni di artiglieria. Quello di Kiev era un bombardamento mirato contro le truppe russe che occupavano la città, non contro i condomini dei civili. Gran parte del merito va ai missili Himars americani capaci di raggiungere l’obbiettivo con un sistema di guida satellitare che si è dimostrato eccellente. Anche il tipo di esplosione pare adatto a un ambiente urbano. Il missile entra dal tetto ed esplode senza abbattere le pareti dell’edificio. Per chi ha la sfortuna di trovarsi dentro non c’è scampo, ma al di là del muro, un passante o cane randagio si prendono solo un gran spavento. Fondamentale è stata anche l’intelligence: combinazione tra le immagini di droni e le informazioni passate dagli abitanti. Costruita la mappa elettronica delle strutture militari, bastava inserire le coordinate nel missile e distruggere. Così sono stati centrati i gangli vitali dell’armata russa mentre Kherson è rimasta in piedi. I russi hanno dovuto ritirarsi perché rischiavano di non ricevere munizioni, benzina e uomini per rimpiazzare i morti.

Ore 09:58 - Zelensky a Kherson: «Siamo pronti per la pace». E ringrazia la Nato

Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, è a Kherson — liberata dalle forze d’occupazione russe venerdì — per visitare la città. In un discorso indirizzato alle truppe di Kiev presenti sul posto, ha ringraziato gli alleati e la Nato per il loro supporto all’Ucraina, precisando che i lanciarazzi Himars hanno fatto «una grande differenza». Poi ha dichiarato: «Stiamo andando avanti. Siamo pronti per la pace, per tutto il Paese».

Negli ultimi giorni, Kiev ha spiegato che i negoziati potranno iniziare solo una volta che le truppe di Mosca si saranno ritirate dal territorio ucraino. Ma, questa mattina, il vice ministro degli Esteri ed ex ambasciatore russo presso la Nato, Alexander Grushko, ha dichiarato che la Russia considera «inaccettabile» questa richiesta.

Ore 10:20 - Indonesia, giallo su Lavrov «è stato portato in ospedale», ma Mosca smentisce

Il ministro Sergei Lavrov è stato portato in ospedale dopo essere arrivato L’isola indonesiana di Bali per il vertice del G20, l’Associated Press riportato lunedì citando funzionari indonesiani.

Lavrov, che rappresenta il presidente russo Vladimir Putin al vertice, è arrivato a Bali domenica. I funzionari indonesiani non hanno risposto immediatamente alle richieste per commento.

Ore 10:33 - L'arrivo di Zelensky a Kherson

Ore 10:44 - Mosca, «inaccettabile» richiesta Kiev ritiro per negoziati

La Russia considera «inaccettabile» la condizione dell'Ucraina che le truppe di Mosca si ritirino dal Paese per avviare negoziati. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri ed ex ambasciatore russo presso la Nato Alexander Grushko, citato dall'agenzia Interfax.

Ore 10:53 - Russia, portavoce ministero Esteri smentisce ricovero Lavrov a Bali

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha smentito notizie di stampa secondo cui il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov, è stato ricoverato in ospedale dopo il suo arrivo per il vertice del G20 a Bali. "Sergey Viktorovich e io stiamo leggendo notizie in Indonesia e non possiamo credere ai nostri occhi: si scopre che è stato ricoverato in ospedale. Questa, ovviamente, è la top della fake news", ha scritto Zakharova su Telegram.

Ore 11:12 - Incontro tra funzionari russi e statunitensi ad Ankara. Mosca non conferma, né smentisce

Il Cremlino non ha confermato, né smentito la voce secondo cui un funzionario russo e uno statunitense si starebbero incontrando (o si sarebbero incontrati) per dei colloqui nella capitale turca Ankara.

Il quotidiano russo Kommersant ha riferito che le delegazioni dei due paesi si sono incontrati lunedì in turco capitale, citando una fonte. Sergei Naryshkin, capo dell'intelligence estera russa SVR agenzia, secondo quanto riferito faceva parte della delegazione russa.

Ore 11:31 - Le bugie di Putin a Xi

(di Guido Santevecchi) Le bugie di Putin a Xi Gli sviluppi più interessanti e visibili sono quelli sul fronte ucraino. Qualche giorno fa Xi ha detto per la prima volta che «la Cina dice no a ogni minaccia di uso militare dell’arma nucleare in Eurasia». Un rimprovero all’amico Vladimir Putin, che da mesi agita lo spettro delle atomiche tattiche per rovesciare il corso della guerra. Il premier cinese Li Keqiang è stato ancora più duro, dicendo al vertice dei Paesi asiatici che «le minacce nucleari sono irresponsabili».

La Casa Bianca sembra convinta che i cinesi siano imbarazzati e sorpresi dalla condotta russa. Di certo, Pechino non vuole uno scontro nucleare né in Europa né altrove, ma questa è una posizione facile da esprimere. La comunità internazionale si aspetta che Xi prema su Putin per convincerlo a fermare la guerra. I cinesi dicono che serve un negoziato, ma poi non si impegnano come mediatori.

Ora sostengono che Putin non «disse la verità», non informò Xi il 4 febbraio a Pechino dell’imminente attacco del 24 febbraio: «La prova? Noi avevamo 6.000 civili residenti in Ucraina, non avevamo preparato alcun piano di evacuazione e ci siamo trovati in una posizione terribile, qualcuno è morto in quei giorni», ha detto un funzionario cinese al Financial Times. Xi dunque non avrebbe in mano «la leva per far cambiare linea» a Putin, può solo ammonirlo a non giocare la carta nucleare. D’altra parte, se il caos creato dallo zar danneggia sicuramente anche l’economia cinese, aiuta Pechino a distrarre l’attenzione dell’Occidente dalle sue manovre.

Ore 11:33 - I russi: «Zelensky a Kherson? È entrato in territorio russo»

I russi sull'arrivo di Zelensky a Kherson: «Non commentiamo, Si sa che Kherson fa parte del territorio russo».

Ore 12:27 - Zelensky a Kherson, con ritiro russo inizia fine guerra

Il ritiro delle truppe della Russia da Kherson è «l'inizio della fine della guerra. Lo ha dichiarato il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, incontrando alcuni soldati nella città meridionale di Kherson. Il «forte esercito» ucraino sta continuando a riconquistare i territori presi dalla Russia dopo l'invasione, ha detto Zelensky, riconoscendo tuttavia le difficoltà e il pesante tributo umano. La liberazione di Kherson, dopo una dura offensiva che ha costretto i russi a ritirare le proprie forze dalla città, è stato uno dei principali successi dell'Ucraina nei quasi nove mesi di invasione e un duro colpo per il Cremlino. L'esercito ucraino ha recuperato tre aree principali del Paese nelle sue controffensive, cioè l'area a nord di Kiev, la regione nord-orientale di Kharkiv e ora Kherson e molti insediamenti vicini.

Ore 12:44 - Zelensky a Kherson: «Siamo pronti per la pace in Ucraina»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito il ritiro russo da Kherson come «l'inizio della fine della guerra», durante la sua visita nella città liberata dall'occupazione di Mosca. Lo riferisce l'Ap sul proprio sito web. Il capo di Stato ha trascorso trenta minuti in visita nel capoluogo. «Stiamo andando avanti», ha detto Zelensky, citato da Reuters sul suo portale web, rivolgendosi alle truppe davanti all'edificio dell'amministrazione nella piazza principale. «Siamo pronti per la pace, la pace per tutto il nostro Paese».

Ore 12:53 - Kiev: Mosca non è in posizione di dettare termini negoziato

«La Russia non è nella posizione di dettare i suoi termini» per avviare negoziati per la fine della guerra. Lo ha dichiarato su Facebook il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, citato da Ukrinform.

«La formula di pace dell'Ucraina rimane invariata: fine immediata della guerra, ritiro di tutte le truppe russe, ripristino dell'integrità territoriale ucraina, risarcimento dei danni inflitti e garanzie effettive di non ripetizione dell'aggressione. In altre condizioni, il raggiungimento di una pace sostenibile sarà impossibile», ha affermato il portavoce.

Ore 13:22 - Stoltenberg: prossimi mesi difficili per l’Ucraina

«I prossimi mesi saranno difficili» per l’Ucraina. Lo sottolinea il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, parlando all’Aja.

Ore 13:26 - Mosca: conquistato villaggio di Pavlovka nel Donetsk

Le forze russe hanno strappato agli ucraini la località di Pavlovka, nella provincia orientale di Donetsk, secondo quanto affermato dal ministero della Difesa di Mosca citato dalle agenzie russe. Il controllo di questa località, al centro di pesanti combattimenti nelle ultime settimane, è considerato strategico perché da qui gli ucraini potevano tenere sotto il tiro dei loro razzi una ferrovia utilizzata dai russi per rifornire le loro truppe nella regione di Kherson.

Ore 13:34 - Kiev: liberati 12 insediamenti nella regione di Lugansk

Le forze armate ucraine hanno liberato 12 insediamenti nella regione di Lugansk. Lo ha annunciato il capo dell’amministrazione militare regionale, Sergiy Gaidai, sottolineando che nel territorio sono in corso feroci battaglie. «Le forze armate ucraine hanno già liberato 12 insediamenti nella regione di Lugansk dagli occupanti. Biolohorivka è sotto costante bombardamento e attacchi da parte dell’esercito russo», ha detto Gaidai, citato da Ukrinform. Aggiungendo: «I russi stanno aprendo il fuoco pesante sui villaggi liberati di recente, quindi stiamo cercando di evacuare le persone da lì». Insieme ai russi ci sarebbero molti mercenari del Gruppo Wagner.

Ore 14:03 - Eliseo: «Macron chiamerà Putin dopo il G20»

Il presidente francese, Emmanuel Macron, chiamerà il presidente russo Vladimir Putin dopo il G20 di Bali, al quale il leader del Cremlino non parteciperà. Lo riportano i media francesi, citando l’Eliseo.

Ore 14:17 - Bozza risoluzione Aiea: Mosca abbandoni pretese su Zaporizhzhia

Una bozza della terza risoluzione del consiglio dell’Aiea sulla guerra in Ucraina invita nuovamente la Russia a cessare tutte le azioni contro gli impianti nucleari ucraini, incluso Zaporizhzhia. Lo riferisce la Reuters sul proprio sito web, dopo aver preso visione del documento. «(Il consiglio) invita la Federazione Russa ad abbandonare le sue pretese infondate di proprietà della centrale nucleare di Zaporizhzhia, a ritirare immediatamente i suoi militari e altro personale dalla centrale e a cessare tutte le azioni contro e presso la centrale e qualsiasi un altro impianto nucleare in Ucraina», si legge nel testo, circolato alla vigilia della riunione del consiglio in programma mercoledì. La formulazione della bozza di risoluzione è simile a quella delle due precedenti risoluzioni approvate dal consiglio a marzo e settembre, che deploravano le azioni della Russia in Ucraina. Le precedenti risoluzioni sono state approvate a larga maggioranza, con solo Russia e Cina contrarie.

Ore 14:31 - Biden-Xi: «Non si devono usare armi nucleari in Ucraina»

Joe Biden e Xi hanno concordato sul fatto che non si debbano usare le armi nucleari in Ucraina. Lo riferisce la Casa Bianca.

Ore 14:39 - Colloquio a sorpresa Usa-Russia in Turchia

Il direttore della Cia William Burns è ad Ankara, in Turchia, dove sta partecipando a un incontro con il capo dei servizi segreti russo, per discutere sul nucleare e le conseguenze di un attacco con le bombe atomiche. Lo ha annunciato la Casa Bianca, precisando di aver informato Kiev prima dell’incontro. «Siamo stati molto aperti sul fatto che abbiamo canali per comunicare con la Russia sulla gestione del rischio, in particolare il rischio nucleare e i rischi per la stabilità strategica», ha dichiarato alla Cnn un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale.

Ore 15:04 - Ue lancia la missione di addestramento per truppe ucraine

«Il Consiglio Ue ha lanciato la Missione di assistenza militare dell’Ue Eumam per sostenere l’Ucraina nella guerra di aggressione in corso contro la Russia e fornire addestramento a un massimo di 15.000 membri delle forze armate ucraine. La decisione entra in vigore dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale». Lo comunica in un tweet la presidenza ceca mentre è ancora in corso a Bruxelles il Consiglio Affari Esteri.

Ore 15:17 - Xi a Biden: la Cina è estremamente preoccupata sull’Ucraina

La Cina è «estremamente preoccupata per l’attuale situazione in Ucraina». Lo ha detto il presidente Xi Jinping nel summit di Bali con l’omologo Usa Joe Biden. Di fronte «a una crisi globale e composita come quella in Ucraina, è importante riflettere seriamente su quanto segue: primo, conflitti e guerre non producono vincitori; secondo, non c’è soluzione semplice a una questione complessa; e terzo, il confronto tra i principali Paesi deve essere evitato». Per questo, «sosteniamo e attendiamo impazienti la ripresa dei colloqui di pace tra Russia e Ucraina e auspichiamo anche che Usa, Nato e Ue dialoghino con la Russia», ha concluso.

Ore 15:26 - Biden: «Nessun negoziato senza coinvolgere Kiev»

La riconquista di Kherson è «una significativa vittoria» per Kiev, gli Usa «continueranno a fornire agli ucraini le capacità di difendersi e non si impegneranno in negoziati che riguardano l’Ucraina, senza l’Ucraina». Lo ha assicurato il presidente Usa, Joe Biden, parlando in conferenza stampa da Bali, dopo il suo colloquio con l’omologo cinese Xi Jinping.

Ore 15:50 - Mistero Lavrov, Mosca smentisce il ricovero in ospedale a Bali

In mattinata, l'agenzia di stampa Associated Press, citando funzionari indonesiani, ha fatto sapere che il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, 72 anni, è stato ricoverato in ospedale per una questione cardiaca dopo essere arrivato a Bali per il vertice del G20.

«Questa notizia, ovviamente, è il culmine della falsità», ha commentato la portavoce del ministero, Maria Zakharova. Sergei Lavrov ha respinto la notizia e ha «rimproverato» i giornalisti occidentali per ciò che ha definito false notizie. «Questo è un tipo di gioco che non è nuovo in politica», ha detto Lavrov con un sorriso ironico facendo riferimento alle notizie sulle possibili malattie di Vladimir Putin. «I giornalisti occidentali devono essere più sinceri: devono scrivere la verità».

Ore 15:57 - Tajani incontra ministro estone, sostegno a Kiev in ambito Ue e Nato

«A margine del Consiglio Affari esteri ho incontrato il ministro degli Esteri estone Urmas Reinsalu. Forte impegno di Italia ed Estonia a sostegno dell’Ucraina in ambito Ue e Nato e massima fermezza nei confronti della Russia». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Ore 16:03 - Raid russo nella regione di Sumy, almeno tre feriti

Le truppe russe hanno colpito un edificio che ospita un'azienda nella regione di Sumy in Ucraine tre operai sono rimasti feriti. Lo ha annunciato il capo dell'amministrazione militare regionale di Sumy, Dmytro Zhyvytskyi su Telegram, riporta Ukrinform. «Questa mattina un'infrastruttura critica è stata colpita con artiglieria semovente. Diciannove esplosioni si sono verificate all'interno dell'area dell'azienda, dove stavano lavorando degli operai: tre di loro, di cui uno grave, sono attualmente in ospedale con ferite da schegge», ha scritto su Telegram Zhyvytskyi.

Ore 16:32 - Arrestato soldato russo in abiti civili a Kherson

Il servizio di sicurezza ucraino, Sbu, ha annunciato di aver arrestato un soldato russo a Kherson. «L'uomo era travestito da civile e ha cercato di spacciarsi per un "locale"», ha affermato la Sbu in un comunicato. Secondo la stessa fonte, «ha ammesso di essere un soldato professionista» delle forze russe, responsabile della «raccolta di informazioni e dell'esecuzione di operazioni di sabotaggio». In un video che accompagna il comunicato sui social, questo soldato russo, bendato, afferma di essere «nato nel 2002 nella regione di Altai», nella Russia meridionale, e di aver operato per un'unità con sede «a Birobidzhan», nell'estremo oriente russo. Nella città di Kherson, liberata venerdì, sono forti i timori che i soldati di Mosca siano ancora presenti in incognito.

Ore 16:41 - Russia: nell'esercito anche chi ha la doppia cittadinanza

Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto secondo il quale possono essere arruolati nelle forze armate russe anche i cittadini russi che hanno una seconda cittadinanza o un permesso di soggiorno in un altro Paese: lo riporta l'agenzia di stampa statale Tass.

Ore 16:57 - Il Cremlino conferma il colloquio con gli Usa ad Ankara

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato che un colloquio tra una delegazione americana e una russa si è svolto oggi ad Ankara su «iniziativa degli Usa», ma non ha reso noti i contenuti della discussione. Lo riferisce l'agenzia Tass. In precedenza un portavoce della Casa Bianca aveva detto che il capo della Cia William Burns ha incontrato la sua controparte russa nella capitale turca per mettere in guardia Mosca contro l'uso delle armi nucleari in Ucraina.

Ore 17:31 - Canada, 500 milioni di nuovi aiuti a Kiev e sanzioni a 23 russi

Il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato un nuovo pacchetto di 500 milioni di dollari canadesi di aiuti militari all'Ucraina, insieme a nuove sanzioni contro 23 esponenti della giustizia e sicurezza russi. A questo annuncio, il presidente ucraino Zelensky ha risposto ringraziando il Canada «vero alleato» di Kiev. «Siamo arrivati in Indonesia per il vertice G20 e ho iniziato annunciando un nuovo supporto per l'Ucraina. Stiamo fornendo loro 500 milioni di dollari in assistenza militare per assicurarsi che abbiano l'equipaggiamento, il carburante e le forniture mediche di cui hanno bisogno», ha scritto Trudeau su Twitter. «Stiamo anche imponendo ulteriori sanzioni contro 23 membri dei settori della giustizia e della sicurezza russi, che sono stati coinvolti in violazioni dei diritti umani contro i leader dell'opposizione russa. Il Canada ha sanzionato più di 1.400 persone ed entità da febbraio 2022», ha aggiunto il premier canadese sul social.

La risposta di Zelensky via social è stata: «Grazie a Justin Trudeau e al popolo canadese per 500 milioni di dollari canadesi in aiuti alla difesa dell'Ucraina. Questo dimostra ancora una volta che Ucraina e Canada sono veri alleati che condividono valori comuni e hanno gli stessi obiettivi. Ricorderemo sempre l'aiuto fornito dal fraterno Canada nei momenti più difficili. Insieme vinceremo».

Ore 17:41 - Borrell: «Putin vuole condizioni disumane in inverno»

«La Russia di Putin vuole lasciare l'Ucraina al buio e al freddo. I russi stanno distruggendo il sistema di elettricità del Paese. Milioni di ucraini non hanno elettricità e l'obiettivo è lasciarli in condizioni disumane durante l'inverno». Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue alla Politica estera, Josep Borrell, al termine del Consiglio Ue Esteri.

Ore 17:54 - Cnn, residente di Kherson: «Bombardamenti russi oggi in periferia»

Un residente della città di Kherson, nel sud dell'Ucraina, ha riferito alla Cnn che la sua casa è stata danneggiata da diversi proiettili caduti oggi pomeriggio nel suo quartiere. I proiettili sono atterrati in un'area alla periferia nord-orientale della città. L'uomo, che ha chiesto di restare anonimo, ritiene che i bombardamenti provengano dalla sponda orientale del fiume Dnipro, dove le forze russe si sono ricollocate dopo il ritiro dalla città la scorsa settimana.

Ore 18:10 - Onu, primo convoglio umanitario arrivato a Kherson

Il primo convoglio umanitario delle Nazioni Unite è arrivato nella città ucraina di Kherson con rifornimenti per aiutare la popolazione. Lo scrive la Dpa. A bordo dei veicoli ci sono cibo, acqua potabile, prodotti per l'igiene, utensili da cucina, nonché biancheria da letto, coperte calde e lampade solari, secondo l'Ufficio del coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite, precisando che sono state così portate forniture e aiuti a più di 6.000 persone. Un ospedale ha ricevuto medicinali e attrezzature per il trattamento di oltre 1.000 pazienti. Secondo fonti ucraine, circa 80.000 abitanti di questa città che ne contava 280.000 vivono ancora lì. Stando alle Nazioni Unite, acqua ed elettricità sono disponibili in volumi limitati, mentre i mercati mancano di cibo e gli ospedali e gli studi medici sono privi di medicine. Altri convogli sono previsti nei prossimi giorni. In altri villaggi vicini precedentemente liberati, più di 12.000 persone hanno già ricevuto aiuti umanitari nelle ultime settimane.

Ore 18:27 - Abolito in Russia limite età per servizio militare

In Russia è stato abolito il limite d'età per il primo contratto di servizio militare. Lo rende noto Ria Novosti. Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che rimuove il limite a 40 anni di età per chi intende firmare per il primo contratto di servizio nelle forze armate. Anche per i cittadini stranieri che desiderano arruolarsi con l'esercito russo è stato abolito il limite d'età fissato a 30 anni.

Ore 18:32 - La Russia vieta l'ingresso di 100 canadesi: c'è anche Jim Carrey

Il governo russo ha annunciato il divieto di ingresso nel suo territorio a 100 cittadini canadesi, tra cui l'attore Jim Carrey, la scrittrice Margaret Atwood e diversi giornalisti, in risposta alle sanzioni di Ottawa che lo scorso ottobre hanno preso di mira giornalisti e attori russi. Si tratta di una decisione presa in risposta alle «sanzioni attuate dal regime del primo ministro Justin Trudeau contro politici, parlamentari, giornalisti e personalità della cultura» della Russia, ha spiegato il ministero degli Esteri di Mosca in un comunicato. Tra le persone sanzionate c'è il comico Jim Carrey, 60 anni, che Mosca ha accusato di «coinvolgimento diretto nella formazione di una politica antirussa aggressiva».

Ore 18:56 - Kiev: al via le riparazioni sulla linea ferroviaria di Kherson

Il servizio ferroviario statale ucraino, Ukrzaliznytsia, ha iniziato a riparare i binari e le infrastrutture danneggiati sulla linea per Kherson. Lo ha reso noto il ministro delle Infrastrutture, Oleksandr Kubrakov, che prevede di ripristinare i servizi ferroviari per Kherson entro 10 giorni. «Stiamo lanciando un collegamento ferroviario diretto tra Kiev e Mykolaiv. Il primo treno partirà questa sera», ha aggiunto Kubbrakov.

Ore 19:22 - Zelensky a Mykolaiv dopo Kherson, fa il punto sulla ricostruzione

Dopo Kherson, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato anche la città di Mykolaiv dove ha tenuto una riunione sulle misure da prendere nel territorio disoccupato della regione. Lo riferisce il sito web del presidente, scrive l'Ukrainska Pravda, precisando che il capo dell'amministrazione militare regionale di Kherson, Yaroslav Yanushevich, ha informato Zelensky sullo stato delle infrastrutture critiche della città. Secondo il sito di informazione ucraino, nella città vivono tra le 70 e le 80 mila persone e la situazione è difficile con problemi legati all'approvvigionamento elettrico. «Purtroppo gli occupanti, che distruggono tutto sul loro cammino, hanno distrutto l'intera rete di fornitura elettrica. Ma tutto tornerà» a funzionare, ha sottolineato il presidente. A Mykolaiv Zelensky ha visitato il quartier generale umanitario che fornisce assistenza alle persone bisognose sin dai primi giorni dell'aggressione russa su vasta scala.

Ore 19:29 - Colloquio Lollobrigida-Solskyi a tutela export grano

«Oggi, in video collegamento, ho avuto un colloquio con il ministro dell’Agricoltura dell’Ucraina Mykola Solskyi. Un confronto durante il quale è stata ribadita la necessità di cooperare per affrontare le prossime sfide nel delicato contesto geopolitico che stiamo vivendo. Bisogna continuare a garantire le esportazioni di grano ucraino verso il continente africano, con l’obiettivo di mitigare gli effetti del conflitto sulla sicurezza alimentare e contenere le possibili conseguenze sotto il profilo della pressione migratoria verso l’Ue». Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco in una nota. «Occorre sostenere - continua - quei Paesi economicamente più svantaggiati per evitare che la crisi alimentare spinga donne e uomini ad abbandonare le proprie casa e famiglie perché costretti dalla fame, incrementando ancora di più il dato già allarmante di questo fenomeno».

Ore 19:33 - Assemblea Onu approva risoluzione contro Russia

L’Assemblea generale dell’Onu ha approvato con 94 voti a favore, 14 contrari e 73 astenuti una risoluzione in cui si chiede che la Russia sia responsabile per le sue violazioni della legge internazionale in Ucraina. Il testo domanda che i 193 paesi membri delle Nazioni Unite creino «un registro internazionale» per documentare le richieste di danni, perdite o lesioni agli ucraini causati dalla Russia.

Ore 19:50 - Diplomazia parallela: i colloqui segreti ad Ankara fra Burns e Naryshkin

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) La diplomazia parallela, quella che non è obbligata a fare conferenza stampa, marca il sentiero nella crisi ucraina mentre i contendenti preparano la prossima fase. Il direttore della Cia, William Burns, ha incontrato ad Ankara il responsabile del servizio segreto esterno russo, Sergey Naryshkin. Le fonti statunitensi hanno dato la solita spiegazione del contatto diretto: necessario per evitare incidenti e ed allontanare i rischi dell’Apocalisse nucleare. L’alternativa al celebre telefono rosso della Guerra Fredda. Nel corso del meeting è stato poi affrontato il caso della giocatrice di basket Brittney Gringer, condannata per droga (aveva una modesta quantità di hashish), e del connazionale Paul Whelan, arrestato per spionaggio. Due pedine americane in mano alla Russia, possibile oggetto di scambio con il trafficante d’armi Viktor Bout, detenuto negli Usa.

Ore 19:59 - La Cina tra i 14 no alla risoluzione Onu contro la Russia

La Cina ha votato no alla risoluzione dell’Assemblea generale Onu in cui si chiede che la Russia sia responsabile per le sue violazioni della legge internazionale in Ucraina. Tra i 14 contrari ci sono anche Bahamas, Bielorussia, Corea del Nord, Cuba, Centrafrica, Eritrea, Etiopia, Iran, Mali, Nicaragua, Siria e Zimbabwe. L’India è invece tra i 73 astenuti.

Ore 21:14 - Zelensky: «In corso ripristino elettricità a Kherson»

È in corso il ripristino della fornitura di elettricità e delle linee di comunicazione nei territori della regione di Kherson liberati dalle forze armate ucraine. Lo ha annunciato sul suo canale Telegram il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che oggi ha visitato il capoluogo. «La vita normale sta ritornando nei territori liberati della regione di Kherson», ha affermato Zelensky, assicurando che «gradualmente appariranno centri di assistenza per la popolazione». In precedenza la società energetica statale Ukrenergo aveva riferito che la principale centrale elettrica della regione era stata «praticamente distrutta» dai russi in ritirata.

Ore 00:05 - Ucraina, Ue-Usa-Gb chiedono estensione accordo su corridoi per grano

Stati Uniti, Unione europea e Regno Unito hanno chiesto ai Paesi coinvolti di «estendere il termine» e «aumentare le operazioni» dell’accordo che consente l’esportazione di cereali ucraini attraverso il Mar Nero, alla luce della «evidente domanda». È quanto si legge in una dichiarazione congiunta sulla sicurezza alimentare globale e le sanzioni alla Russia dell’alto rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell, del segretario di Stato americano Anthony Blinken e del ministro degli esteri britannico James Cleverly. «Il mondo deve affrontare gravi sfide alimentari e nutrizionali. I conflitti, i cambiamenti climatici e gli impatti duraturi del Covid-19 stanno avendo effetti devastanti sui sistemi alimentari locali e globali e sulle persone che ne fanno affidamento. L’aggressione non provocata della Russia contro l’Ucraina ha notevolmente aggravato queste sfide e vulnerabilità», si legge. «L’Unione Europea, gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito, insieme ad altri membri del G7 e ai nostri partner internazionali, sono in prima linea negli sforzi globali per affrontare l’insicurezza alimentare che colpisce milioni di persone vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, aumentando al contempo la vita costi nei nostri paesi», proseguono i tre diplomatici.

Ore 00:35 - Zelensky, pace si sta avvicinando per tutto il Paese

«Quando c’è una bandiera ucraina, c’è civiltà. C’è libertà. C’è la previdenza sociale. C’è l’infrastruttura. C’è la sicurezza. C’è qualcuno che si prende cura delle persone. Ci sono tutte le cose che scompaiono e che vengono distrutte quando arriva l’occupante», ha detto Zelensky, «questo è ciò che significa la bandiera russa: completa desolazione. Non c’è elettricità, nessuna comunicazione, niente internet, niente televisione. Gli occupanti hanno distrutto tutto da soli, apposta. Questa e’ la loro operazione speciale».«Alla vigilia dell’inverno, gli occupanti russi hanno distrutto assolutamente tutte le infrastrutture critiche per il popolo», ha proseguito il presidente ucraino, «assolutamente tutti gli oggetti importanti della città e della regione vengono sottratti. È felicità per tutti quando la Russia viene espulsa. La felicità che ci sarà in quelle città e comunità che la Russia ha privato della vita normale sia dopo il 24 febbraio che nel 2014. Restituiremo tutto. Torniamo alla vita normale. E sappiamo che la pace per l’Ucraina si sta avvicinando. Per tutto il nostro Paese».

Ore 00:48 - «I russi a Kherson hanno distrutto tutto»

«Oggi ho tenuto diversi incontri, sia nella regione di Kherson che nella regione di Mykolaiv. Faremo di tutto per ripristinare condizioni di vita normali per la nostra gente». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto video serale.

Ore 01:15 - Kiev, blackout in aree occupate di regione Zaporizhzhia

La corrente elettrica è stata interrotta in quasi tutte le aree occupate della regione ucraina di Zaporizhzhia. Lo ha riferito su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol, Ivan Fedorov, citato dall’Ukrainska Pravda. Fedorov ha menzionato blackout nelle citta’ di Energodar, Tokmak, Pology, Bilmak e nei villaggi circostanti, nonché nel distretto di Melitopol, dove sarebbero saltate anche le forniture idriche.

Ore 01:26 - Capo esercito Kiev a Milley: «No a negoziati con Mosca»

Il comandante delle forze ucraine, generale Valery Zaluzhny, ha affermato di avere ribadito al suo omologo statunitense, generale Mark Milley, che «l’obiettivo dell’Ucraina è liberare l’intero territorio ucraino dall’occupazione russa» e che «l’esercito ucraino non accetterà alcun negoziato, accordo o decisione di compromesso». «C’è solo una condizione per i negoziati: la Russia deve lasciare tutti i territori occupati», ha aggiunto, secondo quanto si legge sulla Cnn. Zaluzhny ha spiegato a Milley che la situazione al fronte è stabile e controllata. «Controlliamo da vicino le azioni del nemico al confine con la Repubblica di Bielorussia e costruiamo uno scudo affidabile per proteggere l’Ucraina dal nord», ha sottolineato sul suo canale Telegram.

Ore 02:29 - Kiev a Usa, libereremo tutta l’Ucraina senza compromessi

In una telefonata con il capo di stato maggiore congiunto Usa Mark Milley, il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny ha detto che l’Ucraina libererà tutto il suo territorio senza compromessi. Lo ha reso noto Zaluzhny su Telegram citato da Ukrainska Pravda. «Ho assicurato che combatteremo finché ne avremo la forza. Il nostro obiettivo è liberare l’intera terra ucraina dall’occupazione russa. Non ci fermeremo in nessuna circostanza. L’esercito ucraino non accetterà alcun negoziato, accordo o decisione di compromesso. C’è solo una condizione per i negoziati: la Russia deve lasciare tutti i territori conquistati». Nei giorni scorsi era emerso che il capo di stato maggiore Usa aveva fatto pressioni su Kiev per sedersi al tavolo dei negoziati con Mosca. Milley, secondo quanto rivelato dal New York Times, sarebbe convinto che le forze ucraine abbiano fatto sul terreno il possibile prima dall’inverno e dovrebbero ora cercare di cementare l’avanzata aprendo un dialogo con Vladimir Putin. Altri funzionari dell’amministrazione Biden invece ritengono che né Kiev né Mosca siano pronte a trattare: una pausa nei combattimenti, a loro avviso, consentirebbe solo a Mosca di riorganizzarsi.

Ore 02:38 - Ucraina: Gb, 5 nuove navi da guerra contro minaccia russa

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato la costruzione di cinque nuove fregate da guerra «per far fronte alla crescente minaccia russa», secondo quanto si legge in un comunicato di Downing Street. L’annuncio, subito prima dell’inizio del vertice del G20 a Bali, corrisponde a un contratto da 4,2 miliardi di sterline (4,7 miliardi di euro) al gruppo britannico BAE Systems da parte della Royal Navy

(ANSA il 14 novembre 2022) - La Cina fu colta di sorpresa dall'invasione russa dell'Ucraina, e Vladimir Putin "non disse la verità" a Xi Jinping sull'imminente inizio della guerra. Lo riferisce un alto funzionario cinese al Financial Times. 

"Putin non disse la verità a Xi - spiega la fonte -. Se ce lo avesse detto non ci saremmo trovato in una situazione così difficile. C'erano oltre 6.000 cittadini cinesi in Ucraina ed alcuni di loro morirono durante l'evacuazione, anche se non possiamo dirlo pubblicamente". Lo stesso Putin aveva affermato il mese scorso di non aver detto al "caro amico" Xi dell'imminente attacco.

Ricordo indelebile. Un giorno potrei visitare le città ucraine che non ho mai visto, ma né loro né io saremo come prima. Yaryna Grusha Possamai su L’Inkiesta il 15 Novembre 2022

Non sono mai stata a Kherson, appena liberata, e nemmeno a Kharkiv, a Donets’k, a Lyman, a Lysychans’k. Vorrei andarci, ma so che non somiglieranno ai luoghi che erano prima del 2014 e del 2022

Di Kherson ho solo una foto e neanche mia, quella dei nonni in piedi sul lungomare di Hola prystan’, la Baia nuda, in vacanza, una foto scattata forse in autunno. La nonna aveva scarpe pesanti, un tailleur e i capelli appena fatti scompigliati dal vento. Il nonno era elegante, come sempre, nel suo abito blu.

Non so niente di quella vacanza, per quale motivo ci sono andati né quando. Sono ricordi che non verranno mai più recuperati, vivranno con i loro brandelli ancora nella memoria dei parenti, quelli rimasti. È una foto felice, a colori, di quelle posate davanti ai fotografi che si piazzavano nei pressi di qualche monumento importante delle grandi città.

Scattavano e spedivano la foto a casa per posta. Anche i miei genitori hanno foto di questo tipo da vari posti dell’ex Unione Sovietica. Mi sono sempre chiesta come facevano i fotografi, dopo averle sviluppate, a spedire le foto agli indirizzi giusti, che appunti prendevano nei loro taccuini: i capelli mossi dal vento? Una coppia felice?

Non sono mai stata a Kherson, però sicuramente ci sarò passata con il treno andando e tornando dalla Crimea, dal mare, dal nostro mare, un viaggio che durava un eternità.

Non so perché in testa ho l’immagine del treno che si ferma a Kherson all’alba, rossa e struggente, che accarezza i binari con le sue luci ancora giovani e timide. Ci siamo fermati a Kherson quella volta a luglio del 1999 tornando dalla Crimea, mio padre e io, per il funerale di mio nonno, quello nella foto scattata a Kherson. Quella volta nessuno di noi volevamo arrivare in tempo, né io a 12 anni, né mio padre ai suoi 38. Avevamo paura tutti e due, perché era la prima morte così vicina per entrambi.

Alla fine tutti i treni e tutti gli autobus sono arrivati in tempo, e noi no. Ricordo tutti gli specchi in casa ricoperti dai teli. Gli ucraini credono che un morto non si deve guardare allo specchio per non rispecchiare la morte e non richiamarla in casa. Ricordo che ho pianto e che non avevo paura. Non poteva fare paura una persona che ti voleva bene, anche se non c’era più.

Non sono mai stata a Kherson e non sono stata mai a Kharkiv, a Donets’k, a Lyman, a Lysychans’k. Potrei strapparmi una promessa di andare a visitare tutte quelle città, quando saranno liberate, alcune lo sono già.

Potrei anche farlo, anche perché bisogna trovare appigli nel futuro ai quali aggrapparsi per andare avanti, nonostante la morte sia sempre così vicina. Uno di questi appigli potrebbe essere visitare tutte le città ucraine dove non sono stata. Ma quando ci andrò, non troverò più quelle città così com’erano una volta. Saranno città diverse, ricostruite, nuove, con i lividi sulle facciate e le cicatrici sui fianchi, ma non saranno più le città che erano prima del 2014 e 2022.

Quando torneranno gli sfollati? In quanti torneranno? Quante fosse comuni verranno ancora trovate? Quanti abitanti locali mancheranno all’appello della liberazione? La natura quando rimarginerà le ferite delle terre solcate dai carri armati, dei campi bruciati, dei crateri creati dai missili?

Ci saranno nuovi monumenti ai caduti della guerra russo-ucraina, davanti ai quali i fotografi non si piazzeranno con le macchine analogiche e non servirà sviluppare le foto. Però i ricordi non saranno più a brandelli, perché viviamo in un’epoca digitale.

Ne usciremo tutti segnati, marcati, invecchiati, addolorati, ma liberi come lo è oggi Kherson e la sua alba, rossa e struggente.

In questo mondo di Lavrov. Massimo Gramellini su Il Corriere della Sera il 14 novembre 2022.

Per smentire le voci di un suo ricovero in ospedale, il ministro Lavrov ha postato un video in cui sembra più che altro smentire di essere russo, dato che è vestito come un turista californiano. Apple Watch al polso, telefono di ultima generazione sul tavolino e maglietta con griffe del pittore Basquiat ordinabile su Amazon e decisamente più economica del piumino di marca italiana sfoggiato in pubblico da Putin agli inizi della guerra. Sarebbe questo il modello alternativo, vagheggiato da coloro che odiano quello occidentale a trazione anglosassone? Gli stessi vestiti, vale a dire gli stessi valori, però a esclusivo appannaggio della classe dirigente, che a parole condanna il nostro stile di vita da debosciati, ma nei fatti si affanna a imitarlo persino nei gadget e nelle t-shirt. Non so se rallegrarmene, dal momento che quello stile di vita iper-materialista non piace troppo nemmeno a me. O se invece affliggermi per la truffa morale perpetrata ai danni dei ragazzi russi, mandati a morire in nome di un’idea alternativa di mondo che i vari Lavrov sono poi i primi a rinnegare. Loro non intendono abbattere il sistema occidentale, ma diventarne i principali beneficiari. E a farne le spese, al solito, sono i poveri cristi rintronati dalle fandonie del potere, a cui fingono di credere anche certi utili idioti di casa nostra, che straparlano di mondo complesso e multipolare non perché vogliano cambiare il mondo, ma perché vorrebbero cambiare padrone.

ANTI FAKENEWS. Il presunto ricovero del ministro degli Esteri russo Lavrov sulla stampa occidentale. Enrica Perucchietti su L'Indipendente il 15 novembre 2022.

«Io e Serghei [Lavrov], qui in Indonesia, abbiamo letto la notizia e non potevamo credere ai nostri occhi: è saltato fuori che è stato ricoverato in ospedale. Ovviamente è il massimo della falsità». Così Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo, ha smentito sul suo canale Telegram il giallo sul presunto ricovero di Lavrov in ospedale a Bali, dove era arrivato per partecipare al vertice del G20. 

La notizia, che aveva fatto immediatamente il giro del mondo, era stata battuta dall’Ap, Associated Press, citando le autorità indonesiane. Secondo l’agenzia di stampa, il ministro avrebbe accusato problemi cardiaci. Quattro funzionari governativi e medici indonesiani avevano precedentemente dichiarato all’Associated Press che Lavrov era stato curato presso l’ospedale della capitale provinciale, Denpasar.

Zakharova ha postato sul suo canale Telegram, a corredo della smentita della notizia, un video in cui il ministro russo, sulla terrazza della sua stanza a Bali, in maglietta e bermuda, ha attaccato i media occidentali, invitandoli a essere “più corretti”. Lavrov ha inflitto una stoccata agli organi di stampa mainstream, ricordando come «Anche del nostro presidente si dice da dieci anni che è malato». Dal cancro al narcisismo, dal long Covid al delirio di onnipotenza, dal Parkinson alla pazzia, i media da anni speculano sulle condizioni di salute del presidente russo Vladimir Putin, attribuendogli innumerevoli patologie.

Una volta arrivata la smentita di Lavrov, i media hanno tentato di deviare l’attenzione del pubblico dall’ennesima fake news all’ultimo modello di iPhone e dell’orologio in dotazione del ministro, accusandolo di ipocrisia: “IPhone, Apple Watch e t-shirt di Basquiat: Lavrov odia l’Occidente, ma non il suo stile di vita”, titola per esempio HuffPost. Di rimando è arrivata la risposta sarcastica di Zakharova che dopo aver specificato che l’orologio al polso di Lavrov «NON è un Apple Watch» come invece sostenuto da molti, ha risposto a un utente: «Il fatto che l’iPhone in Cina venga assemblato da un miliardo di cinesi ti preoccupa meno dei servizi segreti americani».

Archiviate le voci del malore, Lavrov ha rispettato la fitta agenda di incontri tra ieri: il ministro degli Esteri russo ha presenziato alla sessione plenaria del G20, rimanendo anche al momento del videomessaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky; ha poi tenuto un discorso, ribadendo la tesi per cui Mosca in Ucraina sta combattendo i neonazisti. Durante il suo incontro faccia a faccia con il presidente cinese, ha dichiarato di salutare con favore la rielezione di Xi Jinping a leader del Partito comunista cinese. Infine, nella giornata odierna, ha avuto un colloquio con il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres a margine del vertice del G20 a Bali. [a cura di Enrica Perucchietti]

Ucraina Russia, le notizie di martedì 15 novembre. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 15 Novembre 2022.

Le notizie di martedì 15 novembre, in diretta. Due missili sono caduti nel villaggio polacco di Przewodów, a 12 chilometri dal confine con l’Ucraina. La Difesa di Mosca: «Una provocazione deliberata»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 263esimo giorno.

• Il Canada annuncia 500 milioni di nuovi aiuti a Kiev e sanzioni a 23 russi.

• Xi a Biden: «La Cina è estremamente preoccupata sull’Ucraina». Il presidente Usa: «Evitiamo una nuova guerra fredda»

• Colloquio a sorpresa Usa-Russia in Turchia sul nucleare.

• Zelensky a Kherson, città dove è arrivato il primo convoglio umanitario dell’Onu: «Con il ritiro russo inizia la fine della guerra».

Ore 00:05 - Ue-Usa-Gb chiedono estensione accordo su corridoi per grano

Stati Uniti, Unione europea e Regno Unito hanno chiesto ai Paesi coinvolti di «estendere il termine» e «aumentare le operazioni» dell’accordo che consente l’esportazione di cereali ucraini attraverso il Mar Nero, alla luce della «evidente domanda». È quanto si legge in una dichiarazione congiunta sulla sicurezza alimentare globale e le sanzioni alla Russia dell’alto rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell, del segretario di Stato americano Anthony Blinken e del ministro degli esteri britannico James Cleverly. «Il mondo deve affrontare gravi sfide alimentari e nutrizionali. I conflitti, i cambiamenti climatici e gli impatti duraturi del Covid-19 stanno avendo effetti devastanti sui sistemi alimentari locali e globali e sulle persone che ne fanno affidamento. L’aggressione non provocata della Russia contro l’Ucraina ha notevolmente aggravato queste sfide e vulnerabilità», si legge. «L’Unione Europea, gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito, insieme ad altri membri del G7 e ai nostri partner internazionali, sono in prima linea negli sforzi globali per affrontare l’insicurezza alimentare che colpisce milioni di persone vulnerabili nei paesi in via di sviluppo, aumentando al contempo la vita costi nei nostri paesi», proseguono i tre diplomatici.

Ore 00:35 - Zelensky: «La pace si sta avvicinando per tutto il Paese»

«Quando c’è una bandiera ucraina, c’è civiltà. C’è libertà. C’è la previdenza sociale. C’è l’infrastruttura. C’è la sicurezza. C’è qualcuno che si prende cura delle persone. Ci sono tutte le cose che scompaiono e che vengono distrutte quando arriva l’occupante», ha detto Zelensky, «questo è ciò che significa la bandiera russa: completa desolazione. Non c’è elettricità, nessuna comunicazione, niente internet, niente televisione. Gli occupanti hanno distrutto tutto da soli, apposta. Questa è la loro operazione speciale». «Alla vigilia dell’inverno, gli occupanti russi hanno distrutto assolutamente tutte le infrastrutture critiche per il popolo», ha proseguito il presidente ucraino, «assolutamente tutti gli oggetti importanti della città e della regione vengono sottratti. È felicità per tutti quando la Russia viene espulsa. La felicità che ci sarà in quelle città e comunità che la Russia ha privato della vita normale sia dopo il 24 febbraio che nel 2014. Restituiremo tutto. Torniamo alla vita normale. E sappiamo che la pace per l’Ucraina si sta avvicinando. Per tutto il nostro Paese».

Ore 00:45 - «I russi a Kherson hanno distrutto tutto»

«Oggi ho tenuto diversi incontri, sia nella regione di Kherson che nella regione di Mykolaiv. Faremo di tutto per ripristinare condizioni di vita normali per la nostra gente». Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo consueto video serale.

Ore 01:19 - Kiev, blackout in aree occupate di regione Zaporizhzhia

La corrente elettrica è stata interrotta in quasi tutte le aree occupate della regione ucraina di Zaporizhzhia. Lo ha riferito su Telegram il sindaco in esilio di Melitopol, Ivan Fedorov, citato dall’Ukrainska Pravda. Fedorov ha menzionato blackout nelle citta’ di Energodar, Tokmak, Pology, Bilmak e nei villaggi circostanti, nonché nel distretto di Melitopol, dove sarebbero saltate anche le forniture idriche.

Ore 01:28 - Capo esercito Kiev a Milley: «No a negoziati con Mosca»

Il comandante delle forze ucraine, generale Valery Zaluzhny, ha affermato di avere ribadito al suo omologo statunitense, generale Mark Milley, che «l’obiettivo dell’Ucraina è liberare l’intero territorio ucraino dall’occupazione russa» e che «l’esercito ucraino non accetterà alcun negoziato, accordo o decisione di compromesso». «C’è solo una condizione per i negoziati: la Russia deve lasciare tutti i territori occupati», ha aggiunto, secondo quanto si legge sulla Cnn. Zaluzhny ha spiegato a Milley che la situazione al fronte è stabile e controllata. «Controlliamo da vicino le azioni del nemico al confine con la Repubblica di Bielorussia e costruiamo uno scudo affidabile per proteggere l’Ucraina dal nord», ha sottolineato sul suo canale Telegram.

Ore 01:52 - Michel, G20 faccia pressioni su Mosca, rispetti carta Onu

«Il G20 va usato per spingere tutte le parti al tavolo a mettere pressioni sulla Russia, l’inviolabilità delle frontiere deve essere condivisa da tutti, la carta dell’Onu va rispettata da tutti”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel a Bali in apertura del G20.

Ore 02:03 - Usa, maggior parte G20 condanna guerra Russia in Ucraina

La dichiarazione finale del G20 dimostrerà che «la maggior parte» dei suoi membri condanna fermamente la guerra della Russia contro l’Ucraina. Lo riferiscono fonti della Casa Bianca a Bali. Emergerà, hanno detto fonti dell’amministrazione Biden ai giornalisti inviati in Indonesia, che la maggior parte dei membri del G20 considera «la guerra della Russia in Ucraina come la fonte principale di immense sofferenze economiche e umanitarie nel mondo».

Ore 02:28 - Kiev a Usa, libereremo tutta l’Ucraina senza compromessi

In una telefonata con il capo di stato maggiore congiunto Usa Mark Milley, il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny ha detto che l’Ucraina libererà tutto il suo territorio senza compromessi. Lo ha reso noto Zaluzhny su Telegram citato da Ukrainska Pravda. «Ho assicurato che combatteremo finché ne avremo la forza. Il nostro obiettivo è liberare l’intera terra ucraina dall’occupazione russa. Non ci fermeremo in nessuna circostanza. L’esercito ucraino non accetterà alcun negoziato, accordo o decisione di compromesso. C’è solo una condizione per i negoziati: la Russia deve lasciare tutti i territori conquistati». Nei giorni scorsi era emerso che il capo di stato maggiore Usa aveva fatto pressioni su Kiev per sedersi al tavolo dei negoziati con Mosca. Milley, secondo quanto rivelato dal New York Times, sarebbe convinto che le forze ucraine abbiano fatto sul terreno il possibile prima dall’inverno e dovrebbero ora cercare di cementare l’avanzata aprendo un dialogo con Vladimir Putin. Altri funzionari dell’amministrazione Biden invece ritengono che né Kiev né Mosca siano pronte a trattare: una pausa nei combattimenti, a loro avviso, consentirebbe solo a Mosca di riorganizzarsi.

Ore 02:48 - Regno Unito, 5 nuove navi da guerra contro minaccia russa

Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato la costruzione di cinque nuove fregate da guerra «per far fronte alla crescente minaccia russa», secondo quanto si legge in un comunicato di Downing Street. L’annuncio, subito prima dell’inizio del vertice del G20 a Bali, corrisponde a un contratto da 4,2 miliardi di sterline (4,7 miliardi di euro) al gruppo britannico BAE Systems da parte della Royal Navy

Ore 02:29 - Tennis, star russa Rublev: la pace è ciò di cui abbiamo bisogno

La stella del tennis russo, Andrey Rublev, si è pronunciata contro l’invasione dell’Ucraina da parte del suo paese dopo la sua vittoria contro il connazionale Daniil Medvedev alle finali ATP di Torino, in Italia. Rublev, che occupa il settimo posto della classifica Atp, dopo la partita, ha firmato l’obiettivo della fotocamera con le parole: «Peace Peace Peace. All We Need» (Pace pace pace è tutto quello di cui abbiamo bisogno). Nella sua intervista dopo la partita, Rublev ha detto che il gesto non era premeditato. «Penso che sia importante, specialmente nel nostro tempo, come ho detto molte volte, avere la pace. Abbiamo internet. Abbiamo vita facile. Possiamo volare, viaggiare, fare sport, prenderci cura della famiglia. Nessuno vuole soffrire o lottare. Non penso che ne abbiamo bisogno. Molti Paesi stanno soffrendo, e basta», ha commentato.

Ore 02:41 - G20: intervento russo è un’aggressione, adesso si ritiri dall’Ucraina

Secondo quanto hanno riferito fonti informate sull’andamento delle discussioni sul comunicato finale del G20, la dichiarazione su cui è stato trovato l’accordo riconosce la posizione dell’Onu espressa lo scorso ottobre, nella quale viene indicato l’intervento russo come «aggressione» e si chiede alla Russia «il ritiro completo e incondizionato» delle truppe di occupazione. Nel testo sarebbe comunque sottolineato che su questo esistono «posizioni nazionali». Nella dichiarazione, che secondo le stesse fonti non dovrebbe subire cambiamenti significativi, viene utilizzato il termine «guerra».

Ore 03:28 - Lavrov è arrivato al G20 con il ministro delle Finanze

Il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, che rappresenta la Russia in assenza del presidente Vladimir Putin, e’ arrivato nell’hotel di Bali in cui si svolge il vertice G20 assieme al ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov. Lo riferisce l’agenzia russa Ria Novosti.

Ore 03:34 - G20: avanti con l’accordo del grano Ucraina

«Accogliamo con favore i due accordi di Istanbul, siglati da Turchia e Nazioni Unite, per allentare la tensione e prevenire l’insicurezza alimentare globale e la fame nei Paesi in via di sviluppo: sottolineiamo l’importanza della loro piena, tempestiva e continua attuazione da parte di tutte le parti interessate, così come gli appelli del Segretario Generale delle Nazioni Unite a continuare questi sforzi delle Parti». Lo si legge nella bozza delle conclusioni del G20, vista dall’ANSA.

Ore 03:48 - G20, presidente Michel: «Bene le pressioni sulla Russia»

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha invitato a Bali «tutte le parti a rafforzare la pressione sulla Russia». In una conferenza stampa prima dell’inizio del vertice G20, il leader comunitario ha detto che la bozza di dichiarazione congiunta su cui c’è un primo accordo della maggioranza dei Paesi partecipanti «va nella giusta direzione» della condanna dell’invasione russa dell’Ucraina. «Il fatto che abbiamo raggiunto un accordo a livello di delegazioni è già un grande risultato», ha dichiarato Michel. Il vertice è «uno dei più difficili di sempre» a causa delle divisioni all’interno del gruppo dei 20.

Ore 04:20 - Xi a Macron: «Ci sono le condizioni per fermare la guerra»

La posizione della Cina sulla crisi ucraina «è chiara e coerente» ed è basata su «un cessate il fuoco, la fine della guerra e i colloqui di pace». è quanto ha detto il presidente Xi Jinping nel bilaterale avuto questa mattina con l’omologo francese Emmanuel Macron, a margine del G20 di Bali, in Indonesia. «La comunità internazionale dovrebbe creare le condizioni per questo e la Cina continuerà a svolgere un ruolo costruttivo a modo suo», ha aggiunto Xi nel resoconto dei media statali di Pechino.

Ore 04:26 - Zelensky a G20, serve tetto a prezzi idrocarburi di Mosca

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto ai leader del G20 - che lui chiama G19 - di imporre un tetto ai prezzi degli idrocarburi esportati dalla Russia in risposta alla campagna di terrore scatenata contro le strutture energetiche ucraine, così da limitare la capacità di esportazione di Kiev. Lo riporta una fonte informata sentita dall’Ansa. «Se la Russia sta cercando di privare l’Ucraina, l’Europa e tutti i consumatori di energia nel mondo della prevedibilità e della stabilità dei prezzi, la risposta dovrebbe essere una limitazione forzata dei prezzi di esportazione per la Russia», avrebbe detto Zelensky.

Ore 05:17 - Zelensky propone a Mosca «lo scambio di tutti i prigionieri»

Lo scambio di tutti i prigionieri di guerra ucraini contro tutti i russi: lo ha proposto, nel suo intervento in video al G20, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 05:18 - Zelensky al G20: «Nessuna scusa per ricatto nucleare»

In un intervento video da Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato davanti ai leader del G20 riuniti a Bali «le minacce folli di ricorso all’arma nucleare» da parte della Russia, sottolineando che «non ci può essere nessuna scusa per il ricatto nucleare”. Nel discorso, la cui traduzione in inglese è trapelata e diffusa da AFP, si rivolge ai leader del G19, con un’ostentata esclusione della Russia, rappresentata a Bali dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov.

Ore 05:52 - Zelensky parla, Lavrov resta in sala ad ascoltare

Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov - a quanto si apprende - è rimasto nella stanza del summit mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlava ai leader. Allo stesso modo, quando è stato il turno di Lavrov tutti gli altri capi di Stato e di governo sono rimasti nella sala.

Ore 06:32 - Zelensky al G20 lancia 10 proposte per la pace Ucraina

«C’è una formula ucraina per la pace. Pace per l’Ucraina, l’Europa e il mondo. E c’è una serie di soluzioni che possono essere implementate per garantirla davvero. Dopo aver partecipato al vertice del G20, ho presentato proposte per tali soluzioni, specifiche ed oneste. L’Ucraina offre ai principali stati del mondo di essere co-creatori di pace insieme a noi». Così il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un post su Telegram dopo essere intervenuto in videocollegamento al vertice del G20 in corso a Bali. Nel messaggio, Zelensky elenca 10 “proposte” dell’Ucraina: «1. sicurezza dalle radiazioni e dal nucleare; 2. sicurezza alimentare; 3. sicurezza energetica; 4. rilascio di tutti i prigionieri e deportati; 5. attuazione della Carta delle Nazioni Unite e ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dell’ordine mondiale; 6. ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità; 7. ritorno della giustizia; 8. contrasto all’ecocidio. 9. prevenire l’escalation; 10. fissare la fine della guerra».

Ore 08:35 - Nuovi attacchi vicino a Zaporizhzhia

L’Armata di Mosca continua a bombardare pesantemente Nikopol. città sul fiume Dnipro sulla sponda opposta della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Questa notte sono almeno 60 i missili caduti sul centro abitato, come ha confermato su Telegram il governatore della regione Valentyn Reznichenko. Non ci sarebbero vittime, ma le linee elettriche e i condotti di gas sono stati danneggiati.

Ore 10:13 - Kiev: la linea del fronte si sta avvicinando alla città di Lugansk

Sul territorio della regione di Lugansk sono in corso pesanti combattimenti ma le truppe ucraine si stanno gradualmente avvicinando alle principali città della regione, in particolare a Rubizhne e Kremennaya. Lo afferma il capo dell’amministrazione militare regionale di Lugansk Sergei Gaidai su Telegram, ripreso da Ukrainska Pravda. «La linea del fronte si sta gradualmente spostando verso le nostre principali città». Gaidai ha aggiunto che le forze armate ucraine non possono avanzare molto rapidamente nella regione di Lugansk, perché lì il nemico è riuscito a prepararsi meglio. «I russi hanno costruito strutture difensive e sono riusciti a raccogliere riserve».

Ore 10:18 - Borrell: valutare fondi restanti del Peace Facility

«Valuteremo il quadro dello European Peace Facility, i fondi che stiamo usando per sostenere l’Ucraina. Siamo già arrivati a mobilitare 3,1 miliardi di euro da questo fondo», cifra che va ad aggiungersi agli aiuti erogati dagli Stati membri su base bilaterale. Lo ha detto il rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, a margine del Consiglio Difesa. Il capo della diplomazia europea ha spiegato che nella riunione verranno valutate «le prospettive finanziarie per il resto del fondo». Aggiungendo: «Chiedo agli Stati membri come questi i fondi restanti possano essere meglio utilizzati».

Ore 10:41 - Banca centrale russa: le sanzioni puntavano al nostro collasso

Attraverso le sanzioni i Paesi occidentali hanno cercato di «provocare un collasso incontrollato del nostro sistema finanziario», ma «abbiamo creato coerentemente un sistema più resistente agli shock in generale e questo ha aiutato». Lo ha detto la governatrice della Banca centrale russa Elvira Nabiullina parlando alla Duma, la camera bassa del Parlamento. Lo riporta l'agenzia Tass.

Ore 10:54 - Lavrov al G20: il mondo sa che gli Usa hanno provocato la guerra

«Nonostante le dichiarazioni degli Stati Uniti al G20, altri Paesi rimangono convinti che il conflitto in Ucraina sia stato provocato da Washington». Lo ha denunciato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in conferenza stampa da Bali, dove guida la delegazione di Mosca al summit G20. Lo riporta Ria Novosti.

Ore 10:58 - Lavrov: le proposte di pace di Zelensky «non realistiche»

Le proposte presentate dal presidente Volodymyr Zelensky al vertice del G20 per la pace in Ucraina sono «non realistiche e non adeguate». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov intervenendo al G20. Aggiungendo che l'intervento di Zelensky al G20 mostra che il presidente ucraino «non ascolta alcun consiglio degli occidentali sui negoziati». La Russia vuole vedere «fatti concreti, e non parole» sull'influenza esercitata dall'Occidente su Zelensky perché accetti di negoziare.

Ore 11:07 - Lavrov: «L'Occidente cerca di imporre condanna Russia al G20»

I Paesi occidentali hanno «cercato in ogni modo di politicizzare» la dichiarazione finale del vertice del G20, cercando di imporre un linguaggio che «implicherebbe la condanna delle azioni della Russia da parte di tutto il G20, compresi noi». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov citato dalla Tass.

