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“ ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE ”

Associazione di Promozione Sociale (ONLUS)

C.F. 90151430734

www.associazionecontrotuttelemafie.org

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presidente@associazionecontrotuttelemafie.org

presidente@malagiustizia.eu

PRESIDENTE DOTT. ANTONIO GIANGRANDE

SEDE LEGALE VIA PIAVE, 127 –74020 AVETRANA (TA)

Tel. – fax – Segr. 099/9708396 Cell. 3289163996

E-Mail: giangrande02@libero.it studiogiangrande@telematicaitalia.it

ITALIA: CONCORSO TRUCCATO PER L'ABILITAZIONE FORENSE

DOTT. GIANGRANDE ANTONIO, DENUNCIANTE,

nato ad Avetrana il 02/06/1963 ed ivi residente alla via Manzoni, 51, Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, con sede in Avetrana, alla via Piave, 127, tel. 099.9708396 – 328.9163996. Associazione di promozione sociale – ONLUS, iscritta presso la Prefettura di Taranto nell’elenco delle associazioni antiusura ed antiracket, inserita nel Comitato Provinciale di Solidarietà per le vittime dell’usura e del racket, partecipante al Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica,

DENUNCIA CHE

ogni anno, in tutta Italia, migliaia di aspiranti avvocato affrontano il concorso pubblico per l'abilitazione forense.

Questi ragazzi, spesso pluri ripetenti, sperano nella correttezza del concorso per realizzare i loro sogni, come se il malcostume italiano non intaccasse anche il sistema giudiziario – forense. Calciopoli, bancopoli, tangentopoli, sanitopoli, ecc., ecc., sono fenomeni alieni per chi vive nell’illusione, in cui tutti delinquono, meno che magistrati, avvocati e professori universitari.

A questi illusi, spesso collusi, che credono che il concorso forense non sia truccato, basterebbe chiedere perché i Consiglieri dell’Ordine degli Avvocati del loro Foro non sono più membri delle Commissioni d’esame forense e perché i Magistrati del loro Foro non correggono più gli elaborati del distretto ?

La risposta è che, dalla lettura della legge 180/03, in associazione o concorso per voto di scambio, o per abuso d’ufficio e falso, o per concussione e corruzione, i primi sono stati cacciati e i secondi sbugiardati. Stranezza tutta italiana è che nessuno è stato inquisito per i vari reati commessi, anche perché ci vuole poco, basta insabbiare ben oltre 14.000 denunce penali in tutta Italia. Inoltre, questi personaggi, per miracolo, non essendo titolati per il loro territorio, lo diventano per quello altrui, in quanto correggono i compiti provenienti da altri distretti.

Agli illusi, spesso collusi, che ben sanno come si svolgono gli esami tra suggerimenti, scopiazzature, compiti non corretti, ma che continuano a credere nella loro leicità, basterebbe chiedere perché diventa idonea una bassissima percentuale di aspiranti avvocato.

La risposta è che gli esaminatori avvocati, che spesso sono ex Consiglieri dell’Ordine, per tutelare la categoria e in palese conflitto di interesse, limitano la concorrenza a proprio vantaggio in un concorso pubblico, in cui non c’è numero chiuso.

Agli illusi, spesso collusi, che credono nell'uguaglianza delle opportunità per tutti, basterebbe chiedere perché gli idonei sono riconducibili a nomi, area politica e provenienza territoriale ben distinta.

Agli illusi, spesso collusi, basterebbe chiedere perché i praticanti avvocato, pur lavorando, non vengono retribuiti né gli vengono versati i contributi, con conseguente sfruttamento ed evasione fiscale e contributiva.

Agli illusi, spesso collusi, basterebbe chiedere perché non sono noti abusi e omissioni giudiziari e forensi, sempre a danno degli indigenti, la cui conseguenza sono le carceri piene, spesso, di gente innocente.

La risposta è che l'intimidazione all'omertà è un certezza se poi alla ribellione consegue per ritorsione ciò che succede a me, ritenuto dannoso per il sistema:

a 10 anni dalla laurea sono condannato all'indigenza, perché da anni non mi fanno superare l'esame di abilitazione forense, da tutti ritenuto truccato, impunito e sottaciuto.

Basterebbe visionare www.associazionecontrotuttelemafie.org o www.malagiustizia.eu

per avere contezza sull’assioma presente.

Se questo non basta per convincersi, in malafede si nega, palesemente, l’evidenza.

Con questo stato di cose è difficile che le vittime, codarde o colluse, si organizzino per contrastare quelle lobby, contro cui la politica non vuole adottare rimedi efficaci .

Si diventa vecchi nell'aspettare un'abilitazione, che per molti, pur se improbabile, non è il chiavistello per entrare in un certo sistema di potere, dove tutto è concesso.