MONOLOGO FINALE. FILM “VIVA L’ITALIA”. MICHELE PLACIDO: "Vedete se io sono qua, ho un problema: non riesco più a dire bugie. Però siccome qualcosa da raccontare ce l’ho, se permettete, io lo faccio. Al ristorante, quando arriva il cameriere col conto, voi ve lo leggete quello che c’è da pagare, oppure no? Voglio dire, preferite scegliere voi quello che dovete mangiare o vi accontentate di quello che vi diamo noi? Perché, se non lo avete ancora capito, qua noi, stiamo a rifà l’inciucio, come con la bicamerale, come col compromesso storico, fatevelo raccontare il compromesso storico, parlo ai giovani qua, dai vostri genitori cos’è stato. E anche in questo momento noi stiamo decidendo cose grosse eh, senza chiedervi il permesso, e voi che fate? State zitti, così. E allora voglio dirvi una cosa: per conservare la vostra identità come cittadini in questo Paese, dovete pretendere di inserire un nuovo articolo nella Costituzione, l’articolo 140, che dice “Tutti i cittadini hanno diritto di conoscere la verità”. La vedo la faccia tua che mi dice, ma si onorevole ma se la verità non la dite come facciamo a conoscerla? Eh avete ragione, perché io sono quarant’anni che faccio ‘sto lavoro. Beh insomma, la verità, e chi l’ha mai detta? Io mi son sempre aggiustato gli affari miei, assieme a quei galantuomini dei miei colleghi, a quegli ipocriti dei miei avversari, che poi qui da noi, essere furbi è quasi un merito, e la gente ti invidia pure, “Io quello lo voto perché è un paraculo, quello ha capito tutto”, “Si però meglio quello che va con le ragazzine che quello che va coi trans”. Insomma, si sceglie il meno peggio, ecco, e lo si porta ad esempio come se non ci potesse essere strada migliore, come se ci fosse solo una possibilità. Ma insomma come si fa per esempio a invidiare uno come me che ha parlato sempre di valore, di famiglia e non ha mai rispettato la moglie! Uno che ha collaborato a costruire un Paese dove ci sono persone che avrebbero diritto a un lavoro, ma sono costrette a trovarlo all’estero questo lavoro. Altre che non ce l’hanno proprio un lavoro, altri giovani che non hanno manco i soldi per andare a cercare un lavoro all’estero e sono sottopagati, sono sfruttati, con il timore di essere licenziati da un momento all’altro, con la paura che non vedranno mai uno straccio di pensione. Ragazzi, ricordatevi, siete ancora in tempo per cambiare le cose, perché siete proprio voi che state andando a votare. Che è meglio pensare, che credere. È meglio scegliere, facendo sacrifici piuttosto che fregarsene, fare gli indifferenti, credetemi. Perché se ci sono contrasti, significa che ci sono idee, e se le idee sono tante, diverse, allora si, c’è la democrazia. Però attenzione, a noi ci dovete fare pelo e contropelo, prima di darci una poltrona in Parlamento e una pensione a vita, perché in questi anni veramente eh, abbiamo votato gente che ha avuto a che fare con mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita e compagnia cantando, e qualcuno lo sapeva e l’ha votato! Beh, adesso s’è deciso da quest’anno che dobbiamo pensarla tutti, più o meno, allo stesso modo, e dobbiamo stare tutti sulla stessa barca. Però io su questa barca non ci voglio salire. Anzi, non ci vogliamo salire. Io non so adesso se questo articolo 140 verrà mai scritto nella Costituzione, ma per quanto mi riguarda il diritto alla verità per me è già in vigore. Lo sto imparando io, lo stanno imparando anche i miei figli. E spero che piano piano lo imparerete anche voi. Sapete, avrei tante cose da dirvi su come ho gestito questo Paese assieme ai miei colleghi. A tante domande sarei capace di rispondere, però tranquilli, questo non è un comizio, io ho chiuso con questa politica, sono guarito. Quindi mi metto a disposizione della magistratura. Si, Michele Spagnolo sta qua".
– Monologo finale “Viva l’Italia” - Michele Placido