Ore 11:09 - Onu: torture su prigionieri di guerra russi e ucraini

Numerosi prigionieri di guerra in mano ai russi o agli ucraini subiscono torture, maltrattamenti e umiliazioni. Lo ha affermato oggi l'Onu a Ginevra. Sia l'Ucraina che la Federazione Russa sono parti della Terza Convenzione di Ginevra che stabilisce i requisiti relativi al trattamento dei prigionieri di guerra. ha detto alla stampa Matilda Bogner, capo della Missione Onu di monitoraggio dei diritti umani, ricordando l'obbligo fondamentale di uno Stato di trattare sempre con umanità tutti i prigionieri di guerra.

Ore 11:26 - Peskov: l'operazione continua perché Kiev rifiuta i negoziati

La Russia continua a perseguire i suoi obiettivi nell'operazione militare in Ucraina perché Kiev «rifiuta i negoziati». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass.

Ore 11:35 - Podolyak: la Russia non può continuare a esistere in questa forma

«Non c'è bisogno di avere paura della verità. La Russia non può continuare a esistere nella sua forma attuale e nelle élite dominanti. La Russia deve perdere, essere punita per aver trascurato il diritto internazionale e subire una trasformazione politica. Prima lo capiranno tutti, meno vittime ci saranno». Lo ha affermato su Twitter, il consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak.

Ore 12:24 - Putin: alcuni cercano di riscrivere la storia e indebolire la Russia

«I tentativi di alcuni Paesi di riscrivere la storia del mondo diventano aggressivi e mirano a indebolire la Russia». Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin.

Ore 12:49 - Sunak: guerra barbara, la Russia deve ritirarsi

Il premier britannico Rishi Sunak ha esortato la Russia a «ritirarsi dall'Ucraina» e ha condannato la sua guerra «barbara». Come riporta la Bbc, Sunak ha parlato durante un incontro al vertice del G20 a Bali. Sunak ha ribadito che il Regno Unito «sosterrà l'Ucraina per tutto il tempo necessario». Il premier britannico ha anche criticato Putin per non essersi presentato al vertice in Indonesia. «Forse, se lo avesse fatto, avremmo potuto provare a sistemare le cose», ha aggiunto Sunak.

Ore 12:57 - Meloni vede Biden, focus su Ucraina e rapporti con Cina

Nel colloquio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente Usa Joe Biden al G20, al centro dell'attenzione c'è stato tra l'altro, secondo quanto riferisce Palazzo Chigi in una nota, il continuo sostegno all'Ucraina, la stabilità nel Mediterraneo e nell'Indo-pacifico e i rapporti con la Cina.

Ore 12:59 - Kiev: «Noi trasciniamo guerra? È Mosca che ha invaso»

È la Russia che è responsabile della guerra in Ucraina, non l'Ucraina che è responsabile di «trascinare il conflitto». È la risposta del consigliere presidenziale ucraino, Mikhailo Podolyak, su Twitter alle dichiarazioni pronunciate al G20 dal ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. «Ricordiamo al signor Lavrov: è la Federazione Russa quella che ha invaso. La Federazione Russa bombarda le nostre città. La Federazione Russa commette genocidio distruggendo l'infrastruttura energetica. Ma "l'Ucraina sta trascinando il conflitto?"», ha scritto Podolyak sul social «la guerra continua ancora solo per la manipolazione pubblica di Lavrov e la sua mancanza di volontà di smettere di uccidere».

Ore 13:04 - Kiev: truppe russe in ritirata sulla riva sinistra del Dnipro

Le truppe russe si sono ritirate di circa 15-20 km dalle linee attrezzate sulla riva sinistra del fiume Dnipro, a Kherson, e vanno verso l'entroterra per proteggersi dai bombardamenti delle forze armate ucraine. Lo annuncia Natalya Gumenyuk, capo del Centro stampa di coordinamento congiunto delle forze di difesa del sud dell'Ucraina, come riporta Ukrainska Pravda.

Ore 13:48 - Mosca: ci siamo ritirati da Novaya Kakhova nel Kherson

I russi dell'amministrazione di Novaya Kakhovka hanno lasciato la città a causa dei bombardamenti delle forze ucraine, trasferendosi in aree più sicure della regione: lo ha dichiarato il servizio stampa dell'amministrazione, citato da Tass. «Novaya Kakhovka è stata sottoposta al fuoco diretto dell'artiglieria e dei mortai ucraini di grosso calibro. Il fuoco indiscriminato proveniente dalla sponda occidentale del Dnipro ha reso la vita della città insicura» afferma il servizio stampa.

Ore 14:19 - Cnn, Mosca ha rinviato ritiro Kherson per non favorire Biden a voto midterm

I russi avrebbero aspettato il voto di midterm prima di annunciare il ritiro da Kherson, per evitare di avvantaggiare elettoralmente il presidente americano Joe Biden. Lo scrive la Cnn, citando indicazioni raccolte dall'intelligence americana. Una fonte ben informata, ha riferito che le elezioni di midterm erano considerate dagli alti funzionari russi come uno dei fattori per decidere quando annunciare il ritiro. Aspettare le elezioni americane è sempre stata «una condizione prevista» per il ritiro dalla città ucraina, aggiunge un'altra fonte. Secondo l'intelligence americana, si tratta di un altro segnale dell'interesse di Mosca a condizionare la politica americana, anche se probabilmente la Russia ha esagerato l'impatto che la liberazione di Kherson poteva avere sul voto negli Stati Uniti. Lo stesso Biden sembra aver alluso a questa valutazione dei russi. «Trovo interessante che abbiano aspettato fino a dopo le elezioni per fare questo ragionamento, che da tempo sapevamo avrebbero fatto», ha detto in conferenza stampa mercoledì scorso, quando i russi annunciarono il ritiro all'indomani del voto di midterm.

Ore 14:36 - Allarme aereo a Kiev, due edifici colpiti

Le sirene suonano a Kiev: nuovi missili russi sono stati lanciati in direzione della capitale. Kiev è di nuovo sotto attacco. Il sindaco Vitali Klitschko ha comunicato che i razzi hanno colpito due edifici residenziali. «I due edifici residenziali colpiti sono nel distretto di Pechersk. I sistemi di difesa aerea hanno abbattuto diversi missili sopra Kiev. Medici e soccorritori sono sul posto. Maggiori dettagli più tardi», ha comunicato Klitschko su Telegram.

Ore 14:47 - Sirene antiaeree in tutta l'Ucraina

Le sirene antiaeree suonano in tutte le regioni dell'Ucraina in applicazione della difesa aerea.

Ore 15:02 - Kiev: i missili russi risposta al discorso di Zelensky al G20

Gli attacchi missilistici in corso da parte della Russia sul territorio dell'Ucraina sono una «reazione al discorso del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in occasione del vertice del G20 a Bali. Lo ha scritto su Twitter il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak. «La Russia risponde al potente discorso del presidente Volodymyr Zelensky al G20 con un nuovo attacco missilistico. Qualcuno pensa seriamente che il Cremlino voglia veramente la pace? Il Cremlino vuole obbedienza. Ma alla fine, i terroristi perdono sempre», ha scritto Yermak, con riferimento alle '10 proposte per la pace' di cui ha parlato Zelensky al G20.

Ore 15:12 - Kiev: attacchi russi nelle regioni di Chernihiv e Mykolaiv

Attacchi missilistici russo ci sono stati, oltre che a Kiev, anche nelle regioni di Chernihiv e di Mykolaiv. Lo riferiscono le autorità ucraine come riporta Unian. «L'attacco missilistico è in corso. Rimani nei rifugi o in un luogo sicuro», ha annunciato Vyacheslav Chaus, capo dell'oblast di Chernihiv mentre il responsabile di Mykolayiv Vitaly Kim ha annunciato una ondata di attacchi missilistici russi nella regione.

Ore 15:19 - Sindaco di Leopoli: esplosioni in città

Sono in corso attacchi russi anche su Leopoli. Lo ha riferito su Telegram il sindaco, Andriy Sadovyi, chiedendo alla popolazione di mettersi al riparo nei rifugi.

Ore 15:21 - Lavrov ha lasciato Bali

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha lasciato Bali per fare ritorno a Mosca, dopo aver partecipato al G20. Il summit si chiude domani.

Ore 15:31 - Raid russi anche su Kharkiv

Anche la città di Kharkiv, dopo Kiev, Leopoli e le altre città, è presa di mira dai missili russi, lanciati nel pomeriggio. Le autorità invitano la popolazione a rimanere nei rifugi. La metropolitana è stata fermata.

Ore 15:51 - Interruzioni di corrente in diverse regioni

Diverse regioni dell'Ucraina hanno subito interruzioni alle reti elettriche dopo i nuovi raid russi. A Leopoli sono state colpite «infrastrutture energetiche critiche» a Lviv, con interruzione dell'elettricità e del segnale per la telefonia mobile, ha reso noto su Telegram il governatore Maksym Kozytskyi. Di danni alle «infrastrutture critiche» ha parlato anche il sindaco di Kharkiv Ihor Terekhov. «Al momento non ci sono informazioni sulle vittime. A causa dei danni alla struttura, ci sono problemi con l'alimentazione elettrica. Interrotto il trasporto elettrico a terra e fermata la metropolitana».

Ore 16:10 - Kuleba: «I missili russi ci uccidono, ecco i "colloqui di pace"»

«I missili russi stanno uccidendo persone e distruggendo le infrastrutture in tutta l'Ucraina in questo momento. Questo è ciò che la Russia ha da dire sulla questione dei colloqui di pace. Smettetela di proporre all'Ucraina di accettare gli ultimatum russi! Questo terrore può essere fermato solo con la forza delle nostre armi e dei nostri principi». Lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.

Ore 16:16 - Almeno un morto a Kiev per i missili sulla capitale

C'è almeno un morto a Kiev dopo che i russi hanno lanciato 4 missili, di cui 2 andati a segno, su edifici residenziali nel centro della città. Lo afferma il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko su Telegram, come riporta Ukrainska Pravda.

Ore 16:25 - Borrell: ripreso il 50% dei territori occupati dai russi

«I ministri della Difesa» durante il Consiglio di oggi «hanno avuto un aggiornamento della situazione militare sul terreno, fornita dal nostro staff militare. Ed è positivo sapere che gli ucraini hanno già ripreso il 50% dei territori occupati dopo la fine di febbraio. Dopo l'inizio della guerra la Russia ha occupato parte del territorio ucraino e gli ucraini hanno recuperato il 50% di questi territori». Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Difesa dell'Ue.

Ore 16:34 - «La Russia ha lanciato 100 missili nella sola giornata di oggi»

«La Russia ha lanciato oggi circa 100 missili su tutto il territorio ucraino», ha detto Yurii Ignat, rappresentante delle forze aeree dell'esercito ucraino per i media, come riporta il consigliere del ministero dell'Interno ucraino Anton Gerashchenko su Twitter. Aggiungendo: «È uno degli attacchi più massicci dall'inizio dell'invasione su vasta scala».

Ore 16:54 - G20: Cina con Russia, contraria a usare parola «guerra»

La Cina si è unita alla Russia nell'opporsi all'uso della parola «guerra» per descrivere l'invasione dell'Ucraina nel comunicato congiunto del G20. Lo riporta il Washington Post citando alcune fonti, secondo le quali il comunicato finale dovrebbe includere la parola «guerra» mettendo comunque in evidenza i punti di vista diversi di alcuni Paesi sul conflitto e il suo impatto globale.

Ore 17:13 - Usa: ferma condanna a attacchi russi contro civili ucraini

«Gli Stati Uniti condannano fermamente gli ultimi attacchi missilistici della Russia contro l'Ucraina, che sembra abbiano colpito edifici residenziali a Kiev e altri siti in tutto il Paese». Lo scrive in una nota il consigliere la Sicurezza Usa, Jake Sullivan sottolineando che mentre «i leader si incontrano al G20 la Russia continua a a minacciare vite e distruggere infrastrutture critiche per l'Ucraina». «Resteremo a fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario», ribadisce Sullivan.

Ore 17:26 - Blackout in Moldavia dopo il bombardamento russo in Ucraina

Ore 17:27 - Zelensky: «Possibili nuovi attacchi, ma sopravviveremo»

« So che gli attacchi missilistici hanno fatto saltare l'energia in diversi luoghi. Stiamo lavorando, ripristineremo tutto, sopravviveremo a tutto». È il messaggio che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha mandato alla popolazione dopo il massiccio attacco missilistico da parte della Russia su gran parte del territorio ucraino, come riportano i media ucraini. Zelensky ha avvertito della possibilità di nuovi attacchi, invitando la popolazione a prendere riparo. Secondo il presidente ucraino sono stati oltre 80 i missili lanciati da Mosca, che hanno danneggiato molte infrastrutture e creato interruzioni dell'elettricità in molte città. «Sappiamo cosa vuole il nemico, ma non lo otterrà», ha detto ancora Zelensky.

Ore 17:38 - Mosca: 2 civili uccisi da bombe russe su regione Belgorod

Due civili sono rimasti uccisi e tre feriti in un bombardamento ucraino sulla città russa di Shebekino, nella regione di Belgorod, secondo quanto reso noto dal governatore. Lo riferisce l'agenzia Ria Novosti. La regione di Belgorod è stata ripetutamente bombardata dall’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina, nel febbraio scorso. La città di Shebekino, che si trova a soli quattro chilometri dal confine ucraino, ha subito un precedente bombardamento il 22 ottobre, con un bilancio di 12 feriti.

Ore 18:06 - Interruzioni a rete elettrica anche in Moldavia

Anche in Moldavia si registrano interruzioni alla rete elettrica in seguito ai raid russi. L’operatore nazionale Moldelectrica ha reso noto che la fornitura di elettricità dalla Romania è stata interrotta intorno alle 16.40. Il vice primo ministro Andriy Spinu ha poi spiegato «dopo il bombardamento russo del sistema energetico ucraino, nelle ultime ore una delle linee di trasmissione dell’energia elettrica, che garantisce il trasporto di elettricità per il nostro Paese, è stata interrotta in modalità automatica. Ciò ha portato a massicce interruzioni di corrente in tutto il paese».

Ore 18:29 - Borrell: «Garantire sostenibilità finanziaria a Eu Peace Facility»

«Fin dall’inizio dell’invasione» russa dell’Ucraina, l’Ue ha stanziato «3,1 miliardi di euro» nell’ambito dello European Peace Facility. Questi fondi costituiscono «solo una parte degli aiuti provenienti dalle strutture finanziarie dell’Ue» a cui vanno aggiunti «gli importi messi a disposizione dagli Stati Ue» su base bilaterale, per «un totale di 8 miliardi euro». L’obiettivo ora è «garantire la sostenibilità di questo strumento dal punto di vista finanziario» perché «la guerra andrà avanti e ci sono tanti altri scenari in cui dobbiamo intervenire a sostegno dei nostri partner». Lo ha detto il rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, in conferenza stampa al termine del Consiglio Difesa. «Gli Stati membri sono consapevoli dell’urgenza: questo strumento deve poter fornire un’efficienza e una flessibilità importanti in tempi di crisi», ha spiegato Borrell, che ha auspicato l’adozione «entro la fine dell’anno di misure tese a garantire la sostenibilità finanziaria di questi sforzi utilizzando lo strumento di pace europeo».

Ore 18:33 - Netblocks: «Grave interruzione di internet dopo raid russi»

L’Ucraina sta attualmente vivendo «una grave interruzione di Internet» con la «connettività nazionale al 67%». Lo afferma su Twitter l’organizzazione di monitoraggio internet Netblocks. La maggior parte delle regioni del Paese è stata colpita da un’interruzione di corrente a causa degli intensi attacchi missilistici russi contro infrastrutture critiche, ha precisato il gruppo.

Ore 18:42 - Cina: «Mosca responsabile nell'escludere nucleare in Ucraina»

La Russia ha ribadito «la sua posizione secondo cui una guerra nucleare non può essere combattuta: questo è un atteggiamento razionale e responsabile». Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, incontrando oggi a Bali la controparte russa Serghei Lavrov, ha detto che Pechino ha apprezzato, sulla crisi ucraina, di vedere Mosca rilasciare «un segnale di dialogo accettando di riprendere l'attuazione dell'accordo sul trasporto di grano del mar Nero». Wang, si legge in una nota notturna del suo ministero, ha assicurato che la Cina «manterrà una posizione obiettiva ed equa e un ruolo costruttivo nella promozione della pace e del dialogo».

Ore 18:46 - Svezia, caccia alle spie: incriminati due fratelli di origine iraniana

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Una lunga caccia per incriminare due fratelli svedesi accusati di essere spie di Mosca. Un caso che avviene in una fase in cui le intelligence sono protagoniste del dialogo tra le superpotenze. Al punto che l’esperto Rob Lee del King’s College di Londra suggerisce che in campo russo il ruolo del capo del servizio esterno, Sergei Naryshkin, sia superiore a quello del ministro Sergey Lavrov perché ha l’imprimatur di Putin.

Ore 18:48 - Mosca: «2 morti e 3 feriti in regione russa al confine»

Missili ucraini sulla regione russa di Belgorod, al confine, hanno ucciso due persone. Lo ha riferito il governatore Vyacheslav Gladkov, precisando che nel bombardamento della città di Shebekino ci sono stati anche tre feriti.

Ore 18:55 - Kiev: 7 milioni di case al buio dopo bombardamenti russi

Sette milioni di case sono rimaste senza elettricità in Ucraina dopo gli ultimi attacchi missilistici russi. Lo ha riferito la presidenza ucraina.

Ore 19:02 - Media, difesa ucraina abbatte 8 droni russi e un razzo a Odessa

Il capo dell'amministrazione militare regionale di Odessa, Maksym Marchenko ha reso noto che le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto otto droni kamikaze e un razzo russi. Lo riporta il Guardian.

Ore 19:03 - Medvedev: «Pronti a confisca beni investitori esteri in Russia»

«Se, sulla base della risoluzione Onu, verranno adottate misure nazionali per il furto di beni russi, non avremo scelta: sarà necessario ritirare irrevocabilmente il denaro e la proprietà degli investitori privati di tali Paesi, sebbene non siano responsabili delle sciocchezze dei loro governi». Lo scrive, su Telegram, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, sottolineando che tra «prestiti esteri, fondi congelati in conti e altri oggetti di valore nel nostro Paese, per una felice coincidenza, ci sono più di 300 miliardi di dollari». Già ieri Medvedev aveva reagito, sempre su Telegram, alla risoluzione approvata dall'Onu che chiede che la Russia sia ritenuta responsabile per le sue azioni in Ucraina e paghi risarcimenti per i danni causati nell'invasione del Paese. «Gli Usa dovrebbero risarcire i danni a Vietnam, Iraq e Jugoslavia», aveva scritto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo.

Ore 19:10 - Kiev, abbattuti 73 degli oltre 90 missili russi e 10 droni Iran

«Le forze di difesa aerea ucraine hanno abbattuto 73 degli oltre 90 missili da crociera del nemico, oltre a 10 droni iraniani, durante un massiccio attacco della Russia». Lo riporta il comando dell'aeronautica ucraina citato da Unian, precisando che gli invasori hanno «colpito l'Ucraina con missili da crociera aerei e marittimi». «In totale, sono stati lanciati più di 90 missili: circa 70 missili da crociera dal nord del Mar Caspio e dalla regione di Volgodonsk (regione di Rostov), ;;oltre a circa 20 altri missili basati sul Mar Nero e 10 droni kamikaze», si legge nella nota. I militari sottolineano che il nemico continua a usare armi ad alta precisione contro le infrastrutture critiche dell'Ucraina. Anche edifici residenziali e appartamenti sono stati danneggiati a seguito degli attacchi missilistici.

Ore 19:16 - Blinken: «Zelensky pronto per diplomazia, Mosca lancia missili»

«Zelensky ha dimostrato ancora una volta la sua leadership oggi chiarendo che è pronto per la diplomazia verso una fine giusta della guerra iniziata dalla Russia. La risposta della Russia è stata un'altra ondata di missili. Questi attacchi non spezzeranno la volontà dell'Ucraina: staremo con l'Ucraina per tutto il tempo necessario». Lo ha ribadito in un tweet il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, alla luce dell'ondata di missili caduti su Kiev e altre zone del Paese.

Ore 19:34 - Gb, missili russi su Ucraina mostrano solo debolezza di Putin

Gli ultimi attacchi missilistici della Russia contro l'Ucraina «mostrano solo la debolezza di Putin». Lo ha affermato su Twitter il ministro degli Esteri britannico, James Cleverly, che ha condannato il prendere di mira «in modo spietato» le città ucraine. E ha aggiunto, sempre riferendosi al leader del Cremlino: «Putin sta perdendo sul campo di battaglia e, come abbiamo visto oggi al G20, anche dal punto di vista diplomatico».

Ore 19:52 - Missili russi in Polonia: due vittime

Durante l'attacco missilistico lanciato oggi dalla Russia contro l'Ucraina, due missili avrebbero raggiunto la Polonia, colpendo la località di Przewodów, vicino il confine con l'Ucraina. Lo riporta il sito di Radio Zet che cita fonti non ufficiali che parlano di due persone rimaste uccise dai missili che avrebbero colpito un deposito di cereali.

È la prima volta che missili russi cadono su territorio Nato. Bild cita l'articolo 5 dell'Alleanza, che prevede l'obbligo di soccorso per gli alleati, ma se questo sarà attivato da Varsavia - precisa il giornale - è questione ancora aperta. La Nato ha più volte ripetuto di non voler partecipare con proprie truppe alla guerra in Ucraina.

Ore 20:17 - Convocato a Varsavia il comitato di sicurezza nazionale

In seguito alla notizia dei due missili caduti sul villaggio di Przewodow, in Polonia, Piotr Muller, portavoce del Governo polacco, ha annunciato via Twitter che il primo ministro Mateusz Morawiecki «ha convocato d’urgenza il Comitato del Consiglio dei Ministri per la Sicurezza Nazionale e la Difesa».

Ore 20:23 - La Lettonia condanna i missili russi in territorio Nato

«Le mie condoglianze ai nostri fratelli d’armi polacchi. Il regime criminale russo ha lanciato missili che hanno colpito non solo i civili ucraini, ma sono anche caduti sul territorio della Nato in Polonia. La Lettonia sostiene pienamente gli amici polacchi e condanna questo crimine». Lo scrive su Twitter il ministro della Difesa lettone Artis Pabriks.

Ore 20:24 - Pentagono, Usa difenderanno ogni centimetro della Nato

«Il nostro impegno verso l’articolo 5 della Nato è chiarissimo: difenderemo ogni centimetro di territorio della Nato». Lo ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder a proposito della notizia di missili russi caduti in Polonia

Ore 20:29 - I vigili del fuoco polacchi confermano 2 morti a Przewodow

I vigili del fuoco del villaggio polacco di Przewodow, nel comune di Dohobyczow, 10 km dal confine con l’Ucraina, hanno confermato che due persone sono morte a seguito di due esplosioni che hanno colpito un sito dove si essiccano i cereali. Lo scrive il giornale locale Kurier Lubelski. Testimoni citati dal giornale dicono di aver udito due esplosioni. I vigili stanno «cercando di stabilire con esattezza le cause e le circostanze dell’incidente», ha detto un loro portavoce. L’intera zona è stata isolata.

Ore 20:32 - L’Ucraina sospende il trasferimento greggio russo per blackout

La mancanza di energia elettrica ha costretto l’Ucraina a sospendere il trasferimento di petrolio russo attraverso il suo territorio verso l’Europa. Kiev ha comunicato all’operatore russo Transneft di essere stata costretta a sospendere il pompaggio del greggio attraverso l’oleodotto Druzhba in direzione dell’Ungheria, ha detto all’agenzia Tass un portavoce della stessa Transneft. Nonostante il conflitto, petrolio e gas russi continuano ad essere esportati in Europa attraverso l’Ucraina, che per questo viene pagata da Mosca per i diritti di transito.

Ore 20:39 - I missili caduti in Polonia

Due missili sono caduti oggi in Polonia, colpendo la località di Przewodów, vicino al confine con l’Ucraina, uccidendo due persone. Secondo fonti polacche e statunitensi, i missili sarebbero russi: se questo venisse confermato, sarebbe la prima volta che missili russi cadono su territorio Nato. Il Pentagono ha detto di essere «al corrente delle notizie di stampa sulla caduta di missili russi in Polonia. Al momento non abbiamo altre informazioni che possano confermarle. Stiamo indagando».

Ore 20:44 - Polonia, riunione d'emergenza del governo alle 21

La riunione del Comitato di sicurezza polacco con il presidente Andrzej Duda e il premier Mateusz Morawiecki è in corso. Alle 21 è stata convocata anche una riunione urgente dell'esecutivo di Varsavia. Lo riferiscono i media polacchi dopo che due missili russi sono caduti sul territorio della Polonia al confine con l'Ucraina uccidendo due persone.

Ore 20:55 - Pentagono: «In contatto con la Polonia per avere informazioni su missili»

«Siamo in contatto con la Polonia e con altri alleati e partner per capire quali sono le informazioni a loro disposizione». Lo ha detto il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, a proposito della notizia della caduta di missili russi in territorio polacco.

Ore 20:57 - Media Polonia, forse i resti di un missile russo abbattuto

«Le mie fonti nei servizi affermano che ciò che ha colpito Przewowo sono molto probabilmente i resti di un missile abbattuto dalle forze armate ucraine». Lo scrive su Twitter Mariusz Gierszewski di Radio Zet, l'emittente che per prima ha dato la notizia dei missili caduti in territorio polacco.

Ore 21:01 - Articolo 5 del trattato Nato: ecco che cosa prevede

La Polonia, che secondo le prime notizie sarebbe stata raggiunta da due missili russi con due vittime, potrebbe invocare l’articolo 5 del trattato della Nato, che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva. Che cosa prevede quella norma? «Le Parti — recita il testo dell’articolo 5 — convengono che un attacco armato contro uno o più di loro in Europa o Nord America sarà considerato un attacco contro tutti loro».

Ore 21:04 - Zelensky, raid russi schiaffo in faccia al G20

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che i raid russi di oggi sull'Ucraina sono «uno schiaffo in faccia» al G20.

Ore 21:08 - Biden chiede al Congresso 37,7 miliardi per l'Ucraina

Joe Biden chiede al Congresso 37,7 miliardi di dollari di nuovi fondi per l'Ucraina e 9 miliardi per il Covid. Lo riportano i media americani.

Ore 21:10 - Difesa Mosca: «Missili su Polonia? Una provocazione deliberata»

«Le dichiarazioni dei media e dei funzionari polacchi sulla caduta di missili "russi" nell'area di Prezewoduv sono una deliberata provocazione». È questo il commento del ministero della Difesa russo, secondo quanto riporta la Tass. L'agenzia russa Interfax riferisce che ha quindi smentito che i missili caduti sulla Polonia fossero russi, sottolineando che non sono stati compiuti attacchi con armi di Mosca contro obiettivi vicino al confine ucraino-polacco.

Ore 21:15 - Casa Bianca: «Determinare quello che è successo in Polonia per passi appropriati»

«Abbiamo visto le notizie che arrivano dalla Polonia e stiamo lavorando con il governo polacco per raccogliere altre informazioni, non possiamo confermare al momento le notizie né nessun dettaglio». E' quanto scrive su Twitter la portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, Adrienne Watson, che poi aggiunge: «noi determineremo quello che è successo e quali saranno i passi appropriati da prendere».

Ore 21:21 - Usa: «Non stiamo cercando escalation situazione»

Gli Usa non stanno «cercando escalation né provocazioni»: così il vice portavoce del dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel, interpellato dai giornalisti alla luce delle dichiarazioni russe secondo le quali i missili caduti in Polonia sono una provocazione. Sono «incredibilmente preoccupanti» le notizie sui missili russi che avrebbero colpito il territorio della Polonia, dove ci sono state due vittime. È la posizione, riferisce l'agenzia di stampa Reuters, del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Il portavoce del Dipartimento di Stato di Washington, Vedant Patel, ha spiegato ai giornalisti che gli Stati Uniti stanno lavorando per comprendere maggiori dettagli sull'esplosione e determinare le misure appropriate da prendere. Patel ha aggiunto che gli Stati Uniti stanno discutendo con il governo polacco e altri partner sulle indiscrezioni che si susseguono.

Ore 21:23 - Zelensky: «Attacco territorio Nato escalation significativa»

L'attacco al territorio della Nato è «un'escalation molto significativa» ed «è necessario agire». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, riporta Nexta. «Il terrore non si limita ai nostri confini nazionali. Missili russi hanno colpito la Polonia... lanciare missili al territorio Nato, questo è un attacco missilistico russo alla sicurezza collettiva. È un'escalation molto significativa. Dobbiamo agire», ha affermato il presidente ucraino, in video diffuso sui social.

Ore 21:31 - Nato: «Esaminiamo i report sui missili caduti in Polonia»

La Nato ha reso noto che sta «esaminando» i rapporti sui missili che oggi hanno colpito la Polonia.

Ore 21:35 - Crosetto in contatto con Stato Maggiore Difesa e ministri Nato

In merito ai recenti ulteriori sviluppi della crisi Ucraina il Ministro della Difesa Guido Crosetto, appena rientrato da Bruxelles, è in costante contatto con il Capo di Stato Maggiore della Difesa, la sala Operativa del Comando di Vertice Interforze (Covi) e con i ministri omologhi dei principali Paesi Alleati della Nato.

Ore 21:41 - Podolyak: «Missili su Polonia non è incidente»

I missili caduti in Polonia, vicino al confine ucraino, non sono «un incidente, ma un `ciao´ deliberatamente pianificato dalla Russia, mascherato da `errore´. Ciò accade quando il male rimane impunito e i politici si impegnano nella `pacificazione´ dell'aggressore». Lo ha affermato il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, ribadendo che «il regime terrorista russo deve essere fermato».

Ore 21:48 - Michel: «Scioccato da notizia missili Polonia»

«La notizia di un missile o di altra munizione che ha ucciso delle persone in territorio polacco mi ha sconvolto. Le mie condoglianze alle famiglie. Siamo al fianco della Polonia. Sono in contatto con le autorità polacche, i membri del Consiglio europeo e altri alleati». Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.

Ore 21:56 - Domani riunione ambasciatori Nato, atteso report Polonia

È prevista una riunione domani mattina a Bruxelles del Consiglio Atlantico della Nato, a livello di ambasciatori dei Paesi alleati. In questa sede si farà il punto della situazione. Saranno esaminati i report sull'accaduto e la Polonia mostrerà i dati in suo possesso e renderà note eventuali sue richieste.

Ore 22:00 - Berlino: «Monitoriamo attentamente la situazione»

«I miei pensieri vanno alla Polonia, nostro stretto alleato e vicino. Stiamo monitorando attentamente la situazione e siamo in contatto con i nostri amici polacchi e alleati della Nato»: Lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, alla luce della notizia non confermata di missili russi caduti sulla Polonia.

Ore 22:04 - Kiev chiede vertice Nato immediato dopo missili in Polonia

L'Ucraina chiede un vertice Nato "immediato" dopo le notizie sui presunti missili russi in Polonia.

Ore 22:18 - Zelensky: «Raid hanno fatto spegnere 2 centrali nucleari»

Gli attacchi russi hanno fatto scattare lo spegnimento automatico di due impianti nucleari. Lo ha reso noto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 22:21 - Tajani, seguiamo con attenzione, vicini al popolo polacco

«La Farnesina segue, con la massima attenzione, in costante contatto con la Difesa, con i Paesi europei e con gli alleati della NATO gli sviluppi della situazione in Polonia. Le mie condoglianze alle famiglie delle vittime. Sono vicino al popolo polacco». Lo scrive il ministro degli Esteri Antonio Tajani su Twitter.

Ore 22:21 - Macron, domani al G20 discussione sui missili in Polonia

Il presidente francese Emmanuel Macron «ha preso contatto» con la Polonia, dopo la notizia dei missili caduti sul suo territorio, e prevede che sul tema ci sarà «una discussione» domani al G20. Lo fa sapere l'Eliseo.

Ore 22:28 - Stoltenberg: «Parlato con Duda, Nato monitora situazione»

«Ho parlato con il presidente polacco Andrzej Duda in merito al'esplosione in Polonia. Ho offerto le mie condoglianze per le morti. La Nato sta monitorando la situazione e gli alleati si stanno consultando da vicino. È importante che tutti i fatti siano accertati». Lo ha scritto su Twitter il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Ore 22:35 - La Polonia mette l'esercito in stato d'allerta

L'esercito polacco è stato posto in stato di allerta: lo ha riferito Piotr Muller, il portavoce del governo, dopo la riunione del Comitato per la sicurezza riunitosi stasera a Varsavia. Muller conferma che da parte dell'esecutivo di Varsavia viene valutata la possibilità di attivare l'articolo 4 del Patto Atlantico, che prevede la possibilità di consultazioni fra gli Stati membri.

Ore 22:39 - Telefonata urgente tra il presidente polacco Duda e Biden

Telefonata "urgente" in corso tra il presidente polacco Andrzej Duda e il presidente Usa Joe Biden: lo fa sapere la presidenza polacca su Twitter. La Casa Bianca ha confermato che Joe Biden è stato informato degli sviluppi in Polonia ed è in contatto con il presidente polacco Andrzej Duda.

Ore 22:45 - La Polonia aggiorna il Consiglio di sicurezza a domani

Il presidente polacco Duda ha convocato un altro Consiglio di sicurezza nazionale domani alle 12. Lo fa sapere la presidenza polacca su Twitter.

Ore 23:05 - Esperti Gb: «Sembrano resti S-300, in uso a Mosca e Kiev»

Le immagini del cratere dell'esplosione verificatasi oggi in territorio polacco sembra mostrare detriti compatibili con i resti di proiettili sparati con il sistema missilistico S-300: in uso da parte della Russia, ma anche delle forze ucraina come arma di difesa anti-aerea. Lo sostiene Mark Cancian, analista militare del think tank britannico, intervistato stasera dalla Bbc. «Chi abbia sparato il missile resta non chiaro al momento», gli ha fatto eco dagli schermi della stessa emittente J Andre's Gannon, esperto di questioni militari presso lo Us Council on Foreign Relations, dicendosi a sua volta convinto che si tratti di frammenti di un ordigno sparato da una batteria di S-300 al pari di Justin Bronck, senior fellow del think tank londinese Rusi. La Bbc cita peraltro fonti e analisti russi ripresi dai media di Mosca stando alla cui tesi i sistemi S-300 in dotazione del Cremlino non sarebbero in grado di minacciare il territorio della Polonia dalle posizioni in cui sono schierati; mentre alcuni di quelli ucraini, dislocati a loro dire anche vicino al confine, potrebbero facilmente raggiungerlo in caso di «funzionamento anomalo».

Ore 23:11 - Kiev, non è stato un nostro missile a colpire la Polonia

L'Ucraina nega la "teoria del complotto" secondo cui sarebbe stato un suo missile a colpire la Polonia.

Ore 00:05 - Domani riunione Consiglio Sicurezza dell'Onu

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu terrà una riunione sull'Ucraina domani alle 15 locali, le 21 italiane. Lo comunica il Palazzo di Vetro. La notizia arriva dopo le notizie sui presunti missili russi in Polonia.

Ore 00:05 - Sanzioni Usa a gruppi che forniscono droni Iran alla Russia

Il Dipartimento del Tesoro annuncia sanzioni nei confronti dei gruppi coinvolti nella produzione e nella fornitura di droni iraniani usati dalla Russia in Ucraina. Le sanzioni «sono parte dei nostri sforzi per distruggere gli sforzi di guerra della Russia e negarle le apparecchiature di cui ha bisogno», afferma il segretario al Tesoro Janet Yellen.

Contraerea in azione. Razzi sulla Polonia fanno due vittime. Mosca: "Non nostri". Gaia Cesare il 16 Novembre 2022 su Il Giornale.

Lo spettro della guerra mondiale si materializza appena la polacca Radio Zet diffonde la notizia, arrivata in un primo momento da fonti non ufficiali

Lo spettro della guerra mondiale si materializza appena la polacca Radio Zet diffonde la notizia, arrivata in un primo momento da fonti non ufficiali: due missili russi sono caduti su Przewodów, un paese polacco vicino alla frontiera ucraina, e hanno provocato la morte di due cittadini polacchi. I razzi erano stati lanciati con l'obiettivo di colpire l'Ucraina, durante una giornata di intensi raid russi, come non si vedeva da oltre un mese. È lo scenario che Stati Uniti e alleati Nato da sempre temono, ma a cui non avrebbero mai voluto assistere. Un Paese dell'Alleanza Atlantica colpito dai razzi del Cremlino. Con il rischio di scatenare un conflitto internazionale, sulla base dell'articolo 5 del Trattato Nato, secondo cui un attacco armato contro uno o più Paesi dell'Alleanza «sarà considerato un attacco contro tutti», impegnando ogni membro «ad assistere la parte attaccata, facendo ricorso, se necessario, all'impiego della forza armata». Non a caso, immediatamente dopo la notizia, il premier polacco Mateusz Morawiecki convoca una riunione urgente del Comitato per la sicurezza nazionale e la difesa. Alla quale segue una riunione urgente del Consiglio dei ministri. Lo stesso fa l'Ungheria. La situazione è tesa come mai dal 24 febbraio.

Il Pentagono esibisce cautela di fronte ai giornalisti, convocati subito per un briefing, ma non arretra su uno dei princìpi fondamentali dell'Alleanza. «Siamo al corrente delle notizie di stampa sulla caduta di missili russi in Polonia. Al momento non abbiamo altre informazioni che possano confermarle. Stiamo indagando», spiega il portavoce del Dipartimento della Difesa, Pat Ryder. Che sull'attacco a un alleato è chiarissimo: «Il nostro impegno verso l'articolo 5 della Nato è chiarissimo: difenderemo ogni centimetro di territorio Nato».

Immediate scattano le dichiarazioni di solidarietà a Varsavia. L'Estonia ribadisce di essere pronta a difendere ogni angolo di territorio Nato. Dalla Lettonia interviene il ministro della Difesa Artis Pabriks, che «sostiene pienamente gli amici polacchi e condanna questo crimine», accusando «il regime criminale russo». La tragedia viene confermata nel frattempo dai vigili del fuoco del villaggio polacco di Przewodow, nel comune di Dohobyczów, 10 chilometri dal confine con l'Ucraina. Sono proprio due - dicono dalla Polonia - le persone morte a seguito di altrettante esplosioni che hanno colpito un sito dove si essiccano i cereali.

Ma è la dinamica dei fatti a essere cruciale per capirne le conseguenze. Dalla polacca Radio Zet, il giornalista Mariusz Gierszewski specifica un'ora dopo: «Le mie fonti nei servizi segreti affermano che a colpire Przewodów sono stati molto probabilmente i resti di un missile abbattuto dalle forze ucraine». L'escalation è infatti la conseguenza di una giornata di raid russi sull'Ucraina, la risposta di Mosca alle condizioni di pace offerte da Volodymyr Zelensky al G20 di Bali. Una risposta che è stata recapitata sotto forma di una pioggia di missili, circa 100, diretti su 11 delle 28 regioni ucraine, come non accadeva dal 10 ottobre. Ben 73 razzi, oltre a una decina di droni iraniani, sono stati abbattuti dalla difesa di Kiev. Ma sono gli effetti oltre confine, in Polonia, a far temere risvolti pericolosi.

La Nato fa sapere di essere al lavoro «per valutare le notizie, a stretto contatto con la Polonia». Ma a provare che il clima è tesissimo è la reazione di Mosca, che definisce la notizia «una provocazione». Il ministero della Difesa russo smentisce che i razzi sulla Polonia fossero russi, sottolineando che non sono stati compiuti attacchi contro obiettivi vicino al confine ucraino-polacco con armi russe. «Le immagini dei rottami dei presunti missili - spiega - non hanno nulla a che vedere con armamenti russi».

Ma Zelensky fa appello agli alleati: «È necessario agire». L'attacco «è un'escalation molto significativa». «Non un incidente - spiega il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak - ma un atto deliberatamente pianificato dalla Russia, mascherato da errore».

Il giallo dei missili, la Nato, l'articolo 5: cosa succede in Polonia. Cosa si sa delle esplosioni avvenute nella regione polacca di Lublino e cosa potrebbe adesso accadere. Mauro Indelicato il 15 Novembre 2022 su Il Giornale.

Mancavano pochi minuti alle 20, ora italiana, quando le agenzie da Varsavia hanno battuto la notizia di esplosioni in una località polacca a 7 km dal confine con l'Ucraina. In particolare, nella cittadina di Przewodów una fattoria è stata colpita e due civili sono rimasti uccisi.

Avvertito della notizia, il premier polacco Mateusz Morawiecki ha subito convocato un consiglio di difesa. Da Varsavia hanno confermato la morte di due civili causata dall'arrivo di uno o più missili sul proprio territorio che è anche territorio della Nato. Da qui le speculazioni sulle possibili conseguenze di quanto avvenuto.

Cosa sappiamo sui missili caduti in Polonia

L'esplosione e la morte di due persone a pochi passi dal confine ucraino appaiono al momento gli unici elementi certi di questa vicenda. Ricostruire quanto accaduto forse richiederà diverse ore. Occorre in primo luogo capire che tipo di missile è piombato sul territorio polacco. Se si tratta cioè di un ordigno russo oppure ucraino.

Le autorità polacche giunte sul posto hanno raccolto diversi frammenti. Almeno tre le ipotesi in ballo. La prima riguarda la possibilità che a cadere sia stato un ordigno sparato dalla Russia. L'Ucraina dal primo pomeriggio ha iniziato a subire intensi bombardamenti che hanno riguardato anche la capitale Kiev e le città occidentali. Compresa la regione di Leopoli, la più vicina alla Polonia. Secondo questa ipotesi, è possibile pensare a un missile fuori controllo che non ha centrato il bersaglio in Ucraina e sia quindi caduto oltre confine.

La seconda ipotesi riguarda pure l'idea di un ordigno russo, non caduto però direttamente in territorio polacco ma abbattuto dalla contraerea ucraina. I frammenti poi, secondo questa ricostruzione, potrebbero aver causato l'esplosione in Polonia.

Infine, la terza ipotesi tiene in considerazione la possibilità che a colpire il villaggio della regione di Lublino siano stati frammenti dei razzi della difesa ucraina attivata per rispondere ai bombardamenti in corso nell'oblast di Leopoli.

Nessuna delle parti in causa ha confermato o smentito le ipotesi. La stampa Usa aveva riportato le dichiarazioni di un funzionario del Pentagono secondo cui il missile caduto in Polonia era russo. Ma dalla sede della Difesa statunitense è stata emanata una nota in cui si sostiene come, allo stato attuale, non si hanno elementi sufficienti per ricostruire la dinamica dei fatti.

“Gli Stati Uniti – ha dichiarato il portavoce del Pentagono Pat Ryder – sono al corrente delle notizie di stampa secondo le quali due missili russi hanno colpito una località polacca vicino al confine ucraino, stiamo verificando le notizie e al momento non abbiamo notizie da confermare”. Da Varsavia non sono trapelate altre indiscrezioni, anche perché la riunione del consiglio di difesa si è prolungata oltre le tre ore.

Le reazioni internazionali

Ad ogni modo, la morte di due civili in Polonia ha segnato una piccola ma significativa estensione delle conseguenze del conflitto verso ovest. Una circostanza non certamente passata inosservata. I governi dell'area sono subito entrati in allerta. A Budapest il premier Orban ha convocato il consiglio di sicurezza ungherese, in Estonia i media hanno parlato di riunioni di emergenza dei vertici della sicurezza. Allerta anche in Lituania e Lettonia.

La reazione forse più attesa, quella cioè di Mosca, è arrivata poco dopo le 21:00. Il ministero della Difesa russo ha smentito ogni coinvolgimento in quanto accaduto in territorio polacco. “La Russia – si legge in una nota del dicastero – non ha lanciato alcun attacco missilistico vicino alla frontiera ucraino-polacca”.

“Le dichiarazioni dei media – prosegue la nota – e dei funzionari polacchi sulla presunta caduta di missili “russi” nell'area di Przewowo sono una deliberata provocazione per aggravare la situazione. Nessun attacco su obiettivi vicino al confine di stato ucraino-polacco è stato effettuato da razzi russi. Il relitto pubblicato dai media polacchi sulla scena non ha nulla a che fare con le armi russe”.

Poco dopo da Washington a parlare sono stati anche funzionari del consiglio di sicurezza nazionale. “Abbiamo visto questi rapporti dalla Polonia – ha dichiarato la portavoce del consiglio Adrienne Watson – e stiamo lavorando con il governo polacco per raccogliere maggiori informazioni. Non possiamo confermare i rapporti o nessuno dei dettagli in questo momento. Stabiliremo cosa è successo e quali sarebbero i passi successivi appropriati”. Anche da Londra fonti del governo hanno fatto sapere di lavorare al fianco di Varsavia per stabilire cosa accaduto.

Perché si parla dell'applicazione dell'articolo 5 della Nato

Il portavoce del Pentagono Pat Ryder, nel fare presente di non avere elementi in grado di determinare la dinamica di quanto successo in Polonia, ha aggiunto una considerazione non secondaria. “Il nostro impegno verso l'articolo 5 della Nato è chiarissimo – ha detto – difenderemo ogni centimetro di territorio della Nato”.

Una precisazione che va a richiamare per l'appunto il famigerato articolo 5 dell'Alleanza Atlantica. Si tratta del punto secondo cui “un attacco armato contro uno Stato membro è considerato quale attacco diretto contro tutte le parti”. È quindi quell'articolo che impegna tutti i Paesi Nato a intervenire in caso di attacco subito da uno Stato membro dell'Alleanza.

Un raid in territorio polacco potrebbe quindi rientrare in questa fattispecie. Tuttavia l'articolo non obbliga tutti i membri a intervenire militarmente, ma lascia ai governi discrezionalità sul tipo di aiuto da offrire al membro eventualmente attaccato.

Nato, G7 e Usa: perché tutti cercano di evitare l’escalation. Francesca Salvatore il 16 Novembre 2022 su Inside Over. 

Era solo una questione di tempo secondo molti: “tecnicamente” il conflitto non sarebbe rimasto fuori dall’Europa tanto a lungo. È toccato in sorte alla Polonia saggiare la prossimità geografica con il dramma di Kiev. A farne le spese, due ignari cittadini di Przewodow. Nell’immediato, ieri sera, lo spauracchio della reazione della Nato si è fatto più che mera ipotesi, lasciando il campo aperto agli articoli 4 e 5 del Trattato che prevedono consultazione e ed eventuale reazione dei Paesi membri in supporto al Paese colpito.

Gli appelli alla calma

Da subito, tuttavia, ci sono stati più appelli alla calma, non solo per appurare con la precisione necessaria la dinamica dell’incidente, ma soprattutto per non cedere a facili isterie. Il meccanismo dell’art.5, infatti, non solo non è automatico, ma prevede diverse sfumature di “reazione”. La stessa Varsavia, infatti, pur appellandosi al suo legame con Nato ed Europa non ha dato segno di cedimento alla rappresaglia o richieste di “fedeltà”, nonostante l’episodio gravissimo, che avrebbe potuto costituire il casus belli.

L’obiettivo è quello, infatti, di evitare il più a lungo possibile l’escalation militare. Uno dei primi a “scagionare” Mosca è stato proprio il presidente Usa: Joe Biden ha infatti definito “improbabile” l’ipotesi che il missile che ha colpito la Polonia sia stato lanciato dalla Russia. Il presidente degli Stati Uniti lo ha detto e ribadito, rispondendo alle domande dei giornalisti, dopo il vertice straordinario con i leader del G7 e gli alleati della Nato a margine del summit del G20 in corso a Bali, in Indonesia. “Le prime informazioni smontano quell’ipotesi – ha spiegato ai reporter che chiedevano dettagli – io non voglio dirlo fino a che l’indagine non è completata. È improbabile, vedendo la traiettoria, che sia stato sparato dalla Russia”.

A stupire, nella tarda serata italiana di ieri, la rapidità con cui la stessa Mosca- la cui burocrazia della comunicazione è affetta da atavica elefantiasi- ha contribuito a smentire i rumors sull’origine russa del missile che ha colpito la Polonia. Ne avrebbe tutto l’interesse. Per Mosca, le notizie circolate ieri sera sulla presunta caduta in Polonia di missili russi sono state un tentativo di “provocare uno scontro militare diretto fra la Nato e la Russia, con conseguenze per l’intero pianeta”. Lo afferma il vice rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite, Dmtry Polyansky, citato dalla Tass.

Il tabù europeo e la (mezza vittoria) di Putin

Quello che colpisce, da parte del blocco occidentale che a detta di molti starebbe cercando solo un pretesto per intervenire, è la catena di reazioni incrociate tra Washington, la Nato e il G7: questa mostra come il tentativo è invece quello di gettare acqua sul fuoco. Tanto da presumere maliziosamente che, quand’anche il missile fosse stato russo, nessuna rappresaglia militare sarebbe comunque stata messa in scena. Perché, per quel sgangherato “noi” che definisce l’Occidente, dichiarare guerra in terra europea resta un tabù. Una benedizione etica, certamente mista a ipocrisie varie, e al contempo una tragedia strategica. In questo, purtroppo, Mosca ha già vinto, conscia di quanto si stia spostando in là il limite di tolleranza, soprattutto europeo, al fine di evitare una strada senza ritorno ove il prossimo passo è certamente a base di scontro totale e armi nucleari.

Per l’Europa l’escalation costituirebbe un’azione di forza che testerebbe in maniera brutale equilibri ancora immaturi, sebbene quasi settantennali. Gli Usa, alle prese con un futuro incerto e una delicata fase post-elettorale hanno bisogno di preservare lo sforzo sotterraneo della negoziazione. Perfino il presidente turco Erdogan insiste nel soffocare il fuoco, addirittura citando il frenemy Biden: “Non dobbiamo insistere sul fatto che il missile caduto in Polonia sia stato lanciato dalla Russia, sarebbe una provocazione”. Lo ha detto il presidente turco Erdogan a Bali ricordando le parole di Biden e la dichiarazione G7-Nato, evidenziando la necessità di indagini e di Mosca, che dice di “non avere nulla a che fare con l’incidente”. “È possibile che si tratti di un errore tecnico”, ha detto Erdogan. “Dobbiamo portare il prima possibile Russia e Ucraina al tavolo dei negoziati, la pace può arrivare solo dal dialogo, ci stiamo impegnando per questo, appena torno sarò al telefono con Putin”, ha aggiunto.

Mentre le indagini sul confine polacco si affollano, da Bali giunge l’atto finale di un vertice quanto mai grottesco che ha avuto in Putin il suo convitato di pietra: il G20 riconosce, nel suo comunicato finale, che la “guerra in Ucraina” sta minando l’economia globale. Niente accordo, ma nel comunicato si legge comunque che “la gran parte dei membri condanna fermamente la guerra in Ucraina”.  In Indonesia, quasi a voler insistere su una normalità di facciata, è iniziata la terza e ultima sessione sul tema della “transizione digitale”. In apertura, il presidente indonesiano Joko Widodo ha rivolto in inglese un appello: “Stop the war. Repeat: stop the war!”. Questa mattina i leader, con un ritardo sulla tabella di marcia dovuta alla riunione di emergenza convocata dal Presidente Biden dopo l’incidente polacco, hanno visitato la Hutan Mangrove Forrest, piantando simbolicamente degli alberi. 

Nel frattempo, la portata dell’acqua sull'”incendio polacco” aumenta a dismisura: Biden, la Nato, la Turchia, perfino la Polonia colpita a morte senza senso: tutti pronti a farsi pompieri. Così tanta acqua, che presto Kiev sarà costretta a imparare a nuotare per restare a galla.

Ucraina Russia, le notizie del 16 novembre sulla guerra. Redazione Online su Il Corriere della Sera il 16 Novembre 2022. Le notizie di mercoledì 16 novembre

• La guerra in Ucraina è arrivata al 264esimo giorno.

• Due missili hanno colpito la località di Przewodów, a 12 chilometri dal confine con l’Ucraina, sono morte due persone.

• Per il presidente ucraino Zelensky l'attacco al territorio della Nato è «un'escalation molto significativa» ed «è necessario agire». La Russia ha negato ogni responsabilità.

• L'Ucraina ha chiesto un vertice Nato "immediato", mentre il presidente francese Macron ha fatto sapere che oggi ci sarà una discussione al G20 in corso a Bali.

• Alle 21 di oggi si terrà una riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.

Ore 10:27 - Svezia: nuovi aiuti a Kiev, pacchetto militare più grande di sempre

La Svezia fornirà nuovi aiuti militari per un valore di 3 miliardi di corone (circa 240 milioni di euro) all’Ucraina, il suo più grande pacchetto di materiale per la difesa fornito a Kiev fino a oggi: lo ha reso noto il primo ministro Ulf Kristersson. «È un pacchetto di supporto militare più grande di tutti gli altri otto precedenti messi insieme», ha detto Kristersson in conferenza stampa. «È la consegna singola più grande che abbiamo fatto e seguiamo esattamente l’elenco delle priorità ucraine, di ciò che loro stessi pensano di aver bisogno in questo momento».

Ore 10:28 - I russi sparano contro le centrali nucleari

(Lorenzo Cremonesi, inviato) I russi starebbero sparando alle 4 centrali nucleari in Ucraina, mettendo fuori uso i collegamenti elettrici.

Ore 11:07 - Macron, «il G20 non vuole né la guerra né il ricatto nucleare»

Dal comunicato finale del vertice che si è tenuto a Bali emerge che il G20 - inclusi Cina e India - «non vuole né la guerra né un ricatto nucleare inammissibile». A sottolinearlo, intervenendo da Bali, è stato il presidente francese Emmanuel Macron. «Il G20 ribadisce di essere fondato sul rispetto del diritto internazionale», ha ancora osservato.

Ore 11:11 - Macron, Russia torni a tavolo negoziale

Dal vertice del G20 è arrivato un «messaggio chiaro della comunità internazionale» alla Russia, ovvero che Mosca deve «tornare al tavolo del negoziato». Lo ha dichiarato in conferenza stampa il presidente francese, Emmanuel Macron, al termine del summit di Bali. «Nonostante la tensione e le divisioni, il multilateralismo è nell’interesse di tutti, anche della Russia, e la Russia non vuole restare isolata», ha aggiunto Macron.

Ore 12:39 - Meloni, G20 non poteva non vedere aggressione russa

« C’era la questione complessa dell’aggressione della Russia all’Ucraina. Non si poteva fingere di non vedere quello che sta accadendo con l’aggressione russa”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel corso della conferenza stampa al termine del G20.

Ore 15:07 - Kiev, liberato un altro villaggio nel Lugansk

L’esercito ucraino ha liberato il villaggio di Makiyivka, nella regione di Lugansk. Lo annuncia il ministero della Difesa ucraino mostrando un video dell’insediamento liberato, come riporta Unian. «Il villaggio di Makiyivka, nella regione di Lugansk, è sotto il controllo dell’Ucraina! Non una sola casa sopravvissuta, distruzione e morte sono le conseguenze della `pace russa´ che ha regnato qui per 8 mesi», si legge in un messaggio su Facebook.

Ore 16:39 - Kiev, «oltre 100 missili Kalibr russi nei mari Mediterraneo, Nero e Caspio»

Ci sarebbero oltre 100 missili da crociera Kalibr russi dispiegati nei mari Mediterraneo, Caspio e Nero. Lo rende noto la marina ucraina, citata dal Kiev Independent, secondo cui nel Mediterraneo ci sarebbero 10 navi di Mosca equipaggiate con 76 missili Kalibr. Nel Caspio, la Russia avrebbe invece tre vettori missilistici con 24 missili da crociera. Nel Mar Nero, infine, sarebbero di stanza otto navi con un massimo di quattro missili Kalibr.

Ore 17:16 - Mosca convoca ambasciatore polacco

Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore polacco a Mosca dopo che l’Ucraina ha accusato le truppe della Federazione di aver sparato i missili che hanno fatto due vittime in territorio polacco. Varsavia successivamente ha riferito che probabilmente il missile è stato lanciato dalle forze di Kiev ma che è Mosca la responsabile ultima per aver invaso l’Ucraina.

Ore 18:21 - Zelensky, il missile caduto in Polonia è russo

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky è convinto che il razzo caduto in Polonia ieri sia russo. «Non ho dubbi che non fosse il nostro razzo», ha detto ai giornalisti a Kiev, secondo quanto riportato da Interfax Ukraine e rilanciato dai media internazionali. Il leader ha detto di aver ricevuto rapporti dal comando delle forze armate e dell’aeronautica, e «non può che fidarsi di loro». Zelensky ritiene inoltre che l’Ucraina avrebbe dovuto essere autorizzata a ispezionare il luogo dell’incidente. «Possiamo non dire le conclusioni finali? Abbiamo il diritto di far parte della squadra investigativa? Certo», ha detto.

Ore 18:35 - Usa: missile in Polonia ucraino, ma responsabile è Russia

Al momento gli Stati Uniti non hanno raccolto nessuna prova che «contraddica la valutazione preliminare del presidente Duda secondo cui il missile esploso in Polonia era ucraino». Lo dichiara la portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, Adrienne Watson, sottolineando tuttavia che al di là delle conclusioni dell’indagine «è chiaro che la responsabile ultima di questo tragico incidente è la Russia, che ha lanciato una raffica di missili contro l’Ucraina destinati a colpire le infrastrutture civili». «L’Ucraina aveva e ha tutto il diritto di difendersi», ha aggiunto.

Ore 18:47 - Casa Bianca: «Piena fiducia nell’indagine del governo polacco»

Ore 19:02 - Pentagono: «Il missile è di Kiev, ha il diritto di difendersi»

«L’Ucraina ha tutto il diritto di difendersi contro la Russia». Lo ha detto il capo del Pentagono Lloyd Austin in una conferenza stampa dopo il gruppo di contatto ribadendo la valutazione del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa che al momento non c’è nulla che contraddica l’indagine preliminare della Polonia sui missili che hanno colpito il loro territorio. «Si tratta di missili di difesa ucraini, tuttavia Mosca è l’ultima responsabile di tutto questo», ha sottolineato il segretario alla Difesa Usa. «La crudeltà della Russia che continua a bombardare obiettivi civili e strategici non fa che aumentare il nostro impegno a sostenere Kiev», ha aggiunto.

Ore 19:08 - Usa: «Non accetteremo l’aggressione Russia come nuova normalità»

«Non accetteremo l’attacco imperialistico della Russia come una nuova normalità. Continueremo ad aiutare il popolo ucraino a difendere la sua libertà». Lo ha detto il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, in una conferenza stampa dopo la riunione del gruppo di contatto.

Ore 19:15 - Pentagono: «Colpire le linee elettriche è un crimine di guerra»

«Attaccare le linee elettriche dell’Ucraina è un crimine di guerra». Lo hanno detto il capo del Pentagono Lloyd Austin e il capo di stato maggiore congiunto, Mark Milley, in una conferenza stampa alla fine del gruppo di contatto. «I russi continueranno a fare la guerra per tutto l’inverno e noi continueremo a sostenere Kiev», hanno aggiunto.

Ore 19:19 - Usa, ieri la Russia ha lanciato 60-90 missili contro l’Ucraina

«Dalle nostre prime valutazioni risulta che ieri la Russia ha lanciato dai 60 ai 90 missili contro l’Ucraina, uno degli attacchi più vasti dall’inizio del conflitto». Lo ha detto il capo di stato maggiore congiunto Usa, Mark Milley, in una conferenza stampa al termine della riunione del Gruppo di contatto. «La Russia ha iniziato questa guerra e può decidere ora di mettervi fine», ha aggiunto.

Ore 19:22 - Zelensky alla Cina: «Non scelga di stare con la Russia»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fa appello alla Cina affinché «non scelga di stare con la Russia».

Ore 19:29 - Pentagono: «La Russia ha fallito tattica e strategia»

«I russi hanno fallito da un punto di vista strategico e tattico in tutta l’Ucraina». Lo ha detto il capo di stato maggior americano, Mark Milley, in una conferenza stampa alla fine del gruppo di contatto. Per il generale l’arrivo dell’inverno comporterà un naturale calo nelle battaglie sul campo e per questo «potrebbe essere una buona finestra per negoziare la pace».

Ore 19:32 - Pentagono: «La Russia ha fallito tattica e strategia»

«I russi hanno fallito da un punto di vista strategico e tattico in tutta l’Ucraina». Lo ha detto il capo di stato maggior americano, Mark Milley, in una conferenza stampa alla fine del gruppo di contatto. Per il generale l’arrivo dell’inverno comporterà un naturale calo nelle battaglie sul campo e per questo «potrebbe essere una buona finestra per negoziare la pace».

Federico Viola sul posto, intervistato di media polacchi. Il Corriere della Sera il 16 Novembre 2022.

Federico Viola aveva lasciato da alcune ore Przewodów, un villaggio polacco al confine con l’Ucraina. Lì, a Setniki, sorge l’azienda agricola Agrocom che lui, padovano di Este, ha fondato vent’anni fa. La sera del 15 novembre era quasi arrivato a Varsavia, dove vive, un viaggio di quasi 400 chilometri. Credeva che la sua giornata di vicepresidente della ditta fosse finita. E invece la telefonata del direttore ne ha fatta ricominciare subito un’altra, di giornata, lunghissima e terribile: pezzi di un missile sovietico, sparato dagli ucraini per contrastare gli attacchi russi, sono finiti come in un flipper mortale nel terreno della sua azienda agricola, a una manciata di chilometri dal confine con quel campo di battaglia che è diventata l’Ucraina, uccidendo due persone. Il tempo di avvisare il suo socio in Polesine e Viola è ripartito. «Ero vicino a Varsavia, ho finito quello che dovevo fare e sono tornato indietro, ho viaggiato di notte. Alle sei del mattino sono arrivato sul posto», racconta Viola che ha trascorso tutta la giornata nel luogo dell’esplosione.

L’esplosione

Al suo arrivo due collaboratori polacchi, che aveva salutato poche ore prima, non c’erano più. «Sembra sia stato un missile sovietico lanciato dagli ucraini per contrastare un missile russo, che ha finito la sua corsa in territorio polacco», spiega Viola. «La sfortuna ha voluto che in quel momento in azienda agricola ci fossero un magazziniere e un trattorista che stavano facendo la raccolta del mais nei terreni». L’operazione era di routine: «Il trattore è arrivato col rimorchio pieno di mais per la pesatura. Il missile li ha colti in quel momento e li ha uccisi sul colpo». Un fatto che subito ha fatto pensare al peggio, con le preoccupazione che si trattasse di un attacco russo. Voci attenuate prima dalla smentita di Mosca, poi dissipate dalle dichiarazioni del presidente Usa Joe Biden e dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. «Io sono qui sul posto adesso. La situazione sta in parte rientrando nella normalità - ha osservato l’imprenditore padovano - perché sembra sia scartata l’ipotesi di un missile di natura russa».

La paura che succeda di nuovo

Resta il dolore per due vittime innocenti in un territorio non coinvolto dall’invasione russa. «Uno era un dipendente che lavorava con noi da 22 anni da quando abbiamo iniziato l’avventura in Polonia, l’altro lavorava con noi da 15 anni - ricorda Viola - erano lavoratori fidati, consolidati. È una perdita per noi ma soprattutto per le loro famiglie. Uno di loro lascia due figli, un maschio e una femmina; l’altro lascia due maschi. Vogliamo stare loro vicino». L’allarme è finito ma qui in tanti temono che si possa ripetere quello che nessuno credeva potesse accadere. «È stata una sorpresa per tutti, non solo per noi. Non voglio dire che perdiamo la fiducia nei confronti dell’Europa e dello Stato polacco, di non sentirci protetti. Ovviamente, se la cosa non capitava sarebbe stato di sicuro meglio. Ma sembra sia stato un incidente. Speriamo non si verifichi più... Certo, anche prima pensavamo non potesse capitare e poi invece è successo, e chissà... Se ci fossero di nuovo attacchi e prove di difesa così vicino al confine... Ma vogliamo essere ottimisti».

Una comunità sotto choc

Federico Viola in Polonia è di casa: ci vive dal 1990. «Compio il mio trentaduesimo anno qui, ma sono cittadino italiano e periodicamente torno in Italia». Ma la sua quotidianità, il suo lavoro sono qui. «Quello che è successo ci ha scosso, ora vediamo di ripartire, ma non sappiamo quando». L’azienda è stata posso sequestro dopo la caduta del missile. «La zona è recintata - dice l’imprenditore - non si può accedere ai magazzini di cereali per l’essicazione e lo stoccaggio, il resto dell’azienda invece è accessibile. Quando ci lasceranno entrare non lo so, sarà cura della polizia locale darci le istruzioni. Ma la cosa più importante è che ritorni la calma nei paesi limitrofi». Le ore di apprensione dopo l’incidente per chi vive a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina sono state di terrore. «Appena è successo molti pensavano ad attacco russo, poi smentito. Resta lo choc, due cittadini polacchi sono morti».

Era incaricato dell'arruolamento dei coscritti per l'Ucraina. Colonnello russo trovato morto con 5 colpi di pistola al petto, per Mosca quello di Vadim Boyko è “suicidio”. Fabio Calcagni su Il Riformista il 16 Novembre 2022.

Cinque colpi di pistola al petto. Così è stato trovato morto nel suo ufficio di Vladivostok, nella regione russa di Primorsky, Vadim Boyko, colonnello russo di 44 anni e recentemente incaricato dal presidente Vladimir Putin della formazione e arruolamento dei coscritti per la regione militare del Pacifico, da mandare in Ucraina dopo la mobilitazione parziale delle truppe per fare fronte alle difficoltà nel conflitto contro Kiev.

Boyko è stato trovato senza vita nel suo ufficio da un altro ufficiale presente nella struttura militare in cui lavorava l’ex capo della “Makarov Pacific Higher Naval School” di Vladivostok, la più importante accademia militare della marina russa.

La stampa russa ha immediatamente parlato di caso di suicidio, l’ennesimo tra le figure apicali non solo dell’esercito ma anche dell’imprenditoria, spesso legata direttamente al Cremlino, dall’inizio del conflitto in Ucraina. Secondo quanto riferito, Boyko sarebbe giunto nel suo ufficio frettolosamente e subito dopo sarebbero stati uditi 5 spari.

Una pista che però risulta anche in questo caso dubbia, considerato appunto il ‘metodo’ con cui Boyko avrebbe deciso di uccidersi: cinque colpi di pistola al petto. Il colonnello russo, secondo quanto emerso, non avrebbe lasciato alcun messaggio sul posto, né ‘indizi’ sull’intenzione di togliersi la vita.

Nell’ufficio di Boyko sono stati rinvenuti i cinque bossoli dei colpi sparati e ben quattro pistole Makarov di matrice sovietica accanto al cadavere. L’uomo lascia moglie e due figli.

Soltanto lo scorso mese un altro ufficiale di primo piano delle forze armate russe, il tenente colonnello Roman Malyk, 49 anni, era stato trovato in una località sempre nella regione di Primorsky.

Fabio Calcagni. Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.

Ucraina Russia, le notizie del 17 novembre di Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 17 Novembre 2022 

Le notizie di giovedì 17 novembre, in diretta. Zelensky: «Pace? Serve più pressione su Putin». Mosca rinnova l'accordo sul grano per altri 4 mesi

• La guerra in Ucraina è arrivata al 265esimo giorno.

• Il ministero degli Esteri russo ha convocato l’ambasciatore polacco, Krzysztof Krajewski, sulla vicenda dei missili caduti in Polonia.

• Le indagini parallele di Polonia, Usa e Nato su tracce radar e resti dell’ordigno indicano «con ogni probabilità» essersi trattato di un S300 terra-aria di fabbricazione russa lanciato dalla contraerea ucraina.

Ore 04:50 - Pentagono: le probabilità di una vittoria militare dell’Ucraina sono basse

«La probabilità di una vittoria militare ucraina che cacci via tutti i russi dal Paese, inclusa la Crimea, è molto bassa». Lo ha detto il capo di stato maggiore Usa, Mark Milley, in una conferenza stampa al Pentagono.

Ore 4:55 - Missili in Polonia, ecco che cosa è successo e perché il mondo ha tremato

(di Andrea Nicastro, inviato a Odessa) Il sospetto di un attacco russo all’Alleanza Atlantica è durato lo spazio di una notte. L’incidente di Przewodów non passerà alla storia. Ed è una fortuna. Le indagini parallele di Polonia, Usa e Nato su tracce radar e resti dell’ordigno indicano «con ogni probabilità» essersi trattato di un S300 terra-aria di fabbricazione russa lanciato dalla contraerea ucraina. Kiev, però, insiste nell’accusare Mosca. Il presidente Zelensky ne è «assolutamente convinto» in base ai rapporti dei suoi militari. Ricostruire cos’è successo in questa crisi è utile, perché la guerra continua, i rischi ci sono e potrebbe capitare ancora.

Qual è il fatto?

Nel primo pomeriggio di martedì il sito Gazeta.pl scrive che, alle 12, un’esplosione ha investito una fattoria a Przewodów, in Polonia. Muoiono due lavoratori. Nelle stesse ore missili russi bombardano l’intera Ucraina.

Come nasce il sospetto?

Testimoni riferiscono di «fischi», il rumore che fa l’arrivo di un missile. Le radio locali collegano la notizia al bombardamento in corso oltre confine. La notizia fa il giro del mondo. Una fonte anonima dell’intelligence americano dice all’agenzia Ap che potrebbe trattarsi di «un missile russo». La fonte è attendibile. Scatta l’allarme.

Ore 5:00 - Il culto degli eroi caduti e la spinta per la vittoria: «Mai così uniti»

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Q uando salta la corrente elettrica accendono le candele; coi termosifoni spenti indossano i cappotti in casa e s’industriano a far funzionare micro-stufe a kerosene; nonostante manchino i soldi, tanti continuano a raccogliere collette per i soldati al fronte, per loro comprano gli ultimi generatori sul mercato e droni commerciali che vengono adattati per spiare il nemico e lanciare micro-bombe. I più giovani e attivi, se non vanno di persona a combattere, s’industriano col volontariato per sostenere «i nostri eroi che salvano il Paese». Non si registrano proteste per le difficoltà quotidiane.

L’altra sera Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di volere «l’escalation» con i lanci di missili. È poi stato smentito dagli alleati tra Washington e Varsavia quando ha detto di ritenere Mosca responsabile per quello esploso in territorio polacco. Ma per il suo pubblico nulla cambia: il 67 per cento degli ucraini sostiene il suo governo e il 72 continua a credere nella campagna militare.

Ore 05:02 - Pentagono: sul razzo niente contraddice la versione della Polonia

Il Pentagono non ha visto niente che «contraddice» quanto ha dichiarato il presidente polacco Andrzej Duda, secondo cui il missile russo esploso in Polonia non è stato lanciato volutamente da Mosca. «Stiamo ancora raccogliendo informazioni - ha dichiarato il segretario alla Difesa Lloyd Austin - ma non abbiamo visto niente che contraddice la dichiarazione preliminare del presidente Duda. L’esplosione è molto probabilmente il risultato della contraerea missilistica ucraina che ha provocato l’atterraggio del missile in Polonia, ma il mondo sa che la Russia è la maggiore responsabile dell’incidente. La Russia ha lanciato un alto numero di missili contro l’Ucraina con il preciso intento di colpire infrastrutture civili. Questo tragico incidente ci ricorda ancora una volta il comportamento sconsiderato della scelta bellica della Russia. L’Ucraina ha il granitico diritto a difendersi, e noi continueremo a sostenere il popolo ucraino nella sua difesa».

Ore 05:12 - Generale Usa tenta invano di chiamare omologo russo dopo missile

Il capo di stato maggiore congiunto Usa Mark Milley ha tentato di parlare, senza riuscirci, con l’omologo russo, il generale Valery Gerasimov, ieri dopo che si era diffusa la notizia della caduta di un missile in Polonia. Lo ha detto lo stesso generale americano in una conferenza stampa al Pentagono. «Il mio staff non è riuscito a mettermi in contatto con il generale Gerasimov», ha detto Milley che invece ha parlato con il suo omologo ucraino, quello polacco e altri capi della difesa in Europa.

Ore 05:13 - Pentagono: se Cina attacca Taiwan errore come Russia in Ucraina

Il Pentagono: «Per la Cina attaccare Taiwan sarebbe un errore strategico come quello commesso dalla Russia in Ucraina».

Ore 06:29 - Fmi: la guerra è il fattore più negativo per l’economia mondiale

La guerra in Ucraina è il «singolo fattore negativo più importante» per l’economia mondiale. Lo ha dichiarato la direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi), Kristalina Georgieva, in una intervista concessa all’emittente televisiva «Cnbc». «Qualunque cosa crei più insicurezza è ovviamente dannosa per le prospettive di crescita e per la risposta alle necessità e alle aspirazioni dei popoli in ogni luogo», ha detto la direttrice del Fondo, commentando la caduta di due missili nel territorio della Polonia, lo scorso martedì.

Ore 07:47 - Macron: «La Francia continuerà a dialogare con la Russia»

«La Francia continuerà a discutere con l’Ucraina, e questo lo facciamo costantemente, ma anche con la Russia. Il missile in Polonia? Prudenza sulle cause». Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in conferenza stampa al termine del G20 a Bali.

Ore 07:53 - La calma del «vecchio Joe», e il caso-Zelensky

(Gianluca Mercuri) Nella notte tra lunedì e martedì, il mondo ha vissuto una mini-Cuba, il brivido di un conflitto come quello sfiorato 60 anni fa sempre a causa di missili russi, ma ben più letali: quelli dotati di testate nucleari che Mosca voleva installare sull’isola caraibica. Anche allora finì bene. 

Stavolta, per fortuna, l’incubo è durato poche ore. Ma, come scrive Andrea Nicastro, «ricostruire cos’è successo in questa crisi è utile, perché la guerra continua, i rischi ci sono e potrebbe capitare ancora». 

La calma del vecchio Joe 

Come si è passati dal pericolo di una terza guerra mondiale ai ringraziamenti di Mosca per la reazione «misurata» dell’America? Punto per punto: 

• L’«attacco» alla Polonia Era mezzogiorno di martedì quando si sono diffuse le prime notizie di un’esplosione in una fattoria di Przewodów, al confine con l’Ucraina, in cui erano morti due lavoratori. Il collegamento con il concomitante raid russo sull’Ucraina è stato immediato. 

• Le accuse a Mosca Oltre all’Ucraina, a sostenere inizialmente la matrice russa è stata la stessa Polonia — che ha subito riunito il Consiglio di sicurezza nazionale e convocato l’ambasciatore russo a Varsavia — oltre a Repubblica ceca e Lettonia. Per diverse ore Varsavia è sembrata a un passo dall’invocare l’articolo 4 del Trattato dell’Alleanza atlantica, che prevede consultazioni tra i Paesi membri per accertare se uno di loro sia stato aggredito. In quel caso scatterebbe l’articolo 5, il casus foederis, la guerra di tutta la Nato all’aggressore. 

• Lo scetticismo americano Biden, il suo consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan e il segretario di Stato Antony Blinken non ci hanno creduto nemmeno un attimo. Il loro ragionamento, spiega Andrea, è stato semplice: «Che provocazione poteva mai essere un razzo scagliato in un’area rurale, periferica della Polonia?». 

• L’indagine dell’intelligence Usa Ai servizi americani sono bastate poche per concludere che il missile caduto sulla Polonia era un S-300 terra-aria di fabbricazione russa, ma lanciato dagli ucraini. Da Bali, dove era in corso la riunione del G20, Biden ha spento il fuoco: «Non sembra probabile che il missile sia stato lanciato dai russi». I russi hanno apprezzato. I polacchi, a quel punto, hanno abbozzato, assicurando che avrebbero mantenuto la calma anche di fronte a «un incidente isolato». 

Ma quelle ore frenetiche hanno avuto l’effetto di fare emergere tutte le divergenze più significative sul fronte occidentale. 

Il caso Zelensky

Capire cos’è successo, analizzare le reazioni, dà qualche traccia di futuro in più, per orientarsi in un conflitto che — ormai è chiaro — può coinvolgerci con un semplice incidente. E che oggi è arrivato al duecentosessantasettesimo giorno. Punto per punto: 

• Le divergenze evidenti Giuseppe Sarcina spiega come sempre le sfumature politico-diplomatiche di un’alleanza granitica nei principi ma non nella gestione delle contingenze, come pure nella ricerca della via d’uscita: «Il problema è stato placare la reazione istintiva, furibonda di Zelensky e del presidente polacco Andrzej Duda. A Washington non è piaciuto l’invito perentorio di Zelensky: la Nato deve intervenire. E neanche l’allarme precipitoso, rivelatosi poi avventato, lanciato da Duda». 

• Qual è l’obiettivo americano? Il primo, da sempre, è evitare un confronto diretto con la Russia se non è la Russa a iniziarlo: «L’indicazione di Biden agli alleati è stata chiara fin dall’inizio del conflitto. L’obiettivo deve essere “contenere” Putin, senza innescare un’escalation incontrollabile. A meno che non ci sia scelta. E certamente non era questo il caso dell’altra notte». 

• È lo stesso obiettivo dei russi? Risposta in una parola: sì. L’«incidente polacco» dimostra che, almeno in questo momento, Putin non intende provocare l’America. Se nega di aver lanciato un missile sa di non poter bluffare perché si scoprirebbe subito, e lancia semmai un segnale: neanch’io voglio l’escalation. 

• Ma l’America è più arrendevole? Niente affatto. La strategia è sempre quella: armare gli aggrediti senza rinunciare a parlare con gli aggressori. Biden ha appena chiesto al Congresso un nuovo pacchetto da 37 miliardi, con cui arriverebbe a un totale di 100 miliardi di dollari in armamenti agli ucraini. Nel frattempo: sì, parla con i russi. 

• I quattro canali con Mosca Sarcina: «Blinken sente Lavrov (il ministro degli Esteri russo); Sullivan dialoga con la sua controparte, Nikolai Patrushev; Austin (il capo del Pentagono) corrisponde con il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e, infine, il direttore della Cia, William Burns, lunedì 14 novembre ha avuto un colloquio con il numero uno dei servizi segreti di Mosca, Sergei Naryshkin». 

• Di cosa stanno parlando? Di due cose, ha detto a Giuseppe una fonte del dipartimento di Stato: «Il controllo delle armi atomiche e lo scambio di detenuti, in modo da riportare negli Usa la star del basket femminile Brittney Griner e l’uomo d’affari Paul Whelan. La logica, però, suggerisce un altro quadro: non si mettono in campo le figure più importanti dell’amministrazione per organizzare uno scambio di prigionieri. È più probabile che Biden voglia capire se i russi stiano cercando l’occasione per una via d’uscita». 

• La pressione internazionale Il G20 in Indonesia è stato molto fruttuoso per un Biden già rafforzato dalle elezioni di midterm: ha riattivato il dialogo con la Cina e incassato «l’insofferenza dell’India per l’instabilità economica causata dalla guerra putiniana». È anche questa una manovra avvolgente nei confronti di Mosca, con la quale non si può imbastire un negoziato vero e proprio finché bombarda i civili. Ma con la pausa dettata dall’inverno, un cessate il fuoco potrebbe concretizzarsi. 

• Perché Zelensky è un caso? Perché Washington fatica sempre di più a restare in sintonia con gli ucraini nei momenti topici. Il leader di Kiev nega con forza che il missile caduto in Polonia sia suo, e a questo punto — per paradosso — non è rilevante se abbia ragione, ma che non si allinei. Mettiamo pure (sempre per paradosso) che gli americani abbiano concordato con gli alleati e con i russi una versione che sta bene a tutti: perché Zelensky si tira fuori? Perché lo scenario peggiore per tutti — un coinvolgimento della Nato — è l’unico che gli garantirebbe di vincere la guerra. 

• Ma la sua ira è comprensibile? Sì, perché se dal punto di vista degli alleati l’inverno può portare una tregua, dal suo può portare altre sciagure al suo popolo, come ha spiegato a Monica Guerzoni il ministro della Difesa Crosetto: «La guerra sarà ancora lunga. Questi bombardamenti alle infrastrutture civili servono a dare un ulteriore colpo al morale degli ucraini. La strategia russa è cambiata ed è ancora più violenta, punta a rendere impossibile ad alcuni milioni di persone affrontare l’inverno. Per non morire di freddo saranno costrette a migrare verso l’Europa». Lorenzo Cremonesi racconta un popolo compatto nella resistenza, schierato al 70% col suo leader, ma pronto a mollarlo se lui mollasse pezzi di terra. 

• Il doppio binario obbligato In ogni caso è ormai evidente a tutti che il doppio binario — sostegno agli aggrediti e dialogo con gli aggressori — non solo non è contraddittorio ma è l’unica via possibile. Anche Antonio Polito sottolinea che Biden e i suoi uomini «non sono falchi in cerca di un pretesto per lanciare una guerra contro la Russia, non sono cultori del regime change che puntano a far fuori Putin, magari senza neanche chiedersi chi dopo di lui». È esattamente l’approccio indicato da Emmanuel Macron, quando diceva che «bisogna armare l’Ucraina ma non bisogna umiliare la Russia», e condiviso da Mario Draghi quando andò da Biden, in maggio, a dirgli che «l’Europa vuole la pace». Inglesi, baltici ed est-europei sono oltranzisti, ma per fortuna Washington non li ha seguiti.

Ore 08:19 - Allerta aerea in tutta l’Ucraina, esplosioni ad Odessa e Dnipro

La città portuale meridionale ucraina di Odessa è stata colpita da un missile russo stamattina, secondo il comando militare meridionale dell’Ucraina, scrive Ukrinform. La stessa fonte ha anche riferito che si sono udite esplosioni a Dnipro, una città sul fiume Dnepr nell’Ucraina centrale.

Ore 08:35 - L’accordo sul grano esteso di altri 120 giorni

L’accordo internazionale che consente l’esportazione di cereali e altri prodotti agricoli dai porti dell’Ucraina attraverso il Mar Nero è stato prolungato di altri 120 giorni: lo fa sapere il ministro delle Infrastrutture dell’Ucraina Oleksandr Kubrakov.

Ore 08:39 - 007 britannici: attacchi russi martedì tra più duri da inizio guerra

«Nel pomeriggio del 15 novembre, la Russia ha effettuato fino a 80 attacchi missilistici a lungo raggio, principalmente contro obiettivi di infrastrutture energetiche in tutta l’Ucraina. Questo è probabilmente il maggior numero di attacchi che la Russia ha condotto in un solo giorno dalla prima settimana dell’invasione». Lo scrive l’intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito nel suo report sulla guerra in Ucraina. «Le munizioni sono state lanciate da piattaforme aeree, marittime e terrestri. Anche se una gran parte dei missili è stata intercettata con successo», si legge nel report.

Ore 09:08 - Due missili abbattuti sopra Kiev

Nuovi raid e bombardamenti russi hanno colpito città in tutta l’Ucraina, secondo quanto riferiscono fonti ufficiali ucraine. «Due missili da crociera sono stati abbattuti sopra a Kiev. Stiamo raccogliendo le informazioni e verificando se ci sono vittime», ha detto una fonte della capitale ucraina. Anche le autorità delle città di Dnipro e di Odessa hanno riferito di attacchi russi.

Ore 09:16 - Guterres: accolgo con favore estensione accordo

«Accolgo con favore l’accordo di tutte le parti di proseguire l’iniziativa per i cereali del Mar Nero per facilitare la navigazione sicura dell’esportazione di cereali, prodotti alimentari e fertilizzanti dall’Ucraina. L’iniziativa dimostra l’importanza di una diplomazia discreta nella ricerca di soluzioni multilaterali». Lo ha scritto su Twitter il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in merito all’estensione dell’accordo per l’export dei cereali dal Mar Nero.

Ore 09:30 - Kiev: «Morti 400 militari russi»

La Russia ha perso nell’ultimo giorno 400 uomini, facendo salire a 83.110 le perdite fra le file russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 83,110 uomini, 2.878 carri armati, 5.804 mezzi corazzati, 1.860 sistemi d’artiglieria, 393 lanciarazzi multipli, 209 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 278 aerei, 261 elicotteri, 4.362 autoveicoli, 16 unità navali e 1.531 droni.

Ore 09:38 - Esplosioni in Crimea, possibile attacco ad aeroporto militare russo

Diverse esplosioni sono state udite nella città di Dzhankoy, nel Nord della penisola di Crimea occupata dalla Russia nel 2014. Lo ha riferito l’agenzia ucraina Ukrinform, che ipotizza un possibile attacco all’aeroporto militare russo alla periferia della città.

Ore 09:54 - Polonia: possibile che Kiev possa accedere a luogo esplosione

L’Ucraina probabilmente otterrà l’accesso al sito nel sud-est della Polonia dove un missile ha ucciso due persone. Lo ha detto il principale consigliere di politica estera del presidente polacco, Jakub Kumoch, parlando all’emittente privata TVN 24, come riporta il Guardian, dopo che Kyiv ha chiesto di poter accedere alla scena dell’esplosione. «Una squadra investigativa polacco-americana - ha detto Kumoch - è sul posto. Gli ucraini hanno chiesto di poter accedere al luogo delle indagini. Se entrambe le parti sono d’accordo, e per quanto ne so non ci saranno obiezioni da parte americana, tale accesso potrebbe essere ottenuto presto. Esistono effettivamente dei materiali filmati, non vorrei parlare del contenuto dei materiali filmati che ho visto in modalità classificata, ma ovviamente il Primo Ministro ha dato tali informazioni, tali materiali esistono. Sono le nostre normali foto dal confine, dove si vedono certe cose. Si vedono inquadrature sull’Ucraina, combattimenti sull’Ucraina, e a un certo punto, in un tempo molto breve, si vede una certa sequenza di eventi». Il capo dell’Ufficio per la sicurezza nazionale polacco, Jacek Siewiera, ha inoltre dichiarato all’emittente privata RMF FM che, a quanto gli risulta, il presidente polacco Duda non si è opposto alla presenza di osservatori ucraini sulla scena.

Ore 10:13 - Kiev: «I russi attaccano impianti produzione gas»

Il primo ministro ucraino Denys Shmihal ha affermato che la Russia ha attaccato oggi gli impianti di produzione di gas in Ucraina e un impianto per la produzione di attrezzature e tecnologie missilistiche e spaziali per scopi di difesa a Dnipro. Lo ha affermato il premier Denys Shmyhal al Forum economico internazionale di Kiev, citato da Ukrainska Pravda.

Ore 10:15 - In Ucraina cade la prima neve, ma manca l’elettricità

La prima neve di stagione è caduta durante la notte sull’Ucraina, stretta dal freddo mentre mancano in molte parti del Paese l’elettricità e la possibilità di riscaldarsi. Lo constatano fonti giornalistiche sul posto, mentre sono continuati i raid russi contro le infrastrutture e contro impianti di produzione del gas.

Ore 10:21 - Quattro persone uccise in un attacco missilistico su Zaporizhzhia

Le autorità locali di Zaporizhzhia hanno dato l’annuncio che almeno quattro persone sono state uccise da un missile russo che ha colpito la regione nella notte. «I russi hanno lanciato ancora una volta un attacco missilistico contro uno degli insediamenti della Vilniansk hromada», ha riferito il capo dell’amministrazione militare locale Oleksandr Starukh, scrive Ukrainska Pravda aggiungendo che è stato «distrutto un edificio residenziale a due piani». Inoltre ci sono anche tre feriti in un attacco a Kharkiv e altri tre a Odessa.

Ore 10:41 - Kuleba sente Blinken: «Tutta russa la colpa del missile in Polonia»

Il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, ha detto di aver avuto stamani una conversazione telefonica con il suo omologo americano, Anthony Blinken, con il quale si è detto d’accordo che è «interamente dei russi la responsabilità del suo terrorismo missilistico e delle sue conseguenze sul territorio di Ucraina, Polonia e Moldavia». Lo scrive lo stesso Kuleba in un tweet.

Ore 11:00 - «Intercettati e abbattuti due droni iraniani diretti su Kiev»

La difesa aerea ucraina ha intercettato e abbattuto due droni iraniani Shahed-136 diretti su Kiev: lo ha reso noto l’amministrazione militare della capitale ucraina, scrive il Kyiv Independent.

Ore 11:28 - Erdogan: «Usa e Russia non useranno armi nucleari»

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha commentato il recente incontro tra i capi dei servizi segreti di Russia e Usa avvenuto ad Ankara e ha rivelato che le parti non hanno intenzione di far ricorso all’arsenale nucleare. «Da quanto ho appreso dal capo dei nostri servizi, al momento nessuna delle parti ha intenzione di far ricorso alle armi nucleari. Noi comunque continuiamo a marcarli stretti, vogliamo che questi incontri avvengano spesso. Bisogna evitare che questo mondo spiani la strada alla guerra», ha detto Erdogan.

Ore 12:00 - Zelensky: «Vera pace si raggiunge con più pressione su Putin»

«La pace in Ucraina è un bisogno globale. Sottolineo: non è una pausa temporanea, non un’illusione di pace con cui la Russia tenta, solo per preparare una nuova fase di aggressione, ma la vera pace. So che può essere raggiunto. Ma per questo dobbiamo preservare l’unità globale e continuare a sostenere la nostra lotta per la libertà. È necessario proteggere l’onestà globale e aumentare la pressione sulla Russia per il terrore. Ed è necessario preservare la razionalità globale». Con queste parole il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto ai partecipanti al Bloomberg New Economy Forum, come riporta su Telegram.

Ore 12:14 - I costi della solidarietà: «Nessun aiuto economico per noi che ospitiamo i profughi ucraini da 8 mesi»

(Barbara Gerosa) «L’ho fatto con il cuore. Volevo che le mie figlie si rendessero conto cosa significa scappare dalla guerra. Per questo ho accolto Alissa e la sua bambina, ma adesso, a otto mesi di distanza, è diventato difficile continuare. Ho offerto loro un appartamento, mi sono fatto carico di quasi tutte le spese. Ma se continua così, l’ultima bolletta della luce è stata di 1.450 euro, sarò io a dover chiedere aiuto». Guglielmo, 58 anni, ha aperto la porta della sua abitazione a mamma e figlia fuggite dall’Ucraina. Come lui, un centinaio di famiglie lecchesi che quando è scoppiato il conflitto si sono rese disponibili per accogliere i profughi, una fase transitoria in attesa dell’intervento statale. Che però in molti casi non è ancora arrivato.

Ore 12:23 - Il Papa riceve il vescovo di Leopoli e l’ausiliare di Kharkiv-Zaporizhzhia

Papa Francesco ha ricevuto stamane in udienza in Vaticano monsignor Mieczyslaw Mokrzycki, arcivescovo latino di Leopoli, in Ucraina. Con Mokrzycki il Pontefice ha ricevuto anche monsignor Jan Sobilo, vescovo ausiliare di Kharkiv-Zaporizhzhia.

Ore 12:29 - Kiev: «Obiettivo raid di martedì erano le centrali nucleari»

L’obiettivo dell’attacco missilistico russo del 15 novembre era di fermare le centrali nucleari dell’Ucraina. Lo ha affermato in un’intervista a Forbes, ripresa da Unian, il primo viceministro dell’Energia Yury Vlasenko. «Probabilmente i loro ingegneri energetici, che hanno i circuiti di alimentazione del nostro sistema di alimentazione, hanno detto ai militari dove colpire per fermare le nostre centrali nucleari. Tuttavia, siamo stati in grado di introdurre rapidamente circuiti di alimentazione di riserva per mantenere le centrali in funzione», ha affermato Vlasenko.

Ore 12:30 - Mosca conferma rinnovo accordo grano

Mosca ha confermato il rinnovo dell’accordo sull’esportazione di grano dai porti ucraini «senza modifiche». In una nota il ministero degli Esteri russo ha sottolineato che l’intesa, firmata il 22 luglio e in scadenza domani, «prevede una proroga tecnica di altri 120 giorni salvo eventuali opposizioni. Nessuna obiezione di questo tipo è stata sollevata», e quindi l’accordo è stato rinnovato «senza modificarne i tempi o la portata».

Ore 12:37 - Allarme aereo per oltre 3 ore in Ucraina, poi rientrato

Un allarme aereo è risuonato per oltre 3 ore in tutta l’Ucraina. Cominciato alle 8, l’allarme è stato dichiarato a Kiev e nella regione, a Odessa, Mykolaiv, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk, Lugansk, Kharkiv, Dnepropetrovsk, Poltava, Sumy, Chernihiv, Kirovohrad, Cherkasy, Vinnitsa e Zhytomyr. Verso le 11 l’allarme è rientrato.

Ore 12:55 - Oggi verdetto su volo MH17, abbattuto su Ucraina nel 2014

Previsto per oggi il verdetto dei giudici olandesi sul caso del volo malese MH17 abbattuto sui cieli dell’Ucraina nel 2014. Le vittime dell’incidente aereo furono i 298 passeggeri e tutto l’equipaggio del volo Amsterdam a Kuala Lumpur colpito mentre sorvolava una regione dell’Ucraina orientale sotto il controllo dei separatisti filorussi. Presenti alla sentenza saranno molti dei parenti delle vittime che provenivano da 10 paesi, tra cui 196 olandesi, 43 malesi e 38 australiani. L’accusa ha chiesto l’ergastolo per gli imputati, i russi Igor Girkin, Sergei Dubinsky, Oleg Pulatov e l’ucraino Leonid Kharchenko che però non saranno in tribunale poiché si sono rifiutati di partecipare al processo. Stando alla tesi dell’accusa, gli accusati facevano presumibilmente parte delle forze separatiste sostenute dal Cremlino e hanno avuto ruoli chiave nel portare un missile di tipo Buk da una base militare in Russia al sito di lancio. Mosca ha sempre negato ogni coinvolgimento.

Ore 13:19 - Cremlino: la Casa Bianca può ammorbidire Kiev con influenza

Washington «è in grado di esercitare un’influenza su Kiev, rendendola più flessibile, se lo desidera». Lo afferma il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov parlando nel consueto briefing del rifiuto dell’Ucraina a negoziare.

Ore 13:34 - Incontro Russia-Usa il 29 novembre al Cairo sul trattato nucleare

Inviati russi e americani si incontreranno dal 29 novembre al 6 dicembre al Cairo nell’ambito della commissione bilaterale che sovraintende all’applicazione del trattato New Start sulla riduzione degli arsenali nucleari. Lo ha annunciato il vice ministro degli Esteri di Mosca Serghei Ryabkov in un’intervista televisiva ripresa dalla Tass.

Ore 13:56 - Zelensky: «Sul missile in Polonia non so cosa sia successo»

«Non so cosa sia successo». Sono le parole di Zelensky sul missile caduto martedì in Polonia. Fino a ieri l’Ucraina ha negato che fosse ucraino il razzo caduto, conclusione alla quale sono invece giunte gli Usa, la Polonia e la Nato.

Ore 14:42 - Verdetto Corte L’Aja: il volo Mh17 fu abbattuto da missile dei filorussi

Il voto malese Mh17 fu abbattuto da un missile di tipo Buk sparato da Pervomaisk, una località nel distretto di Lugansk, al momento dell’abbattimento sotto controllo dei militanti separatisti filorussi. È questa la prima parte del verdetto definitivo sull’abbattimento del volo malese 14 luglio del 2014, emesso dal tribunale di massima sicurezza dell’Aja, allestito vicino all’aeroporto Schiphol di Amsterdam. «Frammenti del missile Buk trovati nei corpi delle vittime sono prova inconfutabile del fatto che fu questo missile a causare l’abbattimento del volo», ha spiegato la corte.

Ore 14:06 - «L’elettricità nella regione di Kiev potrebbe mancare per giorni»

Il direttore esecutivo dell’operatore Dtek Dmytro Sakharuk, ha affermato che potrebbe non esserci elettricità nella regione di Kiev per giorni. «Il numero di ore durante le quali possono avvenire le accensioni programmate è ancora molto breve, due o tre ore al massimo», ha osservato, come riporta Unian, sostenendo che in questo momento nel Paese circa il 40% dei consumatori è senza elettricità.

Ore 14:10 - Raid russi in mattinata a Odessa, un civile ferito

Le truppe russe hanno lanciato questa mattina un attacco missilistico su Odessa colpendo un bersaglio, ferendo un civile e danneggiando gli edifici vicini. Lo ha reso noto la responsabile del centro stampa di coordinamento congiunto delle Forze di Difesa del Sud dell’Ucraina, Natalia Humeniuk, secondo quanto riporta Kiev Independent, precisando che la difesa aerea ucraina ha distrutto sei missili sul Mar Nero.

Ore 14:13 - Peskov: l’operazione militare prosegue, non dipende dal clima

Il proseguimento dell’operazione militare speciale non dipende dalle condizioni climatiche, ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Ore 14:31 - Mosca: non rinunceremo a territori annessi

Il viceministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, ha definito «irremovibile» la posizione della Russia sulla sua integrità territoriale, compresi «tutti quei soggetti che sono stati recentemente annessi alla Federazione russa». Lo ha detto durante un’intervista al canale televisivo Rtvi, riportata da Ria Novosti. «Entrare in un negoziato con delle precondizioni è controproducente perché significa che la gente non vuole i negoziati e non vuole un risultato», ha aggiunto Ryabkov, «ma una cosa sono le precondizioni, un’altra è la nostra posizione di integrità territoriale».

Ore 16:21 - Finlandia: 139 milioni per il muro sul confine con la Russia

Il governo finlandese ha proposto di spendere 139 milioni di euro per costruire un muro lungo parti dei suoi 1.200 chilometri di confine con la Russia in risposta all'invasione dell'Ucraina. Il Paese nordico ha annunciato a giugno che costruirà barriere lungo il confine russo per far fronte a varie minacce come il potenziale afflusso massiccio di richiedenti asilo. Il disegno di legge, sebbene contestato in termini di norme sull'asilo dell'Unione europea, è stato approvato a luglio da una maggioranza assoluta che consente al parlamento di accelerare i procedimenti.

Ore 15:04 - Kiev: 991 corpi di civili trovati in zone liberate di 4 regioni

Le forze dell’ordine ucraine hanno scoperto i corpi di 991 civili nei territori delle regioni di Donetsk, Mykolaiv, Kharkiv e Kherson liberate dai russi. Lo ha detto Oleksiy Serheiev, un alto funzionario di polizia, come riporta Ukrinform. «Sono stati documentati 3.559 crimini di guerra e sono stati scoperti i corpi di 991 civili», ha precisato Serheiev. Secondo il funzionario, in totale, gli artificieri hanno rimosso in sicurezza 33mila oggetti esplosivi.

Ore 15:29 - Tajani: il nuovo attacco russo a Kiev è un brutto segnale

«Oggi i segnali sono negativi», perché «il nuovo attacco russo contro la capitale ucraina è un brutto segnale da parte della Russia». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani alla Farnesina, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sull’Ucraina.

Ore 15:55 - Raid russo nella regione di Kharkiv, almeno 8 feriti

Nel distretto di Izyum, nella regione di Kharkiv, i missili russi hanno colpito oggi una infrastruttura critica, ferendo almeno 8 persone, compresi agenti di polizia. Lo ha comunicato il governatore della regione, Oleg Sinegubov, come riporta l’Ukrainska Pravda.

Ore 16:12 - Zelensky: sentenza importante sul volo Mh17

Zelensky ha definito una «decisione importante» quella presa da un tribunale olandese che ha condannato in contumacia all’ergastolo i tre sospetti - due cittadini russi e un ucraino - ritenuti colpevoli dell’abbattimento del volo Mh17 il 17 luglio 2014 in Ucraina. «La punizione per tutte le atrocità russe, sia allora sia adesso, sarà inevitabile», ha scritto il presidente ucraino su Twitter.

Ore 16:45 - Cnn, Usa a corto di armi e munizioni per i rifornimenti a Kiev

Gli Stati Uniti sono «a corto» di armi e munizioni dopo aver rifornito per mesi le forze dell'Ucraina. Lo riferiscono tre funzionari alla Cnn. Dall'inizio dell'invasione russa, Washington ha inviato a Kiev assistenza militare per 18 miliardi di dollari. Il Pentagono ha sempre assicurato che le scorte Usa sono rifornite e qualche giorno fa ha annunciato di aver aggiudicato contratti per un valore di oltre 520 milioni di dollari al gigante della difesa Lockheed Martin per sostituire i sistemi missilistici inviati in Ucraina.

Ore 17:18 - Griner reclusa in una colonia penale in Mordovia

(Marco Bruna) La cestista americana Brittney Griner — arrestata lo scorso 17 febbraio all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca perché trovata in possesso di un vaporizzatore e di alcune cartucce con oli essenziali a base di hashish — è stata trasferita in una colonia penale nella regione russa della Mordovia, nella Russia orientale europea. Lo riferiscono fonti che hanno seguito da vicino la vicenda della campionessa olimpica. Lo scorso agosto, Griner era stata condannata a 9 anni per contrabbando e possesso di droga dalla giudice Anna Sotnikova del tribunale di Khimki. Il 4 novembre scorso era stata trasferita in una prigione vicino a Mosca. Si era già parlato della possibilità che la cestista venisse trasferita in una colonia penale ma ancora non si conosceva la possibile destinazione.

Ore 17:49 - Kuleba: i nostri esperti arrivati in Polonia per il missile

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha reso noto di avere parlato con oggi il suo omologo polacco Zbigniew Rau. «L'Ucraina e la Polonia coopereranno in modo costruttivo e aperto sull'incidente causato dal terrorismo missilistico russo contro l'Ucraina - ha affermato su Twitter -. I nostri esperti sono già in Polonia. Ci aspettiamo che ottengano rapidamente l'accesso al sito in collaborazione con le forze polacche». Zelensky aveva chiesto ieri che una squadra ucraina partecipasse alle indagini.

Ore 17:57 - Borrell: la Russia non mostra alcun segno di ritirata

«La Russia non mostra alcun segno di voler ritirare le proprie truppe dall'Ucraina». Lo ha dichiarato il responsabile della politica Estera dell'UE, Josep Borrell. Aggiungendo: «Temo che la Russia non sia pronta ad un ritiro, e se non si ritira la pace non sarà possibile; ma è la Russia che deve rendere possibile la pace, l'aggressore deve ritirarsi se si vuole una pace sostenibile».

Ore 18:04 - Mosca: sul volo Mh 17 verdetto «politico» e «scandaloso»

La Russia denuncia un verdetto «politico» e «scandaloso» emesso da un tribunale olandese che ha condannato in contumacia all'ergastolo i tre sospetti - due cittadini russi e un ucraino - ritenuti colpevoli dell'abbattimento del volo Mh17 il 17 luglio 2014 in Ucraina. Lo riferiscono fonti diplomatiche russe.

Ore 18:29 - Kiev: almeno 7 morti in raid russo in regione Zaporizhzhia

È di almeno sette morti il bilancio delle vittime dell'attacco missilistico russo su Vilniansk, nella regione di Zaporizhzhia. I soccorritori hanno trovato i corpi di sette persone sotto le macerie di un edificio colpito da un missile russo a Vilniansk. Lo ha detto il vice capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Kyrylo Tymoshenko, riferisce Ukrinform. «Decine di soccorritori, volontari e servizi di pubblica utilità stanno ancora lavorando sul sito - ha aggiunto -. I corpi di sette persone sono stati rimossi dalle macerie».

Ore 18:39 - Kiev: livello orribile di torture a Kherson

Torture dalla portata «orribile» scoperte a Kherson dopo il ritiro russo. Lo riferiscono responsabili ucraini. «Non ho mai visto un livello tale prima d'ora», ha dichiarato Dmytro Lubynets, commissario per i diritti umani del parlamento ucraino. «È semplicemente orribile».

Ore 18:40 - «Ripristinate in gran parte le reti elettriche dopo i raid russi»

Il governo ucraino ha affermato che le comunicazioni sono state ripristinate dopo la recente ondata di attacchi missilistici dalla Russia. «In un solo giorno, grazie agli sforzi degli ingegneri elettrici e agli operatori mobili, 3.000 stazioni hanno ripreso a funzionare. Così, le comunicazioni sono tornate per i residenti delle regioni di Kharkiv e Zhytomyr», ha spiegato il ministro ucraino per la trasformazione digitale Mykhailo Fedorov, scrive la Cnn. Lo stato dei servizi di comunicazione e di alimentazione varia in tutto il Paese, ha aggiunto Fedorov. Nella regione di Odessa funzionava solo il 38% delle reti. Ma in altre regioni, più di due terzi delle reti sono state ripristinate, con il 77% nella regione di Kiev e l'81% nella regione di Leopoli.

Ore 21:47 - Zelensky: «Ancora 10 milioni di ucraini al buio»

Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato stasera che oltre 10 milioni di ucraini sono senza elettricità. «Attualmente, più di 10 milioni di ucraini sono senza elettricità», ha dichiarato il presidente ucraino nel suo consueto discorso televisivo serale.

Estratto dell’articolo di Paolo Brera per “la Repubblica” il 17 novembre 2022.

Il mondo che i russi pretendono di «liberare dai nazisti», il mondo che si lasciano dietro quando se ne vanno dopo otto mesi da usurpatori, è questo lungo corridoio lurido tra le celle, dietro una grata di metallo: è la casa delle torture di Kherson. Nei negozi e nelle case lì accanto ancora tremano per quelle urla: «Non tacevano mai». 

Maxim Negrov, un ex soldato 45enne, ha accettato di rimettere i piedi nella sua cella per raccontare i pestaggi e le scosse elettriche «alle orecchie e ai genitali» che ha subito ogni giorno, più volte al giorno, nelle tre settimane che è stato qui. È una palazzina dalle mura sormontate di filo spinato in via Teploenergetikov 3. […]

La consideravano Russia, e il governo russo di Kherson era dunque questo: era la ronda di tre soldati sospettosi che ferma Dmitro Titov, un ragazzino di vent' anni a passeggio per il centro con tre coetanei, e gli spalanca le porte dell'Inferno. «Ci hanno chiesto i documenti, hanno ispezionato i nostri cellulari e forse hanno visto qualcosa che non gli è piaciuto... Hanno chiamato rinforzi - racconta - e sono arrivati due mezzi militari. Erano una ventina, ci hanno fatto mettere in ginocchio con i piedi e con il calcio dei fucili. Ci chiedevano dei soldati, dei partigiani e della difesa territoriale ucraina...».

L'incubo è durato «mezz' oretta», ma era solo l'inizio. «Al centro di detenzione ci hanno tolto lacci, scarpe e telefonini. Per i nostri genitori siamo spariti. Divisi in celle diverse, ogni tre ore ci portavano al piano sopra per interrogarci». Non era esattamente un interrogatorio: «Ci legavano le caviglie a una sedia, con le mani dietro la schiena. Ci attaccavano un apparecchio con la corrente elettrica a orecchie e dita, e la scossa durava 15 secondi. Faceva malissimo. Mentre urlavo mi riempivano di domande».

La prima sera, racconta, gli avevano fatto gli onori di casa in corridoio: «Ci hanno fatti spogliare nudi e sdraiare». Botte, scariche elettriche e poi la scelta: «Vi ammazziamo o vi violentiamo?». Per fortuna non hanno fatto né una cosa né l'altra. Erano solo sadismo e tecnica del terrore. «Il terzo giorno ci hanno fotografato i tatuaggi e ci hanno liberati». 

Maxim Negrov, invece, non è stato catturato per caso come Dmitro. «Sapevano che avevo partecipato all'Operazione anti terrorismo (la prima fase della guerra nel Donbass). Sono andati a casa di mia madre, mi cercavano da amici e conoscenti e persino dove avevo vissuto da bambino. Una sera, il 15 marzo, mi hanno preso, mi hanno messo un sacco in testa e mi hanno portato qui». Scosse elettriche a orecchie e genitali, racconta, ma non solo.

«Ci sono rimasto tre settimane, non voglio dare dettagli: ci sono ancora ragazzi e ragazze prigionieri dei russi. Molto dipendeva da chi ti torturava: per sadismo o metodo si inventavano sempre un nuovo modo per farlo».

 «La cosa peggiore era sentire urlare continuamente qualcuno, soprattutto di notte». Il cibo, nella casa delle torture, era «un sacchetto di porridge da 300 grammi al giorno. Avevo imparato a riconoscere i torturatori: un gruppo faceva più male ma dava più cibo, l'altro il contrario. La notte venivano da noi ubriachi, facevano alzare tutti nelle celle e ci costringevano a cantare 'Gloria alla Russia' o il loro inno». […]

Chi vuole la guerra. Adolfo Spezzaferro su L’Identità il 17 Novembre 2022 

Allarme rientrato, escalation scampata: il missile caduto in Polonia che ha ucciso due civili non è russo. Anzi, a quanto pare è ucraino, checché ne dica Kiev. Pericolo scampato per tutti, dunque, visto e considerato che la Polonia fa parte della Nato e che una responsabilità russa avrebbe innescato un possibile ingresso dell’Alleanza atlantica nel conflitto, con conseguenze inimmaginabili. Per fortuna proprio gli Stati Uniti hanno usato toni molto distensivi smentendo quasi subito la notizia falsa sul missile russo caduto per sbaglio in territorio polacco durante il vasto bombardamento di martedì sull’Ucraina. Il paradosso è che proprio la Nato, nonostante la Casa Bianca abbia gettato acqua sul fuoco, ha voluto alzare il livello di scontro dicendo che in sostanza la vicenda è imputabile comunque a Mosca. Posizione condivisa, quella del segretario Jens Stoltenberg, dalla nostra premier Giorgia Meloni, che ha puntato il dito contro la Russia. “L’ipotesi che sulla Polonia sia caduto un missile dell’antiaerea ucraina non cambia la sostanza, la responsabilità di quello che è accaduto per quanto ci riguarda è tutta russa”, ha detto al G20 di Bali.

Mentre proprio la Nato ha ammesso che è stato con ogni probabilità un missile della difesa ucraina a colpire i due civili polacchi, da noi è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto ad aggiustare il tiro dopo le parole della Meloni. “Stavo tornando da Bruxelles e ho ricevuto un messaggio dal capo di stato maggiore della difesa ma all’inizio si sapeva solo che era caduto un missile e c’erano vittime in Polonia. Sono stati momenti convulsi ma per fortuna tutto si è risolto e questo ha impedito una degenerazione del conflitto. Pare dalle ultime notizie – ha dichiarato Crosetto durante la registrazione di Porta a Porta – che possa essere stato un missile ucraino che non ha centrato l’obiettivo ed è caduto sul territorio polacco. Questa è la tesi che va ora per la maggiore. Mi sono sentito con i colleghi della Nato e mi sono messaggiato con Stoltenberg: nei momenti difficili bisognava mantenere la calma e gettare acqua sul fuoco perché il clima era già esplosivo così e poteva diventare devastante”.

Una linea non proprio seguita da Stoltenberg, il quale ha detto che sull’incidente avvenuto in Polonia “Kiev non ha colpe” ma è “è il risultato del massiccio lancio di missili russi sull’Ucraina. Questa è la dimostrazione che la guerra di Putin crea situazioni pericolose. Putin deve fermare questa guerra”. “La Russia ha la responsabilità di quanto accaduto ieri in Polonia, perché questo è il risultato diretto della guerra in corso e dell’ondata di attacchi della Russia contro l’Ucraina di ieri”, ha ribadito il segretario della Nato. “L’Ucraina ovviamente ha il diritto di abbattere l’ondata di missili russi che prendono di mira le città ucraine e le infrastrutture critiche ucraine”. In questo modo l’Alleanza atlantica chiude anche la quanto meno imbarazzante questione attacco alla Nato da parte di Kiev.

E se il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha colto l’occasione al balzo per chiedere ancora una volta l’intervento della Nato e la no-fly zone, richieste ovviamente respinte, il presidente polacco ha parlato di “sfortunato incidente” e chiarito che non avrebbe chiesto l’intervento della Nato. Zelensky peraltro ha chiesto un sopralluogo di esperti ucraini dove è caduto il missile. Richiesta anche questa respinta. “Ad indagare sull’accaduto ci sono gli esperti polacchi e quelli americani – ha chiarito Duda – perché qualcuno sia autorizzato a prendere parte alle indagini, sarebbe necessario almeno l’accordo di entrambe le parti”. Un messaggio forte e chiaro a Kiev di stare al posto suo. Proprio come del resto aveva già fatto la Cina, che ha invitato tutti a mantenere la calma.

Intanto il ministero degli Esteri russi ha convocato l’ambasciatore polacco a Mosca. Il ministero degli Esteri di Varsavia aveva annunciato che erano di fabbricazione russa lasciando intendere che Mosca fosse responsabile dello sconfinamento. In effetti, secondo “un’iniziale valutazione degli Stati Uniti” il missile che ha ucciso due persone ieri nel villaggio polacco vicino al confine ucraino è partito dall’Ucraina anche se era di fabbricazione russa. Lo riferiscono due funzionari Usa alla Cnn, precisando che a questa valutazione si riferiva Joe Biden quando ha detto che è “improbabile” che il missile sia partito dalla Russia. Questa valutazione è stata al centro della riunione di emergenza G7-Nato convocata ieri da Biden al margine del G20 di Bali. Le parole di Biden sono state apprezzate dal Cremlino, che ha parlato di “reazione misurata” degli Usa, un atteggiamento “in contrasto con le dichiarazioni” di altri Paesi (come l’Italia, nella lista nera di Mosca).

Insomma, la vicenda del missile caduto, al di là delle illazioni di chi sostiene che è stato un tentativo di Kiev di mettere in mezzo la Nato, visto che (fortunatamente) non intende entrare nel conflitto, e le reazioni dei principali attori su scala globale dimostrano che stanno maturando rapidamente i tempi per far sedere Zelensky al tavolo dei negoziati con Putin. A maggior ragione che ormai è sotto gli occhi di tutti che Kiev non si fa problemi a lanciare accuse contro Mosca, che poi si rivelano infondate, per far alzare pericolosamente il livello di scontro. Forse ora la pace è davvero più vicina.

L’altra “verità” delle esplosioni in Polonia. Lorenzo Vita il 19 Novembre 2022 su Inside Over.  

Le esplosioni avvenute in Polonia hanno avuto un ruolo particolarmente importante sul piano diplomatico: quello di ribadire o, in alcuni casi, di esplicitare la posizione delle varie potenze coinvolte, su diversi livelli, nella guerra in Ucraina. Mentre Ucraina e Russia hanno immediatamente negato le rispettive responsabilità, ma anzi si sono accusate reciprocamente del tragico errore che ha causato l’incidente di Przewodow, quello che è apparso subito interessante è il modo in cui si è mossa la Nato e al suo interno le singole forze che più di tutte hanno palesato un interesse più o meno diretto su quanto avviene in Ucraina.

La posizione americana

Gli Stati Uniti, che per primi insieme ad alcune fonti polacche hanno fatto circolare la notizia delle esplosioni e il presunto coinvolgimento di missili russi, hanno ridimensionato subito le accuse nei confronti della Russia evitando di parlare di “attacco”, ma solo di “esplosioni”, e dicendo di avere capito, dalle prime indagini, che non si fosse trattato di un missile di Mosca. A confermare questa linea è stato direttamente il presidente Usa Joe Biden, come a volere disinnescare immediatamente qualsiasi discussione interna ed esterna alla propria amministrazione, sorprendendo molti cronisti e anche facendo parlare di vera e propria “forzatura” sul risultato delle indagini.

Versione che poi è stata subito condivisa dal segretario generale Jens Stoltenberg e dal presidente polacco Andrzej Duda, i quali nell’arco di poco più di 12 ore dall’incidente hanno ribadito che le prove convergevano su un missile della contraerea ucraina caduto accidentalmente a Przewodow. Non solo, Varsavia ha anche ufficialmente smentito sia la più grave ipotesi di attivazione dell’articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico, sia quella del più politico articolo 4, che prevede discussioni immediate su un determinato evento. Segno che Polonia, Stati Uniti e Alleanza Atlantica hanno voluto spegnere sul nascere ogni possibile escalation diplomatica con il Cremlino.

Come si sono mosse Londra e Ankara

Interessante, in quel frangente, la posizione del Regno Unito, apparso curiosamente silente rispetto a un incidente che poteva essere motivo di rinnovate frizioni con la Russia. Non è un mistero che Londra abbia rappresentato, per diversi frangenti, una sorta di alfiere antirusso all’interno del sistema atlantico. Basti pensare alle accuse rivolte da Mosca ai britannici per essere considerati responsabili sia dell’ultimo attacco con droni al porto di Sebastopoli sia del sabotaggio al gasdotto Nord Stream. Eppure, da Londra non sono arrivate prese di posizione particolarmente dure nei confronti della Federazione Russa, sottolineando pertanto una linea aderente a quella della Casa Bianca anche in questa nuova formula di “de-escalation”.

Nelle stesse ore interessante anche il comportamento turco. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha immediatamente ribadito la necessità di un negoziato. Negoziato su cui, è bene ricordarlo, Ankara si è spesa anche sfruttando la sua posizione nel Mar Nero che le permette di giocare un ruolo da protagonista nell’ambito dell’accordo sul grano (con Istanbul hub di coordinamento). Erdogan, che era a Bali per il G20, ha espresso una posizione chiara: non solo ha sostenuto la linea di Biden, ma anche detto che “insistere sul fatto che i missili fossero di fabbricazione russa” avrebbe “gonfiato la vicenda”, precisando che “simili metodi, come le provocazioni” non fossero “corrette”.

Le vere posizioni della diplomazia

Al netto delle verità dell’indagine, che dovrà definitivamente accertare la responsabilità di quello che per tutti, al momento, è un drammatico incidente, i missili in Polonia hanno così potuto raccontare al mondo le reali posizioni della diplomazia. Gli Stati Uniti hanno fermato l’escalation, il Regno Unito appare distratto dalla crisi interna, la Russia li ha sostanzialmente ringraziati e continua a voler mostrare di essere pronta a trattare con Kiev, la Turchia continua a considerarsi l’unica in grado di mediare, la Nato e i baltici hanno evitato ulteriori tensioni. Mentre l’Ucraina – consapevole delle divergenze in seno all’amministrazione Usa – prova a far capire che la sua controffensiva non è finita, dimostrando di sapere contraddire anche pubblicamente Washington quando percepisce deviazioni dal sostegno completo alla sua guerra.

L’alba di un nuovo giorno. «Donna, vita, libertà» e la battaglia degli iraniani e degli ucraini contro i regimi dispotici. Christian Rocca su L’Inkiesta il 18 Novembre 2022.

Gli iraniani hanno un nemico interno (gli ayatollah), gli ucraini hanno un nemico esterno (Putin). Ma insieme lottano per la libertà e per rendere possibile ciò che sembrava impossibile. E poi ci sono i russi, che non hanno ascoltato quella vecchia canzone di Sting. Anticipazione del nuovo numero di Linkiesta Magazine in edicola dal 23 ma già disponibile su Linkiesta Store

Le rivoluzioni sembrano sempre impossibili il giorno prima, e sempre inevitabili il giorno dopo. La rivolta delle ragazze contro “l’apartheid di genere”, cui le donne iraniane sono state costrette dagli ayatollah a cominciare dal 1979, pareva impossibile fino al giorno prima dell’assassinio di Mahsa Amini il 16 settembre 2022, una ragazza colpevole di essersi tolta dalla testa quel cencio medievale chiamato hijab e imposto dal clero sciita.

Quarantatré anni di potere teocratico dei mullah corrotti e miserabili su una società che un tempo era tra le più avanzate e moderne del Grande Medio Oriente sembravano fossero destinati a durare in eterno. Fine mullah mai.

Quando l’ayatollah Khomeini con l’aiutino dei francesi instaurò la Repubblica islamica sciita, le giovani donne di Teheran provarono a resistere, a cominciare dal velo (come mostrano le splendide fotografie che pubblichiamo su Linkiesta Magazine), ma i metodi islamofascisti delle squadracce della Gasht-e Ershad, la polizia morale religiosa, fecero calare le tenebre su tutto l’Iran e in particolare sulla condizione delle donne.

Il regime teocratico degli ayatollah è sopravvissuto a tutto, alle guerre sanguinarie con Saddam Hussein e alle sanzioni americane, ma per la prima volta improvvisamente mostra i segni di un cedimento strutturale grazie alle commoventi proteste delle ragazze, e poi anche dei ragazzi, contro l’imposizione del velo e in solidarietà alle vittime della repressione islamista, volte ormai a destituire i carcerieri di un’intera generazione che vuole vivere come le coetanee di New York e di Los Angeles.

«Donna, vita, libertà», ecco la rivoluzione inevitabile, popolare, coraggiosa e ammirevole. Siamo dunque arrivati all’alba del giorno dopo, come racconta Mariano Giustino in apertura di questo numero del nostro giornale con il World Review del New York Times.

C’è un altro popolo coraggioso e ammirevole che altrettanto inevitabilmente sta lottando per la propria incolumità, per la propria indipendenza, per la propria libertà.

Questo popolo è il popolo ucraino sotto attacco russo dal 24 febbraio 2022, ma in realtà da anni, anzi da secoli caratterizzati da incessante pulizia etnica, linguistica e culturale, e da stermini pianificati dagli zar imperialisti, dai comunisti dell’Unione sovietica e dal loro attuale e tragicomico imitatore di stanza al Cremlino, il palazzo più sanguinario della storia dell’umanità. Linkiesta è orgogliosa di pubblicare per la seconda volta le riflessioni di Volodymyr Yermolenko, il principale filosofo contemporaneo ucraino, e le parole di Serhiy Zhadan, il più importante scrittore e poeta (e anche musicista punk rock) del Paese. Yermolenko e Zhadan sono le voci più rappresentative della generazione ucraina che dalle proteste di Majdan alla resistenza antirussa sta combattendo per la libertà e l’indipendenza di un popolo, e anche per noi.

A unire le ragazze e i ragazzi iraniani e ucraini non c’è solo la comune battaglia per la libertà e l’aspirazione a vivere come i coetanei occidentali, come i newyorchesi o i parigini, c’è anche un nemico comune.

Un nemico astratto che è il regime autocratico e fanatico che li vorrebbe tenere entrambi in carcere e in alternativa li uccide senza pietà, ma anche un nemico fatto di persone fisiche che non a caso sono saldamente alleate nell’organizzare la doppia carneficina di questi mesi.

I droni kamikaze che uccidono i civili ucraini nelle scuole, nei centri commerciali, nei parchi giochi e negli ospedali delle città che resistono all’invasore russo sono forniti a Vladimir Putin dagli ayatollah iraniani.

Se esiste un asse del male oggi è composto dall’alleanza criminale russo-iraniana, impegnata a cancellare una generazione di ucraini (e pure di russi usati come carne da macello) e a reprimere nel sangue una generazione di iraniani.

L’Iran è sotto attacco interno, l’Ucraina è sotto attacco esterno, ma l’evidenza della battaglia comune è lampante, solo alcuni volenterosi complici occidentali di Putin e di Ali Khamenei non vogliono vedere quello che invece succede alla luce del sole.

C’è un’altra questione, decisiva, che segna inesorabilmente la fine del regime reazionario di Teheran e purtroppo tiene ancora in vita quello autoritario di Mosca.

Gli iraniani si stanno ribellando, i russi no. Gli iraniani della diaspora scendono in piazza, i russi no. Gli iraniani che vivono all’estero manifestano con gli ucraini contro i due regimi, i russi che vivono in Italia, in Francia, in Germania, in Gran Bretagna fanno shopping e si girano dall’altra parte.

I russi non muovono un dito per gli ucraini e al massimo fingono di non essere corresponsabili dei crimini di guerra di cui invece sono complici, come se i russi che ogni giorno uccidono donne e bambini ucraini fossero un popolo diverso rispetto a quello sedicente illuminato di Mosca, di San Pietroburgo o della diaspora occidentale.

Nel 1985, quando i vertici sovietici minacciavano l’uso dell’atomica, una famosa canzone di Sting, Russians, si augurava per scongiurare la guerra totale che anche i russi amassero i loro figli, come gli occidentali avevano a cuore i loro.

«Potremmo salvarci, me e te, solo se anche i russi amassero i loro figli», cantava Sting. Vale anche oggi, vale per i russi e per gli iraniani, con la differenza che oggi sappiamo che sia i russi sia gli iraniani non amano i figli degli ucraini e nemmeno i loro.

Ucraina Russia, le notizie del 18 novembre sulla guerra. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paola Caruso e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 18 Novembre 2022.

Le notizie di venerdì 18 novembre. Papa: «Siamo pronti a mediare». Oltre 10 milioni di ucraini al buio. «Cittadini di Kiev fate scorte di cibo e acqua». La Russia annuncia la costruzione di fortificazioni in Crimea

• La guerra in Ucraina è arrivata al 266esimo giorno.

• Oltre 10 milioni di ucraini al buio nelle regioni di Odessa, Vinnytsia, Sumy e Kiev. Nella notte attacchi russi alle centrali di Nikopol.

• Ma l'Ucraina può vincere la guerra?

• Macron ai Paesi Opec: «La guerra è anche affare vostro».

• Gli esperti ucraini in Polonia per cooperare nell’inchiesta sul missile.

• Mosca ha rinnovato l’accordo sul grano per altri 4 mesi.

Ore 06:10 - Soldato russo fugge in Spagna, «in Ucraina guerra criminale»

È atterrato due giorni fa a Madrid e ora, dopo aver presentato una richiesta d’asilo, si dice disposto a testimoniare contro la «guerra criminale» intrapresa da Mosca in Ucraina: è la storia riportata dal Guardian di Nikita Chibrin, 27enne soldato russo che avrebbe fatto parte di una brigata accusata di aver commesso crimini di guerra a Bucha e Andriivka. «Io non ho mai sparato un colpo», ha assicurato Chibrin, secondo il quotidiano britannico. Il soldato, che afferma di essersi detto contrario all’invasione russa sin dal primo giorno, avrebbe disertato a giugno, riuscendo poi a tornare in Russia, e, successivamente, a fuggire da lì. Ora, Chibrin, che è entrato nell’esercito russo nel 2021 e afferma di esser stato portato a combattere in Ucraina «con l’inganno», si dice pronto a testimoniare di fronte a una corte internazionale: «Non ho nulla da nascondere».

Ore 06:20 - Kuleba: «Nostri esperti in Polonia per cooperare su missile»

Gli esperti ucraini sono già arrivati in Polonia per cooperare nell’inchiesta sul missile caduto il 15 in territorio polacco. Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. «Ho parlato con (il ministro degli Esteri polacco) Zbigniew Rau. Ucraina e Polonia collaboreranno in maniera aperta e costruttiva sull’incidente causato dal terrore missilistico russo contro l’Ucraina. I nostri esperti sono già in Polonia. Ci aspettiamo che abbiano rapido accesso al sito in cooperazione con le forze di sicurezza polacche», ha twittato Kuleba.

Ore 06:25 - Kiev: livello «orribile» di torture a Kherson

Torture dalla portata «orribile» scoperte a Kherson dopo il ritiro russo. Lo riferiscono responsabili ucraini.

Ore 06:30 - Zelensky: «Ancora 10 milioni di ucraini al buio»

Il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato stasera che oltre 10 milioni di ucraini sono senza elettricità. «Attualmente, più di 10 milioni di ucraini sono senza elettricità», ha dichiarato il presidente ucraino nel suo consueto discorso televisivo serale. Le previsioni meteo indicano che nei prossimi giorni la temperatura nel Paese scenderà a -10.

Ore 06:45 - Svaligiata la villa in Versilia di Tinkov, oligarca nemico di Putin

Svaligiata la villa di Forte dei Marmi (Lucca) di proprietà del miliardario russo Oleg Tinkov, la cui fortuna all’apice della carriera era stata stimata in 9,4 miliardi di dollari. Ora è caccia ai ladri, che avrebbero agito con estrema professionalità, manomettendo sofisticati sistemi di sicurezza. La villa del magnate, che ha molto investito in Versilia, e che dopo l’invasione dell’Ucraina ha preso le distanze da Vladimir Putin, al momento del maxi furto era vuota: Tinkov con la sua famiglia si trova, infatti, in Messico.

Ore 06:58 - Macron ai Paesi Apec: «Questa guerra è anche affare vostro»

Il presidente francese Emmanuel Macron ha sollecitato i leader dell’Asia-Pacifico a unirsi al «crescente consenso» internazionale contro la guerra in Ucraina, avvertendoli che «questa guerra è anche un vostro problema». Macron, che si trova a Bangkok per gli annuali incontro della Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec), ha affermato che «la priorità numero uno della Francia è contribuire alla pace in Ucraina e cercare di innescare una dinamica globale di pressione sulla Russia». Rivolgendosi ai leader economici dell’Apec, il presidente francese ha dichiarato che la Francia vuole «lavorare a stretto contatto con la Cina, l’India, l’intera regione, il Medio Orienta, l’Africa, l’America Latina, per creare un consenso crescente» contro il conflitto.

Ore 08:11 - Attacchi nella notte a centrali elettriche di Nikopol

Nella notte l’esercito russo ha bombardato il distretto meridionale di Nikopol danneggiando tra l’altro una centralina elettrica, una centrale a energia solare e condomini: lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale Valentyn Reznichenko, citato dai media ucraini. Durante la notte attacchi russi hanno colpito anche la regione orientale di Dnipropetrovsk.

Ore 08:12 - Il Papa: «La pace è possibile, pronti a mediare»

La pace in Ucraina «è possibile. Però bisogna che tutti si impegnino per smilitarizzare i cuori. Dobbiamo essere tutti pacifisti. Volere la pace, non solo una tregua che magari serva solo per riarmarsi», Lo dice papa Francesco in un’intervista alla Stampa alla vigilia della sua visita ad Asti. Il Pontefice conferma poi la disponibilità del Vaticano a «fare tutto il possibile per mediare e porre fine al conflitto in Ucraina».

Ore 08:38 - Kiev: sale a 433 il numero dei bambini uccisi da inizio guerra

Dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio, 433 bambini ucraini hanno perso la vita e più di 837 sono rimasti feriti a causa dei bombardamenti russi. Lo rende noto l’Ufficio del Procuratore Generale di Kiev, come riporta Ukrinform.

Ore 08:57 - Mosca: speriamo scambio detenuto Usa per Viktor Bout

Le possibilità di scambiare Viktor Bout, che sta scontando una pena in un carcere statunitense con l'accusa di traffico d'armi, con un cittadino statunitense esistono ancora, ha dichiarato oggi il viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov. «Voglio sperare che questa prospettiva non solo rimanga possibile, ma che si stia rafforzando e che arrivi il momento in cui questa prospettiva si trasformerà in un accordo concreto», ha detto. Lo riporta la Tass. Bout, noto come il «mercante di morte», è un cittadino russo condannato da un tribunale Usa a 25 anni di carcere per aver tentato di vendere armi alle Farc colombiane.

Ore 09:00 - Ma l’Ucraina può vincere la guerra?

(Lorenzo Cremonesi da Kiev e Giuseppe Sarcina da Washington) L’escalation della guerra, sfiorata con il missile caduto sulla Polonia nella sera di martedì (uccisi due cittadini inermi) ha riacceso la discussione sulle prospettive della guerra e sulle possibilità della pace. È stato il tema principale del G20 a trazione americana che si è appena concluso a Bali, in Indonesia. Di fatto tutti i Paesi, tranne la Cina, hanno condannato l’aggressione della Russia. Ma non tutti hanno la stessa opinione su ciò che ci aspetta nei prossimi mesi. Il confronto ruota su alcune domande cruciali. Vediamole.

Ore 09:04 - Kiev: la guerra può finire prima della liberazione dei territori

Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha affermato in un briefing con i giornalisti che la guerra potrebbe finire prima che l'Ucraina liberi tutti i territori con mezzi militari. Podolyak ha commentato così la dichiarazione del capo di stato maggior americano Mark Milley secondo cui è molto bassa la probabilità di liberazione militare di tutti i territori occupati dai russi, compresa la Crimea.

Secondo il consigliere presidenziale, se l'esercito russo perde una grande città, ad esempio Lugansk, che è stata occupata per otto anni ed è anche un simbolo per Mosca, ciò porterà a processi irreversibili tra l'élite politica della Federazione Russa e della società: «E in questo modo, la guerra può finire anche prima di liberare tutti i territori occupati con mezzi militari. Perché se sarà liberata una grande città, la Russia avrà perso la guerra», ha detto Podolyak.

Ore 10:24 - La Russia annuncia la costruzione di fortificazioni in Crimea

La Russia ha annunciato che sono in corso lavori di fortificazione in Crimea, dopo il ritiro dalla vicina regione di Kherson. «Sono in corso lavori di fortificazione sotto il mio controllo sul territorio della Crimea per garantire la sicurezza della Crimea», ha affermato Sergei Aksionov, il governatore insediato da Mosca dopo l'annessione di questa penisola ucraina nel 2014.

Ore 10:30 - Kiev avverte i cittadini: «Fate scorte di cibo e acqua»

L'amministrazione comunale di Kiev ha consigliato ai cittadini della capitale di fare scorte di acqua e cibo in previsione di ulteriori attacchi dell'esercito russo. Le autorità cittadine hanno anche avvertito di prepararsi a lunghe interruzioni della corrente elettrica. Lo riporta Unian.

Ore 10:32 - Medvedev: «Il Congresso Usa metterà fine al sostegno a Kiev»

Con il rafforzamento dei Repubblicani dopo le elezioni di midterm il Congresso Usa a lungo andare «sospenderà il sostegno senza riserve al regime nazionalista dell'Ucraina», perché «l'America ha sempre abbandonato i suoi amici». Lo ha detto l'ex presidente russo Dmitry Medvedev citato dall'agenzia Tass. L'atteggiamento tra i cittadini americani comuni «comincerà ad indirizzarsi verso la realtà», ha aggiunto Medvedev, e ciò «continuerà a crescere fino a che il Congresso sospenderà» il suo sostegno a Kiev.

Ore 10:50 - Telefonata tra Putin ed Erdogan

Il presidente russo Vladimir Putin ha sentito al telefono l'omologo turno Erdogan. Il presidente turco ha ringraziato Putin per aver prolungato, ieri, l'accordo sul grano. Lo riporta l'agenzia Anadolu.

Ore 10:53 - 007 Gb, la Russia si sta preparando per l'avanzata ucraina in Crimea

La Russia sta scavando nuove trincee in Crimea e sul fiume Donec che divide Donetsk e Lugansk. Lo rende noto l'intelligence britannica. Il tutto è coerente con precedenti rapporti: i russi si stanno preparando a difendere le posizioni prima dell'inverno e potrebbero impiegare e ridistribuire qui le forze ritirate da Kherson. L'Ucraina potrebbe riuscire a raggiungere la Crimea o riconquistare vaste aree del Donbass questo inverno in base ad alcuni osservatori, se le condizioni saranno favorevoli. Ma per sfondare sul fronte russo e per penetrare le linee di rifornimento russe, Kiev necessita di numeri e qualità di dotazioni.

Ore 11:01 - Cremlino: stabilire chi c'è dietro alle esplosioni a Nord Stream

È «molto importante stabilire che vi sia dietro alle esplosioni». Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov commentando i risultati dell'inchiesta svedese che ha confermato la tesi del sabotaggio contro i gasdotti Nord Stream.

Ore 11:09 - Erdogan: presto al lavoro per esportare gas russo in Europa

La Turchia avvierà presto un'analisi dal punto di vista tecnico e commerciale per realizzare un hub energetico ed esportare gas dalla Russia all'Europa. Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riporta Anadolu, in una telefonata con l'omologo russo Vladimir Putin, che nelle scorse settimane aveva proposto di inviare gas in Europa tramite la creazione di un hub energetico in Turchia. Erdogan ha definito il progetto «un obiettivo comune».

Ore 11:11 - Erdogan a Putin: rilanciare il negoziato

Durante lo colloquio telefonico con Putin, Erdogan ha menzionato la necessità di rilanciare i negoziati tra Mosca e Kiev, affermando che il prolungamento della guerra in Ucraina comporta molti rischi. Lo rende noto Anadolu.

Ore 11:23 - Peskov: al momento è escluso un vertice Putin-Biden

Al momento un vertice tra Vladimir Putin e Joe Biden è escluso. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti: «No, finora non si parla di un vertice...al momento».

Ore 11:57 - Polonia, funerali di stato per i due morti in attacco missilistico

La Polonia celebrerà i funerali di stato per le due persone uccise dal missile che ha colpito il villaggio di Przewodów, al confine con l'Ucraina. Lo ha detto il parroco locale all'agenzia di stampa polacca Pap, aggiungendo che i funerali si svolgeranno separatamente, sabato e domenica.

Ore 12:00 - Mosca: «Oggi attaccati obiettivi militari e infrastrutture»

Il ministero della Difesa russo ha reso noto che i suoi attacchi in Ucraina oggi sono stati diretti «alle infrastrutture militari ed energetiche» e che hanno «danneggiato impianti di produzione di missili». «Tutti gli obiettivi sono stati raggiunti», ha aggiunto il portavoce, Igor Konashenkov.

Ore 12:26 - Avviato collegamento ferroviario con Kherson

La Compagnia delle ferrovie ucraine avvia un collegamento ferroviario con Kherson: il primo treno da Kiev parte oggi. Per Zelensky le ferrovie ucraine dimostrano coraggio, continuando a funzionare nonostante i tempi così difficili. Ribattezzato il «treno della vittoria» — le cui carrozze sono state dipinte da artisti ucraini — partirà per la prima volta questa sera alle 22.14 locali da Kiev per Kherson, mentre un'altra partenza è stata programmata per domani mattina alle 9 (ora locale). Circa 200 passeggeri che hanno acquistato un «biglietto della vittoria».

Ore 12:45 - Dombrovskis da Zelensky: discusso aiuto finanziario

Il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovksis, si è recato a Kiev dov'è stato ricevuto dal presidente Volodymyr Zelensky. «È stato un buon incontro. Ho ribadito la solidarietà dell'Ue con l'Ucraina mentre la Russia continua la sua brutale guerra, uccidendo cittadini e distruggendo infrastrutture. Abbiamo anche discusso del sostegno finanziario di emergenza dell'Ue per favorire l'integrazione economica dell'Ucraina e il processo di adesione all'Unione», ha spiegato Dombrovskis in un tweet.

Ore 13:08 - Svezia: grave sabotaggio a Nord Stream, trovate tracce esplosivi

e esplosioni che a fine settembre hanno riguardato i gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono state un «grave sabotaggio» e dalle analisi sono state rilevate «tracce di esplosivi su diversi oggetti estranei ritrovati». Lo ha annunciato il procuratore svedese Mats Ljungqvist, che guida l'indagine preliminare della Svezia sull'accaduto, citato dai media svedesi. Ljungqvist ha aggiunto che l'indagine preliminare è molto complessa ed estesa, che il lavoro di analisi avanzata continua per arrivare a condizioni più certe sull'incidente e che la collaborazione con le autorità svedesi e di altri Paesi procede in modo eccellente. Due delle quattro falle rilevate si trovano nella zona economica svedese.

Ore 13:54 - Media: su Kiev usato un missile senza testata atomica

Uno dei missili lanciati ieri su Kiev e abbattuto dalla contraerea ucraina era un missile da crociera X-55, che può portare testate nucleari ma che stavolta ne era privo: lo scrive il portale di notizie militari open source Defense Express. La notizia è stata rilanciata dai media ucraini. Gli esperti ritengono che le scorte di missili da crociera convenzionali in Russia si stiano esaurendo a un livello critico per il Cremlino.

Ore 13:58 - «Famiglia con due bambini uccisa a Zaporizhzhia»

Secondo la polizia ucraina, la scorsa notte l'esercito russo ha ucciso a colpi di pistola una famiglia con due bambini nella regione di Zaporizhzhia. Le forze dell'ordine hanno diffuso i nomi delle quattro vittime colpite nel villaggio di Kamysh-Zarya, nel distretto di Pology. Secondo le forze dell'ordine ucraine ora la strada, via Poshtovaya, in cui è avvenuto l'omicidio è circondata da personale militare della Federazione Russa. Le informazioni della polizia sono state confermate dai servizi di intelligence di Kiev.

Ore 14:46 - L'Estonia chiude varco pedonale con Russia

Chiuderà il prossimo 28 novembre il varco pedonale transfrontaliero che collega la città estone di Narva alla russa Ivangorod. Lo annuncia la Radiotelevisione estone. Diversamente da quanto annunciato in precedenza da alcuni media, la chiusura del varco - un ponte che attraversa il fiume Narva - non avviene ufficialmente per ragioni di sicurezza, ma per permettere l'inizio di lavori di ammodernamento della struttura.

Ore 15:24 - Putin presiede il Consiglio sicurezza, prima volta in presenza dall’inizio invasione

Per la prima volta dall’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio, il leader del Cremlino ha partecipato in presenza a una riunione del Consiglio di sicurezza. Lo riferisce il sito indipendente russo Meduza. L’ultima volta che Putin era andato in presenza risale al 21 febbraio, da allora era sempre intervenuto in video. Al Consiglio di oggi si è discusso del miglioramento della difesa civile russa. Nel suo discorso d’apertura, Putin ha sottolineato che si tratta di questione di routine e non di emergenza. Alla riunione è intervenuto Alexander Kurenkov, ministro per le Emergenze.

Ore 15:34 - Sindaco Kiev: «Quasi 2 milioni senza elettricità»

A Kiev c’è una «situazione critica» per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica. Lo ha detto il sindaco della capitale ucraina, Vitalij Klitschko, all’Associated Press. «C’è un enorme deficit di elettricità. Da 1,5 a 2 milioni di persone, circa la metà della popolazione della città, sono periodicamente immerse nell’oscurità quando le autorità spostano l’elettricità da un distretto all’altro», ha spiegato Klitschko. Con gli attacchi alle infrastrutture energetiche i russi «sperano di portarci alla depressione, così magari ci arrendiamo», ha detto Klitschko, aggiungendo che la strategia del presidente russo Vladimir Putin «è sbagliata». «Dopo ogni attacco missilistico, parlo alla gente, ai semplici vicini. Loro non sono depressi. Sono arrabbiati, e pronti a restare per difendere le nostre case, le nostre famiglie e il nostro futuro», ha commentato ancora Klitschko.

Ore 15:41 - Mosca accusa: «Giustiziati 10 prigionieri di guerra»

Il ministero della Difesa, a Mosca, ha accusato le truppe di Kiev di aver giustiziato oltre 10 soldati russi «in maniera deliberata e metodica» sparando «direttamente alla testa» dei militari. L’accaduto «non può essere presentato come una tragica eccezione alla presunta piena osservanza dei diritti dei prigionieri di guerra da parte del regime di Kiev», ha accusato il governo russo.

Ore 16:07 - Mosca: «Russia-Qatar interessati a coordinarsi in mercato gas»

Il presidente russo, Vladimir Putin, e l’Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, hanno «ribadito» il loro «interesse comune per un ulteriore stretto coordinamento nel settore dell’energia, compresa la garanzia dell’equilibrio e della stabilità necessari sul mercato globale del gas»: lo afferma il Cremlino riferendo di una conversazione telefonica tra Putin e al-Thani. Lo riporta l’agenzia Interfax.

Il presidente russo Vladimir Putin si è inoltre congratulato con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, per l’imminente inizio dei Mondiali di calcio nel Paese mediorientale: lo afferma il Cremlino, ripreso dall’agenzia Interfax, riferendo di una telefonata tra Putin e al-Thani. Gli attivisti per la difesa dei diritti umani denunciano in Qatar gravissime violazioni dei diritti dei lavoratori, della libertà di espressione, della libertà di stampa, della libertà di associazione, dei diritti delle donne e leggi che discriminano le minoranze sessuali.

Ore 16:18 - Mosca: «Zelensky dovrà rispondere per ogni prigioniero ucciso»

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi «scagnozzi» dovranno rispondere di ogni prigioniero di guerra ucciso. Lo ha annunciato il ministero della Difesa della Federazione Russa, come riporta Tass. «Zelensky e i suoi scagnozzi dovranno rispondere davanti al tribunale della storia, ai popoli della Russia e dell’Ucraina, per tutti e per ogni prigioniero torturato e ucciso», ha affermato il ministero in una nota. Mosca ha accusato oggi l’esercito di Kiev di aver ucciso deliberatamente 10 prigionieri di guerra russi.

Ore 16:30 - Olanda convoca ambascia Russia dopo critiche Mosca a sentenza MH17

L’ambasciatore russo all’Aja è stato convocato al ministero degli Esteri dopo che Mosca ha bollato la sentenza a carico di tre persone, due russi e un ucraino, per l’abbattimento dell’aereo della Malaysian nel luglio del 2014, come «motivata politicamente». Il ministero degli Esteri russo ha definito la sentenza, in cui si sottolinea che ad abbattere l’aereo è stato un missile Buk arrivato dalla Russia, «scandalosa». «Abbiamo letto la sentenza della Corte. La Russia ieri lo ha liquidato come un processo politico. Screditando lo stato olandese. Ed è assolutamente inaccettabile. Per questo l’ambasciatore è stato convocato questo pomeriggio e gli sono state chieste spiegazioni», si legge in una nota del ministero.

Ore 16:40 - Zelensky sente Erdogan: «Kiev garante stabilità alimentare»

«In una telefonata con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan abbiamo espresso soddisfazione per l’estensione dell’accordo sui cereali. L’ho ringraziato per aver sostenuto la nostra iniziativa Grain from Ukraine e ho assicurato che l’Ucraina rimarrà un garante della stabilità alimentare. Abbiamo discusso anche di sicurezza e cooperazione energetica». Lo ha scritto su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 16:43 - Funerali di Stato in Polonia per le due vittime del missile

I due uomini morti martedì scorso in Polonia dopo la caduta di un missile dalla zona di guerra ucraina riceveranno un funerale di stato. Lo riporta la Dpa, precisando che le esequie, separate si svolgeranno rispettivamente domani e domenica. Lo ha rivelato oggi il parroco di Przewodow. Un missile è caduto martedì in questo piccolo villaggio situato a sei chilometri dal confine ucraino. A perdere la vita un conducente di un trattore di 60 anni e un magazziniere di 62 anni che lavoravano in un magazzino vicino all’area dell’impatto. Il trattore carico di mais era diretto al magazzino al momento dell’impatto, secondo quanto riferito dai media polacchi.

Ore 16:46 - Vertice capi di governo di Cina e Russia a dicembre

Il 27esimo vertice dei Capi di governo di Russia e Cina si terrà nel prossimo dicembre: lo ha reso noto il Cremlino al termine di una riunione della Commissione intergovernativa russo-cinese sulla cooperazione energetica. Il vicepremier russo Alexander Novak ha sottolineato come le relazioni fra i due Paesi non siano influenzate da eventi esterni e si basino sulla «convergenza degli interessi fondamentali e una profonda fiducia e rispetto reciproci».

Ore 17:16 - Finlandia: nel 2023 al via la recinzione al confine con la Russia

La costruzione di una recinzione di filo spinato pianificata lungo il confine della Finlandia con la Russia inizierà all’inizio del prossimo anno. Lo hanno riferito i funzionari della guardia di frontiera finlandese. Il tratto iniziale di tre chilometri della recinzione sarà eretto in un punto di passaggio nella città orientale di Imatra entro l’estate del 2023. Alla fine si estenderà fino a un massimo di 200 chilometri. Il confine di 1.340 chilometri della Finlandia con la Russia è il più lungo di qualsiasi altro membro dell’Unione europea.

Ore 17:21 - Parte oggi il primo treno da Kiev verso Kherson liberata

Ad una settimana dall’arrivo dei soldati ucraini a Kherson, riprende oggi il servizio ferroviario da Kiev fino alla città liberata. Sul primo treno in partenza vi sono 200 passeggeri, ha riferito Serhii Khlan, consigliere dell’amministrazione dell’oblast di Kherson, citato da Kyiv Independent.

Ore 17:48 - Così Russia e Iran aggirano le sanzioni: ecco perché il Pentagono è pessimista sulla guerra in Ucraina

(Federico Rampini) Dietro il pessimismo del capo di stato maggiore americano sulla guerra in Ucraina c’è una constatazione: le sanzioni economiche non sono a tenuta stagna; il Pentagono non si fa illusioni sull’impatto che hanno nell’indebolire gli arsenali di Vladimir Putin. Questo non significa mettere in discussione le sanzioni stesse, che restano indispensabili, ma induce a valutarne i risultati con realismo. La scoperta che la Russia sta lanciando sull’Ucraina droni iraniani fabbricati con componenti americani e giapponesi – due nazioni che sanzionano sia la Russia sia l’Iran – è un richiamo alla realtà. Quando il generale Mark Milley, Joint Chiefs of Staff, ha evocato lo spettro di una guerra protratta per anni – e ha invitato al negoziato – aveva in mente anche questo.

Ore 17:53 - Caso Griner, la Russia aspetta esito positivo da scambio prigionieri

Sergei Ryabkov, viceministro degli Esteri russo, ha dichiarato di aspettarsi un risultato positivo dai colloqui con gli Stati Uniti relativi allo scambio di prigionieri russi con la star del basket americano Brittney Griner e l’ex marine Paul Whelan. Ryabkov ha dichiarato all’agenzia stampa Interfax che si «sta lavorando professionalmente, anche se finora non si è arrivati ad un denominatore comune». Il viceministro ha confermato che nello scambio di prigionieri è incluso il trafficante d’armi russo Viktor Bout, tra gli uomini più ricercati al mondo. Ieri la giocatrice di basket, condannata per il possesso di ricariche di sigarette elettroniche contenenti hashish è stata trasferita in una colonia penale in Mordovia.

Ore 17:59 - Usa: «Nessun colloquio con Russia senza coinvolgimento Kiev»

Gli Stati Uniti «non avranno discussioni con la Russia sulla pace in Ucraina senza che Kiev ne sia parte». Lo ha ribadito il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale Usa, John Kirby, in un briefing virtuale con la stampa. «Non stiamo partecipando a discussioni sulla fine della guerra con la Russia», ha aggiunto, sottolineando che Washington «si affida a Zelensky». «Spetta a lui decidere quando».

Ore 18:08 - Iran, von der Leyen: «Rischio per tutti, verso nuove sanzioni su droni»

«Diversi Paesi del Golfo hanno lanciato l’allarme per anni sul rischio che l’Iran alimenta le nazioni canaglia di tutto il mondo con i droni. Ci è voluto troppo tempo per capire un fatto molto semplice che mentre lavoriamo per impedire all’Iran di sviluppare armi nucleari, dobbiamo anche concentrarci su altre forme di proliferazione delle armi, dai droni ai missili balistici». Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso all’Iiss Manama Dialogue in Bahrain. «È un rischio per la sicurezza non solo per il Medio Oriente, ma per tutti noi. Questo è il motivo per cui l’Unione europea ha già sanzionato individui ed entità iraniane legate alla Guardia rivoluzionaria iraniana - responsabili della fornitura di droni alla Russia. E ci stiamo coordinando - annuncia - con partner e alleati per adottare ulteriori sanzioni contro l’Iran in risposta alla proliferazione di droni iraniani».

Ore 19:52 - Onu esamina video sui prigionieri russi uccisi in Ucraina

L’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) sta esaminando il video sui prigionieri russi uccisi in Ucraina. Lo ha dichiarato Marta Hurtado, portavoce dell’ufficio Onu. «Siamo a conoscenza dei video e li stiamo esaminando. Le accuse di esecuzioni sommarie dovrebbero essere prontamente, pienamente ed efficacemente indagate, e tutti gli autori ritenuti responsabili», ha affermato Hurtado, secondo quanto riporta la Reuters sul proprio sito.

Ore 22:49 - Blinken: «La Russia non può vincere, si ritiri dall’Ucraina»

«La Russia deve mettere fine a detenzioni e sparizioni, ritirare le sue forze dall’Ucraina e porre fine a una guerra che non può vincere e non vincerà, non importa quanto brutali siano le sue tattiche». Lo scrive su Twitter il segretario di Stato americano, Antony Blinken, presentando il nuovo rapporto “Conflict Observatory” che documenta nuovi abusi delle truppe di Vladimir Putin in Ucraina.

Ore 01:03 - Zelensky: la Russia vuole una breve tregua, ma sarebbe peggio

Il presidente ucraina Volodymyr Zelensky ha detto che la Russia sta cercando una «breve tregua» con l’Ucraina, ma è una proposta che ha rifiutato perché permetterebbe alle forze di Mosca di riorganizzarsi. Dichiarazioni contenute in un video preregistrato per il Forum sulla sicurezza internazionale di Halifax. «La Russia sta ora cercando una breve tregua, una tregua per recuperare le forze», ha detto Zelensky. «Qualcuno potrebbe chiamare questa la fine della guerra. Ma una tale tregua non farà che peggiorare la situazione. I compromessi immorali porteranno solo altro sangue», ha continuato, aggiungendo che una «pace onesta» può essere raggiunta solo con «la completa demolizione dell’aggressione russa».

Ore 01:53 - Ucraina, 10 milioni di persone senza elettricità

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Oltre 10 milioni di ucraini sono senza elettricità ha denunciato l’altra notte Volodymyr Zelensky. Una cifra enorme, specie se si tiene conto che almeno sei sulla quarantina di milioni di abitanti sono profughi all’estero. E ieri il suo primo ministro, Denys Shmyhal, ha aggiunto che «quasi il cinquanta per cento della rete elettrica nazionale è stata danneggiata o distrutta dai recenti bombardamenti russi». Così, a 270 giorni dall’inizio dell’invasione militare voluta da Putin, il Paese rischia il blackout, le cui conseguenze sono aggravate dall’abbassarsi delle temperature. Due giorni fa è caduta la prima neve anche nelle zone del centro sud: in molte abitazioni private e in diversi uffici dell’amministrazione pubblica non ci sono luce e riscaldamento, la rete telefonica e internet funzionano a singhiozzo; i tagli all’energia impediscono il funzionamento delle stazioni di pompaggio che garantiscono sia il flusso dell’acqua potabile, che il filtraggio delle acque nere. Kiev chiede il sostegno della comunità internazionale, mentre il ministero della Difesa a Mosca accusa l’Ucraina di «crimini di guerra», adducendo come prova un video (la cui autenticità è ancora da verificare) in cui una dozzina di soldati russi prigionieri verrebbero brutalmente fucilati nel Donbass.

Ore 01:55 - Ecco come Russia e Iran aggirano le sanzioni

(di Federico Rampini) Dietro il pessimismo del Capo di Stato maggiore americano sulla guerra in Ucraina c’è una constatazione: le sanzioni economiche non sono a tenuta stagna; il Pentagono non si fa illusioni sull’impatto che hanno nell’indebolire gli arsenali di Vladimir Putin. 

Questo non significa mettere in discussione le sanzioni stesse, che restano indispensabili, ma induce a valutarne i risultati con realismo. 

La scoperta che la Russia sta lanciando sull’Ucraina droni iraniani fabbricati con componenti americani e giapponesi — due nazioni che sanzionano sia la Russia sia l’Iran — è un richiamo alla realtà. 

Quando il generale Mark Milley, Joint Chiefs of Staff, ha evocato lo spettro di una guerra protratta per anni – e ha invitato al negoziato – aveva in mente anche questo.

Ore 02:30 - Report di Yale, a Kherson scomparsi 100 ucraini arrestati dai russi

Oltre centro ucraini sono stati arrestati e poi scomparsi a Kherson durante l'occupazione russa. È quanto emerge da uno studio dell'Università americana di Yale, appena pubblicato. L'Osservatorio sui conflitti, un gruppo di ricerca del Dipartimento di sanità pubblica dell'Università di Yale il cui lavoro è sostenuto dal Dipartimento di Stato americano, ha documentato 226 detenzioni extragiudiziali e sparizioni forzate a Kherson. La metà delle persone imprigionate «non sembra essere stata rilasciata», secondo il rapporto che sottolinea che la loro sorte non è ancora chiara, dopo il ritiro delle forze russe da Kherson avvenuto l'11 novembre. Un quarto delle 226 persone interessate sarebbero state torturate e quattro sarebbero morte in custodia o poco dopo. Secondo lo studio, la maggior parte di questi atti è stata perpetrata dall'esercito russo e dai servizi di sicurezza russi (Fsb). I detenuti e gli scomparsi erano principalmente uomini in età militare, tra cui funzionari pubblici, esponenti della società civile, insegnanti, agenti di polizia e giornalisti.

Ore 02:47 - Missili russi su Zaporizhia, si scava fra le macerie alla ricerca di dispersi

La città di Zaporizhia ha subito un attacco missilistico nella notte di venerdì che ha danneggiato almeno un'infrastruttura industriale, tra le cui macerie potrebbero esserci persone intrappolate. Lo riferisce il sindaco della città, Anatoly Kurtev. «I cinici terroristi di Putin hanno nuovamente attaccato ferocemente Zaporizhia di notte. I missili del nemico hanno colpito una delle strutture industriali. A seguito dell'attacco nemico è scoppiato un incendio», ha postato il primo cittadino su Telegram. Le persone che potrebbero essere intrappolate sarebbero dipendenti che stavano lavorando al momento dell'attacco. «Potrebbero esserci persone sotto le macerie in questo momento», ha riferito Kurtev, «persone comuni e pacifiche che in quel momento lavoravano e non rappresentavano assolutamente una minaccia per gli scagnozzi del Cremlino», aggiunge.

Ore 03:07 - Ambasciatore russo negli Usa: Ucraina vuole conflitto fra Nato e Mosca

« L'Ucraina sta cercando di provocare un conflitto militare diretto tra Russia e Nato»: è quanto dichiarato dall'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov. «Le autorità ucraine non stanno solo implorando Washington di fornire maggiore assistenza militare, ma stanno anche cercando di provocare uno scontro militare diretto tra la Federazione Russa e la Nato», ha detto Antonov in un'intervista al periodico statunitense Newsweek. Commentando l'incidente missilistico di martedì in Polonia, che ha ucciso due cittadini polacchi, Antonov ha affermato che la questione «continua a suscitare una risposta significativa negli Stati Uniti. I funzionari statunitensi, i media e le organizzazioni non governative continuano a dare voce al mantra 'La Russia è responsabile di tutto'. La parte americana ricorre a tale metodo in qualunque situazione difficile, anche quando gli Stati Uniti riconoscono pubblicamente il fatto che Kiev è responsabile della morte di civili polacchi». Secondo l'ambasciatore «gli assurdi tentativi» di incolpare la Russia per l'incidente missilistico «possono solo provocare il regime di Kiev, che già si sente permissivo».

La guerra all’Ucraina. Svelate le balle russe sul fantomatico genocidio in Donbas. Maurizio Stefanini su L’Inkiesta il 19 Novembre 2022.

La sentenza olandese sul volo della Malaysia Airlines attesta che la guerra nell’area orientale del Paese invaso non è una rivolta interna ma un conflitto internazionale fomentato dal Cremlino

Ed è così in pratica arrivata la prima condanna per quella che la narrazione filo-Putin ha definito «le quattordicimila vittime del genocidio del Donbas». O anche quindicimila o sedicimila: dall’attacco all’Ucraina di febbraio la cifra ha teso a lievitare. Solo che a ricevere l’ergastolo sono stati tre putiniani, e tra di loro due cittadini russi.

La cifra relativa alle vittime, infatti, si riferisce a tutti i morti nel conflitto iniziato dal 2014, inclusi i soldati ucraini, ed inclusi anche le 298 persone che si trovavano a bordo del volo Mh17. Il Boeing 777-200ER della Malaysia Airlines che si trovava in volo tra Amsterdam e Kuala Lumpur e che il 17 luglio 2014 fu abbattuto da un missile terra-aria lanciato da un sistema Buk delle forze secessioniste russe filo-russe mentre sorvolava la zona orientale dell’Ucraina.

Tra le vittime, 283 passeggeri e quindici membri dell’equipaggio. Il velivolo perse i contatti con gli enti del controllo del traffico aereo a circa cinquanta chilometri dal confine tra Ucraina e Russia e precipitò in prossimità dei villaggi di Hrabove, Rozsypne e Petropavlivka nell’Oblast’ di Donetsk: in Ucraina, ma a quel tempo controllato da forze secessioniste filorusse.

Un tribunale olandese ha condannato all’ergastolo in contumacia due cittadini russi e un ucraino, spiegando «che solo la massima pena è una sentenza appropriata alle conseguenze di tali atti per cui condanna all’ergastolo i tre imputati». Secondo la Corte, «frammenti del missile Buk trovati nei corpi delle vittime sono prova inconfutabile del fatto che fu questo missile a causare l’abbattimento del volo».

«Un decisione importante, la punizione per tutte le atrocità russe – sia allora sia adesso – sarà inevitabile», ha twittato Zelensky su Twitter. E il primo ministro olandese Mark Rutte: «Il verdetto della corte sul processo Mh17 era atteso da tempo. È un fatto positivo che questo punto sia stato finalmente raggiunto. Questo è un altro passo nella ricerca della verità e della giustizia per le vittime e i loro cari. Ma è anche un altro giorno difficile e angosciante per molti familiari e amici delle 298 persone che hanno perso la vita in quel terribile giorno, il 17 luglio 2014. E per quanto importante sia questo verdetto, non è la conclusione finale. Non è la fine. Tutte le parti hanno ancora il diritto di presentare ricorso».

Ovviamente la Russia non consegnerà nessuno, perché definisce il verdetto «politico» e «scandaloso».

La sentenza attesta che il conflitto nel Donbas non è una rivolta interna ma un conflitto internazionale fomentato dal Cremlino: il che vuol dire che l’invasione dell’Ucraina inizia in realtà nel 2014, e da febbraio c’è solo un secondo tempo. Certo, molto più sanguinoso. Afferma infatti non solo che i cittadini russi Igor Girkin e Sergej Dubinsky sono responsabili, ma anche che la Federazione russa controllava le forze separatiste del Donbas, durante l’abbattimento del volo Mh17. E anche prima.

Il testo della sentenza al capitolo 4.4.3.1.3, «Natura del conflitto armato», conclude infatti che la Federazione russa ha esercitato il controllo sull’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk almeno da metà maggio 2014.

La narrazione del «genocidio» è stata montata dalla propaganda putiniana apposta per dare copertura propagandistica a questa operazione. In realtà, la missione dell’Osce che ha monitorato la situazione in Ucraina dal 2014 fino al 31 marzo 2022, non ha mai riscontrato evidenze che provassero l’esistenza di uno «sterminio sistematico della popolazione del Donbass» da parte di Kyjiv.

Da dove saltano fuori allora le «quattordicimila vittime»? In effetti, tra le 14.200 e le 14.400 sono tutte le vittime contate dall’Onu nella regione tra 6 aprile 2014 e 31 dicembre 2021. Ci sono 3404 civili, tra cui 306 stranieri, di cui i 298 del Malaysia Airlines Flight 17. In questo senso è arrivata la «prima condanna per il genocidio». E poi 4400 militari e paramilitari ucraini: 4641 per il Museo di Storia Militare ucraino, che però conta fino al 23 febbraio.

Si contano poi 6517 miliziani filorussi, anch’essi contati fino al 23 febbraio integrando le cifre Onu con quelle delle stesse milizie. E tra quattrocento o cinquecento soldati russi tra 6 aprile 2014 e 10 marzo 2015, secondo il Dipartimento di Stato americano. La Russia negava la loro presenza, ma qua abbiamo appunto una prima condanna.

L’Osce ulteriormente osserva che tra primo gennaio 2017 e 15 settembre 2020 ci sono state 946 vittime civili: 657 nelle aree controllate dai filorussi. La maggior parte per bombardamenti, ma ottantuno per mine, e centocinquanta per tentativi di disinnescare ordigni non esplosi da parte di civili senza competenze.

Come ricorda peraltro l’ex corrispondente di Newsweek da Mosca Owen Matthews nel suo recente libro “Overreach: The Inside Story of Putin and Russia’s War Against Ukraine” negli ultimi anni «il bilancio delle vittime degli sporadici combattimenti lungo il linea di controllo nel Donbas era molto minore che non prima, durante i pesanti combattimenti all’inizio della guerra – nel 2017 c’erano stati sessanta morti e 308 feriti da entrambe le parti, nel 2018 cinquantuno morti e 304 feriti, nel 2019, trentasei morti e 129 feriti».

Zelensky si insediò alla presidenza il 20 maggio 2019: altro particolare crassamente ignorato da una massa di putiniani beoti secondo i quali sarebbe stato al potere dal 2014 dopo essere stato il leader della rivolta di Maidan. Dopo di allora, osserva sempre Matthews, il numero delle vittime era «scesa a una cifra sola».

Insomma, non c’era nessuna emergenza «umanitaria» che potesse giustificare un’invasione nata evidentemente per ben altre motivazioni.

Kiev: colloqui con Mosca solo quando ritirerà le truppe. Intesa Mosca-Teheran per produrre droni in Russia. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 19 Novembre 2022.

Le notizie di sabato 19 novembre. Il presidente ucraino: «La Russia propone una breve tregua per riorganizzarsi, ma sarebbe peggio. Ho rifiutato»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 267esimo giorno.

• Il ministero russo ha accusato le truppe di Kiev di aver giustiziato oltre 10 soldati russi.

• In proposito, l’Onu ha annunciato l'esame dei video che mostrerebbero l’esecuzione sommaria.

• Nonostante il sostegno del presidente bielorusso Lukashenko nei confronti di Putin, secondo l'oppositrice Svetlana Tikhanovskaya il suo popolo non accetterebbe di combattere contro l'Ucraina.

Ore 04:53 - Onu esamina video sui prigionieri russi uccisi in Ucraina

L’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) sta esaminando il video sui prigionieri russi uccisi in Ucraina. Lo ha dichiarato Marta Hurtado, portavoce dell’ufficio Onu. «Siamo a conoscenza dei video e li stiamo esaminando. Le accuse di esecuzioni sommarie dovrebbero essere prontamente, pienamente ed efficacemente indagate, e tutti gli autori ritenuti responsabili», ha affermato Hurtado, secondo quanto riporta la Reuters sul proprio sito.

Ore 05:00 - Zelensky: la Russia vuole una breve tregua, ma sarebbe peggio

Il presidente ucraina Volodymyr Zelensky ha detto che la Russia sta cercando una «breve tregua» con l’Ucraina, ma è una proposta che ha rifiutato perché permetterebbe alle forze di Mosca di riorganizzarsi. Dichiarazioni contenute in un video preregistrato per il Forum sulla sicurezza internazionale di Halifax. «La Russia sta ora cercando una breve tregua, una tregua per recuperare le forze», ha detto Zelensky. «Qualcuno potrebbe chiamare questa la fine della guerra. Ma una tale tregua non farà che peggiorare la situazione. I compromessi immorali porteranno solo altro sangue», ha continuato, aggiungendo che una «pace onesta» può essere raggiunta solo con «la completa demolizione dell’aggressione russa».

Ore 05:01 - Ucraina, 10 milioni di persone sono senza elettricità

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Oltre 10 milioni di ucraini sono senza elettricità ha denunciato l’altra notte Volodymyr Zelensky. Una cifra enorme, specie se si tiene conto che almeno sei sulla quarantina di milioni di abitanti sono profughi all’estero. E ieri il suo primo ministro, Denys Shmyhal, ha aggiunto che «quasi il cinquanta per cento della rete elettrica nazionale è stata danneggiata o distrutta dai recenti bombardamenti russi». Così, a 270 giorni dall’inizio dell’invasione militare voluta da Putin, il Paese rischia il blackout, le cui conseguenze sono aggravate dall’abbassarsi delle temperature. Due giorni fa è caduta la prima neve anche nelle zone del centro sud: in molte abitazioni private e in diversi uffici dell’amministrazione pubblica non ci sono luce e riscaldamento, la rete telefonica e internet funzionano a singhiozzo; i tagli all’energia impediscono il funzionamento delle stazioni di pompaggio che garantiscono sia il flusso dell’acqua potabile, che il filtraggio delle acque nere. Kiev chiede il sostegno della comunità internazionale, mentre il ministero della Difesa a Mosca accusa l’Ucraina di «crimini di guerra», adducendo come prova un video (la cui autenticità è ancora da verificare) in cui una dozzina di soldati russi prigionieri verrebbero brutalmente fucilati nel Donbass.

Ore 05:02 - Ecco come Russia e Iran aggirano le sanzioni

(di Federico Rampini) Dietro il pessimismo del Capo di Stato maggiore americano sulla guerra in Ucraina c’è una constatazione: le sanzioni economiche non sono a tenuta stagna; il Pentagono non si fa illusioni sull’impatto che hanno nell’indebolire gli arsenali di Vladimir Putin.

Questo non significa mettere in discussione le sanzioni stesse, che restano indispensabili, ma induce a valutarne i risultati con realismo.

La scoperta che la Russia sta lanciando sull’Ucraina droni iraniani fabbricati con componenti americani e giapponesi — due nazioni che sanzionano sia la Russia sia l’Iran — è un richiamo alla realtà.

Quando il generale Mark Milley, Joint Chiefs of Staff, ha evocato lo spettro di una guerra protratta per anni – e ha invitato al negoziato – aveva in mente anche questo.

Ore 05:17 - Report di Yale, a Kherson scomparsi 100 ucraini arrestati dai russi

Oltre centro ucraini sono stati arrestati e poi scomparsi a Kherson durante l'occupazione russa. È quanto emerge da uno studio dell'Università americana di Yale, appena pubblicato. L'Osservatorio sui conflitti, un gruppo di ricerca del Dipartimento di sanità pubblica dell'Università di Yale il cui lavoro è sostenuto dal Dipartimento di Stato americano, ha documentato 226 detenzioni extragiudiziali e sparizioni forzate a Kherson. La metà delle persone imprigionate «non sembra essere stata rilasciata», secondo il rapporto che sottolinea che la loro sorte non è ancora chiara, dopo il ritiro delle forze russe da Kherson avvenuto l'11 novembre. Un quarto delle 226 persone interessate sarebbero state torturate e quattro sarebbero morte in custodia o poco dopo. Secondo lo studio, la maggior parte di questi atti è stata perpetrata dall'esercito russo e dai servizi di sicurezza russi (Fsb). I detenuti e gli scomparsi erano principalmente uomini in età militare, tra cui funzionari pubblici, esponenti della società civile, insegnanti, agenti di polizia e giornalisti.

Ore 05:17 - Missili russi su Zaporizhia, si scava fra le macerie alla ricerca di dispersi

La città di Zaporizhia ha subito un attacco missilistico nella notte di venerdì che ha danneggiato almeno un'infrastruttura industriale, tra le cui macerie potrebbero esserci persone intrappolate. Lo riferisce il sindaco della città, Anatoly Kurtev. «I cinici terroristi di Putin hanno nuovamente attaccato ferocemente Zaporizhia di notte. I missili del nemico hanno colpito una delle strutture industriali. A seguito dell'attacco nemico è scoppiato un incendio», ha postato il primo cittadino su Telegram. Le persone che potrebbero essere intrappolate sarebbero dipendenti che stavano lavorando al momento dell'attacco. «Potrebbero esserci persone sotto le macerie in questo momento», ha riferito Kurtev, «persone comuni e pacifiche che in quel momento lavoravano e non rappresentavano assolutamente una minaccia per gli scagnozzi del Cremlino», aggiunge.

Ore 05:18 - Ambasciatore russo negli Usa: Ucraina vuole conflitto fra Nato e Mosca

« L'Ucraina sta cercando di provocare un conflitto militare diretto tra Russia e Nato»: è quanto dichiarato dall'ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov. «Le autorità ucraine non stanno solo implorando Washington di fornire maggiore assistenza militare, ma stanno anche cercando di provocare uno scontro militare diretto tra la Federazione Russa e la Nato», ha detto Antonov in un'intervista al periodico statunitense Newsweek. Commentando l'incidente missilistico di martedì in Polonia, che ha ucciso due cittadini polacchi, Antonov ha affermato che la questione «continua a suscitare una risposta significativa negli Stati Uniti. I funzionari statunitensi, i media e le organizzazioni non governative continuano a dare voce al mantra 'La Russia è responsabile di tutto'. La parte americana ricorre a tale metodo in qualunque situazione difficile, anche quando gli Stati Uniti riconoscono pubblicamente il fatto che Kiev è responsabile della morte di civili polacchi». Secondo l'ambasciatore «gli assurdi tentativi» di incolpare la Russia per l'incidente missilistico «possono solo provocare il regime di Kiev, che già si sente permissivo».

Ore 08:56 - «Respinti sei attacchi nel Donetsk»

«Il nemico continua a colpire infrastrutture critiche e abitazioni civili, violando il diritto umanitario internazionale, le leggi e le consuetudini di guerra. Sono stati colpiti con un missile infrastrutture civili a Zaporizhia». Lo ha scritto su Facebook lo stato maggiore delle forze armate dell’Ucraina, aggiungendo che le forze armate di Kiev hanno respinto con successo sei attacchi dei russi nel Donetsk e l’aviazione ucraina ha effettuato sette attacchi nelle aree di concentrazione del personale dell’esercito russo.

«I russi stanno concentrando i loro sforzi per frenare le azioni delle forze di difesa in determinate direzioni, allo stesso tempo stanno conducendo azioni offensive nelle direzioni Bakhmut, Avdiiv e Novopavliv», scrive lo stato maggiore. Le forze armate ucraine hanno respinto gli attacchi degli occupanti russi nelle aree di Bilogorivka, Zelenopil, Klishchiivka, Pervomaiskyi, Vodyanyi e Novomykhailivka della regione di Donetsk. «Sono stati confermati danni da incendio nell’area in cui sono concentrati i russi nell’insediamento di Mykhailivka nel distretto di Skadovsky. Le perdite di personale ammontano a 40 morti e 70 feriti. Sono stati portati negli ospedali nel territorio temporaneamente occupato della Repubblica di Crimea», riferisce lo Stato Maggiore.

Ore 11:14 - “420 soldati russi morti in un giorno”

La Russia ha perso nell’ultimo giorno 420 uomini, facendo salire a 83,880 le perdite fra le fila russe dal giorno dell’attacco di Mosca all’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. Lo rende noto il bollettino quotidiano dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, appena diffuso su Facebook, che riporta cifre che non è possibile verificare in modo indipendente. Secondo il resoconto dei militari ucraini, a oggi le perdite russe sarebbero di circa 83,880 uomini, 2.885 carri armati, 5.815 mezzi corazzati, 1.867 sistemi d’artiglieria, 393 lanciarazzi multipli, 209 sistemi di difesa antiaerea. Stando al bollettino, che specifica che i dati sono in aggiornamento a causa degli intensi combattimenti, le forze russe avrebbero perso anche 278 aerei, 261 elicotteri, 4.368 autoveicoli, 16 unità navali e 1.536 droni.

Ore 11:17 - Gb, record emissione debito russo per sostenere spese difesa

«Il 16 novembre 2022 la Russia ha condotto la sua più grande emissione di debito mai realizzata in un solo giorno, raccogliendo l’equivalente di 13,6 miliardi di dollari». Lo scrive l’intelligence britannica, sottolineando che «l’emissione di debito è un meccanismo chiave per sostenere la spesa per la difesa, che è aumentata in modo significativo dopo l’invasione dell’Ucraina». «La spesa dichiarata dalla Russia per la “difesa nazionale” - prosegue nel suo rapporto quotidiano su Twitter il ministero della Difesa di Londra - per il 2023 è prevista per circa 5 trilioni di rubli (84 miliardi di dollari), un aumento di oltre il 40% rispetto al bilancio preliminare per il 2023 annunciato nel 2021».

 Ore 12:17 - Kiev conta di liberare la Crimea «entro dicembre»

Nonostante i bombardamenti massicci a cui sono sottoposti obiettivi civili, l’Ucraina resta ottimista sul prosieguo del conflitto. Il viceministro della difesa Volodomyr Gavrylov si è spinto addirittura ad affermare che «la Crimea può essere liberata entro dicembre». Commentando le prospettive dei colloqui di pace con il Cremlino, il vice capo del ministero della Difesa ha affermato che si svolgeranno solo dopo che la Russia avrà lasciato completamente il territorio dell’Ucraina, compreso il territorio della Crimea e parti dell’est del Paese.

Ore 12:22 - Esercitazione della flotta russa nel Baltico

Esercitazioni su larga scala in vista per la Flotta russa del Mar Baltico basata a Kaliningrad: lo ha annunciato oggi il portavoce della marina di Mosca. «Durante il periodo delle esercitazioni invernali, nel Mar Baltico si svolgeranno diverse manovre su larga scala a livelli diverse saranno coinvolte unità di terra motorizzate di fucilieri», ha spiegato. Dal 2016, la Flotta del Mar Baltico include una unità estesa dell’esercito.

Ore 12:52 - A Kherson il primo treno proveniente da Kiev

Grandi festeggiamenti questa mattina a Kherson per l’arrivo del primo treno proveniente da Kiev. La città è stata liberata una settimana fa dalle truppe ucraine ed era il maggiore centro occupato dai russi dopo l’invasione del 24 febbraio.

Ore 13:29 - Manca elettricità a Kiev: «Chi può vada via»

Situazione drammatica a Kiev, dove da stamane sta nevicando. Secondo il capo della più grande azienda energetica privata dell’Ucraina, Dtek, i cittadini dovrebbero prendere in considerazione l’idea di lasciare il Paese per ridurre la domanda sulla rete elettrica del Paese: «Se riescono a trovare un posto alternativo dove stare per altri 3 o 4 mesi, sarà molto utile per il sistema», ha detto alla Bbc l’ad di Dtek Maxim Timchenko. «Se si consuma di meno, poi gli ospedali con i militari feriti avranno l’alimentazione garantita», ha spiegato. Timchenko, la cui azienda fornisce più di un quarto dell’energia elettrica dell’Ucraina, afferma che il sistema diventa meno affidabile a ogni attacco ru

Ore 14:07 - La Polonia: «Lavrov non venga a Varsavia»

La Polonia ha chiesto al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov di non partecipare alla riunione ministeriale dell’Osce, di cui è presidente di turno, in programma a Lodz l’1 e il 2 dicembre, ha reso noto il portavoce del ministero degli Esteri a Varsavia Lukasz Jasina, citato dall’agenzia Pap, precisando che Varsavia ha notificato la richiesta a Mosca attraverso i canali diplomatici. «Non ci aspettiamo che Lavrov partecipi alla riunione», ha affermato. La Russia ha inviato richieste di spiegazioni a tutti i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa definendo la decisione di Varsavia «inammissibile».

Ore 14:19 - Lavrov rinuncia al vertice

La Russia ha quindi annunciato, con un comunicato del ministero degli Esteri, che a guidare la delegazione di Mosca alla riunione di dicembre sarà il Rappresentante permanente all’Organizzazione, Aleksandr Lukashevich, non quindi il ministro degli Esteri o suoi vice.

Ore 14:48 - Visita a sorpresa di Sunak a Kiev

Il premier britannico Rishi Sunak ha compiuto, a sorpresa, la sua prima visita a Kiev. Lo ha riferito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un post su Facebook. «Sin dai primi giorni della guerra, Ucraina e Regno Unito sono stati i più forti alleati» ha scritto Zelensky. Il neo premier britannico ha promesso a Kiev aiuti militari, in particolare sistema di difesa anti aerea, per 50 milioni di dollari.

 Ore 15:05 - Kiev: le nostre forze in Crimea entro fine dicembre se regime Putin crolla

Le forze ucraine potrebbero arrivare in Crimea entro la fine di dicembre se il regime di Putin dovesse crollare e la guerra con la Russia concludersi entro la primavera, ha annunciato il vice ministro della Difesa di Kiev, Volodymyr Havrylov, in una intervista a Sky News. I militari ucraini, ha aggiunto, continueranno a combattere in inverno, malgrado le condizioni proibitive. «Per la Crimea, è solo questione di tempo e prima o poi vorremmo arrivarci. Se si verificherà un evento inatteso in Russia, come il collasso improvviso del regime di Putin, gli ucraini potrebbero riuscire a riprendersi la Crimea entro la fine dell’anno», ha spiegato sottolineando che si tratta di uno «scenario possibile e non escluso».

Ore 15:07 - Esolosione in un gasdotto vicino a San Pietroburgo

Un’esplosione si è verificata in un gasdotto a pochi chilometri da San Pietroburgo, i vigili del fuoco stanno spegnendo l’incendio scoppiato in seguito alla deflagrazione tra Berngardovka e Kovalevo. Lo ha dichiarato il governatore Alexander Drozdenko su Telegram, citato dall’agenzia di stampa statale russa Ria novosti. Secondo Drozdenko non c’è alcuna minaccia per la popolazione, nessuno è rimasto ferito, al momento si stanno accertando le cause dell’esplosione. La pressione sul gasdotto principale al momento è stata ridotta.

Ore 17:07 - Sunak a Kiev: nuova fornitura di difesa aerea da 50 milioni

Il premier britannico Rishi Sunak incontrando oggi a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha confermato che il Regno Unito fornirà un nuovo importante pacchetto di difesa aerea per aiutare a proteggere i civili ucraini e le infrastrutture nazionali critiche dall’intensa raffica di attacchi russi. Il pacchetto di aiuti alla difesa da 50 milioni di sterline comprende 125 cannoni antiaerei e tecnologia per contrastare i micidiali droni forniti dall’Iran, tra cui decine di radar e capacità di guerra elettronica anti-drone. Tutto ciò segue più di 1.000 nuovi missili antiaerei annunciati dal Segretario alla Difesa a inizio mese.

Ore 17:39 - Ambasciatrice Polonia: missili uno choc. Abbiamo paura

«Vogliamo tutti una pace, ma con l’Ucraina libera e non sotto il controllo della Russia, questo è importante. I due missili sono stati uno choc. La guerra è davvero molto vicina e abbiamo paura». Lo ha dichiarato l’ambasciatrice della Polonia in Italia, Anna Maria Anders, nel pomeriggio a Sanremo a margine dell’inaugurazione di una targa commemorativa dedicata alla cantante polacca Anna German. Sui missili caduti a Przewodow, il villaggio al confine con l’Ucraina dove sono rimaste uccise due persone, l’ambasciatrice ha detto: «Non si sa esattamente da dove sono venuti i missili. Dicono che si è trattato di un incidente e che non è stato fatto apposta. Per calmare la situazione dicono che non è una questione di aggressione, ma per noi in Polonia è stato un shock». Ancora oggi la Polonia ospita migliaia di profughi ucraini e molti hanno attraversato la frontiera per raggiungere diverse località europee in cui trovare asilo durante la guerra. «Sono quasi sette milioni gli ucraini passati per la frontiera con la Polonia - ha aggiunto Anna Maria Anders -. Il mondo ha aiutato molto. Loro vengono volentieri nel nostro Paese, anche perché la lingua è simile, i bambini vanno a scuola e si sentono bene».

Ore 17:43 - Kiev: colloqui con Mosca solo quando ritirerà le truppe

«Mosca non ha contattato ufficialmente Kiev per i negoziati di pace, ma la Russia dovrebbe in ogni caso ritirare completamente le sue forze perché i colloqui abbiano luogo», ha affermato il capo dello staff presidenziale ucraino Andriy Yermak in collegamento video con il Forum internazionale sulla sicurezza di Halifax. «Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta ufficiale da parte russa di negoziati», ha dichiarato. Qualsiasi trattativa non basata sulla sovranità e sull’integrità territoriale dell’Ucraina entro i limiti dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale «non è accettabile», ha detto Yermak.

Ore 18:40 - Zelensky: danni al 50% infrastrutture energetiche

Circa il 50% delle infrastrutture energetiche su suolo ucraino risulta danneggiata. Lo ha ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha lanciato l’allarme: «Ogni colpo alle infrastrutture ucraine è un colpo sulla sicurezza energetica di tutto il continente». Zelensky ha parlato a margine di un incontro con il premier britannico Rishi Sunak, recatosi in visita nella capitale ucraina Kiev. «A oggi circa la metà delle nostre infrastrutture energetiche ha subito danneggiamenti. Questa forma di terrorismo russo non è un’altra beffa a danno dell’Ucraina, ma la dimostrazione di una politica russa cinica, antieuropea e disumana. Ogni colpo al settore energetico ucraino colpisce la sicurezza energetica di tutto il continente», ha detto Zelensky. Il presidente ucraino ha poi aggiunto che la produzione energetica nazionale sarebbe sufficiente a soddisfare non solo il fabbisogno interno, ma potrebbe costituire un fattore per stabilizzare il mercato energetico europeo.

Ore 19:15 - Kiev annuncia evacuazione civili da Kherson per l’inverno

La vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk ha annunciato l’inizio dell’evacuazione dei civili che hanno subito danni alle loro case o troppo anziani e malati per affrontare il freddo inverno a Kherson, appena liberata, ma senza corrente, acqua e riscaldamento. Lo riferisce Unian. Vereshchuk ha sottolineato che non si tratta di un’evacuazione obbligatoria ma di un riparo temporaneo: «L’evacuazione verso i distretti occidentali consiste nel fatto che lo Stato si assume la responsabilità del trasporto, le persone devono essere portate nel luogo in cui trascorreranno l’inverno. Verranno forniti case, cure, tutto ciò che serve», ha detto

Ore 19:16 - Zelensky: maggiori problemi energetici sono a Kiev

«I maggiori problemi con l’elettricità sono a Kiev e nella regione della capitale, nella regione di Odessa e a Kharkiv». Lo ha reso noto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, durante il suo discorso serale. In difficoltà anche Vinnytsia, Ternopil, Cherkasy, Chernihiv. «Le compagnie energetiche stanno facendo tutto il possibile per dare alle persone una vita normale», ha aggiunto il presidente ucraino.

Ore 21:26 - Media: intesa Mosca-Teheran per produrre droni in Russia

Mosca ha raggiunto un accordo con Teheran per cominciare la produzione di droni senza pilota in territorio russo, in modo da evitare sanzioni. Lo rivale il Washington Post, citando informazioni di intelligence viste da agenzie di sicurezza degli Usa e di altri Paesi occidentali. L’intesa è stata finalizzata durante un incontro in Iran all’inizio di novembre ed ora i due Paesi stanno muovendo rapidamenti per trasferire la linea di produzione in Russia e cominciare l’attività nel giro di mesi.

L’accordo, se realizzato pienamente, rappresenta un ulteriore rafforzamento dell’alleanza Russia-Iran che ha fornito un supporto cruciale alla claudicante campagna militare in Ucraina, secondo il quotidiano. Da agosto, secondo il Wp, Mosca ha usato oltre 400 droni di fabbricazione iraniana contro infrastrutture civili ucraine. Il Wp ha ottenuto un commento dalla portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale. «Iran e Russia possono mentire al mondo ma non possono nascondere i fatti: Teheran sta contribuendo ad uccidere civili ucraini fornendo armi e assistendo la Russia nelle sue operazioni. È un altro segno di quanto siano isolati Iran e Russia», ha affermato. «Gli Usa con i suoi alleati e partner - ha aggiunto stanno perseguendo tutti i mezzi per svelare, impedire e affrontare la fornitura iraniana di queste munizioni e il loro uso da parte della Russia contro il popolo ucraino».

Ore 21:26 - Media: oltre 700 corpi trovati a Kharkiv, Donetsk, Kherson

Sono oltre 700 i corpi ritrovati nelle zone liberate in Ucraina di Kharkiv, Donetsk e Kherson, riferisce il Kyiv Independent, senza fornire ulteriori dettagli e né precisare se si tratti di un bilancio complessivo. La testata cita invece il procuratore generale Andriy Kostin secondo cui quasi il 90% dei corpi trovati sono di civili.

I video choc dei soldati russi uccisi: l’accusa, la sequenza tagliata, l’inchiesta. Andrea Nicastro, nostro inviato a Odessa su Il Corriere della Sera il 19 Novembre 2022.

Mosca: si erano arresi, è un crimine di guerra. L’Onu farà da giudice

Due video permettono al Cremlino di accusare Kiev di «assassinio sistematico» e «crimini di guerra». L’ufficio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite è chiamato a fare da giudice. I siti pro russi finalmente restituiscono le accuse di «disumanità» che tante volte sono piovute sui loro soldati. Kiev per il momento controlla «l’autenticità delle riprese» e non ribatte, ma il caso è già significativo da tanti punti di vista.

Le prove a disposizione, anzitutto. Un primo video girato, probabilmente, da un drone viene pubblicato il 12 novembre sul canale Telegram della Difesa ucraina. Mostra almeno 8 corpi allineati al suolo in una casa rurale. Kiev spiega che si tratta di soldati russi uccisi in combattimento a Makiyivka in Donbass. Hanno la divisa verde e il casco, ma sono disarmati. Qualche sito solleva dei sospetti. Il 17 novembre va on line su canali di Mosca un secondo filmato, girato ad altezza uomo. La fattoria e le divise sembrano le stesse. Si vedono «soldati russi» uscire con le mani alzate e sdraiarsi a terra, proprio nella posizione che avranno nel video dall’alto, morti. C’è un militare (presumibilmente ucraino) appostato davanti a loro con la mitragliatrice pesante, un altro in piedi che dà gli ordini e, almeno un terzo che riprende forse col telefonino. I prigionieri sono a terra quando compare sparando uno vestito di nero. Le riprese si interrompono.

La vicenda viene presentata sui social filo Putin in due modi. Il primo, tagliando la comparsa dell’uomo in nero. Il senso così diventa lampante: i russi si erano arresti e sono stati giustiziati senza pietà. Il secondo, più onesto, mostra l’intera sequenza fino all’uomo nero, ma accusa gli ucraini di aver ucciso quelli a terra, inerti e impossibilitati a nuocere, per l’errore di uno.

Ora le considerazioni.

1) Mosca e Kiev sono impegnate (anche) in una battaglia di comunicazione. Bersagliano gli avversari con messaggi volti a scoraggiarli e terrorizzarli affinché decidano di disertare. Allo stesso tempo devono convincere i propri soldati a non arrendersi. Questi due video sono perfetti per lo scopo di Mosca: dicono ai russi che è inutile alzare le mani perché Kiev non rispetta i prigionieri di guerra. Il video (orrendo) del «disertore» russo a cui viene spaccata la testa a martellate dai suoi stessi commilitoni cercava lo stesso risultato.

2) Nessun comando lo ammetterà mai, ma i soldati raccontano di non avere (sempre) l’ordine di fare prigionieri. Soprattutto se feriti, i nemici vanno finiti sul posto. Dipende dalla saturazione degli ospedali di prima linea (dove è meglio salvare i «nostri» invece dei «loro») e dal «borsino dei prigionieri». Se pochi dei «nostri» sono stati catturati basta consegnare dieci cadaveri dei «loro» per riavere un commilitone vivo.

3) In qualsiasi guerra, se ci si arrende deve andare tutto benissimo per sopravvivere. L’ucraino con la mitragliatrice pesante del video aveva proprio la funzione di stroncare qualsiasi minaccia. Appena è uscito l’uomo in nero sparando, la mitragliatrice deve aver falciato l’aria all’impazzata. Uno solo di quei proiettili attraversa facilmente due o tre corpi assieme.

4) Non sappiamo se tutti i soldati distesi siano morti nella reazione della mitragliatrice ucraina. E’ ragionevole sospettare che se feriti o addirittura incolumi siano poi stati finiti per paura, rabbia o fredda vendetta. Ma c’è davvero qualcuno che crede che la guerra sia diversa da com’è?

Ucraina Russia, le news sulla guerra del 20 novembre. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 20 Novembre 2022.

Le notizie di domenica 20 novembre. Il presidente ucraino: «La Russia propone una breve tregua per riorganizzarsi, ma sarebbe peggio. Ho rifiutato»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 268esimo giorno.

• Prima visita, a sorpresa, del premier britannico Rishi Sunak, che ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 50 milioni di sterline destinato alle forze armate ucraine.

• Anche la ministra della Difesa spagnola Margarita Robles ha annunciato l’invio di nuove armi a Kiev nel corso della prossima settimana

• Niente elettricità a Kherson, si evacuano i civili per l’inverno.

• Nella città spari sulla folla in fila per il pane

• La guerra in Ucraina terminerà entro la fine della primavera. Lo prevede il viceministro della Difesa ucraina, Volodymyr Gavrilov, in un’intervista a Sky News.

• Il presidente ucraina Volodymyr Zelensky ha detto che la Russia sta cercando una breve tregua con l’Ucraina, ma è una proposta che ha rifiutato perché permetterebbe alle forze di Mosca di riorganizzarsi.

Ore 21:26 - Media: intesa Mosca-Teheran per produrre droni in Russia

Mosca ha raggiunto un accordo con Teheran per cominciare la produzione di droni senza pilota in territorio russo, in modo da evitare sanzioni. Lo rivale il Washington Post, citando informazioni di intelligence viste da agenzie di sicurezza degli Usa e di altri Paesi occidentali. L’intesa è stata finalizzata durante un incontro in Iran all’inizio di novembre ed ora i due Paesi stanno muovendo rapidamenti per trasferire la linea di produzione in Russia e cominciare l’attività nel giro di mesi.

L’accordo, se realizzato pienamente, rappresenta un ulteriore rafforzamento dell’alleanza Russia-Iran che ha fornito un supporto cruciale alla claudicante campagna militare in Ucraina, secondo il quotidiano. Da agosto, secondo il Wp, Mosca ha usato oltre 400 droni di fabbricazione iraniana contro infrastrutture civili ucraine. Il Wp ha ottenuto un commento dalla portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale. «Iran e Russia possono mentire al mondo ma non possono nascondere i fatti: Teheran sta contribuendo ad uccidere civili ucraini fornendo armi e assistendo la Russia nella sue operazioni. È un altro segno di quanto siano isolati Iran e Russia», ha affermato. «Gli Usa con i suoi alleati e partner - ha aggiunto stanno perseguendo tutti i mezzi per svelare, impedire e affrontare la fornitura iraniana di queste munizioni e il loro uso da parte della Russia contro il popolo ucraino».

Ore 22:18 - Media, oltre 700 corpi trovati a Kharkiv, Donetsk, Kherson

Sono oltre 700 i corpi ritrovati nelle zone liberate in Ucraina di Kharkiv, Donetsk e Kherson, riferisce il Kyiv Independent, senza fornire ulteriori dettagli e né precisare se si tratti di un bilancio complessivo. La testata cita invece il procuratore generale Andriy Kostin secondo cui quasi il 90% dei corpi trovati sono di civili.

Il procuratore generale Andrey Kostin ha quindi precisato che il numero dei corpi fa riferimento a ritrovamenti complessivi degli ultimi due mesi. «Nei territori liberati delle regioni di Kharkiv, Kherson e Donetsk, e questo solo negli ultimi due mesi, sono stati trovati più di 700 corpi. E quasi il 90% di loro sono civili» ha dichiarato Kostin.

Ore 04:04 - Sunak assicura a Kiev il sostegno britannico «fino alla vittoria dell’Ucraina»

Il nuovo primo ministro britannico Rishi Sunak ha annunciato sabato 19 novembre nuovi aiuti militari a Kiev, in particolare antiaerei, assicurando al presidente ucraino Volodymyr Zelensky il suo sostegno «fino alla vittoria dell’Ucraina» mentre un primo treno collegava la capitale a Kherson. «Rimarremo al vostro fianco fino a quando l’Ucraina non avrà ottenuto la pace e la sicurezza di cui ha bisogno e che merita», ha dichiarato Sunak al presidente ucraino nel corso di una visita a sorpresa a Kiev, la prima da quando è entrato in carica alla fine di ottobre.

Il leader ucraino ha accolto con favore questa «visita significativa e utile per entrambi i Paesi». «Con amici come voi dalla nostra parte, abbiamo fiducia nella nostra vittoria», ha twittato in seguito Zelensky. La guerra in Ucraina va avanti da quasi nove mesi, dall’invasione russa del 24 febbraio. Sunak ha annunciato nuovi aiuti militari per 50 milioni di sterline (57,4 milioni di euro) e aiuti umanitari per 16 milioni di sterline (18,3 milioni di euro). L’aiuto militare comprende «125 cannoni antiaerei e tecnologia per contrastare i micidiali droni forniti dall’Iran (a Mosca, ndr), comprese dozzine di radar e apparecchiature elettroniche anti-drone», secondo un comunicato di Downing Street.

Ore 06:16 - In Polonia i funerali delle due vittime del missile

Si teranno oggi i funerali di Bogdan Ciupek, vittima di un missile che ha colpito un villaggio nel sud della Polonia. A perdere la vita due operai di un impianto di essiccazione del grano locale, uccisi martedì scorso a Przewodow, un villaggio a circa sei chilometri dal confine con l’Ucraina. L’altra vittima Boguslaw Wos, 62 anni, è stato sepolto ieri nel cimitero locale. Al funerale hanno partecipato familiari e amici, ma anche abitanti del villaggio insieme a funzionari polacchi e ucraini. «Quest’uomo non sarebbe diventato una vittima se non fosse stato per questa guerra crudele», ha detto il governatore provinciale Lech Sprawka. «Questa vittima è un appello alla pace per il mondo intero», ha aggiunto.

Ore 08:22 - Il Pentagono: la pioggia di missili russi per esaurire le difese di Kiev

Esaurire le scorte della difesa aerea di Kiev per acquisire finalmente un dominio sui cieli ucraini. È questo l’obiettivo di Mosca secondo un ufficiale del Pentagono che ha parlato con Reuters.

Ore 09:29 - Cannonate russe su Nikopol, almeno 1 ferito

I russi hanno cannoneggiato durante la notte una zona residenziale di Nikopol, in Ucraina, provocando il ferimento di un uomo di 59 anni, secondo quanto ha dichiarato il governatore dell’oblast di Dnipropetrovsk - dove sorge Nikopol -, Reznichenko, citato dal Kyiv Independent. Le granate russe, afferma il governatore, hanno colpito 20 edifici residenziali, condotte del gas e line elettriche, causando tre incendi.

Ore 10:00 - Le autorità di Kiev: almeno 427 minori uccisi dal 24 febbraio

Sono almeno 427 i minori che sono morti finora per la guerra in Ucraina: lo ha reso noto l’ufficio del procuratore generale ucraino. In base ai dati delle autorità di Kiev, quelli feriti sono stati almeno 837.

Ore 10:03 - Capo ufficio Zelensky: «Difficile che la guerra finisca in primavera»

L’ipotesi che la fine della guerra in Ucraina possa arrivare in primavera «suona come un sogno, ma bisogna essere più realistici». Lo ha detto il capo dell’ufficio del presidente ucraino, Andriy Yermak, commentando le parole del viceministro della Difesa ucraino, Volodymyr Gavrylov, al Forum internazionale sulla sicurezza di Halifax. «Questa frase del viceministro della Difesa sembra un sogno. Certo, milioni di ucraini sognano che questa guerra finisca il prima possibile. Tuttavia, sarò più realistico», ha detto Yermak, citato da Ukrinform. «Non sono pronto a dire quali saranno il giorno e l’ora esatti in cui vinceremo. Ma accadrà sicuramente. Ogni minuto di ogni giorno, facciamo tutto il possibile affinché la nostra vittoria, insieme ai nostri partner, arrivi il prima possibile», ha aggiunto.

Ore 10:43 - Procuratore generale dell’Ucraina: oltre 8.300 civili uccisi da febbraio

L’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina ha registrato la morte di 8.311 civili, tra cui 437 bambini, dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio. I civili rimasti feriti sono più di 11.000. Lo ha reso noto il procuratore Andriy Kostin ieri sera in una trasmissione tv, ripreso da Ukrainska Pravda. «Ma il numero reale è molto più alto», poiché «non abbiamo ancora accesso ad alcuni territori occupati», ha aggiunto.

Ore 12:00 - La società elettrica: «Oggi blackout dalle 8 alle 12»

Ukrenergo, la compagnia elettrica dell’Ucraina, ha comunicato su Twitter, citata da alcuni media fra cui Ukrainska Pravda, che oggi vengono applicati blackout programmati fra le 8 e le 12, ma che non ci saranno ulteriori tagli di emergenza alla distribuzione di corrente elettrica, malgrado la capacità energetica ucraina sia stata messa a dura prova dai massicci bombardamenti missilistici russi dei giorni scorsi.

Ore 12:00 - Aiea, potenti esplosioni in area centrale Zaporizhzhia. «Si scherza con il fuoco»

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica segnala «potenti espolosioni» nell’area della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. «Chiunque ci sia dietro, deve fermarsi immediatamente. State giocando con il fuoco!». Lo afferma il direttore dell’Aiea Rafael Grossi, in merito alle esplosioni nella zona della centrale nucleare di Zaporizhzhia, citato da un tweet della stessa Aiea. Grossi ha inoltre ribadito l’appello urgente a Ucraina e Russia a trovare un accordo e implementare una zona di sicurezza e protezione nucleare intorno alla centrale ucraina il prima possibile. «Non mi arrenderò fino a quando questa zona non sarà diventata realtà», ha aggiunto.

Ore 12:55 - Aiea: «Danni a sito Zaporizhzhia ma la sicurezza non è a rischio»

Sono almeno «una decina» le potenti esplosioni registrate nella zona di Zaporizhzhia tra la notte scorsa e oggi. Lo riferiscono gli esperti dell’Aiea che si trovano nella centrale nucleare ucraina, dovute a «presunti bombardamenti», secondo quanto riferisce un tweet dell’Agenzia. «Alcuni edifici, sistemi e attrezzature del sito sono stati danneggiati, ma finora nessuno cruciale per la sicurezza nucleare», aggiungono.

Ore 13:11 - A Kherson riattivata rete cellulari, gas e acqua

Il governatore della regione di Kherson, Yaroslav Yanushevych, ha comunicato oggi che sul territorio di recente liberato sono state ripristinate linee di comunicazione cellulari, riferisce Kyiv Independent. È stata ripristinata anche la fornitura di gas per oltre 6.300 utenti in 13 comunità della regione e l’approvvigionamento idrico in cinque comunità.

Ore 14:03 - Kiev: «Mosca ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia»

«Questa mattina, il 20 novembre 2022, in seguito a diversi bombardamenti russi, si registra che l’area della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata colpita almeno 12 volte», riferisce Energoatom accusando la Russia di «mettere il mondo a rischio, ancora una volta».

Ore 14:25 - Medvedev: «Kiev è da sempre russa, va restituita»

«Kiev è la capitale dell’antica Rus’. Kiev è una ricca città dell’Impero russo. Kiev è capitale di una repubblica dell’Urss e infine, Kiev è semplicemente una città dove si è sempre pensato e parlato in russo. Tanto per chiarire cosa e come va restituito». Lo ha scritto su Telegram il vicepresidente del consiglio di Sicurezza nazionale russo, Dmitri Medvedev.

Ore 17:02 - Parigi: lavoriamo per soluzione politica a conflitto

La Francia, insieme ai suoi partner, sta esplorando modi per risolvere politicamente il conflitto in Ucraina, ha dichiarato il ministro della Difesa di Parigi, Se’bastien Lecornu, in un’intervista al Journal du Dimanche. «Insieme ai nostri alleati, stiamo valutando possibili opzioni politiche per porre fine al conflitto in Ucraina», ha detto Lecornu. «Nessun conflitto finisce senza una soluzione politica e diplomatica», ha aggiunto sottolineando comunque che «spetta agli ucraini» dire quando è il momento giusto per negoziare.

Ore 17:31 - Kiev nega l’uccisione dei 10 prigionieri russi

L’Ucraina ha negato di aver ucciso prigionieri russi. Lo rendono noto fonti ufficiali. Il ministero della Difesa di Mosca aveva accusato Kiev di aver eliminato con colpi d’arma da fuoco alla testa almeno 10 soldati russi.

Ore 17:36 - Kiev: possiamo entrare in Ue anche senza aspettare fine guerra

L’Ucraina può aderire all’Unione europea senza aspettare che finisca la guerra. É quanto ha dichiarato la vice prima ministra per l’Integrazione europea ed euro-atlantica, Olga Stefanishyna, a margine della conferenza sulla sicurezza di Halifax, in Canada. Lo riferisce European Truth, citato da Unian. «Non faccio previsioni sui tempi», ha precisato Stefanishyna, «ma quando si tratterà di aderire, la dinamica della guerra non sarà un fattore decisivo. Possiamo entrare nell’Ue anche se la guerra non è definitivamente finita». La vice prima ministra ha anche aggiunto che in passato l’Ucraina e l’Ue hanno concluso un accordo politico commerciale nonostante la presenza di territori occupati: «Vi ricordo che abbiamo firmato l’Accordo di associazione quando la Crimea è stata annessa e la guerra nelle regioni di Donetsk e Luhansk è iniziata, ma ciò non ha influito sull’avvio dell’area di libero scambio e non ci sono state nemmeno riserve al riguardo», ha sottolineato.

Ore 18:22 - Kiev nega uccisione prigionieri guerra russi

Il commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets, ha negato che le forze di Kiev abbiano ucciso prigionieri di guerra russi, sostenendo che i soldati ucraini si stavano difendendo dal nemico che aveva finto di arrendersi. Questa settimana sui social media sono circolati video che ritrarrebbero corpi di militari russi, uccisi dopo essersi arresi alle truppe ucraine. Mosca aveva accusato Kiev di aver ucciso almeno 10 suoi soldati arresisi, con colpi d’arma da fuoco sparati alla testa.

Ore 18:43 - Aiea: attacchi mirati e deliberati a centrale Zaporizhzhia

Il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi ha stimato che gli attacchi odierni alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhia siano stati «assolutamente deliberati e mirati», e ha giudicato la situazione «estremamente grave» in un’intervista al canale francese Bfmtv. «Una buona decina di attacchi» ha preso di mira la centrale, secondo Grossi, che, senza attribuire responsabilità alle forze russe o ucraine, si è indignato del fatto che si possa «considerare che una centrale nucleare diventi un obiettivo militare legittimo» e ha esortato gli autori degli attacchi a «fermare questa follia».

Ore 19:25 - Zelensky: da febbraio 4.700 missili russi contro di noi

«Oggi è il 270/esimo giorno di una guerra su vasta scala. La Russia ha usato più di 4.700 razzi. Centinaia delle nostre città sono andate semplicemente a fuoco. Migliaia di persone sono morte. Centinaia di migliaia sono state deportate con la forza in Russia». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai partecipanti dell’Organizzazione internazionale della Francofonia, riporta Unian. «Milioni hanno lasciato l’Ucraina per altri paesi, in fuga dalla guerra», ha aggiunto Zelenskyi, ribadendo ancora una volta la necessità di fermare l’aggressione russa.

Ore 22:00 - Kiev: circa 5 milioni hanno perso il lavoro a causa della guerra

A causa dell’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina circa 5 milioni di persone hanno perso il lavoro. Lo ha affermato il viceministro dell’Economia dell’Ucraina Tetiana Berezhna durante il forum economico polacco-ucraino, osservando che a causa delle ostilità circa 7 milioni di persone hanno già lasciato il Paese, il che ha influito in modo significativo sull’aumento della disoccupazione. Lo riporta Unian. «La guerra sta distruggendo il mercato del lavoro ucraino. I combattimenti continuano dove erano impiegate 10 milioni di persone. Almeno 5 milioni di persone hanno perso il lavoro», ha detto Berezhna.

Ore 22:25 - Kiev: aperti oltre 44.600 procedimenti penali per crimini russi

Dall’inizio dell’invasione su vasta scala della Russia, gli agenti di polizia hanno aperto più di 44.600 procedimenti penali per crimini commessi dai militari russi e dai loro complici sul territorio dell’Ucraina. Lo ha reso noto il servizio stampa del ministero dell’Interno su Telegram. In particolare, le forze dell’ordine ucraine hanno registrato 33.367 casi relativi a violazioni delle leggi e dei costumi di guerra e, tra gli altri, 9.067 violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Inoltre, 97 casi sono stati istituiti per alto tradimento e 37 casi per sabotaggio. Nei territori liberati, le forze dell’ordine hanno trovato 47 luoghi in cui i russi avevano detenuto e torturato illegalmente cittadini ucraini.

Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica” il 20 Novembre 2022. 

Mieczyslaw Bieniek è stato il primo vice comandante strategico polacco della Nato, ha combattuto in Iraq, Afghanistan e Siria. Lo abbiamo incontrato a Cracovia, nel clima ancora incandescente del missile caduto al confine con l'Ucraina. Ma Bieniek è ottimista sulle prospettive di pace in Ucraina: «Qualcosa sta succedendo: basti pensare alla dinamica della ritirata di Kherson». E, a proposito della città-simbolo della resistenza ucraina, il generale polacco rivela che dal 2016 la Nato ha cominciato ad addestrare «migliaia » di ucraini per prepararli alla resistenza nel caso di un'invasione russa.

Generale, quanto è ottimista su un negoziato per la pace?

«Il comandante russo Gerasimov e quello americano Muller stanno comunicando. E, sì, penso che qualcosa stia succedendo, dietro alle quinte. Pensi alla ritirata di Kherson: 25mila soldati russi, sull'orlo dello sterminio, che vengono evacuati in tre giorni e due notti. Solo passando sul ponte Antonovski e due ponti militari costruiti da loro sul Dniepr. Avrebbero potuto distruggerli in ogni momento, erano un bersaglio facile. Invece non è successo. Penso sia un sintomo che Biden ha parlato con Zelensky, che gli ha detto lasciali andare, non sbarrare la strada a negoziati futuri».

A proposito di Kherson, a giugno sono emerse le camere per le torture, c'era una fortissima resistenza lì.

«Certo. E le spiego perché. Le truppe speciali ucraine sono state addestrate dal 2016 dalle truppe speciali della Nato. Per creare un movimento dei partigiani: c'era una grande consapevolezza che ci sarebbe stata l'invasione da parte della Russia, prima o poi». 

Ma dove sono state addestrate? In Ucraina?

«Non solo. Non posso entrare nei dettagli. Ma uno dei tanti training era proprio 'Operazioni segrete nei territori occupati'. Hanno nascosto ovunque stazioni radio, munizioni, esplosivi, gli hanno insegnato come muoversi, organizzarsi, come comunicare. Sono stati addestrati con i mezzi più moderni di combattimento, rigorosamente difensivi: obici, sistemi antiaerei e anti missilistici. E una delle basi è stata ad esempio a Yavorov, vicino a Leopoli, non a caso bombardata in primavera dai russi».

Erano cellule dormienti partigiane?

«Certo, nascoste tra civili. Ecco perché gli ucraini erano così preparati, così efficaci. E non solo lì. A Novofedorivka, la base aerea in Crimea, c'erano due soli orari possibili per colpire gli aerei e i piloti insieme, e hanno attaccato durante uno di questi slot. Qualcuno gli ha dato l'informazione in tempo reale: un partigiano. Hanno insegnato agli ucraini a usare il 'Battlefield management system', BMS, un metodo per integrare spie, satelliti e altri mezzi di comunicazione e colpire bersagli in tempo reale. Ecco perché hanno ucciso ad esempio tutti quei generali russi all'inizio della guerra».

Cicatrici. A Bucha l’incubo della guerra non è (ancora) finite. L’Inkiesta il 21 Novembre 2022.

Nella cittadina simbolo delle brutalità russe la maggior parte delle scuole ha ripreso a funzionare, così come gli ospedali e le cliniche, ma la sfida più grande è quella di rimarginare il trauma collettivo

Pubblicato originariamente su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa

Al centro della «o» di «welcome» c’è un foro di proiettile. Una delle prime immagini che si nota all’ingresso della cittadina ucraina di Bucha, una ventina di chilometri a nord-ovest di Kyjiv, è anche quella che potrebbe simbolicamente riassumere gli ultimi mesi passati fra occupazione e liberazione.

Tutt’altro che benvenuto, l’esercito russo ha sparato e torturato insediandosi in città. I segni della battaglia e delle violenze sono ancora ben presenti nello spazio pubblico, fra muri scheggiati e soffitti divelti, fabbriche distrutte e finestre rotte.

«Qui attorno alla mia casa c’erano schierati cinquanta carri armati», racconta Halia nei pressi del condominio dove è potuta far ritorno da poco.

Ha in mano un mazzo di corniole, che va a vendere in una delle tante bancarelle informali della capitale. «È stato tutto bombardato. I militari ci giravano attorno e hanno distrutto l’ingresso. Si erano stabiliti qui, al quarto piano, e andavano e venivano in continuazione».

Bucha è stata sotto controllo dei russi fino alla fine di marzo. Asserragliati alle porte di Kyjiv, i membri della 64esima brigata si sono macchiati di numerosi crimini contro la popolazione civile, le cui testimonianze hanno iniziato a circolare sulla stampa e sul web poco dopo la liberazione (dando adito anche a numerose speculazioni negazioniste).

Tutta l’area in realtà, dalla vicina Irpin all’aeroporto di Hostomel, è stata teatro di massacri e combattimenti. In alcune zone rimangono solo carcasse di edifici, centri commerciali completamente bruciati, ponti saltati. La fitta foresta del quartiere di Pushcha-Vodytsia, che connette queste cittadine alla capitale, è ora rigidamente pattugliata: il camouflage delle divise si mescola al giallo autunnale delle foglie. È in questo pezzo di terra che si sono decise le sorti iniziali del conflitto: fosse caduta Kyjiv, staremmo con tutta probabilità parlando di uno scenario completamente diverso.

La resistenza dell’esercito ucraino ha invece respinto le truppe russe al di là del fiume e ha permesso, dopo un mese di battaglia, di liberare i centri circostanti. «Putin è un pazzo. Vuole prendere Kyjiv ma non c’è modo che noi possiamo farcela», recita la voce di un soldato invasore in una delle intercettazioni telefoniche effettuate durante il periodo d’occupazione a Bucha e verificate dal New York Times. Dice un’altra: «Ci sono cadaveri lungo la strada. Civili dappertutto. È un casino».

Verso una possibile ricostruzione

Quando arriviamo a Bucha, attorno al 20 settembre, le temperature sono miti. Le piogge autunnali che portano fango – e il tanto temuto «generale Inverno», che secondo alcuni potrebbe imprimere delle svolte a livello militare – appaiono ancora lontani.

I segni delle violenze, almeno quelli visibili, sembrano amalgamarsi al ritmo e ai gesti di una cittadina (oltre trentamila abitanti) che riprende le proprie attività: fra le pareti perforate e dai colori pastello dei quartieri residenziali di Bucha Kvartal e Nova Bucha, gruppi di bambini giocano fra scivoli e castelli; lavoratori in pausa si prendono un caffè nel piccolo e pulito alimentari di un mercato, mentre dall’altro lato rimangono solo macerie incendiate del vecchio negozio di strumenti musicali; presso l’incrocio principale ragazzi affollano il bar e allo sportello della banca si forma una coda, ma in piazza una cupola mobile dell’Unicef ricorda che non è un tempo normale, ora i giorni non sono giorni qualunque.

«Ci sono 2882 edifici danneggiati, 419 per ora i corpi di persone ammazzate e torturate, almeno dieci gli abitanti ancora dispersi»: queste le cifre scandite dal sindaco di Bucha Anatoly Fedoruk durante la conferenza stampa a sei mesi dalla liberazione di Bucha, che si tiene presso la biblioteca comunale.

«Le nostre priorità sono appunto quelle di restituire le spoglie alle famiglie, ma soprattutto di procedere con le identificazioni e con la raccolta di prove e testimonianze da consegnare al tribunale. In più, stiamo cercando di riparare tutte le infrastrutture colpite e di fare in modo che chi ha perso casa non abbia problemi per l’inverno che arriva».

La maggior parte delle scuole hanno ripreso a funzionare, così come gli ospedali e le cliniche. Non dappertutto però è ripristinata l’acqua corrente e ci sono difficoltà nel funzionamento degli impianti di gas. Ma, chiaramente, la sfida più grande è quella di rimarginare il trauma collettivo e di ripristinare la comunità.

«Vogliamo che tutte le persone fuggite ritornino», afferma fiducioso Fedoruk. «A oggi, possiamo dire che il settanta per cento dei residenti ha potuto rientrare in città, ma vogliamo che sia di più. Qua a Bucha stiamo ospitando anche persone da altre zone dell’Ucraina, ci sono anche molti rifugiati interni dalla guerra del Donbass».

Giorni di incertezza

Ai lati del piccolo palco da cui il rappresentante dell’amministrazione comunale tiene la sua conferenza stampa, alcune foto di una mostra fotografica temporanea: sono ritratti di prigionieri politici bielorussi arrestati nell’ambito delle proteste di due anni fa contro la rielezione di Lukashenko (la mostra è organizzata con la collaborazione della storica associazione di difesa dei diritti umani Viasna96).

Bucha dista circa centocinquanta chilometri da quella che è stata definita «l’ultima dittatura d’Europa», sei o sette volte meno che dalle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, e non pochi dissidenti bielorussi vi hanno cercato rifugio dalla repressione in Ucraina (anche se l’atteggiamento della popolazione ucraina nei loro confronti sembra essersi deteriorato, come indicano alcuni recenti sondaggi).

Con lo scoppio della guerra, inoltre, cittadini della vicina repubblica si sono arruolati nelle file della resistenza di Kyjiv formando il proprio battaglione, mentre dal canto suo Lukashenko ha dato pieno appoggio logistico e politico a Putin e, da qualche giorno a questa parte, minaccia pure un ingresso diretto in guerra.

Autoritarismo di Minsk, conflitto del Donbass, ricostruzione post-occupazione russa… si ha come l’impressione di essere all’intreccio di territori che collassano fra loro e di tensioni mutevoli, delle quali l’invasione del 24 febbraio rappresenterebbe infine il culmine. Nello specifico, comunque, non si parla solo di Bucha. Man mano che altre zone sono state liberate, torture, violenze e fosse comuni sono apparse in molti altri centri e città, da Izyum a Lyman.

Capita anche che – così informa Fedoruk – nello stesso posto siano stati seppelliti corpi provenienti da aree e regioni diverse: un fatto che rende più difficoltoso il riconoscimento e che richiede coordinazione fra le diverse città. «Durante il periodo di occupazione era molto rischioso lasciare la città», ci spiega la ricercatrice Alona Liasheva, che sta lavorando a un progetto basato sulle testimonianze di cittadini e cittadine ucraini che subiscono le conseguenze della guerra.

«È vero che a un certo punto sono stati aperti corridoi umanitari affinché la popolazione potesse lasciare Bucha, ma le pressioni dei militari russi erano costanti. Mi hanno raccontato che chi provava ad andarsene, soprattutto a piedi, veniva interrogato o talvolta torturato. Più in generale, c’era proprio una situazione di estrema incertezza. Data la limitatezza della connessione a Internet o ad altre reti di comunicazione (solo per qualche ora al giorno e collegandosi a un generatore comune), diventava difficile capire che cosa succedeva al di fuori della città, dove fosse il fronte per esempio. “Ma l’Ucraina esiste ancora?”, si chiedevano i residenti».

Nuovi confini

Col fronte spostato di gran lunga più a est, dunque, si pensava che zone quali Bucha, Irpin e Hostomel – per non parlare della stessa Kyjiv (dove, a eccezione del coprifuoco, la vita è scorsa tranquilla negli ultimi tempi) – avrebbero potuto iniziare a pensare al futuro. Con la recente nomina del generale russo Surovkin a capo dell’«operazione speciale», però, si sono nuovamente intensificati i bombardamenti diretti a obiettivi civili, anche nelle città dell’ovest. Le autorità del paese lanciano l’allarme per una nuova scarsità di corrente elettrica e gli allarmi si moltiplicano.

C’è tanto lavoro da fare: servono miliardi di gryvna, che verranno stanziati dal budget municipale e nazionale, oltre che da progetti interstatali, informa Fedoruk. Al momento, sul posto, è attiva soprattutto la protezione civile locale che opera in stretta collaborazione con l’esercito.

Come accennato, non tutto è stato ancora ripristinato, anzi: quotidianamente avvengono ancora distribuzioni di cibo e in molti provvedono autonomamente a reinventarsi un’attività. Alcuni dei giovani si sono arruolati: infatti i combattimenti intanto proseguono e i confini ucraini sono in perenne mutamento.

Certo, un confine invisibile, nella testa delle persone, sembra essersi consolidato almeno per il momento. «È un dolore infinito», conclude Halia, la «signora delle corniole», mentre volge gli occhi piangendo al proprio appartamento. «Vorrei che si aprisse la terra e che tutti i kazhapy (termine dispregiativo per indicare la popolazione russa, ndr) finissero là dentro».

Le notizie del 21 novembre sulla guerra Ucraina-Russia. Lorenzo Cremonesi e Andrea Nicastro su Il Corriere della Sera il 21 Novembre 2022

Le notizie di lunedì 21 novembre. L'assemblea della Nato dichiara la Russia uno «Stato terrorista». Il procuratore generale dell’Ucraina: «Da inizio guerra uccisi 8.300 civili»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 269esimo giorno.

• Il direttore dell’Aiea Rafael Grossi chiede di fermare immediatamente i raid nella zona della centrale nucleare di Zaporizhzhia e rinnova l’appello urgente a Ucraina e Russia a trovare un accordo e implementare una zona di sicurezza.

• Kiev e Mosca si accusano a vicenda di bombardare di Zaporizhzhia.

• Dall’inizio dell’invasione russa, sono 8.311 i civili deceduti, tra cui 437 bambini. Più di 11.000 i civili feriti.

• Il punto militare: quale effetto avrà l'inverno sul conflitto?

Ore 04:35 - Aiea, potenti esplosioni in area centrale Zaporizhzhia. «Si scherza con il fuoco»

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica segnala «potenti espolosioni» nell’area della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia. «Chiunque ci sia dietro, deve fermarsi immediatamente. State giocando con il fuoco!». Lo afferma il direttore dell’Aiea Rafael Grossi, in merito alle esplosioni nella zona della centrale nucleare di Zaporizhzhia, citato da un tweet della stessa Aiea. Grossi ha inoltre ribadito l’appello urgente a Ucraina e Russia a trovare un accordo e implementare una zona di sicurezza e protezione nucleare intorno alla centrale ucraina il prima possibile. «Non mi arrenderò fino a quando questa zona non sarà diventata realtà», ha aggiunto.

Ore 04:46 - Kiev: «Mosca ha bombardato la centrale di Zaporizhzhia»

«Questa mattina, il 20 novembre 2022, in seguito a diversi bombardamenti russi, si registra che l’area della centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata colpita almeno 12 volte», riferisce Energoatom accusando la Russia di «mettere il mondo a rischio, ancora una volta».

Ore 04:51 - Procuratore generale dell’Ucraina: oltre 8.300 civili uccisi da febbraio

L’ufficio del procuratore generale dell’Ucraina ha registrato la morte di 8.311 civili, tra cui 437 bambini, dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio. I civili rimasti feriti sono più di 11.000. Lo ha reso noto il procuratore Andriy Kostin ieri sera in una trasmissione tv, ripreso da Ukrainska Pravda. «Ma il numero reale è molto più alto», poiché «non abbiamo ancora accesso ad alcuni territori occupati», ha aggiunto.

Ore 04:59 - Aiea: attacchi mirati e deliberati a centrale Zaporizhzhia

Il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Rafael Grossi ha stimato che gli attacchi odierni alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhia siano stati «assolutamente deliberati e mirati», e ha giudicato la situazione «estremamente grave» in un’intervista al canale francese Bfmtv. «Una buona decina di attacchi» ha preso di mira la centrale, secondo Grossi, che, senza attribuire responsabilità alle forze russe o ucraine, si è indignato del fatto che si possa «considerare che una centrale nucleare diventi un obiettivo militare legittimo» e ha esortato gli autori degli attacchi a «fermare questa follia».

Ore 05:15 - Zelensky: da febbraio 4.700 missili russi contro di noi

«Oggi è il 270/esimo giorno di una guerra su vasta scala. La Russia ha usato più di 4.700 razzi. Centinaia delle nostre città sono andate semplicemente a fuoco. Migliaia di persone sono morte. Centinaia di migliaia sono state deportate con la forza in Russia». Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai partecipanti dell’Organizzazione internazionale della Francofonia, riporta Unian. «Milioni hanno lasciato l’Ucraina per altri paesi, in fuga dalla guerra», ha aggiunto Zelenskyi, ribadendo ancora una volta la necessità di fermare l’aggressione russa.

Ore 05:04 - Ucraina, 10 milioni senza elettricità. Caso Nord Stream: fu sabotaggio

(Lorenzo Cremonesi, nostro inviato) Oltre 10 milioni di ucraini sono senza elettricità ha denunciato l’altra notte Volodymyr Zelensky. Una cifra enorme, specie se si tiene conto che almeno sei sulla quarantina di milioni di abitanti sono profughi all’estero. E ieri il suo primo ministro, Denys Shmyhal, ha aggiunto che «quasi il cinquanta per cento della rete elettrica nazionale è stata danneggiata o distrutta dai recenti bombardamenti russi». Così, a 270 giorni dall’inizio dell’invasione militare voluta da Putin, il Paese rischia il blackout, le cui conseguenze sono aggravate dall’abbassarsi delle temperature. Due giorni fa è caduta la prima neve anche nelle zone del centro sud: in molte abitazioni private e in diversi uffici dell’amministrazione pubblica non ci sono luce e riscaldamento, la rete telefonica e internet funzionano a singhiozzo; i tagli all’energia impediscono il funzionamento delle stazioni di pompaggio che garantiscono sia il flusso dell’acqua potabile, che il filtraggio delle acque nere.

Ore 05:20 - Kiev: aperti oltre 44.600 procedimenti penali per crimini russi

Dall’inizio dell’invasione su vasta scala della Russia, gli agenti di polizia hanno aperto più di 44.600 procedimenti penali per crimini commessi dai militari russi e dai loro complici sul territorio dell’Ucraina. Lo ha reso noto il servizio stampa del ministero dell’Interno su Telegram. In particolare, le forze dell’ordine ucraine hanno registrato 33.367 casi relativi a violazioni delle leggi e dei costumi di guerra e, tra gli altri, 9.067 violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Inoltre, 97 casi sono stati istituiti per alto tradimento e 37 casi per sabotaggio. Nei territori liberati, le forze dell’ordine hanno trovato 47 luoghi in cui i russi avevano detenuto e torturato illegalmente cittadini ucraini.

Ore 07:27 - Zaporizhzhia, ispezioni dopo i bombardamenti: «Giocano con il fuoco»

L’Aiea comunica che condurrà oggi un’ispezione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, dopo che il sito è stato bombardato più di una dozzina di volte durante il fine settimana, per valutare gli effetti degli attacchi.

Le esplosioni hanno danneggiato edifici e attrezzature, sebbene nessuno in modo «critico» per la sicurezza nucleare, ha affermato l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Il direttore generale Rafael Grossi ha detto che le forze militari dietro il bombardamento stavano «giocando con il fuoco», aggiungendo che «devono fermarsi immediatamente». «I ripetuti bombardamenti sul sito della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia ieri sera e questa mattina hanno danneggiato edifici, sistemi e attrezzature, con alcune delle esplosioni che si sono verificate vicino ai reattori». ha comunicato ieri sera l’Aiea in una nota.

L’agenzia ha affermato che l’impianto è stato colpito da «più di una dozzina di esplosioni in 40 minuti», anche se i livelli di radiazione nel sito sono rimasti normali e non ci sono state segnalazioni di vittime. Anche gli alimentatori esterni agi impianti, che sono stati messi fuori uso più volte durante il conflitto, non sono stati colpiti.

La direzione del sito ha segnalato danni in diversi punti, tra cui un edificio di stoccaggio e di rifiuti radioattivi, sistemi di irrigazione del bacino di raffreddamento, un cavo elettrico a uno dei reattori, serbatoi di stoccaggio della condensa e a un ponte di collegamento con un altro. «Anche se non vi è stato alcun impatto diretto sui principali sistemi di sicurezza e protezione nucleare dell’impianto — ha detto Rafael Grossi — il bombardamento era pericolosamente vicino. Stiamo parlando di metri, non di chilometri. Chiunque stia bombardando la centrale nucleare di Zaporizhzhia, sta correndo rischi enormi e sta giocando d’azzardo con la vita di molte persone».

Ore 07:35 - Zelensky: quattrocento attacchi d’artiglieria

«Le forze russe hanno lanciato quasi 400 attacchi d’artiglieria domenica nell’est dell’Ucraina». Lo ha detto Volodymyr Zelensky nel suo ultimo discorso, aggiungendo che «le battaglie più feroci si sono svolte nella regione di Donetsk. Sebbene oggi ci siano meno attacchi a causa del peggioramento del tempo, il numero di occasioni di bombardamento russo rimane, purtroppo, estremamente elevato».

La Russia ha spostato le truppe per rafforzare le posizioni nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk, dopo il ritiro dalla città meridionale di Kherson. Riferendosi alle posizioni ucraine nel sud, il presidente ucraino ha affermato che le forze di Kiev «stanno tenendo la linea, distruggendo in modo coerente e molto calcolato il potenziale degli occupanti».

Ore 07:55 - «I russi vulnerabili nella regione di Luhansk»

Le forze russe stanno costruendo posizioni difensive parzialmente presidiate da riservisti scarsamente addestrati nella regione di Luhansk, a Svatove, un settore «operativo più vulnerabile», secondo il ministero della Difesa britannico che ha pubblicato il suo ultimo aggiornamento di intelligence. I leader russi vedranno molto probabilmente il mantenimento del controllo di Svatove come una priorità politica, secondo Londra: «Sia la capacità difensiva che quella offensiva russa continuano ad essere ostacolate dalla grave carenza di munizioni e di personale qualificato».

Ore 08:36 - Gran Bretagna: «Forze russe più vulnerabili nell’area di Svatove, nel Luhansk»

«Negli ultimi sette giorni, un intenso fuoco di artiglieria è proseguito in direzione di Svatove nella regione di Luhansk, nel nord-est dell’Ucraina. Come in altre aree del fronte, le forze russe continuano a privilegiare la costruzione di postazioni difensive, quasi certamente parzialmente presidiate da riservisti mobilitati poco addestrati». Lo scrive su Twitter l’intelligenge britannica, aggiungendo che «con la linea del fronte sud-occidentale della Russia, adesso più facile da difendere lungo la sponda orientale del fiume Dnipro, l’area di Svatovo è ora probabilmente un fianco operativo più vulnerabile per le forze russe».

Il rapporto del ministero della Difesa di Londra sottolinea che è probabile che i leader russi considerino il mantenimento del controllo su Svatov, un grande centro abitato nella regione di Luhansk, «come una priorità politica. Tuttavia, i comandanti stanno probabilmente lottando con la realtà militare per mantenere una difesa credibile mentre cercano anche di fornire risorse per operazioni offensive più a sud nella regione di Donetsk. Sia le capacità difensive che offensive della Russia continuano ad essere ostacolate da una grave carenza di munizioni e di personale qualificato».

Ore 09:07 - Kiev: «Morti 390 militari russi»

Lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino ha riferito oggi che la Russia ha perso 84.600 soldati in Ucraina di cui 390 nell’ultimo giorno. Ha anche perso 2.892 carri armati, 5.822 veicoli corazzati da combattimento, 4.378 veicoli e serbatoi di carburante, 1.870 sistemi di artiglieria, 393 sistemi di razzi a lancio multiplo, 209 sistemi di difesa aerea, 278 aeroplani, 261 elicotteri, 1.537 droni e 16 barche.

Ore 09:24 - Kazakhstan: «Putin si congratula con Tokayev per vittoria»

Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato un telegramma di congratulazioni a quello kazako Kassym-Jomart Tokayev per la sua rielezione nelle presidenziali di ieri, sottolineando che intende «continuare a lavorare insieme per rafforzare» le relazioni tra i due Paesi, basate su una tradizione di amicizia, buon vicinato e rispetto reciproco. Lo riferisce l’agenzia Interfax.

Ore 09:57 - Bombardamenti su Nikopol, sei attacchi nella notte

«Sei attacchi durante la notte. I russi hanno nuovamente terrorizzato il distretto di Nikopol con Grad e artiglieria pesante». Lo ha scritto su Telegram Valentyn Reznichenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipro, parlando dei pesanti bombardamenti che hanno colpito la città nel sud dell’Ucraina e che hanno ferito un uomo di 78 anni. I bombardamenti russi hanno danneggiato case private, una barca e diverse automobili a Nikopol, ha affermato Reznichenko, aggiungendo che ci sono stati anche bombardamenti nelle vicine comunità di Marhanets e Myrove, dove non sono state segnalate vittime.

Ore 10:20 - Zelensky: «Faremo di tutto per fare accettare la nostra formula di pace»

«Faremo di tutto per far accettare al mondo la formula di pace ucraina». Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio. «La formula di pace ucraina è percepita in modo estremamente positivo nel mondo», ha aggiunto Zelensky, «è abbastanza costruttiva e realistica, in contrasto con la vuota e mendace retorica russa sulla loro presunta disponibilità a qualche tipo di negoziato».

Ore 10:31 - Il premier spagnolo Sanchez: «Dalla Nato risposta proporzionata, evitata l’escalation»

«Siamo in un momento importantissimo della storia della Nato, c’è un’aggressione illegale, ingiusta, provocata da Putin» e la Nato «è riuscita a dimostrare la propria necessità di esistenza», «perché ha reagito con prontezza» trasmettendo un «messaggio di unità e coesione a difesa dei valori che ci uniscono». Lo ha detto il premier spagnolo Pedro Sanchez intervenendo alla 68esima sessione annuale dell’Assemblea parlamentare della Nato, in corso a Madrid. Il segretario generale della Nato «ha saputo dare» all’aggressione russa all’Ucraina una «risposta proporzionata, intelligente e moderata, evitando un’escalation dalle conseguenze imprevedibili che nessuno vuole», ha aggiunto Sanchez.

Ore 10:45 - La Lituania aumenta le truppe per le missioni Nato

La Lituania aumenterà a partire dal prossimo anno il numero di truppe a disposizione per le missioni internazionali della Nato. Secondo quanto previsto dal relativo Decreto presidenziale, nel 2023 le truppe lituane a disposizione delle missioni dell’Alleanza saranno 440 e aumenteranno a 541 nel 2024. Il Decreto prevede inoltre di mettere a disposizione altre 160 persone tra truppe e civili per le missioni Nato nei Paesi dell’Alleanza e nei territori dell’Unione Europea. Al momento, la Lituania fornisce alla Nato 340 soldati per le missioni internazionali e 142 tra militari e civili per le missioni interne. Il Decreto dovrà essere confermato dal voto del Parlamento lituano (Seimas). La decisione di aumentare il contributo alla Nato avviene nel contesto della generale implementazione della collaborazione tra il Paese baltico e l’Alleanza successivo all’aggressione russa all’Ucraina.

Ore 10:51 - Cremlino: «In Ucraina raggiungeremo i nostri obiettivi»

«La Russia vuole raggiungere i suoi obiettivi, e li raggiungerà». Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in merito all’operazione militare in Ucraina, rispondendo al presidente Volodymyr Zelensky che ha accusato Mosca di non volere negoziare con Kiev e di essere invece intenzionata ad ottenere solo una pausa nelle ostilità. Lo riferisce l’agenzia Tass.

Ore 10:57 - Cremlino: «Non puntiamo a cambio di regime a Kiev»

Il fine dell’operazione militare russa in Ucraina non è provocare un cambio di regime a Kiev. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalle agenzie russe.

Ore 11:10 - Lollobrigida incontra Wojciechowski su Pac ed etichette

Il ministro Francesco Lollobrigida, a Bruxelles per partecipare al Consiglio agricoltura e pesca, ha incontrato il commissario Ue competente, Janusz Wojciechowski. I temi dell’incontro, ha reso noto il commissario polacco con un tweet, sono stati la nuova Pac, l’impatto dell’aggressione russa in Ucraina, la direttiva sulle emissioni industriali, il regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi e l’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore della confezione di alimenti e bevande.

Ore 11:18 - Kiev: «Bombe a Zaporizhzhia per farci morire di freddo»

«I bombardamenti sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia mirano a far morire di freddo gli ucraini». È quanto ha dichiarato il consigliere del ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, ospite nel programma Today della Bbc Radio 4. Secondo Sak, i colpi alla centrale nel fine settimana sono una «campagna genocida per far morire di freddo gli ucraini, per privarli dell’elettricità», interrompendo le forniture di energia. Mosca sta cercando di «congelare il fronte», ha aggiunto il funzionario di Kiev, «perché (i russi ndr) non stanno ottenendo nulla sul campo di battaglia e stanno cercando disperatamente un modo per ottenere quella che chiamano una pausa operativa sul fronte». Sak ha concluso dicendo che «non ci sarà alcuna pausa da parte nostra» e che l’Ucraina continuerà la sua recente controffensiva.

Ore 11:24 - Stoltenberg: «Prepariamoci a guerra di lungo corso»

«Ci dobbiamo preparare a una guerra di lungo corso». Lo ha dichiarato il segretario della Nato, Jens Stoltenberg, nel suo intervento all’assemblea parlamentare dell’Alleanza a Madrid. «Non possiamo permettere a Putin di vincere, bisogna continuare il sostegno a Kiev», ha invitato Stoltenberg. «I fallimenti russi sul terreno non hanno cambiato la convinzione di Mosca di vincere», ha aggiunto l’ex premier norvegese che ha invitato a «non sottovalutare le capacità militari della Russia».

Ore 11:26 - La Spagna apre un centro di addestramento per soldati ucraini a Toledo

Sarà aperto a fine novembre a Toledo, in Spagna, un nuovo centro di addestramento per le truppe ucraine. Lo ha annunciato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez all’assemblea parlamentare della Nato. Inoltre, la polizia spagnola verrà schierata in Ucraina nelle prossime settimane per coadiuvare le indagini sui presunti crimini di guerra russi, ha aggiunto Sanchez.

Ore 11:30 - Cremlino: «Non discutiamo di una seconda chiamata alle armi»

Al Cremlino «non si discute» della possibilità di una seconda chiamata alle armi per i riservisti dell’esercito russo: lo sostiene il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. A fine settembre il Cremlino ha annunciato la mobilitazione «parziale» dei riservisti per il conflitto in Ucraina. Ufficialmente, sono stati richiamati 300.000 riservisti. A fine ottobre, il governo ha detto di aver completato la mobilitazione, ma non è stato pubblicato nessun decreto ufficiale in tal senso. «Non ci sono discussioni a tal proposito. Per quanto riguarda il ministero della Difesa, io non posso parlare per il ministero della Difesa. Il Cremlino non ne sta discutendo», ha detto Peskov, secondo l’agenzia Interfax, rispondendo alla richiesta di un commento sulle voci che circolano sul web sulla possibilità di una seconda chiamata alle armi.

Ore 11:43 - Kiev: «L’esercito russo sta bombardando Kherson». Ci sono morti e feriti

«L’esercito russo sta bombardando Kherson, liberata 10 giorni fa, sono state colpite infrastrutture civili. Ci sono morti e feriti tra la popolazione»: lo rende noto il vicepresidente del consiglio regionale Yuriy Sobolevsky, come riporta Unian. La pubblicazione «Suspilne Kherson» ha riferito di una serie di esplosioni nella città a cominciare dalle 11 di questa mattina.

Ore 11:50 - Austin (segretario alla Difesa Usa): «Gli Stati Uniti al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario»

Gli Stati Uniti sosterranno l’Ucraina «per tutto il tempo necessario» anche se è «difficile prevedere come si evolveranno le cose e con quali tempistiche». Lo ha dichiarato il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, rispondendo a una domanda da parte dei media durante una conferenza stampa congiunta a Giacarta con il suo omologo indonesiano.

L’obiettivo degli Stati Uniti è sostenere l’Ucraina, mentre l’obiettivo di Kiev è «assicurarsi che si stia facendo di tutto per recuperare ogni centimetro del loro territorio», ha aggiunto. Per il numero uno del Pentagono, le forze ucraine saranno pronte a combattere durante i mesi invernali e saranno in «condizioni decisamente migliori rispetto ai loro avversari» grazie al supporto fornito dagli Stati Uniti.

Ore 12:00 - Presidente Lituania: «La Nato presti più attenzione al fattore Bielorussia»

Il presidente lituano, Gitanas Nauseda, ha reso noto di aver chiesto alla Nato di prestare maggiore attenzione alla Bielorussia perché «è chiaro» che partecipa alla guerra mettendosi «a completa disposizione» di Mosca e dei suoi interessi. «Ci sono soldati russi in territorio bielorusso, pronti per partire per le zone di guerra in Ucraina», ha dichiarato Nauseda in un’intervista all’emittente Current Time TV.

«Dobbiamo pensarci», ha aggiunto, precisando di essersi messo in contatto con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, per sollecitare l’Alleanza a prestare maggiore attenzione «al fattore» Bielorussia. Nauseda ha ricordato che il suo paese ha in comune con la Bielorussia una frontiera lunga 600 chilometri e ha reso noto che la Lituania è stata vittima di attacchi ibridi. principalmente, ha detto, attraverso il ricorso all’immigrazione illegale. «Abbiamo costruito barriere ma nessuna di queste potrà aiutarci con i missili».

Ore 12:10 - Media: «La Polonia si oppone alla presenza delle autorità di Kiev nell’indagine sul missile caduto»

Ore 12:16 - Il premier spagnolo Sanchez a Putin: «Lasci in pace l’Ucraina»

«Sarebbe cosa buona che oggi, di nuovo, qui da Madrid, lanciassimo fra tutti un messaggio ben chiaro a Vladimir Putin: che lasci in pace l’Ucraina, rispetti la sua integrità territoriale, la sua sovranità nazionale e la sua facoltà di decidere in modo libero sul proprio futuro»: è quanto affermato dal premier spagnolo, Pedro Sanchez, nel suo intervento all’Assemblea Parlamentare della Nato, in corso nella capitale spagnola. «Fino a quando questo non avverrà, rimarremo tutti uniti al fianco dell’Ucraina nella sua lotta per la libertà», ha aggiunto. Sanchez ha poi ricordato che la Spagna partecipa a un’indagine internazionale per far luce su eventuali crimini di guerra commessi in Ucraina. «Poche settimane fa è arrivato lì il team che preparerà il lavoro delle unità della polizia spagnola in appoggio alle autorità ucraine» per queste indagini, ha detto.

Ore 12:20 - Kiev: «Salta il piano emergenza elettricità, capitale al buio»

Salta il piano sull’orario delle interruzioni dell’elettricità nella capitale e nella regione di Kiev a causa dell’elevato consumo di corrente dovuto specialmente al freddo: oggi «nella capitale sono stati applicati arresti dell’elettricità di emergenza. I programmi sono temporaneamente sospesi fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata», ha affermato l’operatore elettrico ucraino Ukrenergo. L’amministrazione ha spiegato che «attualmente, il consumo di elettricità è aumentato in modo significativo nella regione di Kiev. Al fine di evitare incidenti di massa, ci sono interruzioni di emergenza», riporta Espreso tv.

Ore 12:33 - Procura di Kiev: «Trovati quattro luoghi di tortura a Kherson»

L’ufficio dela Procura di Kiev ha dichiarato oggi di aver scoperto quattro «luoghi di tortura» utilizzati dai russi a Kherson durante l’occupazione della città nel sud dell’Ucraina. «A Kherson, i procuratori continuano a stabilire i crimini della Russia: i luoghi di tortura sono stati scoperti in quattro edifici», ha affermato l’ufficio del procuratore.

Ore 12:46 - Soldati russi arrestati dopo avere rifiutato di combattere

Un video rilanciato da Meduza, agenzia di stampa russa indipendente con sede all’estero, mostra due militari russi finiti in manette a Belgorod dopo essersi rifiutati di combattere contro l’Ucraina. Il filmato è apparso su diversi canali Telegram russi e ucraini. Nel video due uomini in divisa militare si presentano davanti al comandante che li informa di un procedimento penale contro di loro per inosservanza dell’ordine: ciò prevede una punizione sotto forma di reclusione per un periodo da due a tre anni. Quindi i soldati vengono trattenuti. Gli attivisti per i diritti umani - afferma Meduza - ritengono che questo video sia stato girato «come monito per gli altri richiamati».

Ore 13:48 - Danni a Kherson e Mykolaiv, al via evacuazioni per l'inverno

Le autorità ucraine hanno iniziato l'evacuazione dei residenti dalle aree recentemente liberate della regione di Kherson e dalla vicina provincia di Mykolaiv, temendo che i danni alle infrastrutture siano troppo gravi perché le persone possano sopportare il prossimo inverno. Lo hanno riferito i funzionari locali. Ai residenti delle due regioni meridionali, bombardate costantemente negli ultimi mesi, è stato consigliato di trasferirsi in aree più sicure nelle parti centrali e occidentali del Paese, ha affermato la vice primo ministro ucraina Iryna Vereshchuk. Il governo fornirà «trasporto, alloggio e cure mediche», ha detto Vereshchuk.

Ore 14:06 - Zelensky: «Ucraina deve diventare membro Ue e Nato a pieno titolo»

Lo ha detto Zelensky, in collegamento video ai legislatori dell'Assemblea parlamentare Nato riuniti a Madrid.

Ore 14:21 - Zelensky, ci servono sistemi di difesa aerea e anti-missili

L'Ucraina «ha bisogno» di «sistemi di difesa aerea e anti-missili in quantità e di qualità sufficienti», oltre che «nuovi pacchetti di sanzioni» e «sostegno finanziario», per evitare che «la Russia commetta nuovi atti terroristici»: lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervenendo in collegamento video alla 68esima sessione annuale dell'Assemblea Parlamentare della Nato, in corso a Madrid. «Mi piacerebbe che i vostri Parlamenti riconoscano la Russia come uno stato terroristico», ha aggiunto Zelensky, che ha anche chiesto ai «terroristi russi» di «mettere fine» ad azioni «pericolose» e «sabotaggi» nei pressi di impianti nucleari.

Ore 14:53 - La società russa Rosatom: «Zaporizhzhia a rischio incidente nucleare»

La centrale nucleare di Zaporizhzhia è «a rischio di un incidente nucleare». Lo ha affermato l’amministratore delegato della società statale russa per l’energia atomica Rosatom, Alexei Likhachev, citato da Interfax. «L’impianto è esposto al rischio di un incidente nucleare. Siamo stati in trattative con l’Aiea tutta la notte», ha detto Likhachev a margine dell’evento Atomexpo 2022 a Sochi. «Stiamo informando la comunità internazionale che l’impianto è a rischio di disastro nucleare e Kiev crede chiaramente che un piccolo incidente nucleare sarebbe accettabile», ha accusato il ceo di Rosatom, citato dall’agenzia Tass.

Ore 15:30 - Kiev: «1 morto e 4 feriti in bombardamento a Kherson»

«A seguito del bombardamento di Kherson da parte dei terroristi russi, sono state portate all’ospedale regionale quattro persone ferite. Purtroppo, una persona è morta durante il ricovero». Lo rende noto su Telegram Kyrylo Timoshenko, a capo dell’ufficio del presidente ucraino. «Nel bombardamento del villaggio di Antonivka, invece una donna è stata ferita e portata all’ospedale regionale di Kherson», aggiunge.

Ore 15:36 - La Norvegia sosterrà Kiev con forniture di gas per l’inverno

La Norvegia ha dichiarato che assisterà l’Ucraina con l’approvvigionamento di gas per il prossimo inverno, fornendo finanziamenti per un importo di 2 miliardi di corone norvegesi (circa 190 milioni di euro). Come riporta il Guardian, i fondi, parte di un pacchetto di aiuti precedentemente annunciato di 10 miliardi di corone, passeranno attraverso la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). «È importante incanalare il sostegno attraverso un’organizzazione consolidata e riconosciuta a livello internazionale, che assicurerà un uso efficace e trasparente dei finanziamenti», ha affermato il ministro delle Finanze norvegese Trygve Slagsvold Vedum.

Ore 15:44 - Vice premier ucraina Stefanishyna: «Esplosione in Polonia? Ok a indagini approfondite»

«L’esplosione in Polonia richiede indagini più che approfondite. Siamo completamente aperti a questo». Così all’Adnkronos la vice premier Olga Stefanishyna che, commentando l’esplosione di missili in Polonia, aggiunge: «Allo stesso tempo, dovremmo tutti renderci conto che la Russia è responsabile del lancio di dozzine di missili in Europa. La guerra condotta dalla Russia non si limita ai confini dell’Ucraina. La pace che è esistita fino ad ora ai confini dell’Europa è assicurata dalle forze armate ucraine, che frenano Mosca».

Ore 16:20 - L’assemblea della Nato dichiara la Russia uno «Stato terrorista»

L’Assemblea parlamentare della Nato ha approvato la risoluzione presentata dalla commissione politica in cui si dichiara la Russia sotto l’attuale regime uno «stato terrorista» e si chiede «l’istituzione di un tribunale internazionale per perseguire il crimine di aggressione commesso dalla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina». Nella risoluzione si afferma inoltre che le nazioni alleate dovrebbero «aumentare il sostegno militare, di intelligence, finanziario, formativo e umanitario all’Ucraina, anche accelerando le consegne delle armi di cui Kiev ha bisogno per proteggersi e per ripristinare la propria integrità territoriale», «per tutto il tempo necessario».

Ore 16:37 - Varsavia, nuovi sistemi antiaerei al confine con Ucraina

Il ministro polacco della Difesa, Mariusz Blaszczak, ha annunciato che ulteriori sistemi di difesa aerea Patriot saranno posizionati al confine con l'Ucraina. Lo riporta il Kyiv Indipendent, citando un tweet di Blaszczak. Il Patriot è un sistema antiaereo americano a medio raggio costruito per intercettare i missili in arrivo. L'esercito polacco li sta utilizzando da ottobre e riceverà dalla Germania altre due batterie di Patriot (16 lanciatori) entro la fine del 2022, ha scritto il sito polacco Rmf24.

Ore 17:06 - Quale effetto avrà il Generale Inverno sulle operazioni?

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Neve, fango, freddo. Il Generale Inverno entra nelle operazioni in Ucraina. Era atteso. Le immagini mostrano alcuni blindati «lottare» nel pantano, altre forniscono dettagli su come i soldati cercano di rendere vivibili i loro bunker. Gli osservatori discutono da giorni sulle mosse future dei contendenti. I russi — dicono — continuano a stabilizzare le difese a sud, spostano alcuni reparti a oriente dove da settimane provano ad avanzare su Bakhmut. L’obiettivo è multiplo: tenere, provocare perdite, aspettare. Molta attenzione è rivolta alle capacità dell’industria bellica nel mettere a disposizione altro materiale. Le indicazioni non sono uniformi: una parte degli analisti esprime dubbi (ribadendo la scarsa fiducia) ma c’è sempre chi invita a non sottovalutare lo sforzo e gli ordini impartiti da Vladimir Putin. Gli ucraini, invece, vorrebbero liberare qualche nuova località nel settore meridionale ma devono anche riacquistare energie dopo settimane di combattimenti intensi.

Ore 17:22 - Kiev: propaganda russa ha ordine di dimenticare parola «Kherson»

I propagandisti russi hanno ricevuto l'ordine di dimenticare la parola «Kherson». La città, la cui «annessione» è stata accolta ieri sulla Piazza Rossa, non esiste più nella mediapoli russa. Sosteniamo la nuova strategia informativa: «Oggi - dimenticare Kherson. Domani - Donetsk e Crimea. Presto - Ucraina». Lo scrive su Twitter Mykhaylo Podolyak, consigliere di Zelensky.

Ore 17:52 - Oms: con l'inverno in Ucraina rischiano la vita milioni di persone

L'Organizzazione Mondiale per la Sanità mette in guardia sui rischi che corre la popolazione nei territori di guerra con l'abbassamento delle temperature, sottolineando che l'inverno «mette a rischio la vita» di milioni di persone in Ucraina.

Ore 18:25 - Mosca, Aiea dica chiaramente chi bombarda Zaporizhzhia

La Russia chiede all'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) di non limitarsi «alle condanne astratte» per i bombardamenti sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia ma di indicare «chiaramente e senza ambiguità coloro che compiono questi attacchi», vale a dire le forze ucraine. Lo afferma la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. «Siamo convinti - scrive la Zakharova in una dichiarazione pubblicata sul sito del ministero e ripresa dalle agenzie russe - che la dirigenza dell'Aiea debba assumere una posizione responsabile in queste circostanze senza precedenti. È arrivato il momento di chiamare le cose con il loro nome, altrimenti i nazionalisti ucraini non si possono fermare. Ciò richiede determinazione e responsabilità. Speriamo vivamente che le dimostreranno».

Ore 18:49 - Macron sente Zelensky dopo bombe vicino a centrale

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo francese Emmanuel Macron, nel quale ha sottolineato «la necessità di smilitalizzare» l’impianto nucleare di Zaporizhzhia e discusso «la cooperazione per garantire la stabilità energetica dell’Ucraina». «Ho avuto una telefonata con Emmanuel Macron. L’ho informato sulla situazione sul campo di battaglia e nelle centrali nucleari ucraine», sottolineando «la necessità di smilitarizzazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Abbiamo anche discusso della cooperazione per garantire la stabilità energetica dell’Ucraina, in particolare, proteggendo il sistema dagli attacchi aerei», ha scritto Zelensky su Twitter.

Ore 18:55 - Kiev: «Mosca dispiega missili Iskander ed S-400 in Bielorussia»

Mosca ha dispiegato missili Iskander e S-400 in Bielorussia. Lo dichiara il portavoce dell'aviazione ucraina, Yurij Ihnat, citato da Ukrinform. Le forze russe hanno inoltre posizionato sistemi missilistici S-300 nella regione di Donetsk, ha aggiunto, con l'obiettivo di lanciarli sia sulle infrastrutture delle città vicine al fronte che contro i soldati ucraini.

Ore 19:07 - «Bombardamenti russi su Kherson sono crimini di guerra»

«La Federazione russa ha iniziato a bombardare sistematicamente Kherson dalla riva sinistra. Non c'è logica militare: vogliono solo vendicarsi della gente del posto. Questo è un enorme crimine di guerra». Lo ha scritto su Twitter Mykhaylo Podolyak, consigliere di Zelensky. Aggiungendo: «Qualcuno ha già visto le dichiarazioni dall'Ufficio Onu per i diritti umani? O la routine delle atrocità russe non è più interessante?».

Ore 19:36 - Kiev evacuerà civili da Kherson e Mykolaiv

L’Ucraina evacuerà i civili dalle regioni meridionali di Kherson e Mykolaiv, aree liberate di recente, nel timore che i danni alle infrastrutture siano troppo gravi perché le persone possano sopportare l’inverno. Lo riferisce il Guardian.

Ore 20:42 - Aiea, intatte le strutture chiave a centrale Zaporizhzhia

«Nonostante la gravità dei bombardamenti, le apparecchiature chiave sono rimaste intatte e non ci sono problemi immediati di sicurezza nucleare». Lo ha riferito il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi dopo l’ispezione di un suo team alla centrale di Zaporizhzhia, come riporta il sito dell’agenzia. «Lo stato dei sei reattori è stabile e l’integrità del combustibile esaurito, del combustibile fresco e dei rifiuti radioattivi a bassa, media e alta attività nelle rispettive strutture di stoccaggio è stata confermata», ha dichiarato il team. Ma i danni diffusi in tutto il sito sono «motivo di grande preoccupazione».

Ore 22:02 - Kiev, lanciata operazione militare su riva sinistra del Dnipro

Il comando operativo meridionale dell’Ucraina ha affermato che è stata lanciata un’operazione militare per liberare Capo Kinburn, la sottile striscia di terra a nord dell’omonima penisola, nella foce del fiume Dnipro. Lo riporta il Kyiv Independent, ricordando che i tentativi delle truppe ucraine di avventurarsi nel Capo Kinburn sulla riva sinistra del Dnipro seguono la liberazione di Kherson e di altre aree sulla riva destra del fiume avvenuta l’11 novembre. Il comando rende noto inoltre che una tempesta in mare sta aiutando le forze ucraine. La penisola è una delle ultime località dell’oblast di Mykolaiv ancora sotto occupazione russa, sottolinea il media ucraino.

Ore 02:06 - Kherson, il governo offre evacuazione gratuita ai residenti

« Ai residenti di Kherson viene offerto di evacuare per l’inverno. Tenendo conto della difficile situazione della sicurezza in città e dei problemi con le infrastrutture, è possibile evacuare per il periodo invernale verso regioni più sicure del Paese. Il governo offre l’evacuazione gratuita a Kryvyi Rih, Mykolaiv e Odessa, con un possibile ulteriore trasferimento a Regione di Kirovohrad, regione di Khmelnytskyi o alle regioni occidentali dell’Ucraina»: è quanto affermato dalla vice premier ucraina Iryna Vereshchuk. Ai residenti evacuati verrà fornito alloggio gratuito in rifugi, assistenza umanitaria, cibo e supporto medico

Ore 02:17 - Nuovo raid russo su Kherson, un morto e 4 feriti

Almeno una persona è morta e altre quattro sono rimaste ferite in un bombardamento russo contro la città appena liberata di Kherson e il vicino villaggio di Antonivka. Lo denuncia su Telegram il vice capo dell’ufficio della presidenza ucraina, Kyrilo Tymoshenko, citato da Ukrainska pravda.

Ore 03:06 - IL PUNTO MILITARE - Il Generale Inverno e la guerra. Che cosa succede?

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Neve, fango, freddo. Il Generale Inverno entra nelle operazioni in Ucraina. Era atteso. Le immagini mostrano alcuni blindati «lottare» nel pantano, altre forniscono dettagli su come i soldati cercano di rendere vivibili i loro bunker.Gli osservatori discutono da giorni sulle mosse future dei contendenti. I russi — dicono — continuano a stabilizzare le difese a sud, spostano alcuni reparti a oriente dove da settimane provano ad avanzare su Bakhmut. L’obiettivo è multiplo: tenere, provocare perdite, aspettare. Molta attenzione è rivolta alle capacità dell’industria bellica nel mettere a disposizione altro materiale. Le indicazioni non sono uniformi: una parte degli analisti esprime dubbi (ribadendo la scarsa fiducia) ma c’è sempre chi invita a non sottovalutare lo sforzo e gli ordini impartiti da Vladimir Putin.

Ore 03:08 - Zaluzhny, il «generale di ferro» che vince seguendo i soldati

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Di lui abbiamo cominciato a scoprire qualche dettaglio solo ai primi di aprile. Nella capitale si stava tirando il primo sospiro di sollievo. Dopo le settimane della grande paura, iniziate con l’invasione voluta da Putin il 24 febbraio, le forze armate ucraine e i volontari della resistenza erano riusciti a ricacciare indietro le colonne russe dirette su Kiev. Sembrava un miracolo, contro ogni aspettativa, l’esercito nato dalle sconfitte del 2014 aveva ottenuto l’impossibile: lo stato maggiore del Cremlino aveva perso il primo round, che mirava ad un blitz rapido, quasi indolore, da allora in poi la guerra avrebbe avuto un altro passo e l’iniziativa sarebbe passata nelle mani dei generali ucraini.

Fu allora che il nome di Valeriy Zaluzhny divenne popolare come il «generale di ferro»: determinato, coraggioso, uno stratega attento, pronto ad adattare uomini e mezzi al cambiare delle circostanze, grande teorico di un esercito composto da piccole unità agili, capaci di operare in autonomia le une rispetto alle altre, consapevole del gigantismo burocratico di cui soffrono le forze armate russe, tuttavia ben attento a non sottovalutarle, perché non tenere conto della pericolosità dell’avversario resta uno degli errori più gravi in guerra, come dimostra tra l’altro proprio la debacle russa degli ultimi mesi.

Sos Zaporizhzhia: "Razzi sui reattori". L'Aiea: "Esplosioni a pochi metri dalla centrale". Zelensky a Macron: "Va smilitarizzata". Gaia Cesare su Il Giornale il 22 Novembre 2022.

Questione «di metri, non di chilometri». I missili della guerra in Ucraina continuano a cadere a un passo dai reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia, facendo temere il peggio: l'incidente nucleare. Per questo, «dopo consultazioni con i leader mondiali», con l'obiettivo di arrivare a una zona di protezione e sicurezza dell'impianto, ieri è scattata l'ispezione dell'Aiea, l'Agenzia internazionale per l'energia atomica. E il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto in un colloquio al telefono con il francese Emmanuel Macron che la centrale venga demilitarizzata.

Nei giorni scorsi e nelle ultime ore si è sfiorato il disastro dopo i ripetuti bombardamenti che si sono pericolosamente avvicinati all'impianto. Un disastro mancato solo per «fortuna», ha spiegato ieri il direttore generale dell'Aiea, l'argentino Rafael Mariano Grossi, per sottolineare i pericoli elevati che ancora si corrono: «Siamo stati fortunati che non si sia verificato un incidente nucleare potenzialmente grave. Alcune esplosioni sono avvenute vicino ai reattori. La prossima volta potremmo non essere così fortunati. Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per assicurarci che non ci sia una prossima volta».

Gli esperti dell'Aiea sono al lavoro per valutare l'impatto dei missili caduti a un passo dalla centrale nucleare più grande d'Europa, che da marzo è sotto il controllo russo, nonostante il suo funzionamento resti sotto la responsabilità ucraina, con lo staff di Kiev che lavora sul posto. I sei reattori della centrale sono spenti dall'estate e in funzione ne restano due, con il solo scopo di alimentare i sistemi di sicurezza. «Anche se non vi è stato alcun impatto diretto sui principali sistemi di sicurezza e protezione nucleare dell'impianto - ha aggiunto Grossi - i bombardamenti si sono avvicinati pericolosamente».

Tra le parti in conflitto è il solito rimpallo di responsabilità. Secondo la società statale russa per l'energia atomica, Rosatom: «Kiev crede chiaramente che un piccolo incidente nucleare sarebbe accettabile». Mosca chiama in causa l'Aiea, chiedendole di indicare «chiaramente e senza ambiguità coloro che compiono questi attacchi», cioè di puntare il dito sull'Ucraina: «È arrivato il momento di chiamare le cose con il loro nome» spiega la portavoce degli Esteri Maria Zakharova. Kiev ribatte attraverso il consigliere del Ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak: «Il bombardamento di Zaporizhzhia è la tattica russa per interrompere le forniture di energia agli ucraini, gli attacchi durante il fine settimana equivalgono a una campagna genocida per privare i cittadini dell'elettricità e far congelare gli ucraini fino a che muoiono».

L'Aiea non attribuisce responsabilità: «Chiunque stia bombardando la centrale di Zaporizhzhia sta correndo enormi rischi e giocando d'azzardo con la vita di molte persone».

Chi spara sul nucleare. Accuse reciproche Mosca-Kiev. Gian Micalessin su Il Giornale il 22 Novembre 2022.

Il direttore dell'Aiea (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) Rafael Grossi a volte ricorda Ponzio Pilato. Da sabato descrive l'incubo di Energodar, la centrale nucleare ucraina occupata dai russi e colpita - lo scorso fine settimana - da «più di una dozzina di esplosioni in 40 minuti» con danni a strutture critiche come i sistemi di irrigazione e i depositi di rifiuti radioattivi. «Il bombardamento - spiega Grossi - era pericolosamente vicino. Stiamo parlando di metri, non di chilometri. Chiunque sta bombardando la centrale corre rischi enormi e gioca d'azzardo con la vita di molte persone». A render singolare l'uscita di Grossi non è il giustificatissimo allarme quanto la mancata indicazione d'un colpevole. Pur avendo sul posto una squadra di ispettori a cui è garantito l'accesso agli impianti l'Aiea e il suo Direttore, continuano a non sbilanciarsi sulle responsabilità. In compenso accusano le forze militari intente a «giocare con il fuoco» e le esortano a «fermarsi immediatamente». Un’ambiguità a cui si adeguano molti media. Dunque quali sono le «forze militari» indicate da Grossi? E soprattutto perché sono pronte a rischiare una catastrofe simile a Chernobyl? Partiamo dall'esperienza del Giornale che il 4 ottobre scorso ha potuto accedere alla centrale e a una parte delle sue infrastrutture colpite dai bombardamenti. Il primo elemento indiscutibile è che il vasto impianto e i sei reattori, allineati per quasi due chilometri sul versante orientale di un promontorio affacciato sul Dnepr, sono, dai primi di marzo, sotto il totale controllo dei russi. Dunque la responsabilità di aver spinto la prima linea in prossimità dell'impianto è di Mosca. Ma chi continua a colpirlo? Per comprenderlo siamo partiti da Melitopol, città occupata e annessa a fine settembre da Mosca, viaggiando in auto per due ore e mezza fino ad Energodar, la città attigua alla centrale.

Per garantirci l'accesso all'impianto abbiamo raggiunto il municipio, nel mirino delle artiglierie ucraine attestate sull'altra riva del Dnepr e ottenuto di farci accompagnare dal sindaco filo russo Alexander Volga. L'accesso all'impianto, circondato da una doppia recinzione alta quasi tre metri è affidato ad un reparto di forze speciali russe che controlla meticolosamente vetture ed occupanti. Le stesse forze hanno seguito il nostro viaggio all'interno del perimetro della centrale mostrandoci i resti di granate e missili disseminati in tutta la parte interna della recinzione fino alle vicinanze dei reattori. L'impianto è dunque sotto il totale controllo di Mosca che ne presidia ogni parte compresa quella sala direzionale in cui continuano a lavorare i tecnici ucraini. Quel controllo si allarga non solo all'intero promontorio su cui sorgono Energodar e la centrale, ma a tutta la sponda meridionale del fiume Dnepr. In tutto ciò un elemento fondamentale per ipotizzare la traiettoria dei colpi lo forniscono le facciate annerite dalle esplosioni e graffiate delle schegge. Il novanta per cento di quelle visitate, anche se sotto costante scorta russa, fronteggia il corso del Dnepr. Sulla riva opposta sono disseminate, invece, le artiglierie e i lanciamissili ucraini. Dunque origine e provenienza dei colpi appare difficilmente discutibile. Resta da chiedersi perché continuino a colpire il perimetro della centrale rischiando un incidente che metterebbe a repentaglio non solo la vita di civili e militari presenti sulle due rive del fiume, ma dell'intero paese e di una parte d'Europa. La risposta, azzardiamo, potrebbe nascondersi nelle tante parti dell'impianto e del promontorio che non abbiamo potuto visitare. Lì i russi potrebbero aver posizionato lanciamissili o pezzi d'artiglieria puntati sul versante ucraino. In questo scenario missili e granate, caduti dentro e fuori la centrale, avrebbero come obbiettivo non tanto l'impianto quanto le postazioni russe. In tutto questo resta inspiegabile l'opacità e l'ambiguità della missione Aiea, che pur avendo accesso all'impianto, evita di far chiarezza sul chi e sul perché si spara sulla più grande centrale nucleare d'Europa.

Mariupol anno zero. Report Rai PUNTATA DEL 21/11/2022 di Manuele Bonaccorsi

Le telecamere di Report tornano a Mariupol, la città martire della guerra ucraina.

Sei mesi dopo la battaglia che l’ha ridotta in macerie, le telecamere di Report tornano a Mariupol. Dopo i referendum di annessione svolti a settembre, gli occupanti considerano la città portuale parte integrante del territorio russo. E dopo aver conquistato le strade e gli scheletri dei palazzi provano a conquistare la popolazione, per il 90% di madrelingua russa. Report ha intervistato gli abitanti della città, nettamente divisi tra chi dà la colpa della guerra a Putin e chi a Zelensky. L’amministrazione civile nominata da Mosca ha messo in campo uno sforzo straordinario per la ricostruzione. Obiettivo: dare a tutti un tetto entro l’inverno. Ma difficilmente gli abitanti rimasti a Mariupol riusciranno ad avere una casa calda prima dell’arrivo del gelo. Per loro si preannunciano mesi molto difficili. Cambia tutto anche nelle scuole, dove dal 2018 il governo di Kiev aveva imposto l’uso dell’ucraino, superando un sistema di istruzione che precedentemente era perfettamente bilingue. Oggi gli istituti di Mariupol, alcuni dei quali sono stati ricostruiti con grande velocità, applicano i programmi della Federazione russa. Ritorna la lingua madre maggioritaria della popolazione e l’ucraino viene ridotto a materia opzionale, un’ora a settimana. Nella battaglia tra gli opposti nazionalismi, gli studenti di Mariupol hanno però un’altra priorità, la più difficile: superare il trauma della guerra.

“MARIUPOL ANNO ZERO” di Manuele Bonaccorsi Immagini di Carlos Dias Montaggio di Riccardo Zoffoli

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Mariupol sei mesi dopo la fine della battaglia, non è solo una città occupata. È una città annessa. La strada che collega il capoluogo Donetsk alla città costiera è ancora piena di posti di blocco militari. Ma a rallentare il percorso è piuttosto lo slalom tra i cantieri. Dopo l’operazione militare, ai margini degli scheletri dei palazzi, comincia la battaglia decisiva: quella per la conquista della popolazione.

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO È l’anno zero per Mariupol, buonasera. Prima della guerra si stima che gli abitanti fossero quattrocentomila. Oggi la stima va tra 100 e 200mila, ma non c’è un dato certo, come non c’è un dato certo sulla conta dei morti. C’è chi stima siano 5mila, 20mila secondo fonti ucraine. In150mila sarebbero andati in Russia, i restanti sarebbero andati in Ucraina e in altri paesi europei. Ora i russi, dopo aver portato la distruzione, provano a conquistare una popolazione martoriata usando il guanto di velluto. Da settembre secondo Mosca quello è un territorio appartenente alla Federazione Russa, per questo hanno messo in campo, tante, tantissime risorse. Solo che verranno utilizzate per la ricostruzione e bisogna fare in fretta, perché l’inverno che si annuncia terribile, è alle porte. Terribile per una popolazione provata, senza abitazione, senza riscaldamenti, senza acqua calda. Il nostro Manuele Bonaccorsi, un reportage esclusivo.

MANUELE BONACCORSI Buongiorno. Cosa sta facendo?

OPERAIO Istalliamo i tubi per il riscaldamento.

MANUELE BONACCORSI Lei è di qua?

OPERAIO Sì, sono di Mariupol, ma qui ci sono operai provenienti da tutta la Russia. E ora mi scusi, devo lavorare.

MANUELE BONACCORSI È lei il capo?

CAPOCANTIERE Sì, sono io. Lavoro per un’impresa di San Pietroburgo. In questo quartiere le case saranno demolite e ricostruite da zero. Comincia a far freddo, dobbiamo sbrigarci.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Il distretto di Kirov è questo complesso di palazzi che si trova su una collina affacciata sullo stabilimento Azovstal, per mesi il quartier generale della difesa ucraina. A marzo scorso è stato al centro di un durissimo fuoco di artiglieria. Questo è quello che resta.

MANUELE BONACCORSI Lei viveva qui?

ABITANTE KIROV Sì. Proprio qua dietro.

MANUELE BONACCORSI E casa sua in che condizioni è?

ABITANTE KIROV Capisci il russo? Posso dire una parolaccia? La casa è fottuta. Mentre quelle capre dei russi bombardavano siamo sopravvissuti nel seminterrato. Ora mi sono trasferito a casa di mia cognata. Diciamo che viviamo nelle confortevoli condizioni che ci hanno offerto i nostri benefattori. Capite? Sono venuti qua e ci hanno “migliorato” la vita. Hanno buttato giù tutto. Vedi, questo è il cratere di una bomba. E questo era un orfanotrofio. Voglio dire ai russi, che senza di loro non si viveva affatto male. Eccoci. Potete salire. È tutto aperto, potete guardare. Entrate, guardate.

MANUELE BONACCORSI Gli occupanti come si comportano?

ABITANTE KIROV Bene, ora si comportano bene. Ma è come se io, ti dessi un cazzotto e poi ti dicessi "oh, oh, ma come sei bello, come sei bravo!". E ora basta, andiamocene o mi metteranno in prigione.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Non ci sono carri armati né posti di blocco, o pattuglie di ronda. Eppure, i militari sono ovunque. Li vedi in giro, a far compere o a chiacchierare. Il mercato all’aperto pullula di persone e bancarelle. Qui arrivano i camion che vendono patate. Un chilo costa 25 rubli, meno di 50 centesimi.

TASSISTA Ormai si paga solo in rubli, la grivna ucraina non si usa più. Conoscete Zelensky? Se lo vedete, potete salutarmelo? Ecco che cosa dovete dirgli. Vattene! Vattene! La gente non ti ama. Vattene! Hai visto come hai ridotto la città! Perché hai litigato con la Russia? Sei un servo degli americani.

DONNA ABITANTE DI MARIUPOL Quando era candidato alla presidenza, Zelensky ci ha promesso la pace. In città il 73% ha votato per lui. Se l’Ucraina fosse rimasta neutrale non ci sarebbe stata la guerra. Zelensky ci ha ingannato.

MANUELE BONACCORSI Signora, lei ha votato al referendum?

DONNA ABITANTE DI MARIUPOL Ho votato a favore.

MANUELE BONACCORSI E perché, ci spieghi.

DONNA ABITANTE DI MARIUPOL Questa è la regione occidentale della Russia. Siamo slavi e parliamo tutti in russo.

DONNA ABITANTE DI MARIUPOL Ho votato sì.

MANUELE BONACCORSI Davvero pensa che ora si stia meglio con la Russia?

DONNA ABITANTE DI MARIUPOL Non lo so. So solo che tutti vogliono tornare alla loro vita normale. Alle persone non importa chi è al potere, purché ci lascino in pace.

UOMO ABITANTE DI MARIUPOL La Russia non è un invasore, la Russia ci ha liberato. Perché il nazionalismo ucraino non poteva essere più tollerato. Capito?

DONNA ABITANTE DI MARIUPOL “Siamo stati liberati”? Sì, certo. Liberi dai soldi, dai parenti, dal lavoro. Non abbiamo più niente. Ed è tutta colpa di quel pazzo di Putin.

DONNA ABITANTE DI MARIUPOL Non filmateci, non voglio! Siamo tutti molto preoccupati. Perché qui è pieno di persone che collaborano coi russi e se gli ucraini ritornano, andranno a cercarli.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Questo è il teatro di Mariupol. Qui lo scorso marzo sono morti, per un bombardamento aereo russo, centinaia di civili. Oggi l’edificio simbolo della città è chiuso in una teca di tela, decorata con le icone di Puskin e Tolstoj. Le macerie sono state rimosse e intorno tutto il giardino pubblico è curato nei minimi dettagli. Nella desolazione del centro cittadino, alcune famiglie portano i loro bambini al parco giochi. Intorno, la distruzione della battaglia.

OPERAIO Ieri abbiamo finito di sistemare la fontana, e ora iniziamo a cambiare le piastrelle rotte.

MANUELE BONACCORSI E cosa succederà al Teatro?

OPERAIO Dicono che lo ricostruiranno. Pare che i lavori partiranno a breve.

MANUELE BONACCORSI E voi lavorate per il comune o per una società privata? OPERAIO Per una ditta privata di San Pietroburgo.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Il Cremlino ha appaltato al comune di San Pietroburgo i lavori di ricostruzione. L’antica capitale degli zar ha inviato qui tecnici, ingegneri, imprese. Il campo di battaglia per la conquista della popolazione di Mariupol è fatto di cemento. Come quello di questo quartiere, chiamato Alexander Nevsky, costruito da zero in tre mesi, lavorando giorno e notte. Centinaia di gru tirano su palazzi dal nulla e ristrutturano quelli lievemente danneggiati.

MANUELE BONACCORSI Può dirci la misura degli investimenti messi in campo per la ricostruzione di Mariupol?

KONSTANTIN VLADIMIROVICH IVASHCHENKO – SINDACO MARIUPOL Decine di miliardi di rubli. Tutto questo avviene grazie alla nostra grande patria, la Russia. Ad oggi, abbiamo già sistemato 520 appartamenti in sei condomini. Entro la fine dell'anno ne saranno pronti 1480. È in corso un lavoro intensivo per sistemare il sistema di riscaldamento. La maggioranza assoluta dei cittadini di Mariupol trascorrerà questo inverno al caldo.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Konstantin Ivashchenko è il sindaco di Mariupol, nominato dagli occupanti. Ex consigliere comunale, per raggiungerlo superiamo tre controlli personali. E nella stanza dell’intervista è presente un militare.

KONSTANTIN VLADIMIROVICH IVASHCHENKO – SINDACO MARIUPOL Undici mila bambini sono già tornati a scuola. Le persone stanno tornando da tutti i paesi europei in cui erano fuggiti. La Federazione Russa è diventata la nostra grande patria.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Ma è una corsa contro il tempo, perché senza riscaldamenti a dicembre la città sarà invivibile. Il quartiere di Prospekt Metallurgov sembra completamente abbandonato. La sensazione è che nessuno sarebbe in grado di vivere in questa devastazione.

UOMO ABITANTE DI PROSPEKT METALLURGOV Sulla porta c’è scritto il numero di persone che vivono in questo palazzo, così le autorità possono sapere quanti cestini di cibo lasciare. Non ci sono finestre, non c’è il tetto, manca il gas. Come passeremo l’inverno?

DONNA ABITANTE DI PROSPEKT METALLURGOV Qui vivono disabili, anziani, e due bambini, orfani.

ABITANTE DI PROSPEKT METALLURGOV Io sono la nonna, piacere. Ecco i bambini. I loro genitori sono morti durante il bombardamento. Ragazzi, presentatevi.

BAMBINI ABITANTI DI PROSPEKT METALLURGOV Mi chiamo Alexei. Ho 8 anni. Io ne ho 14.

ABITANTE DI PROSPEKT METALLURGOV Hanno freddo, poveri ragazzi.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Gli abitanti di questo condominio ci portano su, a vedere le condizioni del tetto, e poi nei loro appartamenti. L’amministrazione comunale ha deciso di demolire tutto, ma le liste di attesa per le nuove case sono molto lunghe. L’inverno per loro sarà molto difficile.

DONNA ABITANTE DI PROSPEKT METALLURGOV Questi sono i nostri soffitti. Non c'erano né finestre né porte, le abbiamo rimesse noi stessi prendendole da un altro appartamento. Qui c'è la camera da letto. Gli armadi li abbiamo usati come legna da ardere.

UOMO ABITANTE DI PROSPEKT METALLURGOV Perché ci state filmando se non potete aiutarci? Per mostrare come stiamo soffrendo qui?

DONNA ABITANTE DI PROSPEKT METALLURGOV Vladimir, calmati. Scusatelo, ha già perso la pazienza. Vedete voi stessi qual è la situazione.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Ma la battaglia per la conquista di Mariupol non è fatta è solo di cemento, è fatta anche di carta. Quella dei libri scolastici. Questa è la scuola numero 7. Allo scoppio del conflitto era in ristrutturazione. L’amministrazione di San Pietroburgo l’ha completata in poche settimane e l’ha rifornita di ogni ben di Dio.

DIRETTRICE SCUOLA MARIUPOL Benvenuti nella nostra Aula Magna. Prego. Come potete vedere è dotata di tutti i dispositivi tecnici necessari. Mixer, microfoni, è tutto nuovo. Il suono è meraviglioso. Le tende si azionano col telecomando. E tra un paio di settimane arriveranno tre grandi schermi al plasma.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO La scuola, ancor prima dello scoppio della guerra, era uno dei più aspri terreni di scontro tra il nazionalismo ucraino e quello filorusso.

DIRETTRICE SCUOLA MARIUPOL Nel programma di formazione c'erano solo Lingua e Letteratura ucraina. Dal 2018 a oggi la lingua russa era stata quasi completamente cancellata. Molti genitori si lamentavano e cercavano di introdurre lezioni esterne di lingua russa.

MANUELE BONACCORSI E in quale lingua venivano insegnate tutte le materie?

DIRETTRICE SCUOLA MARIUPOL In ucraino. Ora abbiamo camminato per i corridoi. Avete sentito in che lingua parlano i bambini? E in che lingua parliamo noi? In russo. Allora, entriamo in classe?

MAESTRA SCUOLA MARIUPOL Penso che tutti si chiedano come finirà questa favola?

ALUNNA Il protagonista troverà il suo amore.

MAESTRA SCUOLA MARIUPOL Bene. Leggiamo la continuazione della fiaba. Pagina 166. Eva inizia.

MAESTRA SCUOLA MARIUPOL Siamo passati ai programmi della Federazione Russa. Ma abbiamo facoltativamente lasciato un'ora alla settimana per studiare la lingua ucraina.

MANUELE BONACCORSI Da quando l’ucraino era diventato la lingua obbligatoria nelle scuole?

MAESTRA SCUOLA MARIUPOL Dal 2018. Precedentemente i nostri alunni parlavano fluentemente entrambe le lingue.

MANUELE BONACCORSI FUORI CAMPO Ma prima della lingua, il bisogno più importante per i giovani cittadini di Mariupol è dimenticare la guerra.

DIRETTRICE SCUOLA MARIUPOL Ci è capitato il caso di una ragazza, che non voleva scendere dal pullmino scolastico senza sua madre. Ancora oggi vuole sempre che sua madre la abbracci. Come se fossero ancora in un seminterrato, durante i bombardamenti.

 DIRETTRICE SCUOLA MARIUPOL Alcuni bambini chiedono: "posso mangiare il biscotto o lo dividiamo per tutti?" Altri si chiedono: “ma se mangio tutto il pranzo, avremo da mangiare anche domani?”. È una abitudine che non dimenticheranno facilmente.

SIGFRIDO RANUCCI IN STUDIO Sono le prime vittime innocenti. Prima del trauma della guerra, poi dei due nazionalismi. Quello, violento di Putin, che ha invaso un territorio per “liberare, così recita la propaganda, la popolazione russofona. Poi ha cominciato a ricostruire, gli edifici, le strade, una ricostruzione pari passo con quella culturale, nelle scuole. Le ha confortate di strumenti tecnologici, da una parte, dall’altra ha vietato l’utilizzo della lingua ucraina. Insomma, è un po’ lo stesso errore che aveva compiuto il governo ucraino nel 2018 quando ha imposto l’uso esclusivo della lingua ucraina nelle scuole e negli uffici pubblici. Prima erano le scuole di Mariupol bilingue. Insomma, non ci sarà mai un processo di pacificazione se non ci sarà rispetto per le minoranze. Bisogna costruire uomini e donne di pace. E da dove cominciare, se non dalle scuole?

Guerra Ucraina, licenziato il giornalista del "missile russo" in Polonia. Il Tempo il 22 novembre 2022

Licenziato per la notizia sbagliata che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso per una notte. La Associated Press, agenzia di stampa internazionale con sede negli Stati Uniti, ha licenziato il giornalista che nella notte del 15 novembre ha dato per primo la notizia del missile caduto in territorio polacco che ha ucciso due persone. Il primo lancio dell'agenzia affermava che il missile caduto la scorsa settimana in Polonia fosse stato lanciato dalla Russia. Secondo quanto riporta il Washington Post, il 35enne James LaPorta è stato licenziato dopo una breve indagine, riferiscono persone all’interno dell’agenzia stampa americana.

Mentre dalla Polonia arrivavano le notizie delle due persone rimaste uccise nell’esplosione in una fattoria vicina al confine ucraino, il flash dell’agenzia - in cui si citava una fonte anonima dell’intelligence Usa che diceva che "un missile russo era caduto nel territorio di un Paese membro della Nato" - ha contribuito ha far crescere la tensione globale e l’ansia per una possibile escalation del conflitto. Con il passare delle ore, però, è emerso un quadro diverso, cioè che a cadere sul territorio polacco era stato un missile della contraerea ucraina. A questo punto, l’Ap ha mandato in rete una correzione, in cui ammetteva che la fonte citata si era sbagliata e che le indagini successive "mostravano che il missile era di fabbricazione russa e molto probabilmente sparato dall’Ucraina per difendersi da attacco russo".

Il giornalista americano, però, è stato licenziato per non aver soddisfatto gli standard interni dell'agenzia di stampa di riferimento degli Stati Uniti. LaPorta nel suo lancio infatti ha citato una sola fonte, quella di un ufficiale esperto dell'Intelligence americana secondo cui il missile era russo non le tre previste dal codice interno. 

“Missili russi in Polonia”: cade il velo sui cacciatori di bufale. L’Associated Press licenzia il reporter “fonte” della notizia sui missili russi. Ma fa una figuraccia. Corrado Ocone su Nicolaporro.it il 24 Novembre 2022.

Si dice che una escalation militare, e addirittura un incidente nucleare, possa oggi avvenire per un semplice errore. Ma che esso possa avvenire per un errore nella comunicazione nessuno lo aveva forse messo in conto fino in fondo. Soprattutto se in quell’errore c’è molta sciatteria e una quota non irrilevante di ideologia.

L’episodio della notizia diffusa dalla più grande agenzia di stampa occidentale, che voleva un missile caduto in territorio polacco (causa di due vittime civili) come russo, si presta a non poche considerazioni. Prima di tutto l’agenzia coinvolta, che è la Associated Press, è la più grande del mondo, capace con un semplice “lancio” di raggiungere ogni angolo della terra, in un vortice virale che coinvolge il più sperduto villaggio del pianeta così come le centrali del potere politico e morale internazionale. Il fatto poi che questa agenzia si sia dotata di meccanismi di controllo sofisticatissimi per evitare le cosiddette “fake news” e poi in in meno di dieci minuti avvalori in una chat interna una notizia non verificata, e la “lanci” senza altri controlli, la dice lunga sul valore sia della retorica della serietà, che spesso viene fatta propria da chi serio non è ma vuole giocarsi questa arma nella lotta politica, sia sul tasso di ideologismo che offusca la mente oggi dei reporter e di tutti gli operatori medi della comunicazione. E che mal non sarebbe se offuscasse solo la loro di mente e non causasse, come invece avviene, effetti dirompenti sulla vita civile e politica e, in questo caso, per fortuna solo tendenzialmente, persino sull’equilibrio nucleare mondiale.

Siamo infatti sicuri che se la fonte avesse da subito assegnato alla contraerea ucraina il missile precipitato in territorio polacco, tutte le accortezze del caso non sarebbero state usate e la notizia sarebbe stata divulgata con la stessa poca accortezza e prudenza? Nel circolo mediatico internazionale infatti, in questo momento, l’Ucraina rappresenta il Bene in senso assoluto, quasi ontologico, metafisico, cioè a prescindere. Che poi tutta la tematica delle fake news o bufale sia a sua volta una bufala è evidente sol se si usasse un po’ di spirito critico: può mai parlarsi di falsità totale o parziale di una notizia in un’epoca in cui è la notizia stessa che viene costruita, resa visibile o al contrario occultata, presentata in un modo o in un altro, e in casi come questo addirittura inventata di sana pianta?

La verità è che le fake news, o le cattive interpretazioni, sono sempre esistite, quasi come un contraltare inevitabile alla “verità” che cerchiamo e che comunque non potrà mai essere per noi totale o definitiva. Il pensiero critico e l’umana razionalità non esisterebbero se non ci fossero le fake news: e i sofismi esistono solo come la continua e sempre imperfetta loro confutazione. Senza i sofisti con cui dialogava nella piazza di Atene, e le cui tesi con solidi argomenti confutava, anche Socrate sarebbe stato un disoccupato insoddisfatto (e per di più sotto le grinfie a casa della terribile moglie Santippe).

Fa ridere considerare le fake news come se siano le notizie semivere o false e non il modo in cui sono costruite, impaginate, lanciate, ingigantite o nascoste, una vera e propria costruzione della notizia, e quindi della realtà, che come in questo caso è una vera e propria invenzione. Corrado Ocone, 24 novembre 2022

Ucraina Russia, le ultime notizie del 22 novembre sulla guerra. La procura di Kiev apre un'inchiesta sul video dei prigionieri russi. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro, Paolo Foschi e Redazione Online su Il Corriere della Sera il 22 Novembre 2022.

Le notizie di martedì 22 novembre. La protezione civile riferisce che il bilancio del bombardamento di Kherson sale a tre vittime

• La guerra in Ucraina è arrivata al 270esimo giorno.

• L’Assemblea parlamentare della Nato ha approvato la risoluzione presentata dalla commissione politica in cui si dichiara la Russia sotto l’attuale regime uno «stato terrorista».

• La Norvegia ha dichiarato che assisterà l’Ucraina con l’approvvigionamento di gas per il prossimo inverno, fornendo finanziamenti per un importo di 2 miliardi di corone norvegesi (circa 190 milioni di euro).

• L’Ucraina, con milioni di persone senza elettricità, si appresta ad affrontare l’inverno in condizioni drammatiche, mentre i due eserciti studiano le mosse per la stagione del grande gelo.

Ore 05:34 - Aiea, intatte le strutture chiave a centrale Zaporizhzhia

«Nonostante la gravità dei bombardamenti, le apparecchiature chiave sono rimaste intatte e non ci sono problemi immediati di sicurezza nucleare». Lo ha riferito il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi dopo l’ispezione di un suo team alla centrale di Zaporizhzhia, come riporta il sito dell’agenzia. «Lo stato dei sei reattori è stabile e l’integrità del combustibile esaurito, del combustibile fresco e dei rifiuti radioattivi a bassa, media e alta attività nelle rispettive strutture di stoccaggio è stata confermata», ha dichiarato il team. Ma i danni diffusi in tutto il sito sono «motivo di grande preoccupazione».

Ore 05:34 - Kiev, lanciata operazione militare su riva sinistra del Dnipro

Il comando operativo meridionale dell’Ucraina ha affermato che è stata lanciata un’operazione militare per liberare Capo Kinburn, la sottile striscia di terra a nord dell’omonima penisola, nella foce del fiume Dnipro. Lo riporta il Kyiv Independent, ricordando che i tentativi delle truppe ucraine di avventurarsi nel Capo Kinburn sulla riva sinistra del Dnipro seguono la liberazione di Kherson e di altre aree sulla riva destra del fiume avvenuta l’11 novembre. Il comando rende noto inoltre che una tempesta in mare sta aiutando le forze ucraine. La penisola è una delle ultime località dell’oblast di Mykolaiv ancora sotto occupazione russa, sottolinea il media ucraino.

Ore 05:38 - Nuovi raid russi su Kherson, un morto e 4 feriti

Almeno una persona è morta e altre quattro sono rimaste ferite in un bombardamento russo contro la città appena liberata di Kherson e il vicino villaggio di Antonivka. Lo denuncia su Telegram il vice capo dell’ufficio della presidenza ucraina, Kyrilo Tymoshenko, citato da Ukrainska pravda.

Ore 05:39 - IL PUNTO MILITARE - Il Generale Inverno e la guerra. Che cosa succede?

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Neve, fango, freddo. Il Generale Inverno entra nelle operazioni in Ucraina. Era atteso. Le immagini mostrano alcuni blindati «lottare» nel pantano, altre forniscono dettagli su come i soldati cercano di rendere vivibili i loro bunker.Gli osservatori discutono da giorni sulle mosse future dei contendenti. I russi — dicono — continuano a stabilizzare le difese a sud, spostano alcuni reparti a oriente dove da settimane provano ad avanzare su Bakhmut. L’obiettivo è multiplo: tenere, provocare perdite, aspettare. Molta attenzione è rivolta alle capacità dell’industria bellica nel mettere a disposizione altro materiale. Le indicazioni non sono uniformi: una parte degli analisti esprime dubbi (ribadendo la scarsa fiducia) ma c’è sempre chi invita a non sottovalutare lo sforzo e gli ordini impartiti da Vladimir Putin.

Ore 05:39 - Zaluzhny, il «generale di ferro» che vince seguendo i soldati

(di Lorenzo Cremonesi, inviato a Kiev) Di lui abbiamo cominciato a scoprire qualche dettaglio solo ai primi di aprile. Nella capitale si stava tirando il primo sospiro di sollievo. Dopo le settimane della grande paura, iniziate con l’invasione voluta da Putin il 24 febbraio, le forze armate ucraine e i volontari della resistenza erano riusciti a ricacciare indietro le colonne russe dirette su Kiev. Sembrava un miracolo, contro ogni aspettativa, l’esercito nato dalle sconfitte del 2014 aveva ottenuto l’impossibile: lo stato maggiore del Cremlino aveva perso il primo round, che mirava ad un blitz rapido, quasi indolore, da allora in poi la guerra avrebbe avuto un altro passo e l’iniziativa sarebbe passata nelle mani dei generali ucraini.

Fu allora che il nome di Valeriy Zaluzhny divenne popolare come il «generale di ferro»: determinato, coraggioso, uno stratega attento, pronto ad adattare uomini e mezzi al cambiare delle circostanze, grande teorico di un esercito composto da piccole unità agili, capaci di operare in autonomia le une rispetto alle altre, consapevole del gigantismo burocratico di cui soffrono le forze armate russe, tuttavia ben attento a non sottovalutarle, perché non tenere conto della pericolosità dell’avversario resta uno degli errori più gravi in guerra, come dimostra tra l’altro proprio la debacle russa degli ultimi mesi.

Ore 08:07 - Il fornitore di energia ucraino avverte: bisognerà convivere con i blackout fino a marzo

La rete elettrica e le infrastrutture dell’Ucraina hanno subito danni tali a causa dei bombardamenti russi che i blackout nel Paese probabilmente dureranno fino a marzo 2023. Lo prevede il capo di un importante fornitore di energia, Sergey Kovalenko, capo del principale fornitore di energia privato Yasno per Kiev, ha fatto su Facebook un bilancio delle ultime interruzioni, spiegando che sono costretti anche a distacchi di urgenza, per evitare ulteriori danni. Ieri ad esempio, il limite massimo era di 391 MW, e oltre 953mila clienti sono stati disconnessi. «Gli operatori dell’energia, nonostante il maltempo, ora stanno facendo del loro meglio per completare il ripristino prima dell’arrivo del freddo invernale. E anche se ora ci sono meno interruzioni, voglio che tutti capiscano: molto probabilmente gli ucraini dovranno vivere in modalità spegnimento almeno fino alla fine di marzo», ha avvertito Kovalenko nel suo post.

Ore 08:14 - Iniziate le evacuazioni di civili da Kherson e Mykolaiv

Il governo ucraino ha avviato le evacuazioni volontarie degli abitanti di Kherson, dove non riesce a garantire i servizi di base. Almeno un treno è partito ieri sera dalla città. Il governo sta anche pianificando di aiutare a evacuare i residenti da Mykolaiv , un’altra città recentemente liberata e con infrastrutture elettriche e di riscaldamento in frantumi: il timore è che questi danni siano troppo gravi perché le persone possano sopportare l’inverno. Ai residenti delle due regioni meridionali, regolarmente bombardate dalle forze russe negli ultimi mesi, è stato consigliato di trasferirsi in aree più sicure nelle parti centrali e occidentali del paese, ha affermato la vicepremier ucraina, Iryna Vereshchuk. Il governo fornisce trasporto, alloggio, cibo e assistenza medica, ha aggiunto. Le evacuazioni arrivano poco più di una settimana dopo che l’Ucraina ha riconquistato la città di Kherson – che rimane tuttavia vicina alla linea del fronte – e le aree circostanti.

Ore 09:12 - 007 Gb, minaccia Kiev a Novorssiysk sfida strategica per Mosca

La capacità dell’Ucraina di minacciare i l porto di Novorossiysk, dove la Russia ha spostato le sue navi, diventerà una sfida strategica per la flotta russa del Mar Nero e minerà la già indebolita influenza marittima di Mosca nella zona. Lo riferisce l’intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito nel suo report sulla guerra in Ucraina. «Il 18 novembre 2022, diversi media russi e ucraini hanno riferito che si è verificato un attacco a un terminal petrolifero nel porto di Novorssijsk, sulla costa russa del Mar Nero. Una delle principali basi della flotta russa del Mar Nero (Bsf) è vicina al terminal petrolifero. La Bsf ha trasferito molte delle sue operazioni sottomarine a Novorssiysk dopo che la sua base di Sebastopoli nella Crimea occupata è stata colpita dall’Ucraina durante l’estate. I comandanti russi saranno probabilmente preoccupati per le minacce alla flottiglia di navi da sbarco anfibie con base a Novorssiysk», si legge nel report dell’intelligence britannica.

Ore 09:51 - Kiev, Russia ha perso 85mila soldati da inizio guerra

La Russia ha perso 85.000 soldati in Ucraina dall’inizio della guerra, lo scorso 24 febbraio. Lo ha riferito lo stato maggiore ucraino, come riporta Kiev Independent. Lo stato maggiore di Kiev ha poi riferito che la Russia ha perso anche 2.895 carri armati, 5.827 veicoli corazzati da combattimento, 4.393 veicoli e serbatoi di carburante, 1.882 sistemi di artiglieria, 395 sistemi di razzi a lancio multiplo, 209 sistemi di difesa aerea, 278 aerei, 261 elicotteri, 1.537 droni, 480 missili da crociera e 16 imbarcazioni.

Ore 10:17 - Gb, flotta del Mar Nero russa sempre più in difficoltà

Media russi e ucraini parlano di un attacco venerdì scorso a un terminale petrolifero nel porto della città di Novorossiysk, nella Russia meridionale, vicino a una grande base della Flotta del Mar Nero russa: non si conoscono ancora i dettagli dell’attacco, ma la dimostrazione della capacità di Kiev di minacciare Novorossiysk rappresenterebbe molto probabilmente un’ulteriore sfida strategica per la Flotta. Lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano dell’intelligence sulla situazione nel Paese. Il rapporto pubblicato su Twitter ricorda che la Flotta ha spostato molte delle sue operazioni con sottomarini a Novorossiysk dopo l’attacco delle forze ucraine contro la sua base di Sebastopoli nella Crimea occupata questa estate. Probabilmente, i comandanti russi saranno adesso preoccupati per la flotta di navi da sbarco anfibie basata nel porto di Novorossiysk. Queste imbarcazioni, commenta l’intelligence, sono relativamente vulnerabili senza scorta ed hanno assunto un ruolo più importante nell’approvvigionamento delle forze russe in Ucraina dopo l’attentato al ponte di Crema il mese scorso. Se la capacità di Kiev di minacciare il porto di Novorossiysk fosse provata, quindi, l’influenza della Russia nel Mar Nero sarebbe ancora più indebolita.

Ore 11:38 - Papa, in Ucraina guerra sacrilega, fermiamola

«Oggi in tante regioni del mondo la pace è minacciata. Riconosciamo insieme che la guerra, ogni guerra, è sempre, comunque e dovunque una sconfitta per tutta l’umanità! Penso a quella in Ucraina, una guerra sacrilega che minaccia ebrei e cristiani allo stesso modo privandoli dei loro affetti, delle loro case, dei loro beni, della loro stessa vita! Solo nella volontà seria di avvicinarsi gli uni agli altri e nel dialogo fraterno è possibile preparare il terreno della pace. Come ebrei e cristiani cerchiamo di fare tutto ciò che è umanamente possibile per arrestare la guerra e aprire vie di pace». Così il Papa al World Jewish Congress.

Ore 11:50 - Cremlino, «perquisizioni monastero Kiev azione di guerra»

Il Cremlino denuncia come «un’azione militare contro la Chiesa ortodossa russa» perquisizioni in corso nello storico Monastero delle Grotte a Kiev da parte dei servizi d’intelligence e di sicurezza ucraini. Lo sottolinea il portavoce Dmitry Peskov citato dall’agenzia Interfax. Stamattina, riporta Ukrinform, il servizio di sicurezza dell’Ucraina ha condotto un’azione di controspionaggio nel monastero insieme alla polizia nazionale e alla guardia nazionale «nel quadro del lavoro della Sbu per contrastare le attività sovversive dei servizi speciali russi in Ucraina».

Ore 11:52 - Orban con la sciarpa della “Grande Ungheria”, Kiev protesta

Il primo ministro ungherese Viktor Orban è apparso all’amichevole della squadra di calcio con la Grecia indossando una sciarpa con una mappa della “Grande Ungheria”, con parti degli Stati vicini al suo interno, provocando la protesta delle autorità ucraine.

La sciarpa - spiega Ukrinform pubblicando il video di Orban, che è apparso sulla pagina fb del premier ungherese - raffigura una mappa dell’Ungheria con parti di un certo numero di paesi dell’UE, tra cui Romania e Ucraina. Il governo ucraino ha reso noto che convocherà l’ambasciatore ungherese per protestare. «La promozione delle idee revisioniste in Ungheria non contribuisce allo sviluppo delle relazioni ucraino-ungheresi. L’ambasciatore ungherese sarà invitato al Ministero degli Affari Esteri, che sarà informato dell’inaccettabilità dell’atto di Viktor Orban. Stiamo aspettando scuse ufficiali da parte ungherese e una confutazione delle violazioni dell’integrità territoriale dell’Ucraina», ha scritto il portavoce del ministero degli Affari esteri, Oleg Nikolenko. Di «comportamento irresponsabile» da parte di Orban ha parlato anche l’eurodeputato romeno Alin Mituta. La «Grande Ungheria» fa riferimento ai confini del Regno d’Ungheria fino al 1918 ed alle terre perse dopo la fine della prima guerra mondiale.

 Ore 11:52 - Attacco a fila per il pane a Zaporizhzhia, un morto

Una persona è morta e altre due sono rimaste ferite in seguito a un attacco russo contro gente in fila per il pane in una scuola di Orikhiv, nella regione di Zaporizhzhia: lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh, come riportano i media ucraini. «Un colpo diretto su un punto di distribuzione di aiuti umanitari ha ucciso un’assistente sociale e ferito altre due donne», ha scritto Starukh.

Ore 12:20 - Von der Leyen: «Eroghiamo gli altri 2,5 mld per l’Ucraina»

«La Commissione Ue sta erogando altri 2,5 miliardi di euro per l’Ucraina. Abbiamo in programma 18 miliardi di euro per il 2023, con finanziamenti erogati regolarmente. Per le riparazioni urgenti e per una ripresa rapido che porti a una ricostruzione di successo. Continueremo a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario». Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.

Ore 12:32 - Zelensky: «L'inverno non sarà facile ma vinceremo»

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha tenuto una riunione del comando supremo delle forze armate ucraine, al termine del quale ha riferito su Telegram: «Abbiamo considerato tre questioni chiave. La prima è fornire al nostro esercito equipaggiamento e armi. La seconda è la protezione delle infrastrutture energetiche. La terza è garantire il funzionamento di alta qualità delle infrastrutture durante l'inverno. Non sarà un cammino facile, ma di certo persevereremo e la vittoria sarà nostra», scrive Zelensky.

Ore 13:27 - Kiev, presto sanzioni contro industria difesa russa

Il governo ucraino ha messo a punto un ampio pacchetto di sanzioni contro membri della leadership militare russa, imprese e istituzioni del settore militare e industriale del Paese: lo riferisce il ministero dell'Economia ucraino, secondo quanto riporta Ukrinform. «Oggi abbiamo un pacchetto di oltre 3.000 persone fisiche e giuridiche dell'industria militare dello Stato terrorista e dei fornitori dell'esercito russo, nonché dei vertici militari dello Stato terrorista - ha affermato in un comunicato Yuliia Svyrydenko, prima vice premier e ministra dell'Economia ucraina -. Di fatto, più di 3.000 persone sono state direttamente coinvolte nell'omicidio di ucraini. E il lavoro non si ferma: è in corso la preparazione di un altro pacchetto riguardante il complesso militare-industriale russo». Le sanzioni entreranno in vigore dopo l'esame e l'approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa e l'attuazione della decisione del Consiglio da parte del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 13:44 - Kiev, danni colossali alle strutture energetiche ucraine

Gli impianti di generazione di energia dell'Ucraina hanno subito danni «colossali» a causa degli attacchi russi. Lo ha affermato Volodymyr Kudrytskyi, amministratore delegato dell'operatore della rete elettrica nazionale ucraina Ukrenergo, citato da Sky News. L'ad ucraino ha affermato che la sua azienda voleva assicurarsi che gli ucraini potessero rimanere nel Paese durante l'inverno. Alcune aree dell'Ucraina sono sprovviste di forniture essenziali come riscaldamento, acqua o elettricità, mentre si prevede che diffusi blackout energetici potrebbero durare per mesi. In ogni caso, Kudrytskyi ha affermato che gli appelli all'evacuazione sono «inappropriati».

Ore 14:03 - Pressing Usa su alleati per imposizione sanzioni Russia

Gli Stati Uniti in pressing sugli alleati per l'attuazione delle sanzioni contro la Russia: consentire di aggirarle o non monitorare la loro attuazione con forza rischia di aiutare l'economia russa e potenzialmente prolungare la guerra. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali gli Stati Uniti hanno invitato i loro funzionari nelle capitali straniere per condividere l'intelligence sulla rete di evasione delle sanzioni. Ma anche convincere le autorità e le aziende riluttanti ad attuare le sanzioni e raccogliere informazioni su chi potrebbe offrire forniture alla Russia.

Ore 14:16 - Gazprom minaccia il taglio delle forniture di gas attraverso l’Ucraina

Gazprom minaccia di ridurre da lunedì i flussi di gas attraverso l’Ucraina, ultima rotta del gas russo verso l’Europa, in risposta al fatto che l’Ucraina tratterrebbe parte del metano destinato alla Moldavia. «Dalle 10 del 28 novembre Gazprom inizierà a ridurre la fornitura di gas al gis (stazione di compressione, ndr) di Sudzha per il transito attraverso l’Ucraina per un quantitativo pari a quello giornalmente non consegnato», afferma Gazprom sul suo canale Telegram, accusando Kiev di essersi impossessata di 52,52 milioni di metri cubi di gas. Ogni giorno transitano attraverso l’Ucraina circa 42 milioni di metri cubi di gas russo.

Ore 14:27 - I senatori americani chiedono a Biden di inviare droni armati

Un gruppo bipartisan di senatori americani chiede all’amministrazione Biden di considerare la possibilità di inviare droni armati all’Ucraina. In una lettera datata il 22 novembre e indirizzata al capo del Pentagono Lloyd Austin, 16 senatori chiedono l’invio a Kiev di droni armati MQ-1C, o Greey Eagle. Lo riportano i media americani. I droni armati sono «complementari con gli attuali sistemi usati dagli ucraini e ne aumenteranno la letalità», scrivono i senatori.

Ore 14:53 - La Russia vuole mobilitare fino a 700 mila riservisti

La Russia si starebbe preparando per ordinare a gennaio una nuova mobilitazione che interesserebbe circa 700 mila riservisti: lo ha affermato un consigliere del Ministero degli Interni ucraino, Anton Gerashchenko. Secondo Gerashenko i 300mila effettivi mobilitati nello scorso settembre sarebbero già stati uccisi, feriti o inquadrati in unità ormai demoralizzate.

Ore 14:40 - Cremlino: «Nessuna bozza per accordo pace a Putin prima di G20»

«Il presidente russo Vladimir Putin non ha ricevuto alcuna bozza contenente una proposta per gli accordi di pace con l’Ucraina prima dell’ultimo vertice del G20 in Indonesia». Lo ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, a Ria Novosti. Secondo Ukrainska Pravda, uno dei Paesi mediatori avrebbe consegnato a Putin una bozza per i negoziati con Kiev alla vigilia del G20, ma Peskov ha smentito con un secco «no» questa indiscrezione, riporta Ria Novosti.

Ore 14:50 - Missile russo in Polonia: licenziato reporter Ap

Il reporter dell’agenzia americana Associated Press che aveva scritto che il missile caduto in Polonia la settimana scorso era russo è stato licenziato. Lo riporta il Washington Post. Poche ore dopo l’esplosione di un missile a Przewodow, un villaggio polacco vicino al confine con l’Ucraina, James LaPorta, 35 anni, aveva citato «un alto funzionario dell’intelligence Usa» secondo il quale «missili russi erano caduti in Polonia uccidendo due persone». Una notizia che poi è stata smentita dalle indagini di Varsavia e anche dall’amministrazione americana.

Ore 15:00 - Scholz: «Prepariamoci a una escalation della guerra»

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha avvertito che la Germania deve essere preparata a una possibile escalation della guerra in Ucraina. «In vista dello sviluppo della guerra e dei fallimenti visibili e crescenti della Russia», «dobbiamo essere pronti per un’escalation», ha detto Scholz intervenendo a una conferenza a Berlino ospitata dal quotidiano Süddeutsche Zeitung, come riporta il Guardian. Secondo Scholz l’escalation potrebbe riguardare in particolare la distruzione delle infrastrutture in Ucraina.

Ore 15:04 - Mosca: «Due morti dopo un’esplosione vicino al confine con l’Ucraina»

Il governatore della regione russa di Belgorod, Viaceslav Gladkov, ha dichiarato che due persone sono morte nel centro abitato di Staroselye, non lontano dalla frontiera con l’Ucraina, a causa della «esplosione di un ordigno non identificato». Lo riporta l’agenzia di stampa statale russa Tass. Le autorità russe negli ultimi mesi hanno denunciato bombardamenti nella regione di frontiera che attribuiscono alle truppe ucraine.

«Sfortunatamente, ci sono altre due persone uccise, questa volta nel centro abitato di Staroselye, nel distretto di Krasnoyaruzhsky», ha detto il governatore di Belgorod, secondo il quale a provocare la morte di queste due persone sarebbe stato «un pezzo di artiglieria non identificato».

Ore 15:25 - Kiev: «Almeno 10 esplosioni a Kherson, un morto

Continuano i bombardamenti russi a Kherson: più di 10 esplosioni sono risuonate in città oggi e una persona è stata uccisa. Lo afferma il capo dell’amministrazione militare cittadina Galina Lugovaya, come riporta Ukrainska Pravda. «È successo alle 12:01, la granata ha colpito il gasdotto principale. Sfortunatamente, abbiamo un morto. Ma la città continua a essere bombardata anche adesso», affermano le autorità locali, aggiungendo che molte case sono state danneggiate.

Ore 15:29 - Morto un mercenario americano in Ucraina: è il decimo dall’inizio della guerra

Trent Davis, un soldato dell’esercito americano di 21 anni, è stato ucciso durante la sua prima missione con la Legione internazionale delle forze armate ucraine l’8 novembre vicino alla città meridionale di Kherson. Lo riportano i media americani sottolineando che sono almeno dieci i mercenari Usa uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione, il 24 febbraio. Originario del Kansas, il giovane soldato non aveva mai servito nell’esercito. «Voleva fare la sua parte per rendere più sicuro questo mondo anche a costo della vita», ha detto la madre di Davis, Janie Broadbent riferendo che il figlio prima di morire le aveva raccontato che «i soldati russi erano dei bulli».

Ore 15:32 - Putin e Diaz-Canel inaugurano una statua di Castro a Mosca

Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cubano Miguel Diaz-Canel hanno inaugurato oggi un monumento a Fidel Castro in un parco di Mosca. Il leader rivoluzionario cubano, ha affermato Putin, è «un simbolo di un’intera era, l’era dei movimenti di liberazione nazionale, del collasso del sistema coloniale e della creazione di Stati indipendenti nell’America Latina e in Africa». La statua di bronzo, alta tre metri, è situata sulla Via Novopeschanaya. Castro è rappresentato in uniforme militare con la giacca sbottonata.

Ore 15:51 - Esplosioni nella regione russa di Belgorod: 3 morti

Esplosioni hanno causato la morte di tre persone in due villaggi nella regione russa di Belgorod, al confine con l’Ucraina. Lo ha riferito il governatore locale, Vyacheslav Gladkov. Una donna è stata uccisa in quello che Gladkov ha definito un bombardamento ucraino nel villaggio di Shebekino, a circa sette chilometri dal confine, nel Sud della regione. Altre due persone, marito e moglie, sono morti nella parte occidentale della regione, nel villaggio di confine di Staroselye e secondo il governatore sono stati uccisi dall’esplosione «di un tipo di munizioni non identificato».

Ore 15:54 - Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel a Mosca: «Sanzioni ingiuste contro Russia e Cuba»

Il presidente cubano Miguel Diaz-Canel ha definito «ingiuste» le sanzioni inflitte a Cuba e alla Russia. «Questa visita ha un profondo significato per noi. La stiamo svolgendo in un periodo in cui entrambi i Paesi, Russia e Cuba, sono soggetti a sanzioni ingiuste e unilaterali», ha affermato Diaz-Canel secondo la Tass durante un incontro a Mosca col presidente russo Vladimir Putin. La Russia è stata colpita da nuove sanzioni occidentali in seguito all’invasione dell’Ucraina.

Ore 16:00 - Kiev, nuovi territori liberati nel Lugansk ma il fronte non si sposta

«Nuovi territori sono stati liberati dall’esercito ucraino nel Lugansk», anche se il fronte non si è praticamente spostato da nessuna parte e sono in corso feroci combattimenti tra le forze armate di Kiev e gli occupanti russi. Lo ha reso noto il consigliere dell’Ufficio presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych citato da Unian.

Ore 16:04 - Sale a tre il numero dei morti per i missili russi a Kherson

Sale a tre il numero delle persone uccise a Kherson a seguito del bombardamento della città da parte delle truppe russe. Lo riferisce Oleksandr Leshchenko, capo della protezione civile del consiglio comunale di Kherson, come riferisce Ukrinform.

Ore 16:27 - La Cia cerca spie fra i russi scontenti della guerra

La Cia punta a reclutare russi scontenti della guerra in Ucraina come potenziali spie. Lo ha detto, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il vicedirettore delle operazioni della Cia David Marlowe, alla sua prima apparizione pubblica da quando è stato nominato da William Burns, il numero uno dell’agenzia. «Stiamo guardando ai russi che sono disgustati come noi» dalla guerra, ha spiegato Marlowe, osservando come Vladimir Putin era al suo apice il giorno prima dell’invasione, quando ancora poteva influenzare la Nato e dimostrare che la Russia era potente. Ora «ha sperperato tutto».

Ore 16:31 - Lituania e Svezia rafforzano collaborazione alla Difesa

Lituania e Svezia intendono rafforzare la collaborazione bilaterale in vista della costruzione di una più efficace rete di difesa regionale. Lo hanno affermato oggi, al termine del bilaterale avvenuto a Vilnius, i ministri degli Esteri lituano Gabrielius Landsbergis e svedese Tobias Billstrom. Svezia e Lituania convengono che il rafforzamento della difesa comune è reso necessario dalla situazione venutasi a creare dopo l’aggressione russa all’Ucraina. Al fine di garantire «la coesione del mondo democratico nel Baltico e in Europa» e la pace, i due Paesi intendono continuare «a supportare economicamente, politicamente e militarmente l’Ucraina, nonché impegnarsi per l’istituzione di un Tribunale internazionale per i crimini russi in Ucraina». Nella comune convinzione che l’ingresso della Svezia nella Nato concorrerà a rendere più forte l’Alleanza, Billstrom ha sottolineato che la Svezia «non intende forzare le tappe del proprio ingresso nelle strutture della Nato che avverrà sulla base di quanto stabilito dalle trattative con Finlandia e Turchia».

Ore 16:37 - Gli ucraini puntano la penisola di Kinburn, Mosca aumenta le protezioni nel Mar Nero

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) In una fase di assestamento degli schieramenti sono le forze speciali a «parlare». Lo raccontano ricostruzioni volutamente «nebbiose» per proteggere dettagli, ma anche celare possibili insuccessi.

Dopo le notizie contrastanti circolate il 14, fonti di Kiev segnalano nuovamente attività lungo la punta di Kinburn (nota anche come «Kinburn Spit») a sud-ovest di Kherson, proprio all’estuario del Dnipro.

Ore 16:42 - Il Giappone fornisce generatori a Kiev per 2,57 milioni di dollari

Il governo giapponese ha annunciato che fornirà all’Ucraina generatori e lanterne solari per un valore di 2,57 milioni di dollari per affrontare l’insufficienza di corrente elettrica causata dagli attacchi russi, come riportano i media internazionali. Con l’arrivo della neve e del freddo intenso, l’aiuto ha un’importanza significativa per coloro che non possono utilizzare impianti di riscaldamento e illuminazione a causa dei blackout. Il Giappone continuerà a «sostenere il popolo ucraino che sta affrontando difficoltà», ha detto il governo di Tokyo.

Ore 16:50 - Stati Uniti: «Continuiamo a sostenere price cap sul petrolio Russia»

«Gli Stati Uniti continua a sostenere la necessità di un price cap europeo sul petrolio russo». Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby in un briefing virtuale con la stampa sottolineando che l’amministrazione Biden è in contatto con i partner europei e «intende offrire tutto il sostegno necessario». «Il price cap serve ad evitare che Putin approfitti dell’energia», ha sottolineato.

Ore 16:58 - Putin: «Tra Russia e Cuba amicizia nel nome del “compagno Castro”»

L’Unione Sovietica prima e ora la Russia «hanno sempre sostenuto e continuano a sostenere il popolo cubano nella sua lotta per l’indipendenza e la sovranità» e adesso l’Avana «assume la stessa posizione nei confronti della Russia». Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin incontrando il suo omologo cubano Miguel Diaz-Canel a Mosca, e aggiungendo che «tutto ciò è il risultato della tradizionale amicizia creata dal compagno Fidel Castro». «Ci siamo sempre opposti alle varie restrizioni, embargo e blocchi» degli Usa contro Cuba, ha proseguito Putin, citato dall’agenzia Tass, osservando appunto come Cuba ora stia facendo altrettanto nei confronti delle sanzioni occidentali contro Mosca. «Basandoci su queste solide fondamenta - ha detto ancora il presidente russo - dobbiamo ovviamente tenere presenti le attuali condizioni, andare avanti e rafforzare la nostra cooperazione».

Ore 17:03 - Kiev: «Infuriano combattimenti su Dnipro, a sud di Mykolaiv

Pesanti combattimenti sono in corso tra russi e ucraini sulla penisola di Kinbourne, territorio sulla riva sinistra del fiume Dnipro, a sud di Mykolaiv. La portavoce del Comando meridionale dell’esercito ucraino Natalia Goumeniouk ha affermato che «un’operazione militare è attualmente in corso nella penisola ma per il momento non vengono forniti dettagli». Le unità ucraine, ha detto il governatore Vitaly Kim, stanno cercando di liberare tre cittadine a pochi chilometri dalla città meridionale di Mykolaiv, «poi i russi saranno fuori dall’intero distretto», ha riferito Espreso Tv.

Ore 17:29 - Janet Yellen, segretaria del Tesoro Usa, annuncia altri 4,5 miliardi di dollari di aiuti dagli Stati Uniti

Gli Stati Uniti invieranno altri 4,5 miliardi di dollari all’Ucraina per sostenere i servizi essenziali governativi e aiutare Kiev a stabilizzare la sua economia. Lo ha reso noto la segretaria al Tesoro statunitense, Janet Yellen. I fondi inizieranno a essere erogati nelle prossime settimane e «serviranno a rafforzare la stabilita’ economica e i servizi del governo, compresi i salari per gli operatori sanitari, i dipendenti del governo e gli insegnanti, nonché l’assistenza sociale agli anziani e ai vulnerabili», ha detto Yellen. I fondi del Tesoro si aggiungono a quelli stanziati per la sicurezza contro l’invasione di Putin e porteranno il sostegno diretto degli Stati Uniti al bilancio ucraino a un totale di 13 miliardi di dollari.

Ore 17:48 - Ppe, voto domani su Russia «Stato terrorista» può isolare Mosca

«Domani il Parlamento europeo ha la possibilità di definire la Russia come Stato sponsor del terrorismo, una scelta importante per isolare ulteriormente Mosca». Lo ha detto l’eurodeputato lituano del Ppe, Andrius Kubilius, relatore dell’Eurocamera per i rapporti con la Russia. «Il testo chiede al Consiglio Ue e alla Commissione di sviluppare strumenti legali, prendendo esempio dal sistema Usa, che includano delle sanzioni secondarie e la rimozione dell’immunità per le proprietà di Stato per sbloccare l’uso degli asset russi congelati per la ricostruzione dell’Ucraina», ha spiegato Kubilius. «Con il voto di domani vogliamo rifarci al motto di Ronald Raegan, “non aver paura di vedere ciò che vedi”, noi vediamo la Russia usare metodi terroristi e vogliamo affermarlo», ha concluso l’ex premier lituano.

Ore 18:00 - Kiev: «1.886 insediamenti liberati dall’occupazione russa»

Le forze di Kiev hanno liberato finora dall’occupazione russa 1.886 insediamenti in Ucraina. Lo ha riferito il vice capo dell’ufficio del presidente Zelensky, Kyrylo Tymoshenko, in un messaggio su Telegram. «Disoccupati - 1.886 insediamenti», ha scritto il funzionario, sottolineando che «proseguono i lavori per il ripristino delle infrastrutture critiche in tutti i territori liberati dall’occupazione».

Ore 18:24 - Procura Kiev apre inchiesta sui video dei prigionieri russi uccisi

La Cnn riferisce che la procura dell'Ucraina ha avviato un'indagine in merito al video diffuso sui social media che secondo Mosca mostra soldati russi uccisi dopo essersi arresi alle forze ucraine. In una dichiarazione, l'ufficio del procuratore generale dell'Ucraina ha affermato che la procura regionale di Lugansk indagherà sulla «perfidia» - azioni volte a guadagnare la fiducia del nemico al fine di ottenere un vantaggio militare - commesse dalle forze russe durante la loro resa, una condotta vietata dalle norme internazionali. «Secondo i risultati del monitoraggio dei media, si è saputo che nel villaggio di Makiivka, nella regione di Lugansk, i militari russi, imitando una resa alle forze armate ucraine, hanno aperto il fuoco sui difensori ucraini. Tali azioni sono vietate dal diritto internazionale umanitario», sottolinea il comunicato.

Durante le indagini preliminari, saranno prese misure per stabilire tutte le circostanze dell'evento e fornire una valutazione legale di tutti i partecipanti, ha aggiunto la procura. Il commissario ucraino per i diritti umani, Dmytro Lubinets, ha affermato domenica che i russi hanno inscenato una resa e aperto il fuoco per primi, aggiungendo che «rispondere al fuoco non è un crimine di guerra». Ieri, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto ai giornalisti che la Russia farà «tutto il possibile» per trovare i responsabili delle uccisioni, aggiungendo che devono essere «puniti».

Ore 18:31 - Consegnato alla Moldavia tutto il gas russo

«Tutti i volumi di gas naturale che sono stati accettati dalla federazione russa al punto di entrata "Sudzha" per il trasporto» in Moldavia «sono stati completamente trasferiti ai punti di uscita di "Oleksiivka" e "Grebenyky"». Lo afferma in una nota l'operatore di rete ucraino (Gtsou), replicando alle accuse di Gazprom, secondo cui Kiev si sarebbe impossessata una parte del gas destinato alla Moldavia. «Non è la prima volta che la Russia utilizza il gas come strumento di pressione politica. Manipola i fatti per giustificare la decisione di limitare ulteriormente i volumi di forniture ai Paesi europei», ha dichiarato Olga Bielkova, a capo degli affari internazionali di Gtsou.

Ore 18:37 - Kiev, incontro tra esperti iraniani e ucraini su accuse droni

Esperti dell'Iran e dell'Ucraina si sono incontrati per discutere le accuse sull'uso di droni di fabbricazione iraniana nella guerra della Russia contro l'Ucraina. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev, Oleg Nikolenko, in un'intervista alla Cnn. «Un tale incontro di esperti ha avuto luogo. Non posso rivelare i dettagli, ma posso assicurarvi che la parte ucraina continua a prendere le misure più drastiche per impedire l'uso di armi iraniane da parte della Russia per la guerra contro l'Ucraina», ha dichiarato il funzionario ucraino. «L'Ucraina ha informato l'Iran che le conseguenze della complicità nell'aggressione russa saranno incommensurabili rispetto ai potenziali benefici della cooperazione con la Russia», ha aggiunto Nikolenko. Un portavoce della missione iraniana presso le Nazioni Unite aveva precedentemente dichiarato alla Cnn di aver richiesto una «riunione congiunta di esperti» per esaminare le accuse.

Ore 18:39 - Mattarella: «Pace giusta e piena indipendenza dell'Ucraina»

«Oggi una guerra in Europa, provocata dall'aggressione della Russia, ci sta facendo ripiombare nel timore di un incubo che pensavamo non potesse più ripresentarsi. Una guerra contrassegnata da atroci crudeltà e dall'intenzione di tenere milioni di persone al buio e al freddo d'inverno. Di fronte a questi misfatti la Ue ha reagito con compattezza, assicurando solidarietà all'Ucraina e alla sua resistenza. Una reazione importante, che ha come orizzonte la costruzione di una pace giusta e necessaria, capace di restituire a quel Paese la piena indipendenza violata». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando all'Anci a Bergamo.

Ore 18:53 - Mosca: abbattuti due droni a Sebastopoli

Le autorità di Sebastopoli, in Crimea, denunciano un attacco di droni, affermando di averne abbattuti due. «Le nostre forze di difesa aerea sono ora impegnate. È in corso un attacco con i droni. Secondo prime informazioni, due droni sono stati abbattuti. Tutte le forze e i servizi sono pronte a combattere. Nessuna infrastruttura civile è stata colpita», ha scritto su Telegram Mikhail Razvozhayev, governatore di questa città sede della flotta del Mar Nero, secondo quanto riferisce la Tass.

Ore 19:08 - Kuleba sarà a ministeriale Esteri Nato a Bucarest

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha intenzione di partecipare al vertice dei ministri degli Esteri della Nato a Bucarest la prossima settimana, con l'obiettivo di sollevare la questione della fornitura urgente di nuovi sistemi di difesa aerea e attrezzature non militari all'Ucraina. «Ho intenzione di partecipare alla ministeriale di Bucarest. Avrò due segnali molto semplici da inviare. Il primo riguarderà la consegna immediata di nuovi sistemi di difesa aerea all'Ucraina e di qualsiasi arma che possa aiutarci ad abbattere missili russi e droni iraniani E il secondo: discuteremo il piano per i prossimi tre o quattro mesi su come la Nato aiuterà l'Ucraina a superare questo difficile inverno di guerra», ha detto Kuleba, citato da Ukrinform. Come riportato, Ucraina, Moldavia e Georgia, così come Bosnia-Erzegovina, Finlandia e Svezia sono state invitate a partecipare al vertice dei ministri degli esteri della Nato, che si terrà a Bucarest il 29-30 novembre.

Ore 19:21 - Telefonata Blinken-Stoltenberg in vista di vertice Bucarest

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha avuto una «buona telefonata» con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in vista della riunione dei ministri degli Esteri della Nato a Bucarest, dal 29 al 30 novembre. Il vertice, anticipa Blinken in un tweet, sarà incentrato sulle «priorità condivise, come il sostegno all'Ucraina, la deterrenza e la difesa e l'ingresso di Finlandia e Svezia».

Ore 19:39 - Da Usa 4,5 miliardi di aiuti attraverso Banca Mondiale

Gli Stati Uniti forniranno, attraverso la Banca Mondiale, 4,5 miliardi di dollari di aiuti all'Ucraina per «rafforzare la stabilità economica e sostenere il governo di Kiev nelle sue funzioni fondamentali». «Questi fondi inizieranno a essere erogati nelle prossime settimane», ha annunciato in una nota la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen. La Banca mondiale, dal canto suo ha dichiarato che gli aiuti saranno mobilitati nell'ambito del su progetto PEACE, `Public Expenditures for Administrative Capacity Endurance´, parte di una pacchetto multimiliardario per aiutare l'Ucraina.

Ore 20:17 - Zelensky: dobbiamo ancora liberare circa 2.000 villaggi

L’Ucraina dovrà ancora liberare circa 2.000 villaggi e città occupati dalla Russia. Lo ha detto Volodymyr Zelenskyy nel suo discorso al 104° Congresso dei sindaci e dei capi delle municipalità della Francia, riferisce Ukrinform. «In generale - ha affermato il presidente ucraino - ci sono ancora circa 2.000 città e villaggi che dobbiamo liberare e restaurare. Molti di loro sono stati completamente distrutti dagli attacchi dell’esercito russo, come Mariupol o Volnovakha».

Ore 20:26 - Usa valutano assistenza a Kiev per danni a rete energia

Gli Stati Uniti stanno valutando come assistere l’Ucraina a seguito dei «danni estremi alla rete elettrica e alle infrastrutture» causati dagli attacchi aerei russi, ha dichiarato il vice segretario stampa del Pentagono Sabrina Singh. L’Ucraina affronterà un «inverno duro e freddo», una condizione che ha spinto gli Stati Uniti a fornire stivali, guanti e cappelli, ha aggiunto Singh.

Ore 21:00 - Morto in combattimento un ballerino del Teatro dell’Opera a Kiev

Vadym Khlupyanets, un ballerino del Teatro dell’Opera di Kiev, è morto in combattimento. Lo riporta l’account Facebook del teatro, scrive il sito Unian, precisando che il ballerino aveva 26 anni, ed è morto vicino a Bakhmut, città dell’Ucraina orientale nell’oblast di Donetsk. Il teatro ha espresso le sue «più sincere condoglianze alla famiglia dell’artista», si legge nel profilo. Khlupyanets era originario di Donetsk.

Ore 23:07 - Canada: nuove sanzioni contro dirigenti e aziende Minsk

Ottawa ha annunciato una nuova serie di sanzioni contro il governo del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, accusando Minsk di aiutare Mosca nella guerra contro Kiev e di lasciare che «il suo territorio serva da rampa di lancio per gli attacchi contro l’Ucraina», come ha accusato la ministra degli esteri canadese Melanie Joly in una conferenza stampa con la dissidente bielorussia in esilio Svetlana Tikhanovskaia, in visita nel Paese. Nel mirino sono finiti 22 dirigenti del regime e 15 imprese legate alla «fabbricazione di materiale militare, alla tecnologia, alle attività bancarie e al trasporto ferroviario». Finora il Canada ha sanzionato oltre 100 tra individui e aziende di Minsk.

Ore 02:30 - Kiev denuncia: sindaci ucraini rapiti dai russi nell’oblast di Kherson

Le truppe russe hanno rapito i sindaci di diverse comunità nell’oblast di Kherson e li hanno portati sulla sponda orientale del fiume Dnipro, secondo quanto riferisce il Ministero dell’Interno ucraino.

Ore 02:32 - Pentagono «non è a conoscenza» di contatti fra Kiev e Iran sui droni

Il Pentagono «non è a conoscenza» di un incontro tra esperti iraniani e ucraini per discutere dell’uso dei droni iraniani in Ucraina. Lo ha detto in un briefing la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh. La notizia era stata fatta trapelare da Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Affari esteri ucraino. «Penso che sarebbe sorprendente se ci fosse stato un incontro del genere, dato che l’Iran sta fornendo droni alla Russia per uccidere civili ucraini innocenti», ha aggiunto.

Ore 02:42 - IL PUNTO MILITARE - Ora gli ucraini puntano sulla penisola di Kinburn

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) In una fase di assestamento degli schieramenti sono le forze speciali a «parlare». Lo raccontano ricostruzioni volutamente «nebbiose» per proteggere dettagli, ma anche celare possibili insuccessi. Dopo le notizie contrastanti circolate il 14, fonti di Kiev segnalano nuovamente attività lungo la punta di Kinburn (nota anche come «Kinburn Spit») a sud-ovest di Kherson, proprio all’estuario del Dnipro. In questa zona i russi avevano punti di lancio per i droni-kamikaze e erano in grado di controllare il traffico marittimo. Ora non è chiaro se gli ucraini siano riusciti a sloggiare gli avversari o si siano limitati a colpire le postazioni. Si è ipotizzato uno sbarco di truppe, storia però accolta con qualche dubbio dagli osservatori.

Ore 02:45 - Kiev, caccia alle spie filorusse all’interno del monastero

È scattata la caccia alle spie-filorusse all’interno del monastero di Kiev. Sono stati alcuni monaci a far trapelare la notizia, dopo un blitz della polizia ucraina alle 6 del mattino. Sulla vicenda ha indagato l’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi, che ha realizzato un videoracconto per ricostruire quanto sta accadendo.

Ore 03:23 - Emergenza black out, Kiev lancia i “punti di invincibilità”

In Ucraina sono stati predisposti più di 4.000 «Punti di invincibilità» per fronteggiare la drammatica emergenza black out causata dai bombardamenti russi alle infrastrutture energetiche. Lo ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto messaggio serale. «Se si verificano di nuovo massicci raid russi e se si valuta che le forniture di elettricità non possono essere ripristinate entro poche ore - ha spiegato Zelensky - verrà attivato il lavoro dei `Punti di invincibilità´. Ci sono tutti i servizi di base: elettricità, telefonia mobile e Internet, riscaldamento, acqua, cassetta di pronto soccorso. Tutto assolutamente gratuito e per tutto il giorno». Zelensky ha sottolineato che tali punti funzioneranno senza in tutte le amministrazioni regionali e distrettuali, nonché nelle scuole, negli edifici del servizio di emergenza statale e simili. Le autorità locali, ha precisato il presidente ucraino, hanno il compito di informare le persone sulla presenza dei «Punti di invincibilità». Negli edifici governativi, nelle farmacie, nei negozi, negli uffici postali, ci devono essere informazioni su dove una persona può trovare supporto in caso di lunga interruzione di corrente.

Ore 03:29 - Londra invia moderni missili a guida laser all’Ucraina

La Gran Bretagna sta inviando all’Ucraina scorte di missili Brimstone avanzati. Si tratta di munizioni a guida laser di facile utilizzo. Lo riferisce The Telegraph.

Ore 03:33 - Kiev critica Orban per la sciarpa della “Grande Ungheria”

Su Twitter, è già stata soprannominata «la sciarpa dello scandalo». Si tratta di quella che il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha indossato ieri, durante l'amichevole di calcio contro la Grecia, raffigurante una mappa di quella che veniva definita la "Grande Ungheria". Questa mappa include gli attuali territori di Austria, Slovacchia, Romania, Croazia, Serbia e Ucraina.

La «Grande Ungheria» fa riferimento ai confini del Regno d'Ungheria fino al 1918 e alle terre perse dopo la fine della prima guerra mondiale.

Ore 03:38 - Kiev: «Massicci bombardamenti russi nel Donetsk»

Massicci bombardamenti russi sono stati registrati nella giornata e nella serata di martedì nella regione del Donetsk. Lo riferiscono fonti militari e civili ucraine riportate dai media internazionali.

Ucraina Russia, le notizie sulla guerra di mercoledì 23 novembre. Lorenzo Cremonesi, Andrea Nicastro e Paolo Foschi su Il Corriere della Sera il 23 novembre 2022. 

Le notizie di mercoledì 23 novembre. Nuovo raid missilistico di Mosca contro infrastrutture civili ucraine: al buio diverse città. Anche la fornitura del fabbisogno della centrale di Zaporizhzhia è stato interrotto

• La guerra in Ucraina è arrivata al 270esimo giorno.

• Mosca ha lanciato un nuovo raid missilistico massiccio contro l’Ucraina: colpite le infrastrutture elettriche. Si prepara «l’inverno più duro dopo la Seconda guerra mondiale»

• Intanto, gli ucraini puntano la penisola di Kinburn: e Mosca è costretta ad aumentare le protezioni nel Mar Nero

• Gazprom minaccia di ridurre da lunedì i flussi di gas attraverso l’Ucraina, ultima rotta del gas russo verso l’Europa, in risposta al fatto che l’Ucraina tratterrebbe parte del metano destinato alla Moldavia.

• Il premier ungherese Viktor Orban ha esibito una sciarpa con un’antica mappa del suo Paese che includeva anche territori ucraini.

Ore 05:03 - Morto in combattimento un ballerino del Teatro dell’Opera a Kiev

Vadym Khlupyanets, un ballerino del Teatro dell’Opera di Kiev, è morto in combattimento. Lo riporta l’account Facebook del teatro, scrive il sito Unian, precisando che il ballerino aveva 26 anni, ed è morto vicino a Bakhmut, città dell’Ucraina orientale nell’oblast di Donetsk. Il teatro ha espresso le sue «più sincere condoglianze alla famiglia dell’artista», si legge nel profilo. Khlupyanets era originario di Donetsk.

Ore 05:06 - Kiev denuncia: sindaci ucraini rapiti dai russi nell’oblast di Kherson

Le truppe russe hanno rapito i sindaci di diverse comunità nell’oblast di Kherson e li hanno portati sulla sponda orientale del fiume Dnipro, secondo quanto riferisce il Ministero dell’Interno ucraino.

Ore 05:07 - Kiev: «Massicci bombardamenti russi nel Donetsk»

Massicci bombardamenti russi sono stati registrati nella giornata e nella serata di martedì nella regione del Donetsk. Lo riferiscono fonti militari e civili ucraine riportate dai media internazionali.

Ore 05:30 - Pentagono «non è a conoscenza» di contatti fra Kiev e Iran sui droni

Il Pentagono «non è a conoscenza» di un incontro tra esperti iraniani e ucraini per discutere dell’uso dei droni iraniani in Ucraina. Lo ha detto in un briefing la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh. La notizia era stata fatta trapelare da Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Affari esteri ucraino. «Penso che sarebbe sorprendente se ci fosse stato un incontro del genere, dato che l’Iran sta fornendo droni alla Russia per uccidere civili ucraini innocenti», ha aggiunto.

Ore 05:31 - IL PUNTO MILITARE - Ora gli ucraini puntano sulla penisola di Kinburn

(di Andrea Marinelli e Guido Olimpio) In una fase di assestamento degli schieramenti sono le forze speciali a «parlare». Lo raccontano ricostruzioni volutamente «nebbiose» per proteggere dettagli, ma anche celare possibili insuccessi. Dopo le notizie contrastanti circolate il 14, fonti di Kiev segnalano nuovamente attività lungo la punta di Kinburn (nota anche come «Kinburn Spit») a sud-ovest di Kherson, proprio all’estuario del Dnipro. In questa zona i russi avevano punti di lancio per i droni-kamikaze e erano in grado di controllare il traffico marittimo. Ora non è chiaro se gli ucraini siano riusciti a sloggiare gli avversari o si siano limitati a colpire le postazioni. Si è ipotizzato uno sbarco di truppe, storia però accolta con qualche dubbio dagli osservatori.

Ore 05:32 - Kiev, caccia alle spie filorusse all’interno del monastero

È scattata la caccia alle spie-filorusse all’interno del monastero di Kiev. Sono stati alcuni monaci a far trapelare la notizia, dopo un blitz della polizia ucraina alle 6 del mattino. Sulla vicenda ha indagato l’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi, che ha realizzato un videoracconto per ricostruire quanto sta accadendo.

Ore 05:33 - Emergenza black out, Kiev lancia i “punti di invincibilità”

In Ucraina sono stati predisposti più di 4.000 «Punti di invincibilità» per fronteggiare la drammatica emergenza black out causata dai bombardamenti russi alle infrastrutture energetiche. Lo ha annunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel consueto messaggio serale. «Se si verificano di nuovo massicci raid russi e se si valuta che le forniture di elettricità non possono essere ripristinate entro poche ore - ha spiegato Zelensky - verrà attivato il lavoro dei `Punti di invincibilità´. Ci sono tutti i servizi di base: elettricità, telefonia mobile e Internet, riscaldamento, acqua, cassetta di pronto soccorso. Tutto assolutamente gratuito e per tutto il giorno». Zelensky ha sottolineato che tali punti funzioneranno senza in tutte le amministrazioni regionali e distrettuali, nonché nelle scuole, negli edifici del servizio di emergenza statale e simili. Le autorità locali, ha precisato il presidente ucraino, hanno il compito di informare le persone sulla presenza dei «Punti di invincibilità». Negli edifici governativi, nelle farmacie, nei negozi, negli uffici postali, ci devono essere informazioni su dove una persona può trovare supporto in caso di lunga interruzione di corrente.

Ore 05:35 - Londra invia moderni missili a guida laser all’Ucraina

La Gran Bretagna sta inviando all’Ucraina scorte di missili Brimstone avanzati. Si tratta di munizioni a guida laser di facile utilizzo. Lo riferisce The Telegraph.

Ore 07:54 - Bombe russe su reparto maternità, morto un neonato

Un neonato è morto la notte scorsa in seguito a un attacco missilistico delle forze russe che ha colpito il reparto maternità di un ospedale vicino alla città di Zaporizhzhia, nell’Ucraina sud-orientale: lo riferisce su Telegram il governatore della regione, Oleksandr Starukh, come riporta il Kyiv Independent. L’ospedale preso di mira si trova a Vilnianska, ha precisato Starukh.

Ore 07:57 - Milanovic: «No all’addestramento delle truppe di Kiev in Croazia»

Il presidente della Croazia, Zoran Milanovic, ha respinto l’appello del ministro della Difesa ucraino Mario Banozic ad approvare l’addestramento delle truppe di Kiev nel Paese. Lo riporta l’agenzia Ukrinform.

Ore 08:01 - Bombe russe sul Donetsk, un morto in ultime 24 ore

Un civile è morto e altri otto sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore in seguito agli attacchi russi nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto il governatore della regione, Pavlo Kyrylenko. Gli attacchi sono avvenuti a Bakhmut, una cittadina a circa 85 km a nord di Donetsk. Lo riporta il Kyiv Independent. Secondo il governatore, dall’inizio dell’invasione le forze russe hanno ucciso almeno 1.221 persone nella regione e ne hanno ferite 2.628.

Ore 08:48 - Bombardati ospedale e condominio a Kupyansk, 2 morti

Due civili sono rimasti uccisi questa mattina durante un attacco a Kupyansk, nella regione ucraina orientale di Kharkiv: «L’esercito russo ha bombardato la città. Sono stati colpiti un ospedale e un condominio di nove piani, due passanti sono morti», ha scritto su Telegram il vice capo dell’Ufficio presidenziale Kyrylo Tymoshenko, come riferisce Ukrinform. Il capo dell’amministrazione militare regionale di Kharkiv, Oleg Synegubov, ha chiarito che le vittime sono una donna di 55 anni e un uomo di 68. Ieri le unità militari della Federazione russa hanno bombardato più volte le zone di frontiera della regione di Kharkiv.

Ore 08:53 - Kenya: dall’Ucraina donazione di 25 tonnellate di grano

L’Ucraina, nonostante le difficoltà causate dalla guerra in corso, ha donato 25 mila tonnellate di grano al Kenya, gravemente colpito dalla siccità e dall’emergenza alimentare. La donazione, che arriva dopo l’accorato appello internazionale del leader keniano William Ruto alla conferenza sul clima Cop27 di Sharm El-Sheikh, è stata annunciata dall’Ambasciatore ucraino a Nairobi, Andriy Pravednyk, durante un incontro con il vicepresidente keniano Rigathi Gachagua. «L’Ucraina continua a svolgere un ruolo chiave nella sicurezza alimentare globale, nonostante il conflitto in corso con la Russia», ha dichiarato Gachagua in una dichiarazione fatta dopo aver ospitato l’ambasciatore ucraino e rilanciata dal sito Capital Fm. Le scorte di grano saranno distribuite direttamente alle contee, con priorità per quelle più colpite dalla siccità in corso.

Ore 09:10 - In Ucraina allerta ghiaccio e blackout

Mentre in buona parte dell’Ucraina è scattata oggi l’allerta meteo per il ghiaccio, l’operatore elettrico Ukrenergo prevede per l’intera giornata interruzioni di corrente in tutto il Paese, con la conseguente difficoltà per la popolazione di difendersi dal freddo. «Tutte le regioni dell’Ucraina sono soggette ad arresti programmati. Questa è una conseguenza dei ripetuti attacchi missilistici russi alle reti dell’azienda, nonché alle centrali che producono elettricità», ha dichiarato Ukrenergo, come riporta Unian.

Ore 10:01 - La Gran Bretagna invia per la prima volta 3 elicotteri all’Ucraina

Per la prima volta, il Regno Unito invierà elicotteri in Ucraina, per un totale di tre Sea King, di cui il primo è già in Ucraina. Lo ha affermato, secondo la Bbc , il ministro della Difesa Ben Wallace parlando ad Oslo in un incontro con i colleghi dei paesi alleati, dove si discute, tra l’altro, di un ulteriore sostegno militare all’Ucraina.

Ore 10:29 - Putin: «Inaccettabile lo stop ai fertilizzanti»

«Totalmente inaccettabile»: così il presidente russo Vladimir Putin ha definito il blocco nei porti europei di fertilizzanti russi destinati all’esportazione, specie verso i Paesi più poveri. «I leader di diversi Paesi africani mi hanno contattato direttamente, perché non capiscono cosa sta succedendo», ha affermato Putin, citato dall’agenzia Tass. Secondo Dmitry Mazepin, capo della commissione fertilizzanti dell’Unione degli industriali russi, oltre 400.000 tonnellate di fertilizzanti russi sono bloccati in porti europei a causa delle sanzioni. .

Ore 10:35 - Papa: «Sofferenza terribile vittime aggressione»

«Preghiamo per la pace nel mondo e per la fine di tutti i conflitti, con un pensiero particolare per la terribile sofferenza del caro e martoriato popolo ucraino. Pensiamo alla martoriata Ucraina. Questo sabato ricorre l’anniversario del terribile genocidio dell’Holodomor, lo sterminio per la fame del 1932-33 causato artificialmente da Stalin. Preghiamo per le vittime di questo genocidio e preghiamo per tanti ucraini, bambini, donne, anziani, che oggi soffrono il martirio della aggressione». Lo ha detto il Papa nel corso dell’udienza generale.

Ore 10:37 - Neonato ucciso, madre estratta viva dalle macerie

È stata estratta viva dalle macerie la madre del neonato morto in un attacco missilistico russo che ha colpito l’ospedale di Vilniansk vicino a Zaporizhzhia, in Ucraina, durante la notte. La donna era ricoverata insieme al figlio nel reparto di maternità, il più danneggiato dalle bombe di Mosca. Insieme alla donna, anche un medico è stato portato in salvo.

Ore 10:38 - Mosca: se si perquisiva bunker Zelensky cosa si poteva trovare?

«Se fosse stata fatta una perquisizione nel bunker di Zelensky, si può immaginare cosa sarebbe stato trovato lì?». Lo scrive su Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, dopo le perquisizioni effettuate ieri al Monastero delle Grotte di Kiev e altri siti della Chiesa ortodossa ucraina, durante le quali i servizi di Intelligence ucraini (Sbu) hanno detto di avere trovato «letteratura pro-russa e milioni in contanti».

Ore 10:40 - Metsola e Nardella propongono invio generatori corrente a Kiev

Il Parlamento europeo lancia «Generatori di speranza», una campagna per l’acquisto di generatori di energia elettrica da mandare in Ucraina per affrontare la crisi energetica dovuta agli attacchi sistematici dell’artiglieria russa alle infrastrutture energetiche ucraina. La campagna verrà presentata in una conferenza stampa a Strasburgo alle 13:00 dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, dal Presidente di Eurocities e sindaco di Firenze, Dario Nardella, co-iniziatore della campagna, e da Andriy Yermak, a capo del gabinetto del Presidente Volodymyr Zelensky.

Ore 11:16 - Kiev, russi attaccano convoglio umanitario a Zaporizhzhia

Le truppe russe hanno sparato contro un convoglio di auto civili che si muoveva lungo una strada resa impraticabile dal fango in direzione di Zaporizhzhia, città dell’Ucraina sud-orientale occupata fin dai primi giorni dell’invasione. «Ieri nel villaggio di Kamyanske gli occupanti hanno aperto il fuoco contro un convoglio di auto civili, che i soccorritori stavano trainando dalla strada bloccata per il maltempo e consentirgli di continuare a muoversi verso il centro regionale. Durante il bombardamento, i soccorritori ucraini sono riusciti a evacuare e salvare 49 persone, tra cui 11 bambini, il più piccolo di due mesi», ha reso noto il servizio stampa del Servizio statale di emergenza ucraino citato da Ukrinform. Le operazioni di soccorso sono durate tre ore. Dopo la fine dei bombardamenti, tutte le auto con i civili sono ripartite.

Ore 11:19 - Putin: «Pronti ad aumentare le esportazioni di fertilizzanti»

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che Mosca è pronta ad aumentare le esportazioni di fertilizzanti e a lavorare con tutti i partner in questo settore. «Siamo pronti ad espandere questo lavoro con tutti i partner senza alcuna eccezione», ha detto il capo dello stato in un incontro con Dmitry Mazepin, presidente della commissione dell’Unione russa degli industriali e degli imprenditori dei fertilizzanti minerali e a capo di Uralchemu, uno dei maggiori produttori al mondo di fertilizzanti azotati, fertilizzanti di potassio e ammoniaca. «I mercati mondiali soffrono a causa degli ostacoli artificiali creati da alcuni Paesi. La situazione sui mercati mondiali dei fertilizzanti è ben nota anche ai non specialisti», ha detto Putin a Mazepin, riferendosi alla crisi del settore agrario mondiale causata dalla guerra con l’Ucraina e al conseguente bando occidentale dei prodotti russi.

Ore 11:37 - Deputato russo accusato per Litvinenko: «Dare la caccia a Zelensky»

Andrey Lugovoy, un deputato russo ricercato dalla giustizia britannica per l’uccisione a Londra nel 2006 dell’ex agente dei servizi segreti sovietici e russi Alexander Litvinenko, è apparso in una trasmissione alla televisione russa in cui ha affermato che Mosca dovrà «farsi giustizia da sola» contro la dirigenza ucraina e il presidente Volodymyr Zelensky e i suoi collaboratori «dovrebbero essere i primi a salire sul patibolo». «Penso che non dovremmo essere titubanti e in futuro dovremmo dare loro la caccia ovunque nel mondo», ha detto Lugovoy, intervistato nel programma ‘60 minuti’ sul canale Russia 1.

«La Storia deve essere ricordata», ha aggiunto il deputato, suggerendo a Zelensky e ai membri del suo circolo di «tenere sul tavolo le memorie di Pavel Sudaplatov». Cioè l’agente dei servizi segreti sovietici che ebbe un ruolo nell’assassinio di Lev Trotsky in Messico nel 1940. «Lì - ha insistito Lugovoy - il loro futuro è descritto con precisione». Lugovoy ha detto di essere convinto che i servizi d’intelligence americani e britannici abbiano dato garanzie di sicurezza a Zelensky e ai suoi collaboratori, e che «in California o da qualche altra parte» siano pronte «case nascoste e camuffate per ognuno di loro dove progettano di passare il resto delle loro vite». «Ma non penso - ha concluso - che le loro saranno vite di successo o fortunate».

Ore 11:53 - Corte Conti Ue chiede correzioni per norme prestiti a Kiev

La Corte dei conti europea - che in base alla legge deve essere consultata in anticipo su qualsiasi proposta d’impatto sul bilancio dell’Ue - ha emesso un’opinione sulla proposta di modifiche della Commissione europea al regolamento finanziario dell’Ue e fornire così 18 miliardi di aiuti all’Ucraina nel 2023. Secondo la Corte, da un lato vi sono «vantaggi» nello stabilire una strategia di finanziamento «diversificata» come metodo di base per tutte le operazioni di prestito ma, dall’altro, la nuova legislazione «non fornisce alcun dettaglio sulle disposizioni necessarie, come un quadro di governance e procedure di gestione del rischio». La garanzia per questi prestiti - nota la Corte - sarebbe l’headroom (il «margine di manovra») del bilancio dell’Ue, ovvero la differenza tra il massimale delle risorse proprie e le risorse proprie effettivamente utilizzate per finanziare il bilancio. Tale margine rappresenta attualmente una riserva per coprire ulteriori deflussi finanziari. «Se l’headroom del bilancio dell’Ue coprisse il rischio di mancato rimborso dei prestiti all’Ucraina, ciò significherebbe che i rischi correlati potrebbero avere un impatto sui bilanci futuri e sulle esigenze di pagamento», avvertono i revisori. Al momento, osservano i revisori, «non ci sono piani per aumentare di conseguenza l’entità dell’headroom».

Ore 12:25 - Ucraina, esplosioni a Odessa, allerta aerea su Kiev

I media ucraini riportano esplosioni a Odessa e allerta aerea su Kiev. Intanto la Federazione Russa avrebbe fatto sollevare in cielo i bombardieri strategici Tu-95 per un possibile attacco missilistico contro l’Ucraina. Come ha detto su Telegram il presidente dell’amministrazione militare regionale di Nikolaev, Vitaly Kim, Mosca può colpire le regioni meridionali del paese. «Odessa / Nikolaev / Kherson è una potenziale minaccia di attacchi missilistici dalle 12 alle 00. Ci saranno lanci - dirò. 9 Tu-95 sono decollati», ha scritto Kim. I media ucraini riportano esplosioni a Odessa e allerta aerea su Kiev. Intanto la Federazione Russa avrebbe fatto sollevare in cielo i bombardieri strategici Tu-95 per un possibile attacco missilistico contro l’Ucraina. Come ha detto su Telegram il presidente dell’amministrazione militare regionale di Nikolaev, Vitaly Kim, Mosca può colpire le regioni meridionali del paese. «Odessa / Nikolaev / Kherson è una potenziale minaccia di attacchi missilistici dalle 12 alle 00. Ci saranno lanci - dirò. 9 Tu-95 sono decollati», ha scritto Kim.

Ore 12:40 - Europarlamento, Russia Stato sostenitore terrorismo

Per il Parlamento Europeo, la Russia «è uno Stato sostenitore del terrorismo e uno Stato che fa uso di mezzi terroristici». La risoluzione unitaria presentata dal Ppe, dai liberali di Renew Europe e dai conservatori dell’Ecr è stata approvata nella plenaria a Strasburgo con 494 voti a favore, 58 contrari e 44 astensioni. Sono stati adottati diversi emendamenti al testo originale.

Ore 13:25 - Zelensky accoglie «con favore» Parlamento Ue su Russia «terrorista»

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha accolto con favore la decisione del parlamento europeo di designare la Russia come stato sponsor del terrorismo. “Accolgo con favore la decisione del Parlamento europeo di riconoscere la Russia come uno stato sponsor del terrorismo e come uno stato che utilizza mezzi del terrorismo”, ha scritto su Telegram. La Russia deve essere “isolata a tutti i livelli” in modo da “porre fine alla sua politica di terrorismo di lunga data in Ucraina e in tutto il mondo”, ha aggiunto. Andriy Yermak, capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, si è detto grato al Parlamento europeo per questo “passo cruciale che rafforza l’isolamento internazionale della Russia e conferma giustamente il suo status di paria”. Dall’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, l’Ue ha adottato sanzioni contro 1.241 persone e 118 organizzazioni, tra cui il presidente russo Vladimir Putin, i suoi principali ministri e alleati, molti oligarchi russi e deputati della Duma russa.

Ore 13:28 - Esplosioni a Kiev, colpite infrastrutture

Esplosioni sono state sentite a Kiev, dove sono state colpite infrastrutture, secondo il sindaco della capitale Vitaly Klichko. Intanto il Kyiv Independent riferisce di missili su Bucha, nell’oblast di Kiev.

Ore 13:46 - Sindaco Kiev, colpita infrastruttura nella capitale

«Una delle infrastrutture della capitale» ucraina «è stata colpita». Lo ha annunciato il sindaco di Kiev, Vitali Klitscko, in un post su Telegram, in cui ha invitato le persone a rimanere nei rifugi: «Restate nei rifugi! L’allerta aerea continua!», ha scritto. Klitschko non ha fornito ulteriori dettagli e non ci sono al momento altre informazioni su se e quali obiettivi siano stati colpiti.

Ore 13:51 - Missili su Leopoli, la città è senza elettricità

Tutta la città di Leopoli, nell’ovest dell’Ucraina, è rimasta senza corrente elettrica oggi dopo gli attacchi missilistici dell’esercito russo.

«L’intera città di Leopoli è rimasta senza elettricità dopo gli attacchi russi ai siti energetici ucraini. La città è senza luce. Potrebbero esserci interruzioni nell’erogazione dell’acqua», ha dichiarato il sindaco Andriy Sadovy.

Ore 14:00 - Esplosioni a Kiev, in regioni Mykolaiv e Dnipropetrovsk

Esplosioni sono state udite a Kiev e nelle regioni di Mykolaiv e Dnipropetrovsk, dopo che un allarme aereo è stato lanciato sull’Ucraina. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha riferito che è stata colpita una importante infrastruttura della capitale, riporta il Guardian.

Ore 14:05 - Anche la Moldavia è al buio

I raid russi che hanno colpito infrastrutture elettriche — dunque civili — in Ucraina hanno causato «blackout massicci» anche in Moldavia. A dirlo è stato il vicepremier moldavo, Andrei Spinu.

«A seguito dei bombardamenti russi contro il sistema energetico di Kiev», ha scritto su Facebook Spinu, «registriamo carenze di elettricità massicce in tutto il Paese».

Ore 14:13 - Almeno 3 morti e sei feriti, a Kiev

Ci sono almeno tre morti e tre feriti a Kiev a seguito dell’attacco missilistico russo delle scorse ore, che ha colpito un palazzo di due piani.

Tra gli obiettivi del raid anche diverse infrastrutture energetiche, non solo a Kiev ma anche nel resto del Paese.

Ore 14:21 - Mosca: «Il Parlamento europeo è sponsor dell’idiozia»

La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha attaccato frontalmente il Parlamento europeo, che ha approvato una risoluzione affermando che la Russia è un Paese «sponsor del terrorismo».

«Propongo di riconoscere il Parlamento europeo come sponsor dell’idiozia», ha risposto sul suo canale Telegram.

Ore 14:24 - L’intera regione di Kiev è senza luce, e la città è senza acqua

Le autorità ucraine hanno dichiarato che l’intera regione della capitale, Kiev, è ormai senza elettricità, e che la città è priva di acqua corrente.

A causare questi disagi — pesantissimi, in una città che sta affrontando il gelo invernale — sono stati i raid missilistici di Mosca.

«A causa dei bombardamenti, l’erogazione dell’acqua è sospesa in tutta Kiev. I tecnici della rete idrica stanno lavorando per ripristinarla il prima possibile» e per «riportare l’acqua nelle case degli abitanti di Kiev», ha scritto su Telegram il sindaco Vitaly Klitschko: «Vi chiediamo di fare scorta di acqua».

Ore 14:53 - Anche Kharkiv è senza elettricità

Anche a Kharkiv la luce è scomparsa e il trasporto elettrico si è fermato. Lo affermano i media ucraini, Intorno alle 14:30, è saltata la corrente in diverse zone della città dopo che Kiev è stata bombardata da missili russi.

Ore 14:56 - Kuleba: «Subito tutti i sistemi di difesa antiaerea all’Ucraina»

«L’Ucraina deve dotarsi al più presto di tutti i sistemi di difesa aerea necessari», ha scritto su twitter il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba subito dopo gli attacchi russi di oggi su Kiev e altre città del Paese. «La Russia celebra il suo riconoscimento come Stato terrorista con un nuovo attacco missilistico contro la capitale dell’Ucraina e altre città. Dovrebbe essere chiaro a chi avesse ancora dei dubbi. La Russia deve essere riconosciuta come Stato terrorista in tutto il mondo», h aggiunto.

Ore 14:57 - Kiev: unità spente in centrale nucleare a Sud, manca elettricità

La società di energia nucleare ucraina Energoatom ha riferito che un certo numero di unità sono state spente nella centrale nucleare di Pivdennoukrainsk , nel sud del Paese: «Nell’impianto va tutto bene ma non c’è nessun posto dove generare elettricità». Lo riporta il Guardian.

Ore 15:17 - Inizia il processo a Yashin

È iniziato oggi in Russia il processo a Ilya Yashin, oppositore di spicco che rischia fino a dieci anni di reclusione per aver criticato l’invasione dell’Ucraina. Alla barra degli imputati al tribunale distrettuale Meshchansky di Mosca, Yashin ha sorriso ai suoi genitori, presenti in aula. Yashin è accusato di «diffondere informazioni false sull’esercito russo» per aver parlato esplicitamente di «assassinio dei civili» a Bucha, dove i soldati russi sono accusati di crimini di guerra e atrocità, e aver denunciato «un massacro» nella cittadina vicino Kiev. A inizio mese ha accusato i giudici russi di agire come «servitori politici del Cremlino». Una nuova famigerata «legge bavaglio» entrata in vigore dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sulle forze armate che dovessero essere ritenute «false» dalle autorità della Russia.

Ore 15:39 - Kiev, 3 centrali nucleari scollegate dalla rete elettrica

Tre centrali nucleari ucraine sono state «scollegate» dalla rete elettrica dopo gli attacchi russi. Lo ha reso noto l’ente nazionale per l’energia. «A causa di un calo di frequenza nel sistema energetico ucraino, è stato attivato il sistema di protezione di emergenza nelle centrali nucleari di Rivne, Pivdennooukrainsk e Khmelnitski, che ha portato alla disconnessione automatica di tutte le unità di produzione», ha comunicato Energoatom su Telegram.

Ore 15:51 - Macron: «Avrò un contatto con Putin nei prossimi giorni, il 13 dicembre incontro con Zelensky»

Il presidente francese Emmanuel Macron dice che avrà un «contatto diretto» con il presidente russo Vladimir Putin «nei prossimi giorni». E ha anche annunciato che il 13 dicembre si terrà a Parigi una conferenza sull’Ucraina: «Organizzeremo una conferenza il 13 dicembre. Il presidente Zelensky ci sarà. Il suo ministro degli Esteri sarà a Parigi» e in quei giorni ci sarà anche «la moglie del presidente».

Ore 16:04 - Kiev, centrale Zaporizhzhia in modalità blackout completo

A causa della diminuzione della frequenza nel sistema energetico dell’Ucraina a seguito dell’attacco missilistico russo di oggi contro l’Ucraina, «la fornitura del fabbisogno della centrale nucleare di Zaporizhzhia dal sistema energetico è stata interrotta». Lo afferma il servizio stampa dell’operatore Energoatom aggiungendo che la stazione è andata in modalità blackout completo. «Tutti i generatori diesel sono in funzione. Il livello di radiazione nel sito della centrale rimane normale», afferma l’operatore, citato da Unian.

Ore 16:39 - Fonti Ue,milioni ucraini al freddo,rischio ondata profughi

È necessario che gli Stati membri dell’Ue «siano pronti» ad accogliere un nuovo flusso di rifugiati dall’Ucraina dato che «milioni di persone» sono ora al freddo ed è possibile che nelle prossime settimane, con il precipitare dell’inverno, si verifichino «nuove partenze». È quanto sostiene un funzionario europeo in vista del Consiglio straordinario sugli affari interni di venerdì. L’aumento dei flussi migratori, ha aggiunto, «non avviene solo sulla rotta del Mediterraneo Centrale» ma anche su altri fronti, «come i Balcani occidentali».

Ore 16:48 - Kiev, Mosca ha lanciato 70 missili da crociera solo oggi

La Russia ha lanciato «circa 70 missili da crociera» sull’Ucraina nella sola giornata di oggi. Lo rende noto l’esercito di Kiev.

Ore 17:32 - Cyberattacco al Parlamento Europeo rivendicato da hacker pro-russi Killnet

«Killnet, il gruppo pro-russo di hacking, afferma di aver lanciato un attacco DDoS contro il sito ufficiale (@Europarl_EN) del Parlamento europeo. Il sito web è attualmente irraggiungibile dagli Stati Uniti»: lo scrive su Twitter il profilo di BetterCyber, azienda che si occupa di sicurezza informatica, che posta delle immagini prese dal profilo We are Killnet, in russo. Il gruppo di hacker pro Russia in passato ha colpito con attacchi simili i sistemi di diversi siti di governi, italiani e mondiali, che avevano condannato l’invasione dell’Ucraina. Oltre al nostro paese hanno colpito Estonia, Romania, Norvegia, Usa.

«Questo, dopo aver proclamato la Russia come Stato-sponsor del terrorismo. La mia risposta è: Slava Ukraini», aggiunge Roberta Metsola.

La Commissione Ue «condanna» l’attacco hacker rivendicato da un gruppo filo-Cremlino al sito dell’Eurocamera. È quanto sottolinea il portavoce dell’esecutivo europeo, Eric Mamer.

Ore 17:59 - Ucraina: scambio di 71 prigionieri tra Mosca e Kiev

Russia e Ucraina hanno effettuato uno scambio di prigionieri nell’ambito del quale sono stati rilasciati 35 soldati e un civile ucraini e 35 soldati russi: lo riferisce il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak, ripreso dalla Bbc. Il ministero della Difesa di Mosca, secondo l’agenzia Interfax, ha confermato il rilascio di 35 militari russi affermando che «gli aerei militari da trasporto delle forze aerospaziali russe porteranno i militari a Mosca per le cure e la riabilitazione negli stabilimenti medici» del dicastero e «a tutte le persone rilasciate verrà fornita l’assistenza medica e psicologica necessaria». Secondo Yermak, alcuni dei soldati ucraini rilasciati hanno partecipato alla difesa dell’acciaieria Azovstal a Mariupol.

Ore 18:31 - Zelensky oggi interverrà al Consiglio di sicurezza Onu

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky oggi parlerà a una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, convocata dopo la nuova ondata di raid russi che hanno provocato blackout fino in Moldavia. Lo hanno reso noto fonti diplomatiche, aggiungendo che il confronto è stato richiesto da Kiev. La riunione dovrebbe tenersi dalle 16 di New York, le 22 italiane.

Ore 18:39 - Borrell: «Condanniamo attacchi russi criminali e disumani»

«Condanniamo con forza i nuovi attacchi criminali della Russia contro i civili e le infrastrutture critiche in Ucraina: blackout massicci, anche in Moldavia. Privare milioni di persone di elettricità, acqua e riscaldamento durante l’inverno è crudele e disumano. Il sostegno dell’Ue all’Ucraina e alla Moldavia continua senza sosta». Lo scrive su Twitter l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell.

Ore 19:31 - Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si terrà alle 22 italiane

Il Palazzo di Vetro dell’Onu ha confermato che la riunione urgente del Consiglio di Sicurezza richiesta dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si terrà alle 16 locali, le 22 italiane. Nella lettera inviata al presidente di turno del Consiglio, l’ambasciatore ucraino Kyslytsya ha scritto che la Russia «ha perpetrato un nuovo atto terroristico contro la popolazione civile ucraina» con gli attentati di mercoledì.

Ore 20:12 - Cremlino: «Non ancora prevista una telefonata Putin-Macron»

Non è ancora previsto un colloquio telefonico tra il presidente russo Vladimir Putin e quello francese Emmanuel Macron. Lo ha detto il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe.

Ore 20:16 - Cremlino: «Incontro Erdogan-Assad in Russia possibile»

Non ci sono accordi in corso su un incontro tra il presidente turco Tayyip Erdogan e il presidente siriano Bashar al Assad in Russia, ma teoricamente tale incontro è possibile: lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Ria Novosti. “Teoricamente questo è possibile, ma al momento non ci sono accordi su questo tema”, ha detto Peskov.

Ore 22:34 - L’Onu: «Ucraina rischia inverno disastroso»

Le Nazioni Unite hanno avvertito che l’ultima ondata di bombardamenti russi contro le infrastrutture energetiche in Ucraina potrebbe provocare un inverno «catastrofico» per milioni di persone che rischiano di ritrovarsi senza elettricità, riscaldamento o acqua. «Anche prima degli ultimi attacchi, le autorità ucraine hanno riferito che in Ucraina non c’erano praticamente grandi centrali termoelettriche o idroelettriche intatte. È probabile che i bombardamenti di oggi peggiorino ulteriormente la situazione», ha detto Rosemary DiCarlo, vicesegretario generale Onu, responsabile degli affari politici. DiCarlo ha aperto la riunione di emergenza convocata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dopo che la Russia ha lanciato un nuovo, massiccio attacco missilistico contro Kiev e altre città ucraine.

Ore 22:36 - Zelensky: «Mosca risponde con il terrore»

«In risposta alle nostre proposte pacifiche la Russia risponde con azioni di terrore. Oggi è solo un giorno, ma abbiamo ricevuto 70 missili, questo è il terrore russo». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in video alla riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu. «Ci servono sistemi moderni di difesa aerea e ringraziamo chi ci ha aiutato», ha aggiunto.

Ore 22:42 - Zelensky: «Milioni al gelo, è crimine contro l’umanità»

«Con le temperature sotto zero, milioni di persone sono senza riscaldamento, luce, acqua. Questo è un chiaro crimine contro l’umanità». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in video alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu. «Dobbiamo guidare il mondo fuori da questa strada senza uscita. Ci servono le vostre decisioni», ha detto rivolto ai Quindici, sottolineando che «chi istiga questa guerra blocca ogni tentativo del Consiglio di portare avanti il suo mandato».

Ore 00:19 - Mosca: «Avanti fino a quando Kiev non avrà posizione negoziale realistica»

Nessun passo indietro di Mosca. Almeno nelle dichiarazioni ufficiali. «La Russia continuerà a limitare le capacità militari dell’Ucraina finché Kiev non assumerà una posizione negoziale realistica per cercare di risolvere i problemi che ci hanno costretto ad avviare l’operazione militare speciale». Lo ha detto nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante permanente della Russia presso l’Onu, Vasily Nebenzya, come riporta la Tass.

Per poi aggiungere: «La Russia attende che la comunità internazionale dia una valutazione della tortura dei prigionieri di guerra russi da parte dei militanti ucraini».

Ore 01:24 - Mosca. «Colpiamo infrastrutture in risposta a “pompaggio” armi occidentali»

Durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante permanente della Russia presso l’Onu, Vasily Nebenzya ha detto: «Stiamo colpendo le strutture infrastrutturali in Ucraina in risposta al “pompaggio” di questo Paese con armi occidentali e agli sconsiderati appelli di Kiev per una vittoria militare sulla Russia». Lo riporta Ria Novosti. Secondo il diplomatico russo «indebolire la capacità di combattimento dell’esercito ucraino, che minaccia la sicurezza e l’integrità territoriale della Russia, è uno degli obiettivi dell’operazione speciale, e sarà attuato con metodi militari».

Ore 01:47 - Aiea: «Non possiamo sperare nella fortuna per evitare un incidente nucleare»

I rischi per la centrale nucleare di Zaporizhzhia continuano a tenere in apprensione alla comunità internazionale. I negoziati tra Ucraina e Russia per la creazione di una zona sicura intorno alla centrale proseguono, ma dall’Aiea, Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica delle Nazioni Unite, arriva preoccupazione per la situazione. «Non possiamo continuare a sperare nella buona sorte per evitare un incidente nucleare», ha detto il direttore della Aiea, Rafael Grossi, alla Cnn. «I negoziati vanno avanti - ha detto Grossi - ma questa è una zona di combattimenti intensi e non è facile trovare un’intesa sui parametri di sicurezza».

Kiev: «Il 70% di case senza luce, manca del tutto il riscaldamento». Zelensky: «Putin non riuscirà a indebolirci». Lorenzo Cremonesi e Andrea Nicastro su Il Corriere della Sera il 24 Novembre 2022.

Le notizie 24 novembre sulla guerra. Nuovo raid missilistico di Mosca contro infrastrutture civili ucraine: al buio diverse città. Per il Parlamento Europeo, la Russia «è uno Stato sostenitore del terrorismo»

• La guerra in Ucraina è arrivata al 271esimo giorno.

• La Svezia insegue le spie russe: forze speciali in elicottero per arrestare due sessantenni.

• Kiev contro Orbán: il presidente con la sciarpa della «Grande Ungheria» che include parte dell’Ucraina.

• Gli hacker pro-russi di Killnet hanno rivendicato un cyberattacco al Parlamento Europeo dopo che l’assemblea ha dichiarato la Russia «uno Stato sponsor del terrorismo».

• Secondo le autorità ucraine l’intera regione di Kiev è senza luce, e la città è senza acqua. Zelensky: «Milioni al gelo, è un crimine contro l’umanità».

Ore 04:35 - Cyberattacco al Parlamento Europeo rivendicato da hacker pro-russi Killnet

«Killnet, il gruppo pro-russo di hacking, afferma di aver lanciato un attacco DDoS contro il sito ufficiale (@Europarl_EN) del Parlamento europeo. Il sito web è attualmente irraggiungibile dagli Stati Uniti»: lo scrive su Twitter il profilo di BetterCyber, azienda che si occupa di sicurezza informatica, che posta delle immagini prese dal profilo We are Killnet, in russo. Il gruppo di hacker pro Russia in passato ha colpito con attacchi simili i sistemi di diversi siti di governi, italiani e mondiali, che avevano condannato l’invasione dell’Ucraina. Oltre al nostro paese hanno colpito Estonia, Romania, Norvegia, Usa.

«Questo, dopo aver proclamato la Russia come Stato-sponsor del terrorismo. La mia risposta è: Slava Ukraini», aggiunge Roberta Metsola.

La Commissione Ue «condanna» l’attacco hacker rivendicato da un gruppo filo-Cremlino al sito dell’Eurocamera. È quanto sottolinea il portavoce dell’esecutivo europeo, Eric Mamer.

Ore 04:41 - L’intera regione di Kiev è senza luce, e la città è senza acqua

Le autorità ucraine hanno dichiarato che l’intera regione della capitale, Kiev, è ormai senza elettricità, e che la città è priva di acqua corrente. 

A causare questi disagi — pesantissimi, in una città che sta affrontando il gelo invernale — sono stati i raid missilistici di Mosca. 

«A causa dei bombardamenti, l’erogazione dell’acqua è sospesa in tutta Kiev. I tecnici della rete idrica stanno lavorando per ripristinarla il prima possibile» e per «riportare l’acqua nelle case degli abitanti di Kiev», ha scritto su Telegram il sindaco Vitaly Klitschko: «Vi chiediamo di fare scorta di acqua».

Ore 04:49 - L’Onu: «Ucraina rischia inverno disastroso»

Le Nazioni Unite hanno avvertito che l’ultima ondata di bombardamenti russi contro le infrastrutture energetiche in Ucraina potrebbe provocare un inverno «catastrofico» per milioni di persone che rischiano di ritrovarsi senza elettricità, riscaldamento o acqua. «Anche prima degli ultimi attacchi, le autorità ucraine hanno riferito che in Ucraina non c’erano praticamente grandi centrali termoelettriche o idroelettriche intatte.

È probabile che i bombardamenti di oggi peggiorino ulteriormente la situazione», ha detto Rosemary DiCarlo, vicesegretario generale Onu, responsabile degli affari politici. DiCarlo ha aperto la riunione di emergenza convocata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dopo che la Russia ha lanciato un nuovo, massiccio attacco missilistico contro Kiev e altre città ucraine.

Ore 04:51 - Kiev contro Orbán: il presidente con la sciarpa della «Grande Ungheria» che include parte dell'Ucraina

Su Twitter, è già stata soprannominata «la sciarpa dello scandalo». Si tratta di quella che il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha indossato, durante l’amichevole di calcio contro la Grecia, raffigurante una mappa di quella che veniva definita la "Grande Ungheria". Questa mappa include gli attuali territori di Austria, Slovacchia, Romania, Croazia, Serbia e Ucraina.

La «Grande Ungheria» fa riferimento ai confini del Regno d’Ungheria fino al 1918 e alle terre perse dopo la fine della prima guerra mondiale.

Leggi qui l’articolo completo.

Piccoli mostri crescono!

Il primo ministro ungherese #Orban è stato coinvolto in uno scandalo per una sciarpa che indossava, dove è raffigurata la "Grande Ungheria", che "incorpora" parti della Romania e dell'Ucraina.

Ore 05:01 - La Svezia insegue le spie russe: forze speciali in elicottero per arrestare due sessantenni

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Continua in Svezia la caccia alle spie. Con un’operazione-show i servizi di sicurezza hanno fermato una coppia sospettata di «lavorare» per una potenza straniera non identificata. Ma le indiscrezioni sui media chiamano in causa Mosca. I giochi di ombre muovono in parallelo a quelli militari della crisi ucraina.

Ore 05:07 - Zelensky: «Mosca risponde con il terrore»

«In risposta alle nostre proposte pacifiche la Russia risponde con azioni di terrore. Oggi è solo un giorno, ma abbiamo ricevuto 70 missili, questo è il terrore russo». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in video alla riunione urgente del Consiglio di Sicurezza Onu. «Ci servono sistemi moderni di difesa aerea e ringraziamo chi ci ha aiutato», ha aggiunto.

Ore 05:12 - Zelensky: «Milioni al gelo, è crimine contro l’umanità»

«Con le temperature sotto zero, milioni di persone sono senza riscaldamento, luce, acqua. Questo è un chiaro crimine contro l’umanità». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky parlando in video alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu. «Dobbiamo guidare il mondo fuori da questa strada senza uscita. Ci servono le vostre decisioni», ha detto rivolto ai Quindici, sottolineando che «chi istiga questa guerra blocca ogni tentativo del Consiglio di portare avanti il suo mandato».

Ore 05:19 - Mosca: «Avanti fino a quando Kiev non avrà posizione negoziale realistica»

Nessun passo indietro di Mosca. Almeno nelle dichiarazioni ufficiali. «La Russia continuerà a limitare le capacità militari dell’Ucraina finché Kiev non assumerà una posizione negoziale realistica per cercare di risolvere i problemi che ci hanno costretto ad avviare l’operazione militare speciale». Lo ha detto nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante permanente della Russia presso l’Onu, Vasily Nebenzya, come riporta la Tass.

Per poi aggiungere: «La Russia attende che la comunità internazionale dia una valutazione della tortura dei prigionieri di guerra russi da parte dei militanti ucraini».

Ore 05:32 - Mosca. «Colpiamo infrastrutture in risposta a "pompaggio" armi occidentali»

Durante la riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il rappresentante permanente della Russia presso l’Onu, Vasily Nebenzya ha detto: «Stiamo colpendo le strutture infrastrutturali in Ucraina in risposta al "pompaggio" di questo Paese con armi occidentali e agli sconsiderati appelli di Kiev per una vittoria militare sulla Russia». Lo riporta Ria Novosti.

Secondo il diplomatico russo «indebolire la capacità di combattimento dell’esercito ucraino, che minaccia la sicurezza e l’integrità territoriale della Russia, è uno degli obiettivi dell’operazione speciale, e sarà attuato con metodi militari».

Ore 05:41 - Aiea: «Non possiamo sperare nella fortuna per evitare un incidente nucleare»

I rischi per la centrale nucleare di Zaporizhzhia continuano a tenere in apprensione al comunità internazionale. I negoziati tra Ucraina e Russia per la creazione di una zona sicura intorno alla centrale proseguono, ma dall’Aiea, Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica delle Nazioni Unite, arriva preoccupazione per la situazione. «Non possiamo continuare a sperare nella buona sorte per evitare un incidente nucleare», ha detto il direttore della Aiea, Rafael Grossi, alla Cnn.

«I negoziati vanno avanti - ha detto Grossi - ma questa è una zona di combattimenti intensi e non è facile trovare un’intesa sui parametri di sicurezza».

Ore 06:01 - Habeck, ministro dell’Economia tedesco: «Putin ci credeva deboli ma ha sbagliato tutto. Ora l’Europa reagisca ai sussidi americani»

(Federico Fubini) Che lezioni può trarre l’Unione europea dalla guerra in Ucraina?

«Putin pensava che l’Europa fosse debole, che la democrazia liberale fosse il sistema più debole — risponde il ministro dell’Economia e vicecancelliere tedesco Robert Habeck a un ristretto numero di giornali europei —. Ha sbagliato tutto, ha sottovalutato l’unità dell’Occidente nel sostenere l’Ucraina e ha sottovalutato il coraggio degli ucraini. Noi stiamo prendendo coscienza che in Europa abbiamo un potere e una forza enormi, che possiamo fare la differenza e non permettere ai dittatori di prendersi dei Paesi».

Ore 07:28 - Sindaco Kiev, 70 per cento città è ancora in blackout

Il sindaco di Kiev, Vitaliy Klitschko, ha affermato che il 70% della capitale ucraina è ancora privo di energia, l’approvvigionamento idrico invece è stato parzialmente ripristinato. «L’approvvigionamento idrico è già stato ripristinato sulla riva sinistra della città. Sulla riva destra, abbiamo in programma di ripristinarlo nella prima metà della giornata. Il 70 per cento della capitale è ancora senza elettricità», ha scritto sul suo canale Telegram il primo cittadino di Kiev.

Ore 09:16 - Moldavia stop import energia da Romania dopo attacchi russi

La situazione critica in Ucraina ha portato alla chiusura automatica della linea di transito attraverso la quale la Moldova importa energia elettrica dalla Romania. Lo ha riferito il governo di Chisinau, osservando che gli attacchi missilistici russi in Ucraina hanno portato a interruzioni nel paese perché i sistemi energetici di Moldova e Ucraina sono collegati tra loro. Lo stop è avvenuto per proteggere le reti elettriche dal sovraccarico. Se non fossero implementati gli arresti automatici, le centrali elettriche potrebbero essere gravemente danneggiate e le interruzioni sarebbero più lunghe. Il governo della premier Natalia Gavrilita ha ricordato che presto inizierà la costruzione di una linea di trasmissione ad alta tensione tra la Moldova e la Romania (Vulcanesti-Chisinau), della lunghezza di 158 km, che dovrebbe entrare in funzione nel 2024.

Ore 09:37 - Spostamenti di truppe russe

Nelle ultime due settimane, la Russia ha probabilmente ridistribuito le principali unità delle forze aviotrasportate sui fronti del Donetsk e Luhansk, nel Donbas. Lo sostiene l’intelligence britannica nel suo aggiornamento quotidiano su Twitter, aggiungendo che «da settembre a ottobre, la maggior parte delle unità fortemente indebolite delle forze aviotrasportate sono state dirette alla difesa del territorio controllato dai russi a ovest del fiume Dnipro nella regione di Kherson».

Ore 09:42 - Kiev: proviamo a far ripartire tre centrali nucleari

L’Ucraina si aspetta che tre centrali nucleari spente a causa degli attacchi missilistici russi di ieri tornino a funzionare entro questa sera: lo ha detto il ministro dell’Energia, German Galushchenko, secondo quanto riporta il Guardian. «Ci aspettiamo che entro sera le centrali nucleari inizino a funzionare, fornendo energia alla rete, e questo ridurrà il deficit» energetico, ha affermato alla televisione di Stato.

Ore 10:01 - Sono 440 i bambini uccisi

Sono almeno 440 i bambini uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione da parte delle forze russe: è quanto emerge dai dati forniti dalle Procure per i minorenni, secondo quanto riporta Ukrinform. Allo stesso tempo, il bilancio dei bambini feriti è salito a 847.

Il servizio stampa dell’Ufficio del difensore civico ha reso noto su Facebook che ad oggi i bambini considerati dispersi sono 323, mentre quelli che sono stati portati in Russia sono 11.461 e altri 7.718 sono stati ritrovati.

Ore 10:10 - Duma: approvata legge che vieta la «propaganda» Lgbt+

La Duma di Stato ha adottato, in terza e ultima lettura, emendamenti che ampliano notevolmente la portata della già controversa legge che vieta la «propaganda» Lgbt+, nel bel mezzo di una svolta conservatrice del Cremlino che accompagna la sua offensiva militare in Ucraina. «Promuovere rapporti sessuali non tradizionali è vietato. Questa soluzione proteggerà i nostri figli e il futuro di questo Paese dall’oscurità diffusa dagli Stati Uniti e dai Paesi europei», ha dichiarato in un comunicato il leader della Camera bassa del Parlamento, Vyacheslav Volodin.

Ore 10:15 - Kiev, 3 centrali nucleari riconnesse a elettricità

Tre centrali nucleari in Ucraina sono state riconnesse alla rete di elettricità: lo fa sapere il governo di Kiev.

Ore 10:21 - Dito medio a Putin . Mosca: «Siete solo questo»

Una foto in maglietta con una scritta offensiva per Vladimir Putin e il dito medio alzato, a ribadire plasticamente il concetto. Questo il messaggio inviato dall’ambasciatore ucraino presso le Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, al presidente russo in un’immagine pubblicata sul suo profilo Twitter.

Un’iniziativa che ha provocato la reazione immediata di Maria Zakharova: Questo «è tutto ciò che rimane al regime di Kiev», ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo sul suo canale Telegram. Nella parte scritta del suo post, Kyslytsya parla di Putin chiamandolo "Putler", sintesi del suo nome e di quello di Hitler, e riferendosi agli attacchi missilistici russi di ieri su gran parte dell’Ucraina. «Ascoltare l’inviato di Putler al Consiglio di Sicurezza - afferma il rappresentante di Kiev - è stato uno dei compiti più terribili. Anche sapendo che il suo posto all’inferno è eterno, l’attacco terrorista di Putler non mi lascia opzioni diplomatiche». E in foto, appunto, l’esplicito messaggio. Questo, risponde la Zakharova, è «tutto ciò che è rimasto al regime di Kiev, i cui tratti distintivi sono da molto tempo la venalità, la malvagità, l’immoralità, la demenza e la rabbia. Cadono mostrando con orgoglio il dito medio, che è diventato il loro vergognoso simbolo».

Ore 10:35 - La Russia sta implodendo? E dobbiamo sperarlo o temerlo? Il rischio caos e la profezia di Eisenhower

(Gianluca Mercuri) Arrivati a sette mesi, tondi, di guerra, una questione riaffiora puntualmente: Putin può cadere? La Russia può implodere? Il conflitto può terminare finalmente con l’autocombustione del contendente meno atteso, l’aggressore superpotente anziché l’aggredito indifeso? Il fatto che i due assunti di partenza si siano rivelati sballati — l’aggressore non è così superpotente e l’aggredito non è affatto indifeso — finirà per tradursi in un crollo degli invasori, sul fronte interno prima ancora che sul campo di battaglia? E quali potrebbero essere le conseguenze globali di quel crollo?

Ore 10:40 - Von der Leyen: «Presto price cap a petrolio russo e sanzioni»

«Stiamo lavorando a tutta velocità al nono pacchetto di sanzioni e approveremo molto presto un price cap sul petrolio russo con il G7 e gli altri principali alleati. Non ci fermeremo finché l’ucraina non avrà prevalso sull’illegale e barbara guerra di Putin». Lo ha detto Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.

Ha parlato nella conferenza stampa al termine di un evento in Finlandia, `New European Bauhaus goes Into the Woods´. «Non posso evitare di pensare ai nostri amici ucraini - ha detto la presidente della Commissione indicando la neve e il freddo del bosco finlandese in cui si tiene l’evento -. Il popolo ucraino a causa del barbaro attacco di Putin dovrà affrontare il prossimo inverno senza elettricità e in molti luoghi senza acqua corrente», le persone in molti luoghi «stanno gelando al buio»: «Condanno fermamente questi barbari attacchi». «I nostri amici ucraini supereranno questa tragedia perché sono forti e la loro causa è giusta e noi l’Unione europea stiamo al loro fianco in questi tempi molto difficili».

Ore 10:42 - In Ue fumata nera anche su cap al petrolio

Nelle ore del caos sul tetto al prezzo del gas c’è un altro «cap» che divide l’Europa: quello al petrolio. Alla riunione dei Rappresentanti dei 27 Paesi Ue (Coreper), finita ieri in tarda serata, sull’intesa guidata dai Paesi G7, spiegano fonti europee, c’è stata una nuova fumata nera. E il tempo stringe, perché all’inizio di dicembre, secondo la roadmap decisa dai sette Grandi del pianeta, il tetto dovrebbe essere pronto ed applicabile. I fronti, sulla misura, sono sostanzialmente due: da un lato ci sono i Paesi del Mediterraneo Orientale (Cipro e Grecia su tutti, ma anche Malta) che spingono per un tetto che sia piuttosto alto da tutelare i loro cargo, tra i principali vettori di trasporto del greggio di Mosca. Dall’altro i Paesi dell’Europa dell’Est che, in prima linea contro l’Ucraina, spingono per un cap che sia il più possibile punitivo nei confronti di Mosca. Il tetto si applicherebbe infatti al petrolio trasportato dall’Europa a Paesi terzi e vieterebbe assicurazioni e riassicurazioni, nonché altri servizi finanziari, sulle navi che caricano petrolio acquistato a un prezzo superiore al tetto. La presidenza ceca, a quanto si apprende, potrebbe convocare un nuovo round del Coreper questa sera o al massimo domani mattina.

Ore 11:04 - Kiev, negoziati Mosca cortina fumogena per continuare guerra

La Russia sta usando i negoziati come una «cortina fumogena» per continuare la sua aggressione e il suo terrore: lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, all’emittente tv giapponese NHK, come riporta Ukrinform. «I leader di Mosca stanno usando i negoziati come una "cortina fumogena" per continuare l’aggressione e il terrore», ha affermato il ministro, secondo il quale le forze russe in Ucraina rendono assurda l’idea di colloqui di pace. In un tweet Kuleba ha definito «crimini di guerra» gli attacchi missilistici russi sulle infrastrutture civili critiche del Paese, sottolineando che la Russia «conduce il tipo di guerra più vile e barbaro contro civili disarmati». Il ministro si è poi chiesto: «Come si può nel mondo giustificare le azioni russe con qualsiasi ragione o rimanere neutrali di fronte alla loro guerra genocida e al loro terrore?».

Ore 11:16 - Mosca: sventato attacco ucraino a gasdotto verso Turchia

I servizi di sicurezza interni russi (Fsb) hanno detto di avere sventato un tentativo dell’Ucraina di compiere un «atto terroristico di sabotaggio» contro un gasdotto nella regione russa di Volgograd che alimenta il flusso verso la Turchia e l’Europa. L’attacco, precisa l’Fsb, citato dalla Tass, era stato preparato dai servizi speciali di Kiev e doveva essere compiuto con cariche esplosive. Alcuni cittadini russi coinvolti nel piano sarebbero stati arrestati.

Ore 11:20 - Bombe russe sul Donetsk: 2 morti in 24 ore

Due persone sono morte e altre tre sono rimaste ferite in seguito agli attacchi russi di ieri nella regione di Donetsk, nell’Ucraina orientale: lo ha reso noto il governatore della regione, Pavlo Kyrylenko, come riporta il Kyiv Independent. Le vittime sono state segnalate nella città di Bakhmut ed i feriti in altre località della regione.

 Ore 11:34 - Kiev: le forze russe hanno lanciato ieri 78 missili

Le forze russe hanno lanciato ieri contro il territorio ucraino 67 missili da crociera e 23 raid aerei per un totale di 78 missili, oltre a più di 70 attacchi con sistemi missilistici a lancio multiplo: lo ha reso noto questa mattina lo stato maggiore delle forze armate ucraine, come riporta Ukrinform. «Nel corso di un attacco massiccio contro edifici residenziali e infrastrutture energetiche nella città di Kiev e nelle regioni di Kiev, Vinnytsia, Leopoli, Kirovohrad, Zaporizhzhia, Kharkiv e Donetsk le forze di occupazione russe hanno lanciato 67 missili da crociera e fino a 10 droni da combattimento Lancet. Le Forze di difesa dell’Ucraina hanno abbattuto 51 missili e cinque droni», si legge nel rapporto.

Ore 11:46 - Amnesty: reporter e osservatori ridotti al silenzio in Russia

Le autorità russe hanno sviluppato un sofisticato sistema di restrizioni e dure rappresaglie per stroncare le proteste, fino a impedire ogni possibilità di seguirle e riferirne da parte di giornalisti e osservatori indipendenti: lo riporta Amnesty International in un rapporto pubblicato oggi sulla Russia. Secondo l’organizzazione, le restrizioni sono state inasprite dopo l’invasione dell’Ucraina e la repressione senza freni nei confronti del movimento contro la guerra ha di fatto impedito ogni protesta pubblica e condivisione delle informazioni. Il rapporto descrive decine di casi di restrizioni illegali al lavoro dei giornalisti e degli osservatori indipendenti durante le proteste, tra cui arresti arbitrari, imprigionamenti, uso della forza e multe elevate.

«Le autorità russe sono determinate non solo a prevenire e sanzionare severamente ogni forma di protesta, per quanto pacifica, ma anche ad azzerare la possibilità che il pubblico ne sia informato», ha dichiarato Natalia Prilutskaya, ricercatrice sulla Russia di Amnesty International. «Sin dall’inizio della presidenza Putin, nel 2000, le autorità russe hanno via via limitato il diritto di protesta pacifica e sempre più sanzionato coloro che cercavano di esercitarlo, fino a fare della Russia una zona a protesta-zero. Nel febbraio 2022 decine di migliaia di persone hanno sfidato la prospettiva di subire multe esorbitanti e periodi di carcere e sono scese in strada nelle città russe per protestare contro l’invasione dell’Ucraina. Le autorità hanno risposto applicando le sanzioni più elevate possibili contro molti manifestanti. La polizia ha fatto ricorso alla forza bruta contro gli operatori dell’informazione e gli osservatori indipendenti che riferivano sulle proteste in corso», ha aggiunto Prilutskaya.

Ore 11:57 - Mosca: Zelensky sacrifica cittadini pur di aiuti finanziari

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky «è pronto a sacrificare la vita e il destino dei suoi cittadini, purché l’assistenza finanziaria e militare (verso l’Ucraina ndr) non si fermi. Senza questa le autorità di Kiev non sarebbero durate un giorno». Secondo quanto riportato dalla Tass, lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Zakharova ha osservato che Zelensky non esita a fare tutto ciò che l’Occidente gli impone, vale a dire «la continuazione delle ostilità fino alla fine e fino all’ultimo ucraino».

Ore 12:07 - Mosca: «Aiea sa chi bombarda Zaporizhzhia ma non può dirlo»

Gli inviati dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) presenti nella centrale di Zaporizhzhia «sanno molto bene da dove vengono i bombardamenti», cioè dalla parte ucraina, ma il direttore generale Rafael Grossi non può dirlo a causa dei limiti al suo mandato. Lo afferma Mikhail Ulyanov, il rappresentante permanente della Russia presso le organizzazioni internazionali con sede a Vienna, come appunto l’Aiea. «È tempo - ha detto Ulyanov in un’intervista all’agenzia Ria Novosti - di chiamare le cose con il loro nome. Quattro rappresentanti dell’Aiea si trovano nell’impianto e sanno molto bene da dove arriva il fuoco. Ma il direttore generale ha finora evitato di fare dichiarazioni chiare, forse per mancanza di funzioni (di questo tipo) nel suo mandato».

Ore 12:10 - Meloni a sindaco Leopoli: «Fieramente schierati con Ucraina»

«Mi dispiace che la mia presenza abbia interrotto un dibattito fondamentale sul tema della aggressione russa nei confronti dell’Ucraina : voglio mandare un abbraccio al sindaco di Leopoli: il governo italiano continuerà a essere fieramente schierato a sostegno della causa ucraina». Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo in videocollegamento all’Assemblea dell’Anci, in corso a Bergamo.

Ore 12:18 - Varsavia: Berlino invii Patriot a Kiev invece di darli a noi

La Polonia rinuncia al sistema antimissile Patriot offertogli pochi giorni fa dalla Germania e il ministro di difesa Mariusz Blaszczak propone a Berlino di inviarli invece in Ucraina. Lo rende noto l’agenzia polacca Pap, precisando che dopo la caduta del missile di produzione russa a Przewodow, nella Polonia dell’est, avvenuta il 15 novembre scorso, il ministro della Difesa tedesca Chrisitne Lambrecht ha proposto sostegno alla Polonia per rafforzare la difesa del confine orientale (che è anche la frontiera dell’intera Unione europea) con i Patriot e gli aerei da caccia Eurofighter. La proposta è stata accolta in prima battuta «con soddisfazione» dal Blaszczak e dal capo dello Stato polacco, Andrzej Duda, che l’ha definita come «un importante gesto di un paese alleato».

Ieri lo stesso Blaszczak , dopo gli ultimi attacchi missili su Kiev e diverse altre città ucraine, ha proposto alla parte tedesca di passare le batterie Patriot all’Ucraina". Pap cita inoltre le dichiarazioni recenti di Jaroslaw Kaczynski, il leader del partito al governo, che è riluttante rispetto all’invio di missili tedeschi in Polonia. Nel corso di recenti incontri preelettorali Kaczynski, più volte e per vari motivi, ha criticato la Germania. Dall’inizio della invasione russa in Ucraina le batterie tedesche Patriot sono già presenti in Slovacchia e la permanenza in questo paese è stata di recente prolungata per l’intero l’anno 2023.

Ore 12:23 - Via libera del Pe al prestito da 18 miliardi per Kiev

Via libera dal Parlamento europeo al prestito da 18 miliardi di euro all’Ucraina per il 2023. L’Eurocamera approva con 507 voti a favore, 38 contrari e 26 astenuti, il prestito a lungo termine a condizioni preferenziali e condizionato ad una serie di riforme. I 18 miliardi di euro copriranno circa la metà dei 3-4 miliardi di euro di finanziamenti mensili di cui l’Ucraina avrà bisogno nel 2023. Stando alla proposta elaborata dalla Commissione, il denaro «servirà a sostenere i servizi pubblici essenziali, come la gestione di ospedali e scuole, la fornitura di alloggi per i profughi, la stabilità macroeconomica e il ripristino delle infrastrutture critiche distrutte dalla Russia».

Il prestito, che sarà finanziato dall’Ue sui mercati finanziari, sarà erogato in rate trimestrali, con una continuità e una prevedibilità essenziali per mantenere l’Ucraina a galla nel contesto della guerra. Gli eurodeputati hanno confermato il collegamento tra l’erogazione dei fondi ed una serie di riforme da adottare «per rafforzare le istituzioni del Paese e prepararlo sia alla ricostruzione che al percorso di adesione all’Ue». Tra le riforme elencate vi sono misure per la lotta alla corruzione, la riforma giudiziaria, il rispetto dello Stato di diritto, e la modernizzazione delle istituzioni. Il loro stato di avanzamento sarà esaminato dalla Commissione prima dell’erogazione di ciascuna rata.

Ore 12:32 - Pe: «Resistere a pressioni per sblocco fondi Ue»

Resistere alle pressioni che l’Ungheria esercita bloccando decisioni cruciali dell’Ue, come quella sul pacchetto di aiuti all’Ucraina da 18 miliardi di euro e l’accordo sulla global minimum tax: è la richiesta del Pe a Commissione e Consiglio Ue contenuta in una risoluzione adottata con 416 voti favorevoli, 124 contrari e 33 astenuti. Questo «abuso» della regola del voto all’unanimità, si legge nel testo, non dovrebbe «avere alcun impatto» sulle decisioni riguardanti il piano di ripresa dell’Ungheria e il meccanismo di condizionalità sullo Stato di diritto.

Ore 12:36 - Sindaco di Kiev: 70% di abitanti ancora senza elettricità

A Kiev il 70% degli abitanti «è ancora senza elettricità» a seguito degli attacchi di ieri sulle infrastrutture ucraine. Lo ha comunicato il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, aggiungendo che i tecnici sono al lavoro per ripristinare la corrente nella capitale. Ripristinato invece l’approvvigionamento idrico nella metà di città sulla riva sinistra del fiume Dnipro, ha riferito ancora Klitschko.

Ore 12:40 - Kiev: c’è rischio reale di disastro nucleare e radioattivo

«I regolamenti delle centrali nucleari, dotate di sistemi di sicurezza affidabili, prevedono la disconnessione automatica dalla rete elettrica (in caso di necessità, ndr). Tuttavia, questo non dovrebbe essere rassicurante: c’è un reale pericolo di un disastro nucleare e radioattivo a seguito dei bombardamenti e c’è un enorme rischio di danni alle centrali nucleari»: lo afferma Petro Kotin, il presidente dell’operatore Energoatom dopo che ieri è stata attivata la protezione di emergenza presso le centrali nucleari ucraine. Lo riporta Unian.

Kotin ha osservato che la centrale nucleare di Zaporizhzhia, temporaneamente occupata dai russi, «inattiva da settembre di quest’anno, è entrata in modalità di blackout completo con l’avvio di tutti i generatori diesel, pertanto, per la prima volta nei 40 anni di storia dell’industria nucleare ucraina, tutte le centrali nucleari sono state chiuse».

Ore 12:46 - Metsola: «Pe approva prestito a Kiev, nostro sostegno aumenta»

«A velocità record il Parlamento europeo ha appena approvato 18 miliardi di euro affinché l’Ucraina sopravviva alla guerra e inizi la sua ricostruzione. A 9 mesi dall’inizio della guerra indiscriminata del Cremlino, il nostro sostegno all’Ucraina non fa che aumentare». Così via Twitter la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, dopo il voto in aula.

Ore 12:51 - Kiev: «Cittadini preparatevi ad altri attacchi russi»

La Russia lancia una raffica di missili contro l'Ucraina circa una volta alla settimana, quindi i cittadini dovrebbero prepararsi ad altri atti di terrore da parte del Cremlino: lo ha detto il portavoce dell'intelligence della difesa ucraina (Gur), Andriy Yusov, durante una conferenza stampa. Lo riporta Ukrinform. «Vediamo davvero dei tentativi di attuare un piano terroristico deliberato di uno Stato e di un regime terroristici», ha affermato Yusov. «Stanno cercando di piegarci, di farci sprofondare nell'oscurità e nel freddo della guerra e di costringerci a negoziare alle condizioni dell'aggressore. Non funzionerà. Sappiamo che la periodicità è di circa una settimana, il periodo necessario per prepararsi al prossimo massiccio attacco missilistico. L'Ucraina, a sua volta, si sta preparando per un funzionamento più efficace dei sistemi di difesa aerea e missilistica, ma purtroppo non c'è dubbio che il regime terroristico continuerà. Sì, continueranno».

Rispondendo a una domanda sulla capacità della Russia di compiere questi attacchi nel tempo, Yusov ha osservato che nonostante il numero limitato di missili ad alta precisione, Mosca ha una grande quantità di missili S-300, quindi le città in prima linea saranno particolarmente esposte agli attacchi. «Ci rendiamo conto che le scorte di armi ad alta precisione in Russia sono in gran parte esaurite. Ma ci sono molti missili che non sono altamente precisi», ha commentato. «In molti casi un missile manca l'obiettivo di un chilometro e non colpisce solo le infrastrutture energetiche, ma anche obiettivi civili, grattacieli residenziali, case di maternità, ospedali».

Ore 13:16 - Zelensky chiede a Israele sostegno industria energetica

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha sentito al telefono l’omologo di Israele, Isaac Herzog, a cui ha espresso l’auspicio di un «approfondimento delle cooperazione» tra i loro due Paesi «dopo la formazione del governo» israeliano. «Gli ho anche parlato della necessità di sostenere la nostra industria energetica», ha scritto lo stesso Zelensky su Telegram, riferendo i contenuti della telefonata.

Ore 13:22 - Cremlino: «Stop petrolio e gas a chi aderisce a price cap»

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che la Russia non ha intenzione di fornire petrolio e gas ai Paesi che aderiranno all’introduzione di un tetto al prezzo del petrolio russo, ipotizzato tra i 65 e i 70 dollari al barile. Lo riporta l’agenzia Tass. «Gli europei hanno ancora discussioni molto poco chiare su questo tetto», ha detto Peskov, «la sensazione è che stiano solo cercando di prendere una decisione per il gusto prenderla e non per il suo effetto».

Ore 13:40 - Sindaco Leopoli: «Ogni città ci mandi un generatore»

«Se ogni città italiana potesse comprare un generatore, questo per noi sarebbe di grande aiuto». È l'appello lanciato dal sindaco di Leopoli, Andriy Sadovyy, dal palco dell'assemblea nazionale dell'Anci che si chiude oggi a Bergamo. «La nostra città è riuscita a resistere, ce la fa, perché ogni cittadino ha accolto altri cittadini ucraini, li accogliamo a casa come fossero fratelli. Così come voi accogliete - ha aggiunto - e aiutate gli ucraini nelle vostre case. Fate un'opera grandiosa, un grande grazie per quello che fate».

Il sindaco ha poi spiegato che a Leopoli «arrivano tanti feriti. Solo il nostro ospedale municipale ha accolto 11 mila feriti, come sindaco devo pensare a come vengono svolte le operazioni e a procurare le protesi, assicurare assistenza psicologica». «Non sono un medico ma il mio dovere è essere accanto ai cittadini della mia città - ha continuato - Se qualcuno ha la possibilità di aiutarci con attrezzature di riabilitazione per feriti o fonti di energia alternativa come i generatori, gli saremo molto grati». «Mi voglio inchinare davanti a voi perché avere aperto il vostro cuore ai nostri cittadini», ha concluso il sindaco ringraziando l'Italia e i suoi sindaci per l'accoglienza dei profughi. Poi in sala tutti si sono alzati per tributargli un omaggio mentre risuonavano le note dell'inno ucraino.

Ore 13:58 - Borrell: «Kiev ha bisogno di più difese anti-aeree»

L'Ucraina «ha bisogno di più difese anti-aeree» per far fronte agli attacchi russi basati in particolare su raid missilistici: lo ha detto l'alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell, dopo un evento dell'Unione per il Mediterraneo a Barcellona. «I Paesi europei faranno il possibile per aiutare Kiev», ha aggiunto.

Ore 13:50 - Mosca, 80.000 passaporti emessi a residenti regioni annesse

Mosca ha emesso più di 80.000 passaporti russi ai residenti delle quattro regioni ucraine annesse dalla Russia a settembre: lo ha reso noto Valentina Kazakova, funzionario del ministero degli Interni, in un comunicato diffuso dai media russi. «Dopo l'annessione... delle quattro regioni alla Federazione Russa, e in conformità con la legislazione, più di 80.000 persone hanno ricevuto il passaporto come cittadini della Federazione Russa», ha dichiarato Kazakova. A settembre, la Russia ha indetto i cosiddetti referendum in quattro regioni dell'Ucraina - Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson - affermando che i residenti avevano votato a favore dell'annessione alla Russia. Il presidente Vladimir Putin ha poi formalmente annesso i territori con una cerimonia al Cremlino il mese stesso, anche se le sue forze non hanno mai avuto il pieno controllo di queste regioni.

Ore 15:13 - Quartapelle (Pd): «Il Parlamento Ue non teme mercenari Wagner»

«I mercenari russi di Wagner cercano di spaventare il Parlamento europeo inviando una mazza insanguinata. Confermano ancora una volta la natura violenta e le intenzioni di Putin e della sua cricca. Noi non abbiamo paura continueremo più determinati di prima». Lo scrive su Twitter Lia Quartapelle, responsabile Esteri del Partito Democratico.

Ore 15:26 - Kiev: «Scambio prigionieri, 50 soldati ucraini liberati»

Nuovo scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev: 50 soldati ucraini, inclusi 12 militari che hanno combattuto a Mariupol sono tornati in patria. Lo rende noto il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak, citato da Ukrainska Pravda. «Siamo riusciti a liberare 50 soldati ucraini dalla prigionia russa», ha detto.

Ore 15:37 - Kiev conferisce a Boris Johnson il titolo di cittadino onorario

Il Consiglio comunale della capitale ucraina ha conferito all’ex primo ministro britannico Boris Johnson il titolo di cittadino onorario di Kiev. «Il Consiglio comunale ha approvato la decisione di conferire a Boris Johnson, grande amico dell’Ucraina, il titolo di cittadino onorario di Kiev. Boris ha visitato la capitale ucraina diverse volte, sia in tempo di pace che nel periodo più drammatico della nostra lotta contro l’aggressore russo. Johnson ha fatto e, sono sicuro, continuerà a fare tutto il possibile affinché la Gran Bretagna e i leader mondiali forniscano la necessaria assistenza all’Ucraina. La ringraziamo per il suo sostegno. Lo aspettiamo di nuovo a Kiev», ha scritto su Telegram il sindaco di Kiev Vitaliy Klitschko, come riporta Ukrinform. Il Consiglio accademico dell’Università nazionale Ivan Franko di Leopoli ha conferito a Johnson il titolo di dottore honoris causa.

Ore 15:42 - Kiev: «In corso avviamento centrali nucleari dopo black out»

Dopo il blackout di ieri a seguito dell’attacco missilistico russo, sono in corso le operazioni di avviamento presso le centrali elettriche delle centrali nucleari di Rivne, dell’Ucraina meridionale, di Khmelnytsky e di Zaporizhia. Lo riferisce l’operatore Energoatom. Lo riporta Ukrainska Pravda. Alle 12.17, la centrale nucleare di Zaporizhzhia «ha ricevuto la propria alimentazione dal sistema energetico dell’Ucraina. Tutti i generatori diesel vengono spenti e trasferiti in alternanza», spiega l’operatore.

Ore 15:50 - Merkel: «Nel 2021 cercai di organizzare un vertice con Putin»

Angela Merkel cercò di riorganizzare un vertice tra i capi di Stato e di governo dell’Ue e il presidente russo Vladimir Putin l’anno prima dell’invasione dell’Ucraina ma rinunciò perché non vedeva nessuna possibilità di influenzare le decisioni del Cremlino una volta giunta alla fine del proprio mandato. "Non avevo più la forza di condurre in porto la proposta, perché tutti sapevano che avrei lasciato in autunno" ha spiegato Merkel in un’intervista concessa al settimanale Der Spiegel.

Ore 16:02 - Medici senza frontiere: «Black out mettono a rischio attività ospedali»

In Ucraina milioni di persone sono in pericolo a causa dei massicci blackout causati dagli attacchi alle infrastrutture che stanno avendo un impatto anche sull’operatività delle strutture sanitarie e sull’accesso alle cure mediche per la popolazione. Lo afferma Medici senza frontiere. «I massicci blackout in tutta l’Ucraina causati dagli attacchi alle infrastrutture energetiche stanno mettendo in pericolo milioni di civili. Questi attacchi alle infrastrutture essenziali sono inaccettabili», ha dichiarato Christopher Stokes, capomissione di MSF in Ucraina. «Con l’arrivo dell’inverno e l’abbassamento delle temperature, questo avrà un impatto sulla popolazione delle aree vicine e lontane dal fronte, che già da 9 mesi vive in condizioni molto difficili. Migliaia di persone che già vivevano in case danneggiate dal conflitto si trovano ora ad affrontare le rigide temperature che in alcune aree del paese possono raggiungere anche -20 C. I tagli all’energia e le interruzioni dell’erogazione dell’acqua influenzeranno anche l’accesso della popolazione all’assistenza sanitaria, poiché gli ospedali e i centri sanitari faranno fatica a funzionare».

Ore 16:15 - Tajani: «L’Italia ha accolto oltre 170 mila profughi, ora un tavolo per arrivare ad accordo»

L’Italia ha già accolto oltre 170 mila profughi ucraini, soprattutto donne e bambini. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine del Foro dei ministri degli Esteri dell’Unione per il Mediterraneo a Barcellona. «Siamo sempre pronti ad accogliere coloro che fuggono dalla guerra e speriamo che si possa risolvere la questione puntando su una soluzione a difesa dell’integrità dell’Ucraina, passo indispensabile per arrivare a un tavolo in cui russi e ucraini giungano a un accordo», ha detto Tajani.

Ore 16:17 - Putin: «Gravi conseguenze se verrà introdotto il price cap»

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che una decisione sul tetto al prezzo del petrolio russo avrebbe «gravi conseguenze per il mercato globale dell’energia». Secondo quanto ha fatto sapere il Cremlino, Putin lo ha detto in una conversazione telefonica con il premier iracheno Mohammed Shia’ Al Sudani.

Ore 16:21 - Settimana prossima incontro ministri Esteri G7 a Bucarest

I Ministri degli Esteri del G7 discuteranno di come garantire le forniture energetiche all’Ucraina nel corso di un incontro la prossima settimana, martedì e mercoledì, a Bucarest: lo ha annunciato il capo della diplomazia tedesca, Annalena Baerbock. "Gli attacchi russi sulle infrastrutture civili costituiscono in crimine intollerabile e inumano: con i suoi missili Putin può far precipitare i popolo ucraino nel freddo e nell’oscurità, ma non ne spezzerà mai la volontà di libertà, nè il nostro sostegno", ha concluso.

Ore 16:25 - Colloquio fra Zelensky e presidente israeliano Herzog

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo israeliano Isaac Herzog in cui i due dirigenti hanno discusso le necessità di Kiev in termini di forniture di energia e alimentari. «Spero in una più approfondita cooperazione fra Ucraina e Israele dopo la formazione del nuovo governo» israeliano, ha concluso Zelensky in un messaggio postato sul suo account di Twitter.

Ore 16:30 - Cnn: «L’Ucraina al freddo e al buio, i chirurghi usano le torce»

Torce elettriche sui tavoli operatori per aggirare i blackout. Ci si attrezza così in Ucraina, paese devastato dai raid missilistici russi e dalle continue interruzioni di corrente elettrica. Lo scrive la Cnn, raccontando l’esperienza del dottor Borys Todurov, capo dei servizi medici presso il Kyiv Heart Institute, che ha pubblicato un video su Instagram che mostra un team di medici che indossano delle lampade frontali mentre eseguono un intervento al cuore su un bambino. L’operazione era in corso quando è saltata la corrente, ha raccontato il dottor Todurov, precisando inoltre che l’ospedale «non ha avuto acqua per diverse ore». Identica situazione anche all’ospedale Mechnikova nella regione centrale di Dnipropetrovsk dove secondo il direttore Sergii Ryzhenko «decine di pazienti si sono trovati in condizioni critiche mentre erano sui tavoli operatori» proprio quando le luci si sono spente con «anestesisti e chirurghi che hanno acceso le loro lampade frontali per salvarli». «La mancanza di luce non ci fermerà», ha dichiarato il ministero della salute ucraino su Facebook.

Ore 16:43 - Tajani: «Pronti ad accogliere chi fugge da guerra»

«Naturalmente noi siamo sempre pronti ad accogliere coloro che fuggono dalla guerra e che sono popolazioni disperate»: così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, su un possibile nuovo afflusso di profughi dall’Ucraina durante l’inverno, parlando a Barcellona a margine di una riunione ministeriale Ue-vicinato sud.

Ore 17:03 - Kiev: «Almeno sei morti nell’attacco russo a Vyshgorod»

«Sei morti, trenta feriti, condomini danneggiati nella città ucraina di Vyshgorod». Lo ha annunciato Andriy Nebytov, capo del dipartimento della polizia nazionale della regione di Kiev, scrive l’Ukrainska Pravda ricordando che ieri la Federazione Russa ha lanciato un massiccio attacco missilistico su un certo numero di regioni dell’Ucraina, compresa quella della capitale Kiev. colpendo in particolare le infrastrutture energetiche.

Ore 17:23 - Kiev: «Potente attacco russo su zona più popolosa a Kherson»

Potente attacco dell’esercito russo oggi su Tavriyskyi, uno dei quartieri più densamente popolati di Kherson, città dell’Ucraina meridionale da cui le truppe di Mosca si sono ritirate l’11 novembre: «I russi stanno intensificando i bombardamenti sui quartieri residenziali di Kherson. Dopo i missili di ieri, oggi hanno attaccato 13 volte, è stato colpito uno dei distretti più popolati, Tavriyskyi, nella parte settentrionale della città», ha dichiarato il consigliere regionale Sergii Khlan, come riporta Ukrinform. Il capo militare Halyna Luhova ha riferito che ci sono distruzioni e il numero delle vittime è in corso di accertamento.

Ore 17:36 - Mosca cercherà di paralizzare il conflitto, Kiev di lanciare nuove offensive

(Andrea Marinelli e Guido Olimpio) Non importa l’arma usata, contano gli effetti. E i continui report su una prossima mancanza di missili nell’arsenale di Vladimir Putin contrastano, per ora, con la tragica situazione nelle città ucraine. Milioni di persone senza luce ed acqua proprio a causa dei bombardamenti. La resistenza ha bisogno di uno scudo per proteggersi dalla minaccia ma sono altrettanto indispensabili i generatori. Nell’ultimo pacchetto deciso dagli Usa, insieme alle munizioni, ne sono stati inseriti 200. Una goccia. Il taccuino di oggi parte dall’analisi di un esperto, l’ex generale americano Mark Hertling, una delle voci più interessanti. A seguire i suoi spunti.

Ore 17:56 - Kiev: «Il 70% case senza luce, manca del tutto il riscaldamento»

A partire dalle 17 di oggi il 70% delle abitazioni di Kiev non ha la corrente elettrica. Manca il riscaldamento e l’approvvigionamento di acqua pur funzionando presenta problemi in alcune zone della capitale. Lo ha reso noto l’Amministrazione militare della città sottolineando che le squadre di riparazione e di emergenza stanno lavorando intensamente per ripristinare anche i riscaldamenti. Lo riferisce Unian.

Ore 18:16 - Kiev: «Una vittima e condomini in fiamme dopo bombe a Kherson»

Un civile è rimasto ucciso secondo un primo bilancio dei bombardamenti di questo pomeriggio su uno dei quartieri più popolati di Kherson, nel sud dell’Ucraina: ha riferito il capo dell’Amministrazione militare Halyna Luhova, come riporta Ukrinform. «Oggi sono stati lanciati 17 attacchi, una persona è stata uccisa e una ferita», ha detto, aggiungendo che negli ultimi quattro giorni l’esercito russo ha bombardato Kherson per 62 volte uccidendo otto persone e ferendone altre quattro. Video degli abitanti della città postati sui social mostrano gli edifici residenziali in fiamme dopo essere stati colpiti dai missili lanciati dall’esercito russo.

Ore 18:26 - Kiev: «Due bambini tra le 10 vittime dei bombardamenti di ieri»

Due bambini sono rimasti uccisi dalle bombe russe durante gli attacchi lanciati ieri dall’esercito della Federazione su alcune regioni ucraine. Sono 52 i civili feriti, di cui sei bambini. Lo rende noto la polizia ucraina, come riporta Unian. «A seguito dei bombardamenti di ieri, dieci persone sono morte, tra cui due bambini; 52 civili sono rimasti feriti, sei dei quali sono bambini», ha dichiarato la polizia.

Ore 18:40 - Biden: «Ora non è il momento di abbandonare l’Ucraina»

«Questo non è il momento di abbandonare l’Ucraina, per nulla»: lo ha detto Joe Biden ai reporter durante la festa di Thanksgiving, visitando una stazione dei pompieri nell’isola di Nantucket. «Credo ancora che ci sia abbastanza sostegno», ha aggiunto il presidente, facendo riferimento all’esito di Midterm dopo le discussioni e i dubbi suscitati in campagna elettorale da una frangia dei repubblicani.

Ore 19:23 - Kiev: «Dall'inizio guerra scomparse più di 15 mila persone»

Più di 15 mila persone sono scomparse durante la guerra in Ucraina. Lo ha riferito un funzionario della Commissione internazionale per le persone scomparse (Icmp) citato dal Guardian. L'organizzazione con sede a L'Aja, creata per le guerre balcaniche degli Anni 90, ha aperto un ufficio a Kiev a luglio per aiutare l'Ucraina a documentare e rintracciare le persone scomparse. Secondo il direttore, Matthew Holliday, non è chiaro quante persone siano state trasferite con la forza, detenute in Russia, vive e separate dai loro familiari, morte sepolte in tombe improvvisate. Certo che, aggiunge il direttore, intervistato dalla Reuters che il processo di indagini sui dispersi in Ucraina durerà anni anche dopo la fine dei combattimenti. La stima di 15 mila dispersi è prudente, se si considera che nella sola città portuale di Mariupol le autorità stimano che ci siano almeno 25 mila tra morti e dispersi.